Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Abby_da_Edoras    16/05/2022    4 recensioni
Questa è la terza ff demenziale che ho scritto sul Trono di Spade e in questa storia in particolare riscrivo in modo parodistico e comico le vicende dell'ottava stagione, sempre incentrando il mio racconto sulla mia "strana coppia" Theon e Ramsay e cambiando completamente il destino di questi due personaggi e di molti altri. Nelle mie storie si ride (io almeno rido un sacco), c'è allegria, prese in giro, e cerco sempre di dare un lieto fine più o meno a tutti, insomma, tutto il contrario del vero GoT! Ci saranno comunque Estranei, draghi e non-morti, in fondo la stagione parla anche di loro... XD
Grazie a chi vorrà leggere e commentare questa storia, ricordo che questa è la terza e che prima bisogna aver letto "Non si torna indietro" e "Chiamami per nome".
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori della serie TV Game of Thrones.
Genere: Angst, Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jon Snow, Ramsay Bolton, Theon Greyjoy, Tyrion Lannister
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo sesto

 

Passerà pure questa fine del mondo
E vedrai allora sarà tutto l'opposto
Di ciò che ti hanno detto
E se per caso ti perdessi nella confusione
Tra chi scappa, grida, piange o si sente perso
Stringi forte tra le mani questa convinzione
Si può essere vincenti nel tempo più avverso

Possa ogni mio graffio preservarti dal male
Tutto ciò che conosco darti da imparare
Possa ogni mia sfida farti sempre vincente…

(“Tutto l’oro del mondo” – Noemi)

 

Quando nel castello di Grande Inverno cominciarono a udirsi le grida dei soldati che avevano avvistato l’esercito dei non-morti, Theon dovette, a malincuore, staccare da sé Ramsay… e si accorse che il giovane, nonostante tutto, si era addormentato tra le sue braccia. Per un attimo fu tentato di lasciarlo così, a dormire tranquillo: sapeva che quei momenti appassionati non avevano cancellato la sua delusione e la sua frustrazione e che sarebbe stato più facile raggiungere il Parco degli Dèi con Bran se Ramsay non si fosse messo a sclerare… ma anche quella sarebbe stata una mossa da vigliacco e Theon non voleva più essere un vigliacco, mai più.

Baciò lievemente il giovane sulla fronte.

“Ramsay, svegliati” gli sussurrò con dolcezza. “L’esercito degli Estranei e dei non-morti è fuori le mura, dobbiamo andare.”

Beh, diciamo che non era il miglior modo di svegliare un povero disgraziato, ma le cose stavano così, il Re della Notte e i suoi erano effettivamente fuori le mura di Grande Inverno e, anzi, occorreva fare in fretta.

Il fatto è che, come sappiamo, Ramsay ci metteva sempre un bel po’ per svegliarsi, forse perché il suo unico neurone doveva riattivarsi, poi riuscire a collegarsi in qualche modo alla coscienza del giovane Bolton e… insomma, il ragazzo era molto poco vitale quando Theon riuscì a tirarlo giù dal letto, tra l’altro non aveva nemmeno fatto colazione (sì, lo so benissimo che era piena notte, ma Ramsay, quando si svegliava, doveva  fare colazione per riprendere coscienza di sé, qualunque ora fosse!) e probabilmente là fuori c’erano dei non-morti che erano più svegli di lui.

Theon, comunque, pensò di approfittare della cosa: visto che Ramsay pareva non sapere dov’era, perché era lì e che diavolo stesse succedendo, lo aiutò a vestirsi e poi lo condusse con sé. Gli Uomini di Ferro si erano radunati nel cortile e aspettavano i suoi ordini, mentre già i primi gruppi di Estranei e non-morti avevano sfondato la prima linea ed erano entrati dentro le mura di Grande Inverno e gli Immacolati combattevano per fermarli. Alla battaglia stavano prendendo parte anche i due Draghi, cavalcati da Jon e Daenerys, e cercavano di sfoltire con il fuoco l’immensa orda di mostri.

Tutto questo riuscì almeno in parte a risvegliare Ramsay dalle oscure profondità del sonno… tuttavia era ancora abbastanza confuso da lasciarsi condurre da Theon nel Parco degli Dèi, dove Bran sarebbe stato l’esca per il Re della Notte. Il giovane Greyjoy dispose i suoi Uomini di Ferro a protezione del luogo e poi cercò, finalmente, di riportare Ramsay su questa terra. Insomma, non poteva affrontare gli Estranei e il Re della Notte e occuparsi anche del giovane Bolton in stato comatoso!

“Ramsay, adesso siamo nel Parco degli Dèi e molto presto inizierà anche qui la battaglia contro gli Estranei. Devi svegliarti e decidere cosa vuoi fare” gli disse, scuotendolo con più decisione.

Evidentemente le parole di Theon sortirono l’effetto sperato, perché Ramsay riacquistò finalmente una certa lucidità… sì, più o meno il massimo al quale poteva aspirare… e comprese dove si trovavano e cosa stava per accadere.

“Cosa voglio fare io? Il problema è cosa vuoi fare tu!” protestò immediatamente. Sì, si era decisamente svegliato, forse era meglio prima… “Ormai siamo qua e non possiamo tirarci indietro, ma questa idea di proteggere quello stregone inquietante là è un suicidio, è ancora peggio che affrontare il grosso dell’esercito dei non-morti. Se proprio vuoi lottare per gli Stark, allora andiamo a combattere con i loro soldati. A Bran penseranno gli Uomini di Ferro e poi, magari, potrebbe anche pensarci la sua famiglia, no? Jon, Arya, Rickon… è fratello loro, non mio!”

“Ma, in un certo senso, Bran è mio fratello, come lo sono gli Stark, e io mi sono assunto il compito di proteggerlo. Non posso lasciare il mio posto” replicò con calma Theon. “Tu puoi andare a combattere con gli altri soldati, se preferisci, ma il mio posto è qui.”

“È questo dunque che vuoi fare? Vuoi restare qui nel Parco degli Dei a proteggere Bran Stark e combatterai gli Estranei e il Re della Notte a costo della tua stessa vita? È questo, dunque, è questo che vuoi?” iniziò a gridare il giovane Bolton, ormai resosi pienamente conto della situazione. Era fuori di sé, sinceramente Theon non ricordava di averlo mai visto così infuriato dai tempi d’oro di Forte Terrore e forse, a dirla tutta, neanche allora, perché in quei giorni ormai lontani il giovane Bolton si divertiva a torturarlo e seviziarlo e quindi non era mai davvero arrabbiato.

Ecco, in quel momento invece era veramente in collera con lui.

Oddio, non è che Theon avesse improvvisamente deciso di diventare un kamikaze, di certo, se avesse potuto fare a meno di lasciarci la pelle sarebbe stato anche più contento, ma si era preso l’impegno di proteggere Bran e non poteva fuggire e mancare al suo dovere, non ancora, non per l’ennesima volta.

“Il Re della Notte vuole Bran e io ho giurato di difenderlo. Non capisci? Se quel mostro riuscisse davvero a uccidere Bran sarebbe finita, nessun altro potrebbe fermarlo e gli Estranei dilagherebbero in tutti i Sette Regni, non ci sarebbe più nessun luogo sicuro” replicò Theon, in tono accorato. Non era facile neanche per lui, che cosa credeva Ramsay? Certo, da una parte avrebbe preferito non dover rischiare la vita, ma dall’altra sentiva che era il suo dovere, la sua giusta espiazione per le colpe commesse e poi, in fondo, che scelta aveva? Se il Re della Notte avesse vinto, nessuno sarebbe sopravvissuto nei Sette Regni. A ben pensarci, era una specie di scelta obbligata…

Ma Ramsay, come ben sappiamo, la logica non sapeva nemmeno dove stesse di casa e continuò a protestare, furibondo.

“Non era questo che mi avevi promesso, avevi detto che saremmo tornati a Pyke e che avremmo sostenuto Yara come Regina, mi avevi promesso che saremmo stati insieme e invece no, hai deciso di morire per uno Stark! Sempre questi stramaledetti Stark!” urlò, ma in qualche strano modo la sua voce sembrava diversa dal solito, come se fosse… beh, come se fosse rotta dal pianto. La penombra, tuttavia, non permetteva a Theon di vedere se Ramsay stesse effettivamente piangendo…

“Non ci sarà più nessuna Pyke, non ci sarà più niente se vincono gli Estranei, lo vuoi capire?” e questo, in effetti, era vero, ma non era l’unica ragione per la quale proprio Theon si era offerto per proteggere Bran, nel luogo più pericoloso di tutti, contro il Re della Notte in perso… cioè… in cadavere… non-morto… come accidenti si dice, insomma! Avrebbe potuto farlo qualcun altro e lui unirsi agli altri che combattevano gli Estranei tra le mura di Grande Inverno, sarebbe stato sempre rischioso ma non la missione suicida che si era più o meno consapevolmente scelto. “Ma lo hai visto? Persino Daenerys Targaryen, persino i Lannister si sono uniti agli Stark per cercare di respingere questi abomini! In questo momento ogni guerra è sospesa perché c’è in gioco la sopravvivenza stessa dei Sette Regni.”

“E allora perché tu non sei là a combattere con loro? Perché non sei insieme a Daenerys Targaryen o ai Lannister? Perché proprio tu ti sei preso l’incarico di proteggere Bran Stark dal Re della Notte?” ecco, era appunto quella la domanda che Theon non si sarebbe voluto sentir fare. Ma Ramsay, ormai lo sappiamo fin troppo bene, era straordinariamente abile nel fare sempre le domande più scomode!

“Perché è ciò che merito, è il mio destino, è il motivo per cui sono sopravvissuto anche alla prigionia e alle torture” ammise il giovane Greyjoy, l’espressione mesta e rassegnata. “È l’unico modo che ho per redimermi dopo tutto il male che ho fatto alla famiglia che mi ha cresciuto.”

“Ah, lo ammetti, dunque” ribatté Ramsay. Era quello che aveva pensato fin dal principio, ma sentirlo dire da Theon faceva male, un male che non aveva mai provato prima, più forte e più invasivo di qualsiasi male fisico, lo annientava e lo spezzava. Ramsay, però, non aveva mai sopportato di essere quello che subiva il dolore (eh no, cavoli, lui era quello che lo provocava al prossimo suo!) e reagì nuovamente con la rabbia, quella rabbia che credeva di aver perduto stando con Theon, quella rabbia che lo aveva accompagnato fin da bambino e che adesso lo accecava di nuovo, la rabbia di chi non è accettato, di chi è respinto e emarginato. “E allora resta pure con i tuoi amati Stark! Sei solo un ingrato e un bugiardo, mi hai sempre mentito, avrei dovuto scuoiarti io stesso a Forte Terrore invece di essere così misericordioso con te, ma adesso ci penserà il Re della Notte a darti quello che meriti! Maledetto stronzo infame, spero davvero che gli Estranei ti portino alla dannazione!”

Gli voltò bruscamente le spalle, pronto a scappare da quel luogo, ma prima che se ne potesse andare gli occhi di Bran catturarono i suoi e, per un attimo, Ramsay non riuscì a muovere un passo.

“Tornerai” gli disse il ragazzo, serio, calmo e inquietante come sempre. “Questo è il tuo posto, e tu lo sai bene. Il tuo posto è accanto a Theon, lo è sempre stato.”

“Tu non sai un bel niente! Non sai neanche come eliminare il Re della Notte, servi solo a rovinare la vita alle persone!” urlò Ramsay, frustrato, e questa volta corse via davvero, lontano da quel luogo, dall’Albero Diga che avrebbe attirato il Re della Notte, lontano da quello che, almeno per qualche tempo, aveva creduto essere la sua felicità. Che cretino era stato, più cretino, stupido e idiota di quanto mai avesse creduto possibile! Aveva proprio ragione suo padre (che, tra parentesi, era davvero più furbo perché col cavolo che si era offerto per combattere gli Estranei, se ne stava al sicuro tra i Frey aspettando che fossero gli altri a morire per lui!), Ramsay Bolton era solo uno stupido, anzi, non era nemmeno un Bolton, era un bastardo e nulla più, a prescindere da quello che potesse dire un inutile foglio firmato da un Re bambino. Guarda in che guaio era andato a cacciarsi solo perché si era illuso che un Principe biondo, affascinante e con gli occhi azzurri potesse veramente tenere a lui, volergli un po’ di bene… Alla dannazione, tutto e tutti! Aveva sbagliato Roose Bolton, ventun anni prima, avrebbe dovuto davvero gettarlo nel fiume quando la madre glielo aveva portato, sarebbe stato meglio per tutti e per lui in primis! Idiota, mille volte idiota, aveva davvero pensato che Theon sarebbe rimasto con lui per sempre ora che non lo teneva più incatenato? Stupido illuso, Theon preferiva morire per gli Stark piuttosto che stare con lui!

Era talmente stravolto dalla rabbia e da una disperazione che non aveva mai provato prima, e che quindi non era ovviamente in grado di riconoscere, da incasinarsi com’era prevedibile e, invece di allontanarsi da Grande Inverno, finì per ritrovarcisi in mezzo, mentre la scena che aveva davanti sembrava il trailer della fine del mondo. Soldati degli Stark, cavalieri Dothraki, l’esercito degli Immacolati e altri vari ed eventuali partecipanti all’epica battaglia tra la Vita e la Morte affrontavano valorosamente Estranei e non-morti, e la maggior parte di loro finiva fatto a pezzi. Le fiamme avvolgevano buona parte della scena e Ramsay attribuì al fumo e all’eccessivo calore il fatto di avere il fiato che gli si spezzava in gola e il viso inondato di lacrime, certo, era solo il fumo, che altro poteva essere?

Ad ogni modo quella non era la strada giusta, il giovane Bolton non aveva imparato poi molto di Grande Inverno e, comunque, in quella notte di fuoco e terrore era ancora più difficile orientarsi anche per una persona normale, tuttavia capì che doveva tornare indietro e prendere la strada opposta sia alla fortezza sia al Parco degli Dèi. A lui non fregava un beneamato della salvezza dei Sette Regni e poi non era un eroe, non si sarebbe fatto ammazzare per il bene dell’umanità. Certo, se il Re della Notte avesse vinto e avesse guidato i suoi Estranei per tutti i Sette Regni sarebbe stato un bel casino e non ci sarebbe stato nessun posto sicuro…

“Già, nemmeno le Torri Gemelle dei Frey saranno un posto sicuro se il Re della Notte deciderà di venire a prendervi tutti, caro padre” mormorò, ridacchiando tra sé. “Magari potresti scatenargli contro il vecchio Walder Frey, tanto probabilmente è una specie di non-morto anche lui! *

Ma neanche quel pensiero riusciva a farlo sentire meglio. Ramsay non capiva perché, e questa non era una cosa insolita per lui, ma continuava a sentire un dolore terribile, forse perfino peggiore di quello delle sue torture, che gli devastava il cuore, glielo schiacciava come un macigno e pareva impedirgli anche di respirare normalmente. E poi quelle stupide lacrime che continuavano a scorrergli sul viso e che lui si asciugava con gesti irritati della mano, insomma, adesso non si trovava più in mezzo ai fuochi di Grande Inverno, possibile che quel maledetto fumo lo tormentasse ancora?

“Forse sono solo un po’ allarmato” disse Ramsay, parlando a se stesso o all’unico neurone che aveva, con la pia illusione di spiegarsi perché si sentisse così male dentro. Lui odiava sentirsi male… “questi maledetti Estranei sono davvero decisi a spazzare via gli uomini e, se vincono loro, non ci sarà un luogo dove potrò rifugiarmi, di certo quelli non hanno paura delle segrete di Forte Terrore. Ma di che mi preoccupo? L’umanità ha già il suo eroe, no? Ovviamente sarà il bastardo Jon cazzutissimo Snow a eliminare il Re della Notte e a salvare tutti i Sette Regni, noi umili mortali potremo dormire sonni tranquilli.”

Eppure nemmeno questa considerazione riusciva a placare l’angoscia che continuava a divorare e a logorare il suo cuore, che gli corrodeva come un tarlo anche l’unico neurone che aveva e che lo faceva… beh, sì, diciamolo, anche se può sembrare folle… che lo faceva piangere, altro che fumo!

Non era mai stato così male in tutta la sua esistenza.

Nel frattempo, la battaglia tra i vivi e i morti, o non-morti, o Estranei o che dir si voglia, continuava ma con una netta superiorità per gli esseri guidati dal Re della Notte che, tanto per non farsi mancare niente, mentre procedeva spedito verso il Parco degli Dèi per uccidere Bran aveva anche ridestato dal loro sonno eterno (ora non più eterno) tutti i morti del Nord, insomma una gran bella compagnia di cadaveri che avrebbe combattuto per lui (sì, proprio quelli delle cripte che, con infinita sagacia, qualcuno aveva pensato essere il posto più sicuro dove nascondere donne e bambini!). Non una compagnia allegra, di sicuro, però efficace per i suoi scopi! Il Re della Notte era ormai giunto al Parco degli Dèi senza che nessuno potesse fermare la sua inarrestabile avanzata (vero che suona bene?); Theon era riuscito, povera anima, a far fuori tutti gli Estranei, non-morti, Velociraptor e quant’altro gli fosse capitato a tiro perché con la sua lancia di vetro di drago poteva eliminare praticamente tutto e tutti, ma quando il Re della Notte giunse con i suoi Estranei per uccidere Bran calò un gran silenzio.

Era arrivato il momento clou della serata.

Se Theon fosse riuscito a colpire il Re della Notte con la sua lancia e lo avesse ucciso, allora anche tutto l’esercito degli Estranei e dei non-morti si sarebbe dissolto, perché il Re della Notte era il primo Estraneo. Però probabilmente non era così facile, sennò qualcun altro ci avrebbe pensato già da tempo, non è che Theon fosse poi quella mente eccelsa…

Il giovane Greyjoy si rese conto che quelli potevano essere i suoi ultimi momenti di vita, così si voltò verso Bran per dire quelle che, appunto, sarebbero potute essere le sue ultime parole.

“Bran, ti chiedo perdono per tutto quello che ho fatto a te e alla tua famiglia, io mi sono comportato da traditore e…” iniziò, ma Bran lo interruppe.

Insomma, non è educato interrompere qualcuno che sta pronunciando le sue ultime parole, ma evidentemente il giovane Stark, nella sua infinita saggezza che vedeva e sapeva tutto ed era quindi piuttosto sinistra, pensò bene che il Re della Notte non sarebbe stato lì fino alla mattina dopo aspettando il suo testamento!

“Non hai niente da farti perdonare, Theon” gli disse. “Sei un brav’uomo e tutto ciò che hai fatto di male in passato è servito a portarti qui e ora, nel posto che ti spetta. Io ti ringrazio, Theon.”

Ora, detto tra noi, già questa sorta di assoluzione e benedizione da parte di Bran faceva capire benissimo che Theon non ce l’avrebbe fatta e che la sua era una missione suicida fin dall’inizio, e anche Theon se ne rese perfettamente conto. Ma ormai che cosa poteva fare?

Commosso e incoraggiato dalle rassicuranti parole di perdono e stima di Bran, Theon si slanciò valorosamente contro il Re della Notte, brandendo la sua lancia di vetro di drago ma, meritandosi senz’altro il primo premio per lo Sfigato dell’Anno, mancò il colpo e il Re della Notte poté deviarlo senza problemi. Poi il mostro afferrò la lancia e la spezzò, ma proprio quando stava per trafiggere Theon con quel pezzo di lancia ci fu il colpo di scena che nessuno si aspettava. Una freccia infuocata gli passò sibilando a pochi centimetri dal volto, facendolo indietreggiare. Un’altra uccise un non-morto accanto a lui. Una terza infilzò un altro non-morto. Theon, che si era visto già trapassato da parte a parte, pensò bene di allontanarsi dal raggio d’azione dell’arma del Re della Notte e di usare il pezzo di lancia che gli era rimasto per uccidere gli altri Estranei che cercavano di accerchiare Bran, mentre il Re della Notte si voltava verso il nuovo arrivato che gli aveva appena rovinato la scena madre.

“Guardami, sono qui, vieni a prendere me, se ci riesci, mostro!” lo apostrofò Ramsay, che intanto incoccava una freccia infuocata dopo l’altra e si esibiva nel famoso gioco del cecchino che lo aveva sempre divertito tanto. Il Re della Notte riusciva a schivare le frecce, ma queste andavano comunque a uccidere i non-morti che lo accompagnavano e, se non erano le frecce, era la lancia di Theon a far fuori gli Estranei. “Credi di farmi paura? Per niente! Tu non mi conosci, altrimenti saresti tu ad avere paura di me!”

Insomma, Ramsay era tornato indietro, non ce l’aveva proprio fatta ad abbandonare Theon così come aveva detto, si era reso conto (in ritardo, ma meglio tardi che mai!) che quel dolore che lo straziava era causato dal pensiero di perdere il suo bel Principe e chi se ne fregava se lui aveva scelto gli Stark, Ramsay non poteva più stargli lontano e non sarebbe riuscito a vivere se gli fosse accaduto qualcosa, punto e basta.

Fine capitolo sesto

 

 

 

* So bene che nella serie TV a questo punto Roose Bolton e anche Walder Frey e tutta la sua famiglia sono già morti da un pezzo, ma non nella mia versione dove, come ho detto, non muore quasi nessuno, nemmeno i personaggi più stronzi! XD

   
 
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