Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: donteverlookback    24/04/2022    0 recensioni
John Hatecourt, autore di fama mondiale della saga sull'archeologa Syrah Ganem, ha annunciato l'uscita del suo ultimo romanzo. Quello però che i suoi fan non sanno è che c'è molto più di quello che si aspettano in "la fine del mondo"...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Allora, John, qual è quest’idea di cui mi volevi tanto parlare?» domando Diane, tagliando i convenevoli e sporgendosi in avanti verso John Hautecourt, il suo più famoso e redditizio scrittore. La collaborazione tra loro andava avanti da dieci anni, ma Diane era sempre stupita dai colpi d’ingegno che l’altro aveva – sia riguardo ai romanzi, sia riguardo al marketing delle sue opere. Una mente così ricca di idee poteva essere un’ottima riserva, per cui Diane era sempre curiosa e intrigata quando John la chiamava per dirle che gli “frullava qualcosa per la testa”. Usava sempre quel termine, come se avesse solo un indizio o un’idea volatile invece di un piano ben congegnato.
Così l’aveva fatto accomodare nel suo studio, sentendo quasi fisicamente la curiosità che la riempiva. L’altro aveva fatto girare il caffè lungo ancora nella tazzina, osservando il liquido vorticare prima di prenderne un altro sorso. Poi appoggiò la tazza sulla scrivania e si decise a parlare.
«Tu sai che il prossimo è l’ultimo libro della saga di Syrah.» l’altra annuì prontamente, consapevole del fermento che c’era da mesi intorno all’opera. L’avventura in nove romanzi dell’archeologa Syrah Ganem aveva tenuto centinaia di migliaia tra ragazzini e adulti – I Syrahni - incollati alle pagine, soprattutto perché lo scrittore non aveva mai voluto concedere i diritti cinematografici. “Non finché non li avrò finiti tutti”. E, adesso, eccoci qui.
«E ho avuto un’idea.»
«Lo immaginavo… dimmi pure»
L’uomo sorrise e si spinse gli occhiali su per il naso prima di parlare.
 
Accompagnando John fuori dalla porta, Diane era in egual misura incredula ed emozionata. L’idea di John poteva essere un enorme fiasco o un incredibile successo. Se l’avessero gestita male la casa editrice, la Darker Than Blood, non si sarebbe ripresa mai più, sarebbe stato un buco nell’acqua talmente enorme da far crollare le vendite. E chi avrebbe comprato i diritti cinematografici? Warner Bros, 20th century fox, tutte le più grandi avevano avanzato richieste sempre più pressanti (e allettanti) per avere i diritti della trasposizione, e gli affari non si erano conclusi perché la casa editrice in rappresentanza di John aveva reso chiaro che nessuno avrebbe cominciato a riprendere nulla se non avesse prima finito la saga. Eppure il successo dei libri era tale da invogliare offerte sempre più da capogiro, roba che avrebbe reso John e la sua famiglia in grado di vivere di quel capitale per cinque o sei generazioni almeno nel più completo lusso.
Diane tornò alla sua scrivania, si tolse gli occhiali dalla montatura leggera e si coprì il viso con le mani. Il buio fresco e riposante delle palpebre chiuse l’aveva sempre aiutata a ragionare, come una lavagna dove scrivere i suoi pensieri. Prima una campagna pubblicitaria per annunciare l’avvicinarsi dell’ultimo romanzo, ma ci voleva una frase sibillina, qualcosa che solo col senno di poi sarebbe stato chiaro annuncio dell’evento che aspettava i lettori. Dopodiché, l’annuncio dell’uscita in un talk show molto seguito, in contemporanea con un comunicato stampa della casa editrice. E poi…
Mentre stilava questa specie di lista di cose da fare nella sua testa, un pensiero la colpì all’improvviso.
Quel pensiero era figlio del numero di volte in cui John aveva tenuto nascosto il vero plot twist dei suoi piani, da bravo scrittore, lasciando Diane impreparata alle sue idee. Non era un problema di gestione del romanzo, John non era uno stupido che buttava al vento il lavoro intorno alle sue opere, ma erano sempre idee che lasciavano Diane sorpresa per la sua scaltrezza. Quando avevano firmato per il primo romanzo, Diane aveva comprato per conto della DTB anche l’opzione per qualsiasi altro romanzo che riguardasse Syrah Ganem, sequel, prequel, qualsiasi cosa più o meno correlata alla protagonista o al suo universo. Gli avvocati avevano fatto un ottimo lavoro, quindi era tranquilla da quel punto di vista.
Subito dopo la firma, John aveva sorriso e si era spinto gli occhiali su per il naso.
«Ho un altro romanzo pronto»
Lei aveva spalancato gli occhi per la sorpresa, poi aveva sorriso grata per questo regalo: «Beh, allora perché non me lo-»
«Ne ho altri quattro, in realtà. E vorrei arrivare a dieci» l’aveva interrotta lui.
Era stata solo la prima delle volte in cui lui l’aveva stupita. Per il quinto libro, avevano indetto un concorso: i vincitori, dieci, sarebbero stati dieci giorni ospiti dello scrittore e avrebbero assistito alla lettura del romanzo un mese prima della sua uscita ufficiale, avendo poi la possibilità di fare a John ogni domanda venisse loro in mente. Di quei dieci, uno era poi diventato scrittore e aveva scritto un piccolo libro che parlava di quei fatidici dieci giorni che per un periodo era stato venduto insieme a quello di John.
Un’altra volta avevano lanciato le copie avvolte in una sottospecie di carta plastificata - che era costata una fortuna perché diventava in effetti una tovaglietta da colazione – e per ogni città c’erano dieci volumi che all’interno possedevano una dedica e un piccolo fatto curioso sui romanzi scritti personalmente da John.
Tutte queste idee erano state imbastite all’ultimo momento, alla firma del contratto, al lancio del romanzo. Quest’ultima idea di John aveva dell’assurdo, nel senso positivo del termine, ma Diane non potette fare a meno di domandarsi quando l’ultimo colpo di coda dello scrittore si sarebbe palesato.
John le aveva rivelato che aveva aggiunto a Syrah la caratteristica di mangiare sempre caramelle alla menta solo dopo averla conosciuta, gli era parso un piccolo cenno di caratterizzazione molto carino che aveva preso proprio da Diane. Mentre lei si infilava in bocca una caramella, quindi, pensava all’indomita protagonista dei romanzi domandandosi, come faceva spesso l’archeologa, cosa si nascondesse dietro quello che vedeva.
 
Syrah Ganem è la nostra dea – chat ultimo romanzo
Moderatore: si prega di tenere un tono calmo. Il blog accoglie tutti i Syrahni e li invita al confronto. Questa chat è dedicata alla discussione sul finale della saga, e non richiede quindi l’avvertenza spoiler.
NON LEGGETE QUESTA CHAT SE AVETE PAURA DI LEGGERE ANTICIPAZIONI SULL’ULTIMO ROMANZO.

Baylin entra in chat
LovingSyrah: I primi tre capitoli non sembravano quasi niente di nuovo, alla fine, altro giro altro posto in cui indagare. Ma dal quarto, poi…
Syrahni1: ma infatti, cavolo, nel quarto già da quando si scopre che Leilan è ancora viva ho capito che l’avrei finito tutto in una notte. LEILAN, CAZZO! Sono dieci anni che piangevamo la sua morte!
Mrs Hautecourt: Infatti! Io ho pianto mentre leggevo del suo incontro con Syrah. Madonna mia, incredibile.
LovingSyrah: Meraviglioso. I brividi, cazzo, mi pareva di essere lì.
Baylin: L’ho finito dieci minuti fa e ancora non ci posso credere…
Syrahni1: ma poi ve lo aspettavate l’aiuto di Panthis e Kyron? Ho sempre avuto l’impressione che fossero neutrali…
Mrs Hautecourt: ma infatti se guardi bene ci hanno guadagnato. Alla fine, lei ha detto loro dove cercare Tiernan. Così hanno vendicato la morte del padre.
Baylin: Ma poi raga, quando lei ha incontrato Evelina? Come cazzo ci è arrivata lei in fondo a quella grotta?
LovingSyrah: Grotta?
Syrahni1: Quale grotta?
Mrs Hautecourt: Aspè, quando l’ha incontrata Evelina?
LovingSyrah: Ma si sono incontrate alla villa dei Barton, che c’entra la grotta.
Syrahni1: Alla magione dei Barton? Ma non c’è stata… Non era casa dei Conway?
Mrs Hautecourt: raga ma non l’ha mai incontrata Evelina! Ma cosa dite?
Baylin: ma che state dicendo? Qui a pagina centodieci.
Baylin ha inviato una foto
LovingSyrah: no aspettate
LovingSyrah: che cazzo succede
Syrahni1: Aspé, cosa?!
Mrs Hautecourt: COS’E’ QUESTA ROBA?!
LovingSyrah: ma la mia pagina centosei non è così!
Mrs Hautecourt: MA NEMMENO LA MIA! MA COSA CAZZO?!
Baylin: Ma che cosa dite?! Ma se alla fine è Evelina a salvarle la vita.
Syrahni1: Salvarle la vita??? Ma nel mio Syrah è morta alla fine!
Mrs Hautecourt: MORTAAAAA???! Nel mio Syrah alla fine si innamora di Harvir e scappano insieme!
LovingSyrah: CHI CAZZO È HARVIR?
GanemFamily4e entra in chat
GanemFamily4e: Non mi dite che anche qui avete versioni diverse del libro!
Mrs Hautecourt: si! Che cazzo succede?
LovingSyrah: si! Che storia è?!
Baylin: si!
Syrahni1: sì! Non ci credo
GanemFamily4e: È già il terzo forum dove mi succede. C’è qualcosa che non va
 
Tweet recenti di John Hautecourt
So di dovervi molte spiegazioni! Seguitemi oggi alle 10 p.m. su “Raccontami di te”, dove spiegherò a Sallie-Anne Goddard – e a voi - cosa è successo in “La fine del mondo”.

 
 
Guardandosi un’ultima volta nello specchio del suo camerino, John Hautecourt si domandò se sarebbe stato in grado di gestire al meglio le parole durante l’intervista. Dagli scrittori si aspettano tutti che sappiano sempre qual è la cosa giusta da dire e come dirla, ma la verità è che per lui il lavoro di scrittore consisteva certe volte nel fissare la tastiera per ore alla ricerca delle dieci parole giuste che esprimessero al meglio l’immagine che aveva in testa. Doveva far vivere agli altri le cose che vedeva, e questo richiedeva molta attenzione se non puoi contare sul tono, le immagini, i visi. Era quindi diventato bravo a gestire lo scrivere quasi quanto era diventato inefficace nel parlare. Aveva perciò preparato le risposte alle domande più probabili e si era esercitato con suo marito a rendere l’esposizione di queste il più scorrevoli possibile. Apprezzò come il maglione bordeaux girocollo si adattasse bene alla sua carnagione pallida e si abbinasse agli occhi castani e ai capelli scuri. Gli dava un’aria affidabile ed elegante senza essere pretenzioso. Si passò la mano sulla barba leggermente sfatta e poi sul collo, un’auto carezza che si faceva da sempre per trasmettersi sicurezza e calma. Fece per prendere il telefono quando una ragazza della produzione si affacciò nel suo camerino.
«Signor Hautecourt, tra due minuti tocca a lei. La accompagno all’ingresso.»
Lui ringraziò ed annuì, seguendo la ragazza dietro le quinte; la sua guida lo precedette senza parlare e sorridendo cortesemente ogni volta che incrociava il suo sguardo. Arrivati accanto a una tenda, si fermò:
«La chiameranno tra un minuto, appena la signora Goddard avrà chiuso il collegamento» avvicinò una mano alla tenda, scansandola leggermente per permettergli di vedere il palco «Dopo che l’avranno accolta si sieda sulla poltrona rossa, nel parlare guardi pure la signora Goddard, tanto la telecamera dietro la sua spalla la riprenderà facilmente in viso.». Lui annuì e ringraziò l’assistente che si allontanò ricambiando il sorriso che le aveva fatto, poi tornò a concentrarsi su Sallie-Anne Goddard che stava in quel momento salutando un inviato.
«…davvero per il tuo intervento, Naomi. Ci ricollegheremo più tardi se ci dovessero essere novità. E adesso» la donna si girò trovando immediatamente la telecamera alla sua destra «sono onorata di presentare come ospite di oggi uno degli scrittori più famosi del mondo, che ha causato sorpresa e sgomento nei suoi fan dopo l’uscita del suo ultimo romanzo. Qui con noi a “Raccontami di te”, John Hautecourt!»
Scansò del tutto la tenda e salì sul palco bianco, avanzando verso Sallie-Anne. La conduttrice gli strinse la mano, una stretta ferma e decisa che ben si abbinava all’aura di professionalità e di sicurezza che emanava. I seri occhi castani si appuntarono sul suo volto, mentre un sorriso lo aiutava a stemperare la leggera agitazione. Il pubblico in studio stava applaudendo forte, e lui alzò una mano per salutare prima di accettare l’implicito invito della mano di Sallie-Anne e sedersi.
La conduttrice gli fece molte domande sulla sua vita, il lavoro, la famiglia, e il clima era rilassato quando finalmente arrivarono al punto focale dell’intervista.
«Allora, John» esclamò lei dopo quasi mezz’ora «Hai provocato scalpore negli ultimi giorni. Ti spiace spiegarci che succede? Il tuo ultimo libro in realtà sono ben nove ultimi libri, o così pare» chinò leggermente la testa da un lato con curiosità. Lui si affrettò a sfoderare una delle risposte che si era preparato.
«Beh sì, Sallie-Anne, in effetti è così. Il mio decimo libro in realtà non è un libro solo, ho pubblicato più finali alla storia di Syrah. E’ stata una scelta maturata nel corso di questi dieci anni, già da quando stavo scrivendo il secondo libro, “I cancelli di Hanley”. Avevo cominciato a scrivere la saga già con un’idea abbastanza precisa della trama orizzontale, ma mentre scrivevo il secondo romanzo già mi è venuta un’altra idea, e poi un’altra ancora. E di lì al quarto volume avevo un’altra idea. Sono arrivato a non saper decidere quale mi convincesse di più, e quindi ho deciso di scriverli tutti.»
«Anche la tagline di lancio in effetti lasciava presagire qualcosa, in effetti.»
«Quella è stata un’idea fantastica della mia editrice, Diane Dixon, il mio punto di riferimento alla Darker Than Blood. La frase l’ha scelta lei quando le ho spiegato la mia idea.»
«”Tu scegli come finisce la tua storia”» recitò la Goddard con un sorrisetto, accompagnando una ciocca di capelli dietro l’orecchio «Sembrava una frase innocua, per la serie “siamo padroni del nostro destino”. Nessuno poteva immaginare che tu intendessi in senso letterale» risatina in studio e di John «Ma “Quando le ho spiegato la mia idea”? Diane Dixon non sapeva niente della pluralità di finali?».
«Sono andato a parlarle quando sono riuscito a finire i primi dieci capitoli, che sono quelli che non cambiano tra le varie edizioni. Volevo avere la sicurezza che la casa editrice approvasse, prima di procedere, ma ero molto deciso nel volerlo fare e Diane ha fatto in modo di renderlo possibile.»
«Meraviglioso. Immagino quanto sia stato complicato mantenere il riserbo» lui annuì «E mi immagino il turbine in cui sei finito quando i lettori si sono accorti che le loro versioni differivano»
«Ho avuto un’inondazione di mail, tweet, messaggi da ogni fonte. Molte persone volevano spiegazioni, altre volevano la mia testa» altra risata in studio «Ma semplicemente ci sono più versioni della storia di Syrah, perché in base alle decisioni anche piccole che una persona prende può cambiare la sua intera vita. Possiamo vedere questi finali come universi alternativi tra loro, se siete familiari con l’idea di multiverso. Non ce n’è uno vero, né uno falso. Sono tutti possibili, e si può decidere di credere che quello che si è comprato sia quella a cui eravamo destinati, oppure possiamo pensare che, proprio perché ognuno sceglie come finisce la sua storia, troveremo un finale che ci entrerà dentro a tal punto da farci sentire che la storia che leggiamo ci appartiene. Che poi, è quello che si cerca di ottenere da scrittori: far emergere in ognuno qualcosa che ci faccia sentire come se quella storia avesse trovato in noi qualcosa che non sapevamo ci fosse.». Aveva unito insieme due risposte e aveva parlato troppo, quindi si fermò e accennò un sorriso mentre scoppiava un applauso. John volle credere che fosse spontaneo e non richiesto dalla direzione.
Sallie-Anne annuiva con partecipazione e aspettò che il pubblico tornasse in silenzio prima di porre la domanda successiva.
«E qual è il tuo preferito? Ce n’è qualcuno che consideri, per l’appunto, più tuo?»
Lui dovette trattenere un sorriso.
«In ognuno c’è qualcosa di mio. Ma credo che quello che mi sia piaciuto di più scrivere sia quello che ho scritto per ultimo.».
 
Quando tornò finalmente dietro le quinte per prima cosa prese il telefono e chiamò Diane per sapere cosa ne pensava.
«John, bravissimo. Perfetto. Hai gestito tutto molto bene.»
«Sono stato ammaliante?» rise lui.
«Molto ammaliante» rise anche lei «Non sembravi per niente nervoso e sei stato franco e senza sbavature. Davvero molto piacevole. Sui social si parla molto di te e del libro. Per ora la tua spiegazione ha convinto la maggior parte dei fan… Quelli che si sentono ancora presi in giro sono davvero pochissimi rispetto a quelli che hanno apprezzato il pensiero dietro il multiverso.» John sospirò, sollevato «Ma questa è solo la prima intervista. Mantieni questa linea sempre, Tv, radio o giornale che sia. E’ importante che tu sia coerente perché quest’idea passi il meglio possibile. Ho registrato l’intervista così possiamo riguardarla insieme domani mattina quando sarai tornato.» lui sospirò, sentendosi molto sollevato.
«D’accordo» accettò senza esitazione «Ma domani non torno in mattinata, torno nel pomeriggio. Ci vediamo dopodomani alle dieci a casa mia? Giuro che non rilascerò dichiarazioni fino allora!»
«Sarà meglio per te, scrittore!» rise lei «D’accordo, allora ci vediamo domenica mattina. Se puoi far venire anche Scott tanto meglio. Buona serata, e di nuovo bravissimo.»
Lui sorrise mentre attaccava, chiedendosi distrattamente come al cinema sarebbe stata gestita la questione dei multiversi. Forse avrebbero fatto una cosa alla Spiderman – Far From Home o qualcosa così. Ma in effetti non gli interessava granché, no?

Syrah Ganem è la nostra dea – chat ultimo romanzo
Moderatore: si prega di tenere un tono calmo. Il blog accoglie tutti i Syrahni e li invita al confronto. Questa chat è dedicata alla discussione sul finale della saga, e non richiede quindi l’avvertenza spoiler.
NON LEGGETE QUESTA CHAT SE AVETE PAURA DI LEGGERE ANTICIPAZIONI SULL’ULTIMO ROMANZO E SUL MULTIVERSO DI SYRAH GANEM.



Mrs Hautecourt entra in chat
Baylin: Invece secondo me ci sta come idea. E’ assurda, ma in qualche modo funziona.
LovingSyrah: Sì, anche secondo me.
Syrahni1: Ma dai, è una palese paraculata per farci più soldi e basta. La cosa delle scelte è uno scudo.
Baylin: Una cosa non esclude l’altra. E poi non è che sei obbligato a comprarli tutti. Ormai online c’è la spiegazione dei vari libri da dopo il capitolo dieci, uno può anche leggerseli lì ed eventualmente se te ne piace uno in particolare te li compri.
Syrahni1: Continua a sembrarmi una presa per il culo.
Mrs Hautecourt: Invece se ci pensi ha senso…
GanemFamily4e: Ma sì. La saga di Syrah è tutta sul prendere le scelte e costruirsi il destino. Sceglie di fare l’archeologa anche se tutti glielo sconsigliano, sceglie di rischiare tutto e partire col professor Rollins, sceglie di andarsene da lui per cercare i Goulding, sceglie di tornare da Rollins e se ne va quando lui non rispetta Esha… È lei a scegliere tutto della sua vita, pentendosi anche delle volte, come quando dice addio a Jaden o abbandona la pietra Ottanio. È coerente con il pensiero dei libri.
LovingSyrah: comunque sono circondato da gente che ha letto il finale con il viaggio sotterraneo con Evelina. Sono l’unico dei miei amici che ha trovato quello della mongolfiera con la lettera di Rollins.
Syrahni1: anche io ho un sacco di amici che hanno quello con Evelina e il viaggio. Ho un’amica che ha letto lo stesso mio, quello con la bomba nel Mackay. E poi una che ha quello dell’orologio di Stevenson.
Mrs Hautecourt: Quelli del viaggio sono tipo dieci volte tanto anche da me, ahahahahah
 
Scott era sul divano e faceva zapping, con accanto la scatola di fazzoletti. Detestava l’influenza, e per quanto adorasse suo nipote da quel momento in poi l’avrebbe passato nel disinfettante prima di salutarlo. Prese un altro fazzoletto e si soffiò il naso rumorosamente, coprendo il rumore dei passi di John che gli sbucò improvvisamente accanto; il marito si sedette accanto a lui, poggiando tra loro una ciotola piena di patatine al formaggio.
«Cosa guardi?» chiese l’altro affondando la mano nella ciotola. Scott gli passò il telecomando mentre con l’altra mano prendeva un altro fazzoletto e ci starnutiva dentro rumorosamente.
«Niente, mi sono fermato qui solo perché stavo soffocando.»
John rise e gli fece una carezza sulla spalla «Povero tesoro».
«…John Hautecourt?»
A dire il nome dello scrittore era stato Stewart Zimmerman, il conduttore del talk show pomeridiano su cui era rimasto sintonizzato il televisore. A rispondere alla domanda, qualunque essa fosse, fu Paige Duggan, una critica letteraria emersa di recente. Si era fatta notare per la compostezza e la profondità delle sue critiche, ed era diventata riconoscibile in TV grazie al particolare dell’eterocromatismo dei suoi occhi.
«Sembra esserci una sproporzione nella distribuzione dei finali, effettivamente. La maggior parte dei pareri, online e non, riguardano il finale che ormai tutti chiamano “Di Evelina” dove il personaggio di Evelina Dupont, ex nemica di Syrah, si incontra nelle profondità di una grotta con la protagonista e intraprendono insieme il viaggio finale, durante il quale la Dupont le salverà anche la vita. Quando cercavo il finale della mongolfiera in due diverse librerie ho trovato unicamente libri con il finale Di Evelina. Bisogna quindi chiedersi dove sia andata storta la distribuzione dei libri negli Stati Uniti… Ci deve essere stato un problema nell’ordinare o nel distribuire le copie. Vedremo se sarà un problema anche fuori dagli Stati Uniti.»
«Sai quando dovrebbero uscire i libri anche negli altri stati, Paige?» domandò Zimmerman
«Dopodomani in Canada e Regno unito, sicuramente. Purtroppo, però non ho idea delle tappe successive. L’uscita di tanti finali insieme ha provocato degli ovvi rallentamenti nelle traduzioni.»
Scott si girò verso il marito. «Credi che lo capiranno?»
«Prima o poi» John si mise in bocca altre patatine, masticò in fretta e poi, con la bocca mezza piena, aggiunse «’on veo ‘ora che succea»
«Eh?!»
John deglutì rumorosamente «Non vedo l’ora che succeda. Così possiamo passare alla fase due.»
 
Il mattino dopo Diane Dixon era nell’ufficio di Karl Ross, uno dei corresponsabili del progetto Hautecourt. Diane guardava lo schermo del proprio computer e Karl giocherellava con una penna mentre la ascoltava.
«Si notano delle discrepanze nella distribuzione, e si comincia a dare la colpa alla Darker Than Blood. E’ cattiva pubblicità, ci stiamo facendo la figura degli incompetenti. Senti questo “La DTB sta dimostrando di non essere all’altezza di un progetto ambizioso e su larga scala come la distribuzione dei nuovi romanzi di John Hautecourt. I nove libri non sono disponibili per i lettori affamati di finali e alla ricerca delle avventure di Syrah Ganem, l’archeologa che è ormai un fenomeno letterario mondiale. In alcune città addirittura solo poche decine di copie di alcuni dei finali sono state distribuite alle catene di vendita, mentre di altri le copie sono sovrabbondanti. La casa editrice ha evidentemente sbagliato qualcosa nelle richieste o negli accordi, e sta rendendo difficile la sopravvivenza di “La fine del mondo”.”.» Diane si infilò in bocca una caramella alla menta mentre Karl si massaggiava le tempie «Forse dobbiamo far fare una dichiarazione a John, qualcosa che faccia capire che è una sua scelta, questa di distribuire le copie a tiratura sempre più limitata nelle varie città. Capisco il motivo, aumentare il prestigio, la rarità e il valore di alcune copie eccetera. Ma forse, se uscisse allo scoperto…»
«Non lo farà» sbuffò Diane «più aspetta a confermarlo, più prenderà piede l’idea dello scegliersi il finale. Sa che quando uscirà fuori che è stata una scelta quella di dosare le distribuzioni provocherà un altro dibattito sul valore in denaro e sulla venalità e così via. Già è stato difficile ora, figurati dopo l’annuncio dell’idea di marketing.»
«Ma effettivamente John non ci fa soldi. Lui si sta tenendo solo i soldi delle vendite dell’ultimo finale, quello meno distribuito, no?»
«Sì, il resto dei ricavi stanno andando direttamente in beneficenza. Leucemia infantile, ricerca contro il cancro, enti per la fame nel mondo… sta donando a diverse cause. Rispetto ai ricavati mondiali si beccherà le briciole alla fine. Encomiabile, ma non mi torna. Mi ha sempre detto che il suo scopo era assicurare il benessere di Scott e dei ragazzi, e aveva senso quando mi ha detto la cosa dei dieci romanzi e poi quella dei nove finali.»
Karl fece spallucce e chinò la testa di lato «Chi li capisce gli scrittori… comunque parlagliene, magari vuole fare qualcosa al riguardo.»
Diane annuì, pensierosa.
 
1 Nuovo messaggio da: John Hautecourt
Diane, ho provato a chiamarti ma è sempre occupato. Domani mattina alle 10 puoi venire da me? Devo parlarti, ed è una cosa importante.

1 Nuovo messaggio da: Diane Dixon
Ciao John. Sì, anche io ti devo parlare. Ci vediamo da te domani alle 10. Vi porto i caffè. Tanto lo so che ci sarà anche Scott…

 
Diane fece trillare il campanello alle 10 in punto e ad aprire fu Scott, che immediatamente le prese i caffè dalle mani per consentirle di togliere il giubbotto prima di posarle un bacio sulla guancia.
«Vieni, John è nello studio» le fece strada attraverso il salone luminoso fin nello studio di John, arredato in stile industrial con vari tipi di cubi di Rubik poggiati in giro, il personale aiuto alla concentrazione di John. Diane salutò lo scrittore con un sorriso sedendosi poi dall’altra parte della scrivania mentre Scott, porto il caffè al marito, si accomodava su una poltrona alle spalle di John. Hautecourt sorrise caldamente. Scott esclamò:
«Sono qui solo per vedere come reagisci!» lei lo guardò confusa e lui si spiegò «Non sono qui per il potere decisionale datomi da John o per ascoltare cosa dici tu, voglio solo vedere come reagisci.». John a quel punto prese la parola.
«Se permetti, comincio io» Diane gli fece cenno di procedere «C’è una cosa che non ti ho detto sui finali, ma a questo punto è giusto che tu lo sappia, Diane. Quanti finali alternativi ci sono del mio ultimo libro?»
«Nove.»
«Da quanto sto scrivendo questi libri?»
«Dieci anni»
«E quanti ne ho scritti?»
«Dieci, compreso l’ultimo… contandolo come romanzo unico.»
«Quanti sono i capitoli uguali nelle versioni pubblicate di “La fine del mondo?»
«Dieci» mormorò Diane, la voce calata improvvisamente mentre avvertiva qualcosa di strano, come uno schema che le si chiudeva intorno.
«Quante persone ho invitato qui con quel concorso?»
«Dieci»
«Per quanti giorni?»
«Dieci» a Diane ormai mancava la voce, doveva forzarla fuori dalla gola per rispondere.
«A che ora ti ho invitato qui?»
«Alle dieci»
«E tutte le altre volte?»
«Alle dieci, sempre alle dieci»
«E adesso ti ripeto la prima domanda: quanti finali alternativi ci sono del mio ultimo libro?»
Diane ormai conosceva la risposta, ma non ci voleva credere. Non riusciva a immaginare… a capire…
«Dieci» sussurrò.
John sorrise della sua incredulità mentre Scott stava ridendo apertamente, tenendosi la pancia con una mano e indicandola con l’altra. Diane era ancora immobilizzata.
«Il finale non ancora pubblicato è il mio regalo per i miei figli. È in unica copia, ed è assicurato per dieci milioni di dollari. Come promesso, possiamo cominciare a fare accordi per vendere i diritti cinematografici dei primi nove romanzi e la casa editrice avrà la sua fetta, ma l’unico finale di cui venderemo i diritti sarà questo. Accetterò solo offerte superiori ai quattro miliardi di dollari, e sarà l’unico film di cui ogni ricavato andrà nelle tasche della mia famiglia, senza percentuali per nessuno. Quando il film sarà uscito potrete pubblicare anche quest’ultimo finale, e i diritti letterari saranno di nuovo dei miei figli. Ogni soldo ricavato da quest’ultimo finale sarà destinato in parti uguali ad Aubrey e Derek, senza nessuna eccezione. Dopo la pubblicazione di quest’ultimo, anche i libri di cui finora c’erano poche copie verranno ristampati. A quel punto tutti i finali verranno distribuiti con i numeri del finale Di Eveline, e i ricavati di queste ristampe andranno ai miei figli. I dettagli li ho già discussi col mio avvocato, ti arriverà il contratto e ovviamente ne discuteremo insieme.».
Diane era strabiliata, si sentiva come su una giostra che andava molto molto veloce intorno a sé.
«Ma… perché?»
«Perché così loro, come Syrah, sceglieranno come far finire la loro storia. Potranno fare ciò che vogliono, loro, i loro figli, e tutti quelli che vengono dopo ancora. Ho fatto i calcoli. Sai per quante generazioni potranno andare avanti senza alzare un dito per lavorare? Prova a indovinare…»
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: donteverlookback