Serie TV > La casa di carta
Ricorda la storia  |      
Autore: animedoro    07/05/2022    0 recensioni
L’oro, fin da che ne ho memoria, l’ho sempre modellato a mio piacimento.
Per sopravvivere a Buenos Aires, per fuggire e raggiungere mete nuove, per incontri occasionali, ma la forma più bella che sono riuscito a creare è stata quando ho incontrato lui. Così a Parigi, per caso.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Berlino, Palermo
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Da Berlino a Palermo l’oro ci lega

 
Oro, che magica parola!
Con esso si può fare di tutto!
Comprare terre, città, palazzi, case e ogni bene inimmaginabile, persino l’oro stesso.
E se lo si vuol vedere in cattivo modo, si possono comprare emozioni futili per sballo, si può pagare per inchinare un essere, per ottenere una vendetta, per uccidere, perché si ha oro per averne altro.
Peccato che per emozioni da far battere il cuore, quest'oro sia inutile.
Non si può comprare l’amore della persona amata e allora quel metallo che valore ha più!?
Nessuna garanzia che ti darà davvero la felicità.
 
Ma io non me ne posso lamentare o almeno non grandemente.
L’oro, fin da che ne ho memoria, l’ho sempre modellato a mio piacimento.
Per sopravvivere a Buenos Aires, per fuggire e raggiungere mete nuove, per incontri occasionali, ma la forma più bella che sono riuscito a creare è stata quando ho incontrato lui. Così a Parigi, per caso.

Ciò che si diceva della città l’ho visto avverarsi e d’allora il mio mondo è cambiato, non avendo più un centro di gravità permanente, ma spaziando tra le scorribande che ho fatto con lui e fra l’oro che abbiamo accumulato per costruirci il nostro impero.

Da lì ho capito che questo 79* serve eccome! Mi ha legato a lui! Ma purtroppo non si è soli in questo mondo e in un modo o nell’altro bisogna fare conto con gli altri.
Ciò che vuole il fratello, ciò che vuole la società e soprattutto ciò che vuole davvero l’oro: essere primo nel pensiero di molti.

Così proposi di creare un’opera d’arte per tenermi vicino l’unico vero tesoro che ho imparato ad amare e per un periodo l’ho visto davanti ai miei occhi, con attimi però, che mi facevano pensare ad un tratto: “che senso ha l’oro se non posso uscire io con lui al ristorante? Che senso ha tutto se non può sposare me? Che senso ha la vita mia se non posso stare con lui?”
E così per la prima volta ho capito che l’oro non è la magia che pensavo, non è la risposta a tutto, anzi è una condanna, che però mi sono imposto per avere almeno le briciole del suo affetto, per sentirmi davvero legato a qualcuno e non a qualcosa.

Ma gli anni passano, si scoprono malattie, fratelli puritani e ciò che venne costruito, venne poi abbandonato con nient’altro che parole futili a cucire un cuore che ormai non batte più.
E mi deprimo e mi condanno per tutto ciò che ho creduto e fatto, per questo maledetto oro che mi ha cresciuto in un modo a me disgustoso, ma che se anche volessi non potrei cambiare.
L’unica famiglia che abbia mai avuto splende al sole e io non potrò mai diseredarla anche se volessi.

Così taccio e soffro e risoffro il doppio, quando scopro che il mio unico vero valore è morto e io non c’ero e non ci potrò mai più essere con, e vicino, a lui.
E allora apatia portami via.
Mi lascio trasportare dalla misera vita fin quando lo stesso scoglio di anni, or solo mi ferma di nuovo verso l’oblio per farmi invece rinsavire. “Che scopo ha?” mi chiedo.
Non mi interessa più niente, l’oro ormai non lo voglio più vedere anche se lo bramo, ma  che lo raccolgo a fare se non c’è lui con me!?

Ma poi penso: l’oro che è in quella Banca è il mio lui.

Ciò che abbiamo creato non è stato completato e spetta a me farlo, solo per darmi l’opportunità di rivederlo; così decido che per tutta la mia vita non avrò altro oro che quello, perché lui è reincarnato in quei lingotti d’oro e solo per ‘sta volta lui sarà mio.
E così riesco a riaverlo in me, nella mia vita e anche se non è lo stesso lo tengo ancora e decido che con lui andrò in giro a Parigi e da Berlino a Palermo perché l’oro è quello che ci ha sempre legato e lo fa tutt’ora fino alla fine.
“Oro, che magica parola”, come dicesti tu. Ora lui parla di te.
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Angolo autrice
 *l’elemento chimico di numero atomico 79 dell’oro
Salve a tutti, sono nuova in questo fandom e so che è passato un bel po' dal finale di stagione ma ho sempre voluto scrivere qualcosa su questa serie e in particolar modo sui sentimenti di Palermo e Berlino e solo adesso ho avuto davvero l’ispirazione.
Spero che piaccia, una recensione o qualsia tipo di interesse è ben accetto.
Grazie per la lettura, si spera a presto :3
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > La casa di carta / Vai alla pagina dell'autore: animedoro