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Autore: Star_Rover    16/05/2022    7 recensioni
Jari e Verner sono uniti fin dall’infanzia da un legame che nel tempo è diventato sempre più intenso e profondo. Nell’inverno del 1915 però i cambiamenti sociali e politici che sconvolgono la Finlandia finiscono per coinvolgerli, così i ragazzi sono costretti a separarsi per seguire strade diverse.
Nel 1918 i destini dei due giovani tornano a incrociarsi sullo sfondo di una sanguinosa guerra civile.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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VI. Decisioni pericolose
 

Il vento gelido soffiava violentemente a largo delle Isole Åland, l’imbarcazione proseguì la sua rotta verso ovest, navigando tra le onde. Dal ponte Bernhard osservò la costa finlandese allontanarsi sempre di più all’orizzonte. Si strinse nel pesante cappotto ed espirò una nuvola di fumo.
Era sempre stato diviso tra due Patrie. Suo padre non aveva mai mancato nel ricordargli le sue origini, il tedesco era la lingua che conosceva fin dalla nascita. Sua madre invece gli aveva insegnato ad amare quella terra che ai forestieri appariva soltanto fredda e ostile. Egli non era uno straniero nelle lande del nord, questi erano i luoghi dove era cresciuto, eppure dentro di sé sentiva una fastidiosa sensazione di incompletezza. Amava la Finlandia, ma allo stesso tempo sentiva la mancanza della Germania.
Quella era la sua occasione per riconciliarsi con sé stesso. Avrebbe potuto lottare per l’indipendenza della Finlandia restando fedele alla Germania. Questo era il suo obiettivo.
Quando l’Organizzazione gli aveva proposto di diventare l’intermediario tra le due Nazioni per portare avanti quei negoziamenti non aveva esitato nemmeno per un istante. Fin dal primo momento aveva avuto la certezza di essere la persona giusta per quel ruolo. Non aveva mai dubitato delle buone intenzioni dei suoi compagni, ma era consapevole di trovarsi in una posizione pericolosa, in certe situazioni la prudenza non era mai troppa.
In quel momento ripensò a Jari, la curiosità e l’entusiasmo di quel ragazzo l’avevano piacevolmente sorpreso. In lui aveva visto qualcosa di diverso, non era soltanto uno dei tanti giovani borghesi che avevano deciso di unirsi all’organizzazione per motivazioni politiche. Jari credeva fermamente nei valori di indipendenza, era un sognatore, ma allo stesso era determinato ad agire nel concreto per cambiare le cose. Aveva riconosciuto fin dal primo momento la luce che brillava nei suoi occhi. Quella terra aveva bisogno di giovani arditi e coraggiosi, Jari era l’esempio perfetto, incarnava lo spirito dei nazionalisti che avrebbero portato la Finlandia all’indipendenza. Era curioso di metterlo alla prova, non aveva mai sbagliato nel valutare le sue reclute, ma necessitava di qualcosa di più per decidere se egli fosse realmente affidabile.
Bernhard si riprese da quei pensieri avvertendo una presenza alle sue spalle. Un suo compagno si avvicinò a lui, prima di rivolgergli la parola sollevò lo sguardo ammirando con soddisfazione il cielo terso e limpido.
«Il tempo è buono, il capitano ha detto che sarà una traversata tranquilla»
Il tedesco si limitò ad annuire, in assenza di imprevisti avrebbero raggiunto presto la loro meta.
«Volevo dirti che apprezzo davvero quel che stai facendo. Hai avuto coraggio nell’accettare questo incarico»
«Non avrei potuto rifiutare un compito tanto importante. Non tradirei mai la fiducia dei nostri compagni»
«Non ho mai avuto dubbi a riguardo»
Winkler si rassicurò, egli era uno dei pochi che non aveva mai mostrato diffidenza nei suoi confronti.
«Sei davvero convinto della buona riuscita di questa missione?»
Bernhard annuì: «i nostri contatti sapranno fornirci l’aiuto necessario»
«Sarà un viaggio pericoloso»
«L’intera faccenda è un grande azzardo, ma tutti noi siamo disposti a rischiare»
Il finlandese concordò con quell’affermazione.
«Credi che la Germania accetterà questi accordi?»
«I tedeschi vogliono vincere la guerra, non perderanno l’occasione di indebolire un nemico come lo zar»
Il suo compagno tornò ad ammirare l’orizzonte: «spero davvero che tu abbia ragione»
 
***

Lauri attraversò rapidamente il lungo corridoio del dormitorio giungendo davanti alla stanza del suo compagno. Yrjö era seduto davanti al piccolo scrittoio intento a scrivere una lettera. Quando avvertì i battiti alla porta diede il permesso di entrare, non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la presenza dell’amico.
«Dobbiamo parlare, si tratta di una questione importante»
Yrjö rimase in silenzio, come sempre preferì scoprire qualcosa di più prima di esprimersi. Aveva già intuito che la questione fosse seria, così restò in attesa e in allerta.
Lauri si guardò intorno: «Jari non è qui?»
Il compagno scosse la testa: «è in biblioteca a studiare»
«D’accordo, forse è meglio così. Preferisco prima parlarne solo con te»
Yrjö poté immaginare quale sarebbe stato l’argomento di quella conversazione.
«Questa notte ho continuato a pensare a quel che mi ha detto Jari…e devo ammettere che alla fine lui ha ragione»
«Riguardo a che cosa?»
«Alla questione dell’attivismo. Siamo stati noi a coinvolgerlo in questa faccenda trascinandolo negli ambienti indipendentisti. Abbiamo sempre parlato di grandi ideali ed ora che si è presentata anche per noi la possibilità di agire ci stiamo tirando indietro come vigliacchi!»
«Credevo che avessimo deciso di essere prudenti»
Lauri iniziò a camminare avanti e indietro esternando il proprio nervosismo.
«A cosa potrebbe servire la prudenza adesso? Siamo sulla strada della rivolta, prima o poi dovremo schierarci»
«Fino a ieri non la pensavi in questo modo. Si può sapere che è successo?»
Lauri distolse lo sguardo: «le parole di Jari mi hanno fatto riflettere…poi è stata Marja a farmi prendere la decisione definitiva»
Yrjö stentò a credere a quelle parole: «da quando sei diventato quel tipo di persona che cambia per amore?»
«Sono sicuro che lei sia quella giusta. Ho pensato a noi, al nostro futuro insieme…e ho capito di non voler creare una famiglia in una Finlandia privata della sua libertà e della sua indipendenza»
«Posso condividere le tue motivazioni, ma sei davvero sicuro che sia questo il modo per ottenere la libertà?»
«Non ho alcuna certezza, so soltanto che non posso più attendere il momento giusto per agire»
«Dunque dovremmo fidarci di Winkler e i suoi compagni»
«Io sono il primo a diffidare di quel tedesco, ma il Comitato ritiene che sia affidabile e per questo sono disposto a dargli una possibilità»
«Non ho intenzione di diventare un terrorista come gli studenti dell’Ostrobotnia»
«Queste sono le parole di un ipocrita!»
Yrjö trasalì, non aveva mai ricevuto simili accuse da parte del suo compagno.
«Non sono un ipocrita. Sono disposto ad accettare le conseguenze delle mie scelte, ma non a corrompere la mia morale»
«Che cosa credevi che sarebbe successo? È troppo tardi per tirarsi indietro»
Il giovane esitò, quella conversazione stava avanzando rapidamente verso un punto di non ritorno.
«Hai sentito anche tu quei discorsi. Le cose stanno già cambiando e noi dobbiamo prendere una decisione al più presto» insistette Lauri.
«Se tu e Jari siete disposti a compiere questo passo non sarò certo io a fermarvi, ma non aspettatevi che vi segua in questa follia»
L’amico si rattristò nel sentire quella risposta.
«Credevo che anche tu fossi intenzionato a combattere per la nostra indipendenza!»
«Non ho tradito i nostri ideali, ritengo solo che questa non sia la soluzione» si giustificò.
Lauri non replicò, si voltò e senza aggiungere altro abbandonò la stanza.
Yrjö tornò a sedersi alla scrivania, prese un profondo respiro per poi prendersi la testa tra le mani. Non era pentito per quel che aveva detto, non era sua intenzione abbandonare i suoi compagni, desiderava solo prendere la giusta decisione. Aveva bisogno di tempo per riflettere sulla questione, non sapeva cosa sarebbe successo, ma voleva credere che ci fosse un’altra possibilità, non voleva rinunciare alla propria integrità.
 
***

Karl conosceva Elmer da molto tempo, tanto che ormai aveva smesso di contare gli anni. Le loro vite si erano separate e unite più volte, alla fine però il loro rapporto di amicizia era sempre rimasto intatto. 
Per questa ragione quando Karl aveva rivisto il nipote del suo vecchio compagno al cantiere della ferrovia aveva provato profondo rammarico. Era triste pensare al destino di quel giovane, Karl conosceva fin troppo bene quella vita e sapeva che presto anche per lui quel lavoro si sarebbe tramutato in una condanna.
Quell’incontro però aveva anche risvegliato altri pensieri, riportando alla sua mente il ricordo di una vecchia amicizia.
Così colto dalla malinconia ne aveva approfittato per far visita a Elmer. Quando entrò nella sua stanza avvertì una fitta al petto nel vedere quell’uomo, che ricordava forte e in salute, disteso nel letto, pallido e sofferente.
Nonostante tutto fu felice di rivedere una persona cara, anche Elmer esternò una sincera commozione per quel ricongiungimento.
I due si salutarono con caloroso affetto, dedicando i primi momenti a ricordare tempi passati.
Ad un tratto Karl si guardò intorno, sorpreso dal silenzio. Sapeva che Elmer aveva una famiglia numerosa, ipotizzò che i nipotini più piccoli fossero usciti per giocare nella neve.
«Verner non è in casa?» domandò con curioso interesse.
«Deve essere nel vecchio capanno, come mio fratello ha un gran talento nell’intagliare il legno, spero davvero che continui a portare avanti questa sua passione. Purtroppo a causa della malattia sono stato costretto a chiudere la bottega…»
«Lo so, tuo nipote mi ha detto tutto. Mi dispiace davvero per quel che è successo»
«Oh, non devi provare pietà per me. L’ultima cosa di cui ho bisogno è la compassione di un buon amico»
Karl prese un profondo respiro: «non è per questo che sono qui»
«Dunque a cosa devo questa visita?»
«A dire il vero si tratta proprio di Verner»
Elmer sospirò: «che cosa ha combinato questa volta?»
«Non voglio allarmarti. Egli è un ragazzo sveglio e intraprendente, ma ho paura che anche per questo potrebbe finire per cacciarsi nei guai»
«Verner è sempre stato attratto dai guai fin da quando era bambino» commentò suo zio.
«In questo caso potrebbe trattarsi di qualcosa di veramente pericoloso»
Elmer sollevò lo sguardo mostrando i suoi occhi cristallini.
«Per me Verner è come un figlio, mi sono sempre preso cura di lui dopo la morte di mio fratello»
«Sono certo che tu abbia sempre avuto a cuore la sorte di quel ragazzo»
«Temo di dover chiedere ancora una volta il tuo aiuto»
Karl scelse di essere onesto e sincero nei suoi confronti, era lieto di poter fare qualcosa per l’amico, ma non aveva molte speranze di riuscire nel suo intento.
«Cercherò di parlargli, ma conosco bene quelli come lui, non credo che potrei fargli cambiare idea tanto facilmente»
Elmer era consapevole di ciò, quel giovane era testardo esattamente come il padre. Per tutta la vita aveva tentato di evitare per lui il medesimo destino, ma ogni suo sforzo sembrava non essere stato sufficiente.
 
***

Kaija attendeva sempre con ansia le lettere di suo fratello. I due erano sempre stati molto uniti e il loro legame si era rafforzato ancora di più dopo la prematura scomparsa della madre. Kaija aveva sempre visto Jari come un buon fratello maggiore, lo rispettava e lo ammirava, sapeva che egli aveva sempre cercato di fare del suo meglio per prendersi cura di lei e per proteggerla. Non era stato semplice affrontare quella separazione, le cose erano inevitabilmente cambiate dopo la sua partenza. Quella casa appariva sempre più vuota, non era abituata a quella solitudine.
La giovane strinse la missiva tra le mani, trepidamente aprì la busta e si affrettò a leggere il contenuto.
 
Alla mia cara sorella Kaija.
Mi spiace per non averti scritto prima, nell’ultimo periodo ho avuto diverse questioni di cui occuparmi.
Temo di deluderti nell’affermare che la vita qui è molto più noiosa di quanto si possa immaginare. È vero, Helsinki è una grande città dove ogni giorno può accadere qualcosa di nuovo, ma continuo ad essere dell’idea che qui non ci sia molto per me. Credimi, preferirei tornare a percorrere il sentiero della fattoria e vagare tra le nostre foreste e le lande desolate piuttosto che gettarmi nuovamente nelle strade caotiche e affollate. Mi manca il silenzio e il profumo delle conifere.
Almeno c’è il mare, nei momenti di quiete e tranquillità posso distrarmi con lunghe camminate vicino alla costa.
In università mi trovo bene, anche se trascorro la maggior parte del tempo sui libri e non trovo particolare interesse per le numerose attività dei centri studenteschi. Sono stato fortunato a trovare una buona compagnia, ho amici di cui posso fidarmi. Ti prometto che quando ci rivedremo cercherò di rivelarti di più sulla mia vita sociale. Ultimamente ho conosciuto qualcuno di interessante, una persona che mi ha convinto a prendere una decisione importante. Sono certo che questo incontro sia stato il reale motivo del mio trasferimento nella capitale. È stato come se il destino avesse voluto darmi un segnale.
Ma questa non è l’occasione giusta per parlare di certe questioni, avremo modo di discuterne in futuro. Adesso ho voglia di sapere qualcosa del villaggio, provo sempre una profonda malinconia, soprattutto in momenti come questi, alla sera, quando sono solo nella mia stanza.
Non ho più avuto notizie di Verner, ad essere sincero sono un po’ preoccupato per lui. Sta passando un momento difficile e mi sento in colpa per essermene andato quando lui aveva bisogno di me. Ti chiedo solo il favore di fargli sapere che può contare su di me e che sarò sempre disposto ad aiutarlo.
So che sarai così gentile da fare questo per me, ti ringrazio di cuore per questo.
Abbi cura di nostro padre, anche se le cose tra di noi sono complicate voglio che sappia che gli voglio bene.
Spero di rivedervi presto.
Con affetto,
Jari

 
La ragazza ripose la lettera, era lieta di sapere che il fratello stesse bene, eppure avvertì uno strano presentimento. Quelle parole sembravano nascondere un messaggio più profondo, aveva terminato di leggere le ultime righe con una certa inquietudine.
Era consapevole che Jari stesse soffrendo per la lontananza da casa e per la separazione dalle persone amate. Forse però c’era anche dell’altro.
Kaija raggiunse l’altra stanza, nel salotto trovò suo padre seduto al tavolo intento a leggere il giornale mentre fumava un sigaro.
Quando la vide l’uomo mostrò un tenero sorriso, aveva sempre avuto particolare riguardo per la secondogenita, in lei rivedeva sempre più la sua amata moglie. Come genitore aveva cercato di fare del suo meglio per crescere da solo i suoi due figli. Il rapporto con il primogenito era delicato e complesso, ma quello con sua figlia invece era sempre stato sereno.
Egli distolse lo sguardo dalle pagine stampate per rivolgere a lei la sua attenzione.
La ragazza riferì della lettera, annunciando al padre le notizie di Jari.
Il signor Koskinen ascoltò attentamente: «l’importante è che stia bene»
Kaija non riuscì a nascondere la propria inquietudine: «ad essere sincera sono un po’ preoccupata per lui»
Il padre poggiò il sigaro nel posacenere: «per quale motivo?»
«L’ultima volta non mi è sembrato del tutto convinto di questa sua decisione»
«Tuo fratello deve farsi carico delle sue responsabilità»
«So che Jari non vuole deludere le aspettative che sono state riposte su di lui»
«Egli non è più un ragazzino, è giusto che impari ad affrontare da solo certe difficoltà»
Kaija si mostrò dispiaciuta per quella fredda risposta, pensò che il padre fosse troppo severo nei confronti del fratello.  
La ragazza preferì non insistere sull’argomento, scelse di fidarsi delle parole del genitore. Forse si stava angustiando troppo, in fondo desiderava solo che suo fratello potesse essere felice.
 
***

Aleks si incamminò lungo la strada deserta. Il percorso ghiacciato era avvolto dall’oscurità.
Il giovane alzò lo sguardo al cielo stellato, gli astri brillavano luminosi sfumati solo dal debole chiarore della luna. In una notte come quella aveva abbandonato la sua amata patria, fuggendo da Pietrogrado seguendo i binari fino al confine. Lui e i suoi compagni erano ricercati dalle autorità come pericolosi criminali, abbandonare la Russia non era stata una scelta. Aleks era consapevole di non essere un traditore, in passato aveva provato a vivere onestamente nella Russia imperiale, ma ben presto si era reso conto di non poter ignorare la verità. Aveva conosciuto la fame e la povertà, la sua coscienza gli aveva impedito di voltare semplicemente lo sguardo e chinare la testa.
Qualcuno avrebbe potuto giudicarlo incolpandolo per aver anteposto i propri ideali ad ogni cosa, anche alla sua famiglia. La realtà però era diversa, era proprio perché amava i suoi cari che voleva provare a cambiare le cose.
Aleks gettò via la sigaretta, i tempi stavano cambiando, ne era sicuro. Ormai era solo una questione di tempo, il popolo era stanco di sottostare al volere dell’aristocrazia.
In quanto anarchico Aleks non aveva particolare simpatia per i comunisti, ma doveva ammettere che quell’alleanza avrebbe potuto risultare vantaggiosa per entrambe le parti.
Le ultime notizie giunte dalla madrepatria si erano rivelate particolarmente interessanti. Aleks e i suoi compagni avevano provveduto a mantenere i contatti oltre il confine, con un’intricata rete di informatori potevano avere accesso a fonti sicure e attendibili. Lo scoppio della guerra aveva avuto le sue conseguenze, le ambizioni imperialistiche dello zar non avevano trovato pieno supporto nella popolazione. Tra i suoi connazionali era ancora vivido il ricordo della guerra contro il Giappone, una sconfitta che aveva acceso la prima fiamma della rivoluzione. Riaprire quella ferita avrebbe potuto essere la scintilla definitiva.
Aleks sorrise, quella guerra avrebbe potuto soltanto alimentare lo spirito ribelle del popolo.
L’esito del conflitto avrebbe potuto determinare la fine del suo esilio, quello sarebbe stato l’unico modo per tornare in patria come uomo libero.
In tutto questo Aleks non poteva restare fermo a guardare. Non aveva di certo raggiunto la Finlandia soltanto per nascondersi come un vigliacco.
I comunisti finlandesi avrebbero potuto rivelarsi preziosi alleati, così come era accaduto dieci anni prima, quando le due parti si erano unite per tentare di ottenere la libertà. L’indipendenza della Finlandia sarebbe stato l’ennesimo attacco al potere zarista, ma era anche importante non perdere la fiducia e l’alleanza che si era creata in tutti questi anni. Dunque se ciò significava sostenere la causa comunista sarebbe stato questo che avrebbe fatto.  
Nella sua vita aveva imparato che per sopravvivere doveva essere disposto ad adattarsi ad ogni situazione, l’importante era non perdere di vista l’obiettivo. Non aveva alcun rimorso, era convinto che non avrebbe potuto agire diversamente. Eppure ogni notte prima di addormentarsi rivedeva davanti a sé l’amata moglie che stringeva il figlio appena nato tra le braccia. Era condannato a rivivere costantemente e ripetutamente il dolore provato al momento della loro separazione. Non poteva sapere se avrebbe avuto l’occasione di ricongiungersi con la sua famiglia, ma il ricordo dei suoi cari era solo un motivo in più per non arrendersi.
Aleks sussultò avvertendo il rumore di alcuni passi, prontamente si voltò notando qualcuno avvicinarsi. Immediatamente riconobbe la figura che si muoveva nella penombra, si trattava di Mikhail, uno dei suoi fedeli compagni.
«Pietrogrado non è così lontana» commentò il nuovo arrivato intuendo i suoi pensieri.
Aleks sospirò: «siamo sempre troppo lontani da casa»
«Suppongo sia normale provare malinconia per quel che abbiamo lasciato»
«Torneremo quando la nostra patria sarà libera»
Mikhail rifletté su quelle ultime parole.
«Sapevo che non ti saresti arreso tanto facilmente. Quando ti ho conosciuto con i tuoi discorsi ti sei dimostrato fin dal primo momento sicuro e determinato, per questo ho scelto di restare al tuo fianco. Non pensavo però che ti avrei seguito fino a qui»
«Ti sei pentito per questo?»
Il suo compagno scosse la testa: «no, affatto. Ma per me la questione è diversa»
«Che cosa intendi?»
«A differenza tua io non ho più nulla da perdere»
Aleks distolse lo sguardo: «ho dovuto allontanarmi dalla mia famiglia solamente per proteggerla, non ho mai avuto intenzione di abbandonarla»
«Lo so. Ciò dimostra che credi davvero nella nostra causa»
«Se non hai dubbi sulla mia onestà perché mi stai parlando in questo modo?»
«Mi stavo solo domandando a cosa ci porterà tutto questo. Non sei stanco di nasconderti come un criminale?»
«Certo, ma non abbiamo alternativa. Se vogliamo continuare a combattere dobbiamo accettare queste condizioni»
«Sarà questo il nostro destino?»
«Presto avremo l’opportunità di fare il nostro dovere»
Mikhail restò diffidente: «ritieni che i finlandesi siano affidabili?»
Aleks annuì: «desiderano l’indipendenza della loro patria e sanno che non potranno ottenerla senza il nostro supporto»
«I rossi non sono gli unici a sostenere di voler liberare questo Paese dall’egemonia imperiale»
«Noi siamo sempre stati dalla parte della giustizia e dell’uguaglianza sociale»
Mikhail concordò con il suo compagno, a quel punto della loro battaglia sarebbe stato decisivo il destino della Finlandia.
   
 
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