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Autore: Idalberta    07/06/2022    2 recensioni
REVISIONATA / AGGIUNTO EPILOGO
Arthur e Merlin festeggiarono il loro decimo anniversario di matrimonio, andando per la prima volta da un terapeuta di coppia. Non era certo quello che avrebbero desiderato per un traguardo così importante.
Avevano avuto una vita insieme, degna di una tra le più appassionate e romantiche storie Merthur di sempre.
Ma, come spesso accade, la vita si era messa in mezzo...
Genere: Angst, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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CINQUANTA E CINQUANTA









Arthur e Merlin festeggiarono il loro decimo anniversario di matrimonio, andando per la prima volta da un terapeuta di coppia. Non era certo quello che avrebbero desiderato per un traguardo così importante. 

Avevano vissuto insieme in un modo degno di una tra le più appassionate e romantiche storie di sempre. Era stato un sogno, una favola. Quello che avrebbe potuto desiderare una qualsiasi coppia per sé e la propria metà. L'amore nella sua essenza più pura. La gioia completa, quella che ti fa sentire che la tua vita è stata degna di essere vissuta.

Ma, come spesso accade, la vita si era messa in mezzo: Merlin aveva perso il lavoro pochi mesi prima.
Aveva lavorato per anni come cameriere/sommelier in un ristorante di lusso che, come molti altri, aveva chiuso i battenti a causa della crisi del settore, dovuta al Covid 19.
Era sempre stato molto in gamba, apprezzato da colleghi e superiori e richiesto dai clienti, oltre che per la competenza anche per il suo modo di fare aperto e cordiale. Era stato doloroso per tutti chiudere l'attività, ma per Merlino era stato uno choc peggiore che per gli altri, forse proprio perchè sul lavoro aveva avuto grandi soddisfazioni e in quel ristorante si sentiva ormai come a casa sua.


Da allora si era buttato anima e corpo nella cura della casa, visto che prima di innamorarsi di Arthur Pendragon, era stato il suo maggiordomo personale, e aveva quindi buone competenze domestiche.

All'epoca Arthur era uno dei rampolli di una delle famiglie più in vista della "Milano bene" e viveva nell'enorme casa di suo padre Uther, Villa Ygraine, così chiamata in memoria della moglie, morta di parto nel dare alla luce Arthur.

Quando Merlin sposò Arthur, era stato odiato e invidiato da molte famiglie e ragazze milanesi: le famiglie si sarebbero volentieri accaparrate un uomo così facoltoso come genero; le ragazze avevano per la maggioranza il cuore spezzato perché Arthur era semplicemente bellissimo. Uther non fece una piega quando seppe che Arthur se la faceva con il suo maggiordomo. 'È un Pendragon e può fare quello che vuole. Se gli piacciono i ragazzi, che si diverta pure finché vuole. È giovane e ai giovani si sa, piace sperimentare un po' di tutto, soprattutto in campo sessuale' si diceva il padre come se avesse sorpreso il figlio a rubare delle caramelle. Il problema, quello grosso, sorse quando Arthur disse al padre che voleva sposare il suo maggiordomo. "Se ti piace così tanto, nessuno ti vieta di portartelo a letto come e quanto ti pare, ma sposarlo no." "Papà, due uomini possono sposarsi. Lo dice anche la legge. E se non lo so io che sono un giudice ... Io lo amo e lui ama me. Non vuoi che io sia felice?" "Già vivete insieme. Non c'è nessun bisogno di sposarsi. Non hai pensato che lui potrebbe puntare al tuo patrimonio?" "Prenditi del tempo per conoscerlo e vedrai che conquisterà anche te!" "Io sono un vero uomo e non ho intenzione di conoscere il pervertito che ha deviato mio figlio. Non voglio più vederlo in casa mia. E se lo sposerai, sarai diseredato." "Mi dispiace ma non ho bisogno né del tuo consenso, né dei tuoi soldi." "Sarà più contenta Morgana, visto che erediterà tutto lei! D'altronde è anche l'unica che potrà darmi degli eredi, ormai..." E così i ponti tra padre e figlio si erano rotti. Arthur si presentava giusto al pranzo di Natale, quando Morgana sfiniva il padre perché invitasse il fratello e Merlin sfiniva Arthur perché accettasse l'invito. Chissà come avrebbe gongolato suo padre se avesse saputo che lui e Merlin stavano attraversando una crisi.



Poco dopo il licenziamento di Merlin, ci furono le prime liti. Non semplici liti, bensì le famose 'alluvioni' come amano definirle gli psicologi e il divorzio per la prima volta divenne una possibilità. 

Arthur convinse Merlin a fare almeno una seduta di terapia di coppia.

E pensare che era proprio lui che aveva sempre considerato gli psicologi, una sorta di inutili "strizzacervelli" che non facevano altro che spillare quattrini ai poveri disperati che si rivolgevano loro.



"Signor Pendragon!" disse il dottor Gaius che sembrava avere circa ottant'anni e non si capiva come mai esercitasse ancora. "Perché dite che vostro marito è stressato?"

"Penso che abbia preso male il licenziamento e io sono contento che abbia trovato un'altra attività che lo impegni, ma é sempre così nervoso. Non riusciamo più a parlare. Litighiamo molto. E non solo! Non mi cerca più a letto, e trova un milione di scuse quando sono io a cercarlo".

"Posso dire qualcosa anch'io?" chiese Merlin. Il dottor Gaius gli fece un cenno di assenso con la testa.

"A parte il fatto che credo che la stima che prova nei miei confronti sia calata, forse a causa del fatto che io non sono riuscito a trovarmi un nuovo lavoro fuori casa, un po' è vero: mi sento quasi come una di quelle casalinghe disperate. Io sono sicuramente esigente, ma é faticoso pulire, lavare, stirare... lui non lo sa perché in casa non ha mai mosso un'unghia in vita sua..."

"Faccio il giudice, dottore e non sono mai a casa! E comunque non è affatto vero che la mia stima è calata. Sei tu che sei insoddisfatto di te stesso e pensi che gli altri ti vedano come ti vedi tu..." lo interruppe Arthur. 

"Va bene, ma non mi semplifichi le cose. Panni ovunque, il bagno che esplode quando ci vai tu, mangi dove capita: dove passi tu ci vuole sempre uno dietro di te che scopi."

"Magari! Mi andrebbe bene anche quello pur di combinare qualcosa con te. E comunque io ci provo a non fare disordine." 

Merlin si irrigidì visibilmente. Come osava metterlo in imbarazzo a quel modo, di fronte al dottore?

"Uno alla volta per favore" si intromise lo psicologo.

Merlin era esasperato: "Il problema reale non é neanche tanto il disordine: il tuo problema vero è la tua pigrizia cronica, l'indolenza più totale, l'accidia perenne."

E il dottor Gaius rivolto ad Arthur chiese: "Signor Pendragon, ritenete giusta o meno questa accusa di vostro marito nei vostri riguardi?"

"Non é del tutto inesatta; ma fino a prova contraria è lui che sembra non avere le energie necessarie neanche per scopare e non io!"

Il terapeuta non fece una piega ma Merlin divenne rosso come un un peperone e ribatté con amarezza: "Inoltre mi mette spesso a disagio in mezzo agli altri con la sua volgarità!"

"Sì, certo, e dire che un tempo adoravi quando ti dicevo volgarità a letto!"

"Oh Dio, Arthur! Ma vai a finire sempre lì?"

"Sì, perché è importante!"

"Importante per te! Non c'è solo quello!"

"Lo so, ma dovrebbe essere importante anche per te, per noi. Eri sempre tu a prendere l'iniziativa, ricordi?" disse Arthur con dolcezza. "So che è un brutto momento per te, ma anche sentirsi rifiutati continuamente non è piacevole, credimi!"

"Lo so e mi dispiace, ma in questo momento ho la testa altrove, lo sai..." Merlin non riuscì a trattenere le lacrime.

"Dovresti concentrarti su noi due..." insistette Arthur.


Intervenne il dottor Gaius: "Lo faccia finire per favore!"

Arthur quasi sbuffò, vedendo l'atteggiamento di parte del dottor Gaius, che sembrava tutto per il marito.

Merlin si asciugò gli occhi, ma non riuscì a parlare.

"Signor Emrys mi dica una cosa, alla quale teneva, che ha chiesto a suo marito e che lui ha disatteso."

"Beh, può sembrare una sciocchezza ma è solo un piccolo esempio: da dieci anni ormai, lui dorme sempre con il pigiama a rovescio..."

"Una volta non te ne fregava niente, del pigiama! Una volta ... me lo toglievi sempre tu... il pigiama!"

Merlin strinse i denti e continuò a parlare come se suo marito non avesse detto niente "... e gli ho chiesto se per favore almeno quello potesse indossarlo al diritto, ma..."

"Questo non é vero!"

"Ogni volta, ti dico!"

"No!"

"Sì, invece!"

"Sei il solito esagerato, Merlin! Facci caso: un giorno sì e un giorno no!"









EPILOGO

Era passato qualche mese e i due avevano continuato ad andare dal dottor Gaius. Si vedevano miglioramenti nell' umore di Merlin, che tuttavia alternava periodi buoni ad altri meno buoni. Merlin assumeva qualche blando farmaco che comunque lo aiutava nei momenti peggiori. Arthur aveva fatto in modo di stare a casa un po' di più con il marito, delegando qualche incarico lavorativo ai suoi sottoposti. L'aveva portato due settimane in crociera, negli stessi posti dove erano andati in viaggio di nozze. Aveva imparato ad essere più paziente con il marito e non lo subissava più con richieste di prestazioni. Tanto che Merlin l'aveva persino cercato con grande sollievo del marito. Arthur ad un certo punto decise di tagliare la testa al toro. Acquistò un ristorante per Merlin, che firmò per rifondergli nel tempo il cinquanta per cento delle spese sostenuto per l'acquisto. Cinquanta e cinquanta, era sempre stata un po' una fissa di Merlin. Non sarebbe stato necessario ma Merlin avrebbe accettato solo così. Erano quindi soci, ma mentre Arthur presenziava solo ad alcune cene importanti, era Merlin a gestire il personale e a scegliere il menù assieme ai cuochi, a scegliere il vino adatto alle pietanze, ma anche a servire ai tavoli, come una volta. Aveva scelto due menù, uno tradizionale e uno gourmet, ma servivano anche la pizza. In pratica un ristorante per più tipologie di clienti. Dopo i primi mesi cominciarono a vedersi i primi frutti. C'era un buon margine di guadagno e anche Arthur ebbe cospicue entrate dal ristorante. Ma tutto questo ad Arthur non importava. Lui era felice di vedere il marito soddisfatto di sé e impegnato a fare un lavoro che amava. Merlin gli era grato e finalmente si sentiva di nuovo sé stesso, innamorato della vita e innamorato dell'uomo che sempre lo aveva protetto e amato. Si fece abbondantemente perdonare dal marito per averlo lasciato troppo tempo a becco asciutto riscoprendo anche lui le gioie del talamo nuziale. Era anche quello un modo di amarlo e visto quanto il marito ci tenesse, s'ingegnò per rendere le loro notti più intense e piccanti. Arthur era in paradiso. Non tutti i mali venivano per nuocere, se portavano a quell'intimità tanto desiderata e a quell'amore rinnovato e riscoperto da entrambi.


- THE END-
  
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