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Autore: mik11    05/06/2022    0 recensioni
Sofia Esposito è una bambina di appena tre anni che, una domenica mattina, scompare misteriosamente. Dopo svariati tentativi di ricerca, la bambina non viene ritrovata. Sarà stata rapita? Sarà annegata a mare? Si sarà allontanata spontaneamente? Sarà stata sequestrata da qualcuno che conosceva? Il suo destino è legato ad intrighi e segreti nascosti per anni che riguardano la sua famiglia. Molteplici sono le ipotesi e verità che verranno a galla, soprattutto grazie alla bravura del commissario Mendica, il quale viene proiettato in uno strano caso in cui anche il più piccolo dei dettagli ha una rilevanza fondamentale. Che epilogo spetterà alla piccola Sofia? Ritornerà ad abbracciare sua madre?
"Cara Madison, seguo il caso di tua figlia da tanto tempo ma ho sempre preferito tacere. So delle verità molto importanti e vorrei che tu sapessi quale destino ha dovuto toccare la tua piccola Sofia. Ho tante cose importanti da dirti, dunque incontriamoci alle cinque di questo pomeriggio al molo, vicino al cantiere abbandonato. Mi raccomando, vieni da sola perché se non sarà così non mi paleserò"
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 1 - LA SCOMPARSA 

 

Era una classica giornata d’estate a Miriapoli, cittadina collocata nelle vicinanze di Pisa, in Toscana. Il sole caldo di fine agosto riscaldava la piccola città, posta sull’altura di un altopiano. Al centro del piccolo paese vi era un grande parco, dove ogni domenica i bambini, in compagnia dei propri genitori, andavano a divertirsi con gli altri bambini. In prossimità del parco, c’era la scuola elementare cittadina e accanto, invece, quella secondaria di secondo grado. Le strutture erano molto scadenti, la manutenzione di quegli edifici non veniva effettuata da parecchi anni e, con il passare del tempo, cominciarono ad essere ritenuti inagibili. Molte furono le proteste da parte dei cittadini di Miriapoli per poter salvaguardare la salute dei propri figli, ma il più delle volte non ricevettero alcun tipo di risposta. A qualche chilometro di distanza dal centro cittadino, vi era il mare, dove molte famiglie, soprattutto durante il periodo estivo, trascorrevano le giornate mentre i giovani restavano per tutta la notte a divertirsi e a bere. Nelle vicinanze della spiaggia vi era una palazzina di quattro piani e, al secondo piano, viveva la famiglia Esposito, composta da Madison, John e Sofia, la loro bambina. John, in realtà Giovanni, incontrò Madison alla fine degli anni Novanta in Inghilterra. I due si innamorarono a prima vista e, nell’arco di circa cinque anni, si sposarono e si trasferirono in Italia. Inizialmente la scelta di vivere in Italia non venne accettata da Madison, la quale preferiva rimanere in Inghilterra, ma, anche grazie l’influenza di sua madre e al clima più mite italiano, decise di trasferirsi nella terra nativa di Giovanni. La loro storia d’amore non fu tutta rose e fiori, infatti la loro stabilità coniugale durò fino a qualche anno dopo il duemila, per poi separarsi per un periodo di tempo molto lungo, circa un anno. Le motivazioni di tale allontanamento furono dovute a questioni economiche e familiare che costrinsero Madison di ritornare in Inghilterra dalla sua famiglia. Dopo aver trascorso un soggiorno molto breve in Inghilterra, ritornò nuovamente in Italia, dove rimase per qualche mese a Pisa, per poi ritornare a Miriapoli e riconciliarsi con Giovanni. Pochi mesi dal loro riavvicinamento, la coppia ebbe una bambina e la chiamarono Sofia. Le circostanze di tale parto furono alquanto misteriose per Giovanni, il quale riteneva che Sofia non fosse sua figlia. Ma, grazie alle analisi del sangue, risultò compatibile. La palazzina era situata accanto ad altre palazzine, tutte molto tetre e poco moderne. Infatti, anche in quegli stabili la manutenzione faceva molto a desiderare. Madison non amava lasciare sua figlia da sola in quelle strade, preferiva portarla o al parco oppure farla giocare con alcuni cuginetti a casa della nonna paterna. Giovanni era fuori per lavoro tutto il giorno, era un operaio edile, e, quindi, si occupava molto poco della piccola Sofia. Madison, dal suo canto, avrebbe tanto desiderato lavorare nel settore commerciale, ma in seguito alla nascita di Sofia dedicò poco per sé stessa. Era una donna alta, bionda e con gli occhi azzurri, amante delle collane e degli orecchini. Sofia le somigliava molto, mentre al padre non somigliava affatto.

Ma ritorniamo a quella calda domenica di fine agosto. Quella mattina Madison e Giovanni decisero di andare a messa in compagnia di un fratello di Giovanni, che aveva due bambini. Vista l’irrequietezza dei due bambini e anche quella di Sofia, decisero di affidarli alla nonna paterna, la signora Nunzia, che si sarebbe presa cura dei suoi nipoti con molto piacere. Nunzia si recò nell’abitazione di Madison e Giovanni. I bambini salutarono con poca tristezza i propri genitori e iniziarono a giocare con un pallone di stoffa. Nel frattempo, la nonna guardava la tv e cucinava il pranzo domenicale: quel giorno tutta la famiglia si sarebbe riunita per pranzare insieme. Da tempo nella famiglia Esposito non circolava buon sangue per via di questioni economiche legata all’eredità lasciata da parte di Antonio Esposito, padre di Giovanni e quel pranzo sarebbe stato il momento adatto per stabilire serenità. Nonna Nunzia non era molto d’accordo con il matrimonio di suo figlio con Madison. Quella ragazza, dai capelli biondi e con l’accento inglese, non le piaceva. Soprattutto per le dicerie che circolavano in paese, in cui si pensava che Sofia in realtà non fosse figlia di Giovanni, bensì di un altro uomo, un vecchio amico italiano di Madison con cui avrebbe avuto una relazione segreta. Madison cercò in tutti i modi di smentire quei pettegolezzi. Effettuò persino la comparazione del gruppo sanguigno tra padre e figlia per far tacere i paesani, ma fu del tutto inutile.

Mancava qualche ora prima dell’orario di pranzo. L’odore del sugo al ragù invase l’intero appartamento e i bambini tempestavano la loro nonna per avere un pezzo di pane intinto nel sugo. Nonna Nunzia, con molta pazienza, li accontentava giurando, ogni volta, che sarebbe stata l’ultima volta. Una delle bambine chiese alla nonna se potessero giocare fuori al portone principale del palazzo insieme ad altri bambini. La nonna disse che era troppo pericoloso per dei bambini piccoli come loro giocare all’aperto senza la visione di un adulto. I bimbi cominciarono a pregarla e le giurarono che sarebbero saliti subito. La donna non era molto convinta, tuttavia si lasciò convincere.

I tre, felici per il consenso della loro nonna, infilarono velocemente le scarpine e uscirono di casa in compagnia del loro pallone di stoffa. Nell’arco di pochi secondi, in casa regnò il silenzio. Nonna Nunzia si affacciò alla finestra per vederli giocare e sorrise la signora Claudia, una vicina di casa, che stendeva le lenzuola nel palazzo di fronte.

- Bella giornata, signora Nunzia - gridò Claudia mentre cercava l’ultima molletta per stendere un lungo lenzuolo bianco.

- Una giornata fantastica - rispose Nonna Nunzia, sorridendo nel vedere i suoi tre nipotini giocare allegramente.

- Cosa ha cucinato? - chiese Claudia.

- Un po’ di ragù, piace molto al mio Giovanni - rispose in compagnia di una risatina finale.

Claudia prima sorrise, poi disse "Va bene, me lo saluti. Io vado dentro. Spero che passiate una buona domenica"

Vista la pace in casa, accese un vecchio vinile collocato nel salone e inserì la traccia Maledetta Primavera di Loretta Goggi. Nella sua mente passarono diverse scene della sua gioventù con Antonio Esposito, suo marito defunto. La giovinezza della signora Nunzia fu parecchio travagliata. All’età di dodici anni fu costretta ad abbandonare la scuola e ad aiutare sua madre nella gestione della casa. Avrebbe tanto voluto studiare al ginnasio, le sarebbe piaciuto diventare una professoressa di italiano e latino ma le circostanze storiche e sociali del suo tempo non glielo permisero.

Quando la canzone terminò, spense il vinile e ritornò in cucina per accendere il forno e cuocere gli spiedini di pollo. Ma non sentiva più il fracasso dei bambini. Si sporse alla finestra ma non li vide. Un tremolio le percorse il corpo, il cuore cominciò a batterle forte, la sudorazione aumentò notevolmente e la bocca le si seccò. Spense il forno e cominciò a gridare a squarciagola i nomi dei tre bambini, ma senza ricevere alcuna risposta. Finalmente il campanello di casa squillò energicamente. Il cuore della povera Nunzia si tranquillizzò e rifletté tra sé e sé che i bambini erano solo entrati nella palazzina. Si avvicinò alla porta e lasciò entrare i nipoti, ma mancava qualcuno, mancava Sofia.

- E Sofia dove sta -  chiese allarmata la signora Nunzia ai nipoti

- Stavamo giocando insieme quando all’improvviso è scomparsa - disse uno dei due cuginetti.

- Cosa dite? È scomparsa? -  urlò quasi in lacrime la povera donna.

Si affrettò a scendere a passi lunghi le scale della palazzina e si ritrovò fuori al portone, dove pochi minuti prima i suoi nipoti stavano giocando. In quel preciso momento parcheggiò a qualche metro di distanza l’auto di Giovanni, con sua moglie, suo fratello e sua cognata all’interno. Tra una risata e l’altra uscirono dalla vettura, ignari di ciò che sarebbe successo dopo. Nunzia chiese ai passanti e ai compaesani se avessero visto Sofia, tutto il paese conosceva quella graziosa bambina dalle trecce castane lunghe fino al fondo schiena. Madison udì a distanza le urla della suocera, in cuor suo sapeva che qualcosa non andava e pensava proprio che si trattasse di sua figlia, della piccola Sofia. La coppia si cimentò al di fuori della palazzina, dove incontrarono i due nipoti piccoli, entrambi impauriti.

- Cosa è successo? -  chiese Giovanni al più grande dei due.

- Sofia…- cominciò a parlare per poi fermarsi.

Finalmente Nunzia ritornò dai nipoti e si imbatté con il figlio.

- Mamma cosa è successo? -

Balbettando, Nunzia raccontò tutto: che aveva permesso ai nipoti di uscire a giocare giù la palazzina con il loro pallone di stoffa, che sarebbero dovuti ritornare subito a casa, ma una volta ritornati, Sofia non c’era. Madison cadde in una disperazione assoluta al punto di svenire supina lungo la strada. Giovanni cerco di sorreggerla e, grazie all’aiuto di un passante, riuscirono a farla stendere e a sollevarle le gambe. Nel frattempo, Giovanni andò alla ricerca di Sofia, magari si era semplicemente allontanata ed era nei paraggi, magari era caduta e si era sbucciata il ginocchio e ora si trovava in qualche bottega o in qualche casa per essere medicata, magari era arrivata fino alla spiaggia per vedere il mare e per seguire i gabbiani. Ma ogni speranza sembrava vana, Sofia non si faceva viva. Madison si riprese dopo qualche minuto, era molto debole e pareva non ricordare ciò che era successo poco prima, o magari sperava che tutto ciò che stava accadendo fosse solo un brutto sogno. Giovanni tornò dopo ore di ricerca a mani vuote: di Sofia non c’erano tracce. Tutto il paese cominciò a cercarla ininterrottamente, con la speranza di trovare almeno qualche indizio. Ma il tempo passava e della dolce Sofia non si sapeva nulla. Il fratello di Giovanni ritenne opportuno avvertire la polizia, prima che fosse troppo tardi. Madison non si riprendeva, continuava ad avere continui cali di pressione. Voleva abbracciare la sua bambina, la sua Sofia, il suo angioletto, sua figlia. Nunzia cercava di calmarla, accusando sé stessa di essere una pessima nonna e che se Sofia era scomparsa, la colpa era soltanto la sua. Non avrebbe dovuto lasciarli andare a giocare fuori casa, ma invece l’aveva fatto. E adesso la piccola Sofia era sola, una bambina di appena tre anni, fragile e spaventata, persa in un mondo così grande e pericoloso. In un mondo ricco di intemperie e di minacce. Giovanni si recò in commissariato per denunciare la scomparsa di Sofia, e da questo momento cominciò la lunga ricerca della piccola Sofia.

Il commissario Mendica riprese coscienza lentamente dopo un lungo sonno dovuto ad un’indagine finita positivamente. Viveva nelle vicinanze di Miriapoli, in una villetta a due piani e un giardino molto spazioso. Aveva circa trent’anni, uomo single e affascinante, con un lieve accento americano, dovuto dalla discendenza paterna. Era molto invidiato in commissariato per la sua bravura nel risolvere i casi, anche quelli più ostici. Ciò era merito della sua astuzia e delle sue deduzioni logiche, soprattutto grazie alla lettura di molti libri gialli letti durante la sua adolescenza e al ruolo di suo padre, ex comandante di polizia in America, che, durante le vacanze estive, lo portava sulle scene del crimine e, insieme a lui, analizzava diversi casi. Erano da poco passate le dieci di sera quando il telefono squillò nell’oscurità. Aveva ancora gli occhi gonfi per il sonno e la giacca nera indossata il giorno precedente. Afferrò quasi arrabbiato il cellulare e rispose. Era il suo superiore che gli informava che nelle vicinanze della spiaggia era scomparsa una bambina di circa tre anni, alta qualche centimetro, con due trecce penzolanti e un grosso neo sulla guancia sinistra. Indossava un vestitino estivo giallo e dei sandali con delle perline bianche e celesti. Era con sua nonna e stava giocando con i suoi cuginetti, quando, di punto in bianco, la bambina sparì.

Il commissario Mendica ascoltò la descrizione del caso e disse che tra qualche minuto si sarebbe recato in centrale. Non aveva molta voglia di lavorare quel giorno, soprattutto dopo aver passato quasi tre mesi nella risoluzione di un caso di omicidio.

Prese le chiavi della macchina e si recò nella centrale di polizia, in cui erano presenti Giovanni, suo fratello, la signora Nunzia e i cuginetti con cui Sofia giocava. Vista l’ora molto tarda, avrebbe preferito interrogarli il giorno successivo, ma nel frattempo otto pattuglie della polizia cominciarono a cercare per tutta la città anche il più piccolo degli indizi mentre il sindaco decise di porre dei posti di blocchi all’ingresso della città per impedire che la bambina, o magari qualcuno che l’avesse rapita, potesse uscire.

Madison pareva non riprendersi. Inveì nei confronti della suocera ritenendola un irresponsabile per aver lasciato delle creature così piccole in mezzo ad una strada nonostante le diverse segnalazioni di rapimento di bambini nel quartiere. Infatti, negli ultimi anni ci furono svariati casi di rapimento di minori. Ciò dovuto anche ad una scarsa sicurezza pubblica e una mancata operatività delle forze dell'ordine. 

Il mattino seguente il commissario Mendica volle ascoltare Giovanni, la signora Nunzia e i cuginetti di Sofia. Il primo fu Giovanni, padre della piccola. Si presentò in commissariato molto turbato e stanco, dopo un’intensa notte alla ricerca di qualche indizio.

 Quel mattino il paese fu scosso dall’arrivo di un uomo molto misterioso a casa di Madison. L’uomo non era mai stato visto nei paraggi, ma sembrava appartenere ad una famiglia di alto rango. Parcheggiò la sua Fiat 500 vicino al portone d’ingresso della palazzina in cui viveva la povera mamma. Tutti sospettavano che quell’uomo potesse essere un amante della giovane donna inglese, conosciuto durante il periodo in cui si allontanò da suo marito. Tutti pettegolezzi oppure tutta verità?

Nel frattempo, in commissariato venne registrato l’interrogatorio di Giovanni.

- Interrogatorio Giovanni Esposito

 Miriapoli, 1/09/2007 ore 10:42

C: Signor Esposito, nell’orario della sparizione lei dove si trovava?

G: Quel giorno, cioè ieri, ero andato con mia moglie Madison, mio fratello e mia cognata nella Chiesa di paese. Siamo una famiglia molto cattolica e crediamo che la fede in Dio possa rafforzare il legame coniugale.

C: Rafforzare? Quindi vuol dire che prima erano rotti?

G: In ogni matrimonio si hanno dei momenti di alti e bassi, ma non credo che parlare della mia situazione coniugale sia d’aiuto per cercare mia figlia.

C: Si limiti a rispondere alle domande, ogni dettaglio è importante per la ricerca di vostra figlia. Circolano in paese alcune dicerie sul rapporto coniugale tra voi e vostra moglie. Molti sostengono che la piccola Sofia non sia sua figlia. Cosa ne pensa a riguardo?

G: Sono solo pettegolezzi, anni fa io e mia figlia abbiamo comparato il gruppo sanguigno ed era lo stesso. Io mi fido ciecamente di mia moglie e non credo agli schifosi pettegolezzi di un paese arretrato.

C: Lei ha fatto il test sanguigno con vostra figlia ma, da quanto ascolto, non è mai stato effettuato il test del DNA. Per giunta, non crede che ci possano essere delle anomalie?

G: Vi ripeto che il test del DNA non era necessario perché la piccola Sofia è mia figlia, avuta con mia moglie, e sottolineo mia moglie, tre anni fa.

C: La piccola Sofia è nata il 12 giugno 2004, mi conferma?

G: Si

C: Mi dice il periodo in cui lei e vostra moglie Madison vi siete allontanati?

G: Mah, sicuramente alla fine del 2003. Precisamente non ricordo, ma credo che il periodo fosse quello estivo, inizio agosto.

C: Quando siete tornati insieme?

G: Non capisco il senso di tutte queste domande! Volete trovare mia figlia, dannazione!

C: Le ho detto di limitarsi a rispondere alle domande che le vengono poste!

G: Tutto questo è una follia! Mia figlia è fuori da sola in chissà che posto e voi siete qui ad interrogarmi su questioni private altamente futili!

Giovanni si alzò dalla postazione e decise di interrompere l’interrogatorio. Uscì furioso dalla stanza e si portò con sé sua madre. La testimonianza più importante è senza dubbio quella dei due cuginetti che, quel giorno, erano gli unici presenti diretti della sparizione di Sofia. I due bambini non sapevano parlare molto bene, talvolta balbettavano, altre rimanevano in silenzio. Fu necessario l’intervento di uno specialista che riuscì a far fuoriuscire qualche dettaglio. Secondo i due bambini, uno di loro aveva lanciato energicamente il pallone dall’altra parte della strada, dietro una macchina rossa. La bambina si diresse lì per prenderlo per poi svanire nel nulla. Una spiegazione dei fatti povera di dettagli, visto che i due bambini erano, almeno per il momento, le uniche testimonianze dirette.

In paese si cominciò a mormorare dell’ospite misterioso in casa Esposito. L’uomo in questione era Pier Kilink, un ricco proprietario terriero di origini canadesi e vecchio amico di Madison. I due si conobbero al college in Inghilterra durante gli anni Ottanta ed ebbero una breve relazione d’amore. Pier poi si trasferì prima in Svizzera e poi a Pisa con la sua famiglia, composta da sua moglie Kate e dalle due figlie Anna e Arizona. Entrambe assomigliavano alla madre, avente tratti nordici. Anna era più grande di Arizona di cinque anni, ma sembravano quasi gemelle per la forte somiglianza. Madison quando vide il suo amico di adolescenza, il suo primo amore, cadde nelle sue braccia.

I pettegolezzi in paese crebbero notevolmente e tutti attribuivano la paternità della piccola Sofia proprio a quell’uomo, ma ovviamente erano solo dicerie.

La notizia della sparizione della piccola Sofia si diffuse in tutta Italia. In commissariato giunse una segnalazione molto importante di un uomo residente nel centro di Miriapoli, in prossimità della villa comunale. L’uomo affermò con convinzione di aver visto una bambina simile alla piccola Sofia da sola in città. Aveva un vestitino giallo, i cappelli raccolti in una lunga treccia e la carnagione olivastra. Sembrava spaventata e confusa. L’uomo comunicò anche che cercò di avvicinarsi alla bambina, ma quest’ultima lo respinse energicamente correndo via nella villa comunala. Magari era la piccola Sofia, smarrita e preoccupata di trovarsi in una realtà come quella. Mendica spedì due pattuglie della polizia presso la villa comunale per cercare quella bambina vista dall’uomo. Ma dopo diverse ricerche, la bambina non fu ritrovata.

Madison, una settimana dopo la sparizione di sua figlia, decise di uscire dalle sue quattro mura. Numerose trasmissioni televisive presero a cuore la scomparsa della piccola Sofia e ospitarono la giovane mamma ad una delle loro puntate. Madison non accettò alcun invito, ma comunque ringraziando le diverse testate giornalistiche e i diversi programmi televisivi del loro grande impegno. Secondo molte testate giornalistiche, la bambina era giunta da sola fino alla spiaggia per poi essere morta, ma in contrasto a questa visione c’era l’avvistamento in città da parte dell’uomo. Altri, invece, spostarono l’attenzione sulla famiglia e, in particolare, sul possibile collegamento parentale tra Pier e Sofia. I tratti fisici non erano molto simili, poiché Sofia somigliava molto a sua madre. Ma l’accento cadde sulle relazioni temporali: Sofia nacque il 12 giugno 2004 e, in paese, si sosteneva che Giovanni e Madison si allontanarono tra la fine di agosto e l’inizio del nuovo anno. Dunque, considerando che in media una gravidanza dura circa 9 mesi, in alcuni casi anche 7, e togliendo da giugno 2004 circa 9 mesi si ricade nel mese di settembre 2003, momento in cui la coppia era separata. È possibile che, attraverso questo ragionamento, si possa dimostrare che Sofia non è figlia di Giovanni? Tali erano solo ipotesi giornalistiche e televisive, senza alcuna conferma né scientifica né dei diretti interessati.

   
 
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