Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: AkaNagashima    02/05/2022    1 recensioni
Vi siete mai chiesti cos'abbia realmente provato John Watson vivendo le avventure con Sherlock Holmes? Noi vediamo le puntate della serie tv principalmente dal punto di vista del detective, in quanto protagonista, ma vi siete mai chiesti cos'ha provato il medico vivendole e, a volte, senza poter nemmeno reagire come avrebbe voluto?
Se abbia mai provato un minimo di senso di colpa nei confronti del proprio migliore amico, oppure solo ed esclusivamente rabbia cieca per qualche suo comportamento e modo di pensare.
Era una domanda che mi ronzava spesso nella mente negli ultimi tempi, ed alla fine ho deciso di provare ad immedesimarmi in lui e a riproporre ogni episodio, i momenti più cruciali, tramite la sua persona. Spero di esserci riuscita e di farvi emozionare com'è successo a me durante la scrittura.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ebbene, eccoci qua. Benvenuti in questa avventura da parte mia, in quanto non è stato assolutamente semplice riprendere in mano tutta la serie e tentare di ricordarsi a modo ogni puntata. Fortunatamente ho trovato un sito affidabile dove, non si sa per quale segno del destino, vi sono rappresentate tutte le citazioni di ogni episodio. Tramite questo riesco a ricordarmi ogni dettaglio, il che è una gran bella fortuna. Senza contare che sono fissata con questa serie, altrimenti non sarei qui a fare questo esperimento sociale.
Ho scritto altro su Holmes e Watson, anche se rappresentavo soprattutto un alternative universe o un crossover (come Cargo, ad esempio), ma qui non si parla di rappresentare la fantasia dello scrittore, bensì rappresentare un'idea, una domanda, e magari riuscire a coinvolgere anche chi legge.
Spero che accada, davvero, ne sarei onorata.
Detto questo, buona lettura, e spero riviviate la serie com'è successo a me, ma tramite gli occhi di Watson.




 
𝟐𝟎𝟏𝟎 - 𝐒𝐡𝐞𝐫𝐥𝐨𝐜𝐤 𝐇𝐨𝐥𝐦𝐞𝐬
 
[ . . . ]
 
Quando gli avevano annunciato che avrebbe dovuto affrontare un periodo, seppur misero, di riabilitazione alla mano sinistra, non ci poteva credere. Appena rientrato a Londra, ricoverato d'urgenza a causa della ferita alla spalla sinistra, John si sentiva un pesce fuor d'acqua.
La gamba destra, come aveva pensato, aveva avuto un trauma tanto quanto il resto del proprio corpo rendendolo zoppo come poteva esserlo un vecchio, e non un uomo di soli trentasette anni. Invero, dopo aver dovuto affrontare una guerra che per lui era durata ben nove anni - e continuerà per altri undici - si ritrovò costretto ad andare da un'analista per poter condividere gli orrori che aveva vissuto sulla propria pelle. Ogni soldato aveva bisogno di una psicologa e, nei peggiori dei casi, anche di una psichiatra. Per non parlare dei tranquillanti. Lui, fortunatamente, aveva solo difficoltà a dormire continuando ogni notte a sognare il proprio incidente e lo scoppio assordante delle bombe svegliandolo ad ogni ora della notte. Ella, così si chiamava la donna, gli consigliò di cominciare a scrivere un blog e di usarlo come diario personale.
𝑇𝑖 𝑎𝑖𝑢𝑡𝑒𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑎 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑎 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑒̀ 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑎.
Così aveva detto. E lui, come un'automa, aveva deciso di seguire quel consiglio. E fu proprio dopo l'ennesima seduta con la donna che, passeggiando per il parco, si sentì chiamare da qualcuno. Non avrebbe mai pensato di incontrare qualcuno che conosceva, era stato anni al fronte e pensava che nessuno potesse riconoscerlo. Invece si sbagliava.
Mike Stampford, un suo compagno di studi, lo aveva non solo riconosciuto, ma lo aveva accolto a Londra con una felicità che John non si aspettava.
Si erano seduti insieme ad una panchina ed avevano cominciato a condividere le loro esperienze dopo l'università. Mike lavorava, ovviamente, al Bart's e sembrava molto contento del proprio lavoro. Lo ricordava molto propenso agli studi quanto goffo. E John, preso dall'euforia del momento di poter parlare con una vecchia conoscenza, gli confidò che stava cercando un coinquilino per convivere in un appartamento e condividerne le spese.
 
𝑱𝒐𝒉𝒏: Andiamo, chi vorrebbe mai un coinquilino come me?
𝑴𝒊𝒌𝒆: Sei già il secondo che me lo dice.
𝑱𝒐𝒉𝒏: . . . Chi è stato il primo?
 
[ . . . ]
 
Non si sarebbe mai aspettato di rivedere quel luogo così presto. Mike lo aveva portato nell'obitorio senza un apparente motivo, almeno per il medico, quando l'amico gli sorrise dicendogli che conosceva qualcuno che faceva al caso suo.
Certo, tutto si sarebbe aspettato tranne di trovare un uomo, affatto vestito da infermiere o altro, che frustava il corpo di un morto. E sembrava anche molto concentrato. Ma chi diamine era!?
Doveva ammettere, però, che non era affatto male. Sarà stato alto 1.80 circa, capelli corvini e pieni di boccoli, fisico slanciato e quegli occhi.
Glaciali.
Per un attimo ebbe un fremito ed il flash di altrettanti occhi freddi lo fecero rabbrividire. No, non ci sarebbe cascato di nuovo, se l'era promesso.
Le presentazioni erano state assenti, l'uomo gli chiese il cellulare come se si conoscessero da anni, e solo da esso riuscì a descrivere la vita altrui come se fosse stata la propria, destabilizzandolo.
 
𝑱𝒐𝒉𝒏: Gli hai parlato di me?
𝑴𝒊𝒌𝒆: Assolutamente no.
 
E allora come diamine faceva quell'individuo a sapere che fosse tornato dall'Afghanistan recentemente?
Non solo, guardandolo da capo a piedi aveva persino appurato, senza controllare in modo approfondito, che la sua zoppia fosse solo psicosomatica. E, effettivamente, in ospedale non avevano trovato niente di rosso al suo interno, nessun osso aveva affrontato qualche tipo di problema. Per quanto risultasse inquietante, ai suoi occhi fu qualcosa di formidabile. Si inumidì le labbra, un tic che gli era rimasto dalla guerra e che risultava per due motivi diversi: nervosismo o interesse.
 
𝑺𝒉𝒆𝒓𝒍𝒐𝒄𝒌: Il mio nome è Sherlock Holmes e vivo al 221B di Baker Street.
 
Un occhiolino, nient'altro, e l'uscita ad effetto che a John sarebbe rimasta impressa nella mente per gli anni successivi. Nient'altro, solo questo, nemmeno una stretta di mano.
Aveva appena 'conosciuto' un uomo - 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑜𝑚𝑜 - e domani sarebbe andato a vedere l'appartamento che avrebbero condiviso, tutto qua. Un altro fremito, tentò di mantenere un autocontrollo almeno esterno, ci riuscì, ma dentro di sè c'era ogni tipo di caos.
Mike lo stava osservando incuriosito, Watson decise di schiarirsi la bocca e tentare di sorridergli per fargli capire che sì, tutta la situazione gli sembrava positiva.
Ma non sapeva una cosa, e con Sherlock Holmes l'avrebbe capita a breve: 𝐓𝐡𝐞 𝐆𝐚𝐦𝐞 𝐢𝐬 𝐎𝐧.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: AkaNagashima