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Autore: Duchessa712    03/05/2022    1 recensioni
A volte si sente come se fossero in tre in questo matrimonio.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francis, Mary Stuart, Regina Catherine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Filo d'equilibrista

Maria è una Regina e fa il suo dovere - eccetto quello che importa di più, quello che è richiesto dal suo essere donna.

Il suo letto non è più vuoto, ma lei dorme sul bordo, tenendo tra sé e Francesco quanta più distanza possibile.

(A volte è inutile. Percepisce il calore del suo corpo, traccia il contorno della sua figura sotto le lenzuola bianche, lo sente muoversi nel sonno, la mano che la cerca.

Scappa da lui, allora. Scappa dai ricordi. Quando Francesco è troppo vicino, la sua presenza opprimente, i suoi occhi addolorati e le speranze distrutte sono troppo per il suo fragile corpo, scappa da lui e dal suo letto, scalza per i corridoi vuoti).

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Quando si sveglia, Francesco lo fa in un letto freddo e vuoto, sua moglie sparita da tempo. Prova a non essere troppo deluso - perché ogni volta che pensa che stanno andando avanti, che se lo sono messo alle spalle, si ritrova da solo.

Così si veste e segue il percorso tracciato da lei (ed è come seguire un filo, uno che Maria lascia dietro di sé senza accorgersene, che lui riavvolge al mattino e lei stende ancora la sera, in una danza che sembra una caccia dove le armi sono attesa e perseveranza).

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Dorme, Maria, e sembra calma in un modo in cui in sua presenza non è mai. Dorme, e Francesco vuole passarle le mani tra i capelli, lasciarle baci languidi e accompagnarla con le sue carezze verso il risveglio. Dorme, e sembra non aver fatto altro per tutta la notte.

Lo sguardo tagliente e ammonitore di sua madre gli dice tutt'altro, gli parla di incubi e lacrime, di ricordi annidati nella mente, in agguato dietro le palpebre.

(Maria scappa da Caterina e Francesco non riesce a capire perché - perché gli venga preferita, quando l'antipatia tra le due donne è nota da tempo. Ha provato a chiedere, una volta, ma sua moglie ha scosso la testa e lo ha guardato con occhi stanchi e lui ha desistito. Ha chiesto a sua madre, ma le sue labbra sono cucite).

+

Maria corre da Caterina, che ha imparato ad aspettarla, che si muove piano e lenta, che la sfiora appena mentre le asciuga le lacrime, la aiuta a sdraiarsi e la copre; Caterina che le dice di chiudere gli occhi, che le passa le dita tra i capelli dopo un cenno d'assenso, che le canta una ninna - nanna sentita chissà quando; Caterina che sa calmare i suoi incubi, che non si ritrae quando Maria le afferra i polsi con troppa forza, che veglia il suo suo sonno per ore.

Caterina che la sveglia, una mano aperta su una spalla, il tono dolce che usa con i figli bambini, sotto lo sguardo di impotenza e gelosia nascosta di Francesco, in piedi davanti alla porta, imponente, troppo grande per il mondo che sua moglie e sua madre hanno creato. Tende le mani avanti e portano il filo raccolto, un tentativo di sorriso, che si allarga quando Maria lo ricambia, protetta dalla distanza tra la porta e il divano, dalla presenza di sua madre tra di loro.

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Il resto del giorno è un gioco: udienze, problemi, richieste, alleanze, minacce.
Il resto del giorno è uno spettacolo: non prenderle la mano troppo forte, non starle troppo vicino, non sussultare quando la sfiora, non fare movimenti repentini, ballare cercando di nascondere il terrore, non urlare quando si piega in avanti per un bacio e le cinge il collo.
Il resto del giorno è una tortura che, la notte, è libera di compiere i suoi danni.

Non è stata una scelta ragionata, scappare dal letto e attendere l'alba nella stanza di Caterina. È stato istinto: Caterina capisce, sa, non fa domande, non tentenna. Caterina agisce, le tende la mano e aspetta che Maria la prenda, la fa sedere e aspetta che Maria annulli la distanza, le passa un braccio attorno alla vita - lontano dal collo - e aspetta che Maria le posi il capo sulla spalla.

(Non è stata una scelta ragionata. È stato istinto. Perché Caterina sa, agisce, non domanda. Perché Caterina le ripete che è viva, che è la sola cosa che conta, che non le hanno tolto niente, fino a quando Maria torna a crederci).

Francesco non capisce. Forse ne è risentito, certamente ne è deluso. Maria si sente in colpa, perché lo ama, tanto, più di tutto, ma non capisce - e non è colpa sua (come non lo è il fatto che la sua pazienza sta finendo: l'attesa è arte femminile, agli uomini non viene mai insegnata e lui è, in fondo, quel bambino che correva più veloce e non si fermava ad aspettarla).

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A volte si sente come se nel suo matrimonio fossero in tre, perché sua moglie passa buona parte della notte da sua madre, a versare lacrime che non piange con lui, a confidare timori che, pare, lui non può capire.

Maria lancia il filo e lui non riesce mai a prenderlo al volo. Segue i suoi passi e arriva sempre in ritardo. La cerca e sua moglie sembra un'estranea.

(Non è stata una scelta ragionata, è stato istinto. Perché una volta ha amato Caterina come una madre, soprattutto quando, dopo mesi di lontananza, il volto della sua stessa madre diventava più sfocato).

Maria danza una danza che la porta a sfuggirgli e Francesco passa i suoi giorni a maledirsi per le scelte sbagliate che hanno portato a quella notte, ai lividi sul corpo di sua moglie, ai suoi occhi terrorizzati ogni volta che lui fa un passo di troppo, alla certezza con cui sa che la troverà a cercare conforto da sua madre.

(Una volta Caterina l'ha allevata per un po', prima di nasconderla in convento, e lo ricordano entrambe la disperazione con cui Maria si era aggrappata a lei dicendo di non voler andare).

+

Francesco le guarda in giardino, il modo in cui Maria sia troppo pallida e gli occhi scrutino la folla irrequieti, la mano di sua madre che le sfiora un braccio - sua madre che sa cosa dire e cosa fare e Maria che muove un passo verso di lei anziché indietro - (e si chiede perché. Perché Maria. Perché sua madre. Perché lui. Perché gli sembri di essere in tre e di star guardando uno spettacolo di cui non capisce le battute. Perché la danza tra lui e sua moglie è una fuga. Perché non può essere lui ad aiutarla, a calmare le sue paure, ad asciugare le sue lacrime).

(Francesco non lo saprà mai, delle cicatrici di sua madre, della prima lezione che ha imparato, dei demoni cha ha combattuto anche lei.
Caterina lo ha deciso molto tempo fa e Maria non le rimprovera una scelta che, sa, prenderà anche lei se - quando - sarà madre).
   
 
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