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Autore: syila    31/05/2022    3 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo XVIII°
Colui che è fermo nel suo proposito plasma il mondo a sua immagine.

“All'interno della Stanza Bianca valgono due condizioni imprescindibili: il legame creato con questo patto sarà vincolante, niente e nessuno potrà spezzarlo. Pensate di essere pronti ad un simile passo?”
“Lo siamo da circa mille anni.”
“E la seconda condizione?”
“Siate veloci e restate concentrati sul vero obiettivo. Più tempo trascorrete in quel luogo, più debole è il desiderio di tornare a questa realtà.”
“Tutto qui? Sembra facile...”
“Gege la tua spavalderia è fuori luogo!”


Ye Xue sollevò lo sguardo dal liquido lattiginoso della coppa che teneva tra le mani e riconobbe la sua stessa perplessità negli occhi dell'amante.
“Dobbiamo bere?”
“Le istruzioni di Lachesi sono state chiare.”
“Ma...”
“So cosa stai per chiedere e non posso darti una risposta soddisfacente; in effetti è possibile che sia drogato.”
“A dire il vero volevo proporre di bere scambiandoci le coppe, è molto romantico e forse è la nostra ultima occasione!”
Yun Bai sospirò e sorrise, il Signore degli Shen riusciva a trovare l'aspetto divertente anche nelle situazioni più complicate.
“Sono perfettamente identiche, possiamo scambiarle o tirare a sorte, ma dubito che questo modifichi il risultato.”
Dietro il velo di porpora era nascosta una piccola anticamera il cui l'unico arredo consisteva in un basso tavolino d'oro.
Ad esso erano appoggiate due coppe, modellate nel medesimo metallo prezioso e colme di un liquido che somigliava a latte.
Il tavolino era posizionato di fronte ad una imponente porta a doppio battente dove l'oro delle cornici era interrotto solo dall'avorio dei pannelli a basso rilievo, decorati da scene mitologiche che i due orientali non avevano saputo identificare.
Se volevano attraversarla, secondo le spiegazioni della Tessitrice, dovevano bere dalla Coppa dell'Ospite; una tradizione antica quanto gli stessi Dei, che l'avevano trasmessa agli uomini quando avevano iniziato a visitare le loro dimore.
“L'odore è proprio quello del latte e miele...” mormorò Ye Xue dopo aver annusato il contenuto per l'ennesima volta.
“Forse è davvero latte e miele, niente di più, niente di meno... Ricordati che l'esitazione di un uomo sminuisce la sua virilità.” il mentalista gli rivolse un ghigno di sfida, poi accostò le labbra al bordo della coppa e bevve un lungo sorso.
L'Immortale, offeso dalla provocazione, trangugiò a sua volta la mistura fino all'ultima goccia e fece schioccare la lingua sul palato.
“Chi sarebbe poco virile adesso?”
L'altro sorrise, ma non fu in grado di rispondere, all'improvviso s'irrigidì, rovesciò gli occhi al soffitto e cadde tra le braccia di Ye Xue, che si protese ad afferrarlo prima che toccasse il suolo.
“Yubi!” esclamò spaventato, poi in un parossismo di rabbia si girò verso la tenda urlando “Dovrete rispondere a me se la vostra stregoneria farà del male al maestro Sheng!”
La minaccia rimase senza seguito e senza risposta.
Nessuno venne a controllare le condizioni del mago e il Signore degli Shen non arrivò mai a sollevare la tenda per chiedere aiuto.
Era servito più tempo, però alla fine il candido intruglio dall'aria innocua e dal sapore dolce aveva avuto ragione anche della sua tempra sovrannaturale.



Quando si svegliò il bianco lo circondava e si estendeva attorno a lui fin dove poteva spingere lo sguardo.
Aveva un tono ovattato, luminoso e trasmetteva una sensazione di rassicurante tepore.
Dedusse di conseguenza il luogo in cui si trovava e maledisse la sua buona fede verso quella megera, che l'aveva imbonito con qualche chiacchiera arguta sul Destino e l'Aldilà.
La concatenazione dei pensieri lo portò a Yun Bai solo per rendersi conto che lui non era lì.
Ricordava di averlo preso tra le braccia, ma adesso erano vuote del loro prezioso carico.
Non era al suo fianco e nemmeno negli immediati paraggi, sebbene il chiarore omogeneo rendesse difficile orientarsi e stabilire delle distanze.
“Yubi...” mormorò.
“Yubi! Yun Bai! bǎo bèi!” urlò subito dopo in un crescendo di preoccupazione.
Mosse precipitosamente qualche passo in avanti e finì per travolgere un morbido ostacolo, a cui sfuggì un'esclamazione di disappunto.
“Ahi! Gege! Perché corri come un bufalo selvaggio nella prateria?”
Bǎo bèi! Allora sei qui, che sollievo vederti!”
“Certo, pensavi che fossi diventato invisibile?”

Quasi!
Vestito di bianco e coi capelli bianchi, pallido come la luna autunnale... dentro uno spazio bianco ti mimetizzi alla perfezione!

Ye Xue tenne per sé l'impertinente considerazione e lo abbracciò stretto.
“Questo sciocco Signore degli Shen si agita se non ti trova al suo fianco al risveglio.”
Dal fondo dell'abbraccio si levò un sospiro.
“Non mi hai visto perché sono bianco anche io...”
Ye Xue, suo malgrado, sogghignò.
“Questo Signore degli Shen è dell'opinione che tu lo conosca meglio delle tasche del tuo hanfu...”



“Hai idea di dove siamo?” chiese il mago.
Dopo una breve ispezione dei dintorni avevano appurato che si trovavano all'interno di uno spazio vuoto e uniforme, potenzialmente illimitato.
“È piuttosto ovvio, nella Stanza Bianca, eppure mi sfugge il modo in cui ci siamo arrivati...”
La risposta invece di tranquillizzare Yun Bai incupì la sua espressione.
“Non siamo davvero qui, il nostro corpo è rimasto nell'antro.”
Ye Xue sgranò gli occhi ed esclamò “Stiamo facendo una specie di esperienza extra corporea? Eppure è tutto così reale!”
“Lo capisco con la magia della mente e dal fatto che fisicamente sarebbe impossibile vivere in un luogo dove il tempo collassa, solo la coscienza può attraversare indenne le dimensioni; all'interno di questa stanza noi esistiamo come entità di puro pensiero.”
“Affascinante, ma dimmi... In che modo tutto ciò influirà sul rituale del Filo Rosso? Inoltre non vedo altari, incenso, vassoi con oggetti cultuali, niente che possa ricondurre alla celebrazione di un rito.”
Il giovane mago aggrottò la fronte e lasciò passare qualche istante prima di rispondere.
“Li dovremo creare noi.”
“In che modo?” obiettò l'Immortale perplesso.
“Immaginandoli presumo.”
Yun Bai si allontanò di un paio di passi e si concentrò focalizzando i suoi pensieri su un oggetto, che dal nulla comparve tra le sue mani.
“Un pugnale cerimoniale...” constatò Ye Xue osservando l'arma cesellata nei più piccoli dettagli e bianca al pari dell'ambiente in cui si trovavano “Voglio provare anche io!”
Prima che l'amante potesse raccomandargli prudenza nell'usare i suoi poteri il Signore degli Shen aveva già materializzato un piccolo padiglione, un giardino e un boschetto di ciliegi in fiore.
“Allora?” chiese orgoglioso.
“Hai molta fantasia.” ammise l'altro sorridendo.
“Sai cosa significa? Possiamo modellare lo spazio a piacimento, saremmo i padroni assoluti di un mondo plasmato dai nostri desideri, nessuno verrebbe a disturbarci e...”
“Hai già dimenticato le parole della Tessitrice?”
Seguì un silenzio imbarazzato che fece scuotere il capo a Yun Bai.
"Dobbiamo trattenerci solo il tempo necessario a completare il rituale, altrimenti rischiamo di rimanere intrappolati nella Stanza Bianca per sempre."
"Senza orologi e punti di riferimento come facciamo a stabilire che è tardi?"
"Ad esempio evitando di perderci in chiacchiere, giochini e... Gege basta!"
Il mago fu costretto a richiamarlo quando vide apparire alle spalle dell'Immortale un'imponente scalinata sorvegliata da due colossali pixiu, i leoni alati della mitologia cinese.
"Non vuoi sapere dove porta la scala?" ammiccò Ye Xue facendogli l'occhiolino.
"Tieni a freno l'immaginazione fino al nostro ritorno e il tuo fiore di ciliegio saprà ricompensarti..."
promise l'amante, mostrandogli una piccola giara di moutai, che era uscita dalla sua manica come in un gioco di prestigio.
“Usi argomenti dannatamente convincenti maestro Sheng.”



Al di là dei buoni propositi però i due non avevano idea di come organizzare il rito.
Lachesi gli aveva fornito un solo indizio, breve quanto sibillino: per creare il Filo Rosso avevano già tutto il necessario.
“Un filo ha bisogno della materia prima: una fibra tessile, poi di un fuso per filarla.” ipotizzò il mentalista.
Gli oggetti apparvero quando li menzionò, bianchi al pari del padiglione, degli alberi e della scalinata.
“Credo che tocchi a noi tingerla di rosso...” aggiunse soppesando pensieroso la candida matassa di lana “e l'unico colore che abbiamo a disposizione...”
“È il nostro sangue.” concluse Ye Xue.
L'altro annuì.
“Ha senso. Nei rituali greci veniva chiesto un piccolo sacrificio ai partecipanti, che in cambio ricevevano delle conoscenze arcane.”
“La Tessitrice poteva essere più chiara, noi non abbiamo dimestichezza con la sua cultura. ” obiettò il Signore degli Shen.
“Anche questo fa parte della cerimonia, ci sono cose che gli iniziati devono scoprire da soli.”
Il mago stese il braccio e aprì il palmo incidendo la pelle col pugnale cerimoniale, poi strinse il pugno e lasciò cadere alcune gocce di sangue.
Era un taglio superficiale, ma la semplice vista di quella ferita richiamò alla mente di Ye Xue eventi terribili, impressi in modo indelebile nella memoria.

C'era stato un tempo in cui lo stesso rosso aveva macchiato le suole delle sue scarpe e l'orlo dell'hanfu, mentre camminava nel sangue ancora caldo di cadaveri e moribondi; un tempo in cui il suo sentore ferrigno e dolciastro gli era sembrato perfino piacevole, perché poteva associarlo alla vendetta sugli assassini di Jīn Yè.
In seguito aveva scoperto che quella lista era troppo corta per soddisfare la sua furia e l'aveva estesa a chi vantava un grado di parentela o di semplice amicizia con loro, poi su chiunque potesse allungare le mani un ministro imperiale.
Infine, proprio come un fuoco troppo vivo arriva ad estinguersi nella sua stessa violenza, anche la vendetta aveva perso gusto ed il sangue si era rappreso in una crosta secca sui vestiti di seta.

Non mise a parte Yun Bai di quegli angoscianti ricordi, prese l'arma che gli stava porgendo e lo imitò lasciando che il loro sangue si mescolasse impregnando la fibra.
“Agisce in fretta.” constatò, vedendo la matassa di lana tingersi in maniera uniforme.
“Penso che ogni gesto compiuto in questo luogo abbia un valore simbolico: sono bastate alcune gocce di sangue per avere il colore rosso che ci serviva, allo stesso modo è bastato immaginare gli oggetti per materializzarli.”
“Quindi anche il filo sarà un simbolo? Preferirei qualcosa di più concreto attorno ai nostri polsi!”
“Lo scopriremo una volta tornati.” rispose il giovane mago rivolgendogli un sorriso rassicurante.
Senza indugiare oltre creò uno sgabello dove sedersi, avvicinò la cesta e cominciò a dipanare il filo guida che sarebbe servito nella fase iniziale della filatura.
Ye Xue dimenticò la polemica sui simboli e iniziò ad osservarlo affascinato.
Si domandò chi gli avesse insegnato un procedimento che era semplice solo in apparenza e richiedeva molta pratica oltre ad una certa manualità.
Che fosse un uomo a farlo rendeva quella visione ancora più insolita, perché da tempo immemore la filatura era un'incombenza femminile.
Il suo Bǎo bèi invece torceva la lana con agilità e dimestichezza, allungandola tra le dita e avvolgendola sul fuso quando aveva acquistato la giusta resistenza.
Poteva essere una riminiscenza della sua prima vita?
Jīn Yè apparteneva ad una famiglia agiata e non aveva mai avuto bisogno di filare, tuttavia essere la figlia di un mercante di stoffe l'aveva fatta crescere a contatto di quel mondo, che ora riemergeva in modo inconsapevole nei gesti eleganti del suo amante.



“Vuoi una sciarpa di lana per la festa di Dongzhi*?”
Il Signore degli Shen trasalì, era stato colto sul fatto mentre lo guardava lavorare e arrossendo balbettò un complimento sulla sua tecnica.
Yun Bai ne fu lusingato, ma attribuì il merito alle anziane che vivevano nel paesino ai piedi del tempio in cui era cresciuto.
Gli era capitato di vederle filare sedute sui gradini delle loro case, quando scendevano a valle per fare acquisti ed aveva memorizzato i loro gesti grazie alla magia della mente.
Allo stesso modo aveva acquisito tante altre abilità che gli sarebbero tornate utili un giorno.
Ye Xue ne convenne e nascose la piccola delusione dietro la piega del sorriso; non poteva pretendere che ogni gesto del mago fosse un riflesso del suo primo amore.
“Jīn-Jīn ne aveva commissionata una in seta per te...”
Quella rivelazione, inserita con naturalezza nel discorso, tolse il fiato all'Immortale.
Accadeva di rado che il suo Yubi menzionasse la concubina e quasi mai evocando ricordi così specifici.
“Non... non ricordo un simile regalo.” ansimò sconvolto.
“Perché lei lo nascose nel fondo della cassapanca ai piedi del letto. Aveva provato a ricamarci il tuo stemma di famiglia, però aveva combinato un disastro e se ne vergognava... Credo avesse circa vent'anni all'epoca.” e poiché l'amante continuava a fissarlo senza aprire bocca aggiunse “Allora... la vuoi una sciarpa per la Festa del Solstizio d'Inverno?”
“Io... io la terrò come il più prezioso dei tesori!”
Di nuovo il mago sorrise e gli mostrò il fuso a cui era avvolta una modesta quantità di filo.
“Credo che basti...” disse e dopo averne ricavato un gomitolo ne legò i capi ai loro polsi.
Il filo aveva un aspetto irregolare ed era così corto che potevano stare al massimo a tre passi di distanza.
“Simbolicamente... significa che saremo sempre molto vicini!” approvò l'amante.
“Ah, quindi adesso ti piacciono i simboli!”



Il rituale era concluso, ma la coppia aveva un ultimo ostacolo da superare, perché Lachesi non gli aveva spiegato come tornare indietro.
Mentre Yun Bai rifletteva sul da farsi il Signore degli Shen girava in tondo ed il mago era costretto a seguirlo per non spezzare il filo.
“Farò reclamo a tutti i livelli! Quelle due ciarlatane non dovrebbero benedire nemmeno un uovo di gallina, figuriamoci manipolare il Fato!”
“Gege calmati, ti prego... Forse la soluzione è talmente semplice che la maestra ha ritenuto superfluo rivelarcela.”
“Spiegati meglio...”
“Magari dobbiamo solo chiudere gli occhi e desiderare di rientrare nei nostri corpi.”
“Come nel Mago di Oz? La piccola Dorothy batte i tacchi delle sue scarpine magiche e ritorna in Kansas.”
“Ti piacciono i vecchi film di Hollywood?”
L'interpellato si strinse nelle spalle e borbottò che lo aveva visto al cinema nel 1939, l'anno della sua uscita e ricordava di aver pianto nel finale.
“Ciò dimostra due cose: che sei molto anziano...” rispose il mentalista, ridacchiando all'accigliarsi offeso dell'amante “... e ha l'animo sensibile di un bambino. Proviamo il metodo Dorothy.”
"Giusto... Nessun posto è come casa*" convenne Ye Xue stringendolo a sé.



Il risveglio fu molto meno idilliaco delle aspettative cinematografiche, rientrare in un corpo fisico dopo aver assaporato la libertà e la leggerezza di una dimensione superiore significò per il maestro Leng fare i conti coi limiti della sua natura, a cominciare dalla torpida lentezza con cui i suoi arti rispondevano alla volontà di movimento.
L'urgenza era dettata dalla voce fioca di Yun Bai, che fuori dal suo raggio visivo stava pregando qualcuno di lasciarlo in pace e il tono sofferente aveva fatto scattare un campanello d'allarme nei sensi assopiti del Signore degli Shen.
“Non ti azzardare a toccarlo strega!”
La giovane donna dai capelli rossi trasalì quando l'Immortale l'afferrò all'improvviso e cominciò a strattonarla.
La tazza che teneva in mano si rovesciò sul pavimento in un fracasso di cocci infranti, che venne presto soverchiato dai suoi strilli spaventati.
“Sorella corri! Si è svegliato anche l'altro!”
“Gege lasciala, le rompi il braccio!” esclamò Yun Bai alzandosi dal giaciglio su cui stava riposando.
“Così non andrà in giro ad avvelenare la gente propinandogli i suoi intrugli!”
“Aiuto sorella!”
“In nome di Guanyin e Guan Gong* lasciala andare!”
Il mago s'intromise nel tira e molla e vedendolo in piedi Ye Xue si persuase infine a lasciare l'adepta, che arretrò in tutta fretta dietro le spalle di Lachesi, evocata dal parapiglia.
“Bentornato tra noi Maestro Leng.” lo salutò flemmatica, affatto turbata dal caos in cui era piombata la stanza “Immaginavo che il tuo risveglio sarebbe stato più complicato... sorella Melissa ti porterà una tazza di infuso, servirà a riprenderti in fretta.”
“A drogarmi di nuovo vorrai dire!”
“Gege!”
“Dimmi Maestro Leng...” la tessitrice si sporse verso di lui e lo guardò fisso negli occhi “se ti avessi illustrato il rituale nei minimi dettagli avresti accettato di prendervi parte?”
“Ovviamente no, chi si farebbe drogare e spedire allo sbaraglio in una dimensione nella quale rischia di rimanere intrappolato in eterno?”
La maga tacitò con un pacato cenno di diniego le scuse del mentalista e rispose all'Immortale.
“Comprendo che dal tuo punto di vista il gioco non valga a candela, tuttavia prima di continuare il discorso ti invito a controllare il polso sinistro coi Sensi sottili.”
Ye Xue spostò lo sguardo nella direzione suggerita e vide un cordino rosso ben annodato, che scendeva a terra e risaliva fino al polso dell'amante.
Gli sembrò molto più regolare e robusto di quello creato nella Stanza Bianca, ma non fu sufficiente a convincerlo.
“Puoi averlo legato tu, mentre noi eravamo svenuti...” insistette.
Yun Bai alzò gli occhi al cielo e scosse il capo; aveva esaurito le giustificazioni alla sua ostinazione.
“Verifica le caratteristiche di questo Filo, se rimarrai deluso potrai sempre accusarmi di essere una... ciarlatana.”
L'interlocutore non replicò e socchiuse le palpebre in un moto di fastidio; almeno sul fatto che li aveva tenuti d'occhio durante il loro viaggio fuori dal corpo Lachesi aveva detto la verità.

“Soddisfatto?”
Nelle due ore successive il Signore degli Shen aveva testato la resistenza sovrannaturale del Filo Rosso in ogni modo possibile e ormai anche la Tessitrice cominciava a manifestare qualche segno d'insofferenza.
Ye Xue aveva provato a strapparlo, tagliarlo e bruciarlo; era arrivato all'ingresso dell'antro per saggiarne la lunghezza, ma il Filo aveva sopportato tutto senza il minimo danno.
“Ammetto che è elastico e resistente, di certo non è un comune spago.” rispose a denti stretti, tornando a sedere sul triclino accanto a Yun Bai, che lo aspettava chiuso in un rassegnato silenzio.
“Molto bene.” approvò la maga, prendendo posto sulla sedia di fronte “Ora che sei persuaso possiamo parlare degli... effetti collaterali.”

Fine diciottesima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissime e carissimi Gege e Yun Bai sono stati catapultati in una dimensione eterea, grazie ad una esperienza extra corporea a cui la maestra Tessitrice non ha allegato il libretto delle istruzioni.
In pratica, quasi digiuni della mitologia greca, si sono dovuti "arrangiare" inventandosi in senso letterale tutte le componenti per il rito del Filo Rosso.
Ne consegue che al risveglio il Signore degli Shen sia un po' seccato e se la prenda con la povera accolita e poi con la maestra Lachesi, che reagisce con una tranquillità... Olimpica ^^
Peccato che prima di dare inizio al rituale abbia dimenticato di menzionare anche dei misteriosi effetti collaterali ricordandosene solo a cose fatte.
Quali siano questi effetti lo scopriremo nel prossimo capitolo in cui Gege e Yubi (soprattutto Yubi!) saranno impegnati in consulti piuttosto movimentati nel tentativo di trovare un rimedio efficace.
Restate a bordo della gondolina volante, il navigatore è impostato verso il Tempio del Salto della Tigre! (✿◠‿◠)

Termini e spiegazioni:
Donghzi: Il festival del Dongzhi si celebra in Cina e in altri paesi asiatici in corrispondenza del Solstizio d'inverno (intorno al 21/24 Dicembre) ed è l'ultima grande festa prima del Capodanno cinese.
Nessun posto è come casa: citazione tratta dal Mago di Oz
Guan yin e Guan Gong: Rispettivamente la Dea della Misericordia e il dio della Ricchezza nella mitologia cinese.



   
 
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