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Autore: PentagramLily    11/05/2022    1 recensioni
[Hazbin Hotel]
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⚠ 𝐀𝐓𝐓𝐄𝐍𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 ⚠
𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐞̀ 𝐮𝐧'𝐚𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 𝐬𝐮 𝐀𝐥𝐚𝐬𝐭𝐨𝐫 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐦𝐦𝐚.
𝐋'𝐡𝐨 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐭𝐚 𝐛𝐚𝐬𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦𝐢 𝐬𝐮 𝐡𝐞𝐚𝐝𝐜𝐚𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢.
𝐿𝑦𝑟𝑖𝑐𝑠 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑎: https://www.youtube.com/watch?v=qQ5Ta0WpqA8
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Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mother's Day

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⚠ 𝐀𝐓𝐓𝐄𝐍𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 ⚠
𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐞̀ 𝐮𝐧'𝐚𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐦𝐦𝐚.
𝐋'𝐡𝐨 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐭𝐚 𝐛𝐚𝐬𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦𝐢 𝐬𝐮 𝐡𝐞𝐚𝐝𝐜𝐚𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢.
 
𝐿𝑦𝑟𝑖𝑐𝑠 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑎: https://www.youtube.com/watch?v=qQ5Ta0WpqA8
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𝓘 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓮𝓽 𝓽𝓱𝓮 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭 𝓸𝓷 𝓯𝓲𝓻𝓮
𝓘 𝓳𝓾𝓼𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓽𝓪𝓻𝓽 𝓪 𝓯𝓵𝓪𝓶𝓮 𝓲𝓷 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓱𝓮𝓪𝓻𝓽
𝓘𝓷 𝓶𝔂 𝓱𝓮𝓪𝓻𝓽 𝓘 𝓱𝓪𝓿𝓮 𝓫𝓾𝓽 𝓸𝓷𝓮 𝓭𝓮𝓼𝓲𝓻𝓮
𝓐𝓷𝓭 𝓽𝓱𝓪𝓽 𝓸𝓷𝓮 𝓲𝓼 𝔂𝓸𝓾
𝓝𝓸 𝓸𝓽𝓱𝓮𝓻 𝔀𝓲𝓵𝓵 𝓭𝓸.


 

8 Maggio - Festa della Mamma 

 

Quanto poteva essere crudele una festività così semplice?
Era una domanda che Alastor si ripeteva spesso.
Oh, quanto detestava quel giorno dell'anno!
Anche un luogo oscuro e dannato come l'Inferno si tingeva di tenui colori a pastello, per non parlare delle strade più lugubri e malfamate di PentagramCity, avevano l'aria di essere illuminate da luci di tonalità differenti e che Alastor era sicuro di non aver mai visto in precedenza.
Come se ogni peccatore avesse dimenticato il motivo per cui si trovasse lì, dando l'impressione che l'amore di una semplice donna fosse capace di cancellare anche le azioni più oscene e sanguinolente.
Era un pensiero che molti reputavano scontato e privo di qualsiasi significato, o di un fondamento, ma infingardo continuava ad intrufolarsi nella testa e nell'animo del famigerato Demone della Radio. Non ne voleva sapere di andarsene, lo divorava dall'interno, minuto dopo minuto, con la stessa insistenza di un tarlo.
Era ciò che realmente meritava dopo averla delusa.

 

𝓘'𝓿𝓮 𝓵𝓸𝓼𝓽 𝓪𝓵𝓵 𝓪𝓶𝓫𝓲𝓽𝓲𝓸𝓷 𝓯𝓸𝓻 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭𝓵𝔂 𝓪𝓬𝓬𝓵𝓪𝓲𝓶
𝓘 𝓳𝓾𝓼𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓫𝓮 𝓽𝓱𝓮 𝓸𝓷𝓮 𝔂𝓸𝓾 𝓵𝓸𝓿𝓮
𝓐𝓷𝓭 𝔀𝓲𝓽𝓱 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓪𝓭𝓶𝓲𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷 𝓽𝓱𝓪𝓽 𝔂𝓸𝓾 𝓯𝓮𝓮𝓵 𝓽𝓱𝓮 𝓼𝓪𝓶𝓮
𝓘'𝓵𝓵 𝓱𝓪𝓿𝓮 𝓻𝓮𝓪𝓬𝓱𝓮𝓭 𝓽𝓱𝓮 𝓰𝓸𝓪𝓵 𝓘'𝓶 𝓭𝓻𝓮𝓪𝓶𝓲𝓷𝓰 𝓸𝓯
𝓑𝓮𝓵𝓲𝓮𝓿𝓮 𝓶𝓮.

 

Solitamente non era così difficile trovare la pace interiore, un Overlord sapeva come doveva comportarsi in determinate circostanze, vivere nella completa solitudine gli aveva permesso di sviluppare delle abilità che non erano concesse a chiunque. Aveva imparato a fare affidamento sulle proprie forze, a non fidarsi mai del primo che gli passava davanti, a non chiedere mai aiuto perché era meglio medicarsi da solo le ferite piuttosto che essere costretto a ricambiare un inutile favore.
Ma il peso che Alastor portava nel cuore quel giorno era assai diverso, così doloroso, talmente pesante che gli dava l'impressione di essere schiacciato da un macigno insormontabile.
Gli impediva di godersi il pomeriggio tra la lussureggiante natura del giardino pubblico, quello in cui si rifugiava per evitare di fare strani incontri dopo essersi riempito lo stomaco. Aveva caro quel posto, ma la visione di una madre che teneva per mano il figlio aveva fatto nascere qualcosa in lui, un malessere che gli scorreva tra le vene e forse si poteva considerare come il più letale dei veleni. Gli aveva tolto il sorriso per una manciata di secondi, l'aveva spronato ad allontanarsi dalle scintillanti rose cremisi, ad evitarle perché queste non si sarebbero mai tinte di quell'elegante sfumatura nera di cui aveva un caloroso ricordo.
Era rimasto solo.
Abbandonato a sé stesso.
Costretto a dover scontare la pena più dolorosa tra tutte.

 

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𝐺𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑋 .
𝑂𝑟𝑒 : 𝟷𝟸 𝑝𝑚
𝑁𝑜𝑤ℎ𝑒𝑟𝑒.

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La morte era famosa per il suo aspro compito di portarsi via ciò che le persone avevano di più caro, impedendole di relizzare progetti importanti, sogni custoditi all'interno di un cassetto. Tuttavia non possedeva alcuna colpa concreta, ella si limitava a far terminare una vita per permettere ad un'altra di iniziare, era un equilibrio silenzioso e forse un po' drastico, ma che permetteva al tempo di continuare a fluire senza intoppi.
Tuttavia...
Esisteva una singola notte in cui l'impossibile diventava realtà, anche chi non esisteva più riceveva il privilegio di camminare per le strade della dimensione dei vivi, come se i morti non fossero mai andati via del tutto.

Ad Alastor non bastavano mai quelle poche ore che aveva a disposizione, la mente gli suggeriva di compiere l'impossibile pur di prolungare l'esistenza provvisoria sulla terra, anche a barattare la propria anima con il demonio in persona.
Se solo ne avesse avuta ancora una!

Ogni anno attendeva con trepidazione il momento in cui poteva incontrarla di nuovo, mutava il suo aspetto e la raggiungeva in quella dannata stanza che puzzava di disinfettante. Stava con lei, non si staccava mai, le stringeva la mano scura e raggrinzita con la speranza di assistere ad una qualche reazione, poter vedere nuovamente quei due occhi scintillanti che tanto adorava era un sogno ormai irrealizzabile.
Sapeva che non doveva calcare troppo la mano, quella donna aveva cominciato un declino drastico da quando una malattia l'aveva afflitta, costringendola a letto e costretta a sopravvivere grazie all'intervento di macchinari inventati dall'uomo. Segno che la tecnologia era andata avanti, ormai l'uomo non riusciva a fare a meno.
Era agonizzante vedere il destino in cui era andata incontro quella dolce donna, lei non meritava quel ciclo continuo di dolore e sofferenza, il suo unico peccato era stato quello di averlo messo al mondo e di averlo fatto crescere. Alastor ricordava l'amore che aveva ricevuto quando era un bambino, vedeva la madre come una figura forte e molto autoritaria, dopotutto era nata con la pelle scura in un mondo che non perdonava e che aveva perso la testa per l'uomo sbagliato. Aveva dovuto inghiottire una quantità indecente di bocconi amari, non aveva smesso nemmeno quando il figlio si era fatto grande ed era diventato una star della radio, come tanti altri giovani avvenenti prima di lui.
Alastor era consapevole di averla delusa, di essersene andato all'improvviso.
Aveva tanti ricordi nell'album fotografico che aveva in testa, alcuni erano troppo lieti e dolci per essere riportati alla luce, ma il pensiero lo costringeva ad affliggersi, a ripetersi quanto fosse stato egoista ed insignificante.
Il peggior figlio, forse.

 

𝓘 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓮𝓽 𝓽𝓱𝓮 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭 𝓸𝓷 𝓯𝓲𝓻𝓮
𝓘 𝓳𝓾𝓼𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓽𝓪𝓻𝓽 𝓪 𝓯𝓵𝓪𝓶𝓮 𝓲𝓷 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓱𝓮𝓪𝓻𝓽
𝓘 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓮𝓽 𝓽𝓱𝓮 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭 𝓸𝓷 𝓯𝓲𝓻𝓮 𝓱𝓸𝓷𝓮𝔂
𝓘 𝓵𝓸𝓿𝓮 𝔂𝓸𝓾 𝓽𝓸𝓸 𝓶𝓾𝓬𝓱
𝓘 𝓳𝓾𝓼𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓽𝓪𝓻𝓽 𝓪 𝓰𝓻𝓮𝓪𝓽 𝓫𝓲𝓰 𝓯𝓵𝓪𝓶𝓮.

 

La mano del Demone Radio si posò su quella della madre, l'osservava senza riuscire a dire una sola parola, con i capelli ramati scompigliati e le iridi cremisi che scintillavano dietro i rotondi occhiali dalla montatura leggera. Come ogni anno si era presentato alle infermiere con l'aspetto che aveva da umano, spacciandosi per un nipote remoto, lasciando una somma di denaro alla clinica in cui era stata ricoverata la madre.
Ma quella sera non aveva ricevuto alcuna notizia positiva, solo che la mamma aveva smesso di combattere, era pronta ad arrendersi e compiere il passo che la divideva dalla dimensione dei morti.
Ed Alastor era rimasto da solo con quel pensiero, a riflettere sul da farsi. Gli erano rimasti ancora pochi minuti a disposizione, doveva scegliere se velocizzare il tutto o essere assente nell'attimo in cui la madre si sarebbe ritrovava ad esalare l'ultimo respiro.
Era una condanna che non voleva lasciarle, ma il Demone aveva il timore di conoscere la risposta, ciò che gli impediva di comportarsi in modo imprevedibile.

𝑃𝑎𝑟𝑎𝑑𝑖𝑠𝑜 𝑜 𝐼𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑜?
𝐴𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑎𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑙𝑎?

 

𝓓𝓸𝔀𝓷 𝓲𝓷 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓱𝓮𝓪𝓻𝓽
𝓨𝓸𝓾 𝓼𝓮𝓮, 𝔀𝓪𝔂 𝓭𝓸𝔀𝓷 𝓲𝓷𝓼𝓲𝓭𝓮 𝓸𝓯 𝓶𝓮
𝓓𝓪𝓻𝓵𝓲𝓷' 𝓘 𝓱𝓪𝓿𝓮 𝓸𝓷𝓵𝔂 𝓸𝓷𝓮 𝓭𝓮𝓼𝓲𝓻𝓮
𝓐𝓷𝓭 𝓽𝓱𝓪𝓽 𝓸𝓷𝓮 𝓭𝓮𝓼𝓲𝓻𝓮 𝓲𝓼 𝔂𝓸𝓾
𝓐𝓷𝓭 𝓘 𝓴𝓷𝓸𝔀, 𝓷𝓸𝓫𝓸𝓭𝔂 𝓮𝓵𝓼𝓮 𝓪𝓲𝓷'𝓽 𝓰𝓸𝓷𝓷𝓪 𝓭𝓸

 

Alastor salutò la con un gentile bacio sulla fronte, staccandola dai macchinari. La stanza cadde nel silenzio più totale, fu la radio a riempire lo scenario con quella canzone così dolce e romantica.
Non era mai stata così malinconica, prima d'allora.

« Ti voglio bene, 𝑀𝑎𝑚𝑎𝑛.
Sarai sempre nel mio cuore »

Sussurrò quelle parole nello stesso istante in cui una farfalla di luce bianca volò fuori dalla finestra, dirigendosi verso l'alto.
Un'anima che meritava di entrare in Paradiso più di chiunque altro.


 

 

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𝓘'𝓿𝓮 𝓵𝓸𝓼𝓽 𝓪𝓵𝓵 𝓪𝓶𝓫𝓲𝓽𝓲𝓸𝓷 𝓯𝓸𝓻 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭𝓵𝔂 𝓪𝓬𝓬𝓵𝓪𝓲𝓶
𝓘 𝓳𝓾𝓼𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓫𝓮 𝓽𝓱𝓮 𝓸𝓷𝓮 𝔂𝓸𝓾 𝓵𝓸𝓿𝓮
𝓐𝓷𝓭 𝔀𝓲𝓽𝓱 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓪𝓭𝓶𝓲𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷 𝓽𝓱𝓪𝓽 𝔂𝓸𝓾 𝓯𝓮𝓮𝓵 𝓽𝓱𝓮 𝓼𝓪𝓶𝓮
𝓘'𝓵𝓵 𝓱𝓪𝓿𝓮 𝓻𝓮𝓪𝓬𝓱𝓮𝓭 𝓽𝓱𝓮 𝓰𝓸𝓪𝓵 𝓘'𝓶 𝓭𝓻𝓮𝓪𝓶𝓲𝓷𝓰 𝓸𝓯
𝓑𝓮𝓵𝓲𝓮𝓿𝓮 𝓶𝓮
𝓘 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓮𝓽 𝓽𝓱𝓮 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭 𝓸𝓷 𝓯𝓲𝓻𝓮
𝓘 𝓳𝓾𝓼𝓽 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓽𝓸 𝓼𝓽𝓪𝓻𝓽 𝓪 𝓯𝓵𝓪𝓶𝓮 𝓲𝓷 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓱𝓮𝓪𝓻𝓽.

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𝑃𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒.

Ogni anno il ricordo di quella lontana notte diveniva sempre più tragico e sofferente, era il motivo per cui Alastor smetteva di sorridere, con lacrime di sangue che gli scorrevano lungo i lineamenti scavati delle guance scolorite e ricadevano sul terriccio di quel giardinetto isolato dal resto dell'Inferno.
Detestava essere ridotto in quello stato, temeva così tanto l'idea di essere visto da qualcuno da aver mandato le ombre a fare da sentinelle, a setacciare la zona per allontanare qualsiasi sguardo indiscreto.
Ancora una volta si dimostrava una creatura egoista e possessiva, non aveva mai accettato l'idea di essere stato separato dalla madre, il non poterla rivedere era forse l'unica punizione che accusava realmente e che meritava. In tante occasioni aveva preferito averla con sé tra le lande desolate dell'Inferno, anche se questo l'avrebbe portata a soffrire nuovamente a causa delle gesta di suo figlio.
O quel che era rimasto. 

 

  
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