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Autore: eli the_dreamer    23/05/2022    1 recensioni
Pre-serie (Dean ha 20 anni, Sam 16 anni).
John e Dean Winchester, supportati da Sam, indagano su alcune misteriose morti avvenute a Carroll, Iowa.
Ma queste morti non sono l'unica cosa misteriosa della cittadina. La sedicenne Desdemona Hawkins potrebbe rivelarsi un mistero ancor più ingarbugliato.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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John Winchester detestava perdere tempo, detestava ascoltare risposte tirate per le lunghe e detestava chi tergiversava.
John Winchester, sostanzialmente, detestava chi cercava di prenderlo per il culo.
E Beverly Wallace stava cercando di fare proprio quello.
La donna aveva lo sguardo terrorizzato, quasi che temesse che qualcosa venisse a galla, ma non si poteva dire che John Winchester fosse uno sprovveduto. Sapeva che Beverly Wallace stava mentendo, troppo abituato a scorgere la verità ovunque, anche quando questa era celata a chiunque altro, ma non stava mentendo su ciò che avrebbe voluto davvero sapere il cacciatore
Sospirò spazientito, sistemandosi meglio sul divano consunto di quel salotto che puzzava di polvere e alcool, un tanfo che, per quanto familiare, in quel momento era capace di dargli la nausea.
Signora Wallace, le ho semplicemente chiesto se suo marito si fosse inimicato qualcuno.
Il tono freddo di quella voce solitamente calda e roca fece irrigidire la donna che rimase in silenzio per qualche istante prima di scuotere il capo e ricercare un sorriso dolce, quasi malinconico come a voler ricordare con affetto l'anima di Steve Wallace “Oh no...no! Steve andava d'accordo con tutti. Solo Desdemona, la ragazza che abbiamo in affido da circa un mese aveva la brutta abitudine di litigare con lui.
Parlò torturandosi l'indice della mano sinistra con il dito medio e il pollice della mano destra, volgendo per una frazione di secondo - che comunque non era sfuggita a John - lo sguardo verso il piano superiore.
Sa, agente, è una ragazza...complicata. L'abbiamo accolta in casa per fare del bene, ma lei non ne vuole sapere. È sempre scontrosa e irascibile, se la prende con tutti. Lo faceva in particolar modo con mio marito.
Per quanto Beverly Wallace fosse una menzognera, John non poté ignorare quel tarlo che, prepotente, gli si era insinuato nella testa alle parole del figlio maggiore.
Desdemona era stata vista sul luogo del delitto e dato il suo rapporto con Steve Wallace, questo bastava a renderla una sospettata.
Dove si trova adesso la ragazza?
Beverly si strinse nelle spalle “Non lo so. Rimane raramente a casa quando non ci sono i bambini, sarà in giro da qualche parte come suo solito.” disse sprezzante.
Era evidente che tra le due non scorresse buon sangue, ma John Winchester lo sentiva nelle vene che tra tutte le bugie uscite dalla bocca di Beverly Wallace non vi era quella del rapporto conflittuale tra la ragazza e il padre affidatario.

 

***


Desdemona non disse una parola dopo la confessione di Dean. Rimase a guardarlo, la mascella serrata, gli occhi fissi sul volto del ragazzo, privi di ogni emozione. Ma quando Dean si voltò a guardarla si rese conto che le emozioni le stava solamente celando in maniera spaventosamente abile. Sapeva che provava qualcosa in quel momento, ma non sarebbe riuscito a dire cosa. Paura, rabbia, forse perfino ancora quella gioia perversa che gli era sembrato di percepire poco prima.
Allora, ti decidi a dirmi qualcosa o devo chiamare il lupo cattivo?
Dean non aveva alcuna intenzione di lasciarsi abbindolare da lei e Desdemona parve capirlo senza troppa difficoltà.
Si alzò e fece cenno a Dean di fare altrettanto “Vieni, ti mostro una cosa.” disse senza nascondere un sospiro di rassegnazione “Solo...non...non dirlo a tuo padre, okay?”.
Quello fu l'unico momento in cui Dean riuscì a vederla per ciò che era davvero: una normale sedicenne, spaventata da qualcosa che ancora il ragazzo non riusciva a capire.
Lui annuì, alzandosi a sua volta e le fece cenno di fare strada. Pensava si sarebbero allontanati dall'abitazione e rimase sorpreso - e per qualche attimo confuso - nel vedere Desdemona arrampicarsi su un albero adiacente la casa ed entrare così dalla finestra.
Rimase fermo ad osservare la finestra dove la ragazza era sparita, fin quando non la vide riaffacciarsi con evidente aria infastidita “
Ti muovi? Ce la fai ad arrampicarti o hai bisogno di una scala per caso?”.
A quella provocazione, Dean imprecò a denti stretti borbottando fra sé e sé quanto Desdemona riuscisse ad essere insopportabile, ma era fermamente deciso a dimostrarle che arrampicarsi su un albero era per lui un esercizio fin troppo facile.
Pochi attimi dopo balzò dalla finestra ritrovandosi così nella camera da letto della ragazza, ma l'atleticità di Dean non parve sorprenderla. Lei si limitò a sorridergli con dolcezza e Dean scosse il capo esasperato, infastidito dal fatto che Desdemona sembrasse cambiare umore repentinamente, quasi fosse incoerente con se stessa.
Per quel motivo decise quasi di ignorarla, limitandosi ad osservare la stanza con vago interesse.
Alle pareti vi erano appesi poster di alcune band che lui stesso amava e un vecchio poster dei Ghostbusters. Soffocò una risata nel vederlo, mascherando il tutto con un finto colpo di tosse per poi schiarirsi la gola.
La scrivania - in realtà un normale vecchio tavolo di legno - era sgombra eccezion fatta per una lampada a braccio blu. Accanto ad essa vi era uno scaffale con qualche libro scolastico e altri libri di narrativa. L'armadio, invece, era piccolo e perfino sbilenco, di legno trattato e opaco, scrostato in più punti.
Desdemona non sembrava possedere molto, se non fosse stato per i poster alle pareti, quella stanza era più spoglia e povera di quelle dei motel a cui Dean era abituato.
Avvicinatosi alla scrivania notò su di essa un'incisione. La accarezzò con le dita, sorridendo appena, colpito improvvisamente dal ricordo di quando lui e Sam incisero le loro iniziali nell'Impala.
D.H?” chiese incuriosito.
Desdemona inarcò un sopracciglio e annuì con un'espressione divertita sul volto “
Desdemona Hawkins. Non ho mai cambiato il cognome di mio padre. Anche perché non sono mai stata effettivamente adottata.
Difficilmente qualcun altro lo avrebbe notato, forse, ma a Dean non sfuggì la lieve incrinatura della voce della ragazza. Si pentì immediatamente di aver posto quella sciocca domanda, immaginando quanto Desdemona avesse sofferto nel corso della sua vita. Probabilmente orfana di entrambi i genitori, Dean cercò di non pensarci troppo, intuendo che Desdemona non amasse parlare della sua vita.
Allora, cosa dovevi mostrarmi?” ma ancor prima che Dean finisse di parlare, Desdemona aveva tirato fuori da sotto il letto una scatola di metallo in parte arrugginita.
Dean, deciso più che mai a non lasciarsi sfuggire un solo particolare, non ancora totalmente convinto dell'innocenza della ragazza, si avvicinò a lei, guardando da oltre le sue spalle cosa celasse la scatola misteriosa.
Tra vecchie foto, tra le quali Dean riconobbe il volto di Desdemona da bambina, vi erano alcuni ninnoli di nessun valore - tranne forse affettivo - ma soprattutto due fascicoli che subito attirarono la sua attenzione. Desdemona prese quello più voluminoso e glielo porse di malavoglia, chinando il capo per nascondere una smorfia che denotava rabbia e fastidio.
Ecco, questi sono tutti i possibili nemici di Steve. Contento?
Dean non perse tempo e si mise a sfogliarlo, notando che erano delle fotocopie di alcuni file della polizia. Vecchie denunce, documenti su alcuni Stato di Fermo per Steve, persino due ordinanze restrittive.
Era sorpreso e confuso, forse persino turbato a giudicare dalle sopracciglia aggrottate e dalla bocca schiusa.
Scusa ma tu come diamine ne sei entrata in possesso di questa roba?” chiese con un lieve tono di rimprovero che nascondeva però un qualcosa che somigliava molto all'ammirazione.
Desdemona posò il proprio sguardo ovunque fuorché su Dean. L'espressione colpevole del viso sembrò defluire su tutto il resto del corpo portandola ad assumere una postura molto diversa da quella che aveva mostrato fino a quel momento.
La spavalderia sembra aver lasciato spazio appunto all'insicurezza, proprio come quando gli aveva chiesto di non dire nulla di tutto quello al padre.
Ho fatto irruzione alla stazione di polizia.” ammise in tono basso e solo allora, anche se con la coda dell'occhio, guardò il ragazzo che scoppiò in una risata divertita.
Dean annuì, piegando gli angoli della bocca in un'espressione compiaciuta “
Però, complimenti.” disse in tono scherzoso, ma era evidente dallo sguardo che provasse sincera ammirazione.
Quello sguardo non poté far altro che sorprendere Desdemona che però si ritrovò a sorridere.
Non si aspettava di essere ammirata per una cosa simile dal figlio di un agente dell'FBI.
E quell'altro?” chiese Dean indicando l'altro fascicolo più sottile.
Oh...quello è il mio.
La risposta arrivò con una scrollata di spalle a non voler dare troppo importanza alla cosa.
Desdemona sapeva benissimo di aver agito nell'illegalità, ma non era intenzionata a farne una questione grave o troppo importante.
Dean Winchester era lì perché lei glielo aveva permesso e non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da un belloccio qualunque, lo sguardo che lei gli rifilò esprimeva quel concetto senza che avesse bisogno di parlare, tuttavia Dean si allungò verso la scatola e afferrò il fascicolo, suscitando in Desdemona un sospiro rassegnato.
Ma prego, fai come se fossi a casa tua.” fu il laconico commento, pregno di sarcasmo affatto celato.
Non stai molto simpatica a questa famiglia Murray, vero? O forse sono loro che non stanno molto simpatici a te. Due denunce per furto e una per aggressione? Sul serio?
Dean la guardò incredulo, ma non vide nel viso della ragazza ciò che si sarebbe aspettato di vedere. Sul volto di lei vi era un'espressione indifferente, non annoiata o divertita come lui aveva pensato.
Le hanno ritirate. Perché i furti non sono avvenuti, sono solo dei coglioni che perdono le cose. E l'aggressione è solo una sberla meritata al loro amato figlioletto. Lo hai più o meno conosciuto anche tu, è lo stronzo che ha fatto beccare una punizione a tuo fratello.” rispose con un pizzico di irritazione.
Dean sospirò, sollevando le mani in segno di resa per poi posare il fascicolo della ragazza sul letto “Ok, ok! Sto solo cercando di capire con chi ho a che fare! Perché hai questa roba?
E forse Dean Winchester avrebbe fatto meglio a porla subito quella domanda.
Sul volto di Desdemona si fece spazio tristezza e preoccupazione, la maschera della spavalderia parve scivolarle di dosso lasciando spazio anche a della ormai malcelata sofferenza.
Perché ho bisogno di sapere se qualcuno può rappresentare una minaccia.
La voce fu poco più che un sussurro e Dean deglutì a vuoto, colpito da quella risposta, dal tono di voce, dall'espressione rabbuiata del viso di lei. Avrebbe voluto dirle che gli dispiaceva, ma aveva anche bisogno di sapere.
Non pensava che Desdemona stesse mentendo, nessuno poteva essere così bravo a recitare. Ma c'era qualcosa di non detto, un tarlo fastidioso e insistente che non voleva lasciarlo in pace e che stava rischiando di farlo impazzire.
Una minaccia per chi?
Anche il suo fu poco più di un sussurro. Nessun tono canzonatorio, incredulo o minaccioso e Desdemona lo capì ancor prima di sollevare lo sguardo su quello del ragazzo.
Lui era in attesa di una risposta, guardandola con occhi comprensivi e forse perfino spaventati ma pronti ad andare in suo soccorso.
E quello sguardo spinse Desdemona a voler parlare, dargli una risposta completa per la prima volta.
Ancor prima che potesse aprire bocca, però un tonfo proveniente dall'armadio li fece sobbalzare entrambi.
Desdemona si precipitò ad aprirlo mentre Dean portò le mani alla schiena ad afferrare la sua pistola.
La lasciò lì, dietro la sua maglietta non appena vide due bambini abbracciati, un maschietto e una femminuccia.
Che cosa ci fate qui, perché non siete dalla signora Martin?” il tono allarmato non nascose dietro la paura quella rabbia che le montò in corpo e che sprigionò silente rompendo la matita che aveva in mano in quel momento. A Dean non sfuggì quel gesto, né lo sguardo di lei carico di apprensione e disperazione che quasi si rifletteva negli occhi dei due bambini. Una miriade di domande di cui, si disse, non ci teneva particolarmente a sapere le risposte, gli vorticarono nella mente.
Desdemona, invece, parve non farci caso al proprio gesto, lasciando cadere per terra la matita ormai spezzata in due. Non era la prima volta che sprigionava la propria rabbia in quel modo, di norma si sfogava in maniera ben peggiore, ma di fronte ai due bambini si tratteneva sempre. Non poteva permettersi che avessero paura anche di lei, in quel modo non avrebbe saputo come proteggerli.
Beverly non ci ha mandato a scuola oggi.
Fu il maschio a parlare, il più piccolo, mentre Desdemona porgeva loro una mano per farli uscire dall'armadio dove vi erano pochi vestiti, tra cui la divisa da cheerleader.
L'espressione confusa sul volto di Dean si dissipò quando la ragazzina gli sorrise, presentandosi a lui e porgendogli persino la mano che lui prontamente strinse, sebbene ancora stranito da tutta la faccenda.
Ciao, io sono Jane Elliott, ho dodici anni. Lui è il mio fratellino Dylan, di sette. Siamo stati dati in affido a Beverly e Steve...beh, ora solo a Beverly, ma è Des che si prende cura di noi.
Desdemona sbatté le palpebre più volte osservando la ragazzina, ma senza reprimere un sorriso divertito e dolce “Vuoi anche dirgli il tuo gruppo sanguigno visto che ci sei?
Jane sbuffò, andando a sedersi sul letto e Dylan la imitò, nascondendosi dietro le sue spalle.
Non mi hai detto il tuo nome.” disse rivolgendosi a Dean che dal canto suo si schiarì la voce, grattandosi la testa confuso.
Dean. Dean Winchester.
Jane sorrise e annuì, osservando il ragazzo salvo poi spostare lo sguardo verso Desdemona.
È il tuo ragazzo?” chiese con un'innocenza che non sembrava propriamente tale.
Cosa? No!” rispose Desdemona scuotendo il capo ma ridendo appena, lasciando Jane delusa a giudicare dalla sua espressione.
È bello.
Quel siparietto venne interrotto dalla suoneria del cellulare di Dean e mentre il ragazzo rispondeva alla chiamata, Desdemona si avvicinò ai due bambini, scrutandoli con attenzione, sollevando loro anche la maglietta e rilassandosi quando vide che non vi erano lividi, ferite o pestature.
Beverly e Steve Wallace erano ben lontani dall'essere meritevoli di avere dei bambini in affido.
La stessa Desdemona presentava un grosso ematoma sulla schiena che Dean non aveva potuto notare.
Vi porto io dalla signora Martin, ok? Dobbiamo solo aspettare che il signore al piano di sotto se ne vada e che Beverly se ne torni in cucina. Ma dovete fare assoluto silenzio, va bene?
I due bambini annuirono e Dean osservò la scena, con un'espressione scura in volto avendo intuito fin troppe cose. Rimase in silenzio e solo qualcosa o qualcuno dall'altro capo del telefono parve farlo tornare alla realtà “109 di Crawford Street.
Riagganciò e si avvicinò nuovamente a Desdemona e ai bambini “Sta arrivando anche Sam, ti dispiace?
Desdemona sospirò, avvolgendo le braccia attorno al corpo minuto di Dylan “No, ma deve arrampicarsi anche lui sull'albero.
A quelle parole Jane annuì e guardò Dean con una fiducia tale che quasi il ragazzo si sentì a disagio “Sì, altrimenti Beverly la spinge nuovamente dalle scale.
Nella stanza cadde un silenzio assordante.
Desdemona si era irrigidita, Dean prese ad osservarla con attenzione, come se ricercasse qualche prova di quelle parole, un livido, un'abrasione. Ma quella prova risiedeva negli occhi di Desdemona, diventati cupi e lontani, quasi a sforzarsi di dimenticare.
Prima che qualcun altro potesse parlare, fu Desdemona a prendere la parola con fierezza e quella sicurezza che Dean aveva avuto modo di vedere più di una volta.
Andate in camera vostra e chiudetevi a chiave. Nascondetevi anche nell'armadio se necessario, ma fate silenzio. Io torno tra poco a prendervi, ok?
E insieme alla sicurezza, nelle sue parole vi erano incisi dolcezza e affetto e a dimostrarlo ulteriormente fu il bacio che lasciò sul capo di ognuno.
Jane salutò Dean con un sorriso dolce, Dylan abbandonò la stanza a testa bassa, senza dire una parola.
Vi picchiano?”chiese a bruciapelo Dean, una volta che Desdemona richiuse la porta della stanza cercando di non fare troppo rumore. Il tono rauco, rabbioso. Quella stessa rabbia la si poteva leggere anche nei suoi grandi occhi verdi e nella sua mente si fece spazio l'idea che anche se Desdemona fosse stata la strega, in fin dei conti non aveva tutti i torti a togliere di mezzo uno come Steve Wallace.
Desdemona chinò il capo. Sembrò trattenere delle lacrime, quando sollevò nuovamente il volto, non vi era altro che fierezza nei suoi occhi. Dean notò che in quel momento erano grigi, non azzurri come gli erano sembrati alla luce del sole pomeridiano, il giorno che l'aveva conosciuta.
Faccio il possibile affinché i bambini non vengano toccati. Se io non sono a casa, loro stanno dalla signora Martin, abita due case più giù.
Per l'ennesima volta il tono usato da Desdemona Hawkins fu indecifrabile, intriso di mistero come la sue stessa figura, così esile all'apparenza ma che sembrava sprigionare una forza straordinaria.
Des...” ma Dean fu nuovamente interrotto dallo squillare del suo telefono.
Si affacciò alla finestra e non appena lo vide, fece a Sam il cenno di salire arrampicandosi sull'albero di fronte alla finestra della stanza.
Nemmeno il minore dei Winchester ebbe difficoltà a scalare l'albero e Desdemona, non appena Sam balzò all'interno della camera, scrutò i due fratelli come a volerne capire i segreti.
Ma per quanto lei stessa fosse un mistero agli occhi degli altri, Dean e Sam Winchester erano un assoluto mistero ai suoi.

   
 
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