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Autore: Angele87    23/05/2005    22 recensioni
Harry, Ron, Ginny, Hermione, Draco hanno terminato la loro scuola e adesso sono Auror... ma cosa accadrà... leggete e lo scoprirete... è la mia prima ffc siate clementi...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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DA AUROR A BABBANi : “Epilogo”

DA AUROR A BABBANi : Epilogo

 

Tutti i personaggi della mia ffc sono di proprietà della Rowling (a parte qualcuno) quindi ringrazio questa grande donna per averci regalato con i suoi libri un mondo meraviglioso… quello di Harry Potter

io ho terminato, buona lettura…

Angéle

 

 

le parti in corsivo (come in tutte le ffc) sono ricordi

 

 

 

Il caldissimo sole di agosto rischiarava le persiane blue e pulite della grande casa gialla, in fondo alla strada. Il giardinetto, prima verdeggiante e curatissimo, era, in quel momento, piuttosto mal trattato e rinsecchito a causa della mancanza d’acqua.

Nell’aria c’era un incredibile odore di mare e vacanze. L’unico rumore presente in strada era il canto dei grilli che avevano scambiato il giorno per la notte.

 

Il porticato della grande villa era ordinato e pulito come sempre. Il tavolino ed il dondolo occupavano la zona più ad est dello spazio, in modo da essere riparati dal sole e dal caldo.

 

Sdraiata sul dondolo, con un abitino di cotone fresco e leggero, con gli occhi chiusi ed i capelli, resi ancora più ricci dall’acqua del mare, tirati su in una coda, c’era Hermione Granger. Aveva una mano sottile appoggiata con delicatezza sugli occhi per ripararsi dal bagliore del sole, una bibita fredda appoggiata sul tavolo ed un libro quasi terminato chiuso ed appoggiato sul pavimento le facevano compagnia in quella terribile mattinata di caldo.

 

Erano passati appena 4 mesi da quel terribile giorno di Maggio. Le ferite che aveva sul viso erano completamente guarite, ma quelle che le avevano segnato il cuore erano ancora vive e sanguinanti.

Se solo ripensava a quello che era successo le venivano i brividi lungo la schiena. Aveva visto un uomo morire e la disperazione di Angelia sgorgare come un fiume in piena. Tutto l’aveva così tanto colpita da farla restare sotto shock per un po’.

 

Al posto di quella donna e quell’uomo potevano esserci loro due: Ron ed Hermione.

 

Già, loro erano stati fortunati. Erano riusciti a tornare a casa mal ridotti ma pur sempre salvi.

Continuare a vivere non era stato affatto facile. C’erano gli amici a cui rendere l’ultimo saluto, le lacrime che non lasciavano mai gli occhi e la voglia disumana di poter cancellare tutto con un semplice colpo di bacchetta.

Questo, però, non era possibile.

 

 Hermione si sollevò a sedere, guardandosi attorno. Si voltò a controllare la parete dietro di sé, notando il calendario con diversi segni blue. Erano i giorni in cui Ginny avrebbe dovuto affrontare l’ecografie e lei voleva esserci. Quella grande notizia che presto un nuovo esserino avrebbe popolato le loro vite, aveva donato un po’ di pace a tutti, dando loro il coraggio di tirare avanti tra una lacrima ed un sorriso,  cercando di buttarsi tutto alle spalle. E pensare che quella testa calda non voleva portare avanti la gravidanza. Se non fosse stato per l’infermiera della base, nessuno avrebbe mai saputo nulla, nemmeno Harry. Grazie al cielo tutto si era risolto per il meglio, almeno in quel caso.

 

Hermione afferrò la sua bacchetta: doveva iniziare i suoi esercizi. Al contrario di Draco e Ron che avevano recuperato i loro poteri nel giro di pochi minuti, lei aveva dovuto aspettare due mesi prima di poter riavere almeno una piccola parte della sua scintilla magica. Hermione aveva natali babbani e quindi il suo avere poteri era stato uno scherzo del destino. Per ritrovarli occorreva più tempo e più sforzo.

 

-Dannazione…- disse, quando il semplice incantesimo di levitazione non era riuscito.

 

-Devi muovere il polso con più dolcezza, Hermione.-

 

La voce di Ron le arrivò alle spalle, facendola sobbalzare.

Le aveva detto che sarebbe stato tutto il giorno a Londra per sbrigare alcune scartoffie nel loro ufficio, al quartiere generale.

Si voltò per guardarlo negli occhi e, come ogni volta che posava il suo sguardo su di lui, trattenne il respiro.

 

Ron era appoggiato contro lo stipite della porta. La maglia bianca aderiva perfettamente ai muscoli delle sue braccia, il colore dorato della sua pelle abbronzata faceva contrasto con il rosso carminio dei suoi capelli corti, il pantalone di tela beige aderiva con dispetto a quel fondoschiena tonico e perfetto.

 

Hermione inarcò un sopraciglio quando arrivò sul viso e notò la presenza di quel pizzetto rossiccio che lo rendeva ancora più dannatamente sexy.

Gli occhi di Ron, di quell’azzurro cielo così intenso, guizzarono di malizia, quando la giovane si sistemò la scollatura dell’abito, scivolata più in giù del dovuto.

 

-Il mio autocontrollo ti ringrazia.- le disse con una voce più bassa e rauca del normale.

 

Hermione fece un sorrisetto, accavallando le gambe sotto la gonna bianca dell’abito. Sapeva che non doveva lasciarsi andare, altrimenti Ron l’avrebbe convinta a fare dell’altro, sicuramente molto più divertente, ma decisamente inutile per ritrovare i suoi poteri.

 

-Chissà perché ho l’impressione di aver già visto questa scena…- fece lei, sorseggiando un po’ la sua bibita.

 

Ron si sedette sul dondolo accanto a lei. La vide allontanarsi un po’ e questo lo fece ridere.

 

-Sta tranquilla. Rimango buono, buono qui per almeno dieci minuti. Il tempo necessario per farti finire gli esercizi.- la rassicurò, sfiorandole il collo con la mano fredda.

 

Hermione vibrò come una corda di violino a quel tocco così amato. Le era mancato mostruosamente in quelle poche ore di distacco.

Nell’ultimo periodo, voleva sempre stare con lui: lasciarsi coccolare e rassicurare, fare l’amore  e pensare solo per un momento che quello che le era capitato era stato solo un bruttissimo sogno.

 

Ron avvertì quel fremito e non poté fare a meno di sospirare.

L’amava così tanto che, pur di vederla sorridere e di passare un po’ di tempo con lei, aveva lasciato il povero Draco a vedersela da solo con le scartoffie ed era volato lì. Aveva fatto una piccola puntata a casa di Ginny ed Harry per constatare l’ottimo stato di salute di sua sorella e poi si era smaterializzato nel soggiorno della villa di NewFreedom.

 

-Quale scena? Questa?- disse, prima di non poter più resistere e di lasciarle una lunga scia di baci bollenti lungo la linea elegante del collo.

 

Hermione socchiuse gli occhi per godersi a pieno quel contatto tanto bramato nelle ultime ore. Rovesciò la testa di lato per permettere a Ron di arrivare sotto il mento, vicino il lobo dell’orecchio, dove amava come una matta essere baciata.

 

-Non questa…- replicò Hermione poco convinta. –Quella della bacchetta e del wingardium leviosa…-

 

Ron le morse dolcemente la pelle del collo, facendola sussultare.

La pelle di quella ragazza era così profumata di primavera che non riusciva a controllarsi quando era accanto a lei. Doveva per forza baciarla,  per sentire più affondo quell’odore tanto amato.

 

-Oh, sì.- le rispose mentre la voltava per poter raggiungere le labbra. Congiunse la sua bocca con quella di lei, gustando il sapore della granita alla mente che Hermione aveva appena bevuto.

Le mani del rosso cercarono un varco nell’abito: aveva la necessità di sentire la morbidezza della pelle della sua ragazza sotto le dita. Quando, finalmente, accontentò questo suo desiderio, continuò la sua frase. –Già da allora ero completamente pazzo di te. Solo che tu non mi guardavi…-

 

Hermione sussultò nel sentire le sue mani sulla pelle della pancia. Lo attirò maggiormente a sé, passandogli le braccia intorno al collo ed incastrando di nuovo le sue labbra con quelle di lui.

 

-Avevi detto saresti stato buono per almeno dieci minuti…- gli ricordò, quando ebbe la bocca di nuovo libera.

 

-Ho mentito…-

 

Ron scese a baciarle la pelle della scollatura, facendole desiderare che nessun abito ricoprisse il suo corpo, riparandola, così, da quella deliziosa tortura.

 

-Dimmi che starai sempre con me…- sussurrò lei, quando Ron la prese tra le braccia per portarla in casa, lontano da occhi  indiscreti.

 

Il rosso si fermò sulla porta. Il fiato corto e gli occhi scuriti dal desiderio di amarla.

 

-Hermione, io non ti lascerò mai…- le bisbigliò, dopo averle baciato il lobo dell’orecchio.

 

Lei annuì, rannicchiandosi contro il suo petto e cullandosi con quel profumo pungente e pulito.

Arrivarono nella loro camera e riuscirono a stento a togliersi i vestiti di dosso. Amarsi era l’unico modo che conoscevano per cancellare quella sensazione di responsabilità e di vergogna per essere ancora vivi. Un attimo su 24 ore per non sentirsi in colpa per la loro fortuna sfacciata.

 

Ron morse il labbro inferiore di Hermione, stringendola forte a sé. L’aveva sentita aggrapparsi a quel contatto così intimo, in una maniera tanto disperata, che non era riuscito a fare altro se non abbracciarla. Nascose il viso nell’incavo della sua spalla e respirò profondamente l’odore di Hermione.

 

-Ti amo…- sussurrò lui, tra un sospiro appagato ed un altro.

 

Lei lo strinse di più a sé, facendolo aderire completamente al suo corpo e desiderando di scomparire in quell’abbraccio così dolce che solo Ron era in grado di darle.

Si guardarono negli occhi per un solo momento.

Poi, il rosso tolse con delicatezza delle ciocche di capelli dalle pozze di cioccolato fondente che illuminavano il volto di Hermione, sorridendole.

Le guance accaldate e la bocca arrossata per i mille baci che si erano scambiati, la rendevano così bella.

Ron non riuscì ad evitare di sfiorarle con le labbra la fronte, in un lungo e dolcissimo bacio protettivo, che fece vibrare Hermione molto più di altri decisamente più passionali di quello. Lei, però, non se ne meravigliò.

Ron aveva questa capacità di farla emozionare semplicemente con uno sguardo dolce od un sorriso da malandrino.

 

Fecero l’amore e dimenticarono così per un solo intensissimo attimo quella sgradevole sensazione che attanagliava loro lo stomaco e che impediva di respirare.

 

Ron appoggiò la testa sul seno di Hermione, cullandosi con il respiro regolare della donna. Restare abbracciati in quel modo, mentre lei gli accarezzava i capelli, era una delle cose più belle della sua vita. Sentirla viva e protetta tra le sue braccia, gli faceva capire che tutto il resto poteva ancora avere un senso.

 

-Sei stato a trovare gli altri?- domandò Hermione, continuando ad accarezzarlo.

 

Ron annuì contro la sua pelle, baciandole piano il braccio che lei aveva attorno al suo collo.

-Ho delle belle notizie, sai?-

 

Hermione sorrise distesa. –Che aspetti a dirmi tutto?-

 

Lui rise a fior di bocca, sporgendosi in avanti per ricevere un bacio sulle labbra.

 

-Ma sei un ricattatore…- lo riprese e, con un falso sbruffo infastidito, glielo  concesse.

 

-Allora…- iniziò Ron, voltandosi per appoggiare la schiena contro il corpo di Hermione e crogiolarsi in quell’abbraccio. –Angelia torna a NewFreedom con Anne. Le accuse contro di lei sono cadute, quindi, non c’è alcun bisogno che rimanga a Londra.-

 

Hermione sorrise, stringendolo contenta. –Che bello, niente più solitudine.-

 

- Lily sta meglio. Si è ristabilita completamente. Il medimago ha detto che ha avuto una ripresa eccezionale, pensavano che i suoi poteri non sarebbero più tornati ad un livello così alto ed invece si sbagliavano. Si vede che è una bambina speciale.-

 

La donna fece un piccolo rumore col naso, continuando ad accarezzare i corti fili di rubino di Ron. Quei capelli avevano un profumo così inebriante, da farla sorridere senza motivo.

 

-Ridi?- domandò, sentendola muoversi dietro di lui. Hermione gli diede un bacio sul collo nudo.

 

-Sì.-

 

Ron si voltò di scatto, facendola sdraiare nuovamente sotto il suo corpo. Sentì quelle forme generose schiacciate contro il suo petto ed arrossì leggermente. Le accarezzò con una dolcezza estrema i capelli mossi e morbidi e le domandò:

 

-Posso sapere il motivo?-

 

Hermione si morse le labbra, in un atteggiamento da bambina dispettosa. –Mi dovrai costringere…- sussurrò, sollevandosi sulla schiena per raggiungere l’orecchio del giovane mago.

 

Ron fu scosso da un brivido che partì dal battito accelerato del suo cuore per diramarsi in tutto il corpo, dopo aver avvertito quel respiro caldo sulla pelle.

 

-Non mi provocare…-

 

Di nuovo, giocarono assieme: baciandosi, coccolandosi senza mai sfiorarsi le labbra.

 

-Mi stai punendo?- chiese Hermione tra un risolino e l’altro. Sapeva benissimo che Ron conosceva l’amore sviscerato che nutriva per i suoi baci sulla bocca.

 

Ron si fermò, continuando a tenerla ferma sotto il suo corpo. Le passò un dito sul labbro inferiore, accarezzandolo con gentilezza. In un tocco leggero che a stento Hermione riusciva a percepire.

La donna socchiuse gli occhi quando finalmente, Ron si chinò per accontentare la sua richiesta.

Le diede un bacio da mozzare il fiato: tanto passionale quanto amorevole. Un tocco costante e seducente, un profumo intenso e inebriante. Ecco, cos’era che le faceva perdere la testa: il modo di essere di Ron così contrastante. Poteva comportarsi da impetuoso ed immaturo o da riflessivo e gentile.

All’inizio, questo le aveva dato un po’ di fastidio, ma poi era stato proprio questo suo comportamento a farla innamorare. Sapere che dopo un’azione strana ne poteva compiere una incredibile.

 

-Ti amo…- sussurrò, finalmente, quando Ron scese a baciarle il collo.

 

L’uomo si bloccò, puntando i suoi occhi azzurri in quelli scuri di Hermione. Non era la prima volta che lei lo diceva ma, sentirselo dichiarare dopo tanto tempo, era stato emozionante. Vero, dopo quella brutta esperienza, Hermione non glielo aveva più espresso.  Certo, Ron sapeva che lo amava ma averne la certezza era tutta un’altra cosa.

La strinse con ossessività a sé, godendo della sua vicinanza.

 

-Ti amo come un matto, Hermione.-

 

Ron continuò a fissarla e fu come fulminato da un’idea che gli ronzava nella mente: muta e silenziosa ma che, in quel momento, aveva iniziato ad urlare tacitamente.

 

Quelle parole l’ avevano fatta arrossire fino alla cima dei capelli: il cuore iniziò a batterle nel petto forte, forte, quando lo vide alzarsi ed inginocchiarsi, nudo, di fronte al suo letto.

 

Ron le accarezzò di nuovo i capelli, passando le sue dita più fresche sulle guance arrossate e sorridendo divertito. Scese con la sua mano, sfiorandole le spalle e le braccia, fino ad afferrarle la mano sinistra, quella del cuore.

 

-Vuoi sposarmi?-

 

 

Stop! Non vi arrabbiate, non mi uccidete e non mi linciate. Non ho potuto rivelare tutto, altrimenti il sequel su che elementi lo faccio?

Mi è sembrato giusto dedicare questo epilogo alla mia coppia preferita. I momenti love, love di questi due mi fanno sempre sciogliere e spero che non abbia usato troppo zucchero. ^___^

Va beh, cmq DAAB adesso è proprio finita . Mando un bacio a tutti quelli che l’hanno seguita dall’inizio. Grazie.

 

Angéle^__^

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

   
 
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