Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    23/04/2022    8 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo!
È stato molto difficile da scrivere, non è stato facile presentare alcuni dei concetti più importanti. Tuttavia, dovremmo essere riusciti a renderli abbastanza chiari per tutti.
Fatecelo sapere nei commenti, e se avrete domande non esitate a chiederlo!


 

Capitolo 5 – Long ago, in a universe far far away…


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“I am a question to the world
Not an answer to be heard
Or a moment that's held in your arms
And what do you think you'd ever say?
I won't listen anyway, you don't know me
And I'll never be what you want me to be”


John Rzeznik – I’m Still Here  


Elsa entrò nella stanza di Argo con un turbinio delle sue pallide vesti, seguita dal resto dei Phantoms. I suoi occhi blu cielo puntarono subito in direzione di un certo scienziato in erba.
<< Hiro, hai individuato le coordinate? >>
<< Dammi ancora un minuto! >> rispose il ragazzo, mentre armeggiava con l’apparecchiatura del supercomputer come se la sua vita dipendesse da questo << I valori del vuoto tra gli universi sono molto anomali. Potrei passare una vita intera a studiarli senza neanche riuscire a grattarne la superficie… >>
<< Cerca solo di fare in fretta >> lo interruppe Elsa, mentre rivolgeva la sua attenzione al resto del gruppo << A tutti gli altri, preparatevi per l’assalto. >>
<< Finalmente! >> esclamò Cold, mettendosi in piedi con un balzo acrobatico. Atterrò di fronte all’ex Regina, offrendole un sorriso carico di eccitazione. << Morivo dalla voglia di sgranchirmi un po’ le gambe! >>
Lo sguardo che la giovane donna gli rivolse fu assolutamente glaciale.
<< Tu non verrai con noi >> disse freddamente.
Il sorriso sul volto di Cold cadde altrettanto rapidamente di come era apparso. << Oh. E allora che dovrei fare? >>
<< Ti porteremo in una cella, dove rimarrai fino al nostro ritorno >> fu la risposta inflessibile della bionda.
L’Oscuro Spirito inclinò la testa di lato. << Ammesso che torniate >> ribatté con altrettanta freddezza.
Tigre si fece avanti, gli occhi stretti in un paio di fessure.  << Dubiti delle nostre capacità? >>
<< Dubito della vostra morale >> la corresse Cold << Quando si tratta di persone come voi… be', fidatevi di uno che vi ha combattuto per moooolto tempo. Quella fastidiosa vocina che vi sussurra costantemente nella testa, dicendovi di mostrare pietà e moderazione verso i vostri nemici… può essere alquanto pericolosa. >>
<< Eppure siamo riusciti a catturarti >> osservò Adora, offrendogli un sorrisetto di scherno.
Il pallido sopracciglio dello Spirito si contrasse appena. << Solo perché ero appena uscito da un'altra battaglia. >>
<< A me sembra solo che tu ti stia arrampicando sugli specchi… >>
<< Basta >> li interruppe Elsa, visibilmente spazientita  << Abbiamo pianificato questa operazione per molti giorni. Sono fiduciosa delle nostre possibilità di vittoria. >>
Cold ronzò contemplativo, limitandosi a fissarla per quasi un minuto buono. L’ex Regina sostenne quell’esame silenzioso senza retrocedere, incuriosita dal modo in cui l’eterno adolescente la stava guardando. Sembrava quasi che stesse cercando di leggerle nella mente.
<< Portarmi con te sarebbe la scelta più saggia >> disse all’improvviso, e allora gli occhi della giovane donna si spalancarono sorpresi.
Elsa non era così radicale o ingenua da credere che questa variante di Jack Frost fosse stupida. Con un’affermazione del genere, doveva avere delle ottime basi per sostenerla.
<< Perché dovrei? >> domandò sospettosa.
Cold scrollò le spalle.
<< Perché non voglio restare qui >> rispose, come se fosse ovvio << Ma se preferisci una motivazione più appetibile… perché io conosco Pitch. So come ragiona, so quali trucchi usa… e conosco i suoi punti deboli, meglio di chiunque altro. Potrei non conoscere questa sua specifica variante, ma una volta che ne hai incontrato una e l’hai aiutata a conquistare il Multiverso… be', è facile comprendere le altre. >>
Elsa strinse gli occhi, mentre il resto dei Phantoms si lanciavano occhiate guardinghe. Nessuno di loro sembrava molto aperto all’idea di smentire o confermare le parole dell’eterno adolescente. Salvo…
<< Ha ragione >> disse Eda, attirandosi gli sguardi sorpresi dei suoi compagni << Che c’è? Non sto dicendo che dovremmo portarlo, solo che il ghiacciolino ha un buon punto. Conosce Pitch, e potrebbe effettivamente esserci utile per affrontarlo. >>
Cold mimò con le labbra “Visto?”, offrendo alla strega un cinque in alto, che naturalmente lei non si preoccupò di ricambiare.
Elsa chiuse gli occhi, soppesando la proposta dello Spirito. Proprio come Eda, riusciva a vedere il vantaggio tattico del portarlo con loro. Tuttavia…
<< Non possiamo rischiare >> disse << Proverebbe a tradirci al minimo segno di un vantaggio personale. >>
<< È inaffidabile >> concordò Tigre, annuendo.
Cold si portò una mano al petto, simulando un’espressione offesa.
<< Così mi ferisci >> piagnucolò << Tuttavia, il fatto che io sia inaffidabile non diminuisce certo la mia importanza strategia. Inoltre, avrete bisogno di tutti gli alleati possibili, visto quello che vi aspetta. >>
Nella stanza calò un cupo silenzio.
<< Cosa intendi? >> chiese Adora, fissandolo con sospetto.
L’oscuro spirito le lanciò un sorrisetto laterale. << Ovviamente Pitch si aspetta che prima o poi riuscirete a trovare il suo nascondiglio. È sempre stato un tipo così paranoico! Non avete idea di quante volte ha pensato che stessi pianificando la sua fine. >>
<< Cosa che hai fatto in numerosi occasioni >> osservò Elsa, impassibile.
Invece di controbattere la sua affermazione, l’eterno adolescente annuì in accordo.
<< Sì, ma sono stato sempre molto sottile! >> proclamò orgoglioso << Comunque sia, sicuramente si sarà circondato di un bel numero di alleati potenti. È quello che avrebbe fatto il mio Pitch, se avesse avuto fin da subito la capacità di viaggiare tra le dimensioni. >>
Puntò un dito verso Eda.
<< Chioma d’argento mi ha già aggiornato sul tizio delle ombre. Ma pensate davvero che sarà l’unica altra persona che dovrete affrontare? >>
In effetti, era un’eventualità a cui Elsa non aveva pensato. Pitch Black era sicuramente conosciuto per la sua tendenza a creare piccoli eserciti capaci di sostenerlo, quindi lei e il resto dei Phantoms si erano preparati per affrontare Fearlings o Incubi di bassa lega. Non avevano preso in considerazione la possibilità che, nel frattempo, questa variante dell’Uomo Nero si fosse circondata di alleati in grado di combattere alla pari con loro.
Tornò a fissare intensamente Mr Cold, e questi incontrò i suoi occhi con un sorrisetto d’aspettativa. Sembrava quasi un gatto sul punto di catturare un canarino. La irritava a non finire. 
<< Se dovessimo portarti con noi… >>
<< Elsa! >> esclamò Adora, lanciandole un’occhiata d’avvertimento.
L’ex regina si limitò a sollevare una mano, zittendola.
<< SE dovessimo portarti con noi…quali garanzie avremmo che non cercheresti di svignartela? >> domandò imperiosa.
Cold si picchiettò il collare e disse: << Mi pare che abbiate già fatto un ottimo lavoro per impedirmelo. >>
Elsa corrucciò la fronte. Fino ad ora, il collare aveva funzionato senza problemi, sopprimendo efficacemente i poteri dello spirito. Ma sarebbe stato sufficiente per sottomettere la sua natura imprevedibile e intraprendente? Anche senza le sue abilità ultraterrene, Mr Cold non era affatto impotente. Tuttavia, poteva davvero negare un vantaggio simile alla sua squadra? Anche quando la posta in gioco era così alta?
Si voltò verso il resto dei Phantoms, in cerca di supporto. Tigre scosse la testa.
<< È un rischio troppo grande >> disse, e anche Adora e Stitch annuirono in accordo. Eda si limitò a scrollare le spalle, facendole capire che non le importava davvero.
All’improvviso, Cold sospirò stancamente.
<< Avete anche preso in considerazione l’idea… che vi stia mandando in una trappola? >> cinguettò, le labbra arricciate in un sorriso più affilato.
Ogni persona (o creatura) presente nella stanza si tese come un ramo d’albero.
<< Perché dovresti farlo? >> chiese Elsa, pericolosamente << Non ne ricaveresti niente. Anzi, potrebbe solo peggiorare la tua situazione.  >>
Con sua grande sorpresa, Cold balzò in avanti e si fermò a soli pochi centimetri da lei. Poi, le sollevò il mento con un dito, scrutandola con i suoi penetranti occhi blu cielo.
<< Oh, mio caro, bellissimo fiocco di neve… perché mai qualcuno farebbe scoppiare un palloncino? Perché è carino! Dovresti avere un po’ più di fiducia in te stessa. >>
Elsa dovette trattenere un sussulto. Era passato molto tempo da quando qualcuno aveva invaso così spudoratamente il suo spazio personale. La metteva a disagio.
All’improvviso, vide Tigre che afferrava Cold per il collo e lo sollevava da terra.
<< Pensi che questa missione sia un gioco? >> ringhiò, il muso contratto da una smorfia rabbiosa.
Ma invece di mostrare paura o sgomento, il sorriso sul volto dello Spirito sembrò allargarsi.
<< Qualcuno… ugh… si è svegliato dalla parte sbagliata del letto >> gracchiò, e allora la felide cominciò a stringere la presa.
Elsa le mise subito una mano sulla spalla. << Tigre, lascialo andare! >>
<< Dammi cinque minuti con lui e mi assicurerò che ci stia dicendo la verità! >> ribatté l’artista marziale.
Al contempo, Stitch cominciò ad agitare le braccia, schiamazzando: << Lottalottalotta! >>
<< Così non aiuti, palla di pelo >> borbottò Eda, colpendolo in testa con la punta del bastone.
Ma Tigre non prestò attenzione a niente di tutto ciò. Le sue iridi erano fisse in quelle di Cold, mentre questi la guardava divertito, quasi la stesse sfidando ad andare avanti.
<< Tigre! >>
Il suono di quella voce la costrinse ad abbassare la testa. Vide Topolino abbracciato alla sua gamba, che la fissava con occhi pieni di supplica e preoccupazione.
<< P-per favore, lascialo andare. Tu non sei così! >> squittì, e allora l’espressione della felide sembrò addolcirsi.
Con un sospiro, lasciò andare Cold, il quale ricadde a terra con un sonoro tonfo.
Cominciò a massaggiarsi la gola. << Perché voi donne siete sempre così drammatiche? >>
<< E perché voi cattivi siete sempre così sgradevoli? >> ribatté Adora, lanciandogli un cipiglio scontento.
L’oscuro spirito si limitò a sorriderle.
<< Touché >> disse, mentre si rimetteva in piedi << Ugh, quella gattina ha una bella presa. >>
Tigre ringhiò verso di lui, ma il ragazzo scelse di non risponderle. Invece, tornò a guardare Elsa, dondolandosi sulla punta dei talloni.
<< Allora? Vuoi davvero correre il rischio? O preferisci sfruttare ogni potenziale vantaggio a tua disposizione? Un vero leader lo farebbe. >>
Quell’ultima dichiarazione riuscì ad irritare non poco l’ex regina. D’altro canto, aveva rapidamente scoperto che questo spirito era particolarmente bravo a spingere i punti più sensibili delle persone, un’abilità che sicuramente aveva ampiamente sviluppato durante le sue numerose battaglie con gli eroi incontrati tra i vari universi.
Eppure, non poteva negare l’evidenzia dei fatti. Non potevano essere sicuri che Cold non li stesse conducendo alla loro morte, e la sua presenza avrebbe potuto rivelarsi un vantaggio. Ragion per cui…
<< Va bene >> sospirò, suonando più sconfitta di quanto avrebbe voluto << Ma se proverai a fare qualcosa contro uno qualsiasi dei miei amici… >>
<< Mi congelerai fino al prossimo disgelo? >> terminò Cold, con un sorrisetto << Ci sono già passato, bucaneve. Dubito che potresti fare di peggio. >>
Questa volta, fu l’ex regina ad invadere lo spazio personale dello spirito.
<< Fidati >> sibilò freddamente << Potrei rendere l’esperienza molto più sgradevole. >>
Cold spalancò gli occhi, ed Elsa provò una certa soddisfazione a vederlo così sorpreso. Quel breve attimo di vittoria terminò nell’istante in cui l’eterno adolescente guardò verso il basso.
<< È normale che mi senta… sai…? >>
La giovane donna si allontanò con uno sguardo disgustato, cercando di trattenere un rossore.
Cold sorrise in modo un po’ troppo soddisfatto per i suoi gusti, e allungò una mano. << Avrò bisogno anche del mio bastone. Per difendermi, capisci? >>
Elsa non si oppose. Dopotutto, si era preparata mentalmente ad una simile proposta. E anche con il suo bastone, a Cold sarebbe stato impossibile liberarsi del collare senza il suo esplicito consenso.
<< Eda? >> disse, rivolgendosi alla strega.
Questa compì alcuni rapidi movimenti con le dita, e subito il bastone dello spirito si materializzò tra le mani con un turbinio di energia verde.
Elsa lo prese tra le sue… poi lo offrì a Cold. L’eterno adolescente lo abbracciò come se fosse una vecchia amante, sussurrandogli parole che l’ex regina non si preoccupò di ascoltare.
<< Rimuoverò una parte della carica del collare >> disse << Abbastanza da permetterti di usare il 20% dei tuoi poteri. Niente di più. >>
Cold cominciò a picchiettarsi il mento.
<< Un po’ pochino… ma penso di poterci lavorare su. Affare fatto! Ci stringiamo la mano? Oppure sigilliamo l’accordo con un bacio? >> disse, agitando le pallide sopracciglia.
Elsa si limitò a porgergli la mano destra, e lo Spirito gliela strinse. Ma prima che potesse ritrarla, si  ritrovò le dita avvolte da una patina di ghiaccio… e chiaramente non era il suo.
<< Non farmene pentire >> gli sussurrò l’ex regina, gli occhi che sembravano un mare in tempesta.
Cold le offrì un sorriso freddo. << Nessuna promessa, fiocco di neve. >>
La giovane donna sospirò stancamente. Era il meglio che poteva aspettarsi da un tipo come lui.
Si rivolse al resto dei Phantoms.
<< Vi voglio tutti pronti tra dieci minuti >> ordinò, con un tono che non ammetteva repliche.
Il gruppo di difensori annuì concorde e si disperse ai quattro angoli della stanza, ma gli occhi di Cold rimasero fissi sulla figura di Elsa, anche quando l’ex regina cominciò ad allontanarsi.
<< Penso di cominciare a piacerle >> disse, accasciandosi sulla sedia di Argo.
Hiro, che era rimasto in silenzio per tutta la durata di quel confronto, lo fissò come se gli fosse appena cresciuta una seconda testa.
<< Tu stai scherzando con il fuoco, amico >> lo rimproverò.
L’oscuro spirito gli lanciò un sorrisetto.  << Forse volevi dire “con il ghiaccio”. Eh?! >>
Il ragazzo lo fissò impassibile, poi tornò a smanettare con l’attrezzatura del computer.
Cold sbuffò scontento e incrociò le braccia, assumendo una posizione imbronciata.
<< La comicità di classe non è più apprezzata. >>

                                                                                                 * * *

Dopo circa dieci minuti, Elsa tornò da Cold vestita con la stessa tuta bianca con cui si erano incontrati la prima volta. Una volta di fronte allo spirito, gli porse quello che aveva tutta l’aria di essere una qualche specie di auricolare.
Cold cominciò a subito a rigirarselo tra le dita, osservandolo con attenzione.
 << Mi hai fatto un regalo? Non dovevi… >>
<< Questo auricolare è un invenzione di Hiro >> lo interruppe Elsa << Ti permetterà di comunicare a distanza con il resto della squadra. Inoltre, invierà i tuoi parametri vitali ai computer della MVI. Se sarai in pericolo, lo sapremo. >>
L’oscuro spirito annuì contemplativo.
<< Quanta premura per un pericoloso criminale >> disse con tono scherzoso.
L’ex regina lo fissò duramente. 
<< Ogni vita merita di essere preservata >> disse, come se stesse enunciando una verità universale << Anche quella di un assassino. >>
Gli occhi di Cold si spalancarono appena. Si era aspettato che provasse almeno a negare le sue parole, non certo che facesse un’affermazione del genere. Era davvero preoccupata per il suo benessere? Anche dopo tutto quello che aveva detto su di lui?
Sembrava alquanto inverosimile. Eppure, da lei non percepiva alcun intento malizioso.
Invece, nei suoi occhi scorse un lampo di… rimpianto.
<< Interessante >> borbottò, facendola irrigidire. 
<< Cosa? >>
<< Niente di niente! >> cinguettò l’eterno adolescente, mentre indossava l’auricolare.
Per quanto non fosse molto pratico di tecnologia, anni e anni passati ad invadere mondi lo avevano spinto ad apprendere il più possibile sul campo dell’elettronica. Ora sapeva come usare un computer, dispositivi di comunicazione quali telefoni o cellulare, ed era pure in grado di fabbricare alcuni marchingegni.
Dall’altra parte della stanza, Tigre e Topolino lo fissavano con cautela.
<< Non mi fido di quel tipo >> disse il roditore antropomorfo, ancora dolorante per le precedenti affermazioni dello spirito.
Tigre annuì in accordo. << Nemmeno io. Tuttavia, non spetta a me decidere chi prenderà parte o meno a questa missione. >>
L’apprendista stregone si strofinò nervosamente le mani guantate.
<< F-forse dovrei venire con voi >> borbottò, suonando meno convinto di quanto avrebbe voluto.
La felide gli rivolse un sorrisetto. << Il Maestro Sid ti ha affidato un compito, giovane mago. O l’hai forse dimenticato? >>
Topolino sussultò. Prima che potesse rendersene conto, aveva già portato una mano sotto la veste rossa, nella tasca in cui aveva nascosto il Cappello di Yen Sid. Uno degli artefatti più potenti di tutto il Creato, capace di amplificare la magia di qualsiasi essere dotato di poteri arcani.
Prima di essere catturato, lo Stregone aveva deciso di affidarglielo… probabilmente solo per costringerlo a tenersi lontano dai guai.
<< Come al solito, sono tutto tranne che utile >> disse amaramente.
Tigre si inginocchiò davanti a lui e gli mise una zampa rassicurante sulla spalla.
<< Non dubitare del tuo maestro >> lo rimproverò  << Ti ha scelto come suo apprendista, no? Questo significa che ha visto qualcosa di speciale in te. Qualcosa che nessun’altro era ancora riuscito a vedere. Tra migliaia di potenziali candidati… sei stato tu, e tu soltanto, ad attirare la sua attenzione. >>
Il sorriso sul muso della felina divenne più gentile.
<< E un giorno, sono sicura che anche tu riuscirai a capire cosa fosse. Credimi… l’ho già visto accadere in passato >> disse, mentre la sua mente vagava fino ad un ricordo lontano.
Il giorno in cui aveva conosciuto una persona molto speciale… qualcuno che all’inizio aveva liquidato solo come un idiota maldestro, prima di assistere all’ascesa della sua leggenda. Colui che era diventato il suo migliore amico.
<< E se non dovessi riuscirci? >> le chiese Topolino, riportandola alla realtà.
La felide gli strofinò la testa. << Allora dovrai solo trovare un’altra strada da percorrere. >>
Le sue parole ebbero l’effetto sperato. Il roditore antropomorfo le offrì un sorriso impacciato, poi la abbracciò con forza.
<< Promettimi che farai attenzione >> squittì nella sua pelliccia.
Inizialmente sorpresa, Tigre restituì goffamente il gesto.
<< Starò bene. E ti prometto anche che riporterò il Maestro Sid sano e salvo >> giurò.
Anche dopo tutto questo tempo, non era per nulla abituata alle manifestazioni d’affetto. Tuttavia, sapeva che questo giovane topo aveva bisogno di tutta la rassicurazione possibile, e così decise di non ritrarsi. Per quanto potesse essere fastidioso quando interrompeva i suoi allenamenti, non poteva negare che avesse un buon cuore… proprio come il suo vecchio amico.
Dopo essersi rimessa in piedi, camminò fino al resto dei Phantoms.
Elsa li guardò uno ad uno, e annuì soddisfatta.
<< Tutti in posizione >> disse, e subito i sottoposti si misero dietro di lei, creando una fila di coppie.
Affianco all’ex regina, Cold la vide armeggiare con un braccialetto metallico che portava sulla mano destra. Pochi secondi dopo, di fronte al gruppo di materializzò l’immagine familiare di un portale.
Gli occhi dell’oscuro spirito assunsero un luccichio interessato. Quello doveva essere il dispositivo che usavano per viaggiare tra le dimensioni. Probabilmente, utilizzata un concetto simile ai suoi globi di neve. E aveva l’aria di essere molto più comodo e maneggevole! Non si sarebbe sorpreso dallo scoprire che ogni agente della MVI ne possedeva uno.
Senza perdere tempo, il gruppo attraversò il portale. Vi fu un lampo di luce, seguito dalla sensazione di essere risucchiati in una specie di gigantesco tornado. Poi, il laboratorio della MVI lasciò il posto ad una buia caverna rocciosa, quasi completamente immersa nell’oscurità.
Cold cominciò a guardarsi attorno.
<< Bel posto >> commentò << Ha un che di familiare. >>
E non solo perché gli ricordava la base del suo Pitch. L’energia che permeava questo luogo… era un concentrato di pura malizia e paura, proprio come il suo vecchio maestro. Gli riportava alla mente ricordi estremamente spiacevoli.
All’improvviso, udì un forte crepitio.
<< Qui parla Hiro Hamada. Riesci a sentirmi, Elsa? >> disse una voce dal suo auricolare.
L’ex regina si portò una mano all’orecchio destro.
<< Forte e chiaro, Hiro >> rispose << Cosa rilevano gli auricolari? >>
<< Condizioni ambientabili sorprendentemente stabili. Siete circondati da un campo di ossigeno, la temperatura è gestibile e non ci sono segni di contaminanti o sostanze nocive nell’aria. >>
La giovane donna sospirò sollevata. Un problema in meno di cui preoccuparsi.
<< Buona a sapersi >> disse, mentre il gruppo procedeva nell’oscurità.
Presto la conformazione abbozzata della caverna lasciò il posto a corridoi e pavimenti in mattoni. Erano sicuramente penetrati all’interno di una fortezza.
Eppure, dopo quasi un quarto d’ora, non incontrarono alcun tipo di resistenza.
Elsa cominciava ad innervosirsi. A questo punto, si sarebbe aspettata almeno un attacco… ma non accadde niente.
<< Eda, senti qualcosa? >> chiese, rivolgendosi alla strega.
Questa scrollò le spalle. << Niente di niente, neppure una minuscola firma magica. E tu che mi dici, piccoletto? >>
Stitch annusò l’aria circostante. << Nada! >> rispose, scoprendo i pallidi denti.
Affianco a lei, Cold si portò una mano al mento.
<< Strano >> borbottò << Di solito, questo è il momento in cui Mr Oscurità sceglie di palesarsi agli intrepidi eroi e deliziarli con uno dei suoi monologhi malvagi. È piuttosto in ritardo. >>
<< O forse non lo conosci così bene come pensavi >> ribatté Adora, beffarda, ricevendo in cambio un’occhiataccia.
Con grande sorpresa di Elsa, Cold decise di non controbattere, e invece continuò a camminare in silenzio. Infine, giunsero all’interno di una stanza circolare, nelle cui pareti erano state scavate numerose celle.
Gli occhi di Tigre si assottigliarono in direzione di una gabbia in particolare. 
<< Vedo qualcosa >> sussurrò, facendo un cauto passo in avanti.
Il resto dei Phantoms la seguirono con lo sguardo… e allora lo videro: un corpo ammanettato a delle catene, con la testa rivolta verso il basso e una lunga barba grigia che gli penzolava fino allo stomaco.
Le pupille della felide si spalancarono come piatti, riconoscendo all’istante l’identità del prigioniero.
<< Maestro Sid! >> esclamò, e subito corse fino al corpo dell’uomo, sfondando le sbarre metalliche della cella con un unico pugno.
Si chinò per ascoltare il suo battito cardiaco. Con suo grande sollievo, scoprì che era ancora vivo.
Il vecchio stregone aprì lentamente le palpebre.
<< T-Tigre? >> borbottò << Che… che cosa ci fai qui? >>
<< Siamo venuti a salvarti >> rispose la combattente, offrendogli un sorriso rassicurante.
Sid inarcò un cespuglioso sopracciglio. << Noi? >>
Il resto dei Phantoms fuoriuscì dall’ombra, e gli occhi dell’uomo si spalancarono in riconoscimento.
<< Agente Elsa >> gracchiò << Non sono mai stato così felice di vederti. >>
<< Il sentimento è reciproco >> ribatté gentilmente l’ex regina, mentre cominciava a congelare le catene dello stregone.
Il volto del vecchio si aprì in un sorrisetto. << Dunque il giovane Hiro è riuscito a far funzionare la sua macchina. >>
<< Con un piccolo aiuto >> confermò Elsa, lanciando una rapida occhiata in direzione di Cold.
L’oscuro spirito si limitò ad osservare Yen Sid, in silenzio. Un po’ gli ricordava quella vecchia cariatide di Ombric. Era come che tutti gli incantatori – man mano che invecchiavano - sviluppassero un debole per l’impersonare lo stereotipo del mago, completo di lunga barba, toga e capelli cespugliosi.
A sua volta, l’uomo incontrò lo sguardo dello spirito con una certa curiosità, percependo in lui un’energia magica tristemente familiare.
<< Non vedo l’ora di ascoltare questa storia… ugh… >>
Provò ad alzarsi, ma subito crollò a terra, sopraffatto dalla stanchezza. Fu solo il rapido intervento di Tigre che gli impedì di accasciarsi al suolo.
<< Scusate, al momento non sono al massimo della forma >> gracchiò con voce tremante.
Elsa lo fissò comprensiva. << Non si preoccupi, la porteremo subito fuori da qui. >> Si voltò verso i suoi compagni. << Tenete gli occhi aperti. Pitch Black potrebbe tornare da un momento all’altro… >>
<< No >> la interruppe Sid << Loro… non torneranno… noi dobbiamo fermarli subito! >>
Le parole dell’uomo presero i Phantoms decisamente in contropiede. Visto quanto questa variante di Pitch aveva rischiato per catturare lo stregone, si erano aspettati almeno un po’ di resistenza.
“A meno che catturarlo non fosse il suo obbiettivo finale” pensò Cold, contemplativo.
Il vecchio incantatore abbassò la testa. << Non avete la minima idea del pericolo che Kozmotis e i suoi alleati vogliono scatenare >> sussurrò cupamente.
Elsa lo fissò a disagio. Yen Sid era ben noto tra i membri della MVI per essere uno degli stregoni più potenti di tutto il Multiverso, pari ad individui come Merlino e la Fata Turchina. Nella sua vita millenaria, aveva visitato innumerevoli mondi, affrontato altrettanti nemici e debellato minacce su scala cosmica.
Eppure… ora sembrava spaventato. Ma cosa mai avrebbe potuto fargli provare una paura così viscerale?
<< Maestro Sid, la prego di spiegarci cosa sta succedendo. Perché Pitch Black ha voluto rapirla? Cosa stava cercando di ottenere? >> domandò preoccupata.
Lo stregone sospirò stancamente.
<< Voleva semplicemente un’informazione >> ammise << Qualcosa che avevo cercato di proteggere con tutte le mie forze, nascondendola in questo vecchio cervello. Sfortunatamente, il nostro avversario si è rivelato molto più inventivo e ostinato di quanto avessi inizialmente previsto. >>
Strinse le mani ossute in pugni serrati.
<< Ora sa tutto… sa dove si trovano, ma noi non possiamo permettergli di ottenerli! >>
<< Trovare cosa? >> insistette Elsa, sempre più timorosa di conoscere la risposta.
Sid rimase in silenzio per un po’, quasi non volesse rivelarlo. Poi, nei suoi occhi balenò un lampo di rassegnazione.
<< Prima che la MVA venisse creata, migliaia di anni fa… >> cominciò lentamente << esisteva solo il Triumvirato. Un’alleanza formata da maghi e stregoni che erano riusciti a superare i confini dei loro mondi, dedicandosi interamente alla studio della magia in tutte le sue forme, e alla nobile ricerca della sua Origine. Io facevo parte di questa alleanza, assieme a due miei vecchi colleghi: il Mago Merlino Ambrosius, attuale presidente della MVA... e la strega Morgana Le Fay. >>
Dal retro del gruppo, gli occhi di Cold si spalancarono sorpresi. Proprio come Merlino, il nome di Morgana Le Fay era ben noto tra coloro che conoscevano le leggende arturiane. In tutte le versioni di quei poemi cavallereschi, la donna era quasi sempre raffigurata come l’acerrima rivale di Re Artù, nonché la nemica giurata dello stesso Merlino.
<< Unici tra le nostre controparti sparse per il Multiverso… >> riprese Yen Sid << avevamo deciso di mettere da parte ogni legame e obbiettivo personale per imbarcarci in questa sacra missione. E dopo aver preso contatto, scegliemmo di condividere il nostro sapere e le nostre scoperte per una causa comune: la ricerca dell’Origine, la forza misteriosa da cui proveniva tutta la magia della Creazione, l’inizio e la fine di tutto… l’Alfa e l’Omega nella sua forma più pura. Per questo, decidemmo di fabbricare il Graal. >>
Un altro nome familiare, forse anche più della stessa Morgana. Il Santo Graal, l’artefatto più famoso delle leggende arturiane, la coppa leggendaria con la quale Gesù aveva celebrato l'Ultima Cena e nella quale il suo sangue fu raccolto da Giuseppe d'Arimatea dopo la crocifissione. Questo, almeno, secondo la tradizione cristiana.
Yen Sid annuì solenne, intuendo la perplessità del gruppo.
<< Un artefatto capace di ancorarsi all’energia primordiale dell’Origine e di condurci ad essa, come una specie di bussola. Dopo innumerevoli secoli, eravamo finalmente riusciti nel nostro obbiettivo! Ma presto, ci rendemmo conto che la nostra scoperta andava ben oltre qualsiasi cosa potessimo sperare. >>
Sul volto dell’uomo si disegnò una cupa espressione. << Il Graal non era solo in grado di scovare la fonte di tutta la magia, ma anche di prelevarla direttamente dall’Origine. Intuendo il pericolo di una simile capacità, io e Merlino decidemmo subito di interrompere i nostri studi… ma Morgana aveva intenzioni assai più sinistre. Spinta dalla sua insaziabile sete di potere, riuscì sottrarci il Graal, trasformandolo in un dispositivo capace di sfruttare l’energia primordiale dell’Origine… per esaudire desideri. >>
Eda inarcò un sopracciglio. << Come una Lampada Magica? >>
In quanto maga veterana del gruppo, conosceva molto bene quel tipo di artefatti, e sapeva quanto potessero essere fastidiosi. Tuttavia, erano molto meno pericolosi di quanto la gente desse loro credito, specialmente per le limitazioni a cui erano soggette.
Ma con sua sorpresa, Yen Sid scosse la testa.
<< Le lampade magiche, come ogni oggetto arcano, devono sottomettersi alle leggi fondamentali della magia. Non possono manipolare l’amore, sperperare morte o riportare in vita i defunti, tutti atti che provocherebbero gravi sconvolgimenti nell’ordine naturale del Multiverso… ma non il Graal. No, questo artefatto è capace di ignorare simili limitazioni. Può letteralmente esaudire ogni tipo di desiderio, senza vincoli, ma ad un prezzo terribile >> sussurrò cupamente.
Elsa si morse nervosamente le labbra. Non le serviva essere un’esperta di magia per sapere che un oggetto in grado di esaudire desideri, senza limiti… era la ricetta per una catastrofe in divenire. Andava contro tutto ciò che le avevano insegnato sull’ordine naturale della magia.
Non riusciva ancora credere che fossero stati proprio Merlino e Yen Sid a creare una simile abominazione. Proprio loro, che tra tutti i membri della MVI erano considerati tra gli incantatori più saggi e rispettati.
Se non altro, questo spiegava perché l’uomo fosse stato così riluttante a volerne parlare con loro. Doveva essere il segreto meglio custodito dell’intera organizzazione. 
<< Che genere di prezzo? >> domandò con voce tremante.
Yen Sid chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
<< L’energia primordiale dell’Origine è un’àncora. Non è solo un aspetto fondamentale dell’esistenza, ma è anche ciò che impedisce agli universi di collassare, tenendoli legati assieme, come una ragnatela. Ma se una parte di quell’energia venisse sottratta all’Origine e usata per realizzare un desiderio con il Graal… a quel punto, sarebbe come spezzare una delle infinite corde che sostengono la Creazione. >>
Aprì le palpebre, rivelando un paio di occhi stanchi… e pieni di rimpianto.
<< Quell’artefatto realizza desideri al di là delle leggi della magia. Ma per farlo, ha bisogno di sacrificare l’energia primordiale di un universo… portando alla sua distruzione, e alla morte di ogni forma di vita al suo interno. >>
Elsa non riuscì a trattenere un sussulto, presto imitata dal resto dei Phantoms. Al contrario, gli occhi di Cold avevano assunto un luccichio calcolatore.
Esaudire un desiderio in cambio della distruzione di un intero universo? L’idea di un simile dispositivo era a dir poco terrificante. Così depravata, innaturale, malsana, crudele… quindi, era il genere di artefatto su cui qualcuno come Pitch avrebbe sicuramente voluto metterci le mani sopra.
“Non ti smentisci mai, non è vero vecchio amico?” pensò, con cupa ironia.
Yen Sid ridacchiò amaramente. << Morgana lo aveva capito, e così cercò di sfruttare il Graal per plasmare il Multiverso a sua immagine. Io e Merlino riuscimmo a impedirglielo, imprigionandola nel cuore di una stella morente. Poi, decidemmo di distruggere l’artefatto, ma sfortunatamente la nostra creazione si rivelò impossibile da cancellare, poiché troppo legata alla magia dell’Origine. Così, scegliemmo invece di dividerlo in sei frammenti e spedirli ai quattro angoli del Multiverso, nascondendoli da coloro che avrebbero potuti usarli per i propri scopi. >>
Abbassò lo sguardo. Rammentava bene il dolore che aveva provato allora, combattendo la sua vecchia amica… ma lei non gli aveva dato altra scelta.
E ora, era come se i peccati del passato fossero tornati a perseguitarlo.
<< Il racconto di tali eventi si perse con il passare del tempo, modificato da interpretazioni e leggende. Ma in qualche modo, questa variante di Pitch Black era a conoscenza di tutto! E ora, conosce anche la posizione dei frammenti.  >>
Il volto di Elsa – per quanto sembrasse impossibile – divenne ancora più pallido. Una variante di Pitch Black in grado di muoversi per il Multiverso era già una pericolosissima minaccia di per sé, come l’ex padrone di Cold aveva ampiamente dimostrato.
Ma una variante con la conoscenza necessaria per recuperare un simile artefatto? Era qualcosa che andava al di là delle sue peggiori paure. 
Sid annuì cupamente, intuendo i pensieri della giovane donna.
<< E se lui e i suoi alleati dovessero metterci le mani sopra… chissà quanti universi pagheranno per il loro egoismo. >>

                                                                                               * * *


Nel frattempo, in un altro universo…

Track 6: https://www.youtube.com/watch?v=zL0Pw-bHmiM&list=PL891B3967E304FE87&index=4
 
Jim Hawkins aveva visto molte cose durante la sua breve vita di appena vent'anni, molte più di quante un normale adolescente avrebbe mai potuto sognare.
Aveva osservato di prima persona l’immensità dello spazio siderale, con i suoi innumerevoli mondi e pianeti stagliati contro un oscuro oceano di stelle, come un velo nero tempestato di diamanti. Aveva visto comete e  asteroidi sfrecciare a soli pochi metri dalla nave in cui aveva prestato servizio come mozzo, e ammirato i devastanti effetti di una supernova in piena esplosione.
Ed era stato anche una delle prime persone in tutta la galassia – e forse l’ultima – a posare gli occhi sull’inafferrabile tesoro del capitano Nathaniel Flint, il più feroce e famigerato pirata che avesse mai solcato le sette costellazioni. 
Eppure, fino a pochi anni prima, niente avrebbe mai potuto prepararlo ad una simile visione.
Di fronte a lui, uno specchio rifletteva l’esile figura di un giovane ragazzo dai folti capelli castani raccolti in un codino, coronanti un paio di occhi azzurri come l’acqua marina. E quel ragazzo… indossava un’uniforme da ufficiale della marina intergalattica. La SUA uniforme, quella che si era guadagnato dopo tre anni di studio e fatiche presso l’accademia.
Perché quel giorno… Jim Hawkins si sarebbe finalmente imbarcato nella sua prima missione navale, un traguardo che il suo sé più giovane e ribelle non avrebbe mai creduto possibile.
<< Permesso di salire a bordo, comandante? >> chiese una voce familiare alle sue spalle.
Voltandosi, il suo sguardo incontrò quello di una donna dai lineamenti molto simili a suoi, vestita con i tipici abiti di una locandiera. Sarah Hawkins, locandiera proprietaria de L'ammiraglio Benbow, chiaramente non poteva perdersi un avvenimento tanto importante come la prima missione del suo amato figlio, e Jim poteva leggerle nello sguardo tutta la gioia e la fierezza di un genitore orgoglioso, contornate da un sorriso gentile.
Il ragazzo sorrise a sua volta, raddrizzandosi all'istante sull'attenti. << Signora madre Hawkins, è un immenso piacere per il qui presente James Pleiades Hawkins poterle dare il benvenuto, nonché il diretto permesso di salire a bordo. >>
Poi andò da lei e l'abbracciò. Un gesto che, fino a qualche tempo fa, era sempre stato enormemente difficile da mettere in atto, a causa della schiva corazza adolescenziale che si era costruito.
<< Ben arrivata, mamma. E comunque sono ancora un ufficiale, non un comandante. >>
La donna sorrise dolcemente e gli portò una mano alla guancia, gli occhi pieni di gioia e orgoglio.
<< Ma guardati >> sussurrò << Chi avrebbe mai pensato che il mio piccolo terremoto sarebbe diventato uno dei migliori diplomati all'accademia? Tuo padre sarebbe stato fie-... >>
Si fermò di colpo, maledicendosi mentalmente. Quell'uomo era sempre stato un argomento dolente per Jim, ma non era riuscita a fermarsi in tempo. Ormai, suo figlio era praticamente diventato la copia sputata del genitore, salvo per gli occhi che aveva ereditato da lei.
Il silenzio cadde fra loro per qualche istante. Poi Jim socchiuse le palpebre e sospirò.
<< A papà non sarebbe importato niente >> mormorò << Ad essere franchi… non gli è mai importato niente. Né di te, né di me... quando se n'è andato, non mi ha nemmeno guardato in faccia. >>
Gli anni erano passati. Lo spettro di suo padre era sempre stato con lui, nei suoi fallimenti e nelle sue insicurezze. Finché nella sua vita non era giunto qualcuno, qualcuno divenuto davvero importante per lui come un vero padre, a fargli presente che erano solo sciocchezze... che in realtà, lui valeva davvero qualcosa. Doveva solo crederci e trovare la forza interiore per andare avanti.
Jim le prese le mani fra le sue. << Mamma, a me importa che tu sia qui oggi. Tu. E che sia tu quella fiera di me. Ma sono felice anche perché... perché finalmente IO sono fiero di me. >>
Il sorriso di Sarah si fece più grande.
<< Pensi di poter trovare un po' di posto anche per qualcun altro? >> gli disse con tono giocoso, mentre si voltava.
Jim la seguì con lo sguardo... e allora scoprì che nella stanza avevano appena fatto capolino altri quattro individui: un uomo dalle sembianze molto simili a quelle di un cane, vestito come un elegante professore universitario; una felina umanoide indossante un uniforme da capitano della marina galattica; e infine, un robot dall'aspetto sgangherato, attorno a cui volteggiava uno piccolo alieno dalle sembianze di una nuvoletta rosa.
Costoro non erano altri che i più fidati confidenti e amici dello stesso Jim Hawkins: il rinomato dottor Delbert Doppler, colui che era riuscito a decifrare la mappa per il tesoro del capitano Flint; il capitano Amelia Smollett, la donna che aveva guidato l'esplorazione dedita alla scoperta di quel famigerato bottino; il robot B.E.N., cioè Biointelligenza Elettro-Numerica, ex membro della ciurma dello stesso Flint; e infine Morph, un piccolo alieno mutaforma tramandatogli dal suo vecchio mentore.
<< Cadetto Hawkins >> lo salutò Amelia, con un sorrisetto tra il serio e il divertito << Noto con piacere che hai già indossato l'uniforme. Forse il tuo viaggio inaugurale non sarà un completo disastro. >>
<< Come al solito la stupirò, capitano Smollett, signora >> sentenziò Jim, scimmiottando un vanitoso saluto militare verso la felina.
D'altronde, non poteva assolutamente dimenticare che era stata proprio Amelia a notare le sue qualità di pilota e ingegnere meccanico al punto di decidere di raccomandarlo personalmente all'accademia stellare.
<< Accidenti, Jim, sei cresciuto tantissimo! Sembra solo ieri che viaggiavamo tra le stelle alla ricerca di un tesoro leggendario >> esclamò Delbert.
Jim sorrise e abbracciò Doppler con entusiasmo: oltre ad essere colui che aveva decifrato la mappa, era sempre e comunque l'amico più stretto e fidato di sua madre, qualcuno che era sempre stato al loro fianco.
<< Coooongratulazioni! Coooongratulazioni! Congratulazioni! Al mio fantastico Jimmy e alla sua prooomozione! >>
B.E.N., il robot, era sempre stato… be', parecchio tocco, eccentrico e molto, forse eccessivamente coinvolto nelle sue parole e nelle sue azioni, e questo anche dopo che i suoi fusibili erano stati risistemati. Stritolò Jim in un abbraccio soffocante e lo sollevò addirittura da terra: lo lasciò solo dopo che il ragazzo diventò praticamente viola per l’incapacità di respirare, grazie ad un rapido intervento di Morph.
<< Oh, per mille diavoli! Diavoli! A volte dimentico che siete solo organici! >> esclamò l’automa << Be', insomma, è così difficile, sai, dopo essere stati anni e anni soli su un'isola con i tuoi circuiti strafatti dal tuo stesso capitano… insomma, non si può pretendere che io recuperi le mie funzioni originali su due piedi... >>
<< Penso che il ragazzo abbia afferrato, ammasso di bulloni. >>
Jim si voltò di scatto verso l’entrata della stanza, subito imitato da Morph… e rimase a bocca aperta. Poi la richiuse. Poi, sentì inevitabilmente gli occhi diventare umidi.
<< ... Silver? >>
Non riusciva crederci. Dopo quasi tre anni… lui era proprio lì, davanti a lui, che lo scrutava con quell'ottica scarlatta. Il suo più caro amico... il suo mentore... l'uomo che per lui era stato un genitore più del suo stesso padre.
Il cyborg dall’occhio bionico gli rivolse un gran sorriso, facendo scintillare un unico dente d'oro. 
<< Ehilà, Jimbo >> salutò con quella stessa voce bassa e graffiante che lo aveva rimproverato - e allo stesso tempo motivato - innumerevoli volte, mentre erano a bordo della R.L.S. Legacy << Non vuoi dare un abbraccio al tuo vecchio John? >>
Jim lo fece senza pensarci due volte. Non aveva bisogno d'altro incoraggiamento. Silver restituì l’abbraccio, mentre Morph prese a roteare gioiosamente attorno a entrambi, felice di poter finalmente rivedere il suo vecchio proprietario.
Il cyborg ridacchiò. << Mi sei mancato anche tu, piccolo tornado rosa. Mi auguro che il caro Jimbo ti abbia trattato bene. >>
Il piccolo mutaforma annuì entusiasta, diventando un immagine in miniatura del ragazzo. Questi si tirò indietro, offrendo al pirata un sorriso nostalgico.
<< Non riesco a credere che tu sia davvero qui. Ma come... come hai fatto? Io pensavo che... insomma... potevi essere ovunque nella galassia... >>
<< Oh, fidati, non è stato facile >> ridacchiò Silver << Non hai la minima idea di cosa ho dovuto passare per raggiungere questo letamaio. Avrei voluto partecipare anche alla tua cerimonia di diploma, ma, ecco… ho avuto qualche contrattempo. Sai come sono fatto, no? Sempre a mettermi nei guai. >>
Il volto dell'uomo sembrò addolcirsi.
<< Ma puoi fidarti di questo vecchio pirata: niente mi avrebbe impedito di augurarti buona fortuna per la tua prima traversata da vero marinaio. Certo... >>
Rivolse una rapida occhiata in direzione di Amelia.
<< Spero che questo gesto mi garantirà un uscita sicura e senza sorprese dalla città, sì? >>
La felina assottigliò lo sguardo.
<< Questo, ammesso che non si verificherà episodio di natura alcuna che mi costringa a rivedere le sue referenze, signor Silver >> dichiarò con il suo solito tono inflessibile << Pertanto le consiglio di procedere su questa via, e saremo tutti molto felici di non rivederci davanti al giudice. >>
Dal capitano Smollett non ci si sarebbe potuto aspettare nulla di diverso, e Jim lo sapeva. Al che, il dottor Doppler, suo marito, da sempre controbilanciere del suo carattere spigoloso, decise di intervenire.
<< Questo è un giorno di grandi festeggiamenti, Silver, nessuno verrà arrestato >> replicò << e niente potrà mai andare stor-…uh?  >>
Un forte bip! cominciò a riecheggiare dalla giacca dell’astrofisico.
L’uomo inarcò un sopracciglio ed estrasse il suo comunicatore personale, portandoselo all’orecchio.
<< Sì, cosa c’è? >> domandò spazientito.
Rimase inizialmente in silenzio, ascoltando la voce dall’altra parte della linea, poi i suoi occhi si spalancarono come piatti.
<< Cosa? Quando è successo… ok, rallenta un attimo… io non posso… >>
Smise di parlare, rimanendo semplicemente in ascolto. Poi, il suo sguardo vagò su ogni persona presente.
<< Va bene, sarò lì >> sospirò stancamente, prima di chiudere la chiamata.
Jim e Amelia condivisero un’occhiata preoccupata.
<< Qualche problema? >> chiese la felide.
Doppler scrollò le spalle.
<< Pare che uno degli artefatti del museo abbia improvvisamente cominciato ad emettere una strana fonte di energia >> spiegò perplesso << Il curatore mi ha chiesto di darci un’occhiata. >>
Diede un rapido bacio sulla guancia della moglie. << Tornerò prima che cominci la cerimonia, ve lo prometto. >>
La felide assottigliò lo sguardo. << Sarà meglio, o stasera qualcuno dovrà dormire sul divano >> disse con tono d’avvertimento.
L’uomo ridacchiò nervosamente e si precipitò subito fuori dalla stanza.
Jim lo guardò allontanarsi con un sorriso nostalgico, ma non riuscì a frenare una strana sensazione di disagio. Era come se il suo corpo stesse cercando di avvertirlo di una catastrofe imminente. Scosse la testa. Probabilmente era solo ansia da prestazione.
Con quel pensiero in mente, si sistemò gli ultimi bottoni dell’uniforme e puntò verso l’uscita dell’abitazione, presto imitato dal resto dei suoi amici e familiari.
Come aveva detto Doppler, niente poteva rovinare questo giorno!
 




Dum, dum, duuuuum! Ebbene sì, come in molti di voi avevano intuito, l’universo de Il pianeta del tesoro sarà il primo ad essere esplorato!
Siamo entrambi molto legati a questo bellissimo film, malgrado sia poco conosciuto, e non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di usare i suoi personaggi. E sì, la storia del verse riparte esattamente tre anni dopo la fine della pellicola. Alcuni di voi avranno notato l’assenza dei figli di Doppler e Amelia, ma non vi preoccupate, non ce ne siamo dimenticati! Sono semplicemente a casa con una babysitter.
Inoltre, in questo capitolo comincia a delinearsi la quest centrale della storia. Come per la precedente, riguarderà il recupero di vari frammenti che, se fossero riuniti, creerebbero un artefatto di incredibile potere. Tuttavia, le conseguenze di ciò sarebbero molto diverso rispetto a quelle del Crogiolo, e possiamo assicurarvi che lo stile della quest sarà molto diverso rispetto alla storia precedente. Dopotutto, abbiamo molti più antagonisti, e questa volta tra i personaggi eroici ce n’è uno dalla moralità alquanto altalenante.
Può accadere di tutto!
Per vostra informazione, la Morgana citata nella storia è una variante della versione vista nella serie Dreamworks Trollhunters.


 
  
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