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Autore: crazy lion    18/06/2022    0 recensioni
Seguito di Taylor e Sally: Amiche mai nemiche e Taylor e Sally: Amiche mai nemiche 2: Una gelida avventura. Si consiglia la lettura di quelle storie per capire meglio questa.
Sally va da Taylor. Uno dei suoi cuccioli non sta bene e non sa a chi chiedere aiuto se non a lei. Che succederà? Il piccolo starà davvero male?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taylor e Sally, amiche mai nemiche 3: Piccole grandi volpi

 
Sally era mamma da quattro mesi e sapeva che ben presto i suoi otto cuccioli avrebbero lasciato il nido per fare la loro vita. Era giusto che fosse così. Del resto, la natura doveva fare il suo corso. Ma, forse perché era la sua prima cucciolata, a Sally dispiaceva lasciarli andare e il solo pensiero la rendeva triste e angosciata. Controllava i piccoli in ogni loro movimento, con una preoccupazione sempre in allarme.
“Preoccupazione per cosa?” si chiedeva.
Non lo sapeva nemmeno lei.
Ma uno dei suoi cuccioli, Dixie, una femmina, non la faceva stare tranquilla.
“Devo chiedere consiglio a Taylor” si disse.
Lasciò i cuccioli con una sua amica e si diresse a casa della cantante dopo essere uscita dal bosco. Le strade e le macchine le facevano paura, ma doveva farsi forza e non farsi investire se desiderava portare a termine quella missione. Ricordava la strada perfettamente e quando arrivò, non seppe come annunciare la sua presenza. Non ricordava come aveva fatto l'altra volta. Alzò la testa e vide qualcosa di strano. Spiccò un salto e premette qualcosa, poi si udì un suono forte che la spaventò. Con il cuore in gola, Sally fece qualche passo indietro, ma ben presto vide la porta e il cancello aprirsi.
“Sally!” esclamò Taylor, felice di vederla.
Le si avvicinò e le sorrise.
“Come stai?” le domandò Sally, mentre entravano in casa.
I gatti, vedendola, andarono a nascondersi. Non avevano confidenza con lei.
“Io sto bene. E tu?”
“Insomma, sono preoccupata per uno dei miei piccoli, una delle femmine, Dixie. Volevo parlarne con te e Joe.”
“Lui è al lavoro, ma puoi dire a me se vuoi.”
“Forse è meglio che tu lo veda con i tuoi occhi. Andiamo al bosco.”
Salirono in macchina, con Sally sdraiata sui sedili posteriori, e ci arrivarono in mezz'ora. Scesero e si avviarono alla tana di Sally. La volpe fece strada a Taylor.
“Sei lento, non puoi giocare con noi se fai così!” esclamò un volpacchiotto.
Non apparteneva alla cucciolata di Sally, era di un'altra famiglia.
“Innanzitutto sono una femmina, mi chihamo Dixie, e poi non è colpa mia se sono lenta.”
“Sì che è colpa tua” le disse un cucciolo di castoro. “Perché sei stupida.”
Taylor e Sally erano lontane dai piccoli, ma avevano sentito benissimo.
“Quello è una specie di asilo per cuccioli” spiegò la volpe, guardando una distesa 'derba. “Ci sono cuccioli di varie razze, anche scoiattoli.”
“Cuccioli, basta!” esclamò la maestra, una marmotta.
“Non serve dire “Basta” in una situazione del genere” considerò Taylor.
Mentre giocava con gli altri, Dixie si muoveva lentamente, inciampava, cadeva.
“Sally, sarebbe meglio portarla dal veterinario” le disse.
“Che cos'è?” chiese la volpe.
Il nome non le piaceva affatto. Sembrava spaventoso.
“Una persona che si prende cura degli animali. Ci aiuterà a capire se la goffaggine di Dixie è data da qualche problema oppure no.”
“Pensi che abbia qualche malattia?”
“Non lo so, solo un veterinario potrà dircelo. Non le farà niente, controllerà come cammina e la visiterà. Devi stare tranquilla, non le farà del male.”
Sally si lasciò andare a un sospiro tremolante.
“D'accordo.”
Taylor si avvicinò.
La marmotta la guardò, ma non scappò. Si mise solo tra lei e i cuccioli.
“Non voglio far del male a nessuno di voi” disse Taylor. “Ma è sbagliato prendere in giro chiunque solo perché ha qualche problema. Il fatto che Dixie sia lenta e goffa non significa affatto che sia stupida, è soltanto… speciale. E' sbagliato prendere in giro qualcuno, capito?”
Aveva cercato di spiegarlo in modo semplice, nella maniera più chiara possibile a quei cuccioli.
“Capito” risposero insieme.
Saranno stati una ventina, c'erano anche scoiattoli e alcuni topi. A Taylor questi ultimi facevano schifo e un po' paura, ma non disse niente a riguardo.
Chiarito quel discorso, richiamò a sé Dixie e la prese in braccio.
“Adesso andiamo in un posto dove controlliamo come mai sei così lenta e goffa, d'accordo?”
“D'accordo” le fece eco la piccola, rannicchiandosi fra le sue braccia.
Dato che gli altri volpacchiotti erano all'asilo, Sally non si preoccupò per loro. Sarebbero stati al sicuro con la maestra. Seguì Taylor fino all'auto, dove salì, e la cantante le posò vicino Dixie con delicatezza.
“Cos'è?” chiese la piccina appena il motore partì.
“Si chiama macchina, serve a noi umani per spostarci più velocemente” disse Taylor.
“Anch'io voglio una macchina!” esclamò Dixie.
Sally e Taylor risero.
La sala d'attesa della veterinaria era calda e accogliente, di un bel rosa pastello e con immagini di gatti di diverse razze alle pareti. C'erano solo loro, così la donna le fece entrare.
“Ciao, Ruth” la salutò Taylor.
“Ciao!”
Era una donna di circa trentacinque anni, con i capelli rossi, magra e slanciata, molto bella e sempre gentile con gli animali, quasi fossero stati i suoi figli.
“Ciao” rispose Taylor.
“Delle volpi?”
La cantante le spiegò la storia dall'inizio: come aveva trovato Sally, cos'aveva fatto per prendersene cura, che questa l'aveva trovata per farle vedere i suoi cuccioli e ciò che era successo quella mattina. Evitò di dire che le volpi parlavano per non sconvolgerla e le due, infatti, rimanevano in silenzio. Avevano capito.
Ruth le fece entrare nell'ambulatorio e, presa Dixie dalle mani di Taylor, la posò su un bancone. Camminava piano, la piccola, e spesso inciampava. Allora la fece camminare per terra e ottenne lo stesso risultato.
“Dobbiamo portarla in una clinica a fare una risonanza magnetica alle gambe per vedere se è tutto a posto” disse la veterinaria. “Non ho questo macchinario, qui.”
Partirono tutte alla volta della clinica, mentre Taylor spiegava alle volpi cos'era una risonanza magnetica.
Le pareti della clinica erano di un grigio tristissimo, ma i veterinari si comportarono in modo gentile con Sally e Dixie.
“Adesso andiamo a fare un piccolo esame, eh, cucciola?” le chiese un veterinario e Dixie, pur tremando, si lasciò condurre via.
Taylor, Sally e Ruth, che aveva un'altra collega quindi non aveva chiuso lo studio, aspettarono. La volpe rimase per terra, mentre Taylor si sedette su una scomodissima sedia. Attesero più di quaranta minuti, mentre l'orologio appoggiato su un tavolo continuava a ticchettare.
“Non ne posso più!” esclamò a un tratto Taylor e Sally la guardò, gli occhi pieni di preoccupazione.
Dopo un tempo infinito, il veterinario tornò con Dixie.
“Le abbiamo anche fatto una TAC total body, ma non abbiamo riscontrato problemi. Probabilmente è un po' goffa a causa del fatto che è l'ultima della cucciolata, può essere che gli ultimi siano un po' più deboli, se il caso è questo. Vedrete che nelle prossime settimane si riprenderà.”
La cantante pagò il necessario per quei due esami, poi lei, Sally e Dixie tornarono al bosco felici e sollevate, e la piccola volpe corse verso i fratelli senza incianmpare. La giornata all'asilo era terminata da un po', perché c'era solo la mattina per un paio d'ore, e ora i piccoli di Sally giocavano insieme. La madre riferì ai fratelli ciò che il veterinario aveva detto, e quando ai loro giochi si unirono anche un castoro, uno scoiattolo e un'altra volpe, non la presero più in giro per il suo essere goffa.
Dopo alcune settimane, Taylor tornò a vedere come fosse la situazione. I piccoli, ormai cresciuti, avevano lasciato il nido, e Sally era sola. Ma nonostante il dolore, disse di essere felice perché Dixie si era ripresa e camminava come gli altri. Contenta per lei, Taylor consolò Sally.
“Avrai un'altra cucciolata” le disse. “E loro staranno bene. Faranno la loro vita, ma verranno a trovarti, ne sono sicura.”
“Lo spero.” La volpe sospirò. “Non vorrei che si dimenticassero di me.”
“Un figlio non dimentica mai la propria madre, nemmeno quando diventa grande.”
Sally sorrise.
“Grazie Taylor, sei sempre così dolce con me!”
L'altra le fece una carezza sul muso.
“Andrà tutto bene, okay? Tranquilla.”
Le due rimasero insieme per un po', mentre pensavano ai cuccioli di Sally, che erano stati, e adesso erano, piccole grandi volpi.
   
 
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