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Autore: FaithNebula    19/05/2022    1 recensioni
...Questo era quello che la spingeva a vivere al massimo ogni giorno, il non voler morire senza aver compiuto grandi cose, senza aver detto di amare, senza aver provato quello che si dice essere il vero amore, senza aver trovato quelli che sarebbero dovuti essere i suoi compagni di vita, senza aver vissuto vere avventure, quelle da ricordare quando si è grandi, si immaginava con tante persone al suo seguito che l’avrebbero amata come avrebbe fatto lei, con affetto.
Ecco sì, provava affetto anche per lui che c’era stato come amico in quegli anni. Quattro anni passati a scriversi.
E in quattro anni gli aveva detto così tante volte di cambiare il suo gufo…
Il vecchio Errol si schiantò come al solito sul vetro della sua finestra.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 1

Avere una vita perfetta è quello che si dice un sogno.

È per pochi.

Ma in fondo cos’è la perfezione? Cos’è se non il sentirsi pieni e sopraffatti da ciò che si possiede? Essere contenti di ciò che si è e di chi ci circonda, senza troppe pretese. Vivere alla giornata seguendo il corso degli eventi, circondandosi di persone positive che ti accettano per come sei stata creata, perché tutti siamo stati messi al mondo per un motivo. Essere contenti per ciò che ci è stato donato, da chi o da cosa non importa, perché ciò che davvero fa la differenza in un’esistenza è meritarsela una volta ottenuta. Ricordarsi che ci sono state date delle possibilità che ad altri sono state negate, che oggi siamo qui ma domani potremmo non esserci, dire sempre ciò che si pensa nel bene o nel male rispettando se stessi e gli altri. Vivere senza paura di commettere errori, perché in fondo la vita è unica e non bisogna sprecare neanche un granello di sabbia di questa clessidra che scorre inesorabile e spietata.

Pensieri su pensieri erano quelli di Hera Bonebruiser, una sedicenne italiana che era magica in tutto e per tutto. Maga dalle radici dei capelli alla punta dei piedi, viveva in Italia con la sua famiglia composta dai signori Bonebruiser e da suo fratello maggiore Astreus.

Kallisto e Ponderus Bonebruiser, genitori di un bellissimo bambino dai capelli castano scuro, avevano adottato la ragazza quando ella aveva pochissimi mesi. Tutto era stato deciso per un volere supremo, in quanto la bimba era stata lasciata in un orfanatrofio babbano da non si sa chi, ma aveva mostrato subito le sue capacità da metamorphmagus che la distinguevano da tutti gli altri bimbi. Infatti ne combinava una al giorno e quelle povere signore non comprendevano come fosse possibile che i suoi capelli crescessero a dismisura e i suoi occhi cambiassero colore ogni ora..

I genitori volendosi allontanare dall’Inghilterra in quel periodo, avevano scelto di abbandonare il mondo magico, ma appena la videro, così minuscola e indifesa ma allo stesso tempo così forte e determinata, non poterono fare a meno di prenderla con loro, amarla e donarle tutto ciò di cui aveva bisogno. 

Correva l’anno 1981, quando un mago oscuro compì le azioni più spietate. I genitori di Hera, nata il 2 febbraio del 1980, decisero di andare via, di fuggire da quella terra in cui maghi crudeli facevano a gara tra chi riusciva a strappare più vite.  Kallisto e Ponderus, giovani maghi scelsero una vita da viaggiatori, girarono il mondo insieme al loro bambino e alla piccola Hera che dimostrava ogni giorno di più le sue doti magiche. Cina, Giappone, Indonesia, per poi spostarsi in Europa, in particolare in Francia per poi concludere questo estenuante viaggio di vita durato cinque anni, in Italia. Napoli era la città di Hera, quella che finalmente poteva chiamare casa. In cui per essere felici bastava aprire le finestre e guardare il mare, sentirne l’odore, mettersi al sole e assorbirne i raggi come se fossero soffi vitali. Che senza quel mare ti sentiresti priva di respiro, che poi ti viene sottratto appena lo guardi..

Sì.. il sole che muore nel mare o che rinasce, spettacolo della natura, dove se giri il viso dalla parte opposta ti accoglie una marea diversa, quella della gente, a cui non costa nulla farti un sorriso, uno di quelli che soltanto gli italiani sanno donare. Loro sono fatti così, sono amanti cui piace essere amati. Coccolati dalle onde di quel mare immenso, che per quanto possano essere fredde  quelle acque non lo saranno mai davvero, poiché ai tuoi occhi resteranno sempre le onde più calde che ci possano essere, come una culla che ti coccola fino a quando non sei completamente tranquillo, come fa una mamma che sente il tuo odore e non vorrebbe più lasciarti andare, come i genitori che farebbero di tutto per i  propri figli, smettono di vivere per dare tutto alle proprie creature, desiderano ogni male purché ogni bene sia dato ai loro piccoli. Il domani non è sicuro per nessuno, siamo tutti sotto al cielo e se devo morirci qui lo farò, perché naufragare m’è dolce in questo mare…

Hera, sulla sua poltrona rossa, scorgeva il mare dalla piccola finestra posta rigorosamente di fronte . Questi erano i suoi pensieri mentre leggeva la sua poesia preferita “L’infinito” di Leopardi, un babbano che della vita aveva capito proprio tutto , ma che non riuscì nella sua redenzione da uno stato di inettitudine tenuto per fin troppo tempo, lasciandosi sfuggire quella che sarebbe potuta essere un’esistenza memorabile per lui e non solo per le sue opere.

Questo era quello che la spingeva a vivere al massimo ogni giorno, il non voler morire senza aver compiuto grandi cose, senza aver detto di amare, senza aver provato quello che si dice vero amore, senza aver trovato quelli che sarebbero dovuti essere i suoi compagni di vita, senza aver vissuto vere avventure, quelle da ricordare quando si è grandi, si immaginava con tante persone al suo seguito che l’avrebbero amata come avrebbe fatto lei.

Non immaginava altro amore che quello per i suoi genitori, che avevano subito messo in chiaro, sin da piccola, che lei non era la loro figlia naturale, ma che l’universo aveva voluto che lo diventasse. Amore per quei due esseri che come lei erano stati minuscoli ma che avevano avuto una forza nel crescerla e una grandezza d’animo che lei non credeva avrebbe mai posseduto. Per suo fratello che avrebbe dato la sua vita per lei, che la proteggeva in ogni dove e per qualsiasi cosa.

Amore per il suo migliore amico Nicholas con il quale aveva sempre avuto un rapporto fraterno. Mago anche lui. Arrivati in Italia, avendo lei l’età per la scuola, e volendo rimanere su un profilo basso, i genitori la iscrissero ad una scuola per piccoli babbani e lei, anche se molto piccola era furbissima nelle cose che le interessavano e riuscì ad estorcere la verità ad un povero bimbo mago con tanto di prove, che una volta tornato a casa dai suoi genitori aveva creato una catastrofe, raccontando ciò che era accaduto. La famiglia Quercia, italiana da generazioni, in fretta e furia era accorsa a casa Bonebruiser , e con le bacchette impugnate aveva quasi pronunciato l’Oblivion se non fosse stato per la sbadataggine di Ponderus, il quale aveva lasciato la sua bacchetta all’ingresso di casa sul mobiletto, che era stata notata subito dai Quercia. Fu amore a prima vista tra i loro genitori, e così anni e anni dopo  i due ragazzi si trovavano ad andare alla stessa scuola. Purtroppo per tutti i  maghi italiani urgeva uno spostamento di paese per poter frequentare una scuola di magia e stregoneria che avesse un titolo rinomato all’interno del mondo magico. Optarono per Beauxbatons, l’accademia francese, che accoglieva studenti provenienti da Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Italia, frequentata anche da suo fratello che aveva un anno in più a lei. Ogni anno partivano i tre, sempre insieme, sempre inseparabili. Dagli undici anni ai loro sedici Nicholas ed Hera a Beauxbatons erano conosciuti come la coppia di amici più affiatata che esistesse, molte infatti erano le gelosie che aleggiavano all’interno della scuola, ma altrettante erano le parole incoraggianti che ricevevano ogni giorno. I due erano come una cosa sola, facevano tutto insieme, tanto che i loro compagni a volte si domandavano se stessero insieme. 

Non era così, c’era semplicemente un rapporto fraterno, di quelli veri, infatti lei lo considerava come Astreus, niente di più niente di meno. 

Fin dal loro primo anno di scuola era stato creato un progetto molto particolare. Data la grandissima amicizia tra le scuole di magia nel mondo si era deciso di adottare un metodo babbano, ovvero quello degli scambi interculturali, per rendere l’apprendimento della magia più piacevole per chi desiderasse avere un’esperienza del genere. Per gli studenti che per un motivo o per un altro non potevano andare in un altro paese invece era stato creato un fitto sistema di scambi di lettere, ovviamente tramite posta magica. 

Ecco sì, provava affetto anche per lui che c’era stato come amico in quegli anni. Quattro anni passati a scriversi. 

E in quattro anni gli aveva detto così tante volte di cambiare il suo gufo…

Il vecchio Errol si schiantò come al solito sul vetro della sua finestra. 

< Ciao Errol! Non ti aspettavo così presto, avrei tenuto la finestra aperta lo sai >

   
 
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