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Autore: ValeDowney    19/04/2022    0 recensioni
Un principe. La sua storia. Uno stretto legame con il presente gli farà compiere un viaggio in un mondo non suo, riscoprendo un lato di sè che non sapeva di avere
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beneath the ashes

 
 
Capitolo XI: Ribellione


 
Raevin poteva ritenersi soddisfatta: finalmente aveva un buon lavoro; era a capo di una struttura fatta costruire da Tony per lei e i dipendenti la rispettavano, così come anche i pazienti.
Quando settimane fa era arrivata in quel posto, pensava di essere finita in un luogo dove si sarebbero dimenticati di lei e dove non si sarebbe mai riuscita a integrare. Invece, sembrava che la fortuna girasse dalla sua parte… almeno finché non aveva incontrato Dave.
Al primo impatto sembrava un bravo ragazzo, ma poi aveva rivelato il suo vero carattere: bugiardo e fifone. Be’, era ritornato indietro, ma non prima di aver messo lei nei guai e, se non fosse stato per suo fratello Tony, forse a quest’ora sarebbe ancora dietro le sbarre.
Ma essendo una Stark, a Raevin non piaceva finire in cattiva luce e, da quando Dave era arrivato nella struttura, aveva programmato di fargliela pagare in qualche modo, a partire dal carico di lavoro.
Paziente dopo paziente, Dave li visitava e curava uno a uno e, una volta finito con loro, veniva messo dietro a una scrivania a riempire quantità di moduli e scartoffie.
Cercava di fare buon viso a cattivo gioco ma, ogni volta che Raevin se ne andava, il suo carattere cambiava. Diventava cattivo, come se qualcosa in lui fosse diverso. Come se lui stesso fosse un’altra persona.
Un giorno Raevin lo chiamò da parte in un angolo: “Mi è stato riferito che, quando ti lascio solo a riempire i moduli, diventi irrequieto e violento. Qualcuno ti ha visto rompere fialette. Altri, invece, rovesciare delle scaffalature. Mi spieghi tutto ciò? O devo sentire un’altra delle tue bugie?”
“Ci sono momenti in cui vorrei distruggere tutto” rispose.
“Non la ritengo una risposta adeguata, considerando che praticamente tutti, me medesima, abbiamo questo pensiero, soprattutto quando mio fratello teneva la musica alta nel suo laboratorio mentre io cercavo di studiare per un esame” spiegò Raevin.
“Pensavo che tu mi trattassi meglio” disse Dave.
“Ti sei forse dimenticato quello che ti ho detto quando ci siamo incontrati nuovamente? Non avrai favoritismi da parte mia e ti avevo avvertito che, al primo sgarro, ti avrei sbattuto fuori” disse Raevin.
“Allora perché non lo fai, visto che sono stato un bambino cattivo?” le chiese.
“Stai solo cercando di provocarmi, ma sappi che non ci riuscirai. Hai una lezione da imparare per avermi lasciata da sola quel giorno e, soprattutto, per avermi mentito. Quando sarai sincero, allora forse cambierò atteggiamento con te e, visto che non sembra piacerti compilare moduli, ti do un nuovo incarico: pulirai i bagni e i pazienti quando avranno bisogno di essere cambiati” spiegò e se ne andò.
Dave la guardò malamente, per poi battere un pugno sulla parete. Stranamente non si fece male alla mano, ma lasciò una piccola crepa. Dave si guardò la mano, dalla quale uscì come un fascio di luce verde, che fece subito sparire non appena qualcuno passò di lì.
Raevin continuava a camminare quando, davanti a sé, Tony la raggiunse: “Ecco la mia cara sorellina di ritorno dal campo di guerra.”
“Potrei dire la stessa cosa di te. Dove sei stato?” gli domandò.
“Volo andata-ritorno per Malibù. Conferenza stampa di dieci minuti e poi di ritorno subito qui dalla mia altra capa preferita” rispose. Poi, nell’orecchio, aggiunse sussurrando: “Se non si fosse capito, l’altro capo sono io.” E si mise in bocca un lecca lecca.
“Saresti potuto rimanere via di più. Qua sto bene; i pazienti vengono curati; i miei dipendenti fanno i bravi o, almeno, quasi tutti. Ma, per il resto, va tutto alla grande” disse Raevin.
“Chi è che ti fa arrabbiare? Lo faccio subito cacciare” disse Tony.
“Tony!” lo rimproverò Raevin.
“Oh già, la capa qua sei tu, quindi le decisioni spettano a te e, se ancora non lo hai licenziato, vuol dire che è qualcuno che ti piace come… quel ragazzo” disse e indicò Dave. Raevin si girò e disse: “È quel ragazzo che mi dà problemi”.
A passo spedito, Tony andò da lui e Raevin non fece in tempo ad aprire bocca che si vide passare accanto Happy, che raggiunse il suo capo.
“Ehi tu, se hai problemi a seguire gli ordini di mia sorella, allora faresti meglio ad andare a pulire i bagni” disse Tony.
“È proprio quello che stavo andando a fare” disse Dave.
“Be’, allora è tutto a posto… Dave” disse Tony, guardando il nome sulla targhetta.
“Mi deve interrogare o posso andare?” domandò.
“No, no, sei libero di starmi alla larga. Però, prima tieni questo. Non mi va più” rispose e, togliendosi il lecca lecca dalla bocca, lo consegnò a Dave, il quale, guardandolo, chiese: “Che ci dovrei fare? Mangiarlo?”.
“Santo cielo, ragazzo, provieni dalla giungla? Non sono così incivili da queste parti… almeno credo, visto che vengo da un luogo molto più tecnologico di questo buco. È chiaro che devi buttarlo” rispose.
“Ma non lo può buttare lei?” domandò.
“E sporcarmi le mani? Happy, consegna a questo ragazzo un fazzoletto” rispose ed Happy consegnò il suddetto oggetto a Dave. Poi Tony aggiunse: “Non startene lì impalato. I bagni non si puliscono da soli e poi ritorna da me che ho un altro compito da assegnarti”.
“Quale? Buttarle via un'altra pietanza come quella che tengo in mano?” chiese.
“Mi piaci, ragazzo. Hai uno strano senso dell’umorismo che ancora non ho visto da queste parti. Ma, comunque, è meglio se mi stai alla larga, quindi sparisci” rispose. Dave lo guardò malamente, ma se ne andò.
“Vuole che lo tenga d’occhio?” domandò Happy.
“No, non credo che sia pericoloso. È solo uno strano ragazzino con problemi di integrazione e personalità” rispose e, voltandosi, si incamminò, seguito da Happy. I due raggiunsero nuovamente Raevin: “Il tuo ragazzo ha dei problemi” le disse Tony.
“Primo: non è il mio ragazzo. Secondo: da cosa lo hai capito che ha dei problemi? Dal fatto che non mi ascolta e, per questo, l’ho mandato a pulire i bagni?” chiese.
“Anche, ma soprattutto dal suo strano senso dell’umorismo” rispose.
“Da quando l’ho assunto qua, non ha mai espresso gioia con me. Faceva lo sbruffone solamente quando siamo usciti quella sera” disse Raevin.
“Sei uscita con lui?!” disse stupito.
“Sì ed è stato anche quello che mi ha fatto finire dietro le sbarre” aggiunse Raevin.
“Sai, potrei chiedere ai nostri avvocati di denunciarlo, considerando anche il fatto che non si tratta nemmeno di un medico. Ne eri a conoscenza?” disse Tony.
“Non so come tu l’abbia fatto a scoprire, ma l’ho assunto pur sapendo che non aveva una laurea in medicina” disse Raevin.
“Mi dici, allora, come ha fatto a non uccidere nessun paziente fino ad ora?” chiese.
“Non gli sto appiccicata tutto il tempo. Avrà solo avuto fortuna” rispose.
“Terrò la bocca chiusa riguardo alla sua assunzione. Ma se lui è il responsabile della tua breve prigionia, allora cosa lo hai assunto a fare?” le domandò.
“Vendetta personale. Voglio farlo soffrire, come lui ha fatto con me” rispose.
“Considerando che giochi in casa, questo è stare in difesa. Oserei, se sei d’accordo, anche attaccare. Vedere come reagisce e poi cacciarlo definitivamente” spiegò Tony.
“Non ti sta proprio simpatico, vero?” chiese.
“No e non lo dovrebbe stare neanche a te. Ma ti conosco fin troppo bene e so che, quando fai una cosa, vuoi andare fino in fondo. Quindi, cerca solo di stare attenta” rispose.
“Tranquillo. Dopotutto sono una Stark, no? Non mi accadrà nulla” disse Raevin, ma Tony inarcò un sopracciglio. Poi chiamò Happy a sé: “Perché non vai a recuperarmi quel ragazzo?”. Ed Happy si allontanò.
Nello stesso momento, Dave aveva appena terminato di pulire i bagni. Disgustato, stava buttando via i guanti e depositando secchio e straccio in uno sgabuzzino, quando venne raggiunto da Happy, che gli disse: “Su muoviti, il capo vuole vederti”.
“Non prendo ordini da uno come te” replicò Dave, rimanendo fermo.
“Senti, ragazzino, faccio solo il mio lavoro, quindi non rendermi il compito difficile e vieni con me” ribatté Happy, prendendolo per un polso. Dave mise l’altra mano sul polso di lui: una strana luce verde gli percorse il braccio per poi penetrare nei suoi occhi, che divennero dello stesso colore.
“Ora ascoltami bene, stolto midgardiano, perché farai quello che dico io. Ascolterai solamente la mia voce e, se non mi ubbidirai, ci saranno amare conseguenze. Quindi, riga dritto” disse Dave e gli mollò il polso, ed Happy fece altrettanto.
Dave sorrise. Poi si incamminò, seguito da Happy, raggiungendo i due fratelli. Tony li guardò: “Oh, finalmente. Ma dove eravate finiti? In Cina? Potevate almeno avvisare”.
“Questo bravo e gentile signore ha voluto aiutarmi a buttare via l’immondizia. Non come certe persone, vero?” disse Dave e guardò Raevin, che lo squadrò.
“Sì, padrone” disse Happy.
“Ed è anche molto ubbidiente” aggiunse Dave.
“Sì, padrone” ripeté Happy.
“Ti si è inceppato il giradischi? Sembra Jarvis quel venerdì quando, inavvertitamente, avevo versato della birra sulla console” disse Tony.
“Sicuro che fosse inavvertitamente?” domandò Raevin.
“Non credi al tuo fratellone? Mi meraviglio di te” rispose e Raevin inarcò un sopracciglio.
“Comunque lui verrà con me, così mi aiuterà a far rigare dritto i pazienti” disse Dave.
“Sì, padrone” disse nuovamente Happy.
“Io devo far rigare dritto le persone qua dentro. Non tu!” replicò Raevin.
“Sì, ma il grassone qua presente ha deciso di aiutarmi” disse Dave.
“Modera i termini. Lui è la mia guardia personale e ha sempre fatto tutto quello che gli ho chiesto. Non sarà di certo un ragazzino con problemi di personalità a fargli cambiare capo” disse Tony.
“Tu dici? Be’, vi renderete conto presto di non trovarvi più nel vostro regno, e qua nessuno vi ha mai veramente voluto bene” disse Dave e, voltandosi, si incamminò, seguito da Happy.
“Sei ancora sicura di aver fatto la cosa giusta nell’assumerlo?” chiese Tony, ma Raevin non rispose. Aveva lo sguardo puntato su Dave mentre conduceva via da loro Happy. Non solo la loro guardia del corpo. Ma anche il loro più caro amico.






Note dell'autrice: E finalmente, dopo secoli, eccomi ad aggiornare la storia. Non sono sparita nel nulla e non ho nessuna intenzione (spero) di lasciare in sospeso questa storia. Loki non deve essere dimenticato (così come anche Tony)
Vi sta piacendo? E Dave? Secondo voi cosa nasconde?
Volevo ringraziare chi ha recensito la storia (grazie mia carissima Lucia); grazie a chi passa di qua (ed è passato); a chi ha letto la storia e messa tra le seguite. E grazie anche a chi solo le ha dato una letta
Con ciò ci vediamo al prossimo capitolo
Buona notte a tutti
Un abbraccio
Valentina

 

 
  
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