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Autore: Nocturnia    07/06/2022    1 recensioni
Ci sono pessime abitudini che non le ha mai tolto.
Ci sono atteggiamenti che non ha mai corretto, né modificato.

Perché avresti dovuto, gli mormora la sua coscienza; Jinx è perfetta così, e tu lo sai.
Un meccanismo innescato, un'arma senza sicura - una miscela chimica altamente infiammabile: così l'aveva definita Sevika.
Un'orfana di Zaun, una bambina sola; una ragazza spezzata,questo quello che vedeva Silco in lei.
[Arcane Universe] [Jinx, Silco, Sevika, Singed]
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinx
Note: Movieverse | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie ' Lying by your side'
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"Some pain has no relief; it can only be sealed.
You can grasp the wound to feel the scar unhealed."
- Munia Khan -




Echoes




Non c'è pietà negli occhi di Sevika, compassione.
Sei morta, le dicono, e Jinx ride perché va bene così - se lo merita.

Stupida stupida stupida Jinx.

Rimane immobile fuori dal Last Drop, fissandola come se potesse squarciarla solo con il pensiero.
Jinx inclina il capo verso la spalla e Sevika nota quanto siano luminosi i suoi occhi - gonfi di lacrime e Shimmer.
Attorno a loro si solleva una nebbia fredda, umida; che striscia lungo il braccio scoperto di Sevika, dandole la sensazione d'essere caduta in un fiume pieno di alghe e pesci morti.
Jinx ride e ride e ride e stride - perde pezzi a ogni respiro.
Sevika estrae appena la punta dalla spada da sotto il mantello e sa che Jinx può vederla - piccola, disgustosa, scimmia.
Si chiede quale voce le stia parlando; se le senta ancora.
Per un istante desidera quasi poterla perdonare; accogliere le parole di Silco e farle sue - comprenderla e raccogliere tutti quei frammenti di se stessa che lascia dietro di sé come briciole di pane.

No.

Ma è una guerriera, Sevika, e il dolore le impone di lottare - di uccidere il problema, ripulire la scena, eliminare l'incognita.
Jinx apre le braccia, allargandole attorno a sé - mostrandole un corpo magro, spigoloso.

Ferito.

"Avrei dovuto ucciderti molto tempo fa." mormora, impugnando la spada.
Jinx sorride e piange.


1.

La bambina ha sette anni, forse otto.
La fissa con occhi enormi, di un blu profondo, intenso.
Sevika le riserva uno sguardo irritato, il punto della spalla da cui il braccio è stato strappato pruderle fino a farla diventare matta.
La bambina stringe tra le mani qualcosa, e Sevika non ha né voglia, né tempo per capire di cosa si tratta - da quando abbiamo pastelli colorati per l'ufficio?
"Vattene." le dice, girando il capo dall'altra parte.
Nessun cambiamento.
"Sei sorda o stupida? Fuori dai coglioni."

Tump.

Sevika aspetta ancora qualche minuto, voltandosi solo quando percepisce un vuoto dove prima si trovava la bambina.
Sulla coperta una granata inesplosa ricoperta di glitter.


2.

La bambina si chiama Powder, così le ha detto Singed.
Era una degli orfani raccattati da Vander, le spiega, controllandole la ferita.
Ha creato lei la bomba che è esplosa nella fabbrica, aggiunge, sollevando i bordi di pelle per controllare se ci sono segni d'infezione o necrosi.
Li ha uccisi tutti, prosegue, annuendo soddisfatto quando vede il tessuto sano, rosato.
Sevika lo fissa con attenzione, frugando nel suo viso alla ricerca di un particolare - un guizzo che le anticipi il fine del discorso.
Singed tampona gli orli della ferita, disinfettando i punti di sutura e preparando le bende pulite.
"Perché non me lo chiedi e basta?" la interrompe, canticchiando un motivetto stonato tra sé e sé.
Sevika inspira con forza, rilasciando un sospiro esausto.
Singed abbozza un sorriso asciutto, senza allegria.
Tre giorni dopo i sospetti di Sevika troveranno conferma quando vedrà Powder seduta ai piedi di Silco come se nulla fosse.


3.

Sevika apre e chiude le dita della protesi meccanica, trattiene una smorfia quando la bambina punzecchia un filo elettrico, stringendolo tra il pollice e l'indice.
"Non è un giocattolo." le dice, e Powder si limita a voltarsi verso Silco - sempre.
"Jinx." mormora Silco, rimanendo concentrato sui documenti che sta leggendo.

Non Powder; non marmocchia o sgorbio o come la chiamano tra le guardie, sputando al suolo per scacciare la malasorte, misfit.

La bambina aggrotta le sopracciglia, rafforzando la presa.
Silco allunga una mano verso di lei senza nemmeno alzare lo sguardo dal foglio, quieto.
Powder la fissa per qualche secondo, afferrandola e scivolandogli sulle gambe.
Nasconde il viso contro il suo petto e Sevika è sicura di sentirla bisbigliare un zitti, state zitti. Lui mi vuole bene. Lui vuole me. Non lo farà.
Silco passa alla pagina successiva, ignora sia lei sia i borbottii della bambina.
Sevika ne osserva i profili intrecciati e si scopre vederli già coperti di polvere e macerie.


4.

È diventata ormai una scena ricorrente quella di Silco seduto dietro la scrivania e Powder - no, Jinx - arrampicata nel soppalco che ha costruito da sola o seduta sul pavimento vicino a lui, pastelli fosforescenti e ingranaggi sconosciuti sparsi attorno a lei.
Sevika non batte più nemmeno ciglio, limitandosi a svolgere con lui tutte le riunioni necessarie affinché Zaun (ri)sorga e prenda il suo posto nel mondo - per diritto e per volontà.
"Questi conti non tornano."
"Lo so: per questo ho già avviato un'indagine alla fabbrica 43." gli ribatte, gettando un'occhiata distratta a Jinx.
La bambina preme la lingua tra le labbra, concentrata; solleva una granata con sopra disegnata la bocca di uno squalo, fissandola.
Silco tamburella le dita sul sottomano in cuoio, assorto.
"Pandur deve star diluendo lo Shimmer e vendendolo autonomamente."

Sbam.

Sevika alza un sopracciglio, cercando di ignorare lo scoppio improvviso che proviene da sotto la scrivania.
"O lui o uno dei suoi spacciatori."
"Me ne occuperò io."
Silco inclina il mento verso di lei, fissandola.
"Non fargli capire che gli stiamo addosso: lascia che effettui un'altra consegna e prendilo in quel momento."
Sevika annuisce, sta per alzarsi quando qualcosa vibra e Jinx scatta verso il divano, afferrando Silco per un braccio e urlando kabooom!
Ruota su se stessa, tende i muscoli delle cosce, quelli del braccio rimasto - preme, e la protesi meccanica le inietta dello Shimmer direttamente nelle arterie della spalla, esplodendole nel cuore, dietro le palpebre.

BAM.

La stanza si flette, Sevika solleva istintivamente il mantello verso Silco - si prepara al dolore, a sentir (di nuovo) la propria pelle bruciare e...

Rosa?

Jinx spunta da dietro il divano, sorridendo da un orecchio all'altro.
Sevika solleva lo sguardo, cauta - per tutto lo studio diffondersi nuvole di fumo rosa e azzurro.
Silco sospira, alzando una mano verso l'alto e afferrando un pugno di ritagli di carta a forma di cuore che sarebbero anche carini se Jinx non avesse disegnato su ognuno di loro forme stilizzate di persone trafitte o morte.
"Jinx." mormora e c'è una nota divertita nella sua voce - qualcosa che le fa drizzare i peli sulla nuca, mettendola a disagio.
"Sorpresa!" trilla Jinx, saltando a piedi uniti il divano e abbracciandolo.
Silco sfrega un cuore tra il pollice e l'indice, fissando l'omino sbudellato disegnato sopra.
"Ti piacciono? Sono i Topsider! " ripete Jinx - occhi grandi, che a Sevika sembrano improvvisamente pericolosi.
Silco rimane in silenzio per qualche istante, piegando poi un angolo della bocca all'insù e annuendo.
Jinx sbatte le mani tra loro, baciandogli la guancia sfregiata e ridendo - Silly Silco, Silly Silco.
A terra, tutto quel rosa ha già assunto tinte rossastre e cupe.


5.

Sta crescendo, Jinx.
Armeggia con una pistola più grande di lei, le gambe piegate sopra il soppalco e il resto del corpo penzolante e mai come in quel momento a Sevika ricorda una scimmia molesta e pericolosa.

Uguale a quella giocattolo che era esplosa nella fabbrica due anni prima.

Sta crescendo, ma di notte urla ancora - grida, e scuote l'intero corridoio con i suoi incubi.
Falli smettere, stride; bastabastabasta! Non è colpa mia! Non è colpa mia, ripete, ed è sempre Silco a sconfiggere i mostri della sua mente,

Non un cavaliere o un eroe: un mostro molto più grande e feroce di loro.

mettendoli a tacere.
E li ha visti, Sevika; ha visto come quella bambina non abbia paura di Silco - come lo cerchi anche quando rientrano all'alba e Zaun gli ha lasciato addosso cenere e sangue.
Ride, Jinx, ed è un pugno di colore in mezzo a tutto quel nero e rosso - al fianco di Silco.

"Volevi ucciderla quella notte? Quando ti è costata litri di Shimmer e decine di uomini?"

Un cacciavite cade sulla poltrona in angolo, Jinx vi atterra sopra, incrociando poi le gambe sotto il corpo.

"... no."

Sevika scivola con lo sguardo lungo il suo profilo - i capelli troppo lunghi sulla fronte, un viso che sta perdendo la rotondità dell'infanzia.

"Non ci hai pensato nemmeno per un istante?"

Silco inala pigramente una boccata di fumo, trovando nuovi poliziotti da corrompere - leve da usare, storie da manipolare.
Jinx emette un suono stizzito, colpendo la pistola con un pugno.
Sevika si trattiene dal sussultare e dirle di piantarla; che farà esplodere di nuovo qualcosa se continua così e di andare nel suo laboratorio a fare casino e...

Click.

Jinx punta la pistola verso Silco, chiudendo un occhio e sorridendo.
Sevika si irrigidisce, percepisce l'adrenalina tenderle i muscoli, accelerarle il cuore.
Silco inclina appena il mento verso Jinx, rivolgendole un'occhiata neutra.
"Bam: sei morto." ridacchia lei, salendo sulla scrivania.
Silco piega un angolo delle labbra, afferrando tra le dita la canna della pistola - un gesto languido, indolente.
"Ah, chi salverà Zaun adesso?" le dice, e Sevika capisce che per loro è tutto un gioco - una fottuta recita in cui i proiettili sono veri e il sangue scorre a galloni.
Jinx sembra riflettere sulle sue parole, negli occhi farsi strada un'espressione spaventata, dubbiosa.
"Non lo farei mai." mormora, gettandosi occhiate nervose dietro le spalle.
"No. Nonono." ripete, cominciando a tremare e Sevika riconosce tutti i prodromi di una crisi psicotica in piena regola.
"Io... io... no, no." alza la voce Jinx, e Silco rafforza la presa sulla pistola, trattendola a sé.
Jinx apre e chiude la bocca, la paura e l'orrore espandersi da lei in ondate appiccicose, che Sevika riesce quasi a vedere.
Silco posa il sigaro, allungando la mano verso il viso di Jinx e toccandola - strappandola ai fantasmi che le divorano la mente, i pensieri.
Jinx si lancia addosso a lui come quella notte, gettando la pistola di lato e liberando un solo, desolante, singhiozzo.
Silco riprende il sigaro dal posacere e mormora tra i suoi capelli promesse e sogni.


That's when everything went wrong
Now that's when everything went wrong
I lay down to die on the concrete floor (baby)
that's when everything went wrong.

Ci sono pessime abitudini che non le ha mai tolto.
Ci sono atteggiamenti che non ha mai corretto, né modificato.
Perché avresti dovuto, gli mormora la sua coscienza; Jinx è perfetta così, e tu lo sai.
Un meccanismo innescato, un'arma senza sicura - una miscela chimica altamente infiammabile: così l'aveva definita Sevika.
Un'orfana di Zaun, una bambina sola; una ragazza spezzata, questo quello che vedeva Silco in lei.

In se stesso.

Sospira, posando lo sguardo su Jinx, una sagoma raggomitolata sul divano.

"Non vai ancora a letto, Silly Silco?"
"Ho del lavoro da finire."

Si alza, percependo tutto il peso degli ultimi anni nel cuore, tra i pensieri.

"Ti aspetto."
"Non è necessario, Jinx."
"Non voglio dormire da sola."

Per alcuni istanti non riesce a fare altro che rimanere fermo così - una mano posata sulla scrivania e gli occhi sul profilo di Jinx.

"... non smettono mai."
"Lo so."

Si avvicina, accarezzandole appena una guancia con le nocche della mano destra.

"... mi lascerai, Silco?"

Jinx si muove nel sonno, cercandogli istintivamente la mano - intrecciando le proprie dita alle sue.

"No."

Silco si china in avanti, posandole la fronte contro la tempia.
"Jinx."

"Anche se dovessi sbagliare ancora?"

Jinx inspira con forza, socchiudendo gli occhi - guardandosi intorno e mettendolo a fuoco dopo alcuni secondi.

"Mai."

E c'è quel momento - quel flebile istante - in cui gli sorride e le voci di entrambi tacciono: in cui sembra libera e viva e bellissima e può specchiarsi in lei e vedere tutto quello che potrebbe essere se Zaun diventasse autonoma, se non fossero così rotti e spezzati e disperati da...

"Silly Silco."

Silco chiude gli occhi, Jinx gli circonda il collo con le braccia, lasciandosi sollevare come se pesasse niente.
Contro il suo petto Jinx trova pace e casa.


6.

Ha tre coltelli sotto la giacca.
Il primo, per minacciare; lama grossa e impugnatura in cuoio.
Il secondo, per ottenere; ha una calibrazione migliore e l'acciaio è temprato più finemente - taglia, e recide un'arteria senza dover imprimere troppa forza.
"Ho saputo che hai un figlio, Abney."
L'uomo irrigidisce un muscolo sotto la mandibola, dilatando le narici.
Silco si fissa le unghie, mostrandogli il suo profilo migliore - quello che l'infezione ha masticato via come le sue illusioni.
"Mi aspettavo almeno un invito."
Abney inspira, muove gli occhi da una parte all'altra della stanza - un movimento frenetico, spaventato.
"O un cazzo di avviso che non ricordi più il tuo posto."
Sevika rimane immobile, trattenendo un sorriso a metà.
Silco si ferma, sottile e affilato come la sua terza lama - nascosta a sinistra, poco sotto il cuore.
Inclina il mento verso Abney, nell'occhio azzurro un'espressione quasi compassionevole.

Quasi.

Ed è veloce, Silco - lo è sempre stato.
È un serpente arrotolato nell'erba alta, una piccola e furba volpe che viene di notte e prende e prende e prende.

Non smette mai.

Sevika si è ormai abituata alla sua rabbia - una fiamma che divampa e brucia e distrugge.

Diverso da Vander - dalla sua forza bruta e un po' stupida.

Abney arretra, Silco lo afferra per il bavero del cappotto - friiiip.

Plotch. Plotch. Plotch.

E c'è qualcosa di ferale in Silco quando quella fiamma si accende - una scintilla che gli trasforma il viso, rendendolo una maschera di assoluta furia.

Di spietata bellezza.

Sevika sospetta che Silco riviva ogni volta il tradimento di Vander: che usi quella delusione - quel dolore - come combustibile.

Esattamente come Jinx quando fa esplodere qualcuno e ride.

Ma non ride, Silco: non accenna nemmeno un sorriso soddisfatto.
Ripulisce la lama sulla camicia ormai fradicia di sangue di Abney, togliendogli dalla tasca interna della divisa la foto della sua famiglia.
"Un memento." le dice, porgendogliela.
"Con le condoglianze alla sua povera vedova." aggiunge, oltrepassandola.
"Che sia di monito per il prossimo." conclude, e per un attimo Sevika è sicura di intravedere un'ombra che scivola via dalle travi del soffitto - nel silenzio umido una risatina delirante e gioiosa.

Silly Silco.

Il giorno dopo Jinx chiamerà un nuovo prototipo di mina antiuomo Abney.


7.

Ci sono cose che non capisce.
Ci sono sprazzi di qualcosa che non riesce del tutto a cogliere - parole che rimangono sospese nell'aria, sguardi che intendono altro.
Sevika si era sempre ritenuta una donna perspicace - dal buon naso, attenta ai dettagli.
Poco sfuggiva al suo sguardo, ancora meno alla sua lama; eppure mentre ascolta Jinx parlare tra sé e sé la pelle le si rattrappisce sui muscoli e una sensazione di malessere la stritola, accorciandole il respiro.
"No, non è così." borbotta Jinx, prendendo a martellate un pezzo di metallo.
"Non capisci niente: non hai mai capito niente." mastica, sollevando una placca colorata di verde e giallo.
Sevika la osserva inclinare il capo di lato, ascoltare una voce invisibile.
Jinx aggrotta le sopracciglia, accartocciando la faccia in una smorfia disgustata.
"Lui non è così." la sente sibilare, inferocita.
"No no no no!" ribatte alla sua destra, lanciando una chiave inglese in quella direzione "Tu... tu, brutto maiale..."
Sevika rimane immobile, fissandola mentre ribalta il tavolino da caffè nell'ufficio di Silco, spezzandolo in due.
"Vattene!" urla adesso, i pugni stretti lungo i fianchi e le guance rosse.
"Vattene vattene vattene!" ripete, scuotendo la testa così forte che Sevika teme si staccherà dal collo.
Jinx batte un piede a terra, si contrae prima in avanti, poi all'indietro - sembra preda di una sofferenza fisica profonda e insanabile.
Afferra una sparachiodi, puntandosela sulla coscia e...
"Cazzo." ha il tempo di esalare Sevika, togliendogliela dalle mani con un colpo netto del gomito.
Jinx si morde il labbro inferiore fino a strapparlo, lungo il mento sangue e saliva.
Sevika allontana la sparachiodi con un calcio, fissandone la cima del capo - adesso un ammasso di capelli azzurri raccolto in una treccia.
"Che cazzo credevi di fare, fottuta idiota?"
Jinx si tiene la mano ferita, tace - tra le ciglie lacrime enormi, pesanti.
Sevika le afferra le spalle, scuotendola.
"Ehi, parlo con te! Che cazzo volevi fare?"
Jinx ignora il suo sguardo, emettendo una serie di grugniti tra il frustrato e il furioso.
Sevika snuda i denti, pulendole la bocca con un fazzoletto dalla scrivania di Silco.
"Lui non è così." pigola Jinx, e Sevika si accorge di quanto sia cresciuta mentre le stringe le spalle - la curva ancora modesta del seno, l'inizio di un tatuaggio a forma di nuvola lungo l'avambraccio destro.
Arretra leggermente, lasciando che solo la punta delle dita le tocchi la pelle - ed è allora che qualcosa scivola sotto il viso di Jinx, facendole schiudere le labbra in un sorriso folle.
Sevika raddrizza la schiena, Jinx si volta - un movimento disarticolato, che le ricorda quello di una bambola rotta.
"Lui è diverso." mormora, e non c'è più incertezza nella sua voce, dubbio.
"Lui mi ama." sancisce, e Sevika può annusare il lezzo dell'adrenalina, quello acido dei reagenti chimici con i quali si stava baloccando - la pazzia e la rabbia, il desiderio e la fame.
Jinx la guarda, Sevika non si muove - il tempo si arresta e riprende a scorrere solo quando le doppie porte in legno si aprono, rivelando la figura di Silco.
Gli occhi di Jinx sono un tumulto di emozioni a cui Sevika non riesce dare nome.


8.

Il potere non è solo forza bruta.
Il potere è una rete sottile di informazioni, pensieri.
Il potere è una leva, un monito, un obiettivo.

Un mezzo e un fine.

Silco aveva conquistato il potere, assurgendo a signore di Zaun - il suo occhio e il suo protettore.
Ne hai la prossemica, il fascino; e quell'occhio, aveva motteggiato Finn, indicandolo.
Rumoreggia il Last Drop sotto di lui - batte, ed è quasi possibile sentirle tutte quelle persone muoversi al ritmo della musica, lucide di sudore e Shimmer.
Nel suo ufficio il rumore diventa una sorta di palpito lontano, attutito; Jinx ondeggia le dita nell'aria seguendone il ritmo, canticchia a mezza voce un motivetto inventato.
Apre le braccia, improvvisa una serie di passi di danza - salta, atterrando sulla sua scrivania con un tonfo sordo e spargendo fogli ovunque.
Silco ruota appena la poltrona verso la finestra, continuando a leggere.
Percepisce Jinx sporgersi verso di lui, posandogli il mento su una spalla.
"Posso farlo io." si propone, e Silco si ferma, fissandola in tralice.
Jinx si allunga in avanti, flettendo la schiena e scivolandogli sulle cosce.
"Deve farti molto male." mormora, prendendogli via di mano il fascicolo.
Silco solleva il viso verso il suo, quieto.
Jinx lo fissa ancora per qualche istante, toccandogli poi lo spazio sotto l'orbita - nudo, ormai privo di trucco.
Apre le dita attorno l'occhio mutato, avvicinandosi ulteriormente.
Da quella distanza riescono a vedere le imperfezioni l'uno dell'altro - le piccole cicatrici delle ferite che Jinx si era autoinflitta, quella più grande e ruvida che l'acqua tossica gli aveva lasciato sulla guancia sinistra.
"Sì." sussurra Jinx, seria "Deve fare male."
Silco le afferra il polso, portandoselo alle labbra e baciandone l'interno.
"Pagina cinque, riga sei." le dice, e Jinx abbozza un sorriso, usando la mano libera per riaprire il carteggio - lascia l'altra in quella di Silco, accarezzandone di tanto in tanto il palmo.
L'alba li coglierà ancora insieme.


9.

"Quindi Silco ha una figlia."
Sevika beve un sorso di rum, premendo la lingua contro il palato.
"Karvyq."
"Sevika." ribatte lui, sedendosi.
"È la mia serata libera."
"Ah, quelli come noi non hanno mai una serata libera."
Sevika socchiude gli occhi, fissandolo.
"Cosa vuoi, Karvyq?"
"Io?" replica lui, richiamando l'attenzione di una delle prostitute del bordello "Niente: sono semplicemente sorpreso che abbia resistito tanto."
Sevika studia una ragazzina poco più grande di Jinx ondeggiare verso Karvyq, addosso nulla più di un elaborato intrico di fili dorati e perle.
Lo Chem Baron amplia il sorriso, tendendole la mano.
"Il tuo nome?"
La ragazzina sposta lo sguardo da lui a Sevika - sa chi sono, cosa rappresentano.

L'Occhio di Zaun e i suoi alfieri.

"Irisha."
Karvyq annuisce, schioccando tra loro il pollice e l'indice.
"Irisha, saresti così gentile da portarci un'altra bottiglia di rum? Possibilmente di quelle buone, che vengono da Piltover."
La ragazzina sembra per un momento sorpresa, ma si riprende in fretta e si incammina verso il bar senza replicare nulla.
Sevika lo fissa con un'intensità guardinga, che puoi sentire sulla pelle, tra i pensieri.
Karvyq si volta, guardandola.
"Pensavi me la sarei scopata?"
"Non l'hai ancora dimenticata." mormora lei, e Karvyq si tocca istintivamente il petto, il tatuaggio che lo ricopre.
"No." ribatte, durissimo "Mai."
Sevika si porta il bicchiere alle labbra, appoggiandolo appena.
"Capisco perché piaci tanto a Silco."
Karvyq ammorbidisce la linea della bocca, quella attorno agli occhi, ma non riesce a nascondere l'acciaio che vi dimora - la brutale determinazione con la quale si era fatto strada tra i bassifondi di Zaun.
"So cos'è la fedeltà, Sevika." afferma, inclinandosi in avanti "E so che non c'è nulla di più prezioso al mondo della lealtà di un amore."
Sevika tace, spostando il peso da un fianco all'altro.
Karvyq si passa una mano tra i capelli, liberando un sospiro malinconico - morbido.
"Io e Silco non sia poi così diversi." sussurra, e nella sua voce c'è qualcosa che vibra - no, trema, quasi stesse per spezzarsi.
Sevika posa il bicchiere sul tavolino, chinando il capo.
Karvyq chiude gli occhi, perdendosi in un pensiero - un ricordo.
"E per le persone come noi il finale non cambia mai." confessa, scuotendo la testa.
Sevika promette a se stessa che per Silco e il suo sogno tutto sarà diverso.


10.

Definire Jinx un disastro sarebbe un eufemismo.
Chiamarla un po' confusionaria un errore - una pessima scelta di parole.
Sevika la vede combattere e si chiede come cazzo faccia a evitare tutti quei proiettili - a rendere tutto un fottuto gioco.
"Palla in buca!" urla Jinx, caricandosi in spalla un lanciagranate più grande di lei.
Sevika sgrana gli occhi, si lancia di lato - fottuta psicopatica di merda, le grida.
Jinx ride, sollevando un piede in avanti e reclinando la testa all'indietro.
"Sei leeenta." chiosa, tirando fuori la lingua e alzando il dito medio verso di lei.
"E tu una stronza." mastica Sevika, estraendo la spada e compiendo un movimento a scatto con la spalla - clang; grin grin grin, ecco che lo Shimmer entra il circolo, brucia, e le dilata le pupille, il cuore.
Jinx salta al suo fianco, Pow Pow nella mano destra e il lanciagranate in quella sinistra.
"Me lo fai provare?"
Sevika si flette sulle cosce, la ignora.
"Daaai." pigola lei, mettendo il broncio "Solo un po'."
"No."
"Non lo dirò a Silco."
"Non se ne parla."
"Solo una goccia."
Sevika si volta, afferrandole il mento tra le dita meccaniche.
"Perché non lo chiedi direttamente a lui di spararti una bella dose in vena, uhm? Così smetti di rompere i coglioni a me."
Jinx sorride, consapevole di quanto lo Shimmer renda le persone suscettibili - ricettive e sensibili a ogni stimolo, mentale e fisico.
Sevika digrigna i denti, lasciandole andare il viso in un movimento brusco, stizzito.
"L'hai già fatto."
Jinx tace, dondolando sui talloni ed esibendo un'espressione divertita.
Sevika inspira con forza, infastidita dal suo silenzio.
"Avrei proprio voluto vederti mentre ti dava un bel due di picche." sibila Sevika, cogliendo le forze di Piltover comparire dietro la polvere dell'esplosione.
Jinx fischietta, saltellando da un piede all'altro fino a quando non le è abbastanza vicino da dover sollevare il viso all'insù per incontrare il suo.
"Silco non mi dà mai un due picche, Sevika." mormora Jinx, dai suoi occhi essere scomparsa ogni traccia di ilarità.
"Mai." ripete, asciutta.
Sevika indurisce lo sguardo, la polizia di Piltover irrompere solo per essere maciullata dalle mine di Jinx - Jumpy Grumpy, le aveva chiamate.
L'aria si riempie di urla, dietro di loro viscere appese come festoni e arti divelti.
All'improvviso Jinx le sembra così seria da averne quasi paura.


Ninety-nine ways that you're willing to die
Break your mama heart now she startin' to cry
Broken beer bottles that are starting to fly
know my time is coming soon.

La bambina siede in un angolo del suo ufficio, suscitando non pochi sguardi interdetti.
Silco li ignora tutti, accettando il suo silenzio, le occhiate intense che gli riserva quando sono da soli.
Disegna mostri dalla bocca enorme e denti aguzzi - squali rosa e scimmie blu.
Ha ridotto i pastelli che le aveva preso a moncherini che le si sciolgono tra le mani, ostinandosi a usarli fino a quando non le lasciano macchie di colore sui polpastrelli, sotto le unghie.
Silco sospira, reclinandosi all'indietro e coprendosi gli occhi con un braccio.
È una notte di pioggia e fango a Zaun; una di quelle sere in cui il cielo vomita tutto ciò che Piltover scarica su di loro come se fossero niente - la fogna del loro splendido cesso personale.

Pat pat.

Silco solleva appena il braccio, abbassando lo sguardo sulla bambina - un profilo stropicciato, esausto.
Non ha più parlato dalla notte in cui tutti l'hanno abbandonata - in cui le sue suppliche si sono scontrate con il silenzio.
Si raddrizza sulla poltrona, chinandosi verso di lei.
La bambina sposta gli occhi da una parte all'altra della stanza, spalancandoli.
"Non c'è nessuno." la rassicura lui, allungando una mano.
"Non ascoltarli, Jinx: non credere a quello che ti dicono. Non è la verità."
La bambina inspira con forza, trasformando quel suono in un singhiozzo.
"Mentono." ripete lui, sfiorandole appena una spalla.
"Sono invidiosi di te, Jinx: lo sono sempre stati." blandisce, e la bambina esplode in una bolla di energia nervosa ed elettrica - si aggrappa alla sua mano, arrampicandosi e nascondendogli il viso contro il petto.
Ed è piena di dolore, Jinx: qualcosa che lui conosce bene.
È una delle creature di Zaun - spezzata, rotta; avvelenata.
È perfetta, Jinx, perché...

"Lei non è te, Silco."
"No, ed è un bene."
"È pazza."
"Allora lo siamo tutti, Sevika."

Jinx continua a piangere, preda di fantasmi che scompariranno quando sarà troppo tardi.

"Sei una maledizione! Una disgrazia!"

Silco ascolta la pioggia confondersi con il rumore delle sue lacrime.


11.

"Io propongo di tagliargli le mani."
"Uhm."
"Zac zac!" mima Jinx, lasciandosi cadere all'indietro sulla scrivania e accartocciando il viso in un'espressione eccessivamente addolorata.
Sevika si trattiene dal roteare gli occhi al cielo, picchiettando appena con le dita sul bracciolo.
"Oppure le orecchie!" suggerisce, sollevandosi di scatto e afferrandosi le proprie.
"Meglio le mani." replica Silco, continuando a scrivere "Per un ladro mi pare una punizione più che giusta."
Jinx alza un dito, piegando le labbra in una smorfia furba, che Sevika definirebbe maliziosa.
"Oppure..." inizia, abbassando l'indice di colpo verso Silco "... potremmo tagliargli il cazzo!"

Silenzio.

Sevika sgrana gli occhi, libera un guaito che non è altro che una risata malcelata.
Jinx gonfia il petto, orgogliosa di se stessa.
"Eh? Cosa ne dici? Cosa ne dici?" ripete, sbattendo le mani tra loro.
Silco si blocca a metà del foglio - la penna sospesa sulla parola mercantile, nell'occhio azzurro un'espressione indecifrabile.
Jinx amplia il sorriso, chiudendo le mani a pugno e sporgendosi in avanti.
"Non è una buona idea?"
"Ne morirebbe, Jinx." ribatte lui, perfettamente calmo.
Jinx aggrotta le sopracciglia, riflettendo: compie poi un movimento circolare con le dita, mimando un nodo.
"E se glielo legassimo'"
Silco rimane impassibile, guardandola.
"Così non perderebbe sangue." aggiunge lei, serissima.
Sevika gonfia le guance, non sa se sia rispettoso scoppiare a ridere in faccia al capo, ma porca troia se la situazione sta sfuggendo di mano.
"Jinx." inizia Silco, posando la penna "Tu conosci qualcosa di anatomia, vero?"
"Ovviamente." chiosa lei, lasciando penzolare le gambe oltre il bordo della scrivania.
Silco annuisce, spostandole i piedi quando comincia a sbattere contro il legno.
"Allora saprai anche che non c'è molto da annodare quando si taglia il cazzo a una persona."
Sevika sta per dire qualcosa - lo sa, lo sente sulla punta della lingua: che sia una bestemmia o una battuta non ne è ancora certa, ma la gola le brucia dalla voglia di farlo.
Jinx sbatte le palpebre una, due volte: si dipinge addosso un'espressione comica, quasi infantile.
Silco la fissa, imperturbabile - solo la contrazione involontaria di un nervo sotto la mandibola ferita mostra una tensione.
"Be', immagino questo dipenda." la sorprende Jinx, incrociando i piedi sulle cosce di Silco.
Sevika alza un sopracciglio, confusa.

Dipenda da cosa?

Silco la studia in silenzio, posandole una mano sulla caviglia e stringendo.
"In un certo senso." le concede, abbozzando un sorriso asimmetrico e sottile.

Crudele e divertito.

Sevika osserva Silco tornare a scrivere come se nulla fosse successo.


12.

È raro vedere Silco infuriato per qualcosa, ma quando succede non è mai un bello spettacolo.
Sevika lo ricorda più giovane - più prono a questo genere di manifestazioni - ma con l'aumentare dell'età e delle responsabilità i suoi scatti erano diventati sempre meno.
"Il tuo non è coraggio, ma stupidità." ringhia, colpendo nuovamente uno dei sottoposti di Spindlaw.
L'uomo sputa un grumo di sangue e denti - dadi senza numeri che rotolano ai piedi di Sevika.
"Fottere me." mastica, ed è gelido Silco - avvelenato da una rabbia che ha affondato le radici in profondità, diventando parte di lui.
Può indossare gli abiti dell'industriale e dell'uomo di successo - coprire le cicatrici per apparire più gradevole a Piltover e alla loro ipocrisia, ma sotto Silco è un figlio di Zaun, forse il suo prodotto migliore.

Come Jinx.

È più sottile di lei, Silco, eppure la violenza con la quale prende a calci Kor le ricorda il perché abbia consegnato a lui la sua fedeltà, il suo futuro.

Zaun e una speranza dolorosa anche solo da nominare.

Silco solleva il piede, staccando di netto la mandibola di Kor dall'articolazione - pop!, ecco che se ne va la possibilità di masticare da adesso in poi qualcosa di solido.
"Cinquanta litri di Shimmer buttati per colpa tua." gli dice, abbassandosi al suo livello ed estraendo due coltelli.
Kor solleva la palpebra rimasta attaccata all'occhio, cercando di parlare.
Silco inclina il capo verso la spalla in un movimento curioso, derisorio.
"Spindlaw non può aiutarti." mormora, e c'è qualcosa di grottesco nel modo in cui la metà destra del viso si flette, mentre la sinistra rimane quasi immobile - l'occhio rosso e nero scavarti dentro, prendendo e valutando.
Sevika incrocia le braccia al petto, lascia che sia Silco a gestire la situazione - a gestire un'irrequietezza che pare essersi fatta frequente negli ultimi mesi.

Come Jinx e le sue bombe esplosive.

Kor socchiude la bocca, Silco taglia - nel silenzio della stanza un urlo disumano, atterrito.
Sopra di lei la risata di Jinx è un contrappunto delirante e perfetto.


13.

A volte si chiede come faccia: come riesca a gestirla.
"Chiudi la porta." mormora, e Sevika obbedisce, girando la chiave due volte nella serratura.
Silco solleva da terra un fagotto di stracci che gli ricade contro il petto senza forza, ricordandole un pupazzo di pezza.
Sevika comprende rapidamente come quel profilo arrotolato in una posizione fetale sia Jinx - ci mette qualche secondo di più a capire che è invece sangue quello che macchia il pavimento, la camicia di Silco.
Lo vede raccogliere la giacca da terra, usandola come un asciugamano per tamponare il viso di Jinx - nell'occhio azzurro un'espressione stordita, agitata.
"Faccio io." gli dice Sevika, avvicinandosi e distogliendolo da quel nucleo pulsante di confusione e paura.

Puoi ancora provare paura, Silco?

Afferra Jinx, percependola leggera - un uccellino tutto ossa e piume colorate.
"L'ho trovata così." le spiega, e Sevika si chiede da quando quella nota ansiosa si sia infilata nella voce di Silco.
"Le ho solo detto che non poteva; non ancora." continua, e Sevika afferra il motivo per cui sono adesso entrambi lì, chini sul corpo di una ragazzina che gronda sangue e disperazione.
Una delle sue crisi, pensa ancora prima di dirlo, ma di così violente non ne aveva ancora viste.
Stende Jinx sul divano, abbassandole la giacca dal mento all'ombelico - scoprendo un corpo ferito, su cui si aprono piccole fenditure rossastre e lucide.
"Una granata." aggiunge Silco, cercando di calmare il respiro.
"Non l'ha buttata in tempo: non ha voluto." mastica, e c'è adesso una frustrazione più profonda in lui - qualcosa che Sevika riconosce come troppo vicino alla colpa.
Sevika tace, conta i danni, premendo le labbra tra loro quando vi trova anche glitter rosa e pezzi di chiodi.
Silco si siede sui talloni alla testa di Jinx, prendendole le tempie tra le mani.
"Abbiamo bisogno di Singed."
"No."
Sevika solleva lo sguardo, fissandolo.
"Rischia di morire."
Silco scuote la testa, la irrita nella sua determinazione - la spaventa.
"Possiamo fare noi."
Sevika inspira con forza, lo guarda.
"Tu non vuoi che si sappia."
Nessuna risposta.
"Da quanto?"
Silco indurisce lo sguardo, concedendole la possibilità di tacere e fare finta di niente.
"Se diventerà un problema..."
"Non lo sarà." la rassicura lui, adesso di nuovo nella pelle dell'uomo d'affari - l'Occhio di Zaun e tutta la sua ieratica calma.
Sevika lo studia con attenzione e Silco lascia che frughi in lui - nel suo volto scoperto, nudo senza il solito trucco a coprire i segni dell'infezione.
Jinx emette un debole lamento, aprendo gli occhi senza mettere bene a fuoco nulla.
Cerca di portarsi le ginocchia al petto, Sevika gliele blocca con una presa durissima e impietosa.
"Vaffanculo." bisbiglia Jinx, tossendo.
Sevika chiude le dita a pugno, trattenendosi dal mollarle una sberla dritta in faccia.
"Vaffanculo tu, scimmia psicotica del cazzo." le ribatte, e Silco inspira bruscamente.
Jinx abbozza un sorriso a metà, irriverente e feroce, liberando un lamento quando un pezzo di metallo si sposta all'interno di una delle ferite.
Silco le mormora qualcosa nell'orecchio, accarezzandole le guance, la curva tra il collo e le spalle.
Sevika osserva il corpo di Jinx rilassarsi, le gambe scivolare verso il basso e lì rimanere.
Si alza, afferrando il kit di soccorso da dietro un pannello della libreria e tornare poi al loro fianco - i pollici di Silco descrivere piccoli cerchi concentrici sulla fronte di Jinx, sulle labbra parole che non riesce a sentire - comprendere.

Dear friend, across the river
my hands are cold and bare.

Dear friend, across the river
I will take what you can spare.

I ask of you a penny,
my fortune it will be.

I ask you without envy

We rise no mighty towers,
our homes are built of stone.

So come across the river,
and find me. (1)

Jinx scivola in un sonno senza incubi.


14.

Per un attimo Sevika la vede.
Per un istante la coglie, e si dispiega davanti a lei chi avrebbe potuto essere Jinx - senza tutte quelle voci nella testa, nel cuore.
Vestita di nero e blu Jinx ha dismesso i panni dell'arlecchino folle, una precauzione necessaria per nascondere le bende che le coprono quasi del tutto l'addome.
Siede sul divano dell'ufficio di Silco - come sempre - apre la testa di un coniglio a molla, collegando tra loro fili bianchi e rossi, verdi e fluo.
Sevika si prende un momento per guardarla e la mette quasi a disagio vederla così seria, composta.
Ha dita sottili, Jinx; agili e precise, che non tremano mai - a cui Silco affida il compito più delicato, intimo.
Disegnano armi, le costruiscono - progettano parti elettroniche, rendendole funzionanti e operative.
Sevika nota un'attenzione nuova nei suoi movimenti - cauta: il peso caricato sul fianco sinistro, il braccio corrispondente non riuscire a sollevarsi più di qualche centimetro dal tavolino.
"Il rapporto?" la interrompe Silco, chino sulla mappa dei trasportatori idraulici che collegano Zaun a Piltover.
Sevika si schiarisce la voce, posando un carteggio sulla scrivania.
"La consegna è stata effettuata senza problemi. Cadwell è stato parola."
Silco annuisce, spostando lo sguardo sul Rising Howl.

Click.

Sevika si irrigidisce d'istinto, la mano al pomello della spada, quella meccanica già pronta a contrarsi e a liberare lo Shimmer.
"Stai tranquilla." la raggiunge la voce di Jinx, quieta - aliena.
Posa il coniglio giocattolo sul tavolino, un occhio illuminato di rosso e uno di giallo.
"Non scoppierà."
E tu? vorrebbe chiederle: quando ti romperai di nuovo cosa farai? Trascinerai tutti noi nella fossa con te?
Jinx solleva lo sguardo, incontrando il suo - le mostra un'espressione consapevole, adulta.

Anche lui, Jinx?

"Per adesso." le ribatte Sevika, umettandosi le labbra.
Jinx non sorride, non schiude la bocca in uno dei suoi soliti ghigni manicali e deliranti - non fa nulla.
"Per adesso." concorda, trattenendo una smorfia di dolore quando si reclina all'indietro, posando il capo contro lo schienale del divano.
Sevika rimane immobile al centro della stanza, la vede fissare Silco mentre annota qualcosa a margine della mappa - abbozzare un sorriso morbido, seguirlo come...
"Puoi andare."
Sevika si scrolla dal suo torpore, sbattendo le palpebre un paio di volte.
"Tornerò più tardi per l'aggiornamento serale." gli dice e Silco annuisce, congedandola con un gesto distratto della mano.
Quando si chiude la porta alle spalle la sensazione d'aver mancato qualcosa in quella stanza si fa ancora più forte.


15.

Ci sono frammenti nella sua testa che le impediscono di ragionare correttamente.
Ci sono fantasmi che le dicono cose orribili, ricordandole che non vale niente, che nessuno l'amerà mai - che non merita altro che miseria e solitudine.
La fissano con quelle loro mostruose bocche piene di denti e odio, brillando più forti delle luci al neon del Last Drop.
E poi ci sono momenti come quello, in cui respirare è più facile - meno doloroso.
Jinx chiude gli occhi, lascia che intrecci le dita nei suoi capelli, sciogliendo i nodi che si sono creati durante la giornata.
Si inclina leggermente in avanti, restando in equilibrio sulle cosce di Silco - fuori un cielo livido, di cui solo loro riescono a coglierne la bellezza.

L'intima e distruttiva natura di una città avvelenata, mai morta.

Tacciono le voci, e le permettono di pensare: di sentire.
Sospira, dondolando all'indietro e appoggiandosi completamente al suo petto - rannicchiandosi come quando era piccola e il mondo urlava e urlava e urlava e...

"Non ascoltarli, Jinx."

Jinx apre gli occhi, allunga la mano verso quella di Silco, traendola a sé.

"Gridano! Gridano, e non smettono mai!"

Solleva il viso verso l'alto, incontrando il suo - un profilo affilato, che per lei è sempre stato un luogo sicuro a cui tornare.

"Allora chiamami, Jinx. Chiamami, e io arriverò e li ucciderò per te. Tutti. Di nuovo."

"Mi dispiace." sussurra, ed è quasi impercettibile - un eco morbido, soffice.
Silco le accarezza una guancia con la mano libera, sorride - una piega asimmetrica che rivolgeva a lei e lei soltanto.
"Non ha importanza, Jinx." la rassicura, sfiorandole le ciglia con il pollice.

"Sempre."

E si pone una domanda scomoda, Jinx; che ha cominciato ad affondare le radici nella sua mente, in un posto diverso - di cui non riesce a calcolare la vastità, l'importanza.
O forse non vuoi, Jinx, le aveva sussurato Mylo notti prima, malevolo.
Jinx studia con attenzione il viso di Silco - si sofferma sull'iride rossastra, in cui lo Shimmer galleggia ancora, producendo una simbiosi di colori inquietante e bellissima.

Che non l'aveva mai spaventata: nemmeno mentre uccideva e faceva del male e ricordava a tutti chi fosse l'Occhio di Zaun - perché.

Silco la guarda e qualcosa si flette - un respiro più corto dell'altro, una tensione nuova, che non è né l'adrenalina della lotta, né quella della paura.

"Un giorno mi dirai anche tu che sono inutile, stupida: una sciagura."

Jinx lo percepisce con la stessa facilità con cui incastra tra loro esplosivi e parti metalliche - la stessa, naturale, sensazione con la quale sa che una cosa funzionerà: che è perfetta proprio così com'è.

"No, Jinx: non succederà."

Silco si china verso la sua bocca, Jinx si solleva insieme a lui - si incontrano a metà e anche quando sarà troppo tardi questo ricorderà di lui Jinx.

Questo, e tutto quello che avrebbe potuto essere - che era stato e che lei aveva bruciato insieme a ogni altra innocenza.

La crudeltà dell'amore è quella di esserci, e non morire mai.


The devils coming after me,
devils coming after me
The devils coming after me.

Sevika l'aveva capito troppo tardi.
L'aveva compreso quando i fili erano ormai aggrovigliati, i pensieri intrecciati, le anime fottute.

Quella di Silco di sicuro: per quanto riguardava la scimmia psicotica non era poi così sicura ne avesse una.

Jinx continua a parlare di esplosivi, diagrammi e che vuole del bergamotto da aggiungere alle sue miscele - così avranno anche un buon profumo, aveva blaterato, saltellando da una parte all'altra dell'ufficio.
Sevika rimane rigida sulla soglia della porta, incerta quando i pezzi fossero andati tutti al loro posto - insieme, collimando con la forza stordente di una granata.

Forse un dubbio doveva venirti quando l'hai trovata seduta al centro del suo letto, a terra un cazzo di graffito fosforescente che recitava Jinx è stata qui.

Oh no. No, quello era anche normale: lo sgorbietto lo faceva da sempre - correva da un corridoio all'altro preda degli incubi e finiva a piagnucolare davanti la porta di Silco implorandolo di aprirle - cosa che lui faceva ogni. Cazzo. Di. Volta.

Allora quando fece esplodere un carico di Shimmer e Silco non battè ciglio.

Cazzate: era ben consapevole della preferenza che aveva il capo per Jinx - e litri di acido chimico per sciogliere gli avanzi delle sue scorribande ne erano la prova.

Allora perché adesso ti si è accesa questa idea di merda in testa, uhm? Cosa è cambiato? Hai fiutato una pista? Che c'è? Da quando in qua le persone cambiano odore quando...

Sevika inspira con forza - cuoio ed elettricità - espira - tabacco e metallo.

Silco e Jinx - nulla di più, nulla di meno.

Contrae le dita della mano artificiale, si concede un altro momento - un solo - per esserne sicura.

Per non cadere nella trappola delle sue stesse paranoie.

Jinx si siede sul bordo della scrivania, libera una risatina frivola, un po' isterica.

Normale.

Silco le sposta appena un foglio da sotto la gamba, continuando a scrivere.

Normale.

Jinx si china verso di lui, elenca una serie di cose di cui ha assolutamente bisogno, a quanto pare - vernici fluo, martelli e altri attrezzi.

Normale.

Silco sospira, arretrando con la poltrona e massaggiandosi le palpebre.

Normale.

Il vociare di Jinx si spegne all'improvviso e Sevika scopre che la sta guardando dritta negli occhi, irritata.

Abbastanza normale.

Silco segue il suo sguardo, incontrando quello di Sevika.

Normalissimo.

"Hai bisogno di qualcosa, Sevika?"

Sì.

"No."
Silco inclina il mento verso destra, esortandola a continuare.
"Sono venuta solo a consegnarti il rapporto dei Chem Baron."
"Perfetto: appoggialo pure sul tavolo."
Sevika fa come le ha detto, rimanendo ancora qualche secondo al centro della stanza.
Non c'è nulla di diverso in Silco, ma in Jinx sì, e non riesce a capire cosa - forse è il modo in cui occupa lo spazio, emanando una sicurezza diversa, adulta.

O forse hai bevuto troppo ieri sera e vomitare questa mattina ne è stata la dimostrazione.

Silco alza un sopracciglio, scoccandole un'occhiata interrogativa.
"Stasera c'è una consegna per Piltover." gli dice, e Jinx piega le labbra in una smorfia impaziente.
Silco tace, aspetta.
"Immagino vorrai un aggiornamento sullo stato una volta conclusa."
"Ovviamente." le risponde, intrecciando le dita tra le cosce.
Sevika vorrebbe trattenersi ancora un momento - togliersi quel prurito tra le scapole che non le dà pace - ma lo sguardo neutro di Silco le suggerisce che l'incontro è finito e non c'è altro da aggiungere.
Sevika annuisce, voltandosi e chiudendosi le doppie porte alle spalle.

Tump - clack, clack.

Una serratura che scatta, un dubbio che rimane - uno sparo nel buio.
Piltover sarà presto cenere e polvere sotto la forza devastante di quella scintilla.




****

È distrutta, Jinx.
È un grumo di rimpianti e pelle tesa sulle ossa - i tatuaggi a forma di nuvola macchie violacee e tumefatte.
Sevika ansima, fissandola mentre la pioggia lava via il sangue, le lacrime.
E non smette di piangere, Jinx: non ha smesso nemmeno mentre la colpiva e la colpiva e le faceva male - sfogava su di lei tutta la sua tristezza, il suo dolore.
La osserva portarsi le ginocchia al petto, chiudersi nella stessa posizione in cui l'aveva vista nascondersi tante volte.

Ma non c'è più Silco a tirarla fuori dai suoi incubi: dall'orrore di essere sbagliata, maledetta.

Sevika respira sempre più in fretta, la rabbia premerle nel cranio, nel petto.
Jinx si rattrappisce talmente in se stessa da diventare minuscola - una bambina sola e spaventata e divorata.

"Non è colpa sua, Sevika."

E vorrebbe crederci, Sevika: lo vorrebbe tanto.
Vorrebbe anche lei che Silco fosse , a dirglielo: potrebbe almeno discuterci. Sbattere una mano sulla scrivania e grugnire tutto il suo disappunto.
Uscire dal suo ufficio con l'odore del sigaro che ancora le rimane addosso, bere qualcosa al Last Drop e ripetere tutto il giorno dopo - sempre, fino a quando Zaun non sarebbe stata libera e indipendente.
"Ci hai ucciso tutti." gracchia, ed è rotta la sua voce - delusa.
"Credeva in te." insiste, puntandole contro la spada.
"Aveva fiducia in te, anche quando combinavi una stronzata dietro l'altra." mastica, la sofferenza premerle in gola, nel petto.
Jinx apre l'occhio non gonfio su di lei, mostrandole un'agonia così profonda che per un attimo le toglie il fiato - la ragione.
Sevika digrigna i denti, scrolla il capo come una bestia riottosa - urla, e Zaun si scuote assieme a lei, alla sua rabbia e alla sua tristezza e a tutto ciò che le è stato strappato via come il suo braccio.

"Jinx è perfetta, Sevika: deve solo capirlo. Accettarlo."

Sevika affonda la punta della spada a pochi centimetri dal suo viso, bruciandole una guancia con la lama incadescente.
"Ti amava, stupida, stupida ragazzina." mormora, ed è allora che la vede distruggersi - aprirsi in così tanti pezzi che Sevika comprende non ci sarà più ritorno per Jinx.

Per nessuno di loro.

Estrae la spada dal cemento, sollevandosi sotto una pioggia pesante, fredda.
Jinx rimane immobile in quella posizione, occhi sgranati ed enormi - vuoti.
Sevika le concede un ultimo sguardo - un addio che entrambe sanno essere definitivo.
"Silco è morto a causa tua."
Jinx tace, non sbatte nemmeno le palpebre.
"Sei sempre stata una fottuta maledizione, Jinx."

"Non piangere; sei perfetta."

Sevika rinfodera la spada, fissandola.
"Non ucciderti è il mio ultimo atto di fedeltà a Silco."

A me stessa.

"Spero che tu muoia nella guerra che hai scatenato." conclude, allontanandosi - portando via con sé l'ultimo residuo dell'unico luogo in cui sia mai stata amata, protetta.

Jinx.

Nessuna risposta.

Jinx, alzati.

"Non voglio."

Devi.

"Lasciami qui."

Jinx; ti prego.

"Se morissi potrei rivederti."

Ma io sono ancora qua, Jinx: non mi vedi? Non mi senti?

Jinx contrae le labbra in una smorfia terribile, grida, e quel suono si perde nella cacofonia della città, delle sue fabbriche in continua espansione.

Jinx, guardami.

Jinx scuote la testa, sbatte i piedi in aria - non vuole non vuole non vuole, perché se lo farà vedrà che è tutta una bugia e che lei è di nuovo sola e che...

Jinx, apri gli occhi.

Tra le lacrime e il sangue il viso di Silco le riserva lo stesso sorriso di sempre.




"I'm tired of bein in the dark. Mostly it's the pain.
There's too much. If I could end it, I would.
But I can't."
- Stephen King -





















   
 
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