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Autore: LadyHeather83    27/05/2022    0 recensioni
Le fogne di Parigi nascondono oscuri segreti ed un ignaro cittadino lo scoprirà sulla propria pelle.
Umiliato, deriso e profondamente offeso si nasconderà nelle sue profondità e si trasformerà in un nemico che Lady Bug e Chat Noir del futuro dovranno affrontare per salvare il Sindaco Bourgeois dalla sua ira.
Ma gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo e a farne le spese sarà proprio l'eroe gatto.
Per uno strano scherzo del destino, sua figlia Emma si ritroverà catapultata nel passato con la responsabilità di dover ritornare al più presto nel suo tempo per salvare suo padre.
L'unico modo, sarebbe quello di raccontare tutto a Marinette ed Adrien, anche se questo potrebbe compromettere irrimediabilmente il suo futuro
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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S.O.S. dal futuro

*

Capitolo 10

*

Adrien e Marinette, con sguardo attonito, continuavano a guardare dalla loro finestra dello studio, quel muro di fumo nero che raggiunse presto il cielo.

“E’ opera tua, Plagg?” Scherzò Adrien guardandolo di sottecchi.

Di risposta il kwami negò lentamente con il capo “No, e poi sai bene che è nulla questa cosa in confronto a quello che potrei scatenare con un sol tocco.”

“Sei sempre il solito sbruffone!” Incalzò stizzita Tikki.

“Sono solo realista, zuccherino mio.” Ammiccò.

“Non chiamarmi zuccherino!” Starnazzò stizzita la kwami della creazione.

“Basta voi due! Dobbiamo pensare se intervenire o no” Mormorò Marinette accendendo la televisione per controllare la situazione, se Parigi era stata presa di mira da un super cattivo, sicuramente al telegiornale lo avrebbero detto.

Ed infatti così fu.

Un inviato alquanto spaventato era già stato mandato sul posto e stava commentando quanto stava accadendo alle sue spalle.

Marinette non credeva ai suoi occhi: dal nulla era comparsa una palla trasparente gigante con all’interno un numero indefinito di ratti che correvano sul tapis roulant, sotto gli ordini di un topo gigante e spaventoso.

Adrien scoppiò irrimediabilmente a ridere.

“Stiamo scherzando???” Chiese ironico continuando a sbellicarsi dalle risate.

“Non è il momento, Adrien!” Lo rimbeccò la moglie seguendo il notiziario preoccupata.

“Scusa.” Mormorò asciugandosi una gocciolina salata che gli si era formata al lato esterno dell’occhio “… ma questa cosa è troppo diverte” Poi si portò due dita sul mento ritornando serio “… e mi ricorda qualcosa”.

Quello che sembrava un lurido topo gigante scese dal suo mezzo di trasporto, si avvicinò al cronista con aria minacciosa, o forse questo era dettata dal suo aspetto insipido, gli strattonò il microfono dalle mani.

Dopo un fischio iniziale stridulo che gli fece socchiudere gli occhi, iniziò a parlare.

“Lady Bug, Chat Noir. So che mi state ascoltando. Se mi porterete il Miraculous del coniglio, prometto che non farà alcun male alla città di Parigi. Avete un’ora!”

La trasmissione s’interruppe di colpo, lasciando Adrien e Marinette attoniti.

“E’ il cattivo più imbranato di sempre oppure è solo una mia impressione?” Domandò ironico il biondo grattandosi la testa dall’imbarazzo.

Marinette sospirò “Non lo so, ma quel che è certo è che dovremo andare a controllare.”

“Cos’è? Vuole far piovere formaggio per mesi interi?” Ipotizzò Adrien.

Plagg aprì gli occhi dallo stupore immaginandosi mentre il suo amato camembert scendeva giù dal cielo, e lui con la bocca spalancata a prenderlo per farselo scendere giù per l’esofago.

“Se la sua intenzione è quella, per me lo può anche fare!” Mormorò con aria sognante venendo subito smontato da Tikki.

“Non essere stupido… ha ragione la mia padrona, devono andare a controllare.”

“Però non dobbiamo andare da soli, ho come l’impressione che questo individuo non sia così stupido come voglia far credere.” Marinette si portò due dita sul mento per poi dirigersi verso la cassaforte dov’era custodita la Miracle Box.

Spostò il quadro che ritraeva lei e Adrien nel giorno del loro matrimonio e l’aprì con la combinazione segreta.

Marinette…” Chiamò la moglie con voce tremolante, sapeva che avrebbe dato ad Emma il pettine dell’ape, ne era certo.

Sua moglie lo guardò e capì subito la sua preoccupazione.

“Stai tranquillo, non avevo pensato a lei… ci serve una seconda occasione.” Pigiò il tasto centrale della palla ovale e ne estrasse il bracciale.

Sass si stiracchiò e sbadigliò rumorosamente. “Aaawww… Buongiorno, Guardiana.” Il serpentello sibilò facendo un inchino di circostanza.

“Ciao, Sass. Pronto ad entrare in azione?” Chiese Marinette sorridendogli.

“Certo!” Rispose con convinzione.

*

Marinette ed Adrien si avvicinarono alla stanza del figlio Louis, che in quel momento stava studiano, l’indomani avrebbe avuto una verifica molto importante prima degli esami di fine anno.

“Avanti!” Disse quando sentì bussare alla porta “Mamma, papà. Va tutto bene?”

Marinette porse il bracciale.

“Oh! Capito… che è successo sta volta?” Chiese curioso alzandosi dalla sedia per indossare il gioiello.

“Un pazzo dalle sembianze di topo vuole seminare il panico.” Rispose Adrien quasi riluttante.

“Non è meglio che sia Vesperia ad intervenire? Potrebbe paralizzare l’avversario con il suo veleno.” Propose il maggiore dei fratelli.

“Ci serve una seconda occasione, non sappiamo con chi abbiamo a che fare.” Rispose Marinette.

“Con un cretino… hai mai visto un cattivo dalle sembianze di topo?” Constatò Adrien “… e poi che razza di piano è: Lady Bug e Chat Noir voglio il Miraculous del coniglio? Potevamo anche non aver visto il telegiornale e essere fuori città.” Scimmiottò “… a parte il fatto che non lo abbiamo noi il gioiello.” Sottolineò.

“Topo?” Domandò Louis quasi incredulo, per poi cambiare del tutto espressione “… i serpenti mangiano i topi… Sass…squame striscianti!”

Plagg, trasformami”

Tikki, trasformami”

I tre super eroi erano pronti ad entrare in azione, quando una voce ferma ed imperativa fermò il terzetto pronto ad uscire dalla finestra.

“E IO???” Chiese con un’espressione imbronciata ed iraconda per essere stata evidentemente esclusa dalla missione.

Lady Bug si avvicinò alla quattordicenne con aria materna.

“E’ pericoloso, tesoro. E poi andiamo solo a dare un’occhiata.” Le schioccò un tenero bacio sulla fronte. “Torneremo in men che non si dica, promesso.”

“Si, ma non è giusto che Louis possa venire, e io no.” Protestò mettendo il broncio e pestando i piedi.

L’eroe dalle sembianze di serpente si schiarì la voce “Serpeverde, grazie.” Sottolineò con lo stesso charm che era solito ad usare il padre.

“Anch’io potrei esservi utile, potrei paralizzare l’avversario con il veleno.”

“Non è questo, tesoro.” Intervenne Lady Bug “… non sappiamo con chi abbiamo a che fare, dobbiamo andarci molto cauti. La prossima volta verrai con noi, ok?”

Chat Noir deglutì il nulla sentendo la moglie parlare così e una strana sensazione nelle viscere si fece strada in lui.

Avrebbe voluto dirle che non avrebbe mai più preso parte ad una missione, ma prima di essere troppo impulsivo, contò fino a dieci mentalmente.

“Si, si.” Rispose poco convinta la biondina guardandosi la punta delle scarpe dopo aver incrociato quello verde del padre.

Emma aveva capito dalla sua espressione che non avrebbe mai più indossato i panni di Vesperia.

“Bada a tuo fratello!” Gli ordinò Chat Noir facendole segno col capo che il settenne era proprio accanto a lei.

Poi, tutti e tre i super eroi spiccarono il volo verso la propria destinazione.

Hugo tirò su con la cannuccia il succo di frutta che stava bevendo.

“Per fortuna non stai mangiando quel formaggio puzzolente.” Sospirò l’adolescente tornandosene in camera sua, seguita a ruota dal fratello.

“Uhm… no. Non sono riuscito a trovarlo, mi sa che Plagg me lo ha nascosto di nuovo.”

Emma non riuscì proprio a trattenere una sghignazzata. Il sol pensiero di quel piccolo kwami nero che ruba il formaggio al fratello la faceva sbellicare dalle risate.

Eppure anche Hugo non era da meno, riusciva sempre a trovare le scorte nascoste del dio della distruzione sparse per casa, e non era di certo un appartamento da quaranta metri quadri.

“Oppure sei talmente ingordo che te lo sei fatto fuori oggi a pranzo e non te lo ricordi nemmeno.” Emma si accomodò sulla poltroncina della scrivania ed accese il pc.

Hugo si portò due dita sul mento “Forse hai ragione… partita?” Propose poi credendo che la sorella volesse giocare ad un qualche videogioco.

“No. Devo vedere che sta succedendo a quei tre.”

“Tanto tu non puoi intromettersi!” Sottolineò il fratello più piccolo con somma innocenza.

Ma quelle parole toccarono l’animo di Emma nel profondo, perché sapeva che se sua madre non le aveva dato il pettine dell’ape era tutta colpa di suo padre, e della sua mania di proteggerla… dal niente.

Voleva intervenire ed in qualche maniera lo avrebbe fatto.

Non aveva il permesso di toccare la Miracle Box e non conosceva affatto la combinazione della cassaforte, un piccolo accorgimento che Marinette aveva adottato. Non si sa mai.

Gli unici a conoscerla erano proprio i due coniugi Agreste, ed in caso di estrema urgenza, Plagg o Tikki sarebbero riuscita in ogni caso ad aprire il piccolo portoncino nera blindata.

Tanto tu non puoi intervenire!” Scimmiottò Emma ripetendo le parole del fratello “… beh! Questo lo vedremo!” Aggiunse poi continuando ad osservare il notiziario sul monitor.

“Smettila di prendermi in giro.” Hugo mise il broncio.

“Avanti scimmietta… stavo scherzando” Gli scompigliò i capelli neri.

*

Il Signor Ratto se ne stava beatamente seduto dentro la sua sfera trasparente in attesa che i super eroi si facessero vedere.

Nel frattempo, la polizia era accorsa sul posto e stava pensando a come agire per bloccare quel pazzo, ma appena si muovevano, il gigantesco ratto sparava nella loro direzione della sostanza verde e acida, con un dispositivo installato al di fuori della Ruota del Tempo che scioglieva qualsiasi cosa, costringendoli ad arretrare e ad ideare un nuovo piano.

Stavano per riprovarci, quando all’improvviso apparvero Lady Bug e Chat Noir.

Serpeverde era rimasto appostato di vedetta su un tetto lì nelle vicinanze ed osservava la situazione, pronto ad intervenire.

“Seconda occasione!” Azionò il meccanismo del bracciale.

Il Signor Ratto capitombolò dalla seduta quando vide i due super eroi davanti a sé.

“Finalmente!” Sibilò tra i denti.

“Certo che sei brutto forte anche dal vivo!” Esclamò Chat Noir notando il suo aspetto.

“Chat Noir, non è il momento” Lo rimproverò Lady Bug alzando la voce per poi fulminarlo con lo sguardo.

“Ma come ti permetti?” Domandò alquanto irritato il Signor Ratto scendendo dalla sua invenzione.

“Senti! Ho altre cose da fare, più importanti di questa pagliacciata” Iniziò Chat Noir con tono altezzoso, riferendosi ovviamente alla questione in sospeso con la figlia “… dicci che cosa vuoi e facciamola finita.”

Il Signor Ratto tirò su le maniche della camicia pronto a suonargliele a quel gatto da strapazzo.

“Te la faccio vedere io la pagliacciata!”

“SMETTETELA!” Intervenne Lady Bug, sicuramente quella con la mente più lucida dei due.

Chat Noir e il Signor Ratto si zittirono all’istante, poi guardarono la super eroina con sguardo da cane bastonato.

“Signor…” L’eroina coccinella lo invitò cortesemente a presentarsi.

“Ratto… sono il Signor Ratto.”

Chat Noir non ce la fece proprio a trattenere una risata fragorosa che stizzì non solo il loro nuovo nemico, ma anche Lady Bug, la quale cercava un modo gentile per risolvere la situazione.

“Si-signor… Ratto… ma che razza… di nome… è???”

L’eroe gatto non ce la faceva più, la pancia gli faceva male, e più ripensava a quel nome ridicolo e più rideva a crepapelle.

Solo l’intervento provvidenziale di Lady Bug, salvò la situazione.

Gli prese il suo bastone d’acciaio e glielo suonò in testa.

“Smettila subito!”

“Ok, la smetto!” Si fermò all’istante massaggiandosi la testa, nel punto preciso dove era stato colpito.

“Mi scusi, Signor Ratto…” Anche Lady Bug trattenne a stento una risata questa volta “… perché vuole il Miraculous del Coniglio?” Domandò gentilmente.

“Per tornare indietro nel tempo, è ovvio… a qualche attimo prima che mi trasformassi in questa mostruosità!” Rispose riluttante guardandosi le mani pelose e appuntite.

“Che cosa le è successo?”

“Il sindaco mi ha avvelenato!” Fece una breve pausa “… non gli è bastato umiliarmi e bandirmi dalla città, doveva trasformarmi in questo mostro! E poi… ci sono altre cose che non sapete…” Scavalcò i due super eroi andando dritto dal cronista nascosto dietro un cespuglio, guardò dritto in telecamera con quegli occhi gialli iniettati di sangue, prendendogli il microfono “…inquadrami, babbeo!” Ordinò al cameraman “… quello che non sapete è che sotto le fogne c’è…”

Uno sparo raggiunse il Signor Ratto dritto al petto.

*

continua

  
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