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Autore: ester_potter    09/05/2022    1 recensioni
[Post 3x10] [Bakudeku, ma qui troverete solo Deku e Kirishima che sparlano del loro ragazzo]
Mini one-shot da 900 parole ambientata dopo il salvataggio di Bakugo, con accenni Bakudeku che possono essere interpretati sia come bromance che come romance, per poi diventare più espliciti nel finale. Siete avvertiti ^^
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Kirishima Eijirou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Avresti dovuto dargli tu la mano”

Deku non sa come, ma riesce a captare quelle parole in mezzo alla moltitudine di frasi urlate dai suoi compagni, mentre aspettano tutti che Aizawa faccia il suo ingresso; alza gli occhi dal suo quaderno degli appunti e guarda Kirishima, seduto a un paio di banchi da lui, intento a guardarlo quasi incuriosito.

“Cosa?” domanda.

“Sto parlando di Bakugo” spiega Kirishima. “Perché hai detto che io ero l’elemento chiave per salvarlo?”

Deku sbatte le palpebre, confuso.

“Te l’ho spiegato” dice. “Tu sei l’unico con il quale Kacchan abbia istaurato un rapporto paritario e... Azzardo a dire di amicizia?”

“Sì, è vero” conviene Kirishima. “Ma ne andava della sua vita, in quel momento. Sono sicuro che se tu gli avessi teso la mano l’avrebbe presa”

Deku sente un peso piombargli sullo stomaco all’improvviso. Abbassa lo sguardo e abbozza un sorriso amaro. Non sa neanche perché gli faccia male ammetterlo. Del resto, è qualcosa che già sa.

“No, non l’avrebbe fatto”

Kirishima sembra sul punto di ribattere. Deku spera che non lo faccia, perciò si rallegra nel vederlo richiudere la bocca; il rosso si limita a fissarlo, serio come non lo ha mai visto.

“Se hai calcolato tutto con la massima attenzione, allora mi fido di te, Midoriya” afferma, mentre la sua voce tradisce un velo di rammarico. “Solo... Ecco, vorrei che mi permettessi di dire a Bakugo che il piano era tuo”

“No!” esclama subito Deku, colto da un terrore improvviso. “No, per favore, non—”

La voce gli muore in gola, mentre si affretta a guardarsi intorno. Tutti continuano a ridere e parlottare fra loro, incluso Bakugo, intento a guardare Kaminari con un broncio che sembra anticipare il suo solito “ti ammazzo”. La voce di Kirishima attira di nuovo la sua attenzione:

“Perché?”

‘Mi odierebbe’ pensa Deku, prima che la sua coscienza gli rammenti spietata: ‘Ti odia già’

Non sa spiegare i suoi sentimenti per Kacchan neanche a sé stesso, e dubita riuscirebbe a farlo con Kirishima. Perciò sceglie di dire la verità più semplice – e più dolorosa.

“Non riuscivo ad immaginare alcuno scenario nel quale Kacchan avrebbe afferrato la mia mano”

A dirlo ad alta voce si sente debole e patetico, ma non gli importa: Kirishima è uno a posto, e non lo prenderà certo in giro per questo. Inoltre sembra abbastanza intelligente da capire che questa conversazione dovrebbe restare fra loro, senza che Deku glielo chieda esplicitamente. Non per questo però riesce a tenere a freno la lingua.

“Non è giusto” borbotta dopo un po’, come se fosse lui quello offeso. “Insomma, non so come fosse il vostro rapporto da piccoli, e non voglio certo parlare di cose che non so... Ma ti ho visto. Stai sempre fuori dai piedi per non intralciarlo. Fai di tutto per renderti invisibile ai suoi occhi, e tu puoi anche dire di farlo per non essere maltrattato da lui, eccetera, ma io so che lo fai per non farlo sentire inferiore a te. Non vuoi infastidirlo”

Beh, merda. È tutto così dannatamente accurato e triste che Deku piangerebbe, se non fosse che quello non è il luogo né il momento adatto. Non ha mai parlato a cuore aperto del suo rapporto con Kacchan. Neanche con sua madre. E ora che sa come ci si sente, si ripromette di non farlo più.

“Lui non è cattivo” aggiunge Kirishima, guardando di sottecchi Bakugo, dall’altra parte dell’aula.

“Lo so” dice Deku. “So che non lo è”

Ed è vero. È uno stronzo e un deficiente, ma non è cattivo. Non ha mai pensato che lo sia. Mai, neanche quando lo ha spintonato innumerevoli volte. Neanche quando gli ha affibbiato quel soprannome con cui ora è conosciuto da tutti. Neanche quando gli ha suggerito di buttarsi dalla finestra dietro ai suoi appunti per sperare di rinascere con un quirk. La verità è che Bakugo può fargli e dirgli ciò che vuole, ma Deku non lo odierà mai. Non ne è capace. E la cosa peggiore è che sa che è proprio questo a renderlo ancor più detestabile agli occhi di Kacchan.

“Ma non dovrebbe trattarti così” continua Kirishima, più risoluto. “E dovrebbe garantirti un minimo di riconoscimento per ciò che hai fatto. Perciò, se mai cambiassi idea... Puoi dirmelo. Ci penso io”

Deku sorride con riconoscenza.

“Non fa niente, Kirishima. Davvero” risponde con convinzione. “Ti ringrazio per il pensiero, ma va bene così”

“... Come vuoi”

Quando Aizawa entra in classe, tutti si dirigono ai propri banchi. Deku getta un’ultima occhiata a Kirishima, che ricambia con un mezzo sorriso e china la testa verso di lui con nonchalance.

“Prima o poi la afferrerà” mormora, mentre Aizawa prende posto dietro la cattedra e il resto della classe ammutolisce in segno di rispetto.

Deku guarda Kacchan, seduto alla sinistra di Kirishima con aria truce; si concede di ammirare il suo profilo per qualche secondo, ma distoglie lo sguardo prima che possa attirare il suo, come a volte gli è capito di fare senza volere.

‘Non ne sono sicuro’ pensa.

Kirishima osserva Deku con la coda dell’occhio per tutto il tempo: lo vede guardare Kacchan per poco, prima che le sue guance lentigginose diventino rosso acceso.

Reprime una risatina. Ci aveva visto giusto fin dall’inizio.

   
 
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