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Autore: AliaLexi    12/06/2022    0 recensioni
Parodia circa family friendly scritta capitolo per capitolo
Il lettore vivrà le avventure del protagonista Eragon, varie sventure e drammi com'era solito nel medioevo. Dai sassi verranno fuori lucertole volanti e il giovane verrà addestrato per essere il primo Volatore dopo secoli dalla scomparsa delle suddette lucertole. Si andrà esplorando il disagio intrinseco nella storia di questo feto sedicenne senza portare offesa allo scrittore o alla saga in generale, è stata scritta solo per divertimento e senza intenti offensivi.
Fate compagnia al nostro eroe!
(Andando avanti con la lettura giuro che migliora, una volta finito di parodizzare il libro intero revisionerò i capitoli.)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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4 – Il karma dell'uovo di Pasqua

 

    Eragon quella sera, di ritorno dalle storie di Brommo il fantastico, si sentiva molto piccolo scienziato. Quindi decise di prendere martelli di diversa taglia e materiale per picchiare a morte il sasso.

    Questi abusi psicologici, il tessssssssssoro, non poteva sopportarli. Aiutatemi a firmare petizioni sulla pace per i minerali, vi prego.

    Il sedicenne confuso iniziò impugnando un martello di legno e picchiettando """delicatamente""" il sasso. Si udì un suono argentino e, come aveva detto Merlok quel pomeriggio, probabilmente la pietra era cava. Per questo pensava che dentro ci fosse la sorpresa come nelle uova di Pasqua. Money? Troca? Giocattolini di plastica da assemblare e che poi andranno persi dentro l'aspirapolvere? Troppe possibilità.

    Eragon cambiò martello e ne prese uno da carpentiere, ma il suo era moooolto più vecchio e inutile del martello che aveva utilizzato il mercante. Quindi il suono che ne uscì questa volta faceva schifo. L'eroe ne fu diludendo. Prese l'ultimo martello che aveva a sua disposizione e lo picchiò fortissimo contro la pietra. Un'esplosione sonora di una tale acutezza da spaccare i timpani ad un sordo si propagò per tutta la catapecchia e anche oltre.

    Il fischio insopportabile svegliò gli animali nella stalla e fece impazzire Roran qualche stanza più in là. Il cugino dell'eroe si svegliò a sua volta e prese subito a picchiare le pareti che lo confinavano in camera. Gli steroidi che facevano nel medioevo non funzionavano tanto bene, si vede.

    Eragon controllò la pietra. Nessun graffio, nessuna ammaccatura, nulla. Come ultimo test voleva sbatterci la faccia, ma lo considerò come un impatto troppo violento, specie dopo tutte quelle martellate. In più aveva già svegliato tutti. Decise quindi, saggiamente, di andare a dormire. Posizionò la pietra su di uno scaffale e si seppellì sotto le coperte, ronfando sonoramente.

TWO HOURS LATER

    L'eroe venne svegliato sventuratamente per via del karma. Continuava a sentire uno strano ticchettìo, uno scalpicciare forse proveniente da fuori della sua stanza. Non aveva voglia di alzarsi, quindi tornò a ronfare. Tuttavia tenne stretto in mano un pugnale che aveva sempre sotto al cuscino in caso di assalti da parte di cocainomani impazziti.

ONE HOUR LATER

    Ancora scalpiccii, ancora ticchettii. Stavolta Eragon dovette alzarsi perchè a lui il karma non piaceva e doveva dirlo in un comunicato stampa. Raccolse un megafono da terra mentre si dirigeva alla porta della stanza, pronto a dare l'annuncio.

    Aveva spalancato la porta e i polmoni erano già rigonfi di fiato per urlare, ma non vide nulla. Un po' perchè era buio e un po' perchè davvero non c'era nulla a fare casino lì fuori. Dopo un momento di visibile rompitura di scatole, l'eroe rientrò in stanza chiudendosi la porta alle spalle. Lanciò a terra il megafono e si ributtò a dormire.

    Non fece in tempo nemmeno a comparire un altro meme di Spongebob a segnare quanto tempo fosse passato, che l'eroe udì nuovamente gli stessi rumori.

    Questa volta non potè far altro che starsene seduto a letto, pugnale in mano e il sasso magico in grembo per calmarsi. Aspettava la sua eventuale fine. Sapeva che trocarsi ad un'età così giovane portava conseguenze, ma non credeva fosse necessariamente un assassino che scompariva nelle ombre di casa sua che lo avrebbe portato alla morte. Il nostro eroe era troppo preso dalla scaga per accorgersi subito che non c'erano assassini ninja nella catapecchia. Non erano nemmeno insetti o lo zio sonnambulo che andava a sbattere sulle pareti dei corridoi. Era il sasso che teneva in mano.

    «DANNATA PIETRA! PRIMA NON VALI UNA CIPPA,  ADESSO MI TIENI SVEGLIO ANCHE LA NOTTE?!» sbraitò quello, lanciando il suo tessssssssoro a terra. Tanto ormai erano tutti svegli. Tranne Garrow che per poco non morì di crepacuore per essersi svegliato nel bel mezzo di un doppio carpiato in aria che stava facendo da sonnambulo.

    Il sasso non rispose al tragico sfogo di Eragon. Era un sasso, e i sassi non parlano. Per ora.

    La pietra rotolò per un paio di piedi verso la porta della stanza, capitando casualmente nell'unica zona illuminata dalla luce della luna che filtrava dalla finestra. Era sotto ai riflettori e per poco non partì un musical fantastico con coreografie e canzoni disagiate.

    Ancora quel rumore di rametti rotti e termiti che si mangiano il legno, ma questa volta era tutto più intenso. Il sasso si crepò. Prima una, poi due, tre crepe. Ne spuntò una cosa nera e viscida. Un topo? Un pipistrello? No, faceva molto più schifo. La creatura uscì da quello che Eragon ipotizzò dovesse veramente essere l'uovo di Pasqua, e se ne scappò alla finestra. Alla luce diretta del satellite naturale del pianeta Terra, le forme si tagliavano molto più nettamente. E il sedicenne complessato ne rimase stupito, un pelo schifato ed enormemente in botta. Era una lucertola magica. (Maestro, musica epica per cortesia. *Parte musica epica sparata a palla*)

   
 
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