Libri > Good Omens
Ricorda la storia  |       
Autore: Liza Inverse    19/04/2022    1 recensioni
Aziraphale e Crowley sono stati mandati sulla terra come ago della bilancia per preparare l'umanità all'Apoclaisse: mentre l'angelo doveva condurre gli uomini a fare buone azioni, e a punire le cattive, il demone aveva l'incarico di tentare l'umanità nel peccato.
Lungo la storia però entrami si sono incontrati più volte, e non sempre i loro obiettivi si sono conclusi, soprattutto se c'era di mezzo una bevuta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I sandali dell’entità che si aggirava tra le case in fango cotto alzavano nuvole rosse di polvere tra la sabbia battuta del vicolo. Il silenzio era così profondo che di tanto in tanto da lontano si sentiva arrivare lo sciacquio di qualche pesce che saltava fuori dall’acqua del fiume. Nemmeno le sue calzature facevano rumore sul sentiero.

La notte era senza luna, e le poche luci che illuminavano la strada venivano dalle rare lampade ad olio di qualche casa fortunata. Ma l’entità non aveva bisogno di luci per vedere tra i vicoli stretti che si districavano tra la città, vicino alla Capitale Egiziana di Pi-Ramses, perchè i suoi occhi potevano distinguere anche al buio le porte delle case segnate con il sangue d’agnello.

Era vestito di bianco, e benché avesse rinunciato a mostrare le ali secoli prima, era un angelo.

Portava con sé un lungo papiro, e vi scriveva sopra con diligenza con una piuma d’oca che lasciava sul rotolo una traccia dorata. Il papiro era diviso in due colonne: su una le porte con il segno di sangue, sull’altra le porte senza il segno. A malapena alzava gli occhi per guardarsi intorno, quasi come se sapesse dove trovare le tracce del sacrificio.

Poi qualcosa interruppe la sua concentrazione e drizzò il capo. L’espressione sul suo volto cambiò: da tranquilla divenne imbronciata, i movimenti da fluidi si fecero scattanti, iniziò a camminare a zig-zag nel vicolo senza un’apparente ragione. Infine si fermò accanto all’angolo di una casa, sovrastando un’ombra a terra, non più alta di un metro.

“Crawly!” Mormorò infine con voce sorpresa. “Che ci fai qui?”

L’ombra, una persona vestita di scuro con capelli lunghi, parzialmente raccolti in una treccia, alzò il volto e scrutò quello dell’entità vestita in bianco, infine sorrise.

“Ehi! Aziraphale! Che piacere vederti qui!” 

Appoggiò una mano e poi la schiena al muro rosso: a fatica si rimise in piedi, con le gambe che tremavano. Per quanto instabile riuscì a mantenersi ritto abbastanza a lungo da poter guardare negli occhi il nuovo arrivato.

“Che ci faccio io? Aiuto Uriel! - la voce di Aziraphale era piuttosto seccata, anche se se parlava sottovoce - Che ci fai tu, piuttosto! E vedi di parlare piano!”

“Io? - Per un attimo Crawly sembrò scrutare dentro se stesso alla ricerca di una risposta da dare ad Aziraphale - Beh, c’è questo Faraone, no? Che ha dei problemi con dei tizi che se ne vogliono andare dall’Egitto… - il demone fece una pausa - il popolo… scelto… chiamato… come…”

“Eletto, il Popolo eletto!” corresse Aziraphale

“Quello, sì. Insomma, ero venuto qui per fare in modo che lui mettesse loro i bastoni tra le ruote. Ma poi hanno fatto un raccolto nuovo e c’è una nuova partita di birra in paese. E ho pensato di fermarmi prima di andare da lui. E tu? È da un po’ che non ci si vede… Da… Da quell’enorme toro?” 

Crawly fece un sorriso sghembo, cercando di mantenersi in piedi. Sembrava proprio che quel muro si spostasse continuamente e non ne volesse sapere di reggerlo.

Aziraphale guardò Crawly stizzito.

“Oh! Quindi è opera tua, malfamato demone!”

Crawly guardò Aziraphale disorientato. “Cosa?”

“Il faraone che non vuol lasciare libero il Popolo Eletto!” disse Aziraphale con tono ovvio.

Il demone fece un suono di stizza con i denti. “Che cosa? Vuoi dire che ci ha già pensato lui?” Poi si fermò di nuovo e fissò il vuoto qualche secondo prima di ricominciare a parlare - Oh, beh, ha fatto qualcosa. - fece spallucce e schioccò la lingua - Credo che farò rapporto e dirò che è tutto a posto.”

Aziraphale drizzò le spalle e mise il petto in fuori orgoglioso “Non è tutto a posto! Per punire il Faraone della sua scelta, stanotte tutti i primogeniti delle famiglie che non appartengono al Popolo Eletto verranno presi dall’Angelo della Morte! Sto facendo giusto il censimento ora!”

D’improvviso, come se non avesse mai toccato un mestolo di birra, Crawly si rimise in piedi, stabile, ed assunse un’espressione grave. “Tu cosa?”

L’angelo fece un gesto con la mano indicando le case intorno. “Le vedi le case? Quelle con la macchia di sangue sopra, quelle sono le case di chi si salverà! Quelle del Popolo Eletto!”

Il demone gettò indietro la testa in segno di disgusto. “Oh! Non di nuovo!”

Aziraphale fece un passo indietro. “‘Non di nuovo’ cosa?”

“Dio ce l’ha proprio con i bambini! Prima il diluvio, adesso gli egiziani!” rispose stizzito Crawly scuotendo la testa.

“Beh - Aziraphale si guardò intorno - Considerati responsabile!”

“Io? Hai appena finito di dire che il Faraone ha preso la decisione di proibire al Popolo eletto di lasciare l’Egitto! Ha fatto tutto da solo! Io ero qua a bere!” Protestò il demone.

“In ogni caso ormai è troppo tardi! - tagliò corto l’angelo - Sto compilando la lista di case da salvare e tra poco l’Angelo della Morte passerà a diffondere il morbo nero tra i condannati! È il mio dovere!”

Crawly storse il naso e avvicinò il viso a quello di Aziraphale. “E non ti senti minimamente in colpa per quegli innocenti?”

Aziraphale esitò e deglutì un paio di volte, ma abbassò lo sguardo. “È il piano-

“Ineffabile, vero?” concluse Crawly piegando la testa a lato.

Aziraphale si schiarì la voce ma mantenne lo sguardo sul papiro e sulla grafia dorata.

Senza aggiungere parola, Crawly gli girò le spalle e cominciò a passare davanti a tutte le porte.

“E adesso che diavolo stai fa- iniziò l’angelo, ma non ebbe bisogno di terminare la domanda perché si rese esattamente conto di cosa stesse facendo il demone.

Con un ramo di ulivo da cui colava sangue, stava imbrattando le porte di tutte le case del villaggio che Aziraphale non aveva ancora censito. Corse dietro al demone “Fermati! Mi scombinerai tutto il censimento!”

Crawly si voltò verso di lui senza fermarsi e lo squadrò dal basso all’alto, serio.

“Oh, per favore! Taci e scrivi!”

“Non è così che deve andare, Crawly! Cosa dico ai piani superiori nel rapporto?” Protestò Aziraphale.

“Senti, facciamo che tu non mi hai visto. Non devi mettere il fatto che mi hai visto!” Mormorò il demone.

“Ma sarebbe mentire!”

“No! È semplicemente tralasciare qualche particolare! Io lo faccio continuamente!”

“Ma tu sei un demone! È il tuo lavoro! Io sono un angelo! Devo fare quello che mi dicono!”

“E ti hanno per caso detto di scrivere se c’era qualche demone che imbrattava porte? No! Ti hanno detto di scrivere i nomi delle porte imbrattate!” sibilò Crawly tra i denti.

Aziraphale esitò ma non seppe rispondere. Riprese a scrivere seguendo il demone.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: Liza Inverse