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Autore: Liza Inverse    05/05/2022    0 recensioni
Aziraphale e Crowley sono stati mandati sulla terra come ago della bilancia per preparare l'umanità all'Apoclaisse: mentre l'angelo doveva condurre gli uomini a fare buone azioni, e a punire le cattive, il demone aveva l'incarico di tentare l'umanità nel peccato.
Lungo la storia però entrami si sono incontrati più volte, e non sempre i loro obiettivi si sono conclusi, soprattutto se c'era di mezzo una bevuta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’automobile sfrecciò veloce accanto le transenne alzando terriccio che andò a ricoprire le ghette degli spettatori.

Era una fresca giornata di novembre malgrado il sole illuminasse la strada inglese di campagna, dove un folto gruppo di giovani della Londra bene aveva deciso di organizzare la corsa automobilistica.

Cappellini a scodella coprivano il capo delle ragazze che erano tornate a metà mattinata dalla routine dei parrucchieri. Le ciocche delle onde simmetriche delle loro chiome uscivano dalla tesa dei copricapi in feltro nei colori più vivaci, mentre sfoggiavano soprabiti in collo di pelliccia. Gli uomini in cappotto di cammello alzavano la mano che stringeva i biglietti delle scommesse illegali ogni volta che passava l’automobile su cui avevano puntato.

Il luogo era pericoloso: le transenne erano in realtà pali di legno piantati per terra come recinzioni da bestiame, se i piloti avessero perso il controllo dell’autovettura qualcuno ci avrebbe rimesso la vita, le scommesse ovviamente erano illegali, ma anche la cocaina che girava tra tabacchiere e nasi, non era molto legale.

E c’era chi, Gabriele ovviamente, aveva deciso di mandare Aziraphale a controllare in mezzo a questi giovani volti sorridenti.

Così, il biondo angelo si aggirava tra i corpi sottili dei giovani ventenni londinesi con il suo cappotto fuori moda di almeno cinquant’anni, fermando di tanto in tanto qualcuno per fare due chiacchiere e cercare di metterlo sulla retta via.

“Sodoma e Gomorra…” Mormorò. “Forse dovevano mandarci Sandalphon, qui. Avrebbe avuto più successo trasformando tutti in statue di sale.” Poi rabbrividì al solo pensiero, e decise che forse era meglio di no.

Dal fondo della strada si sentì arrivare un rombo assordante, e più il rombo aumentava, più il grido della folla diventava alto. Alcuni uomini si misero anche a saltare dall’euforia.

Aziraphale riuscì a farsi strada in mezzo alla calca e si affacciò alla recinzione giusto in tempo per vedere arrivare, e frenare con un gran polverone, una macchina rossa e nera, col numero 666 impresso sul cofano fumante. L’angelo fece una smorfia di disgusto. Poi, stupito, sulla sua bocca si formò un “O” di sorpresa che si allungava sempre di più man mano che la sua mascella si abbassava verso il basso.

Dalla macchina uscì un giovane uomo, magrissimo e vestito di una tuta nera con rifiniture rosse, esattamente come la macchina, i capelli lisci all’ultima moda con la riga da una parte e i baffi sottili ben curati sul labbro superiore. Indossava un paio di occhialini antipolvere scuri.

Certo, il taglio di capelli era cambiato, i baffi l’ultima volta non c’erano, ma Aziraphale riconobbe subito il volto e lo stile di Crowley.

Il demone alzò le mani salutando la folla e si avvicinò ai pali di legno, stringendo la mano a quanti gliela porgevano.

“Crowley! Crowley!” Aziraphale cercò di gridare, ma il clamore delle ragazze che allungavano le mani verso di lui e lo tiravano verso i loro corpi copriva la sua voce.

Aziraphale si miracolò un varco tra la calca e marciò impettito verso il demone, il quale, in quel momento era tenuto abbrancato da due ragazze, una mora e l’altra rossa, che facevano a gara su chi avrebbe per prima lasciato un’impronta di rossetto sul suo volto. 

L’angelo allungò le mani verso le due ragazze e le trascinò lontano dal demone.

In seguito gli rovesciò addosso tutto il suo disgusto e indignazione.

“Crowley, non mi sembra il caso di… “fomentare” altro caos nelle menti di queste povere ragazze! Dove sei stato negli ultimi cento anni? A pianificare tutto questo? Se avessi saputo che c’eri tu dietro avrei rifiutato l’incarico e fatto mandare direttamente Gabriele!”

Il demone non fu affatto offeso dall’allontanamento delle due ragazze, al contrario sorrise all’angelo. “Aziraphale! Sei venuto ad unirti alla festa?”

“Festa? Questa è Sodoma e Gomorra! Scommesse illegali, giovani ragazze, vino e droga! Hai portato tu la droga?”

Crowley fece una faccia tra l’offeso ed il sorpreso. “Io? No! Io sono venuto solo per le corse in macchina! Guarda! Le conosci le macchine? Ho intenzione di prenderne una!”

Si avvicinò alla macchina nera e rossa.

“Ho dormito per tutto il diciannovesimo secolo. - allungò la mano per toccare il cofano ancora tiepido - e gli umani mi fanno questo bellissimo regalo. Niente più cavalli! Praticamente una poltrona su quattro ruote che se ne va dove vuoi tu e non ti disarciona! L’automobile!”

“Io la trovo pericolosa!” Protestò l’angelo “Come le ragazze laggiù!” e indicò un gruppo di giovani che stavano lanciando occhiate poco raccomandabili verso il demone.

Il demone si incupì in volto. “Beh, sì effettivamente possono sempre succedere degli incidenti. La settimana scorsa una ragazza è andata fuori strada. I suoi amici l'hanno portata all’ospedale. C’era anche un ragazzo strano che frequentava spesso il posto: capelli scuri, unghie finte, si dice che ogni tanto indossasse una cuffia da notte. Tipo interessante, secondo me.”

Il volto di Aziraphale diventò rosso. “Così sono questi i tuoi interessi, ora...”

L’angelo voltò le spalle a Crowley e a passo svelto di marcia si diresse dalla parte opposta della folla.

“Aziraphale? Dove vai?” Lo richiamò il demone.

“Lontano da qui, dove potrò non vedere questo luogo di peccato! E mando una lettera a Gabriele - fece una pausa come per cercare le parole - In cui dico che non sono riuscito a reprimere questo luogo di peccato! Mi beccherò di sicuro una lettera di richiamo per questo fallimento, ma trovo che questa sia la cosa più disgustosa da quando scoprirono quel marchese.”

Crowley impallidì. “Non puoi dire questo! Mi sono persino tirato fuori io da quella cosa! Era disgustosa! Qui ci si diverte!” Crowley gli corse dietro. “Cosa dici invece di un bicchiere di vino sul molo? Vicino a Battersea Park, c’è anche un padiglione per orchestra all’aperto.”

Aziraphale continuava a camminare.

“Senti, angelo, se vuoi questa cosa la fermo io!” Crowley agitò la mano. 

Pochi attimi dopo le grida alle spalle di Aziraphale furono sostituite da mormorii di sconcerto che si sollevavano dal pubblico. In seguito si udirono belati, campane di bestiame ed urla.

Aziraphale si voltò.

In mezzo al pubblico si era disseminato un gregge di pecore che stava disperdendo le persone, soprattutto le ragazze con i loro cappotti alla moda, mentre i meccanici con la testa nel cofano delle vetture si chiedevano dove fosse andato a finire il motore.

Crowley proseguì. “Visto? La gara si è fermata, le persone se ne stanno andando… Puoi dire che hai fermato Sodoma e Gomorra.”

“E tu invece cosa dirai?” Mormorò il biondo.

Il diavolo tirò su le spalle. “Dirò che ho rovinato una festa a duecento persone, rovinato oggetti da migliaia di sterline… Magari qualcuno di loro si disperderà a coppie ed andrà a… - Aziraphale alzò la mano per fermare il demone. “Va bene, ho capito!”

“Insomma, - proseguì Crowley - Qualcosa inventerò. Non devo dire il motivo. Devo dire il risultato, no?” Sorrise a Aziraphale con un’espressione furbesca e serpentina. “Senti, c’è qualche negozio carino andando verso il molo. Potremmo fermarci a vedere se c’è qualche tabacchiera Regency in argento, o un libro raro. Per le tue collezioni. Offro io.”

L’angelo guardò a terra tra l’affranto ed il confuso. “Non dovrei… accettare favori da te.” Agitò la mano per allontanare qualche persona che aveva di nuovo tentato di avvicinarsi.

“Ti ho per caso chiesto questo?” Chiese Crowley corrucciando il viso in maniera fintamente drammatica. “Ho rovinato la festa. Mica ho fatto un favore a te!”

Aziraphale si raddrizzò e si mise di fronte al demone, poi alzò il mento, orgoglioso. “Dopo però promettimi che non farai più corse in macchina in mezzo ai campi né frequenterai più gente del genere!”

Crowley mostrò i denti disgustato e sibilò. “Non puoi esssere così messschino!”

“Niente corse, niente Sodoma e Gomorra. Non voglio che rischi di discorporarti. Ci sarebbe un sacco di burocrazia... - aziraphale esitò per continuare la frase - prima di riuscire a tornare qui.” La voce di Aziraphale era ferma e decisa.

Crowley guardò il rotolo di soldi che aveva messo nella tasca della tuta. “Beh, dopotutto, lo facevo per i soldi. E ho preso abbastanza soldi da potermi comprare una Bentley. Vieni, angelo.” Si avviò lungo il sentiero sterrato lasciandosi il gregge di pecore alle spalle.

In lontananza Aziraphale sentì una delle ragazze che parlava mentre si puliva il cappotto. “Oh, ora capisco perché non ci stava mai con noi…”

 
  
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