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Autore: cin75    24/04/2022    5 recensioni
E se il mondo avesse ancora bisogno dei Winchester ?
E se tornare indietro, sulla Terra, sarebbe un colpo al cuore per chi torna e per chi resta?
Ma sono loro, sono i Winchester, e loro faranno quello che c'è da fare, perchè è ciò che sanno fare meglio.
Genere: Slice of life, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Cap. 8

Dean, il cacciatore, guardò quella scena da lontano. Emozionato per quello che vedeva. Felice perché al fratello era stata data quella meravigliosa opportunità. Ma quando guardò l’orologio al suo polso si rese conto che davvero non avevano più tempo e si mosse verso gli altri due.
Quando fu loro vicino, Sam e il figlio si distanziarono e cercarono di controllare le loro emozioni.
“Sentite...mi dispiace ma..Sam?” fece rivolto al fratello. “Dobbiamo andare.”
“Sì, sì..lo so!!” fece il fratello passandosi una mano sul volto per portare via l’emozione del momento. Si voltò di nuovo verso il figlio. “Rendimi fiero come hai sempre fatto!” fece porgendogli la mano.
Il giovane gliela strinse, fiero e orgoglioso. “E tu promettimi che ci sarai quando sarà il mio momento e che ci rivedremo!” richiese.
“Lo giuro!” fece il padre stringendogli la mano tesa.
Poi fu davvero il momento di dividersi.
“Mi mancherai..” e poi.. “..papà.” precisò.
I due fratelli si guardarono, ma fu Sam a parlare.
Si riavvicinò al figlio. Gli poggiò una mano sul petto, lì, dove batteva il suo cuore. “Non vado da nessuna parte. Sarò sempre qui, con te. Passo dopo passo.” disse facendo più forte quel contatto. Facendo sua quella promessa che anni addietro fu fatta a lui stesso.


Poi fu davvero il momento di separarsi e i due fratelli si avviarono verso la loro macchina mentre l’altro andò verso la sua, quando ad un certo punto si girò.
“Ehi?! Zio Dean??” fece rivolto al maggiore dei Winchester. “Senti..devo chiedertelo...ma è stata solo una storia di papà o hai...cioè..hai davvero ucciso Hitler!?” chiese ghignando con un misto tra l’incredulo e il curioso.
Sam scosse la testa divertito mentre il fratello lo guardò di sbieco per poi tornare a fissare il nipote.
“Ragazzino, puoi scommetterci le chiappe che ho fatto davvero fuori quel nazista negromante bastardo!!” rispose decisamente fiero.
“Beh!!, avresti dovuto farci delle magliette.” convenne il giovane. “ “Ho ucciso Hitler!”...sarebbero andate alla grande!!”
Dean si voltò di scatto verso Sam e lo fissò con uno sguardo quasi di feroce rimprovero, mentre il minore se la rideva di cuore e si infilava in macchina.


Il più giovane dei Winchester li imitò e si unì alla risata mentre riprendeva la strada verso la sua macchina e quando fece per girarsi per un ultimo saluto, davanti a lui...il vuoto.
Nello spiazzo davanti al fienile non c’era più niente. Più nessuno.
La realtà era tornata ad essere...reale.
Sospirò amarezza e malinconia, raggiunse la macchina dove i suoi figli dormivano ormai al sicuro. Aprì piano lo sportello e altrettanto piano lo richiuse. Accese il quadro e poi il motore. Al lieve sussulto del veicolo, il piccolo Sam si destò.
“Andiamo a casa , papà?!” sussurrò assonnato, mettendo una mano sulla testa del fratellino che gli dormiva con la testa sulle gambe.
“Andiamo a casa Sam. Torniamo a casa!” rispose dolcemente.
“E i tuoi amici?” chiese ancora.
Dean sospirò, guardò verso l’alto dove ora milioni di stelle brillavano nel più nero del cielo. Sorrise e rispose: “Sono tornati a casa anche loro, Sammy.”
Mise in moto e accese, a volume basso, la radio.
Sorrise quando riconobbe in quelle note , quel motivetto che di tanto in tanto sentiva canticchiare al padre.
Carry on , my wayward son.
There'll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don't you cry no more ...

 
***********
 
In una ben altra realtà, i due fratelli cacciatori, emisero all’unisono un respiro strozzato, quasi come se una lunga apnea fosse appena finita. Si schiacciarono subito dopo contro i sedili dell’Impala.
Per lunghi momenti nessuno dei due disse niente, poi fu Dean a parlare.
“Stai bene Sammy?” chiese senza guardarlo, continuando anche lui a fissare un punto vuoto davanti a sé.
“Sì..sì..” esalò Sam, tastandosi il petto e massaggiandosi le lunghe gambe. “Credo di aver riportato indietro tutti i pezzi.”
Dean poi lo guardò. “Stai bene?!” ripetè con più apprensione.
Sam capì. Sorrise. Si voltò verso di lui e confermò quel sorriso.
“Sì, sto bene Dean. Lui sta bene, i miei..” e poi si corresse. “..i nostri nipoti, la nostra famiglia sta bene e questo mi basta!”
“Ok!” convenne tranquillo il maggiore.
E quando tornarono a fissare quello che avevano di fronte, si sorpresero di non essere più soli.

A circa una decina di metri da loro che erano ancora nell’Impala, Castiel e Jack, li stavano guardando. Il primo sembrava decisamente sui carboni ardenti dall’espressione inquieta che aveva. Il secondo, benchè “Nuovo Dio”, sembrava decisamente allarmato da ciò che aveva tenuto nascosto e che ora sapeva non essere più un segreto.
Vedendo quell’accoppiata decisamente comica, Dean battè il dorso della mano sulla coscia del fratello per attirare la sua attenzione.
“Poliziotto buono, poliziotto cattivo?” suggerì.
Sam lo guardò ma si trattenne dal ridere perché aveva capito che il fratello voleva solo...giocare.
“A me sembrano già abbastanza in colpa, Dean!”
“Oh!! andiamo. Divertiamoci un po’. Dopo aver affrontato quel Malphas...ce lo meritiamo!!” si giustificò.
Sam ci pensò su un attimo, sospirò e poi tornò a guardare il fratello e il suo sorriso sghembo.
“Io faccio quello cattivo e mi prendo Jack!” disse.
“Davvero?!” se ne sorprese sinceramente.
“Ho una mezza idea che Jack sapesse più di quello che ci ha detto, ma come dire...ci ha lasciato l’effetto sorpresa. Quindi...”
“Non dire altro. Il ragazzino è tutto tuo!” affermò. “Castiel me lo lavoro io. Sembra già la colpa fatta persona. Mi basterà poco per affossarlo del tutto!!” constatò soddisfatto.
Dopo di che, i due fratelli scesero dalla macchina e si avviarono verso gli altri due.

Jack e Castiel deglutirono contemporaneamente quando videro i due cacciatori raggiungerli con gli sguardi decisamente seri.
“Credo di averla fatta grossa , Castiel!” ammise tra i denti, il giovane Dio.
“Io ti ho appoggiato e coperto, quindi credo di essere nei guai almeno quanto te!” convenne l’angelo che senza rendersene conto tirò fuori le mani dalle tasche dell’immancabile trench e se le strofinò sui pantaloni come a voler scaricare la tensione.
Quando i quattro furono uno di fronte all’altro, i due cacciatori strinsero gli occhi come a volerli scrutare.
“Tu...” iniziò Sam. “..Nuovo Dio o meno, vieni con me. Credo che tu debba darmi delle spiegazioni.” fece serio e deciso, precedendo Jack nella stanza che era al lato destro del corridoio in cui si trovavano.
Jack, guardò Dean, che non fece una piega e poi spostò lo sguardo sull’angelo che annuì incoraggiandolo.

Quando la porta di quella stanza si chiuse, Castiel guardò l’amico ancora al suo fianco.
“Dean...vorrei che tu capissi...” cercò di iniziare.
“Cass?”
“Sì?”
“Sta’ zitto.”
“Ma...”
“Ora io e te ci andiamo a fare una birra. E magari un paio di hamburger. Sto morendo di fame.” se ne uscì sorridente e tranquillo.
“Ma tu...non sei...insomma..tu e Sam...” balbettò l’angelo.
“Senti...la tua fortuna è che oggi mi tocca fare il poliziotto buono, quindi mi dovrai solo assecondare su quello che voglio fare!” fece mettendogli una mano sulla spalla per uscire da lì.
“Ok...ok..” lo assecondò. “Ma aspetta..dimmi solo se Sam..”
“Tranquillo. Lui sta bene. Vuole solo che Jack capisca che avrebbe preferito sapere tutto prima invece che scoprirlo nel modo in cui è successo!” confessò con un minimo di rimprovero.
Castiel annuì con il capo. L’amico aveva ragione. Ma prima che tutto accadesse, aveva compreso anche le ragioni per cui Jack non aveva detto niente.
Dean notò quel rimuginare e andò incontro all’amico.
“Ascolta, usciamo da qui, dimmi come sono andate le cose, che cosa ha spinto Jack a sorvolare su chi avremmo trovato e ti assicuro che a stomaco pieno sarà tutto più chiaro anche per me!!” lo rassicurò il cacciatore.
Castiel sospirò grato di quella possibilità di spiegare e seguì l’amico.




Nella stanza in cui Jared aveva anticipato Jack, il silenzio la faceva da padrone.
Il cacciatore guardava oltre le grandi finestre mentre il neo Dio era fermo in attesa, alle sue spalle.
Il “ragazzino” deglutì nervosismo. Si sentiva in colpa come quando , decenni addietro, di notte, mangiava cereali al cioccolato, di nascosto proprio da Sam.
“Sam?” lo chiamò senza avere risposta. “Sam ..fammi spiegare.” azzardò.
“Spiegare cosa?!” chiese con tono deciso e freddo l’altro, restandogli di spalle per nascondergli il leggero sorriso che gli piegava le labbra.
“Io..io non potevo dirti di...di lui. Di quello che stava davvero accadendo...”
“Perchè?!” fece piano, il cacciatore.
“Tu...tu saresti andato nel panico.”
“Jack ?”
“Tu...non saresti stato lucido, avresti rischiato di farti del male e ..”
“Jack ??”
“Io avevo...avevo paura che..” e la sua voce ormai era decisamente impanicata.
“Smettila!!” e questa volta la voce arrivò piena e tuonante alle orecchie di Jack.
Sam si voltò verso l’altro. Vide palesemente la colpa e l’amarezza sul volto del giovane nephilim “Dio”.
Fu più forte di lui, non riusciva ad avercela con Jack.
Anche quando, dopo la tragedia di Mary, l’unica soluzione sembrava quello di doverlo eliminare, per Sam era d’obbligo trovare un modo per salvarlo. Perchè Jack era come...”loro figlio”, come disse alla Sanders.
E un padre fa sempre di tutto per salvare suo figlio e anche Dean lo salvò, quando non lo uccise in quel cimitero. Perché anche Dean era suo “padre”.
Così, mentre Jack restava fermo sui suoi piedi, Sam gli si avvicinò lentamente. Passo dopo passo. Senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi tristi del giovane divino.
Gli si fermò di fronte. Lo scrutò. Potè giurare di averlo sentito quasi inspirare con un tremolio.
Fu un attimo.
Annullò lo spazio tra loro e lo abbracciò forte. Jack sparì letteralmente in quell’abbraccio e un attimo ricambiò la stretta grato per quello che aveva tutta l’aria di un caloroso perdono.
Dopo alcuni momenti, Sam “liberò” Jack.
“Non sei arrabbiato?” azzardò il ragazzo.
Sam sorrise, benevolo. “Ammetto che all’inizio, lo ero. E tanto!!” confessò.
“Ma?” ipotizzò Jack.
“Ma l’aver avuto la possibilità di vedere Dean, mio figlio Dean, vederlo adulto, vederlo padre. Aver avuto l’opportunità di parlargli ancora, parlare con i miei nipoti, conoscerli..beh!!..diciamo che ha azzerato ogni possibile rimprovero che potevo farti.” ammise amichevole e sorridente. “Per tutta la nostra vita e intendo quella da cacciatori...Io e Dean non abbiamo fatto altro che salvare “la famiglia” di qualcun altro. Tu, Jack, oggi, ci hai dato la possibilità di salvare la nostra. E te ne sarò per sempre grato.”
Jack sembrò tornare a respirare. Il suo viso si illuminò. Raggiante.
E a Sam sembrò rivedere quell’espressione beata che il ragazzo aveva quando, ormai pieno del potere divino, li lasciò per diventare un Nuovo Dio.
“Quindi tra noi è...è tutto ok? Va tutto bene?”disse fiducioso.
Sam sorrise ancora. Gli mise una mano sulla spalla e strinse con amichevole decisione.
“Va’ tutto benissimo.” lo rassicurò. “Ora che ne dici se andiamo a salvare il povero Castiel?” scherzò.
Jack stralunò gli occhi. Confuso.”Salvare?”
“Beh! A Dean è toccato “poliziotto buono”. Questo significa che starà letteralmente facendo l’Oprah Winfrey della situazione.” disse ironico.
“Poliziotto buono?” ripetè spaesato. “E che cos’è un Oprah Winfrey?” chiese poi confuso e curioso.
Sam lo fissò e un secondo dopo scoppiò a ridere. Di cuore.
Jack, di suo, non capì quell’ilarità ma era così sollevato dal non aver perso l’amicizia e l’affetto di Sam, che iniziò a ridere di gusto anche lui.


Quando raggiunsero Dean e Castiel non poterono non notare che l’angelo era letteralmente sfinito, mentre Dean aveva l’aria soddisfatta intanto che trangugiava l’ultimo pezzo del suo hamburger e ripeteva all’amico: “Ok! Ora ripeti tutto di nuovo. Dall’inizio.”
“Ma Dean!!!” fece esasperato Castiel. “E’ la quinta volta che ti ripeto il testo di Travelling Riverside Blues!”
“Amico...stiamo parlando dei Led Zeppelin. Deve essere perfetto!! o non potrai cantarla perbene quando ci sarà il karaoke alla Roadhouse!” asserì serio bevendo l’ennesimo sorso di birra.
“Dean ho acconsentito ad imparare la canzone ma scordati che io la canti ad un karaoke!!”
“Oh!! sì invece. Lo farai. Eccome se lo farai!” fece convinto. “Io e Sam abbiamo rimandato all’inferno quel bastardo di Malphas, abbiamo rischiato di nuovo il culo per il bene supremo, abbiamo mandato giù lo scherzetto della stirpe eletta quindi come minimo tu mi devi una canzone!!”
Sam e Jack risero alla disperata frustrazione dell’amico angelo ma quando Dean si voltò con un cipiglio improvvisamente serio verso Jack, il neo Dio si mutò improvvisamente sentendosi sotto osservazione. Infatti…
“Togliti quel sorrisetto dalla faccia, ragazzino, perché tu salirai con lui su quel palco!!! Castiel non è l’unico ad essere in debito.” e rise soddisfatto alla faccia improvvisamente terrorizzata del ragazzo mentre passava , compiaciuto, una birra al fratello che gli si andò a sedere vicino, rubandogli alcune patatine dal piatto.
“Bentornato a casa, stronzetto!”
“Bentornato a casa, idiota!”


 

   
 
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