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Autore: Nao Yoshikawa    27/04/2022    6 recensioni
[IshiIchiHime relazione poliamorosa]
«Va bene, allora. Penso che il modo migliore per capire quanto effettivamente ci piacciamo è… umh… sì, dovremmo provare a baciarci.»
Ichigo e Ishida la guardarono come se fosse impazzita. Ichigo e Orihime si erano già baciati qualche volta, certo, ma quello non aveva niente a che vedere con il resto.
«Ma… neanche per sogno! Non possiamo farlo così e subito!» protestò infatti.
«… Senza contare il fatto che non ho mai baciato nessuno e voi saresti i primi» ammise Ishida, come se stesse parlando più a sé stesso che a loro. Questo lo sorprese: Ishida voleva dare a loro i suoi primi baci?
«Guardate che se volete, posso cominciare io. Sta a vedere, Kurosaki.»
«… Che…?»
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Inoue Orihime, Ishida Uryuu, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Ame)rai
 
“Ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno.”
MARCIA GRAD POWERS

 
Kurosaki e Inoue si erano messi insieme. Ishida lo sapeva perché era stata lei a dirglielo, con le guance rosse e mentre si guardava intorno come se gli stesse
confidando il più grande segreto al mondo.
Ishida sapeva anche che avrebbe dovuto essere felice per loro, cosa che di fatto era, ma assieme alla felicità c’era altro: un’immotivata malinconia, la strana sensazione di essere tagliato fuori da qualcosa di importante.
Orihime aveva fatto caso che, da qualche tempo, Ishida fosse strano. Era sempre stato schivo e un po’ silenzioso, ma ultimamente sembrava essersi chiuso in sé stesso. E allora cercava sempre di risollevargli un po’ il morale con il suo modo di fare allegro. Orihime era felicissima di essere diventata la ragazza di Kurosaki, dopo tutto quello che avevano vissuto e condiviso. Ma oltre la felicità c’era altro: un’immotivata malinconia, l’assurda sensazione che mancasse ancora qualcosa di importante.
Ichigo sperava che da quel momento la sua vita sarebbe potuta essere più tranquilla. Sperava di poter fare tutto ciò che un ragazzo di diciassette anni faceva. Come finire la scuola, oppure viversi la sua relazione con Orihime. Ichigo era felice, ma oltre la felicità c’era altro: un’immotivata malinconia, l’assurda sensazione che mancasse una pennellata di colore al dipinto della sua vita.
Ishida era cambiato dal momento in cui Orihime gli aveva detto che lei e Kurosaki si erano messi insieme e la sua reazione era stata singolare. Gli altri compagni di classe – Chad, Arisawa, Keigo e Mizuiro – avevano avuto (chi più e chi meno), una reazione nella norma. Non Ishida. Lui se ne stava sempre a guardare dalla finestra.
«Kurosaki, forse dovresti parargli tu. Sei il suo migliore amico.»
Quando Orihime gli aveva detto così, Ichigo aveva fatto una smorfia.
«E da quando sono il suo migliore amico?» domandò, poiché di certo Ishida non si era mai rivolto a lui in questi termini.
«Ti prego! Sono preoccupata per lui.»
Ichigo sospirò. Come poterle dire di no? Ad Orihime, con la sua dolcezza e genuinità?
Aveva detto che gli avrebbe parlato all’uscita da scuola, ma all’uscita da scuola lo aveva colto una burrasca. Aveva trovato Ishida immobile vicino l’ingresso.
«Nemmeno tu hai l’ombrello, vero?» gli domandò, cercando di apparire tranquillo e rilassato come sempre.
«Già» gli rispose Ishida senza guardarlo. E Ichigo si rese conto che quando faceva così proprio non riusciva a sopportarlo. Ishida non lo sapeva, ma Ichigo lo guardava sempre. Aveva quello che si poteva definire un occhio di riguardo per lui, ma non era solo questo. È che gli piaceva guardarlo.
«Allora, si può sapere che c’è?» domandò all’improvviso, un po’ brusco. «Orihime è preoccupata per te.»
Ishida arrossì di nuovo. Preoccupata per lui? E magari lo era anche Kurosaki stesso?
«Non ho… niente» mentì, guardando la pioggia. Si era messo in testa di aspettare che la tempesta si calmasse, ma forse non era stata una buona idea.
«Oh, andiamo. Abbiamo combattuto insieme, abbiamo affrontato di tutto, almeno potresti non avere segreti con me. Soprattutto perché Orihime dice che tu sei il mio migliore amico, per cui parla e basta» borbottò Ichigo, che provava un bizzarro senso di imbarazzo nel cercare di scovare i suoi tormenti e sentimenti. Ishida sospirò. Insomma, se n’era stato tranquillo senza recare disturbo a nessuno. Non potevano lasciarlo in pace?
«Niente, Kurosaki, non c’è niente. Tu e Inoue non dovreste preoccuparvi per me. Ora state insieme, quindi non pensate a me e basta.»
Le sue parole vennero fuori in modo più aggressivo di quanto avrebbe voluto. Ichigo assottigliò lo sguardo. Bastava fare due più due.
«Aspetta… aspetta un momento! Non è che magari sei geloso? Non è che sei innamorato di Orihime?»
Ishida non gli rispose. Se ne infischiò della pioggia e se lo lasciò alle spalle, mentre Ichigo lo chiamava. Forse ci aveva preso. E, in caso, questo complicava tutto.
 
Orihime aveva strabuzzato gli occhi quando Ichigo le aveva detto che probabilmente Ishida era innamorato di lei. La notizia l’aveva sconvolta.
«Ma non è possibile. Non Ishida. È strano…» disse mentre si portava una mano sotto il mento. Ichigo ricordava bene l’imbarazzo che aveva provato la sua ragazza quando era entrata la prima volta in camera sua, ma oramai quell’imbarazzo aveva lasciato posto ad una piacevole abitudine. Se ne stava in ginocchio sul tappeto, Ichigo invece era seduto sul letto, di fronte a lei. E pensava. Trovarsi in uno strano triangolo, non era quello a cui mirava. Ichigo mirava a qualcosa di normale e semplice, almeno per una volta.
«Lo so che è strano… ma mi sembra l’opzione più plausibile, a giudicare dalla sua reazione. Stupido Ishida» si lamentò massaggiandosi le tempie. «E in questi casi che si fa?»
Sarebbe stato più giusto lasciare Ishida in disparte per non inferire, oppure cercare di parlare con lui, con il rischio di peggiorare le cose?
Orihime però la sua decisione sembrava averla già presa.
«Beh, non possiamo ignorarci a vicenda, non è giusto. Ci parlo io con lui, va bene? Non so bene cosa dovrei dire, però se questa cosa riguarda anche me dovrei parlarci, non pensi?»
Ichigo sospirò e si lasciò cadere sul materasso. Beata Orihime che era sempre allegra e affrontava tutto con grande energia, lui non ci stava capendo niente. A volte aveva l’impressione che i sentimenti troppo intensi lo spaventassero e confondessero.
«Se proprio ci tieni» sospirò. Quando Ishida faceva così lo detestava proprio. Perché rendeva qualcosa di semplice, incredibilmente complicato. Però nel profondo sperava che quella fosse una situazione risolvibile. Il non parlare più con lui e il non averci più a che fare, gli sembrava innaturale.
 
«Ichiiiigoooo! Inoueee! Vedervi insieme è davvero commovente!»
Keigo li accoglieva così ogni giorno e puntualmente Ichigo ricambiava allontanandolo malamente prima che divenisse troppo molesto. La sua relazione con Orihime era ancora una novità e i loro amici più stretti non facevano che dir loro quanto bene stessero insieme e che era stata solo questione di tempo prima che si decidessero. E sia Ichigo che Orihime tendevano sempre ad imbarazzarsi, ma sapevano che prima o poi ci avrebbero fatto l’abitudine. Quella mattina però avevano entrambi un pensiero ben preciso in mente: Ishida, che li guardava di soppiatto, seduto al suo posto con il viso poggiato alle mani, la postura eretta e rigida.
«Allora, il tuo piano sarebbe?» domandò Ichigo alla ragazza. Orihime fece spallucce.
«Non ho un vero piano. Eeehi, Ishidaaa!» esclamò tutta allegra.
Come sarebbe a dire che non aveva un piano? Avrebbe improvvisato? Ichigo se ne rimase in disparte ad osservare Orihime che si avvicinava a Ishida.
«Ah, Inoue» lui le aveva sorriso. Ed era arrossito. Quindi era veramente innamorato di lei?!
«Perché te ne stai qui in disparte? Dai, non fare l’ombroso asociale, guarda che ci manchi, a me e a Kurosaki soprattutto. Non fare il timido!» Orihime lo afferrò delicatamente per un polso e sentì Ishida irrigidirsi, ebbe quasi l’impressione che volesse scostarsi. Ishida lanciò uno sguardo a Ichigo, oltre la figura di Orihime.
«Non… non sono timido, io. È solo che adesso siete una coppia. Io c’entro poco con voi due» confessò. Orihime batté le palpebre. Perché doveva dire quelle cose? Era assurdo, loro tre insieme funzionavano benissimo.
«Ma non dirlo! Guarda che a me e Kurosaki tu piaci tanto. Va bene, allora facciamo così. Ci vediamo noi tre insieme, anche perché c’è qualcosa di cui dobbiamo parlare» Orihime aveva deciso, non aveva domandato. E forse era meglio così, perché in caso sia Ishida che Kurosaki si sarebbero sentiti in imbarazzo e a disagio.
Per Ichigo quella sensazione di disagio era nuova, ma non avrebbe saputo dire da cosa fosse scaturito. E Ishida aveva iniziato a non capirci più niente quando Orihime aveva detto a me e a Kurosaki tu piaci tanto, per poi ricordarsi che non intendeva certo ci piaci in quel senso.
«Ma io veramente…» provò a dire.
«Allora è deciso. Ci vediamo dopo scuola. Non scappare, mi raccomando!» disse ad alta voce, tornando dal suo ragazzo che aveva sul viso la medesima espressione sconvolta di Ishida.
«Quindi questo è il tuo piano? Non lo so, Inoue. Mi sento a disagio, è tutto troppo strano» ammise Ichigo. Lui, Orihime e Ishida da soli. Improvvisamente la cosa lo agitava. E gli faceva sentire caldo. Si chiese se per la ragazza fosse lo stesso.
«Lo so, però è necessario. Dobbiamo chiarire, non pensi anche tu? Non voglio che si rovini tutto, non potrei sopportarlo» Orihime si sedette al suo banco e Ichigo pensò che nemmeno lui voleva che si rovinasse tutto. Non ci aveva mai pensato a dire il vero, ma ora le cose erano cambiate. Se Ishida aveva qualcosa da dire, che gliela dicesse. Così almeno avrebbe smesso di pensarci. Si sedette anche lui al suo banco e si ritrovò a fissare Ishida, il quale ad una certa si era voltato e per un brevissimo istante lo aveva guardato negli occhi. Ma entrambi, in imbarazzo, si erano poi voltati dall’altro lato.
 
Anche quel pomeriggio dopo scuola, pioveva. Ishida stavolta aveva portato l’ombrello, Inoue e Kurosaki invece no. Consapevole di non poter scappare (non sarebbe stato giusto e d’altronde c’era una parte di lui che desiderava chiarire i punti in questione), li aveva attesi all’uscita da scuola. Orihime si era trascinata dietro Ichigo e tutta in imbarazzo e con un sorriso, aveva detto abbiamo dimenticato l’ombrello.
Allora usiamo il mio, aveva detto Ishida, per poi rendersi conto che a portarlo doveva essere Ichigo, essendo lui il più alto dei tre. E così Ichigo si era ritrovato, suo malgrado, al centro. A destra Orihime, a sinistra Ishida. Tutti e tre vicini.
«Kurosaki, andiamo da te!» esclamò la ragazza, prendendolo alla sprovvista come al solito.
«P-perché da me?!» domandò con una leggera nota di panico, il che era piuttosto assurdo, ma era anche lo stato d’animo condiviso da Ishida.
«Già, infatti. Non possiamo andare da un’altra parte?» suggerì quest’ultimo, togliendosi gli occhiali, le cui lenti erano bagnate da goccioline di pioggia.
«Ma diluvia, tra poco verrà un temporale. E poi una casa è più intima, mi piace di più» disse Orihime allegra, allungando una mano per farsi bagnare dalla pioggia. Lei non lo sapeva, ma né Kurosaki né Ishida erano capaci di dirle di no. E in fondo nemmeno lo volevano.
Così Ichigo decise di fare quel sacrificio, reso un po’ più facile dal fatto che suo padre fosse impegnato in clinica e le sue sorelle in attività extra-scolastiche. Così erano soli e nessuno li avrebbe disturbati. Anche se, pensandoci, questo un po’ in panico lo mandava, ma fu comunque bravo a non farlo vedere. Orihime chiacchierò molto, fu lei a fare gli onori di casa quasi come se vivesse lì. Poi fece entrare Ishida in camera di Kurosaki, mentre quest’ultimo preparava il tè e pensava perché, come e quando sono finito in questa situazione assurda? Rischia di diventare tutto molto imbarazzante.
Poi raggiunse i due con il vassoio in mano, Orihime chiacchierava e Ishida l’ascoltava, seduto di fronte a lei sul pavimento. Ichigo si sedette accanto alla sua ragazza e porse loro il tè. Ishida soffiò sul suo e poi bevve un sorso, senza distogliere lo sguardo da quei due.
«Allora, posso sapere perché sono stato invitato qui?» domandò, un po’ diffidente e sospettoso. Ichigo corrugò la fronte.
«Tsk, davvero non ci arrivi da solo? Dopo la nostra chiacchierata dell’altro giorno, un’idea dovresti avercela. Sei strano e Orihime ha insistito per risolvere la cosa. Non che a me importi molto, ovviamente.»
«Kurosaki, dai!» disse Orihime, decisa a prendere la situazione in mano, anche se (ora se ne rendeva conto) tutto ciò imbarazzava un po’ anche lei. «Ecco, vedi Ishida… le cose sono un po’ cambiate. Intendo da quando noi due ci siamo messi insieme. Non so, è come se a te… desse fastidio.»
Le guance di Ishida si colorarono di rosso. Quindi era così, lo avevano messo alle strette quei due. Voltò la testa dall’altra parte, proprio per non guardarli negli occhi.
«Non mi da fastidio.»
A Ichigo non parve che stesse mentendo, gli parve piuttosto che stesse nascondendo qualcosa.
«Ma fammi il favore! Non fai altro che evitarci e guardarci male. Dì le cose come stanno: tu sei innamorato di Orihime e sei geloso!» esclamò, indicandolo. E rendendosi conto solo dopo che quella seconda parte sarebbe stata meglio pensarla e non dirlo. Orihime arrossì e ad un tratto fu lei quella più a disagio, quella che ora si stringeva un cuscino al petto. Ishida finalmente lo guardò, ancora rosso in viso e con gli occhi ridotti a due fessure.
«Dai per scontato che io sia innamorato proprio di lei?» domandò. Inizialmente Ichigo non capì. Se non amava lei tra i due… era mai possibile che invece amasse lui? Lo stesso pensiero attraversò la mente di Orihime, la quale fece cadere il cuscino sul pavimento e si portò la mano davanti la bocca.
«Oh. Ishida tu… tu per caso vuoi Kurosaki? P-perdonami, io non avevo capito che… insomma…»
Gli occhi di Ichigo parvero raddoppiare di grandezza. Questo era veramente ridicolo! Ishida non era attratto dai maschi. O almeno questo lo aveva sempre dato per scontato. Soprattutto, perché quel dannato idiota non smentiva Orihime?
Ishida fece spallucce e poi prese un altro sorso di tè. Dire a parole ciò che gli passava per la testa non era facile. Aveva sempre contato sul fatto che lo avrebbe tenuto per sé, ma forse a far finta di niente non era stato molto bravo. Avrebbe potuto mentire, ma aveva l’impressione che se ci avesse provato, Inoue e Kurosaki avrebbero intuito comunque qualcosa.
«Non c’è niente da capire. Voi due siete una bella coppia, dico sul serio. Siete molto diversi e per questo vi compensate. Siete praticamente perfetti ed è piacevole anche solo guardarvi» nel tono di Ishida non c’era rabbia. Orihime lo trovò addirittura dolce.
«… Sono io che non c’entro niente con voi. Se dovessi paragonarvi a qualcosa, direi che siete due raggi di sole. Io sono più… un’ombra, credo. Ah, lasciate perdere. Sto diventando sentimentale e questo non è da me.»
Ichigo e Orihime si guardarono. E Orihime, seguendo quell’improvviso balzo di coraggio, afferrò la mano di Ishida.
«Non capisco perché dici questo. Eravamo amici prima, possiamo esserlo anche adesso.»
Calò qualche istante di silenzio e in quel silenzio Ichigo ci lesse l’inimmaginabile. Lo lesse nel modo in cui Ishida ora guardava la sua ragazza, ora guardava lui. Si chiese quando avesse iniziato a guardarli così, forse da tanto e forse nessuno dei due ci aveva fatto troppo caso. Li guardava con desiderio, affetto, un affetto di quelli che non si riservava agli amici. Aveva avuto l’impressione che il respiro di Ishida si fosse fatto più pesante. E anche il proprio.
«Orihime» la chiamò per nome. «Se solo fosse possibile, non vi vorrei come amici. Non amo uno di voi due, forse amo entrambi. Ah… che sciocco che sono» Ishida si scostò dalla sua presa e si aggiustò gli occhiali. Ora che l’aveva detto ad alta voce, suonava veramente assurdo. Cosa avrebbero pensato di lui? Che era un pazzo, un immaturo, un pervertito? Quando mai si era sentito di una qualcuno che amava due persone? Non era normale, non era normale.
Non lo era.
Orihime era arrossita così tanto che improvvisamente le sembrò d’essere in un giorno d’estate, non in un’uggiosa e piovosa giornata d’inverno. Ichigo li guardò, prima lui e poi l’altra. E poi rise.
«Dai, non prendermi in giro, non è possibile. Non è possibile, giusto?» domandò.
La testa gli girava. E Ishida era serio.
«Lo pensavo anche io. Volevate sapere qual è il problema, adesso lo sapete. Immagino che non mi vogliate più parlare e lo capisco, lo avevo tenuto in conto. Una cosa del genere è strana, quindi me ne vado.»
Fece per alzarsi, ma Ichigo fu più veloce e gli diede un colpo all’addome, non abbastanza forte da fargli male, ma abbastanza forte da fermarlo.
«Ah, non ci pensare proprio. Tu non puoi dire certe cose e poi pensare di andartene. Si può sapere perché non ce l’hai detto prima?»
«Mi sembra di avertelo già spiegato. Perché non è normale e perché voi siete già una coppia, non volevo rovinare tutto.»
«Che cosa? Ma, tu brutto… Orihime, dammi una mano!» esclamò Ichigo. La sua ragazza non parlava, aveva congiunto le mani ed era attraversata da un leggero tremolio.
«Sedetevi, tutti e due» sussurrò, gentile ma autoritaria. Ichigo e Ishida si lanciarono un’occhiata sorpresi e poi si sedettero di nuovo. Ora Ishida aveva scoperto le sue carte, Inoue e Kurosaki dovevano fare lo stesso. Perché certo lui non poteva saperlo, ma entrambi avevano sempre avuto la sensazione che nella loro relazione mancasse qualcosa, solo che non si erano mai soffermati cosa potesse essere. Orihime respirò profondamente: sapeva bene che se avesse lasciato fare a quei due non si sarebbe risolto niente, quindi doveva pensarci lei. Anche se si sentiva agitata.
«Dunque, Ishida ama entrambi. Non è così strano, a volte capita che tre persone stiano insieme» iniziò a dire.
«Lascia perdere» la interruppe Ishida. «Troppi problemi. E poi non dovete includermi nella vostra relazione solo perché vi faccio pena.»
«Ma vuoi stare zitto?! Qui nessuno ha detto niente!» sbottò Ichigo.
«La pianti di zittirmi?»
«Ragazzi!» esclamò Orihime. Si zittirono e ascoltarono entrambi il ticchettio della pioggia sul vetro della finestra. «Ishida, tu mi piaci. Ho sempre pensato che mancasse qualcosa, possibile che sia tu quel qualcosa? Tu che ne pensi, Kurosaki?»
Lui cosa ne pensava? Che era assurdo! Non poteva essere Ishida il loro pezzo mancante e poi a lui nemmeno piaceva. Certo, doveva ammettere che fisicamente era piuttosto attraente, che anche se non facevano altro che discutere, senza di lui niente sarebbe stato lo stesso. E anche che quando non c’era sentiva la mancanza, ed era anche vero che quando erano molto vicini sentiva uno sfarfallio all’altezza dello stomaco.
Maledizione. Possibile che lui mi piaccia in quel senso?
«Io… non lo so! È tutto strano. Va bene, forse Ishida mi piace, ma anche se fosse cosa volete fare? Stare insieme tutti e tre? Come lo diremmo agli altri? E poi come si gestisce una relazione a tre?»
Ishida non rispondeva, era ancora fermo a metabolizzare l’idea che lui piacesse loro. Che piacesse a Orihime e, soprattutto, che piacesse a Ichigo.
«Ma se ci piacciamo, allora… il resto verrà dopo. A me non dispiace l’idea di avere due fidanzati» disse Orihime, facendo spallucce.
Ichigo si passò una mano tra i capelli. Un’umana, uno Shinigami e un Quincy, sembrava l’inizio di una barzelletta. E invece da ridere non c’era niente. E poi si sentiva confuso, Ichigo era sicuro di non essere attratto dagli uomini in generale, ma Ishida aveva qualcosa di particolare. E quindi che cos’era? Un bisessuale? Non aveva voglia di mettersi a cercare l’etichetta adatta, non era quello l’importante.
«Ma io non… ah! Non lo so. Va bene, noi ci piacciamo. Ma questo non basta per stare insieme, potremmo anche non funzionare.»
«… È quello il senso del mio discorso» disse Ishida sottovoce. In parte però sperava che finissero insieme, tutti e tre. L’idea di allontanarli non gli piaceva proprio.
Orihime si mise in ginocchio.
«Va bene, allora. Penso che il modo migliore per capire quanto effettivamente ci piacciamo è… umh… sì, dovremmo provare a baciarci.»
Ichigo e Ishida la guardarono come se fosse impazzita. Ichigo e Orihime si erano già baciati qualche volta, certo, ma quello non aveva niente a che vedere con il resto.
«Ma… neanche per sogno! Non possiamo farlo così e subito!» protestò infatti.
«… Senza contare il fatto che non ho mai baciato nessuno e voi saresti i primi» ammise Ishida, come se stesse parlando più a sé stesso che a loro. Questo lo sorprese: Ishida voleva dare a loro i suoi primi baci?
«Guardate che se volete, posso cominciare io. Sta a vedere, Kurosaki.»
«… Che…?»
Se fosse stata un’altra situazione, con un’altra persona, Ichigo avrebbe avvertito la morsa della gelosia, Invece, quando vide Orihime avvicinarsi a Ishida, sentì quel famoso sfarfallio affatto spiacevole. Loro sue si guardavano, Ishida non si muoveva. Non pensava che Orihime fosse così intraprendente.
«Sei… sicura…?» sussurrò, sentendo il suo respiro sul proprio. La ragazza annuì e poi sorrise.
«Wow. Lo sai che sai davvero bellissimo? Mi piaci proprio!» esclamò. E se quello fu un modo per distrarlo, funzionò. Perché Ishida aprì la bocca per rispondere e lei invece si fece avanti per baciarlo. Ichigo si irrigidì e rimase immobile a fissarli. Il bacio tra Ishida e Orihime era timido. Anzi, lo fu solo per qualche istante, perché ben presto si fece più audace, più passionale. Orihime strinse i suoi capelli e Ishida strinse quelli di lei.
Lei che era morbida, piccola, calda e perfetta. Che si stringeva al suo corpo. Mentre Ichigo li guardava e lo sfarfallio si tramutava in desiderio ed eccitazione. Orihime si staccò a malincuore. Era diverso e allo stesso tempo uguale a baciare Kurosaki.
«Che cazzo… è assurdo» commentò quest’ultimo. Ishida ansimava con gli occhiali appannati, Orihime sorrideva, con una luce nuova negli occhi.
«Sì, direi che mi piaci da morire. Ma ora tocca a voi due.»
Ishida guardò Ichigo. Se qualcuno gli avesse detto, tempo prima, che un giorno avrebbe baciato uno Shinigami, non ci avrebbe creduto. Bene, ora non aveva altra scelta che crederci.
«Kurosaki, guarda che non lo devi fare per forza. Lo so, sono un ragazzo e…»
Ichigo si avvicinò a lui, anche se non vantava la stessa delicatezza di Orihime. Fu delicato invece quando gli tolse gli occhiali, accessorio inutile visto che si sarebbero appannati.
«Sei un Quincy maschio, insopportabile, cocciuto e con cui litigo sempre. E la cosa assurda è che questo mi piace. Ah, Ishida, bastardo… me la pagherai per avermi fatto questo» ma mentre lo diceva gli accarezzava la guancia e si avvicinava. Ishida assottigliò lo sguardo, ora un po’ più a suo agio.
«Hai ragione. Mi merito proprio la tua vendetta» e lo disse in un modo che a Ichigo andò il sangue alla testa. Si avvicinò con uno scatto e lo baciò e sulle sue labbra sentì un po’ il sapore di lui, un po’ il sapore di Orihime. Gli tenne il viso tra le mani, mentre si assaggiavano con attenzione e Ishida lo abbracciava. Nemmeno nei suoi sogni era mai stato tutto così perfetto. Vedevano come Orihime li guardava, con gli occhi lucidi, un po’ commossa, un po’ intenerita, un po’ eccitata. Non era normale, continuava a ripetere Ishida a causa della paura. A lei invece pareva così stranamente naturale.
«Wow…» sussurrò. Ichigo ansimò e si allontanò appena da Ishida, guardandolo.
«Per quanto mi scocci ammetterlo, non ci sono dubbi che io ti voglia. Accidenti a te e accidenti all’idea di Orihime.»
Nel sentirsi chiamare, la ragazza si avvicinò. Mai nella vita avrebbe immaginato di avere due ragazzi con sé, di volerli entrambi, di baciare entrambi e poi più avanti chissà, addirittura farci altro. Li guardò e li accarezzò sul viso, osservando le loro differenze fisiche. Poi si avvicinarono, pensando che dopotutto oramai era andata.
E si baciarono, tutti e tre insieme, con gli occhi chiusi e in sottofondo il suono della pioggia. Le loro lingue si carezzarono con passione e i loro corpi si strinsero così tanto che ebbero l’impressione che non ci fosse più un confine tra l’uno e l’altro.
E poi l’eccitazione. Quella era triplicata.
«Oh, wow. Doppio wow, triplo wow. Io… io questa cosa non la credevo possibile!» commentò Orihime, ancora vicino a loro. «Kurosaki, non pensi che così sia più bello?»
«… Lo è, ma se continuiamo così Ishida si monterà la testa.»
Ishida aveva, dal canto suo, un’espressione felice pur non sorridendo. Ma sorridevano i suoi occhi.
«Non… mi monterò la testa. Abbiamo appurato che c’è qualcosa tra noi tre. Ma non capisco, perché non me lo avevate mai detto?»
Ichigo fece spallucce.
«Per il tuo stesso motivo. Ah, io devo essere impazzito. Allora, cosa dovremmo essere?» domandò, mentre cercava di calmare la sua eccitazione e il suo battito accelerato. Orihime ci pensò su.
«Tipo una troppia, immagino. Se Ishida accettare di mettersi con noi.»
Quella domanda così diretta lo mandò in crisi, nonostante oramai fosse chiaro che amici non potevano più essere. Ishida non aveva idea di come l’avrebbe gestita, perché da un lato aveva una ragazza allegra e dolce e da un lato uno Shinigami dai capelli arancioni con cui si pizzicava un giorno sì e l’altro pure. E li adorava entrambi.
«Io… sì, accetto. Però andiamoci piano, non sono esperto di…. Ah!»
Orihime gli era saltato addosso, abbracciandolo. Si sentiva felice perché era come se un pezzo fosse tornato al proprio posto. Ichigo li osservò e si sentì stranamente quieto, come se stesse osservando un dipinto ora completo. Non era normale, era una pazzia, forse poteva anche essere vero. E d’altronde l’amore era complicato, quindi magari ne esistevano di tanti tipi.
«Va bene, voi due. Ora però non fatemi sentire escluso» borbottò. Ishida allungò un po’ timidamente il braccio, invitandolo ad unirsi a quell’abbraccio.
Questo sì che era strano. Molto strano. Ma strano in modo bello e piacevole. Così si avvicinò e poi baciò Orihime sulla fronte.
E fuori continuava a imperversare la tempesta.

Nota dell'autrice
Il titolo della storia viene dal fatto che "Ame" significa pioggia. Quindi Amerai, che autrice spiritosa che sono. Scherzi a parte, questa OS vegetava da settimane sul mio PC, stamattina mi sono svegliata e l'ho finita. Primissima volta che scrivo di Ichigo, Ishida e Orihime come troppia, ma li adoro e quindi ecco qua. Ammetto che se avessi continuato a scriverla sarebbe finita con una scena lemon, però avrei anche dovuto allungare la storia e di storie lunghe per ora ne sto scrivendo pure troppe. Spero che a storia vi sia piaciuta secondo me questi tre personaggi insieme funzionerebbero (soprattutto Orihime che riesce a calmare Uryu e Ichigo che sennò litigano sempre).
Alla prossima :D
Nao
   
 
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