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Autore: slanif    05/06/2022    2 recensioni
Sorrise, a quel ricordo, alzando un angolo della bocca screpolata. Aveva provato una soddisfazione impareggiabile a irritarli con tutte quelle piccole cose. Era un ribelle fatto e finito, come gli diceva sempre Remus.
Il sorriso sghembo svanì in fretta dal suo volto, al pensiero del suo amico; perché a quello seguiva il ricordo del tradimento di Peter e... E...
James.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Gocce di rimpianti

di slanif
 
 
 
 
Umido.
Freddo.
Gocce d’acqua cadevano con fare ritmico da un pezzo di roccia sporgente al pavimento.
Sirius fu destato da quel suono. Si svegliò di soprassalto, grugnendo. Il pavimento duro sotto di lui, ammorbidito per quanto possibile da un giaciglio scarno di paglia e una coperta logora, era freddo come il ghiaccio.
Tutto, lì dentro, lo era.
Faceva un freddo del diavolo perciò, suppose, doveva essere inverno. Non ne era molto sicuro, ma era passato del tempo da quando lo avevano spedito ad Azkaban. Sfortunatamente, i giorni lì erano tutti uguali. Si sommavano gli uni altri altri e lui non aveva nessun mezzo per controllare che mese fosse. Quindi sì, doveva essere inverno, anche se poteva essere solo la fine dell’autunno o l’inizio della primavera, a causa dell’umidità che arrivava dal mare e che rendeva l’aria ben più fredda di quanto fosse sulla terra ferma. Azkaban sorgeva su un pezzo di roccia in mare aperto, a chilometri e chilometri da qualsiasi altra cosa. Nessuno poteva giungere fin lì. C’erano alcuni visitatori, ma... Nessuno per lui.
Sirius non si era mai sentito così tanto solo, nemmeno quando era costretto al n°12 di Grimmauld Place e i suoi genitori odiavano ogni sua scelta, ogni suo tatuaggio, ogni volta che si legava i capelli in un ciuffo disordinato o quando ascoltava la sua musica Babbana. Quando aveva comprato la bicicletta, poi, era stata una profusione di rimproveri.
Sorrise, a quel ricordo, alzando un angolo della bocca screpolata. Aveva provato una soddisfazione impareggiabile a irritarli con tutte quelle piccole cose. Era un ribelle fatto e finito, come gli diceva sempre Remus.
Il sorriso sghembo svanì in fretta dal suo volto, al pensiero del suo amico; perché a quello seguiva il ricordo del tradimento di Peter e... E...
James.
Il cuore gli si strinse in una morsa al ricordo dell’uomo, riverso a terra in mezzo al corridoio della sua casa a Godric’s Hollow. Indossava quel ridicolo maglione a quadri che lui detestava e che gli aveva detto più volte lo faceva sembrare un vecchietto, una camicia bianca chiusa fino all’ultimo bottone e i suoi occhiali rotondi. Erano storti sul naso, con una delle lenti spaccate. I capelli neri in disordine erano ancora più incasinati e gli occhi castani, spalancati, fissavano il vuoto, spenti della loro luce, così... Non riusciva nemmeno a trovare una parola adatta per descriverli.
«Ngh,» gemette, raggomitolandosi ancora di più su se stesso, formando una palla. Sentì la pelle tirare sulle sue ossa ormai sporgenti, mentre i capelli sporchi e la barba incolta gli facevano solleticare il naso, che prese a pizzicare.
O almeno, è quello che si volle raccontare.
Fece finta di ignorare anche il pizzicore agli occhi.
Non voleva pensarci, o avrebbe rivisto nella sua mente quelli di James. La loro luce ormai scomparsa. Il vuoto, come un buco nero nell’Universo, che risucchia la luce e tutto quello che c’è di bello, cancellando ogni cosa.
Sirius, osservando James dall’alto nei resti di quella casa distrutta, aveva visto il suo intero mondo venire trascinato in quelle iridi ormai spente, dove ogni stella era scomparsa.
Aveva urlato, pianto, strepitato. Aveva scosso James, implorandolo di svegliarsi. Gli aveva gridato contro, inveendo perché non era uno scherzo divertente, cazzo, non lo era. Gli aveva detto che gli dispiaceva, dannazione, così tanto. Che non era davvero arrabbiato con lui, che quella litigata che avevano avuto due sere prima non contava niente, che lo sapeva che non voleva ferirlo, che...
Sirius singhiozzò. Un suono aspro, di gola. Un suono che gli fece scuotere il petto e contrarre i muscoli.
Non voleva ripensare a quella notte, a quando avevano litigato e Sirius aveva urlato la sua confessione – il suo segreto più oscuro – prima di andarsene sbattendo la porta. Era salito in moto, aveva girato per ore sotto la pioggia e poi si era rifugiato da Remus, bevendo Whisky Incendiario fino a stordirsi e crollare addormentato sul divano dell’amico, mentre il fuoco scoppiettava fino a spegnersi.
Non voleva ripensare a quando, preda della rabbia, incapace di controllarsi come suo solito, aveva urlato a James la sua frustrazione e il suo dolore.
Non avrebbe mai dimenticato la faccia di James. Il modo in cui l’aveva guardato, come se non lo riconoscesse. Come se quello che avevano condiviso per tutti quegli anni fosse stata una bugia.
Sirius era stato furioso, dopo quel momento. Ecco perché se n’era andato.
Come si permetteva, James, di mettere in dubbio l’affetto che li aveva legati? La sua amicizia? La sua lealtà? Sirius era stato suo alleato sin dal primo momento, quando si erano conosciuti in quel vagone dell’Hogwarts Express il 1° settembre del loro primo anno a Hogwarts.
Quando aveva visto quel ragazzino spettinato e dal sorriso sfrontato, Sirius aveva sentito una sorta di solletico, sotto la pelle.
Non era più andato via.
Eppure...
Eppure James l’aveva guardato come se fosse un impostore.
Aveva inveito per un’ora, con Remus, prima che l’amico lo interrompesse, lo obbligasse a tornare a sedere e gli dicesse col suo tono calmo e pragmatico che forse, quello sguardo attonito di James, aveva un altro significato.
«Non ci hai pensato?» gli aveva chiesto. «Per anni ha creduto che per te fosse il tuo migliore amico, non... qualcos’altro.»
«Lui è il mio migliore amico. Solo quello,» aveva ribattuto.
«Ma non per il tuo cuore.»
E cos’altro aveva potuto aggiungere?
Aveva amato James Potter sin da quel primo sguardo, sin da quel solletico sottopelle, sin dal primo sorriso sghembo. Era stato un sentimento che era cresciuto piano piano fino a diventare potente e straordinario, doloroso e sofferto.
Sirius aveva tenuto per sé quel segreto. Così tanto a lungo... Eppure, due giorni prima che James morisse, l’ultima volta che si erano visti, Sirius aveva vomitato fuori le parole perché si era detto «Basta, non ne posso più».
«Ti sono sempre rimasto vicino, James. Sempre. Ti ho aiutato a conquistare Lily e a farti perdonare ogni volta che hai combinato qualche casino. Ti ho fatto da testimone alle tue nozze, ho sorriso in ogni foto, mi sono congratulato con voi. Ho fatto da Padrino a Harry. Tutto! E tu hai la faccia tosta di venirmi a dare del codardo perché non voglio essere il vostro Custode Segreto? Quando anche questa mia decisione serve a proteggerti? Non riesci proprio a capire che ti amo,cazzo, e che farei qualunque cosa affinché tu sia felice e al sicuro?»
Era stato così arrabbiato...
Se solo avesse saputo...
Se solo avesse potuto prevedere il futuro ed evitare tutto quello...
Ma era sempre stato un disastro in Divinazione e non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea che Peter potesse venderli. Che non avrebbe aspettato nemmeno un giorno prima di dire tutto a Voldemort. Che...
Singhiozzò, e la sua voce rimbombò tra le pareti spoglie della sua cella.
Sentì il fruscio del mantello dei Dissennatori fuori dalle sbarre. Si stavano avvicinando, perché i suoi sentimenti erano troppo potenti per non attirarli.
Il dolore della morte di James, di tutti gli anni che lo aveva amato senza mai poterlo toccare...
Il suo amore non corrisposto.
Il suo più grande e oscuro segreto.
A volte Sirius voleva solo lasciarsi andare. Cedere al dolore e ricevere il Bacio.
Ma poi pensava a Harry, che era sopravvissuto, che aveva stretto al petto dopo aver superato il corpo esanime di Lily. Pensava al suo figlioccio e tutti i suoi istinti suicidi si placavano, perché quel bambino aveva bisogno di lui. Aveva promesso a James di proteggerlo.
Era un frammento di James nel mondo.
Doveva fare qualsiasi cosa per riuscire a uscire e mantenere la sua promessa.
A prescindere da tutto quanto, Sirius amava ancora James. Lo avrebbe amato per sempre.
E, per sempre, finché avesse avuto fiato in corpo, avrebbe fatto sì che James non fosse deluso da lui. Che, ovunque fosse, James Potter potesse sapere che Sirius aveva fatto del proprio meglio.
Perché lo amava.
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice: Uhm... Non so bene da dove sia uscita fuori questa cosa. LOL Non avevo mai preso in considerazione l’idea di Sirius e James come coppia, o comunque in qualche modo uno dei due innamorato dell’altro, perciò... Sarà il caldo? Diamo la colpa al caldo. LOL
Perplessità personali a parte, spero che questo piccolo esperimento vi sia piaciuto, perché non so se scriverò mai più qualcosa si James e Sirius in modo romantico. Mi fa davvero troppo strano, scusate. LOL
   
 
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