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Autore: littlegiulyy    05/05/2022    0 recensioni
Bra Brief. Da sempre poco avvezza alla lotta, alle battaglie ed alle avventure della squadra Z, con il passare del tempo si renderà conto di quanto le stia stretta la sua vita sulla Terra. Proprio quando quando capirà di aver bisogno di dare un cambio di direzione alla strada che le è sempre stata disegnata davanti, finirà per un caso fortuito nell'avventura che le cambierà la vita. Conoscerà lo spazio, lo stesso in cui suo padre ha vissuto per trent'anni, comprendendo finalmente l'altro lato della medaglia, un altro lato di sé.
Dal Capitolo 1:
"Quando sei l’erede di una delle multinazionali più importanti del pianeta che altra scelta potresti avere?
Nessuna, se non fare quello che tutti si aspettano che tu faccia.
...
Era la figlia della donna più geniale dell’Universo e di uno dei guerrieri più forte di tutte le galassie, i suoi amici erano tutti straordinari con poteri fuori dal comune… e lei? Quella sensazione che ormai aveva appiccicata addosso, la sensazione di essere ordinaria non accennava a staccarsi da lei da qualche giorno.
Insoddisfazione. Questo era quello che provava."
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Pan/Trunks
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 14 "Lose control"

Bardack atterrò vicino a loro dopo qualche ora.
Aveva volontariamente prolungato la sua fuga, restando lontano dal luogo da cui era decollato per svariate ore.
Adesso, aveva bisogno di riordinare i pensieri che confondevano la sua testa comenon gli era mai successo in passato.
Bra lo fissò intensamente in attesa di un suo sguardo che non arrivò, mentre il suo cuore iniziò a battere tachicardico nel petto.
“Bentornato!” esordì Yoshi riprendendo fiato “hai fatto un bel lavoro con la ragazzina, complimenti! Mi ha tenuto testa…” aggiunse facendo l’occhiolino a Bra.
“Puoi andare, adesso ci penso io” tagliò corto il Saiyan avvicinandosi a loro “trova quello che ci serve per il viaggio, dobbiamo partire al più presto” aggiunse atono. 
“Novità?” indagò l’alieno, ma Bardack scosse la testa.
“Nessuna”
Dopo un cenno del capo ma piuttosto stranito dal comportamento dell'amico, Yoshi spiccò il volo senza aggiungere una parola, sparendo nel cielo come una saetta e lasciandoli finalmente soli dopo quello che era successo.
Bra restò in silenzio guardandolo nervosa, in attesa che il Saiyan parlasse. Aspettò qualche minuto in religioso silenzio, ma il ragazzo non sembrava intenzionato a dire una parola ed il suo sguardo era intento ad osservare qualcosa molto distante dalla sua figura.
Deglutì nervosa.
“Io credo che…” esordì la ragazza, ma venne interrotta dal Saiyan.
“Riprendiamo l’allenamento”
“Non credi che dovremmo parlare di quello che è successo?”
“Non è successo niente”
Bra lo guardò a bocca aperta.
Allora era questo che aveva intenzione di fare? Negare tutto?
“Mi hai baciata tu!” sbottò innervosita avvicinandosi a lui “mi hai baciata tu, vuoi negarlo adesso?”
“Faremo come se non fosse mai successo niente” rispose atono il ragazzo.
Il suo sguardo vuoto non faceva presagire niente di buono.
“Ma è successo” insistette Bra. Gli occhi furiosi di Bardack volarono nei suoi, costringendola a guardarlo.
“E’ stato un errore” tuonò senza ammettere repliche “non dovevamo farlo”
“Adesso che Yoshi ti ha ricordato che hai una ragazza che ti aspetta i sensi di colpa ti divorano?” lo stuzzicò la ragazza incrociando le braccia al petto “oppure ti vergogni di aver baciato una debole terrestre?”
Il ragazzo restò in silenzio stringendo i pugni per cercare di controllare la rabbia.
“Non sai quello che dici, stai zitta” borbottò a denti stretti.
“So perfettamente quello che dico” disse la ragazza avvicinandosi e fermandosi a pochi passi da lui “potevi pensarci prima. Cosa accidenti pensavi di fare?” chiese ormai priva di freni inibitori. 
“Niente, non pensavo di fare niente”
“Complimenti, la tua ragazza è stata rapita e tu baci un’altra” commentò risentita per quello che aveva detto.
L’orgoglio lo aveva sicuramente ereditato da suo padre e la sua linguaccia da sua madre.

Il ragazzo restò in silenzio, ma delle scosse elettriche improvvise attraversarono il suo corpo. Si rese conto immediatamente di aver esagerato, quindi cercò di tamponare.
“E’ così facile per te fare finta che non sia successo niente?” rincarò la dose.
Bardack al guardò negli occhi così intensamente che la zittì solo con lo sguardo. Improvvisamente, Bra sentì sgretolarsi la terra sotto i suoi piedi, comprendendo all’istante quello sguardo che aveva già visto in passato.
Si era pentito.
Si era pentito di averla baciata.

“Tra me e te non è mai successo niente, è stato un errore” disse serio “osa dire a qualcuno quello che è successo e giuro che ti ammazzo con le mie mani. Questa volta non scherzo” la minacciò rabbioso e Bra indietreggiò d’istinto, stringendo le braccia al petto intimorita.
Nelle ultime settimane non aveva mai avuto paura del ragazzo che adesso si trovava davanti a lei. Eppure, in quel preciso istante, si pentì di aver solo pensato di potersi avvicinare a lui.
Era stata una sciocca. Accecata dal suo bell’aspetto, si era dimenticata quanto maligno potesse essere.
“Veditela da sola per il tuo allenamento, io ho altro a cui pensare” sentenziò aspro, più deciso che mai ad allontanarsi nuovamente da quel posto “se ti dovessero ammazzare mi farebbero solo un favore, non mi interessa”
Bra lo guardò allibita, incredula che il ragazzo potesse davvero pensare quello che stava dicendo. 
“Non capisco proprio cosa io ti abbia fatto per…”
“Niente, non hai fatto assolutamente niente” tagliò corto il ragazzo “ma non me ne frega niente di te”
Colpita e affondata.
“Non posso combattere se non mi alleni” gli fece presente.
Il ragazzo la guardò con un ghigno “non sono affari che mi riguardano”
Prima che potesse rispondergli, il Saiyan spiccò il volò senza alcun preavviso, lasciandola da sola in mezzo alle colline di Nameck a fissare il punto nel cielo in cui era sparito. Bra osservò il cielo a bocca aperta, senza riuscire a metabolizzare quello che era appena successo.
Non pretendeva niente da lui, ma di certo non si arebbe aspettata un menefreghismo così elevato nei confronti della sua vita. Se non l'avesse allenata, sarebbe stata sicuramente in netto svantaggio in un ipotetico scontro futuro. 
“Vai al diavolo” sbottò rabbiosa tirando un calcio all’albero vicino a lei. Il piccolo tronco venne sradicato dalla sua potenza, finendo scaraventato a svariati metri di distanza da lei. Fissò sconcertata l’albero lontano ormai da lei.
Le era già capitato di rompere qualche oggetto presa dalla furia del momento, ma non aveva mai sradicato nessun albero con un misero calcio ben assestato. La sua potenza era cresciuta a dismisura.
Sospirò esausta. 
Non riusciva proprio a capire cosa stesse passando per la testa del Saiyan. Che fosse confuso era ovvio, che si sentisse il colpa anche. Ma perché reagire così? Perché prendersela con lei? Aveva dato inizio lui a tutto e adesso lei ne pagava le conseguenze.
Si passò una mano tra i capelli corti esasperata.
Con tutto quello che poteva succedere, quella era la cosa più improbabile a cui avesse mai pensato.
No, non gliel’avrebbe fatta passare liscia. E del resto non potevano affrontare una guerra senza spalleggiarsi a vicenda. Doveva chiarire il prima possibile la questione con Bardack o ne avrebbe risentito la loro battaglia.
Spiccò il volò verso la loro navicella, convinta di trovarlo lì.
Volando verso la loro capsula, cercò l’aura del Saiyan nel pianeta ed ebbe la conferma che si trovasse proprio nella sua meta. Yoshi era ben lontano da lì, quindi avrebbero potuto parlare in tranquillità. Accelerò il volo, atterrando poco dopo ai piedi della loro navicella.
Digitò il codice che lei stessa aveva impostato ed entrò quasi come una furia. Senza fermarsi un attimo, si diresse immediatamente nella sala comandi, dove trovò il ragazzo intento a sfogliare delle vecchie carte ingiallite sul tavolo.
Non appena varcò la porta, gli occhi del Saiyan saettarono sulla sua figura indurendo subito i suoi lineamenti.
“Non sono stato chiaro forse? Non ti voglio avere tra i piedi”
“Adesso mi starai a sentire” esordì a voce alta entrando nella sala comandi e prendendolo alla sprovvista con la sua decisione ed intraprendenza, quindi decise di proseguire in fretta prima che la fermasse cavalcando l'onda della sorpresa.
“Se vuoi dimenticare quello che è successo per me è ok” disse apparentemente sicura, ma dentro di sé una morsa allo stomaco le lasciò intendere che non era davvero quello che voleva.
Ma questi erano dettagli, adesso non era importante.
“So che l’unica cosa che hai in testa adesso è riportare a casa Kale” proseguì facendo un bel respiro “ed io sono qui per aiutarvi. Non mi tagliare fuori da questo, ormai sono con voi e non posso tornare indietro”
Bardack assottigliò gli occhi.
“Perché ti dovrei credere? Perché dovresti voler combattere al nostro fianco?”
“Te l’ho già detto, non ho niente da perdere. Io vi aiuterò e voi in cambio mi riporterete sulla Terra”
Le labbra del ragazzo si piegarono in un ghigno e si alzò in piedi.
“Io credo che tu stia cercando di dimostrare qualcosa a qualcuno” disse pungente.
Bra sussultò colta in flagrante.
“Non so di cosa tu stia parlando”
“Tu vuoi dimostrare ai tuoi amici terrestri di saper sopravvivere nello spazio, di esserne capace anche tu. Stai facendo tutto questo per metterti alla prova, per vedere se davvero ce la fai da sola…”
Il silenzio invase la stanza, lasciando aleggiare le parole del Saiyan nell’aria.
Bra sospirò e si appoggiò con la schiena alla parete.
“Hai ragione forse, in parte” ammise incrociando le braccia al petto “ma in fin dei conti, a te cosa importa?”
“Assolutamente niente”
Si guardarono intensamente negli occhi. 
“Non voglio dimostrare niente a nessuno Bardack. L’unica persona a cui voglio dimostrare qualcosa è me stessa” ammise seria “ho superato la fase in cui compiacere tutti”
Il ragazzo la guardò pensieroso, ma non ribatté.
“Aiutami a diventare una guerriera ed io aiuterò voi”
“Ma devi starmi lontana” precisò immediatamente.
“Per la miseria!” sbottò la ragazza avvicinandosi a lui” si può sapere che ti prende? Mi stai trattando come se ti fossi saltata addosso! Ti ricordo che sei stato tu a baciarmi, nonostante tu abbia una ragazza che ti sta aspettando e che stai cercando di salvare da mesi” disse guardandolo negli occhi. Lesse improvvisamente incertezza nel suo sguardo, poi tornò quello di sempre.
“Kale è la priorità in questo momento”
Bra lo guardò negli occhi.
“La ami o no?” gli chiese in contro piede.
Gli occhi di Bardack saettarono sulla parete affianco a loro, sfuggendo dal suo sguardo cristallino.
“Che domande fai” borbottò imbarazzato ed improvvisamente nervoso.
Colpito e affondato.
“Rispondi. La ami o no?” chiese la ragazza avvicinandosi ulteriormente a lui.
“Certo che la amo” rispose d’istinto, e Bra si avvicinò ancora un po’ di più a lui. Ormai solo pochi centimetri li separavano, poteva sentire di nuovo il suo respiro sulle sue labbra, nonostante la differenza di altezza.
Non voleva mettersi tra di loro. Non era giusto, lo sapeva. Eppure quel ragazzo era diventato in poco tempo una calamita per lei.   
“Il tuo cuore batte un po’ troppo forte” gli fece notare la ragazza abbassando il tono di voce.
“Io amo Kale” ripeté Bardack facendo un altro passo in avanti e accorciando ancora di più la distanza tra di loro.
Bra trattenne il respiro, consapevole di giocare con il fuoco.
Si sarebbe fatta male, di nuovo. Questa volta molto di più.
Improvvisamente, il Saiyan sospirò amareggiato.
“Ma tu…” farfugliò confuso e con sguardo fuori di sé “non so cosa mi prenda, ma tu…” ripeté di nuovo avvicinandosi ancora di più a lei ed il cuore di Bra iniziò a battere sempre più forte. La mano calda del ragazzo intrappolò il suo mento, alzandole il viso verso il suo e costringendola a guardarlo negli occhi. Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono, Bra si sentì morire in quell’istante.
Non lo aveva mai visto così. Sembrava un’altra persona.
L’arroganza e la superiorità del generale che aveva conosciuto erano sparite, lasciando spazio ad un ragazzo confuso e dannatamente bello.
“Tu sei diversa… tu sei…” farfugliò fuori di sé. Gli occhi di Bra erano incatenati nei suoi, in attesa che terminasse la frase che aveva sulla punta della lingua. E desiderava con tutta sé stessa ascoltare quello che aveva da dirle. 
“Sei dannatamente arrogante, viziata, orgogliosa, acida, debole e disdegni tutte le fortune che hai avuto. Sei la persona più fastidiosa con cui io abbia mai avuto a che fare. Hai una lingua capace di mordere, ma la fragilità di un insetto. Hai la tenacia di un super saiyan, ma sei viziata come una principessa” sbottò sulla sua faccia a pochi centimetri da lei  “non riesco a capire perché tu mi faccia sentire così…” aggiunse quasi esasperato “così…”
Bra spalancò gli occhi per la sorpresa.
“Così come?”
“Così perso”
Il silenzio aleggiò nell’aria.
L’unico pensiero che vorticava furiosamente nella testa di Bra in quel momento, era la voglia di annullare di nuovo quella distanza tra di loro. Nessuno l’aveva mai calamitata come il ragazzo che adesso la teneva in pugno, nessuno l’aveva mai compresa così bene come quello sconosciuto su una navicella persa nello spazio più remoto, nessuno aveva mai creduto così tanto in lei da accettare di allenarla. Nessuno. Ma lui sì.
Cercò di annullare la distanza tra di loro, ma il ragazzo si retrasse ed abbassò il volto. Bardack appoggiò la fronte contro la sua, chiudendo gli occhi ed inspirando forte il suo profumo vanigliato, senza mollare la presa intorno al suo viso, ma rendendola improvvisamente più delicata. Bra fissò gli occhi chiusi del ragazzo e poi analizzò la sua pelle bronzea priva di imperfezioni.
Quell’anellino decorativo sul suo naso scintillava a pochi millimetri dai suoi occhi, facendole desiderare sempre di più il contatto.
“Non possiamo” sussurrò Bardack cercando di controllare il respiro ormai affannoso “non posso” ripeté scuotendo la testa visibilmente in conflitto con sé stesso. Bra rimase immobile trattenendo il respiro a sua volta.
Non si era mai sentita così.
Così com’era iniziato, quel momento surreale terminò e il Saiyan mollò la presa intorno al suo viso ristabilendo le distanze tra di loro. Bra sentì il suo equilibrio farsi più precario non appena il corpo del ragazzo si allontanò da lei, ma cercò di restare in piedi più confusa che mai.
Si guardarono intensamente e totalmente scombussolati entrambi.
“Perché?” chiese Bra cercando di capire, ma Bardack non rispose.
“Vai a riposare un paio di ore, poi riprenderemo l’allenamento” decretò atono.
Bra lo guardò un’ultima volta ma, carica di emozioni contrastanti e totalmente spaesata da ciò che era appena successo, non se la sentì di replicare ed uscì dalla stanza in fretta cercando di fuggire dalle sue stesse emozioni riflesse negli occhi del Saiyan.
 
  
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