Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |       
Autore: lulette    24/05/2022    4 recensioni
|| 4 capitoli || COMPLETA ||
Dal capitolo I: Ad un certo momento, vide entrare un giovane uomo che dal modo in cui si muoveva, pareva sprizzare sicurezza da tutti i pori...
...Lo guardavano tutti: per forza! Era di una bellezza conturbante, quasi fastidiosa...
...'Dio, ti prego. Fa' che non sia lui'...
Si sedette al tavolino di Merlin, e gli porse la mano con un luminoso sorriso. "Tu devi essere...lui!"
'Come non detto. Grazie, Signore!'
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





A new life


















Merlin era nato in un paese in provincia di Londra che si trovava in una zona pedecollinare particolarmente rigogliosa di vegetazione, dove si coltivavano vitigni per produrre vini pregiati, famosi in tutta la Gran Bretagna e all'estero.

Merlin era stato felice durante l'infanzia e l'adolescenza, anche se non aveva mai conosciuto il padre, morto quando lui era in tenera età; viveva con la madre Hunith, una donna forte e dolce che viveva per lui. 

Aveva anche un ragazzo. Si chiamava Will ed era sempre stato il suo più caro amico; con lui all'età di quindici anni, aveva sperimentato l'amore in tutte le sue forme.

Erano molto innamorati e la gente del paese, che aveva storto un po' il naso all'inizio della loro storia, ora li trattava come una normale coppia di fidanzati ed erano ovunque ben accetti. 

Merlin aveva sempre coltivato un sogno per il suo futuro: andare a vivere in città, con Will, studiare e trovare un nuovo lavoro e una nuova casa. Non si sentiva portato per fare il contadino o il vinaio.
 
Quando partì per Londra, aveva 20 anni e come da accordi, si aspettava di essere seguito a breve da Will, ma questi non lo raggiunse mai. Al contrario di Merlin, Will voleva rimanere al paese e occuparsi dei vitigni. Non l'aveva detto a Merlin perché temeva che il compagno non sarebbe più partito e non voleva distruggere i suoi sogni, per cui era sempre rimasto sul vago. Quando Merlin comprese come stavano le cose, soffrì moltissimo, ma si fece forza, concentrandosi sulla sua nuova vita.

Inizialmente si occupò di vendere a bar e ristoranti, i vini prodotti nel suo paese nativo. Si iscrisse poi alla facoltà di Giurisprudenza, per la quale aveva sempre avuto un'attitudine particolare. Ma, tra le tasse universitarie e l'affitto di un monolocale, non ci stava dentro con le spese per cui cercò un posto dove vivere e lavorare contemporaneamente. Fece il baby sitter in una ricca famiglia con molti bambini. Gli piaceva, ma non riusciva mai ad aprire libro per studiare per cui cercò ed ottenne un nuovo lavoro come badante presso un vecchio signore un po' bisbetico. Almeno qui riusciva a studiare. Quando il vecchio morì, Merlin si sentì perso, ma il figlio dell'uomo, che si era affezionato a lui per l'enorme pazienza dimostrata verso il padre, nel congedarlo gli fece avere un biglietto da visita di un signore famoso per la sua posizione privilegiata all'interno dell'ambiente londinese che più contava. L'uomo abitava in pieno centro della città e cercava un maggiordomo con determinate caratteristiche.

'Arthur Pendragon' lesse Merlin sull'elegante biglietto da visita dove era scritto anche un indirizzo e un numero telefonico.

L' appuntamento era in un bar molto chic, poco distante dal centro storico di Londra.

'Spero che i soldi mi bastino' si disse Merlin sedendosi a un tavolo e sistemando la sua cravatta bordeaux. Era una cravatta nuova, che aveva appena acquistato: era il segno distintivo che il signor Pendragon aveva convenuto per poterlo riconoscere. Questo almeno fu ciò che gli aveva comunicato la segretaria.

Si sentiva un po' a disagio: non si era potuto permettere di comprare un abito nuovo. Già l'acquisto della cravatta l'aveva lasciato con pochi spiccioli in tasca e aveva addosso ancora i vecchi abiti che indossava al suo paese. In quella cornice così raffinata e circondata da persone sofisticate ed eleganti si sentiva un pesce fuor d'acqua.

'Per fare bella figura, l'importante non é quello che indossi, ma stare in posizione eretta, a testa alta guardando l'interlocutore dritto negli occhi!' Questo gli diceva sempre sua madre, anche se in quel momento gli sembrava un discorso un po' troppo semplicistico. 

Ad un certo momento, vide entrare un giovane uomo che dal modo in cui si muoveva, pareva sprizzare sicurezza da tutti i pori. Era alto, ben piazzato, sorridente ma un po' troppo consapevole del suo fascino. Lo guardavano tutti: per forza! Era di una bellezza conturbante, quasi fastidiosa. Vestito di Armani da capo a piedi, con l'abito di un luminoso 'blu di Prussia' che riprendeva quello della montatura degli occhiali da sole e dei dettagli delle scarpe, si guardava intorno.

'Dio, ti prego! Fa' che non sia lui!'

Si sedette al tavolino di Merlin e gli porse la mano con un luminoso sorriso.

"Tu devi essere...lui!"

'Come non detto. Grazie, Signore!'

"Signor Pendragon? Piacere di conoscerla!" gli disse Merlin, sforzandosi di sorridere. Poi gli strinse la mano con una certa energia.

"Bella presa, amico. Quanti anni hai?"

"Ventidue, signore!"

"Mh, ... ne avevo chiesto uno della mia età. Come ti chiami già?"

"Merlin, signore. Intendete dire che sono troppo grande?" lo prese velatamente in giro Merlin: a pelle non gli stava affatto simpatico. Era troppo bello. E ricco. E pomposo.

Il signore scoppiò a ridere: "Quanti anni pensi che abbia?"

"Non saprei, signore. Venti o ventuno, direi" rispose mentendo con aria candida.

"Ne ho venticinque!" disse Arthur un po' contrariato.

"Oh, le chiedo scusa, ma è... la sua pelle!"

Arthur strinse gli occhi come per capire.

"Lei ha una pelle così fresca e perfetta che non sapevo quale età darle. Sappia però che sono più maturo dei miei anni. Mi metta alla prova e glielo dimostrerò! So fare tante cose e imparo svelto, ma non so cucinare, purtroppo..."

"Questo non sarebbe un problema: ho già la cuoca, la colf e il giardiniere. Ho bisogno di qualcuno che riesca a svegliarmi al mattino, che mi ricordi gli impegni della giornata, che mi aiuti a lavarmi e a vestirmi: ci tengo molto..."

'Si vede!' pensò Merlin.

"...e che coordini il resto della servitù! Dovresti rispondere al telefono di casa, occuparti degli ospiti quando arrivano in visita e all'occorrenza farmi da autista. Hai la patente?"

"Sì, signore!"

"Ho bisogno di una persona cordiale che parli fluentemente e che sia necessariamente di bella presenza..." poi avvicinandosi, aggiunse sottovoce "e che sia assolutamente fidata e discreta! Intendi?"

"Perfettamente, signore. A parlare me la cavo. 'Fidato' e 'discreto' sono i miei secondi nomi. Quanto alla bella presenza, deve decidere lei..."

Arthur si tolse gli occhiali da sole e lo osservò attentamente mordicchiando una stanghetta.

'Dio mio!' pensò Merlin, guardando quegli occhi dalle enormi iridi celesti 'Sperare fosse almeno un po' guercio, sarebbe stato pretendere troppo, vero?'

Il signor Pendragon commentò ad alta voce:

"Alto, magro, bel viso, belle mani,... occhi da infarto! Direi che ci siamo. Con l'uniforme da maggiordomo dovresti essere uno splendore. Sei disposto a indossare l'uniforme, spero."

"Certamente, signore!" 

'Non é poi così antipatico' si disse Merlin lusingato. 'Forse sono stato precipitoso nel giudicarlo.'

"Quando puoi cominciare?"

"Anche subito!"

"Magnifico! Per festeggiare, posso offrirti qualcosa da bere? Dopo ti porterò a vedere la casa" e fece un gesto al cameriere che giunse all'istante.

"Un 'Angelo azzurro' per me e... per te?" chiese rivolgendosi a Merlin.

"Un succo di pompelmo, grazie."

"Ci dai dentro di brutto, eh?" scherzò Arthur spalancando gli occhi e Merlin scoppiò a ridere.

"In orario di lavoro non bevo mai"

"Mi piaci, Merlin. Sono sicuro che andremo d'amore e d'accordo!"

"Scusi, signore, ma ... la paga?"

"Sono sicuro che non avrai da lamentarti" gli disse Arthur, strizzandogli l'occhio.






 






 











...tre anni dopo...






Arthur Pendragon era uno sportivo. Uno di quelli con la "S" maiuscola. Faceva parte della Squadra Nazionale Britannica di scherma: spada, sciabola, fioretto. Eccelleva in tutte le specialità, non aveva alcuna preferenza.

Era campione olimpionico 2020 di tutte e tre le discipline, anche se le Olimpiadi erano state giocate nel 2021, causa Covid. Oro qui, Oro lì, Oro a squadre. La squadra italiana maschile di scherma, che aveva dominato le Olimpiadi precedenti, aveva subito un terribile scossone e soprattutto in Italia il nome di Arthur Pendragon divenne particolarmente famoso. Chi ne parlava con rispetto, chi ne parlava con rabbia. La fama di formidabile schermidore e l'aspetto da bellissimo cavaliere d'altri tempi, fece sì che fosse soprannominato "King Arthur".

Merlin era diventato uno dei fan più accaniti del suo capo. Non capiva molto di scherma ma osservare Arthur in pedana era per lui uno spettacolo entusiasmante. Tra l'altro i sostenitori, prima delle Olimpiadi erano molto aumentati, soprattutto le giovani ragazze da cui Merlin spesso era circondato in tribuna.

'Ma perché deve tenere quella roba in faccia? Non si riesce a vederlo!'

Era uno dei commenti che più spesso sentiva dalle fan di Arthur che parlavano della maschera. Ma le ragazze non erano lì solo per lui. La squadra era composta da altri tre schermidori, tutti atleti eccellenti, tutti assolutamente affascinanti. Si chiamavano, Percival, Elyan e Gwaine, che erano anche ottimi amici di Arthur.

Arthur attualmente non aveva una ragazza fissa. Ultimamente non c'era stato alcun traffico nella sua camera da letto. Cosa quanto meno strana, pensava il maggiordomo. Perché Arthur aveva avuto in quei tre anni moltissime amanti. Merlin non era assolutamente in grado di ricordarne i nomi e le facce. E molto probabilmente neanche Arthur.

La mattina dopo questi incontri, Merlin aveva il compito di svegliare le ragazze, facendo un po' di rumore nella camera stessa; doveva poi sfamarle con un'abbondante colazione per coloro che l'avessero desiderato, aver cura che non dimenticassero nulla perché non avessero un motivo per tornare e accompagnarle alla porta con un sorriso di circostanza. Infine, se non aveva avuto altri ordini, lasciava che il 'principe' dormisse fino a tardi.

Si era ormai abituato a questo andirivieni di ragazze, ma i primi tempi era stata dura da digerire. Era per questo motivo che Arthur gli aveva detto che cercava una persona fidata e discreta.

Arthur gli passava un ottimo stipendio, che gli permetteva di frequentare l'Università, mandare ogni mese un po' di soldi a sua madre e togliersi più di uno sfizio. 

Non poteva permettersi di fare il moralista né di sentirsi demoralizzato perché il capo era etero e anche un po' puttaniere.

Indossava la maschera di maggiordomo imperturbabile e riusciva ad essere molto professionale, almeno esternamente. Arthur gliene era grato. In compenso il padrone non faceva alcun riferimento alle ragazze e a ciò che faceva con loro, cosa di cui anche Merlin gli era grato. 

Una volta glielo chiese: "Arthur, a volte mi chiedo quale sia il suo segreto con le ragazze."

"Ci sono dei trucchetti Merlin. Le ragazze che punti devono essere carine, ma non belle, dolci e intelligenti...ma non troppo."

Merlin corrucciò lo sguardo. "E perché?"

"Perché le ragazze belle pretendono quasi sempre un seguito; che siano dolci perché per me é un requisito imprescindibile. Intelligenti sì, non mi piacciono le oche, ma non troppo, perché altrimenti non verrebbero con me!" Merlin rise, anche se pensò che il punto di vista dell'altro fosse un po' troppo narcisistico e anche maschilista.

Con il tempo i due erano diventati sempre più amici. Arthur gli confidava molte cose di sé e chiedeva il suo parere. Anche Merlin imparò ad aprirsi con il padrone, sebbene in modo più lento e graduale.



Due volte la settimana Arthur si recava in ufficio da suo padre, Uther Pendragon, presidente della "Pendragon Oil Corporation" una multinazionale del petrolio che commerciava in idrocarburi e plastica e che aveva sedi in Europa, Africa e America. Il compito di Arthur era quello di contattare tramite videochiamate i più grandi magnati del petrolio stranieri, convincendoli ad avere un incontro con il padre e la sua equipe. 
Arthur aborriva quel lavoro: lo trovava noioso e frustrante. Si sentiva come se andasse contro se stesso: da anni era un convinto sostenitore della salvaguardia ambientale e la compagnia del padre era quanto di più inquinante ci fosse per il pianeta.

A suo padre questo non interessava e non gli importava nemmeno dei suoi successi sportivi. Anni prima l'aveva obbligato a frequentare l'università e Artù aveva scelto come facoltà Green Economy, laureandosi con voti più che discreti nei tempi standard. Un vero smacco per il padre scegliere una facoltà così "inutile", ma almeno su questo punto il giovane Arthur si era impuntato. Una volta laureato aveva provato a proporsi al padre come consulente dell'azienda per apportare tutte le modifiche che avrebbero, se non risanato l'ambiente, almeno l'avrebbero preservato il più possibile. Uther non ne aveva voluto sapere, nemmeno quando Arthur gli disse che operare in tal senso, sarebbe stata un'ottima mossa pubblicitaria che avrebbe portato alti profitti, nel lungo termine.

L' unico punto di incontro era stato contrattare quei due giorni di lavoro, che a dire il vero non accontentavano nessuno dei due.

Merlin temeva che Uther non si sarebbe arreso e provava un profondo dispiacere per l'amico.

Arrivò a pensare che forse era stato più fortunato lui a non avere un padre, che Arthur ad avere un padre come quello.

Ecco perché Arthur era andato a vivere da solo molto presto. Come dargli torto!


Merlin era piuttosto felice. Lavorare per Arthur non era male, anche se richiedeva molto tempo e molte energie. La domenica era il suo giorno libero: studiava o faceva shopping o si recava al suo paese a trovare la madre. Quando aveva chiesto qualche serata libera in più per studiare, per incontrare gli amici o un amore, generalmente Arthur gliel' aveva concessa.

Aveva acquistato una macchina, usata ma dignitosa, e soprattutto ...sua. E stava cercando un appartamentino per sé, da usare in futuro o per portarci i ragazzi e le ragazze.
Ogni volta che si era messo insieme a qualcuno, doveva recarsi sempre a casa dell'altro/a, perché non gli sembrava per niente rispettoso portare i suoi amanti nella casa del padrone. Oppure optavano per l'auto, ma a venticinque anni Merlin preferiva un bel letto.

Certo che non si considerava molto fortunato in amore. Dopo il trauma della rottura con Will, per almeno due anni non si era legato a nessuno. La delusione era stata troppa o forse sperava che il ragazzo si rifacesse vivo.

Poi c'era stata Freya. L'aveva conosciuta i primi tempi in cui lavorava per Arthur, proprio a casa del capo. Era stato amore a prima vista, per entrambi, ma la ragazza era già gravemente malata. Per lei non ci fu niente da fare e in pochi mesi se ne andò.

Arthur fu fantastico in quell'occasione. Lo accompagnava nelle commissioni e se lo portava dietro dappertutto, anche in palestra, pur di non lasciarlo solo.

Subito dopo le Olimpiadi, Merlin conobbe Sefa, che si era appena iscritta alla sua facoltà. Con lei visse un'importante storia d'amore, forse la storia che gli diede più serenità fino a quel momento. Sefa era una ragazza dolce, un po' timida e molto affettuosa. Inoltre avevano tantissime cose in comune. Era felice. Ma durò poco.

Quando Merlin scoprì che in realtà Sefa era la figlia del proprietario della squadra italiana di scherma, che tanto aveva perso a causa delle vittorie di Arthur, ci rimase malissimo.

Sefa si era iscritta all'università per poterlo avvicinare e per cercare di raccogliere informazioni piccanti sulla vita privata di Arthur, tali da poterlo denigrare e abbattere psicologicamente in vista dei Mondiali di scherma, non troppo lontani. Evidentemente nonostante le precauzioni prese da Arthur, qualcosa era venuto fuori. Magari qualche ragazza 'ferita' aveva parlato.

L'idea che qualcuno avrebbe potuto far male ad Arthur attraverso di lui, se non fosse stato più che accorto, gli aveva fatto salire le budella fino in gola: si era sentito soffocare dal panico.

Sefa lo scongiurò di credergli. Era vero che gli avevano chiesto di farlo, ma lei si era messa con lui solo perché si era veramente innamorata. Merlin rimase di ghiaccio e chiuse i ponti con lei, di netto e senza alcun ripensamento.

Quella sera stessa ne parlò con Arthur. Per tutta risposta questi lo caricò in macchina, portandolo in un posto di infimo ordine, dove bevvero fino a stare male, birra di pessima qualità, risero a crepapelle e parteciparono anche ad una rissa: Merlin non si era mai divertito tanto! Divertimento che pagò il giorno seguente.









"Non so cosa indossare, Merlin!"

"Dove deve andare?"

"In una scuola di ragazzini, a parlare a una folla di 500 studenti. Sulla scherma e sull'importanza dello sport nella vita degli adolescenti.

"Nike ai piedi. Jeans e polo chiara. Portate anche gli occhiali da sole e un cappellino."

"Grande Merlin. Semplice e geniale" e cominciò a vestirsi."

"Tu che mi hai visto in tutte le possibili varianti, con quale 'mise' mi vedi meglio? Casual, gessato, frac, shorts...?

"Sinceramente non ci ho mai pensato, però... se dovessi sceglierne una..." Merlin esitò, forse non era il caso.

"Se dovessi sceglierne una...?" insisté Arthur.

"La preferirei... nudo, signore!" disse Merlin con le guance un po' colorite.

"Davvero? E perché?" chiese Arthur sorridendo.

"Lei é uno sportivo di livello internazionale ed ha un fisico eccezionale. E poi lei sembra così a suo agio in costume adamitico e non é una cosa così frequente!"

"Beh, ... a mio agio con te, perché mi hai sempre visto..."

"A me dà l'idea che si senta a suo agio con qualsiasi tipo di persona abbia a che fare, ma potrei anche sbagliarmi."

"Non lo so! Non fanno tutti così?"

Merlin ridacchiò: "Non credo assolutamente!"

"Tu, no?"

"Oh, no! Anche se non mi dispiacerebbe... ma ognuno ha il suo carattere, e il suo fisico..."

Arthur pensò che Merlin non fosse soddisfatto del suo corpo. Ok, era un po' troppo magro, ma se Arthur fosse stata una ragazza, era convinto che gli sarebbe piaciuto, a partire certamente dal viso e poi per le sue espressioni buffe o tragiche, la simpatia, l'intelligenza, la saggezza e anche l'autocontrollo. Il ragazzo era pieno di buone qualità, anche se con lui, talvolta mostrava una certa impudenza, cosa che tra l'altro non gli dispiaceva nemmeno. Lo faceva sentire più simile agli altri ragazzi e a Merlin stesso. 

In effetti come amico, si era ritrovato forse un po' troppo dipendente da lui, ma gli piaceva davvero; se l'avesse perso non avrebbe più saputo dove sbattere la testa. Se anziché l'anima gemella, fosse esistita anche l'anima complementare, Merlin e lui lo sarebbero stati. Era l'unica persona, se escludeva Morgana, con cui si sentisse libero di essere se stesso. E nonostante il suo carattere difficile, Merlin lo accettava come persona e come amico. 

Una sensazione impagabile.

"Posso chiederti una cosa personale, Merlin? Ma rimettimi al mio posto se ti sembra che esageri!"

"Come sempre, signore" sorrise il maggiordomo.

"Tu sei gay, vero?"




Era sempre stato sottinteso tra loro, quasi fin dall'inizio. E una volta Arthur ne aveva avuto conferma. Poco dopo aver lasciato Sefa, Merlin gli aveva chiesto una serata libera. Quella sera, più tardi, si incontrarono in un ristorante stellato di Londra. Arthur era in compagnia di Mithian, una ragazza molto bella che fu l'unica, oltre a Gwen con la quale il biondo ebbe un rapporto lungo e importante. Merlin era in compagnia di un giovane uomo, dai tratti e dai colori tipicamenti ispanici, estremamente piacente, dai modi garbati e dal sorriso luminoso. Arthur non l'aveva mai visto prima. Solo molto tempo dopo gli sarebbe stato stato presentato da Merlin come Lance. Quando Arthur li vide, si stavano tenendo per mano, sul tavolo. Merlin lasciò subito la mano dell'uomo che era con lui e salutò il suo capo con un cenno della testa e un sorriso, al quale Arthur rispose nel medesimo modo. Se anche non fosse stato per la mano, Arthur pensò che il modo in cui i due uomini si guardavano l'un l'altro, non fosse equivocabile.




"Credevo fosse chiaro, Arthur! Sono bisessuale, con una preferenza per gli uomini"

"Ecco. Appunto. Le donne ti piacevano, però? Voglio dire, ti piaceva stare con una donna?"

"Nel senso di fare l'amore?"

"Esatto!"

"Sì, molto!" Era una domanda un po' strana. Merlin stava quasi per chiedergli: 'Perché a voi no?'

"Quindi non hai avuto nessun problema, né con le donne, né con gli uomini?"

Ecco, ora Merlin capiva che c'era qualcosa sotto.

"No... nessun problema, se escludete forse le prime volte con un uomo, ma son passati dieci anni..."

Arthur saltò su con enfasi: "Ma allora, perché non sei rimasto etero del tutto? Quanti problemi in meno avresti avuto?"

"Vero... ma anche quanta gioia in meno!"

Arthur sospirò tristemente:

"E con la tua nuova fiamma, come va? Non mi hai nemmeno detto se é un lui o una lei!"

"Cenred? Lui preferisce stare dove sta, invece che con me. É appena iniziata ma sento che durerà poco." disse Merlin con un po' di rancore.

"Mh... mi sembravi contento, però!"

"I primi giorni sì. É un uomo molto affascinante ed è anche un amante generoso. Ma poco altro, purtroppo!"

"Non mi sembra così poco. Affascinante, generoso a letto. Cos'altro ti serve?"

"Mi serve soprattutto che mi ami e voglia stare con me. Non chiedo poi molto."

"Me lo fai vedere?"

Merlin sorrise e pochi istanti dopo gli mostrò il suo cellulare.

"Bell'uomo! Tu, brutti, mai, eh?"

Merlin scoppiò a ridere di gusto. "Le vostre ragazze sono 'solo' carine ma i miei amanti sono tutti belli. Lei preferisce la quantità e io la qualità!"

Arthur rimase male a quella battuta dell'amico ma fece del suo meglio per non farlo capire all'altro e gli sorrise.

"Merlin, per come ti conosco io, non sei uno che si fa mettere i piedi in testa da chicchessia. Secondo me, faresti bene a lasciarlo, ma ovviamente non sono fatti miei. E poi, lascia che te lo dica. Io ti vedrei meglio con un tipo più fine, più raffinato, più simile a te. Bell'uomo, certo, ma come posso dire... bell'uomo delle caverne!?"

Merlin ridacchiò: "Detta così, suona molto sexy!"

"Allora non mi sono spiegato bene!"

"Sì, invece: capelli lunghi, barba, scuro. A me piace!"

"Sui gusti non si discute!"

"Ha ragione, Arthur. Non sono una persona condizionabile in genere. Ma in amore non sono affatto il leone che vorrei!"

"Il leone? In che senso?"

"Prenda ad esempio lei. Non l'ho mai vista stare male per alcuna ragazza. A volte vorrei essere come lei. Avere tutti gli amanti che voglio e non starci male. Non avere sensi di colpa, rimpianti o rimorsi, quando le storie finiscono. Invece ogni volta é un calvario, prima di riuscire a tornare me stesso."

"Forse é perché sei dolce e sensibile e direi anche romantico!"

"La ringrazio per queste definizioni così delicate, ma la verità é che sono stufo di fare...mi perdoni... il coglione!"

"No, Merlin. Io non ti vedrò mai come coglione! Semplicemente io non soffro perché non amo. Ma non é una cosa voluta. Non credere che poi sia una cosa così bella non riuscire ad innamorarsi mai e accettare il fatto di essere una persona fredda dentro. Sono anche preoccupato per il mio futuro. Tra le donne che ho avuto, le più serie erano quelle attratte solo dal mio aspetto; le altre puntavano ai miei soldi o ad uno status più alto"

"Non Gwen!"

"Già! Peccato che lei abbia preferito il tuo ex" disse a Merlin riferendosi a Lance.

"Non parlatemene. Credevo fosse gay. Fu un colpo quando mi disse che stava con una donna e ...quale donna! É stata Gwen la donna più importante, per lei?"

"Forse sì!"

"Quindi l'amore c'era?"

"No! Non da parte mia e non lo dico per orgoglio. Le volevo bene. Lei aveva un gran bel modo di fare: era dolce e gentile e mi piaceva molto, ma quando si mise con Lance, io la stavo trascurando già da parecchio tempo. É colpa mia se si é messa con il tuo ex fidanzato. Tu hai sofferto per il loro amore?"

"Sì, ne ho sofferto parecchio, anche se ci eravamo lasciati ormai da tempo. Soffrii soprattutto perché non immaginavo minimamente che gli interessassero le ragazze. Per molto tempo non sono più riuscito a fidarmi più di nessuno. E non é colpa vostra se si é messa con Lance. Erano in due, Arthur!"

"Farei volentieri a cambio con te: nonostante tutto il dolore provato, tu hai amato molto!"

"Anche Mithian vi amava!"

"Credo di sì. Ma una persona innamorata, alla lunga, non rimane con chi non la ricambia. E dire che ce l'avevo messa tutta perché le cose funzionassero con lei!"

"Arthur, ha solo ventotto anni e sono sicuro che esista la ragazza giusta per lei da qualche parte e un giorno la incontrerà!"

Rimasero in silenzio per un bel po', circondati da un piacevole alone, dovuto alle parole piene di affetto e speranza di Merlin.

"Posso farti un'altra domanda strana? É una domanda che avrei voluto farti tanto tempo fa!"

"Spari! Ormai siamo in ballo... balliamo!"

"Che differenza c'è?"

"Sia più chiaro, Arthur!"

"Che differenza c'è tra stare con una ragazza e con un ragazzo?"

"Che razza di domanda é? ...le ragazze hanno qualcosa in più e qualcosa in meno... esattamente come i ragazzi ..."

"Questo lo so anch'io!" rispose Arthur, ruotando gli occhi al cielo "intendo se le sensazioni che si provano sono le medesime o sono diverse."

"Dunque... alcune sono molto simili con entrambi i sessi. Altre invece sono piuttosto diverse. Dovrei entrare nel dettaglio, ma non credo vi interessi arrivare a tanto..."

"No, infatti!"

"Credo però che la cosa più importante sia questa, almeno per me: più i sentimenti che provo per una persona sono sinceri e profondi e più piacevoli sono le sensazioni che provo...anche a letto!"

"Davvero? Più ami e migliore è il sesso?"

"Sì, ma ripeto, vale per me!"

"Adesso sono io che sono invidioso! Sai bene che non mi sono mai innamorato, quindi..."

"Un momento Arthur. Ci sono molte persone che adorano il sesso, indipendentemente dai sentimenti che provano per il partner. Forse lei appartiene a questo gruppo di persone. Io non riuscirei a concepire una cosa così, ma il mondo é bello perché vario."

"Mi stai dicendo che tutte le volte che sei stato con qualcuno, tu ne eri innamorato?"

"Penso di sì!"

"In base a ciò che mi hai detto, tu ti sei innamorato cinque volte, di cui quattro solo negli ultimi tre anni?"

"Detta in questo modo, sembra che io sia un gran farfallone..."

"Non é che tu confondi l'amore con l'attrazione sessuale?"

"No. Sono sicuro. C'è chi si innamora spesso come me e chi non si innamora quasi mai, come lei"

"Ma se ti innamori così facilmente, non dai l'idea che i tuoi sentimenti siano così importanti e duraturi. Scusami ma sembra che per innamorarsi, una persona valga l'altra, per te. Non voglio certo offenderti, ma io sono sicuro che se mi capitasse di innamorarmi, lo rimarrei probabilmente per tutta la vita."

"Mi dispiace dare quest'impressione, ma io mi sento molto diverso da come mi sta vedendo lei. Forse potrei escludere Cenred, ma da parte mia c'era un impegno serio e se fosse più presente, credo che rimarrei con lui."

"Ok. Ma con le ragazze? Freya stava morendo e tu hai questo cuore da buon samaritano...ho i miei dubbi. Con Sefa é durata così poco... e le avresti dato una possibilità, l'avresti lasciata parlare."

"Sembra quasi che lei voglia sminuire le mie relazioni. Ma con entrambe loro, io ho fatto seriamente."

"Anch'io ho fatto seriamente con Gwen e Mithian, eppure non le amavo. Non le ho mai tradite, neppure con il pensiero. Ho dato loro il massimo e il meglio di me, ma non ha funzionato."

"Ammetto che faccio fatica a capirla, Arthur." Merlin era confuso dai pensieri di Arthur su di lui e sul 'non amore'. Certi argomenti mettevano in luce la loro profonda differenza di vedute sulle cose più importanti della vita e Merlin ne soffriva sinceramente. Aggiunse mesto "Per ora posso dire solo che chi più ama, più soffre quando le cose non vanno. Il prezzo da pagare in amore é sempre alto."




Merlin e Arthur rimasero parecchio tempo a riflettere, ognuno per conto suo.






"Merlin? Questa domenica é il compleanno di Morgana. Mi ha chiesto formalmente di invitarti. Ci tiene molto, anzi dà per scontato che tu ci sia. Inoltre domenica avrei bisogno di te ad aiutarmi. Morgana non si smentisce mai e mi ha dato un sacco di incombenze. Non posso farcela senza di te!"

"Vengo volentieri. Però la domenica sarebbe il mio giorno di riposo..."

"Posso darti in cambio lunedì...oppure sabato"

"Sabato sarebbe un'alternativa assai gradita"

"Vada per sabato allora e credi a me: tu sei uno sveglio, altro che...coglione!"

Merlin sorrise e si preparò a congedarsi.

"Dimenticavo. Ecco l'invito per la festa" e diede a Merlin un delicato bigliettino di pergamena color avorio che riportava:


 
Domenica 3 luglio

Morgana Pendragon 

é lieta di invitarvi 

per festeggiare con lei 

il suo compleanno

presso la piscina dell'Hotel Ritz

dalle ore 18.00



"Rigorosamente in costume da bagno!" sottolineò Arthur.

"Oh..." fece Merlin, adombrandosi ad un tratto.

"Ce l'avrai un costume da bagno, vero Merlin?"

"Ne ho almeno una decina, signore!" sorrise il maggiordomo, riacquistando tutto il suo aplomb e uscì dalla stanza.













Ciao a tutti! 
Nata come oneshot, é poi diventata una minilong a causa della lunghezza.
Il rating arancione é dovuto a qualche parola un po' forte e forse anche all'argomento.
Piccolo spoiler. Siccome amo le liti tra innamorati, ne ho messe parecchie.
Spero anche di strapparvi un sorriso.
Un abbraccio! 












 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: lulette