Film > Captain America
Ricorda la storia  |      
Autore: Melisanna    08/06/2022    2 recensioni
Norma aveva i capelli bruni e gli occhi così scuri e il bel viso segnato dalla vita, labbra di un rosso sfacciato e un sorriso esperto. Era completamente diversa.
La scelse per quello.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questo racconto è stato scritto in occasione della challenge May I write della pagina Facebook Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom

Era veramente tanto che volevo scrivere di Bucky e sono felice di averne avuto l'occasione, spero di scrivere altro su di lui e Steve
.



 
Un briciolo di felicità

 
Norma allungò la mano per recuperare le calze di seta. Quando non le trovò dove si aspettava, si sporse oltre il bordo del letto per cercarle. Dove diavolo erano finite? Le servivano quelle calze. Frugò sotto il letto, augurandosi che non si fossero impigliate da qualche parte. Se si erano strappate sarebbe stato un un guaio.

– Essere  qui mi rende una brutta persona, Mimì?

Si immobilizzò. Odiava quando volevano parlare. Il soldato non disse altro, ma la domanda aleggiava nel silenzio. Norma lasciò perdere la sua ricerca per il momento e si appoggiò sui gomiti, per guardarlo. Si era seduto sul letto e sorreggeva il volto con le mani. Le dava la schiena. Un tempo Norma l’avrebbe guardata volentieri una schiena così, con le spalle larghe e tutta muscoli, ma era passato il tempo in cui l’aspetto dei clienti la interessava ancora.

– Qui si paga per il tempo, carino, ce li hai i soldi?

Il soldato le rivolse un’occhiata divertita da sopra la spalla.  Anche gli occhi erano belli, grigi come l’oceano quando fa brutto. Frugò nella tasca dei pantaloni gettati in terra e le allungò un biglietto.

Norma annuì soddisfatta, era più di quanto si aspettasse.

– Vuoi che ti rimproveri? – ad alcuni piaceva. A Norma non particolarmente, ma chi era lei per decidere? C’erano clienti che richiedevano prestazioni molto più sgradevoli.

Il soldato rise piano. Avrebbe avuto una risata piacevole, profonda e calda, se solo fosse stata sincera. Invece era così cinica e amara. D’altra parte, chi non era diventato cinico con quella guerra? Norma non avrebbe certo scagliato la prima pietra.

– No, grazie, non ci tengo. Ho già chi mi rimprovera abbastanza… Che testa mi farebbe se sapesse che sono venuto qui!

– Mi dai una sigaretta, carino? – Il soldato le allungò un pacchetto sgualcito di Marlboro. Norma ne prese una con la punta delle dita e l’accese, tanto valeva mettersi comoda, sarebbe andata per le lunghe – La tua ragazza di Brooklyn ti fa rigare dritto, eh?

Il soldato rise di nuovo e questa volta fu quasi una risata onesta – Non proprio la mia ragazza, no. È il mio migliore amico, ma puoi metterci la mano sul fuoco che mi fa rigare dritto! Non me ne fa passare una, è la persona con la morale più inflessibile che conosca.

Norma fece un verso a metà tra uno starnuto e una risata.

– Umpf, un amico. È per questo che sei qui, invece che con una ragazza?

La schiena del soldato si incurvò ancora più di quanto già non fosse. – Non voglio partire, Mimì, ho paura.

Come tutti, ragazzo, pensò Norma, ma dato che non poteva dirlo si limitò ad annuire, anche se sapeva che lui non poteva vederla. In qualche modo lo capivano lo stesso che li ascoltavi.

– Dovrei essere fiero di combattere per il mio paese, di andare ad ammazzare i crucchi, di liberare il mondo dalla minaccia dei nazisti… ma la verità è che penso solo che non voglio morire. Sono sbagliato?

Norma soffiò una nuvola di fumo dalle labbra rosse e si prese un momento per riflettere, osservandola.

– Non ne capisco molto di queste cose, io, ma, a me, mi sembrerebbe sbagliato non averne, paura.

– Non mi piace come mi fa sentire, non mi piaccio io. E a Steve non posso dirlo. Non capirebbe. Non ha paura di nulla lui. Lui correrebbe a immolarsi subito se potesse.

Il soldato si distese supino sul letto. Norma gli passò la mano fra i capelli. Erano folti e soffici, dei capelli che qualsiasi altro uomo gli avrebbe invidiato.

– Il tuo amico inflessibile non ci va in guerra?

– L’hanno riformato, grazie a Dio, da quando lo conosco rischia di morire ogni inverno. Quasi muoio di paura io.

Voltò il viso dall’altra parte, lasciando che Norma continuasse ad accarezzargli la testa. Aveva gli occhi più tristi che Norma avesse mai visto e ne aveva visti tanti! Faceva venire voglia di coccolarlo come un cucciolo di cane.

– Se sapesse quanto vorrei essere stato riformato io, mi prenderebbe a pugni. Desiderava partire più di ogni altra cosa.

– Il tuo amico mi pare un bel matto.

– Lo è! Matto da non credere! È piccolino e fragile come vetro soffiato, ma credimi se ti dico che farebbe a botte con Golia se ci fosse da difendere la giustizia.

– E la tua ragazza? Lei non si preoccupa per te?

Il soldato fece spallucce, per quanto glielo consentisse la posizione supina – Non credo di essere tipo da ragazze. Mi piace uscirci, andare a ballare e… bè si insomma, fare cose. Non sono un bravo ragazzo. Steve me lo rimprovera sempre. Lui sì che sarebbe un bravo fidanzato. Le ragazze non riescono a capirlo, quanto Steve sia in gamba. Si lasciano fregare da me, solo perché sono un po’ più alto e so ballare…

Non solo per quello, ragazzo, non solo per quello, non conosco il tuo amico, ma dubito che chiunque farebbe a cambio con lui se potesse avere te.

– Ma Stevie, lui sì che è uno a posto. Ha il coraggio di un leone ed è onesto e fedele e gentile. E non è che sia brutto, è basso quello sì e magrolino, ma ha i più begli occhi blu che tu possa immaginare e i capelli biondi come l’oro. La ragazza di cui si innamorerà, sarà la più fortunata d’America, credimi. Io… io non sono così…

Norma guardò gli occhi chiari offuscarsi e la mascella irrigidirsi e si lasciò sfuggire un piccolo sorriso triste. Allora è così, ragazzo, mi spiace, non sei stato fortunato.

Il soldato si tirò di nuovo a sedere.

– Sono una brutta persona, Mimì?

Norma gli diede un buffetto sulla guancia e gli strinse le mani fra le sue – Non più di ciascuno di noi, carino, ma ora è meglio che tu vada. Steve vorrà salutarti e tu avrai tanto da dirgli.

Bucky le strinse la punta delle dita – Grazie, Mimì.

Si vestì e quando uscì non si voltò indietro e Norma sperò che anche in quella guerra, forse, per una volta, qualcuno avrebbe potuto trovare il suo briciolo di felicità.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Melisanna