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Autore: Ashla    07/05/2022    4 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – iscrizioni aperte fino al 5 marzo 2022]
Nell’ undicesimo secolo, Gwenog, una donna, giocava a quello che poi sarebbe divenuto Quidditch e Gertie Keddle, una sua amica, per prima documentava la nascita di quello sport.
Tantissime altre donne erano entrate nella storia grazie al Quidditch e lei, Ashlyn Rymer, non poteva giocarci perché quello stupido di Simon Lafontaine si era convinto che le ragazze non potessero farlo.
Era una follia.
Le squadre di giocatrici professioniste di Quidditch esistevano fuori dalle mura di Hogwarts ma non avrebbero ottenuto chissà quali campionesse se, durante il periodo scolastico, quasi nessuna ragazza poteva giocarci.
Non era vero che le femmine non potevano giocare in una squadra mista perché erano deboli e lei lo voleva dimostrare.
Avrebbe creato la propria squadra.
Avrebbe dato a Simon Lafontaine una lezione.
Glielo aveva promesso, non aveva intenzione di tirarsi indietro.
Genere: Generale, Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Provini

 
 
 
Ashlyn, raccoltasi i lunghi capelli in una treccia, si guardò allo specchio con aria determinata: quel giorno finalmente la squadra avrebbe preso forma e lei non stava nella pelle.
I volantini di Isabelle erano stati un successo e nei giorni precedenti numerose ragazze le si erano avvicinate per chiederle maggiori informazioni e ciò aveva contribuito ad aumentare in maniera determinante il suo ottimismo.
Di certo tutto sarebbe andato per il verso giusto ed entro sera avrebbe avuto sei nuove compagne con cui giocare e battere Simon.
Sorrise e uscì dalla sua camera scendo poi le scale con passi veloci e sicuri.
Giunta nella sala comune di Corvonero si guardò velocemente intorno: molti studenti erano lì intenti a studiare o a parlare tra di loro sottovoce.
I suoi occhi individuarono subito Simon Lafontaine che parlava con Lucas Warren a pochi passi dall’ingresso della stanza e lei subito andò da loro.
«Simon».
Il ragazzo si girò mentre Lucas, ghignando, annunciò che lo avrebbe aspettato fuori ed uscì lasciando soli, quasi, i due che rimasero a guardarsi per qualche secondo.
«Lo sai che puoi sempre tirarti indietro?»
Ashlyn strinse i pugni guardando male l’altro.
«Perché dovrei?»
«Ashlyn tutto questo è assurdo. Solo perché non ti ho presa in squadra…»
«Perché credi che le ragazze non possano giocare. Ti dimostrerò il contrario».
Simon sospirò e Ashlyn incrociò le braccia al petto.
«Ti prego Ashlyn, finiamola qua…avrei una Coppa di Quidditch da vincere».
«Tu? Non hai passato la fascia da capitano a Lucas?»
«L’ho fatto perché c’è questa stupida sfida, se non ci fosse più me la riprenderei».
«Allora mi assicurerò che quel compito così gravoso non ricada su di te, Simon. Ho intenzione di continuare questa sfida».
Ashlyn fissò il ragazzo sicura poi, senza dire niente, se ne andò uscendo a passo di carica dalla sala comune.
Isabelle la aspettava fuori, in evidente imbarazzo per la presenza di Lucas, e la Corvonero poté vederle il sollievo comparirle sul volto quando uscì dalla porta così, senza salutare l’altro presente, la prese sottobraccio e prese a scendere le scale diretta verso il campo d’allenamento.
«Ci credi? Quell’idiota di tuo fratello voleva che io annullassi la sfida…codardo».
Sbottò pochi minuti dopo sentendo su di sé lo sguardo dell’amica, probabilmente confusa per il silenzio che fin dalla sua uscita dalla Torre di Corvonero le aveva accompagnate.
«Ma gliela farò vedere io».
«Noi, Lyn, noi…siamo e saremo una squadra, no?»
Alle parole della Tassorosso, Ashlyn le sorrise venendo subito ricambiata mentre calava la tensione che quella discussione con Simon le aveva provocato.
«Ma certo, noi, la nostra squadra. Dai, ripassiamo la tabella di marcia».
 
***
 
Tamara McKinnon sorrise soddisfatta guardando i pantaloni che, posati sul letto, attendevano di essere messi.
Normalmente non li poteva indossare più di tanto, magari solo quando correva la mattina e poche volte quando stava con i suoi fratelli minori, ma li trovava molto più comodi delle gonne che doveva indossare e ogni volta che li metteva si sentiva bene: si sentiva libera.
Si affrettò ad indossarli e poi fece qualche saltello per controllare di potersi muovere senza problemi.
Annuì sentendosi finalmente pronta per i provini della squadra di Quidditch solo femminile che da lì a neanche una ventina di minuti sarebbero cominciati.
Un uccellino di carta entrò dalla porta socchiusa e le si posò sul letto, proprio davanti ai suoi occhi, spiegandosi poi per rivelare una fitta calligrafia al suo interno.
Tamara ridacchiò, riuscendo subito a capire l’autore del messaggio, e lo prese in mano leggendone il contenuto: “Se non ti muovi questa volta sarai tu in ritardo ;)”
La ragazza scosse il capo divertita e corse giù dalle scale dove, ad attenderla, trovò Manuel con in mano una giacca.
«Tieni, Tammy, è la mia giacca da Quidditch per gli allenamenti, almeno ti proteggerai dal vento».
La Caposcuola sorrise al gesto dell’amico che poi, promettendole che sarebbe venuto a vederla più tardi, scappò via lasciandola sola a sperare che non stesse programmando qualche disastro.
Tamara scosse il capo e si avviò poi al campo d’allenamento dove rimase sorpresa nel vedere che erano già arrivate molte ragazze, forse una ventina: di certo l’idea di Ashlyn Rymer aveva attirato molta attenzione.
Sorrise nel vedere la coetanea Eleanor Moore e le si avvicinò sorridente.
«Lea! Non l’avrei mai detto! Vuoi provare anche tu?»
La Serpeverde annuì tranquilla giocherellando con una ciocca di capelli rossicci e Tamara si ritrovò a chiedersi, ancora una volta da quando era iniziato l’anno, come mai l’altra fosse diventata così silenziosa e riservata tutto ad un tratto.
Stava per provare ad avviare nuovamente la conversazione quando qualcuno batté più volte le mani facendo calare il silenzio sul campo.
Ashlyn Rymer, affiancata da Isabelle Lafontaine, sorrise e salutò iniziando poi a spiegare il perché di quella convocazione.
Qualcuno tossicchiò e Ashlyn, a metà discorso, si interruppe proprio mentre Charlotte Spencer le arrivava accanto.
«Ashlyn cara, che ne dici se iniziamo con i provini per la nostra squadra?»
La Corvonero, a quelle parole, parve confusa e Tamara sentì Eleanor sbuffare.
«Nostra…solo perché l’ha scoperto per prima…»
«Che ci vuoi fare, Lea. La conosciamo bene Charlotte».
Le due si scambiarono uno sguardo per poi girarsi a guardare Ashlyn che, ripresasi dall’attimo di confusione, stava chiedendo di dividersi a seconda del ruolo in cui avrebbe voluto giocare.
«Dove vai?»
Si domandarono in coro e Tamara ridacchiò indicando il punto riservato a chi voleva provare a diventare cercatrice.
«Allora a dopo, vado tra le aspiranti cacciatrici».
La Grifondoro annuì.
«Buona fortuna».
 
***
 
Daniel Henderson si guardò intorno con i grandi occhi blu sgranati per la sorpresa.
Aveva immaginato che ci sarebbero stati molti ragazzi ma, di certo, non avrebbe mai immaginato una tale folla: oltre ad alcuni più grandi e a pochi più giovani, il Tassorosso riconobbe molti dei suoi coetanei che, divisi in piccoli gruppetti, parlavano tra di loro aspettando che Simon Lafontaine iniziasse la selezione per quella strana squadra di Quidditch.
Il ragazzo incrociò lo sguardo di Onyx Blaze Fontaine e gli sorrise facendogli un cenno di mano venendo raggiunto dall’altro nel giro di qualche secondo.
«Ciao Balze, sta meglio il tuo labbro?»
Ridacchiò Daniel guardandogli il labbro inferiore che aveva dovuto medicargli il giorno prima quando il Grifondoro, neanche a metà mattinata, aveva avuto la brillante idea di cadere giù da due gradini mentre stavano andando a Difesa contro le Arti Oscure.
«Sicuro! Come nuovo! In che ruolo vorresti giocare? Io come cacciatore come mio fratello Titan».
«Io come battitore ma penso che sarà difficile del previsto. Non ho proprio il fisico da battitore e qua…»
Daniel si mordicchiò il labbro inferiore pensoso scuotendo il capo in senso di diniego mentre guardava un ragazzo dal fisico imponente e forte, adatto al ruolo di battitore.
«Ehi! Guarda che non so mica fare quell’incantesimo che mi hai fatto ieri! Quindi smettila di torturarti il labbro».
Onyx gli sorrise e Daniel annuì ridacchiando.
«Quante possibilità ci sono che le mazze degli altri aspiranti battitori si animino contro di loro e li mettano al tappeto?»
Per un secondo il Grifondoro non gli rispose poi scoppiò a ridere.
«Decisamente poche Dan, direi pari a zero…sempre se non le incantiamo».
Il coetaneo gli sorrise furbo tirando fuori la bacchetta di quercia e il Tassorosso sbiancò.
«Preferirei di no, vorrei ottenere quel ruolo in modo pulito».
Onyx annuì sorridendo e Daniel tirò un sospiro di sollievo: per un attimo aveva temuto che l’altro parlasse sul serio.
«Aspetta…sei serio? Dai, lo sai che non faccio del male ad una mosca!»
Daniel, a quelle parole, fece spallucce grattandosi i capelli sulla nuca e fece per parlare ma venne anticipato da Simon Lafontaine che richiamò l’attenzione di tutti i ragazzi prima di cominciare a spiegare il perché di quelle selezioni.
Il giovane Tassorosso non vi prestò particolare attenzione troppo preso ad immaginarsi volteggiare su una scopa con una mazza da battitore in mano.
«Dan! Dan!»
Daniel sbatté le palpebre e lanciò un’occhiata confusa ad Onyx che scosse il capo: intorno a loro i ragazzi si spostavano parlottando tra di loro.
«Gli aspiranti battitori sono da quella parte».
«Ah, giusto…grazie».
 
***
 
Sigrid Ivy Fontaine, al campo d’allenamento di Quidditch, volava avanti ed indietro davanti agli anelli che doveva proteggere mentre osservava con attenzione la lotta per il possesso della Pluffa che si stava svolgendo poco più in là.
Per il ruolo di portiere, oltre a lei, c’erano solo altre tre candidate e così si erano divise due per squadra e, ogni volta che il portiere di ruolo subiva un punto, veniva scambiato con l’altro: stavano giocando da quasi mezz’ora ed Ivy era uscita solo due volte per poi rientrare, in entrambe le occasioni, dopo neanche un minuto.
Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso osservando come le sue compagne di squadra, capitanate a sorpresa da Lyan Morrison e le sue ottime strategie, riuscivano a mantenere il possesso palla e, allo stesso tempo, a dimostrarsi abbastanza pericolose per l’altra squadra.
La Corvonero si lasciò scappare un piccolo gesto di esultanza quando Lyan stessa segnò per poi tornare immediatamente seria e concentrata in attesa dell’attacco avversario.
Ivy aveva passato anni a giocare come portiere per permettere a Titan di allenare Onyx e, doveva ammetterlo, questo andava decisamente a suo favore perché tra le quattro aspiranti al ruolo di portiere lei era quella che aveva subito meno punti.
Fece schioccare la lingua infastidita quando il bolide lanciato da Margaret non rallentò Eleanor e si preparò a difendere stringendo forte il manico di scopa.
La Serpeverde lanciò la Pluffa e Ivy schizzò a destra colpendola con la parte finale della scopa riuscendo ad annullare l’azione pericolosa e a far ottenere il possesso palla alla sua squadra.
Lyan, poco distante da lei, le mostrò un pollice alzato e le fece un timido sorriso prima di volare via ed Eleanor sbuffò sorridendole prima di imitarla.
«Non te la cavi affatto male».
Ivy sussultò e girò appena il capo per vedere Ashlyn sorriderle appoggiata all’anello esterno: era così presa dall’osservare la partita che non si era neanche resa conto che la ragazza, che volava intorno al campo osservando la partita, le si era avvicinata.
«Grazie, tutta questione di allenamento».
«Con i tuoi fratelli?»
Ivy annuì lanciando un’occhiata al campo dove Lyan, con la Pluffa in mano, stava evitando un Bolide di Chica.
«Già…
Per un po' nessuna delle due disse più niente, osservando la partita.
«Avresti potuto provare ad entrare nella squadra di Quidditch di Corvonero».
«Forse…Pluffa in arrivo».
Ashlyn annuì e volò via permettendole di concentrarsi sulla squadra rivale che avanzava senza problemi ostacolata solo da Margaret e Lyan: in attacco le sue compagne se la cavavano decisamente bene ma in difesa, tranne quelle due, erano abbastanza penose…per fortuna che c’era lei a difendere gli anelli.
La squadra avversaria era tutta in avanti spinta dall’entusiasmo dell’attacco.
Ivy parò la Pluffa tirata da una Tassorrosso e subito la lanciò a Lyan che sorrise volando via come una scheggia prendendo così le avversarie in contropiede.
Lyan segnò e Isabelle fischiò la fine della partitella.
Subito Ivy si ritrovò accerchiata dalle sorridenti compagne di squadra che cominciarono a complimentarsi con lei che, pur sentendosi a disagio per quell’eccessiva attenzione, non poté fare a meno di sentirsi soddisfatta per quello che aveva fatto durante la partita.
Si era presentata ai provini solo per andare contro Onyx e le sue, ingenue, idee eppure più andava avanti più era convinta di quello che stava facendo: voleva giocare.
 
***
 
Nathan Hawtorn schivò un Bolide lanciatogli contro da Dylan Maximoff e ricevette la Pluffa da Adam Ross.
Secondo il piano ideato in precedenza dal Corvonero, Nathan avrebbe dovuto passarla, verso il basso, al suo altro compagno cacciatore per cogliere di sorpresa gli avversari eppure, quando il Serpeverde vide un passaggio tra le file avversarie, non poté resistere alla tentazione di provare l’azione in solitaria.
Senza esitare si lanciò verso gli anelli ignorando le proteste di Adam che lo invitava a passare la Pluffa.
Nathan si stava divertendo un mondo, sentiva che tutte le sue preoccupazioni scolastiche erano state portate via, liberandolo, dalla leggera brezza che soffiava quel tardo pomeriggio e che lo aveva accolto quando si era alzato in volo pochi minuti prima.
L’unica cosa che in quel momento gli importava era giocare al meglio e riuscire ad entrare nella squadra.
Si piegò in avanti sulla scopa per evitare un Bolide e poi, rimessosi dritto, tirò con tutta la forza che aveva in corpo: segnò.
Nathan si lasciò sfuggire un sorriso esultando per il primo punto che aveva fatto da quando era entrato in partita.
Alcuni dei suoi compagni di squadra si complimentarono con lui che annuì e si voltò a guardare Adam Ross.
«Visto? Ho segnato lo stesso».
«Certo…peccato che avessimo una strategia da seguire…»
«Ho visto un’occasione e l’ho presa, a seguire la strategia l’avrei persa».
Adam scosse la testa e sbuffò.
«Se c’è una strategia bisogna seguirla».
«Certo ma a volte bisogna anche cogliere l’attimo. Sei un Corvonero, dovresti essere abbastanza intelligente da capirlo».
«Lo capisco eccome. Ma vedi che fare di testa tua non sia la regola, se vogliamo entrare in squadra dobbiamo far vedere che sappiamo giocare insieme».
Il Corvonero ritornò alla sua posizione e Nathan, scuotendo il capo, andò alla propria: certo saper collaborare era importante e utile per aggiudicarsi il posto nella squadra ma lui era sicuro che a Simon importassero anche le capacità tecniche e lui, grazie agli allenamenti del padre, ce le aveva.
Lucas Warren fischiò di nuovo e la partita riprese con la Pluffa nelle mani della squadra avversaria.
Recuperarla non fu facile soprattutto visto che, tra i due battitori che aveva come compagni, solo Daniel Henderson talvolta risultava efficace.
Fu proprio grazie al Tassorosso che Nathan riuscì a recuperare la Pluffa e a partire all’attacco subito seguito da Adam e l’altro cacciatore.
Con una specie di piroetta in aria schivò un Bolide e notando come la strada verso gli anelli sembrasse libera si lanciò.
«Passa, non fare da solo!»
Il Sepreverde sbuffò alle parole di Nathan ma seppur controvoglia gliela lanciò attenendosi alla loro strategia e, nello stesso momento, evitando così di perdere il possesso della Pluffa visto che il secondo Bolide lo colpì sbilanciandolo.
Nonostante il colpo, Nathan riuscì a rimanere sulla scopa stabilizzandosi giusto in tempo per vedere Adam segnare.
«Visto? Fare gioco di squadra è meglio».
Gli disse il Corvonero raggiungendolo con un sorriso soddisfatto in volto e Nathan alzò per un secondo gli occhi al cielo.
«Bel lavoro, comunque».
«Grazie…anche il tuo non era male, Adam…però non pensare che ti permetterò di fare più punti di me».
«Non ne sarei così sicuro, Nathan».
I due si lanciarono un’occhiata di sfida ritornando poi alle loro posizioni: entrambi volevano un ruolo come cacciatore e non si sarebbero arresi, lottando fino alla fine della partita per dimostrare le loro qualità.
 
***
 
Manuel Foster era in ritardo…tanto per cambiare.
Aveva promesso a Tamara che l’avrebbe raggiunta per guardare i provini di Quidditch ma alla fine si era distratto, troppo intento a preparare uno scherzo, e così in quel momento stava correndo disperato verso il Campo d’allenamento sperando di trovare le ragazze ancora lì.
Dopotutto le aveva promesso che ci sarebbe stato per i provini, mica per tutta la loro durata.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo quando sentì delle voci femminili provenire dalla sua destinazione e si permise di rallentare leggermente.
Arrivato al campo, Manuel alzò lo sguardo imitando le ragazze che erano a terra e sorrise nel notare che Tamara stava volteggiando guardandosi intorno.
«Ma guarda guarda: una spia».
Il ragazzo sobbalzò appena e si girò verso Margaret Rose Jones che era arrivata in silenzio al suo fianco.
«Oh, no! Mi hai scoperto, mannaggia».
I due ridacchiarono e si sorrisero.
«Scherzi a parte, che ci fai qua?»
Manuel indicò verso l’alto con un dito spiegandole che era venuto per vedere Tamara e, solo per un attimo, gli occhi azzurri dell’altra sembrarono spegnersi prima che la ragazza tornasse a sorridergli.
«È brava. Lyn ci ha fatto fare una partita a turni ma ora sta guardando con attenzione le ragazze per il ruolo di cercatore…però Tamara è la più brava».
«Dopotutto è una mia allieva, è ovvio che è la più brava».
Margaret gli lanciò un’occhiata scettica.
«Sono o non sono il migliore Cercatore della scuola? Le ho dato una mano».
«Ma sentilo! Mister Prodigio, smettila su».
Ridacchiò divertita la Grifondoro scuotendo la testa e una ciocca di capelli castani chiari le sfuggì dalla coda; subito Manuel le sistemò la ciocca dietro l’orecchio e poi arrossì appena, proprio come Margaret, rendendosi conto del gesto che poteva essere considerato inopportuno.
«Scusa…uh…comunque Tamara se la cava bene anche senza il mio aiuto».
Disse il ragazzo distogliendo lo sguardo dalla ragazza più giovane per portarlo verso il cielo e il provino.
Proprio in quel momento Tamara afferrò il Boccino e Ashlyn fischiò determinando la fine della prova.
Mentre le aspiranti Cercatrici scendevano a terra, le altre giovani si avvicinarono loro riunendosi pronte per scoprire finalmente chi sarebbe entrata in squadra.
Manuel si girò verso Margaret e le sorrise.
«Buona fortuna».
La ragazza ricambiò il sorriso e si unì alle altre lasciandolo solo e lui, seppur incerto, avanzò appena per sentire meglio le parole di Ashlyn: non vedeva l’ora di scoprire la squadra.
 
***
 
Alin Magne Stoica, intento a giochicchiare con i propri capelli, lanciò un’occhiata nervosa a Simon e Lucas, intenti a discutere poco lontano dal gruppo che attendeva la selezione.
Il giovane Tassorosso, nonostante si fosse impegnato molto, non si sentiva molto sicuro delle sue giocate come Cercatore e ciò non lo rassicurava affatto.
«Alin».
Il ragazzo si girò incrociando il sorriso gentile di Dylan Maximoff che lo salutò fermandosi accanto a lui.
«Sei stato bravo oggi».
Alin aggrottò la fronte non approvando particolarmente quell’aggettivo: avrebbe potuto fare di meglio e ne era consapevole.
Il maggiore, quasi a leggergli nel pensiero, ridacchiò e scosse il capo.
«Sì, sei stato bravo. E se non lo credi…beh, almeno pensa che non sei caduto dalla scopa».
Alin ci pensò per qualche istante e poi annuì: uno, tra quelli che avevano provato per il ruolo di Cercatore, aveva rischiato di farsi male sul serio e Simon lo aveva bocciato neanche due minuti dopo l’inizio del provino volendo evitare che si facesse male.
«Se la mettiamo così…comunque anche tu sei stato bravo, anzi molto bravo».
Dylan gli sorrise.
«Grazie, fortunatamente gioco spesso con mio fratello Evan quindi sono allenato».
Simon richiamò l’attenzione e i due, dopo essersi augurati buona fortuna, si concentrarono su quello che stava per succedere.
«Bene, ora annuncerò chi entrerà a far parte della squadra».
Simon lanciò un’occhiata ai presenti e per un solo secondo gli occhi di Alin incontrarono quelli del maggiore; il Tassorosso deglutì in attesa.
«Chi è stato scelto verrà al mio fianco, bene? Iniziamo…i Cacciatori…Adam Gabriel Ross, Nathan Hawtorn e Onyx Blaze Fontaine».
Mentre Onyx correva entusiasta al fianco di Simon, venendo seguito da un Adam decisamente più tranquillo, Alin sorrise felice per i due coetanei senza, però, mancare di notare lo sguardo di sfida che il Corvonero lanciò a Nathan.
«E ora i Battitori…Dylan Maximoff e Daniel Henderson».
Alin sorrise complimentandosi con il maggiore che stava al suo fianco prima che questo, facendogli l’occhiolino, se ne andasse raggiungendo la squadra che si stava formando.
Per qualche istante nessuno parlò.
«Daniel Henderson? Sei ancora qui?»
«Eh? Sì! Sì! Arrivo!»
Scoppiò una risata a quella voce agitata e Alin sospirò sorridendo divertito mentre il suo compagno di dormitorio si affrettava ad unirsi al gruppetto: conoscendolo si era perso in qualche suo pensiero.
Ma l’allegria durò poco per Alin che, un secondo dopo, comprese che mancava solo il ruolo del Cercatore e che poi la squadra sarebbe stata al completo.
Tornò a giochicchiare con i capelli biondi in attesa del verdetto finale da parte di Simon che, però, sembrava non voler arrivare.
Alin vide il maggiore scuotere la testa guardando poi la pergamena della selezione con aria crucciata prima di tornare a guardare la folla in attesa.
«Cercatore…Alin Magne Stoica».
Alin sgranò gli occhi per la sorpresa sentendosi al settimo cielo: ce l’aveva fatta, era in squadra!
Non badò all’occhiata seccata che Lucas lanciò a Simon e si affrettò.
«Alin, te la cavi abbastanza a giocare ma puoi ancora migliorare e tanto…in compenso però sei molto attento…devi darti da fare».
Simon lo bloccò prima che lui potesse raggiungere i compagni di squadra e lui annuì con aria seria.
«Certo capitano, mi impegnerò al massimo!»
Simon annuì lasciandolo passare per andare poi a parlare con Lucas e Alin raggiunse il gruppo che, chi più chi meno, lo attendeva sorridente.
Erano una squadra ora.
 
***
 
Charlotte Spencer si sedette in modo aggraziato su una panca ai limiti del capo e lanciò uno sguardo alle ragazze che, radunate, aspettavano il verdetto di Ashlyn per scoprire chi tra di loro fosse entrata in squadra.
La Serpeverde era abbastanza soddisfatta di come la ragazza avesse gestito i provini e tutto sommato si era anche divertita quando la Corvonero le aveva chiesto di unirsi ad una squadra in quanto senza una cacciatrice.
In quel modo le si era anche aperta una strada per un’ipotetica parte sul campo nella squadra oltre che a quella che già si era presa nell’organizzazione e quindi non poteva non esserne felice.
«Cercatrice…Tamara McKinnon».
Charlotte vide la coetanea esultare con l’amico e non poté fare a meno di notare la strana espressione che per qualche istante passò sul volto di una Grifondoro tra la folla.
Si ripromise di indagare e tornò a prestare attenzione alla selezione recuperando di volta in volta le informazioni che aveva su quelle ragazze o appuntandosi mentalmente di cercarne alcune per quelle, poche, di cui sapeva non sapeva molto.
La squadra fu ben presto formata e, mentre le ragazze non prese se ne andavano, Charlotte chiamò con voce tranquilla Ashlyn e le altre desiderando sentire i loro discorsi.
Chica Elisabete Consuelo le si sedette accanto sulla panca e, sentendosi osservata, si girò a guardarla con un’aria tra lo scocciato e il disgustato.
«Che c’è?»
Charlotte, che l’aveva scrutata da capo a piedi, la guardò in faccia senza farsi problemi.
«Penso che, per la prima volta da quando ci conosciamo, ha senso che tu indossi dei pantaloni…qui capisco il motivo, normalmente no».
Il disgusto aumentò sul volto di Chica.
«Chissà perché non capisci…che ne dici se…»
Isabelle chiamò Chica e arrivò da lei per abbracciarla congratulandosi per essere entrata in squadra.
Charlotte alzò il mento e distolse lo sguardo dalle due passando ad Ashlyn intravedendo, nel girarsi, Lyan sospirare.
«Bene, dobbiamo organizzare il primo allenamento».
Ashlyn annuì a quelle parole e tutte le ragazze cominciarono a parlare a turno esponendo i loro impegni, le loro proposte ed eventuali dubbi.
«Quindi…dove ci alleniamo?»
Domandò Chica che nel frattempo si era spostata dalla panca per stare tra Eleanor e Isabelle.
«Qui, no?»
Alla domanda di Lyan tutte si voltarono a guardare Ashlyn che, però, non confermò e con grande sorpresa delle presenti sgranò gli occhi e si tirò una manata sulla fronte.
«Me ne sono dimenticata! Non ho chiesto il permesso al preside!»
«Che cosa!?»
Tutte le ragazze cominciarono a parlare tra di loro, più o meno agitate, e Charlotte alzò un sopracciglio poi scosse appena la testa recuperando così un’espressione neutra e si alzò tossicchiando per attirare l’attenzione.
«Ci penso io ai permessi, e dammi la lista delle partecipanti che così ufficializzo anche la squadra».
Chica sbuffò e Charlotte la guardò gelida.
«La mia famiglia è nel Consiglio d’Amministrazione della scuola e io sono Caposcuola, ricordi? Ho abbastanza potere per evitare questi intoppi e il mio ruolo è proprio evitarli».
Senza aggiungere altro, Charlotte prese la lista e se ne andò a passo deciso ma elegante verso il castello.
Una volta arrivata nel corridoio che portava all’ufficio del preside notò che anche Lucas Warren vi ci stava andando con una lista in mano.
Quando il ragazzo la notò le lanciò un sorrisetto e la affiancò.
«Ma guarda che sorpresa: ufficializzi anche tu la squadra?»
Charlotte annuì tranquillamente all’amico e poi i due, senza alcuna esitazione, si scambiarono le pergamene leggendo i nomi riportati sopra.
«Ci tengo a precisare che Lafontaine ha fatto di testa sua in alcuni ruoli».
«Lo immaginavo…»
I due si restituirono le rispettive pergamene e, arrivati davanti all’ufficio del preside, si fermarono dicendo poi la parola d’ordine per entrare.
«Prego, dopo di te».
Lucas le fece un piccolo inchino, tra lo scherzoso e il galante, e Charlotte entrò decisa: avrebbe sistemato la faccenda e la squadra di Quidditch femminile sarebbe stata pronta a prendere il volo una volta per tutte.
 
 
 
Angolo dell’autrice:
 
Ciao, eccomi!
Scusate per l’immenso ritardo ma l’università mi ha rapita e la stesura del capitolo è stata fin troppo lenta per i miei gusti.
Il capitolo ancora non mi convince del tutto quindi perdonatemi se non è il massimo: volevo pubblicare e mettere una pietra sopra a questi provini per poter andare avanti senza problemi.
Spero che, nonostante tutto, vi sia piaciuto almeno un po'!
Intanto non sapete quante risate che mi sono fatta riguardando le schede: senza contare i gemelli (ovviamente) ci sono altre tre coppie di OC che compiono gli anni nello stesso giorno. Si vede che l’uno giugno, il due di luglio e un’altra data piacciono parecchio.
Preparatevi che dal prossimo comincio a farvi qualche domanda di tanto in tanto (tralasciando la domanda filosofica "cos'è per te la pluffa?")!
Ora vi saluto e spero di non metterci così tanto la prossima volta!
Ciao,
Aiko
   
 
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