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Autore: AliaLexi    08/06/2022    2 recensioni
Parodia circa family friendly scritta capitolo per capitolo
Il lettore vivrà le avventure del protagonista Eragon, varie sventure e drammi com'era solito nel medioevo. Dai sassi verranno fuori lucertole volanti e il giovane verrà addestrato per essere il primo Volatore dopo secoli dalla scomparsa delle suddette lucertole. Si andrà esplorando il disagio intrinseco nella storia di questo feto sedicenne senza portare offesa allo scrittore o alla saga in generale, è stata scritta solo per divertimento e senza intenti offensivi.
Fate compagnia al nostro eroe!
(Andando avanti con la lettura giuro che migliora, una volta finito di parodizzare il libro intero revisionerò i capitoli.)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - Non c'è trucco, non c'è inganno


    Durza puzzava. No. Sentiva puzza, questo si, ma non capiva se era la propria o meno. Erano giorni che lui e qualche centinaio di urgali fetenti attendevano il passaggio degli elfi ballerini. Non avevano avuto tempo nemmeno per una doccia, mannaggia a loro. Arrivare in anticipo è sempre stata una condanna, persino nel medioevo che nemmeno esistevano gli orologi.

    Durza era uno spettro, e - al contrario di Piton di Harry Potter - a lui piaceva molto lo shampoo. Quindi, quando il vento portò al suo naso un lieve profumo floreale di decenza olfattiva, lo spettro sorrise in automatico. Non solo lo shampoo era Gargner doppio utilizzo balsamo integrato, ma soprattutto preannunciava finalmente l'arrivo degli elfi per cui stavano tendendo l'imboscata. Tuttavia doveva essere un'imboscata da veri idioti. Andiamo, nessuna persona intelligente avrebbe mai arruolato soldati tanto puzzolenti. Sarebbero stati sgamati nel giro di due secondi.

    Ma Durza credeva nei suoi uomini. Durza era una brava persona. Siate come Durza.

    Il profumo di shampoo-balsamo-maschera per capelli era sempre più intenso, e lo spettro invidiava a morte gli elfi.

    «Preparatevi.» ringhiò ai suoi urgali «O vi faccio friggere da mia nonna.»

    La minaccia era seria. Le nonne sono tutte brave a friggere cose. Per non parlare di quella di Durza che aveva avuto molti secoli per affinare le sue tecniche culinarie. Gli urgali scattarono, qualcuno parve pure fare più rumore del necessario. Lo spettro sussultò come un gatto rabbioso a quello scalpiccio di legnetti, soffiò contro i soldati cretini e quelli si ritrassero immediatamente. Gli elfi arrivarono appena in tempo per parare il culo degli urgali. La loro comparsa aveva riempito il sentiero col profumo di pulito che Durza tanto bramava.

    La razza dei fighi profumati era la più potente e longeva di tutto il mondo. Potevano avere mille anni e sembrare ancora modelli di Victoria's Secret. Difatti, il primo elfo a passare aveva i capelli neri come la notte ed era armato fino ai denti. Il terzo elfo era ancora più tronista di lui e teneva in mano le armi in modo più figo del primo. Era l'elfa nel mezzo, però, ad attirare l'attenzione di Durza. Spada e arco erano le sue armi, ma teneva in grembo anche una bisaccia che controllava di continuo. Poteva essere shampoo, bagnoschiuma, profumo, balsamo... Oppure una gigantesca pietra pomice.

    L'abbraccio a sorpresa non era più attuabile. Durza voleva assolutamente scoprire cosa ci fosse in quella bisaccia. Si preparò a dare l'ordine. Ma, appena il vento cambiò direzione, anche gli elfi a cavallo poterono sentire il fetore dei mostri che volevano ridurli in polpette. I cavalli impazzirono dal disgusto e per poco non rimisero tutto il fieno elfico a terra. Gli urgali scoccarono tutte le loro frecce carine e coccolose intrise di veleno carino e coccoloso. I due tronisti caddero a terra assieme alle cavalcature (per non impressionare il pubblico diremo che si sono messi a dormire). L'elfa, però, non aveva sonno e si mise a scappare.

    Durza sparò un'onda energetica nella direzione di uno sperone di roccia. Lo colpì e ne ricavò una frana. Bravo Durza, questo ed altro per la pietra pomice. Ma l'elfa era sfuggita anche alla frana, così lo spettro raggiunse un posto alto da cui osservare la foresta. Mentre i suoi urgali setacciavano a terra, il nostro amico ossessionato decise che fosse una bella idea mandare a fuoco tutto quanto, così perchè non si sa mai. Gran parte del suo esercito finì a fuoco. Come ci si poteva aspettare. Però l'elfa fu scovata e catturata con un'altra onda energetica. Peccato che fosse stata in grado di evitarla.

    L'elfa estrasse dalla bisaccia quello che sembrava essere un grosso sasso blu. Con poche parole e la posa di Freddie Mercury sul palco, il sasso sparì dalla sua mano con una sonora musica epica che nemmeno nei film fatti bene. Per Durza ci fu appena il tempo di realizzare che quella era la pietra pomice più preziosa ed esfoliante dell'intero mondo conosciuto. E quell'elfa l'aveva spedita chissà dove senza nemmeno un pelo di cortesia. Poteva solo prestargliela, no? Nel frattempo tutti gli urgali erano morti andando a fuoco. E il povero spettro, per il viaggio di ritorno, sarebbe stato completamente solo, poverello. Così addormentò la cara elfa e la trascinò verso casa. E ora immaginatevelo che parla col corpo esanime di lei mentre se ne va incontro all'alba come i veri cowboy (lo so, i cowboy cavalcano verso il tramonto, ma tralasciate i dettagli haha).

 
   
 
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