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Autore: Tomoe_Akatsuki    13/05/2022    0 recensioni
[Traduzione | one-shot | completa]
Ogni volta che Sam è ubriaco trova Bucky e gli chiede di un segreto. Bucky gliene dà sempre uno.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Sam Wilson/Falcon
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Bucky aveva appena portato Sam al complesso degli Avengers dopo una serata fuori in città. Dovette portarlo perché era sbronzo. Aveva bevuto un sorso di qualcosa che Thor aveva portato con sé ed era quasi svenuto. Bucky e Steve l'avevano preso. Si era ripreso poche ore dopo e l'aveva sfidato a un giro di shottini. Bucky aveva detto di no. Nat aveva detto di sì. E il resto della sera era stata una confusione nel tentativo di inseguire un Sam inciampante per il bar, cercando di tenerlo fuori dai guai.
Depose Sam sul letto gentilmente, l'aveva portato stile sposa perché Sam continuava ad inciamparsi nei suoi stessi piedi quando Bucky aveva cercato di aiutarlo a camminare. Gli tolse le scarpe e lo coprì con una delle coperte che erano nell'armadio. E in quel momento Sam lo disse. Le quattro piccole parole che avrebbero rovinato la vita di Bucky per i prossimi tre mesi. Bucky era vicino alla porta quando la voce di Sam ruppe il silenzio nella stanza.
«Dimmi un segreto.» disse, la sua voce sorprendentemente chiara per quanto era ubriaco. Bucky si fermò con la mano sulla maniglia della porta e si girò lentamente verso Sam.
«Cosa?» chiese, non sicuro di aver sentito giusto, non sicuro di cosa avrebbe fatto nel caso avesse sentito giusto.
«Ti ho chiesto di dirmi un sehgreto.» E c'era il farfugliare che Bucky si era aspettato.
«Uh...» Bucky era un po' perso ma tolse la  mano dalla maniglia e tornò vicino al letto.
«Che tipo di segreto?» chiese, le mani infilate nelle tasche, sebbene Sam era così ubriaco che probabilmente stava vedendo quattro Bucky al momento, e non lo avrebbe ricordato il mattino.
«Segreto 'u Steeb.» Sbuffò una risata e girò la testa sul cuscino in modo da poter vedere Bucky, sbatté le palpebre un po' di volte e sembrò aver messo a fuoco quello che voleva.
«Umh... Okay.» disse Bucky e spostò il peso da un piede all'altro, cercando di pensare a qualcosa che avrebbe potuto dirgli che non sarebbe stato un problema se lo dimenticasse o lo ricordasse. Poi un ricordo gli tornò in mente, facendolo sorridere.
«Una volta Steve corse per il nostro quartiere completamente nudo perché avevo scommesso un dollaro con lui che non l'avrebbe fatto.» disse Bucky, scuotendo la testa al ricordo del piccolo Steve che correva lungo la strada, usando le mani per coprirsi e dire «Salve signora» alla piccola vecchia signora che abitava in fondo alla via,  educato come sempre.
Sam è quasi morto ridendo. Le lacrime correvano lungo i lati del volto, la sua risata silenziosa. Risucchiava l'aria ogni poche risate, ne prendeva grandi sorsi e poi ritornava silenzioso. Bucky ridacchiava appena alla vista di lui che quasi raddoppiava le risate e poi rallentava per prendere fiato. Sembrava una sedia pieghevole che non sapeva decidere se rimanere aperta o chiusa. Guardò Sam prendere diversi respiri profondi e poi svenire letteralmente a metà risata. Bucky rise nasalmente e scosse la testa. Camminò avanti e sistemò la coperta di Sam di nuovo e uscì, chiudendo la porta gentilmente dietro dui.
Realmente Sam non ricordò nulla a proposito di quello, però menzionò di aver avuto un sogno su Steve che correva nudo per la strada. Steve si soffocò con il suo caffè e Bucky rimase zitto. Sam non aveva bisogno di sapere che non era esattamente un sogno. Non aveva bisogno di sapere che aveva chiesto a Bucky di raccontargli un segreto, e certamente non aveva bisogno di conoscere che Bucky glielo aveva detto immediatamente, la sua unica esitazione derivante dal non essere sicuro di quello che avrebbe dovuto dirgli. Sam non aveva bisogno di conoscere niente di questo, dunque Bucky bevve il suo caffè e lo guardò in silenzio. Come sempre.

Successe di nuovo due settimane dopo, Tony aveva lanciato un party e Sam si ubriacò. Non tanto quanto l'ultima volta, ma continuava a barcollare sui suoi piedi e ridere alle parole che pensava suonassero divertirti. Parole tipo "rilassarsi" e "bottiglia" e il cognome di Clint. Steve era impegnato a parlare con Tony quando Sam si avvicinò a Bucky e si appoggiò a lui. Gli è quasi caduto addosso. Usando Bucky per reggersi.
«Sono stanco e vorrei andare a casa adesso, perfavore.» disse Sam, sbattendo le palpebre lentamente, e guardò Bucky, il corpo che ondeggiava un po'.
«Okay, penso che si possa fare. Visto che me l'hai chiesto così gentilmente.» disse Bucky con un sorriso, evitando di menzionare che loro erano, infatti, già a "casa".
«M'sempre gentilmente.» farfugliò Sam, ondeggiando all'indietro, la sua mano protesa automaticamente verso Bucky e mancarlo di almeno un piede, Bucky la afferrò e lo tirò in piedi di nuovo.
«Di sicuro lo sei.» concordò Bucky, tirando il braccio di Sam sulle sue spalle e facendo scorrere il suo braccio destro intorno alla vita di Sam per tenerlo fermo.
«Andiamo a casa.» disse mentre li guidava verso l'ascensore.
«Grazie.» disse Sam quando la porta dell'ascensore si chiuse dietro a loro, suonando esausto e appoggiandosi a Bucky, mettendo la maggior parte del suo peso su di lui.
Bucky sorrise a sé stesso mentre guardava gli occhi di Sam chiudersi e poi riaprirsi lentamente, sembrando stordito.
«Di niente, Sam.» replicò Bucky, guardando Sam sorridere goffamente vicino a lui.
«Hey Bucky?» chiese Sam, non suonando abbastanza ubriaco, ma continuava ad appoggiare buona parte del peso su Bucky mentre l'ascensore saliva.
«Cosa?»
«Dimmi un segreto.» disse Sam, guardando Bucky con grandi occhi. Lo stomaco di Bucky fece una capovolta mentre lo guardava, raramente poteva vedere il viso di Sam così indifeso. Aprì la bocca per rispondere e non c'era certezza di quale segreto stava per venir fuori fino a quando non iniziò a parlare.
«La settimana scorsa, Tony si lamentava che qualcuno aveva rotto quella cosa nel suo laboratorio e lui ha dato la colpa ad uno dei suoi robot. Non era stato il robot. Ero stato io. Non volevo, ma lui e T'Challa avevano migliorato il mio braccio e mii stavo ancora abituando alle modifiche che hanno fatto e l'ho rotto.» ammise Bucky, non sentendosi male come quando Tony aveva chiesto a tutti a proposito dilo.
Sam lo guardò, la sua faccia  che faceva qualcosa di strano, qualcosa che Bucky non aveva mai visto fare.
«E dopo che Tony ci ha detto che aveva capito che era stato uno dei robot, sono andato al suo laboratorio e mi sono scusato. Perché era Dum-E, ha dato la colpa a Dum-E e mi sono sentito in colpa così sono andato a chiedere scusa. Non so perché. Ma l'ho fatto.» disse Bucky, guardando Sam per tutto il tempo, guardando la sua faccia fare quella cosa strana. Poi Sam ha sorriso.
«Questa è stata una buona cosa, Buck. Davvero una buona cosa.» disse Sam  lentamente, come se si stesse concentrando molto sulle sue parole. La sua mano libera si avvicinò per accarezzare il petto di Bucky un paio di volte prima di crollare contro Bucky e svenne di nuovo. Bucky lo prese prima di uscire dalla sua presa. Sospirò mentre lo tenne su per un momento e poi con un grugnito ha gettato Sam sopra la sua spalla come un vigile del fuoco mentre l'ascensore suonò e la porta di aprì.
Portò Sam nella sua stanza e lo mise a letto, ancora una volta coprendolo. Lo guardò mentre dormiva sul letto. Anche se incosciente era probabilmente la parola migliore per descrivere quello che era al momento. Bucky lo guardò e sorrise mentre mormorava nel sonno, dicendo qualcosa sui marshmallow. Scosse la testa e se ne andò, chiedendosi quanti altri segreti avrebbe consegnato volontariamente a Sam. Ubriaco o no, che se ne ricordasse o no, Bucky stava dando pezzi di se stesso a Sam che nessun altro aveva. Nemmeno Steve. E li stava consegnando senza alcuna esitazione. Era una strana sensazione, ma sembrava anche giusta, come se questi pezzi di sé appartenessero in qualche modo a Sam.

La terza volta che successe Bucky era a casa. Era rimasto a casa perché era abbastanza sicuro che se qualcuno gli avesse detto anche solo una cosa leggermente sbagliata stasera gli avrebbe dato un pugno in faccia. Era di pessimo umore. Non era sicuro del perché. A volte si svegliava sentendosi di merda. E la sensazione di merda lo aveva seguito tutto il giorno. Sam aveva cercato di convincerlo ad uscire comunque, ma si era presto arreso. Aveva sorriso a Bucky e gli aveva detto che sperava di stare meglio presto e poi se n'era andato, il braccio gettato sulla spalla di Wanda, la testa tirata indietro ridendo per qualcosa che aveva detto Steve.
Bucky stava leggendo nella sua stanza quando sentì la porta d'ingresso aprirsi. Sentì qualcuno inciampare per qualche minuto, poi ha sentito un tonfo, una voce dire "merda" e poi quella stessa voce ridacchiare. La voce apparteneva ovviamente a Sam. Bucky alzò gli occhi al cielo, lasciò cadere il libro e aprì la porta.
«Sam?» chiese, chiamando nel soggiorno buio. C'era una lunga pausa e poi:
«Sì?» chiese Sam in un sussurro molto forte. Bucky incrociò le braccia e si appoggiò al telaio della porta.
«Stai bene?» chiese, guardando verso il soffitto e in attesa della risposta.
«Sì. St'bene. St'ben - ouch."  Bucky sentì un altro tonfo e poi Sam inciampò uscendo dal buio, nel corridoio, strofinandosi lo stinco.
«Bene. Come stai?» concluse, sorridendo a Bucky con uno dei suoi sorrisi ubriachi. Era il suo sorriso ubriaco contenuto, aveva ovviamente avuto una buona notte.
«Sto bene.» disse Bucky poco dopo, guardando Sam raddrizzarsi e imitarlo dall'altra parte del corridoio, incrociando le braccia e appoggiandosi al muro.
«Sei sicuro?» chiese, la sua voce più alta del normale, le sopracciglia che gli salivano sulla fronte.
«Sì. Sam. Sono sicuro.» disse Bucky, che poteva sentire la sua pazienza esaurirsi, il cattivo umore che ancora persisteva sotto la sua pelle.
«Davvero, però, perché quando me ne sono andato eri un brontolone.» disse con un broncio esagerato, appoggiandosi in avanti verso Bucky e rischiando di cadere. Inciampò qualche passo avanti e poi si alzò di nuovo dritto.
«Sto bene Sam. Solo... Vai a letto.» disse Bucky e fece marcia indietro nella sua stanza. La porta era quasi chiusa quando la mano di Sam l'ha colpita e l'ha aperta. Bucky se ne stava lì a guardarlo con gli occhi spalancati.
«Cosa?» chiese, la sua voce più acuta di quanto volesse. Sam sembrava soddisfatto, compiaciuto.
«Vedi? Sei ancora scontroso. Cosa c'è che non va, Buck?» chiese, spingendosi ulteriormente nella stanza di Bucky e sedendosi sul bordo del letto, le gambe incrociate e le braccia dietro di lui, a tenerlo su. Sembrava un po' strano, come se stesse cercando di essere professionale e anche rilassato tutto in una volta, non stava funzionando per lui davvero, ma Bucky alzò solo le spalle e lo fissò.
«Non c'è niente che non va. Ok? Sto bene. Quindi per favore vai a letto, nel tuo letto, vorrei usare il mio, se per te va bene?» La sua voce era ancora acuta. La mascella si chiuse quando Sam lo guardò con la faccia da "oh davvero?".
«Sam-»
«No no no. Zitto. Vieni qui.» Si alzò, afferrò Bucky per le spalle e lo fece sedere sul letto.
«Ora. Bucky.» Lo guardò, ondeggiando un po' sul bordo del letto.
«... sì?» chiese dopo Bucky che Sam lo aveva fissato in silenzio per un minuto. «Cosa?» chiese Sam, sembrava confuso. Bucky sospirò.
«Sembrava che avessi qualcosa da dire.» disse Bucky, tenendo la mano davanti a lui in un gesto "quindi vai avanti".
«Non ricordo.» disse e poi la sua faccia si illuminò e Bucky seppe cosa stava per succedere.
«Dovresti dirmi un segreto. Questo ti farà sentire meglio, raccontare segreti fa sempre sentire meglio le persone.» disse, annuendo, gli piaceva pensava che questo era il miglior consiglio che qualcuno avesse mai dato. Bucky sospirò di nuovo e guardò in grembo.
«Che tipo di segreto vuoi Sam?» chiese, premendo il suo pollice metallico nel palmo della mano destra.
«Non mi interessa. Dimmi solo un segreto su cosa ti fa arrabbiare.»
Accarezzò il ginocchio di Bucky e lasciò lì la sua mano, stringendola delicatamente. «Ti farà sentire meglio.» Annuì con un cenno. Bucky ridacchiò, sembrava così soddisfatto e molto ubriaco.
«Ho... ho fatto un sogno su Steve. Da prima. Quando eravamo bambini, o almeno, prima della guerra, prima che tutto crollasse.» iniziò Bucky, Sam premette il ginocchio di nuovo, incoraggiandolo a continuare.
«Era piccolo. Come era prima del siero. E non so. Mi sono appena svegliato con tutti i sentimenti che avevo da quando ho visto la prima volta che avevano fatto a lui.» disse Bucky, il suo pollice continuava a scavare nel palmo della mano.
«Quali sentimenti?» chiese Sam, sbattendo la sua spalla contro quella di Bucky. Bucky lo guardò rapidamente, Sam sorrise, Bucky sorrise e guardò nuovamente il suo grembo.
«Uh... odio per lo più credo.» disse con un'alzata di spalle.
«Ebabortate... eclabratate...» Sam prese un respiro profondo, non trovando la parola che voleva, guardò Bucky e strinse gli occhi.
«Continua.» disse, come se non stesse  inciampando su una parola e dicendola male due volte, Bucky ridacchiò e poi continuò.
«Lo odiavo. Ho cercato di proteggerlo dalla guerra. Ho cercato di impedirgli di andare. Ma non si è fermato. Questo è proprio come Steve è. Era in lui, per combattere. Ma l'hanno cambiato. L'hanno cambiato per farlo e... è come se l'avessero trasformato in un'arma. Questo è tutto quello che riuscivo a pensare quando lo guardavo. Che lo avevano trasformato in un'arma e non ero lì per fermarlo.» disse Bucky mentre gli tremava la mano per quanto ci stesse facendo premere il pollice. Sam coprì le mani di Bucky con una delle sue e le divise, stringendo quella fatta di carne prima di spostare la mano al ginocchio di Bucky.
«Ascolta.» biascicò , poi si schiarì la gola e continuò a parlare.
«Non ero lì. Ma so, che non c'era nulla che avresti potuto fare. E non c'è niente che tu possa fare ora. E Steve è ancora qui. E voi siete vivi, insieme. E potrebbe non essere come era prima. Ma voi siete qui, e siete vivi. E questo... è quello che conta.» sbattè le palpebre, aprì gli occhi, guardò Bucky e sorrise.
«Questo... stranamente... mi ha fatto sentire meglio. Sei un bravo terapista ubriaco, Sam.» disse Bucky, dandogli un piccolo sorriso in cambio. Sam si alzò improvvisamente, Bucky alzò le mani per prenderlo mentre ondeggiava sui suoi piedi, ma Sam mantenne l'equilibrio e si girò verso Bucky, battendo la mano sulla sua spalla.
«Lo so, amico. Lo so.» disse, questione di fatto e poi si girò ed uscì dalla stanza, correndo contro il telaio della porta.
Bucky lo fissò e si rese conto che si sentiva davvero meglio. Non c'era nulla che potesse fare per cambiare quello che era successo. Ed erano entrambi qui ora, ed entrambi vivi e aiutare le persone. Sam aveva ragione, questa era la cosa importante. Bucky si strofinò gli occhi e cadde di nuovo sul letto, deriva fuori a dormire con i pensieri di Sam riempimento è la testa.

Nelle settimane successive Sam sembrava un po' diverso, continuava a guardare Bucky in modo diverso. Bucky non riusciva a capire esattamente cosa c'era di diverso nell'aspetto, ma non lo trovò. Per la prima volta pensò che forse Sam non era così ubriaco come sembrava l'ultima volta e che forse si ricordava quello che gli aveva detto Bucky. Il cuore di Bucky affondò al pensiero che forse Sam ora pensava a lui in modo diverso.
Ma pochi giorni dopo, Sam si presentò nella sua stanza, ubriaco fradicio. Era tornato a casa dopo una brutta missione e si era ubriacato, lui e Clint, entrambi erano stati in cucina a giocare a pescare al tavolo della cucina, e ogni volta che uno di loro aveva preso un paio avevano preso un drink. Bucky era abbastanza sicuro che Clint fosse svenuto e che al momento fosse privo di sensi sul pavimento della cucina. Sam inciampò nella sua stanza e cadde sul letto accanto a lui. Bucky fece cadere il suo libro sul petto e girò la testa per guardare l'uomo ubriaco accanto a lui.
«Hey.» disse Bucky, sorridendo quando tutto ciò che Sam fece fu stato gemere in cambio.
«Come va la testa?» chiese Bucky, la sua voce tranquilla.
«Non c'è bisogno di gridare.» disse Sam, la sua voce stretta mentre apriva un occhio e guardava Bucky. Bucky gli sorrise e disse «Scusa» e poi tornò al suo libro. Sam gemette accanto a lui. Bucky lo ignorò.
«Nnnhh!» gemette Sam.
«Oh mio Dio, cosa? Parli come un bambino cosa vuoi?» chiese Bucky esasperatamente, lasciando cadere di nuovo il suo libro e girandosi a guardare Sam. La sua faccia infilata nei cuscini di Bucky, i suoi occhi si sono stretti.
«Dimmi un segreto» si lamentò.
«E se non voglio dirti un segreto?» giro prese in giro Bucky.
«Dimmene solo uno. Divertente.» disse Sam e fece colpire il braccio di Bucky per poi decidere che era troppo lavoro e fece cadere la mano, le dita appoggiate al braccio di Bucky. Il calore delle dita di Sam sembrava scorrere lungo il braccio di Bucky fino al petto. Spostò il suo libro dal petto e al comodino e poi guardò Sam.
«Uno divertente eh?»chiese.
«Mhmm.» Sam canticchiò con un piccolo cenno, finalmente aprendo l'occhio che non era stato schiacciato nel cuscino per guardare attraverso il letto a Bucky.
«E se non avessi un segreto divertente? Hai detto tu stesso, sono un vecchio noioso, te lo ricordi?» disse Bucky, rotolando su un fianco per affrontare Sam, appoggiando la testa sulla sua mano, il braccio di metallo appoggiato contro il suo fianco mentre guardava la schiena di Sam alzarsi e abbassarsi con il suo respiro.
«Sai che stavo scherzando quando l'ho detto.» borbottò, muovendo leggermente la mano, avvolgendo le dita attorno all'avambraccio di Bucky e stringendolo. Bucky sentì il calore correre sul suo viso ed era grato che Sam avesse chiuso di nuovo gli occhi. Era anche grato che anche se avesse guardato di nuovo Bucky, probabilmente non sarebbe stato in grado di dire che stava arrossendo, sperava.
«Sì, sì. Bene. Fammi pensare a uno divertente.» Bucky sospirò, muovendo le dita contro il cuoio capelluto e pensando. «Prenditi tempo. Ma no, troppo tempo, perché potrei addormentarmi.» disse Sam, il suo discorso che gli usciva di più dalla bocca premuta contro il cuscino. Bucky gli sorrise anche se i suoi occhi erano chiusi.
«Non preoccuparti. Ne ho preso uno. Credo.» disse Bucky, resistendo all'impulso di allungare la mano e sfiorare le punte delle dita contro la guancia di Sam.
«Va bene. Fammi sentire.» disse Sam, stringendo di nuovo il braccio di Bucky. Bucky poteva sentire le sue orecchie diventare calde ora, il contatto con Sam diventava un po 'opprimente.
«Va bene. Quindi, la scorsa settimana, potrei aver comprato o meno una borsa di magneti. E dopo averli acquistati, potrei o meno averne attaccati sul braccio il maggior numero di persone possibile.» disse Bucky mentre cercava di trattenersi dal sorridere, il che si stava rivelando difficile perché Sam tremava con una risata silenziosa di fronte a lui. Il suo naso era arricciato e stava espirando piccoli respiri d'aria, la sua mano si era spostata dal braccio di Bucky per stringere il cuscino accanto a lui.
«Tu-tu-» cercò di dire qualcosa e poi si mise a ridere di nuovo, parlando a grandi boccate d'aria e poi tacendo.
«Che cosa? Devo divertirmi in qualche modo!» disse Bucky, difendendosi attraverso la propria risata. Questo peggiorò Sam, che si girò su un fianco e si strinse lo stomaco.
«Ma magneti!?!» quasi urlò, strappandosi le lacrime dal viso e ridendo ancora un po '.
«Non lo so. All'epoca sembrava una buona idea. Ed erano magneti molto belli.» disse Bucky in modo pratico, controllando in qualche modo la sua risata. Sam si stava un po 'calmando, ridendo a intermittenza ora, il suo respiro stava tornando alla normalità. «Oh, scommetto che erano bellissimi Buck.» disse, e poi sbuffò e rise di nuovo. Bucky lo guardò e sentì il cuore battergli nel petto. Era così bello quando rideva. Così felice. Bucky voleva allungare la mano, tracciare le rughe della risata sul viso di Sam con le dita e poi attirarlo in un bacio. Strinse la mano in un pugno sotto la testa, afferrando una manciata di capelli e tirando per distrarlo dall'urgenza.
Sam rise ancora qualche volta e poi si lasciò andare, rilassandosi sul materasso di Bucky. Era di nuovo svenuto. Bucky lo guardava steso lì per qualche minuto, discutendo se sarebbe stato sicuro per lui dormire in un letto accanto a Sam. Aveva paura di svegliarsi raggomitolato intorno a lui e poi Sam si sarebbe sentito a disagio, non voleva mettere Sam in quella situazione, non voleva toccare Sam senza il suo permesso. Si girò verso il muro, allungando una mano e spegnendo la lampada. Giaceva nell'oscurità, le braccia avvolte intorno a sé. Rimase lì sveglio tutta la notte, ascoltando Sam russare tranquillamente dietro di lui. Attese finché non vide il sole colpire la sua finestra, si alzò e andò in bagno a fare la doccia. Quando tornò nella sua stanza, con la camicia attaccata all'acqua sulla schiena che l'asciugamano aveva perso, Sam non c'era più. Non era sicuro di essere sollevato o turbato. C'era un dolore al petto che lo aveva spinto verso quest'ultimo.

Circa un mese dopo Bucky era seduto sul tetto dell'Avengers Compound, con le gambe penzoloni da un lato. Era andato lassù per allontanarsi da tutti, non voleva stare con nessuno, non proprio. Stava diventando sempre più difficile per lui stare lontano da Sam. Voleva stargli intorno tutto il tempo. È andato fuori di testa quando Sam è andato in missione senza di lui, ma l'ha nascosto abbastanza bene. Almeno lo pensava. Stava nascondendo bene tutto. In pratica si è nascosto nella sua stanza e se Sam era nei paraggi ha cercato di comportarsi normalmente. Non è che fosse una persona molto sensibile e sensibile, quindi il fatto che non si avvicinasse molto a Sam non era così evidente. Se ne stava occupando. E poi Sam è scomparso in missione. Erano andati a prendere una nuova base dell'Hydra che era spuntata, a Bucky era stato detto di restare indietro, per lasciare che se ne occupassero gli altri. E gli altri erano tornati senza Sam. Bucky ascoltò i loro discorsi sulla necessità di un piano per andare a prendere Sam per circa dieci minuti prima di uscire. Nessuno si è accorto che se ne andava. Ha afferrato quante più armi poteva portare su di lui ed è andato a prendere Sam.
Lo ha riportato indietro. Da solo, mentre l'altro era ancora in mezzo a fare progetti. Poi era stato sospeso. Per essere andato dietro a Sam contro gli ordini. Non gliene frega niente. Ci stavano mettendo troppo tempo. Sapeva cosa poteva fare Hydra alle persone. Non avrebbe permesso loro di fare niente del genere anche Sam. Non finché era vivo per fermarlo. Quindi era salito sul tetto. Solo per sedersi.
Stava ascoltando il vento tra gli alberi, le foglie che ondeggiano e il suono un po' come le onde su una spiaggia. Sentì la porta aprirsi cigolando e poi richiudersi.
«Merda» udì Sam sussurrare quando la porta sbatté. Nella sua mente lo vide sussultare per il rumore, le spalle che si sollevavano e poi si rilassavano. Bucky non lo guardò, teneva solo gli occhi sugli alberi. Sam si arrampicò sulla sporgenza accanto a lui, facendo oscillare i piedi per penzolare accanto a quelli di Bucky. «Qui. Ti ho preso questo.» disse Sam, e Bucky sentì un rumore tintinnante e si guardò il braccio per vedere un magnete attaccato ad esso. Sollevò il braccio più vicino al viso in modo da poterlo vedere meglio al buio. Era un piccolo falco marrone, con le ali spiegate come se stesse librando nell'aria. Bucky lanciò un'occhiata a Sam, guardandolo attraverso le ciglia, Sam stava guardando gli alberi, non guardando Bucky. Bucky sorrise al magnete e se lo strappò dal braccio, rigirandolo nella mano prima di rimetterlo sul braccio, sotto la stella. «Grazie. Mi piace.» disse Bucky, spostando di nuovo gli occhi su Sam. Vide Sam guardarlo e abbassare gli occhi sulle sue ginocchia.
«Non ho mai detto grazie.» disse Sam. «Non ce l'hai anche tu.» disse Bucky senza esitazione. Sentì gli occhi di Sam su di lui.
«Lo voglio davvero.» disse, la sua voce suonava strana. Bucky lo guardò, il suo occhio nero non era così evidente nell'oscurità. Ma Bucky poteva ancora vedere il taglio sulla fronte. Ancora una volta resistette all'impulso di allungare la mano e toccare. Distolse di nuovo gli occhi da Sam.
«No, non lo fai. Non è un grosso problema.» Bucky lo congedò con un'alzata di spalle. Saltò un po 'quando la mano di Sam cadde sulla sua gamba. «Bucky.» disse Sam, e aspettò che Bucky lo guardasse. Spostò lentamente gli occhi dal grembo al viso di Sam. Deglutì quando vide lo sguardo aperto sul viso di Sam.
«Hai preso d'assalto una base dell'Hydra, da solo, per venire a prendermi. Questo è davvero un grosso problema Buck.» disse Sam, inclinando la testa e dando una stretta alla gamba di Bucky. Bucky si sentiva a disagio con Sam che lo guardava in quel modo. Si schiarì la gola e distolse lo sguardo con un'alzata di spalle.
«Non per me. È proprio quello che facciamo. Quello che faccio. In cosa sono bravo.» disse Bucky lentamente, con il pollice che si agitava di nuovo nel palmo, apparentemente non poteva fermarlo. Stava diventando un'abitudine. Sam tolse la mano dalla gamba di Bucky e se la lasciò cadere in grembo.
«Se con questo intendi che sei bravo a salvare le persone, allora sì. Sei bravo in questo. E mi hai salvato Buck. Quindi ti dirò grazie. E non devi rispondere niente, ok? Voglio solo che tu sappia che lo apprezzo. Così tanto. Quindi grazie.» disse Sam, poi si voltò e saltò giù dalla sporgenza e tornò alla porta. Il cuore di Bucky gli batteva forte nel petto. Sam lo aveva ringraziato per averlo salvato prima, più volte, ma non si era mai sentito così. Qualcosa era diverso e Bucky desiderava solo di poter capire cosa fosse. Si spinse con forza il pollice nel palmo e poi prese un profondo respiro.
«Hey Sam?» chiamò, senza voltarsi, sentì Sam smettere di camminare dietro di lui. «Sì Buck?»
«Dimmi un segreto.» disse Bucky, quasi sussurrando, la mano che gli tremava sulla gamba. Udì Sam soffiare uno sbuffo d'aria in una risata e poi udì dei passi che venivano verso di lui.
«Vuoi un segreto adesso eh?» chiese Sam, i suoi passi si avvicinarono, Bucky si sentì come se il suo cuore stesse per battere fuori dal suo petto.
«Si. Voglio un segreto adesso.» disse Bucky, e questa volta sussurrò, incapace di rendere la sua voce più alta. E poi Sam era in piedi proprio dietro di lui, il petto premuto contro la schiena di Bucky. Bucky si appoggiò istintivamente a lui e Sam gli avvolse le braccia intorno alla vita, facendogli cadere il mento sulla spalla.
«Ti dirò il mio segreto meglio custodito. Sei pronto?» sussurrò all'orecchio di Bucky, mandando brividi sulla pelle di Bucky. Bucky annuì, le parole gli sfuggirono.
«Sono innamorato di te Bucky Barnes.» disse e premette un bacio sulla guancia di Bucky. Bucky lo sentì sorridere e le sue mani balzarono dal suo grembo per coprire le mani di Sam sulla sua vita. Si sentiva come se potesse piangere. Non avrei mai pensato che avrebbe sentito Sam dirgli qualcosa del genere.
«Va bene per te?» sussurrò Sam, sfiorando con le labbra l'orecchio di Bucky. Bucky annuì e Sam lo strinse più forte.
«Sì Sam, per me va bene.» Sospirò e appoggiò la testa contro la spalla di Sam. Sentì Sam sorridere contro il suo collo e sorrise anche lui.
«Hey Buck?» chiese Sam, la sua voce leggermente soffocata dalla camicia di Bucky.
«Sì, Sam?» chiese, sapendo cosa avrebbe detto Sam e volendo che lo dicesse così male.
«Dimmi un segreto.» Bucky sorrise alle parole e si voltò un po 'tra le braccia di Sam in modo che potesse guardarlo. Mosse la mano sulla guancia di Sam, il pollice che sfiorava la morbida pelle.
«Va bene. Questa volta ne ho uno buono.» disse con un sorriso. Sam gli sorrise, le sue dita premettero contro i fianchi di Bucky, tirandolo appena un po' più vicino.
«Sentiamolo allora.» disse Sam, fissando Bucky.
«Anch'io sono innamorato di te.» disse Bucky, spostando la mano dalla guancia di Sam al collo e tirandolo giù in un bacio.
all'inizio sam sorrise nel bacio e poi iniziò a ricambiare, attirando bucky il più vicino possibile. bucky non si era mai sentito così desiderato, così al sicuro, così fottutamente amato. avvolse le braccia attorno al collo di sam e lo tirò più vicino. stava diventando difficile respirare, la sua testa girava come se fosse stato sott'acqua troppo a lungo, o come se gli fosse stato appena detto un segreto divertente e non riuscisse a smettere di ridere. non si era mai sentito meglio in vita sua.

   
 
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