Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Kikiletoway    08/06/2022    1 recensioni
Dal primo capitolo:
“Questo esperimento dovrebbe, si spera, provare la teoria del multiverso e io mi stavo chiedendo...Pensi che ci siano delle persone che sono destinate a stare insieme indipendentemente dall’universo in cui si trovano? Indipendentemente da quali percorsi le loro strade possano prendere?”
Coppie: Jaime/Brienne
Diverse storyline al prezzo di una! AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso: In questo capitolo troveremo del linguaggio scurrile canonico e…dei brutti caratteracci, possiamo chiamarli così. Alcuni momenti da disturbo post-traumatico da stress. Piccoli accenni Jaime/Cersei…più o meno. 
Oh, e ci sarà del sesso. Non sarà super esplicito, ma comunque ci saranno delle descrizioni. Questo è un universo dark, quindi leggete responsabilmente.
 
 
 
 


 
 
 
*/*/*/*/*
 
La sera dopo, Jaime e Brienne sono silenziosi mentre aspettano che i generatori della Barriera raggiungano la massima potenza.
 
La loro giornata è stata di routine: il loro solito allenamento, poi la colazione, per poi riunirsi nella suite di Jaime per analizzare i dati e per discutere di equazioni e teorie. Evitano scrupolosamente qualsiasi discorso su quello che hanno riscontrato la notte scorsa, o sui due universi che devono ancora essere rivisitati.
 
Il principe e la principessa, e poi l’universo Mad Jon. Jaime fa una smorfia. Entrambi gli universi avranno le loro dosi di difficoltà.
 
Jaime lancia un’occhiata al livello di potenza dei generatori e dopo allunga la mano verso il suo zaino. Scava al suo interno e ne tira fuori la bottiglia di whiskey del Nord che aveva preso dal jet privato Lannister, e la appoggia sopra la scrivania con un tonfo deciso.
 
“Jaime,” Brienne lo sgrida. “Non si possono bere alcolici qui.”
 
“Queste sono circostanze inusuali,” Jaime dice in modo fermo mentre tira fuori due bicchierini. Lui le getta un’occhiata e scrolla le spalle, mentre appoggia i bicchierini accanto alla bottiglia. “Solo se ne avremo bisogno.”
 
Brienne apre la bocca e poi la richiude, e Jaime sa che lei sta ricordando come sono quegli ultimi due universi.
 
“D’accordo,” lei replica con riluttanza.
 
Il computer fa un bip metallico per indicare che i generatori hanno raggiunto la massima potenza.
 
Loro spalancano gli occhi, per poi lanciare uno sguardo alla bottiglia, prima di guardarsi a vicenda.
 
“Stai bene?” Jaime chiede.
 
Brienne esita e dopo annuisce. “Sto bene,” lei risponde, e preme invio.
 
*/*/*/*/*
 
Cersei vola da lui appena Jaime chiude la porta.
 
"Jaime," lei implora, le sue mani gli stringono le spalle, le braccia, il collo, "devi convincere nostro padre a farmi rimanere qui! Quel babbeo che mi ha fatto sposare si è già ripreso, e sta blaterando di nuovo sul voler tornare al Nord!"
 
Jaime la allontana gentilmente dal suo corpo. "La messa a letto non è stata di tuo gradimento, cara sorella?"
 
Lei gli tira uno schiaffo, il palmo di Cersei è sferzante contro la sua guancia.
 
"Non fare lo stronzo," lei sbotta. "Lo sai che ho preso delle precauzioni per assicurarmi che non ci sarebbe stata nessuna messa a letto!" Lei si addolcisce. "Lo sai che non riesco a sopportare di avere qualcuno che non sia tu tra le mie braccia," lei dice, graziosamente quasi quanto una qualche vergine.
 
"E’ per questo che hai cercato di uccidere il re del Nord mentre era seduto al suo stesso banchetto nuziale, seduto ad un tavolo Lannister? È per questo che hai cercato di uccidere la mia nuova sposa allo stesso tempo? Vuoi che questa guerra infernale continui per sempre?"
 
Il bellissimo viso di Cersei si contorce, diventando qualcosa di brutto. "Qualcuno doveva fare qualcosa, e tu non stavi facendo niente—come al solito! Noi non siamo bestiame, Jaime, non siamo animali che possono essere comprati e venduti ai migliori offerenti!"
 
"Noi siamo stati comprati e venduti per garantire la pace! Se io non avessi ordinato che re Eddard venisse spurgato—e se la principessa Brienne avesse finito il suo vino—adesso saremmo entrambi nelle celle nere!"
 
"Nostro padre non l’avrebbe mai permesso!"
 
"Nostro padre vuole la pace! Proprio come me! Proprio come re Eddard e re Selwyn! Proprio come la principessa Brienne e i nobili che siedono nella nostra Sala Grande; proprio come la ragazza che ti lava le lenzuola e il ragazzo che spala la merda nelle nostre stalle! Proprio come chiunque a parte te, a quanto pare! Se il tuo piano avesse avuto successo, nostro padre ci avrebbe giustiziati entrambi, avrebbe sposato la prima ragazza che gli fosse stata offerta, e ci avrebbe rimpiazzati con dei figli che sarebbero meno penosamente stupidi!" Lui afferra le spalle di Cersei, scuotendola un’unica volta, con forza. "Per amore dei Sette," lui ringhia, "usa quel poco di cervello che gli dèi ti hanno dato! Lascia che il re viva! Vai al Nord come regina! Sfornagli un lupetto o due, e poi sbarazzati di lui se la cosa ti compiace tanto!"
 
La rilascia con una spinta sprezzante.
 
"E che mi dici di te, caro fratello?" Gli occhi di Cersei sono freddi, le sue labbra sono beffarde. "Ti sbarazzerai di quella vacca che ti sei sposato una volta che lei avrà partorito una cucciolata o due di tuoi leoncini? Quella…creatura…è davvero chi desideri avere come tua regina? Come madre dei tuoi figli?"
 
Jaime le si avvicina, imponendosi sulla sua gemella con la sua altezza e la sua stazza. "La principessa Brienne è mia moglie," lui ringhia, "il che significa che lei è mia e posso farci quello che mi pare. Lei è mia! Ho preso l’iniziativa di assicurarmi che lei desse la colpa a me e non te per ciò che è successo, ma ieri notte hai davvero esagerato, Cersei. Non farlo mai più."
 
Cersei non indietreggia. "Bada a come parli con me, Jaime," lei dice in modo fintamente dolce. “Ricordati chi sono e cos’ho fatto. Ricordati a chi appartieni. Ricordati chi è la tua legittima regina.”
 
Negli occhi di lei c’è un’insensibilità che gli manda un brivido lungo la schiena.
 
Lui si raddrizza e fa un passo indietro. C’è quasi un trionfo sadistico sul viso di sua sorella, e gli ci vuole tutta la forza di volontà che possiede per non stringere le mani a pugno. Prende un profondo respiro e si domanda, ancora una volta, come si possa amare così tanto qualcuno e come si possa odiarlo così tanto allo stesso tempo.
 
Si chiede come abbia fatto ad essere cieco così a lungo.
 
"La carrozza ti sta aspettando," lui dice a denti stretti, voltandosi. "Indossa degli abiti pesanti; odierei sentire che ti sei presa il raffreddore nel tragitto verso Nord."
 
*/*/*/*/*
 
Cersei è andata via da diversi giorni quando Jaime va a cercare Brienne, trovandola nel fango ghiacciato del cortile di pratica ad allenarsi con Sandor Clegane. Clegane è abile, più grosso di Brienne e quindi più forte, ma Brienne è più veloce, più rapida e semplicemente migliore, e Jaime non riesce ad evitare di concederle del rispetto riluttante e dell’ammirazione, per quella stessa forza e quella stessa abilità che un tempo aveva maledetto in un campo di battaglia insanguinato.
 
Jaime si cela nelle ombre dell’armeria fino a quando, alla fine, Brienne disarma Clegane, e quei due si tolgono i loro elmi. Brienne sta sorridendo in modo ampio, e anche Sandor ha qualcosa sul suo viso che potrebbe essere considerato un sorriso, quando Brienne gli dà una pacca sulla spalla.
 
"Ottima sfida, ser," lei dice, cercando di riprendere fiato, il sudore le fa rimanere i suoi capelli pagliosi appiccicati alla fronte e contro il collo.
 
"Un giorno vincerò, Lord Comandante," Clegane replica con la sua voce rauca.
 
Brienne ride, e Jaime assottiglia lo sguardo a quel suono. Lui credeva che quella donna non sapesse come ridere.
 
"Non dubito che lo farai," Brienne ribatte, il suo sorriso fa in modo che la sottile cicatrice irregolare sulla sua guancia sinistra le si torca e balli. "Nessuno vince ogni battaglia."
 
Jaime assottiglia lo sguardo ancora di più quando si rende conto che Sandor Clegane—Sandor Clegane—sta, sì, sta davvero sorridendo, mentre dice, "Allora, ci vediamo domani, Lord Comandante?"
 
"Sì," lei risponde, "ci vediamo domani."
 
Si voltano verso l’armeria e entrambi si fermano bruscamente quando Jaime si fa avanti dal vano della porta ed entra nel cortile di pratica. I loro sorrisi si congelano e svaniscono. Gli occhi di Jaime guizzano da una Brienne guardinga a un Sandor adesso impassibile, e poi di nuovo verso Brienne.
 
"Mi domandavo dove te ne fossi andata di tutta fretta stamattina, vostra grazia," Jaime dice, il suo tono di voce è liscio come la seta.
 
Brienne alza un sopracciglio. "Se tu mi ascoltassi quando ti parlo, vostra grazia, sapresti che vengo sempre qui dopo aver fatto colazione.”
 
Gli occhi di Jaime sono freddi quando volge la sua attenzione su Clegane. "Sei il compagno d’allenamento preferito di mia moglie, ser?"
 
"Già," Clegane risponde con voce rauca. "Sono uno dei pochi che sono abbastanza forti per lei. Vostra grazia."
 
Jaime restringe lo sguardo a causa dell’insolenza di quell’uomo, prima di congedarlo con un netto movimento della testa.
 
L’ira di Jaime aumenta quando, invece di lasciarli soli immediatamente, Clegane rivolge a Brienne uno sguardo indagatore. Lei gli fa un piccolo cenno d’assenso con la testa. Clegane rivolge di scatto uno sguardo sprezzante a Jaime, offrendo poi uno scarno inchino a entrambi, per poi andarsene via a grandi passi.
 
Jaime aspetta fino a quando Clegane si è allontanato abbastanza, prima di voltarsi verso Brienne.
 
"Hai trovato l’uomo che userai per cornificarmi?"
 
Lei spalanca la bocca, e dopo gli occhi di Brienne brillano di rabbia. “Tu li hai già disonorati i voti che mi hai fatto in questo matrimonio, vostra grazia.”
 
"Da allora ti ho dato la mia parola—"
 
"La tua parola," Brienne sbuffa col naso e lo oltrepassa a grandi falcate. "La tua parola evaporerà come neve in primavera quando vedrai...lei di nuovo. L’unica speranza che hai di onorare il giuramento che mi hai fatto è di restare lontano da lei fino a quando non ti avrò dato gli eredi che ti ho promesso."
 
"E se non lo farai?"
 
Lei si gira di scatto e lo trucida con lo sguardo e, per un istante, Jaime si chiede se lei proverà ad ucciderlo con la spada da torneo che ha in mano. Dall’espressione sul viso di Brienne, è probabile che lei ci riesca.
 
"Perché mi hai cercato, Jaime?" lei quasi sputa fuori.
 
"Abbiamo ricevuto dei visitatori da Dorne. Il principe Oberyn Martell, la sua consorte, Ellaria Sand, e sua nipote, la principessa Arianne Martell, sono arrivati per porgere i loro ossequi, dopo aver ricevuto notizia del nostro matrimonio."
 
L’occhiataccia di Brienne si trasforma in sconforto. "Splendido," lei grugnisce.
 
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Oberyn Martell e la sua consorte trasudano sesso da tutti i pori, e Jaime non è sicuro di se si senta più a disagio col modo in cui loro guardano la principessa Brienne, col modo in cui guardano lui, o col modo in cui guardano loro due insieme. Forse dovrebbe consigliare alla principessa Brienne di mettere delle fortificazioni in più contro la porta della sua camera da letto, mentre il principe ed Ellaria sono ad Approdo del Re.
 
Nota di nuovo gli sguardi interessati di Oberyn ed Ellaria verso di lui.
 
Forse anche lui dovrebbe fare la stessa cosa.
 
Il principe Oberyn e la sua consorte, insieme a sua nipote, Arianne, sono ormai a corte da diversi giorni; hanno detto tutte le parole esatte di congratulazioni, e hanno espresso del rammarico palesemente falso di essere arrivati troppo tardi per estendere i loro migliori auguri anche a re Eddard e alla sua nuova regina. Considerando che il principe Oberyn una volta aveva giurato che avrebbe ucciso la regina Cersei a mani nude appena avrebbe di nuovo posato gli occhi su di lei, Jaime è, a malincuore, impressionato dalla recitazione di quell’uomo—e dal proprio autocontrollo.
 
Per un istante, Jaime vede, ancora una volta, i tratti della povera Elia Martell contorti in agonia anche nella morte. La sua morte e il conseguente matrimonio di Cersei con l’ultimo dei Targaryen sono alcune delle cose che hanno portato alla guerra più lunga e sanguinosa nella storia di Westeros.
 
Senza dimenticare l’improvvisa e inspiegabile passione di Rhaegar per Lyanna Stark, che aveva preso chiunque di sorpresa. Chi si immaginava che un tale rammollito d’uomo sapesse cosa fosse la passione?
 
Jaime sorseggia il suo vino e si domanda se re Eddard avesse preso a cuore il suo ammonimento e si fosse preso un assaggiatore. Peggio per lui, se non l’ha fatto. Anche se forse il re del Nord dovrebbe essere cauto riguardo il contingente di uomini Lannister, guidati da Ser Gregor Clegane, che erano stati mandati come regalo per la regina.
 
Lui guarda mentre il principe Oberyn sposta le sue attenzioni sulla principessa Brienne, facendola rimanere imbarazzata e senza parole con una sola frase, senza dubbio arguta. Anche se—Jaime assottiglia lo sguardo—sembra esserci un barlume di divertimento sul viso in fiamme di Brienne.
 
Gli occhi di Brienne guizzano verso di lui, e lei si blocca, come un coniglio davanti a un serpente. Lei ha davvero degli occhi bellissimi, lui pensa, ma sono blu, non sono il verde che lui ha giurato così tante volte di amare fino alla morte. Ha aiutato a mandare via Cersei; lui si chiede se quello lo liberi da quella promessa. Si chiede cosa accadrebbe se implorasse l’Alto Septon di dargli un parere su quella questione.
 
Non riesce a fermare la piega amara delle sue labbra a quel pensiero.
 
Così tante macchie sulla sua anima, così tante cose che ha fatto…così tante cose che non è riuscito a fare, tutto in nome dell’amore. Sarebbe fortunato se l’Alto Septon si limitasse solo a staccargli la testa senza prima torturarlo.
 
E nonostante tutto, lui pensa mentre continua a tenere lo sguardo di Brienne, una parte di lui ama ancora la sua cara sorella. Si strugge ancora per lei, per la ragazza che era stata, per la ragazza che lui credeva che lei fosse.
 
Era stato sollevato nel vedere Cersei andarsene, ma Brienne ha ragione: lui non sarebbe mai riuscito a resistere a sua sorella, se lei fosse qui. Sa che ha bisogno di andare a letto con sua moglie, ma Cersei non è ancora abbastanza lontana.
 
Non ci sarà nessuna messa a letto stanotte, lui pensa, la propria espressione diventa più fredda mentre fissa sua moglie. Brienne spalanca gli occhi, e lui si vergogna di non riuscire ad essere più gentile con lei. E poi si arrabbia perché si vergogna, e volta bruscamente il viso da un’altra parte.
 
Non si volta più a guardarla.
 
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“Il principe Jaime è uno stronzo,” Brienne dice in tono piatto. “Perché mi stava—la stava—guardando male in quel modo?”
 
Jaime esita. "Non può evitare di amare chi ama," lui infine replica, e fa una smorfia a causa di quanto le sue parole sembrino fiacche.
 
"E lui deve davvero essere così tanto crudele?"
 
Jaime sospira. “È complicato."
 
Lei alza gli occhi al cielo. "E’ sempre complicato," lei grugnisce.
 
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Brienne sta ancora ribollendo di rabbia quando i generatori tornano alla massima potenza.
 
“Hai bisogno di un drink?” Jaime domanda mentre si risistemano sulle loro sedie.
 
Lei gli lancia un’occhiataccia.
 
“No. Tu?”
 
Lui alza un sopracciglio. “Non ancora,” lui risponde, e preme invio.
 
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"Dove sono le tue dame di compagnia?" Re Selwyn chiede.
 
Brienne alza lo sguardo dal libro che sta leggendo, e sbatte le palpebre alla sua domanda.
 
Lui è stravaccato sulla sua sedia, con a fianco una caraffa di idromele. Lui dice che non si è ancora abituato così tanto al suo status regale da rinunciare all’idromele, per bere vino tutto il tempo. I suoi occhi, così simili a quelli di Brienne, la stanno osservando con scaltra intelligenza.
 
"Non ho bisogno di dame di compagnia," lei ribatte, abbassando il libro. "Non sono una lady."
 
Selwyn grugnisce qualcosa che potrebbe essere stato del divertimento. "Potrai non essere una lady, ma sei una principessa, e la prossima regina di una Westeros del Sud finalmente riunita. Re Tywin non vivrà per sempre—nemmeno io. E nei prossimi giorni partirò per tornare a Tarth, e tu resterai qui da sola, coi Lannister. Hai bisogno di iniziare a circondarti di una corte di cui ti puoi fidare...o almeno di una corte che saprai come manipolare.”
 
Brienne lo fissa inorridita. “Non ho alcun desiderio di giocare a tali giochetti, padre!”
 
“Non hai altra scelta, bambina mia. O impari a giocare al gioco o è il gioco che gioca con te. Sarai la regina, e non puoi scegliere di far finta di poter ignorare tutto ciò.”
 
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Qualche giorno dopo, re Selwyn parte per le Terre della Tempesta. Il suo congedo formale prende luogo nella Sala Grande, con tutto il cerimoniale adatto a un re.
 
Brienne si congeda da lui in forma privata nel freddo ventoso del cortile di pratica della Fortezza Rossa. Re Selwyn si sbarazza della sua postura regale per avvolgere le braccia intorno a Brienne, abbracciandola nel modo più stretto possibile. È strano, lei pensa, affondandogli contro. Lui è un po’ più basso di lei, ma quando la abbraccia in questo modo, lei non è altro se non una piccola bambina che crede ancora che suo padre sia abbastanza potente da affrontare il mondo intero.
 
Lui la rilascia e lei nota con sorpresa che gli occhi di suo padre sono pieni di lacrime. Lui sbatte le palpebre rapidamente, e si schiarisce la gola.
 
“Sei l’unica figlia che gli dèi mi hanno concesso d’avere con la mia amata moglie, la tua bellissima madre,” lui dice, con voce arcigna. “Hai i miei occhi e i miei spiacevoli denti.” Lui sorride in modo ampio, mostrando i denti storti, e lei ride. “Potrai aver preso da me in quegli aspetti, ma assomigli a tua madre, e—guerriera o no; Lord Comandante o no—hai la sua anima gentile e il suo cuore tenero. Sei la mia unica figlia, e non riuscivo a sopportare di guardarti morire sul campo di battaglia, il che è l’unica ragione per cui ho accettato i termini di questa tregua.” Lui allunga la mano e le accarezza la guancia, il pollice traccia con gentilezza la cicatrice lasciatale da una spada in una qualche battaglia o un’altra. “E se riuscirai a vincere la tua guerra nel letto del parto quando arriverà il tuo momento di affrontarlo, bè. Quello sta agli dèi. Ma ho più speranza che sopravvivrai in quella situazione rispetto a se avessimo continuato quella maledetta guerra inutile.”
 
Selwyn si gira quando Jaime si incammina verso di loro per augurare un viaggio sicuro a suo suocero, in modo più personale.
 
“Questa è la mia unica figlia,” Selwyn dice quando Jaime finisce di parlare. La voce di Selwyn sta diventando di nuovo arcigna, i suoi occhi penetrano in quelli di Jaime. “La lascio nelle tue mani. La lascio sotto la tua protezione.”
 
“Padre,” Brienne si intromette, gentilmente, sbattendo le palpebre per scacciare le lacrime dagli occhi, “guardami. Non ho bisogno della protezione di nessun uomo.”
 
“Dovrei comunque chiederlo a mio genero.”
 
Jaime si inchina, profondamente. “Hai la mia parola,” lui dice.
 
E con quello, re Selwyn Tarth la abbraccia un’ultima volta, per poi montare a cavallo e cavalcare via dalla Fortezza Rossa.
 
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Nei giorni che seguono, nel mezzo dell’intrattenere—o forse tenere alla larga—gli emissari da Dorne, Brienne pensa alle parole di suo padre riguardo le sue dame di compagnia. Che a lei piaccia o meno, lui ha ragione. Anche se lei non sarà mai la regina che il popolo si aspettava o voleva, lei ha comunque il dovere di essere una buona regina, e un modo di fare ciò è rafforzando le alleanze della sua famiglia con le famiglie di nobili fedeli al trono del Sud.
 
Inoltre, il preoccuparsi su chi dovrebbe essere la prima ad essere invitata nella sua cerchia ristretta la distrae dal preoccuparsi sul suo matrimonio. Lei e Jaime non hanno ancora consumato la loro unione, ma lei è più che disposta a rimandarlo il più a lungo possibile. Jaime è un uomo bellissimo—Brienne quello non lo può negare—e lei sa che altre donne trovano piacere nel letto matrimoniale. Ma per una donna innaturale come lei—così grossa e massiccia, brutta e mascolina…
 
Brienne non è estranea al dolore: lei era stata tagliata da delle spade, si era rotta delle ossa, era rimasta intrappolata sotto al grosso peso del suo morente cavallo da guerra. Certe volte lei si sveglia, gridando, con l’odore del sangue nelle sue narici e con gli strilli dei feriti nelle orecchie…eppure lei rabbrividisce lo stesso pensando a quello che dovrà affrontare nel letto matrimoniale. Septa Roelle le aveva sempre insegnato che il dolore che una donna come Brienne prova è peggio del dolore peggiore che chiunque possa immaginare. Se solo Brienne fosse un tipo diverso di donna, Septa Roelle direbbe, e lei emette un sospiro triste, con gli occhi pieni di lacrime.
 
Brienne si aggrappa a un unico barlume di speranza: che sarà abbastanza fortunata da restare subito incinta, e quindi scappare dall’agonia del letto matrimoniale entro un paio di anni.
 
Ammesso che una donna come lei possa addirittura restare incinta.
 
Ma quelle sono preoccupazioni per un altro giorno, lei pensa cupamente. Brienne, sfortunatamente, ha bisogno di radunare intorno a sé una corte di dame.
 
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Per diversi giorni, Brienne valuta attentamente le famiglie nobili superstiti e le loro figlie, e poi decide con riluttanza di aver bisogno di rivolgersi a Jaime per avere un suo consiglio. Non è che lei si fidi di lui, o che la tensione tra di loro si sia alleggerita in modo significativo.
 
È solo che lei non ha nessun altro a cui può chiedere un consiglio.
 
Brienne lo invita a cavalcare con lei fuori dalle mura della città, e lei sospetta che lui abbia accettato per pura sorpresa.
 
“Dame di compagnia?” lui domanda, aggrottando le sopracciglia confuso, una volta che lei gli spiega il suo dilemma.
 
“Visto che le mie competenze da guerriera e da Lord Comandante non sono più necessarie, ho bisogno di costruire dei rapporti con le casate al di fuori delle Terre della Tempesta.”
 
“E mi hai chiesto di venire a cavalcare con te perché...?”
 
“Quali casate dobbiamo placare, vostra grazia? Quali casate dobbiamo minacciare in modo sottile? Sono più abituata a risolvere i miei problemi con una spada e con un esercito, ma adesso sembra che il mio destino sia di imparare a usare le armi di una donna in modo da rafforzare la stretta dei nostri figli sul trono del Sud.”
 
C’è un lampo di divertimento sul viso di Jaime, per via dell’atteggiamento insoddisfatto e del tono contrariato di Brienne, e lei non riesce ad evitare di sorridere un po' in risposta. Lei sa che si sta comportando in modo ridicolo.
 
“Non ho nessun altro che possa consigliarmi, vostra grazia,” lei dice, “e il mio ruolo è di supportare te tanto quanto di supportare i nostri figli.”
 
Jaime alza un sopracciglio. “Adesso anche quello è parte del nostro accordo?” lui replica in modo secco.
 
Brienne gli rivolge un’occhiataccia altezzosa. “Era l’accordo che abbiamo fatto quando abbiamo detto i nostri voti nuziali nel Gran Tempio,” lei dice, per poi addolcirsi. “Sono stanca della guerra come chiunque altro.”
 
Cavalcano in un silenzio sorprendentemente confortevole per dei lunghi minuti, e Brienne inizia a rilassarsi. Cautamente, lei si permette di sperare che quest’unione possa in realtà diventare...cordiale. Lei non è bella, anche se gli uomini e le donne la chiamano in quel modo con volti beffardi, ma lei ha altri punti di forza che porta in questo matrimonio.
 
"Sono una forte Lord Comandante," lei dice all’improvviso, e Jaime sobbalza leggermente, voltandosi con una faccia sorpresa verso di lei. Brienne continua, "Ho alle mie spalle la seconda armata più grossa del continente e, alla morte di mio padre—sperando che avvenga in un futuro molto lontano—i suoi alfieri giureranno fedeltà a me."
 
La bocca solitamente austera di Jaime si contrae verso un sorriso. "Anch’io sono un forte Lord Comandante. Ho alle mie spalle l’armata più grossa del continente e, alla morte di mio padre—sperando che avvenga in un futuro molto lontano—sarò re. I tuoi alfieri giureranno fedeltà a me invece."
 
Brienne blocca l’impulso di farlo cadere dal suo cavallo con un colpo del braccio. Gli farebbe bene se il suo culo arrogante atterrasse nel fango.
 
Lei stringe i denti, e dice, "Il Nord è sempre stato in buoni rapporti con le Terre della Tempesta, proprio come Dorne."
 
"Io ho l’Altopiano, le Terre dell’Ovest, le Terre della Corona e le Terre dei Fiumi," lui replica, annoiato, e lei lo osserva sospettosamente. Lui sta parlando in modo quasi troppo annoiato.
 
"Io non ho gli uomini di ferro," lei ribatte lentamente.
 
"Nemmeno io," lui replica.
 
"E nemmeno li voglio," loro dicono insieme, per poi fermarsi e condividere uno sguardo cautamente divertito.
 
Le spalle di Brienne si rilassano un po' di più.
 
"Sembri determinata ad ampliare la dote che tuo padre ti aveva elargito," Jaime commenta.
 
Brienne replica, "Nonostante gli sfortunati inizi della nostra unione e le minacce che ci siamo fatti a vicenda—"
 
"Stai includendo il mio drogarti e legarti nuda al letto tra gli 'sfortunati inizi', o con le 'minacce'?"
 
Lei arrossisce di un profondo rosso scuro. "Con le minacce, ovviamente," lei risponde rigidamente.
 
"Ovviamente." Lui distoglie lo sguardo, la bocca gli si inarca di nuovo in un sorriso. "Quindi, nonostante il recente passato...?"
 
Lei si schiarisce la gola. "Sì. Nonostante il recente passato, voglio che il nostro matrimonio sia...tollerabile. Per entrambi. E porto dei punti di forza a questa unione che penso porteranno dei vantaggi al reame, una volta che i nostri due regni si uniranno in uno."
 
"Ah," lui dice piano, "per cui l’armata, gli alfieri, e le alleanze con gli altri regni."
 
Lei annuisce e distoglie lo sguardo, sentendosi una sciocca. Dopo tutto, non è niente che lui non sapesse già.
 
Cavalcano di nuovo in silenzio, e poi Jaime parla, "Non sono piccoli, questi punti di forza che citi, e non sono stato gentile con te quanto forse ti meriti."
 
Lei sbatte degli occhi sorpresi guardandolo.
 
"Sei molto giovane, non è così?" lui continua.
 
"Ho già ventitré anni, vostra grazia," lei risponde, sulla difensiva, "e gli ultimi tre li ho passati guidando gli uomini in battaglia. Non sono così tanto piccola!"
 
Lui ridacchia, in modo dolce e basso. Sembra non esserci alcuna presa in giro in quella risata, anche se sembra arrugginita, e pare sorprendere anche Jaime. "Io ne ho trentasei, vostra grazia," e adesso c’è della presa in giro in quel titolo, "e sono stato sui campi di battaglia da quando ne avevo sedici. Cioè per vent’anni. Quasi più a lungo di quanto tu sia stata al mondo. Sei praticamente una bambina."
 
Brienne aggrotta la fronte, per poi sbottare, "Com’è che non ti eri già sposato?"
 
Jaime scrolla le spalle. "Cersei," lui risponde, semplicemente, e qualcosa dentro di lei avvizzisce. "Anche se adesso sono disposto a fare il mio dovere quando vorrai invitarmi nel tuo letto, sarai la prima donna che avrò mai toccato oltre Cersei. In gioventù, ero ancora più risoluto nella mia devozione a lei. E..." lui si interrompe, accigliandosi.
 
Brienne cavalca in silenzio, in attesa, fino a quando alla fine Jaime sospira.
 
"Ero stato promesso in matrimonio tre volte, in passato,” lui rivela.
 
Brienne gli rivolge uno sguardo sorpreso. "Oh?"
 
"Diciamo solo che sono stato...sfortunato."
 
Lei aggrotta la fronte. "Anche loro hanno scoperto di Cersei, e hanno rotto i fidanzamenti?"
 
"Sono tutte morte prima che potessimo sposarci," lui risponde in tono piatto.
 
"Oh," lei ripete, sentendo quello, "oh. Mi dispiace."
 
"Anche a me era dispiaciuto," Jaime sospira. "Melara era una cosina graziosa, delicata e docile. Lei sarebbe stata una moglie deliziosa, anche se chissà se sarebbe sopravvissuta al letto del parto…bè. Non siamo mai arrivati a quello. Anche Lysa era una ragazza adorabile, timida e silenziosa, ma con dei capelli rossi che promettevano del fuoco sotto quella placida superficie. Margaery era solo una bambina, aveva sedici anni, era carina e dolce, ma credo che avesse la ferrea volontà di sua nonna, ben nascosta da occhi indiscreti."
 
"E’ un peccato che nessuna di loro sia sopravvissuta abbastanza da sposarti e forse darti l’erede che tuo padre desidera."
 
"L’erede che anch’io desidero, vostra grazia. Non pensare che non mi importi niente di quello."
 
Brienne deglutisce pesantemente. "Non lo penso," lei replica sottovoce.
 
"Bene. La vera forza che porti a questa unione, Brienne, è qualsiasi forza si nasconda nel tuo ventre. Ho bisogno di eredi sani e forti. Eredi legittimi. Questo è ciò di cui il reame ha bisogno, non le tue armate o le tue alleanze."
 
*/*/*/*/*
 
Brienne si acciglia guardando Jaime.
 
"Seriamente,” lei dice, “Il principe Jaime è un enorme stronzo."
 
Jaime sbatte le palpebre. "Ma ha anche ragione."
 
"E’ comunque uno stronzo," lei ringhia, uscendo a grandi passi dalla sala di controllo.
 
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Lei ritorna con del caffè, e loro scrivono le loro annotazioni in silenzio, fino a quando il computer non fa bip, facendo sapere loro che i generatori hanno raggiunto la massima potenza.
 
Abbassano le loro penne e si scambiano un’occhiata.
 
“Pronto?” Brienne chiede con un sospiro rassegnato.
 
“Pronto,” lui risponde, e preme invio.
 
*/*/*/*/*
 
Brienne manda dei corvi a un piccolo gruppo di nobildonne, invitandole a corte, e un mese dopo il loro arrivo, il principe Oberyn e Ellaria annunciano che torneranno a Dorne. La principessa Arianne, con somma sorpresa di Brienne, implora graziosamente di poter restare un po' più tempo, e Oberyn acconsente. Due giorni dopo, Oberyn e Ellaria lasciano Approdo del Re con molte proteste di rammarico e con gratitudine.
 
Brienne è in piedi di fianco a Jaime mentre i loro ospiti se ne vanno.
 
La principessa Arianne si volta verso di lei. “Voglio bene a mio zio,” lei dice, “ma è un po' invadente, non è vero?”
 
Brienne sbatte le palpebre. “Il principe è molto affascinante,” lei replica.
 
“Ma mai affascinante quanto il tuo principe,” Arianne dice, rivolgendo a Jaime un sorriso sornione e malizioso.
 
Brienne arrossisce e Arianne ride.
 
“Vorresti unirti a me per una cavalcata, vostra grazia?” Arianne chiede, passando lo sguardo da Jaime a Brienne e poi di nuovo. “Mi va bene uno qualsiasi di voi due, vostre grazie,” lei dice, e adesso il suo sorriso è peccaminoso.
 
Jaime alza un sopracciglio, mentre Brienne sente una stretta allo stomaco.
 
“Sì,” Brienne risponde, a voce troppo alta, e si schiarisce la gola. “Sì, mi piacerebbe venire a fare una cavalcata. Ma prima di andare, vorrei scambiare una parola in privato con mio marito.”
 
“Certamente,” Arianne replica. “Ci incontriamo presso le stalle?”
 
Brienne annuisce.
 
Loro guardano l’incantevole giovane donna scomparire in direzione delle stalle, e dopo Jaime dice, “Di cosa desideri parlare?”
 
Brienne sobbalza un po’, e si chiede quale follia abbia preso possesso di lei. Ma lei non può negare che sia giunto il momento.
 
Lei raddrizza le spalle e si volta per guardarlo.
 
“Siamo sposati da due mesi,” lei inizia.
 
“Lo so.”
 
Lei si acciglia, per poi dire, “Abbiamo fatto un patto. Tu hai rispettato la tua parte dell’accordo, per ora. E prima noi…” Lei si ferma, deglutendo pesantemente, il suo viso è in fiamme mentre guarda disperatamente nella direzione in cui Arianne è scomparsa. Lei si schiarisce di nuovo la gola e dice, “Prima noi…noi…”
 
“Scopiamo?” Jaime replica con voce strascicata.
 
Brienne sente come se la pelle del suo viso stia andando letteralmente a fuoco. “Sì,” lei dice. “Prima noi…facciamo quello, prima il nostro accordo sarà completo e tu sarai libero di…di…fare quello che ti pare.” Lei non riesce ad evitare di lanciare di nuovo un’occhiata in direzione di Arianne, prima di incontrare un’altra volta il suo sguardo.
 
Gli occhi di Jaime sono pieni di un divertimento impuro. “Mi stai invitando nel tuo letto, Brienne?” lui domanda con una voce accattivante.
 
“Quando sarai pronto a unirti a me nel mio letto, vostra grazia, non ti dirò di no.”
 
*/*/*/*/*
 
Quella notte, Brienne è sotto le coperte, allungandosi per smorzare la lanterna, quando Jaime apre la loro porta comunicante ed entra nella stanza, facendola sobbalzare.
 
Lei si congela quando lo vede, e pensa che in qualche modo lui riesce a sembrare magnifico anche quando è ricoperto da una pretenziosa vestaglia broccata, ricamata con degli estrosi leoni e dei soli.
 
Lei boccheggia e lui sogghigna.
 
"Hai promesso di fare il tuo dovere," lui dice con voce accattivante, mentre si muove verso il letto.
 
Brienne deglutisce, tutti gli orribili avvertimenti che Septa Roelle le aveva dato le si affollano nel cervello, e lei ha un improvviso impulso di balzare via dal letto e scappare per mettersi in salvo.
 
Ma lei è un Lord Comandante, si dice fermamente. Lei aveva incrociato la spada con questo stesso uomo in un campo di battaglia insanguinato. Di sicuro, il dolore femminile che dovrà essere il suo destino in camera da letto, non potrà essere peggio del morso di una spada o di un colpo di una mano guantata.
 
E lei non è una codarda. Lei lo...sopporterà.
 
Brienne annuisce. "Sì, vostra grazia," lei dice, e Jaime scoppia in un’aspra risata crudele, e si sfila la vestaglia.
 
Lei deglutisce alla vista del suo corpo nudo, alla vista del suo cazzo, che sporge dal suo corpo.
 
Lei era stata il Lord Comandante di un esercito per tre anni; il corpo nudo maschile non è più una sorpresa per lei—ma non era mai stata così vicina a un uomo nudo, figuriamoci uno così ben formato come Jaime. Lui è leggermente più basso di lei, ma ha delle spalle ampie, ha dei fianchi stretti, con un petto e un busto ben definiti, e delle braccia che si increspano con dei muscoli ad ogni movimento mentre lui tira indietro la coperta e scivola nel letto accanto a lei.
 
Brienne deglutisce di nuovo, mentre lui ride nel vedere i suoi occhi spalancati e terrificati, e lei leviga velocemente la propria espressione, si stende sul letto e aspetta, con gli fissi sul soffitto sopra di lei e le mani strette a pugni ai suoi fianchi.
 
Dopo un lungo momento dove nessuno di loro due si muove, lei si ricorda quello che un cavaliere le aveva detto anni fa, e chiede, "Andrebbe meglio se spegnessi la lanterna?"
 
"Non lo so, Brienne," Jaime risponde, "andrebbe meglio?"
 
Lei prova a lanciargli un’occhiata, e lo trova a guardarla con un’espressione afflitta e quasi sconcertata.
 
"Sì?" lei replica. "Tu—non dovresti guardarmi in faccia, in quel modo, e mi è stato detto che tutte le donne sono uguali nel buio."
 
"Lo trovo difficile da credere," lui dice in tono secco, e lei arrossisce quando si ricorda l’ampio seno di Cersei, in confronto ai piccoli cumuli di carne di Brienne. Lei non potrebbe mai venire scambiata per una donna bella, nemmeno al buio.
 
Comunque...è meglio al buio; le nasconderà le lacrime se lei dovesse trovare il dolore insopportabile.
 
Lei si risolleva e soffia velocemente sulla lanterna, facendo piombare la stanza nella penombra, illuminata solo dal fuoco del camino.
 
Brienne si ristende, fissa il suo sguardo di nuovo sul soffitto, e dice, "Sono pronta."
 
La risatina di Jaime è bassa e roca, e colpisce le terminazioni nervose di Brienne, facendola tremare. "Sei ben lontana dall’essere pronta," lui le dice con fare peccaminoso, e dopo lui incombe sopra di lei e, prima che lei si renda conto di cosa lui intende fare, lui la sta baciando.
 
Brienne non si era aspettata dei baci, e sussulta al tocco della bocca di Jaime contro la sua.  Lui intreccia le dita nei capelli di Brienne per tenerla ferma, e poi la sua bocca è dura ed esigente contro quella di Brienne, e il primo tocco della lingua di Jaime contro le sue labbra la fanno boccheggiare. Lui si approfitta della sua sorpresa per assalirle la bocca con la lingua, e lei resta bloccata dallo shock.
 
Jaime alza la testa e, anche nella penombra, lui è bellissimo mentre la folgora con lo sguardo, gli occhi gli luccicano.
 
"Non sei mai stata baciata?" lui ringhia.
 
"Io—una volta Ser Owen Inchfield mi ha rubato un bacio," lei balbetta. “L’ho spinto nel fuoco dell’accampamento."
 
Jaime sorride in modo ampio. "Non deve essere stato un bacio molto buono," lui replica.
 
"Era stato inteso come uno scherzo crudele," lei spiega con tono piatto.
 
"Questo potrà essere crudele perché è qualcosa che nessuno di noi due desiderava fare, ma questo non è uno scherzo. Tu sei mia moglie, la mia futura regina, e devo portarti a letto."
 
"Lo so. Ho detto che sono pronta."
 
"Forse, ma desidero prepararti per il mio cazzo, non soltanto per fare il tuo dovere."
 
Lei arrossisce e si acciglia. "Non capisco."
 
Jaime sospira, e le dà un bacio sorprendentemente gentile. "Lo so," lui replica. "La prima volta è la peggiore, così mi è stato detto, ma farò del mio meglio per renderlo il meno doloroso possibile per te."
 
"Il dolore nel letto matrimoniale è il destino di una donna come me," Brienne intona, recitando le lezioni che Septa Roelle le aveva dato. "Dovrò sopportarlo."
 
A quello, lui si rialza di poco, accigliandosi, per poi scuotere la testa. "Abbiamo già perso troppo tempo a parlare," lui sospira e la bacia di nuovo.
 
Quello che segue è confusionario e rivelatorio. Jaime scalcia via le coperte e le strattona via la camicia da notte dal corpo, lasciandola spoglia quanto lui. È solo l’oscurità della stanza che le permette di mantenere una qualche sembianza di dignità. Brienne trova il baciarsi davvero...bello, una volta che ci si abitua, solo per poi venire sconvolta di nuovo quando la mano di Jaime le stringe uno dei suoi scarni seni e le sue dita giocano col suo capezzolo. Ma quello non è sorprendente come quando lui mette la bocca sull’altro capezzolo e succhia. Lei si inarca contro di lui, per poi scusarsi, ma lui si limita solo a ridere e a baciarla per zittirla, per poi tornare al suo seno.
 
Lei si è appena iniziata ad abituare a quel tipo di attenzioni, quando lui fa scivolare la sua mano appiattita lungo il busto di Brienne, sopra il suo stomaco, per intrecciare le dita nel pelo folto in mezzo alle cosce di Brienne, prima di scendere ancora più in basso.
 
Lei strilla e lo spinge via.
 
"Tu non dovresti—che stai facendo?"
 
"Ti sto preparando per me," lui risponde, esasperatamente calmo.
 
"Non capisco!" lei quasi urla. "Solo...fallo e basta!"
 
"Lo farò—ma devi lasciarmi fare quello che devo fare."
 
Lei sta vibrando a causa della tensione. Lei vorrebbe prenderlo a pugni; lei vorrebbe correre via. Ma Brienne ha dato la sua parola; gli ha detto che l’avrebbe accettato quando si sarebbe unito a lei nel suo letto.
 
Lei si ristende in modo riluttante, e lui ride.
 
Brienne sussulta quando le dita di Jaime vanno di nuovo in mezzo alle sue cosce, e lei prende un brusco respiro sibilante mentre le dita di Jaime esplorano quelle parti segrete di lei che solo Brienne ha mai toccato, e anche in quel caso, solo con un asciugamano tenuto fermamente tra le sue dita e la sua carne.
 
Lei è tesa; rigida quanto una spada, ed è imbarazzata a causa del liquido che lei riesce a sentire iniziare a raggrupparsi tra le sue cosce, facilitando lo scivolare delle dita di lui contro di lei.
 
"Questo ti piace?" lui chiede, la sua voce è grezza e roca. "Quello che sto facendo?"
 
Che domanda strana, lei pensa, e dopo lui spinge con cautela un dito dentro di lei, e Brienne sussulta.
 
"Brienne? Ho bisogno che mi dici se ti sto facendo male."
 
"Il dolore è inevitabile," lei borbotta. "Septa Roelle mi ha raccontato tutto di quello che una donna come me può aspettarsi dal letto matrimoniale."
 
Le dita di Jaime smettono di muoversi, e lei vede che lui la sta guardando aggrottando le sopracciglia.
 
"Forse hai ragione," lui dice lentamente. "Forse dobbiamo sbrigarci il più in fretta possibile con questa prima messa a letto, così che le tue paure verginali possano essere messe a tacere."
 
Prima che Brienne possa rispondere, lui la sta baciando di nuovo e le sue dita la stanno accarezzando in mezzo alle cosce con più insistenza, e con suo sollievo sorpreso, Brienne trova che nulla di tutto ciò sia sgradevole. Forse è addirittura piacevole, anche se il liquido che sta continuando a raggrupparsi in mezzo alle sue gambe la sta imbarazzando.
 
Lei si congela di nuovo quando Jaime si muove sopra di lei, posizionandosi in mezzo alle sue cosce. Brienne sente il suo membro alla propria entrata, e lei si irrigidisce ancora di più mentre lui si spinge dentro, lentamente.
 
C’è un breve momento di pressione quando Jaime entra dentro di lei, ma ogni dolore è momentaneo, e poi lui si blocca. Brienne aggrotta la fronte guardandolo, sentendosi...piena...ma lei non prova dolore. Lei si domanda quando dovrebbe iniziare l’agonia che Septa Roelle le aveva promesso che avrebbe provato.
 
E dopo Jaime inizia a muoversi, e questo, almeno, lei lo capisce dall’aver visto i suoi soldati insieme alle loro baldracche d’accampamento, e dagli animali che aveva visto accoppiarsi.
 
Jaime le alza le gambe, avvolgendosele intorno ai fianchi, e dopo inizia a spingersi dentro di lei con un ritmo costante, e anche questo è...bello. Di certo non è doloroso, ed è davvero...bè...bello. A Brienne piace molto la sensazione del peso del corpo di Jaime sopra il suo, mentre lui si spinge in lei. Le spinte di Jaime si fanno più veloci, e lei si ritrova ad alzare i propri fianchi per andargli incontro, sperando che a lui non dia fastidio. Lui accelera ancora di più, e a quel punto inizia a muoversi in modo frenetico dentro di lei, con un ritmo rotto, fino a quando si spinge in lei un’ultima volta e si blocca, tremandole contro, ansimando, prima di rilassarsi lentamente sopra di lei.
 
Brienne aggrotta la fronte fissando il soffitto, mentre il peso di Jaime la preme contro il materasso. Lei si rende conto che le sue mani stanno stringendo il lenzuolo sotto di sé, e lei si rilassa, raddrizzando le dita. Non è sicura di cosa dovrebbe fare mentre Jaime riprende fiato, quindi resta ferma il più possibile, provando a dare un senso a quello che ha appena vissuto.
 
Avrà molte cose a cui pensare quando Jaime lascerà il suo letto.
 
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Brienne si volta per fissare Jaime, arrossisce di una tonalità di rosso che lui non aveva mai visto prima, poi farfuglia quello che potrebbe essere stato uno scusarsi, prima di sfrecciare via dalla stanza.
 
Jaime la lascia andare, sentendo del rossore anche sulle proprie guance, ma è difficile da dire se sia per imbarazzo o per eccitazione. Il suo cazzo è duro e teso contro i suoi jeans, e lui grugnisce, coprendosi il viso con le mani.
 
Lui si era preoccupato di poter morire mentre era connesso a una sua controparte in un altro universo. Non aveva pensato a come il suo corpo avrebbe reagito alla sua controparte che si scopava qualcuno. Che si scopava Brienne, perché di sicuro non aveva reagito così quando il principe Jaime si era scopato Cersei, cazzo!
 
Questa...
 
Lui grugnisce mentre cambia posizione sulla sua sedia.
 
Questa è una complicazione.
 
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