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Autore: Unicornopetaloso15    30/05/2022    1 recensioni
Dal testo:
"-Me ne devi tre.
-Tutti quelli che vuoi, Bells. – le respirò caldamente sulle labbra. A Bella girava la testa. Con quel briciolo di lucidità che ancora le rimaneva, gli chiese:
-Per sempre?
-Pe sempre.
E quando le labbra di Jacob toccarono le sue, il resto del mondo sparì. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sand Dollars
 
Questa è una storia un po’ diversa dalle altre. Era un pomeriggio piovoso e, capitando su questa foto, non ho potuto resistere. Non mi appartiene, appartiene a @lynx_illlustration. Merita tanti complimenti perché è davvero splendida ed è riuscita a rappresentare, per noi fan accaniti di Jacob, quella che avrebbe potuto essere un’alternativa alla vera storia.
Spero che vi possa piacere, io ci ho messo tutto il mio impegno ed il mio cuore. 


 
 
 
 
Era una giornata qualsiasi nella riserva indiana dei Quileute. Il cielo era nuvoloso e il sole andava e veniva. Soprattutto se ne andava. Era una giornata qualsiasi sulla spiaggia di La Push, e non c’era anima viva. Salvo per due persone. Un ragazzo, no, uomo, un nativo che sembrava un gigante ed una ragazza che, solo a guardarla, si capiva che nella riserva non viveva. Ancorata al suo braccio, era talmente bassa che sembrava una bambina. La sua pelle bianca e delicata quanto la neve faceva risaltare quella ramata ed esotica di lui. Nessuno, a primo impatto, avrebbe detto che quel ragazzo e quella ragazza avessero qualcosa in comune.
Bella lasciò il suo braccio e, speranzosa, accorse verso quella piccola sporgenza color crema incavata nella sabbia grigia e umida. Si inginocchiò e l’afferrò con la mano, esaminandola. Una semplice conchiglia portata precedentemente dalle onde. Sbuffò, sia per la delusione sia per quella ciocca di capelli ricaduta davanti al suo viso, e tornò in piedi. La sua risata calda le accarezzò le orecchie. Si voltò, corrucciata, mentre lui la raggiunse. 
-Devi avere fortuna, Bells.
Jacob le prese la conchiglia dalle mani, il suo sorriso bianco non lasciò il suo volto. Bella voleva rispondergli che non ne aveva bisogno perché, lei era già fortunata. Jacob lanciò la conchiglia nel mare. Atterrò fra le onde con un leggero “splash”, inghiottita da quella distesa agitata color grigio scuro. Bella approfittò di quel breve momento in cui lui guardava il mare, per ammirarlo. La lunga chioma color ebano veniva agitata dal vento, le braccia nude non sentivano un brivido e le spalle larghe gli conferivano quella fierezza e virilità che in nessun altro aveva mai visto. E lei gliel’aveva detto, in quel raro momento di audacia in seguito alla sua caduta in moto. Sei molto bello, Jake.
Ovviamente, come si voltò verso di lei e la colse con le mani nel sacco, Bella si sentì arrossire violentemente. Non le piaceva che lui lo notasse, del resto era sempre stata più di fatti che di parole e questo non sarebbe cambiato dall’oggi al domani. Jacob la conosceva meglio delle sue tasche, perciò fece finta di niente e ripresero a camminare l’uno di fianco all’altra. Lui assottigliò lo sguardo davanti a sé, poi con delle lunghe falcate lupine si avvicinò alle onde, dove l'acqua diventava più profonda. I suoi stivali vennero travolti dalle onde, affondando silenziosamente sulla sabbia bagnata. Si accovacciò e immerse la mano nell’acqua. Bella si morse il labbro inferiore, studiando attentamente la sua schiena ampia. Poi, quando si raddrizzò con aria trionfante, notò che la sua mano rinchiudeva qualcosa. Rimase sul bagnasciuga, aspettandolo e osservandolo mentre la raggiungeva nuovamente. Quando le arrivò davanti, fu costretta ad alzare il capo per incontrare il suo sguardo. Lui allungò la mano chiusa a pugno, e con l’altra le prese gentilmente la sua. Bella abbassò il capo e un sorriso le illuminò il volto. Sul palmo della sua grande mano scura, c’era un dollaro della sabbia. Sembrava così piccolo in confronto. Sembrava così chiaro in confronto. Il tipico “fiore” ornava la sua facciata. Con i pollici, tolse gli ultimi granelli di sabbia che lo coprivano.
-Vedi… 
Con la sua forza inumana, la semplice pressione dei palmi delle mani lo spezzò in due. Bella le tenne aperte, e lui vi rovesciò i cinque piccoli denti a forma di colomba. Poi si mise in tasca i rimanenti del dollaro di sabbia.
-Devi cercare bene, altrimenti non trovi.
Bella annuì, assente, e con il pollice sfiorò i denti guardandoli con aria affascinata. Senza esitare, prese tre dei cinque denti fra le dita e glieli porse. La sua piccola mano bianca venne nascosta da quella di lui. 
-La prossima volta me ne devi tre. 
Era il loro gioco. Ogni volta che uno dei due si teneva due denti, quella seguente l’altro ne avrebbe regalati tre e avrebbe tenuto gli altri due per essere pari. Ma visto che il numero totale dei denti era sempre cinque, non lo sarebbero mai stati.  
Jacob le circondò il viso con le mani e si chinò su di lei. Quando il suo naso sfiorò il suo, Bella rabbrividì e il suo cuore iniziò a galoppare impazzito. Jacob sorrise compiaciuto, i suoi istinti da lupo percependo ogni sua piccola sensazione.
-Tutti quelli che vuoi, Bells. – le respirò caldamente sulle labbra. A Bella girava la testa. Con quel briciolo di lucidità che ancora le rimaneva, gli chiese:
-Per sempre?
-Pe sempre. 
E quando le labbra di Jacob toccarono le sue, il resto del mondo sparì. 
   
 
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