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Autore: Misaki Starlyght    09/05/2022    2 recensioni
[IN REVISIONE - cap 1 di 20]
|| M e r t h u r || M a g i c A U || S c h o o l A U || C u r s e d A U || H a t e to L o v e || S l o w B o r n ||
Long ambientata ai giorni nostri. Cosa succederebbe se un Arthur ribelle e problematico e un Merlin apatico e solitario si incontrassero da adolescenti frequentando la stessa scuola? E cosa accadrebbe se la magia esistesse ancora e venisse praticata
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balinor, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Mi sembra che lei sappia già chi sono. Chi è lei?-
-Davvero non lo immagini?-


L'uomo si avvicinò di qualche passo e questo diede a Merlin la possibilità di scrutarlo con più attenzione: la barba era folta ma curata, i capelli lunghi e brizzolati erano raccolti in una coda bassa.
Era vestito di tutto punto con giacca e pantaloni eleganti, nonostante il caldo estivo.
Qualcuno lo avrebbe sicuramente scambiato per un impiegato di qualche azienda importante, ma i vestiti che indossava erano troppo costosi per appartenere ad un comune uomo che sta seduto dietro ad una scrivania.

*Lo conosci?* Chiese Arthur mettendosi sulla difensiva. -No.- rispose il moro a bassa voce, per non farsi sentire dallo sconosciuto. -Non l'ho mai visto in tutta la mia vita.-
Di questo poteva essere sicuro al cento per cento, data la sua memoria praticamente infallibile. Eppure quell'uomo si comportava come se lo conoscesse.

-Se è delle tasse. Non ho nulla da dirle. Mia madre non c'è. Quando avremo i soldi per pagare sarete i primi a saperlo. Le auguro una buona serata.- disse questa volta Merlin, rivolgendosi direttamente allo sconosciuto, per levarselo di torno ma l'uomo non si mosse.
-Non sono delle tesse. E non sono qui per tua madre, ma per te figliolo.- disse con tono freddo e distaccato.

-Perché? Cosa vuole da me?- chiese il moro sorpreso. -Ti ho osservato molto attentamente, Merlin.- rispose lo sconosciuto, muovendosi nella sua direzione -E sono arrivato alla conclusione che io e te abbiamo molte cose in comune.- concluse compostamente, senza tradire alcuna emozione.
-Osservato? Mi ha spiato per caso?- chiese Merlin, sentendo un leggero nervosismo salirgli dalla bocca dello stomaco.
Non bastava l'incantesimo a tormentarlo, dovevano anche aggiungersi sconosciti spuntati dal nulla a perseguitarlo.
Quanto assurda poteva ancora diventare quella calda estate? Come se tutto quello che aveva già vissuto, non fosse stato abbastanza fuori dalle righe.

-Che brutta parola spiare. Diciamo solo che...mi sono preso delle libertà per sapere chi fossi. Tutto qui.- ribatté questa volta l'uomo, ostentando un certo orgoglio, decisamente fuori luogo per l'atto che aveva compiuto.

-E cosa vuole uno come lei, da uno come me?- chiese secco Merlin, cercando di analizzarlo al meglio nel più breve tempo possibile, visto che non aveva la minima idea di chi fosse e cosa volesse.
Una parte di lui non era nemmeno certo di volerlo sapere, visto il bagaglio di problemi che già si trascinava dietro.
Ma non poteva ignorare il fatto che quell'uomo, si fosse preso il disturbo di indagare su di lui. Oltre a sembrargli stranamente familiare.

-Te l'ho detto. Ti ho osservato e sono arrivato alla conclusione che io e te potremmo aiutarci a vicenda, per così dire.-
-Per così dire? O mi dice chiaro e tondo chi è e cosa vuole oppure se ne vada. Non ho tempo da perdere.- ribatté gelido il moro che già spazientito di suo non avrebbe tollerato a lungo troppi giri di parole. -Quelli come noi non hanno mai tempo da perdere. In ogni caso, non credo che questo sia il luogo più adatto per discutere di affari.- rispose, eludendo le richieste del moro -Inoltre.- continuò con una nota di disgusto nella voce, mentre osservava casa sua -È un vero peccato che uno con le tue potenzialità viva in un posto come questo. Che spreco.-

E a quelle parole, una rabbia improvvisa si impossessò di Merlin - non ancora propriamente in grado di gestire le sue emozioni- che lo portò a decretare la fine di quella conversazione, durata anche fin troppo per i suoi gusti, vista l'ambiguità dell'argomento e dove il discorso era andato a parare.
Avrebbe anche potuto approfondire l'argomento, nonostante l'uomo fosse così enigmatico. Soprattutto, perché pareva molto interessato alle sue potenzialità.
Ma l'uomo era andato decisamente oltre.
Non solo lo aveva spiato, ma aveva avuto anche il coraggio di criticare, con evidente disappunto, la sua casa.
Il luogo che lui e sua madre avevano costruito per loro stessi.
E questo non poteva tollerarlo.

Chi era quell'uomo per permettersi di criticare una donna come sua madre?
Lui e Hunith non vivevano di certo nell'agio più totale, ciò nonostante sua madre non gli aveva mai fatto mancare nulla.
Hunith era una donna rispettabile, benvoluta da tutti, forte, amorevole e determinata, oltre ad essere una brava madre. E questo bastava.
Era sempre bastato.

-Non mi pare di averle dato il permesso di criticare dove vivo e mia madre visto che questa è casa sua.-
-Beh... tecnicamente non è sua visto che siete in affitto.-
-La smetta!- urlò Merlin fuori di sé dalla rabbia. -Non si azzardi mai più a parlare di mia madre!-
-Mi devi aver frainteso ragazzo. La mia era una semplice constatazione.- disse l'uomo con calma raggelante -Mi sorprende che tu l'abbia presa come un insulto. Ma... dopotutto non posso negare che sei sempre il figlio di tua madre.-

Come poteva quella frase, uscita da quella bocca, non sembrare un ennesimo insulto?
Come se a quell'uomo facesse qualche differenza chi fosse sua madre.

Ameno che...

-Sa che le dico? Qualunque sia la sua offerta non mi interessa. Oltre al fatto che trovo poco credibile che un uomo adulto come lei, voglia fare affari con un adolescente come me. Credo proprio che lei abbia sbagliato persona. E ora se n'è vada!- Concluse il moro, enfatizzando l'ultima frase nel tentativo di levarselo di torno, ma l'uomo decisamente non era arrivato fino a lì per ricevere un due di picche.

-Eppure non ci sono molti Merlin Emrys.- insistette l'uomo, avvicinandosi ancora di qualche passo, ma Arthur lo fermò subito con un ringhio piuttosto inquietante.
Chiunque fosse quell'uomo, non gli piaceva affatto.
Non sembrava nemmeno che si fosse spaventato, ma ad Arthur, almeno per il momento, bastava che fosse stato recepito il messaggio: restare lontano da Merlin.
In caso contrario, non si sarebbe fatto scrupoli a mordere qualche gamba o braccio per difenderlo.
Da umano le sue mani lo avevano sempre ferito, mentre ora, quelle zanne mostruose lo avrebbero protetto.

-Allora suppongo che lei non sia una persona molto fortunata, avrà beccato quello sbagliato. Le consiglio di ritentare con il prossimo, forse, sarà più fortunato.-
Concluse il moro, sperando di liquidarlo definitivamente questa volta.
-Ne dubito. Quelli come noi difficilmente sbagliano.-

Ameno che...non la conosca...

Ancora quel "noi". Perché continuava a ripeterlo?

-Non so di cosa lei stia parlando. Io non sono come lei. Non la conosco e se lei pensa di conoscermi perché mi ha pedinato, beh...si sbaglia di grosso! E ora. Se ne vada o chiamerò la polizia.- gli disse Melrin, tornando a cercare le tanto agognate chiavi di casa, mentre Arthur si assicurava che l'uomo rimanesse esattamente al suo posto.
*Merlin entriamo in casa. Quel tipo non mi piace.*
-È quello che sto cercando di fare. Nemmeno a me piace quel tizio.- sibilò il moro.
Ma proprio quando trovò finalmente le chiavi, l'uomo parlò ancora una volta. Dimostrando di essere un ragno famelico che dopo aver accuratamente e silenziosamente eretto la sua tela intorno alla mosca, era pronto a tirare i fili per divorarla compiaciuto.

-Merlin Emrys. Diciotto anni. Nato il primo Gennaio del 1988 a Eldor. Figlio di Hunith Emrys. Padre apparentemente sconosciuto. In possesso di un quoziente intellettivo di 230 e una scarsa capacità relazionale. Ha vissuto anni...come era scritto sul fascicolo? Ah... sì...turbolenti a Eldor fino a pochi mesi fa, per poi trasferirsi qui a Camelot per motivi di salute. Gentile da parte dell'investigatore definire così la tua situazione. Anche se totalmente inutile. Ammetto di aver trovato particolarmente interessante il tuo anno sabbatico prima di venire qui...-

No...

*Merlin...* Lo chiamò Arthur preoccupato, ma l'altro nemmeno lo sentì; improvvisamente terrorizzato dall'idea di sapere cos'altro quell'uomo sapesse su di lui. Lo aveva chiuso in una trappola e lui c'era cascato dentro con tutte le scarpe, senza rendersene conto.
Per la prima volta qualcuno lo aveva battuto al suo stesso gioco e ora, l'unica cosa che poteva fare era pregare che non parlasse oltre, data la presenza di Arthur accanto a lui.

-...Credi ancora che io abbia sbagliato persona o devo continuare?- chiese l'uomo con soddisfazione, stringendo sempre di più i fili della sua tela mefitica. E Merlin non riuscì a fare altro se non congelarsi sul posto per la paura che ora, quell'uomo gli instillava.

Per Arthur fu terrificante vedere come quell'uomo stesse giocando al gatto e al topo con Merlin. Il problema era che il moro pareva non rendersene conto, tanto era vittima delle sue emozioni in quel momento.
Quanto avrebbe voluto avere in dietro per un solo secondo il vecchio Merlin per vederlo distruggere con precisione chirurgica quello sconosciuto. O essere di nuovo umano per poter fare qualcosa di concreto.

-Perché mi sta facendo questo? Chi diavolo è lei?!- chiese disperato, mentre iniziava a sudare freddo nonostante il caldo estivo.
*Merlin, ti prego. Entriamo in casa.* Lo implorò il lupo, ma il moro era fuori di sé. Troppo sconvolto per dargli retta.
-Sono al quanto sicuro che tu possa arrivarci benissimo da solo.-

No...non può essere...

A quel punto il lupo, poteva quasi vedere la tela invisibile e velenosa che usciva dalla sua bocca per avvinghiarsi intorno a Merlin e stritolarlo a suo piacimento, e prolungare così il proprio divertimento e l'agonia del ragazzo.

-Se lei è un altro dei giochetti sporchi di Morgana se ne vada!-

È così...

Per Merlin, nominare la sorella di Arthur, venne spontaneo, dopo tutto quello che aveva passato.
A rigor di logica, chi altri avrebbe potuto mandare un inquietante sconosciuto che parlava per enigmi, e che lo conosceva per giunta, se non per obbligarlo a portare a galla le sue verità. Cosa poteva essere quello, se non un subdolo trucco di una strega, visto che ormai il tempo che avevano a disposizione era agli sgoccioli.

Deve esserlo...

-Non so chi sia questa Morgana.-
-Certo, come no. Le credo sulla parola.- disse sarcastico Merlin. -Anzi, sa una cosa? Non mi importa se è stato mandando da quella strega o da chi che sia. Ognuno di voi deve restare fuori dalla mia vita e soprattutto dal mio passato!-

Passato...

L'uomo sfoderò un leggero sorriso compiaciuto. -Allora avevo ragione.-
Un sorriso che il vecchio Merlin conosceva molto bene.

Uno con le tue potenzialità...

L'atteggiamento freddo e implacabile.
Le frasi dirette e taglienti come rasoi.

Noi non sbagliamo mai...

Il maniacale bisogno di raggiungere la perfezione.

Io e te abbiamo molte cose in comune...

E ad uno sguardo più attento li vide: i tratti somatici così simili ai suoi: i capelli neri, mascherati dalle ciocche bianche, i lineamenti spigolosi del viso, nonostante le rughe date dall'età. Lo stesso sguardo severo e annoiato nei confronti della vita.

Sei sempre il figlio di tua madre...

Come poteva importargli chi fosse.
A meno che...

Chi è lei?

Davvero non lo immagini?

Il fiato gli si mozzò in gola.

No...

Il suo corpo divenne una lastra di marmo.

No.

Il terrore gli si dipinse sul volto.

No...ti prego NO!

-E se hai ereditato anche solo la metà delle mie capacità, figliolo...-

La serratura che teneva a bada il suo inferno si ruppe e tutti i demoni contenuti dietro quella porta, uscirono fuori.

  
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