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Autore: Nao Yoshikawa    21/06/2022    5 recensioni
Le cose per Genos e Saitama cambiano quando Maga Tamago legge loro il futuro con i tarocchi. Amore, sventura, avversità, trauma e rinascita.
E il tempo non è più lineare.
«La fortuna» continuò Maga Tamago. «Ma è al rovescio. Di solito ha un significato positivo, ma quand'è al contrario simboleggia un destino avverso, per l'appunto.»
Saitama iniziò a provare disagio. Perché quell'impostora prediceva solo sventure?
«E poi?» chiese Genos, che pareva serio e indifferente.
«Gli amanti» Maga Tamago sorrise. «Non c'è bisogno che ve lo spieghi, giusto? Ci sarà l'amore nel vostro futuro. Vi innamorerete.»
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Garou, Genos, Nuovo personaggio, Saitama
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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Parte Prima
I tarocchi
Capitolo uno


Se quel giorno, quel martedì di febbraio, Genos non si fosse fatto avvicinare da quella maga impostora, nulla di tutto ciò che in seguito avrebbe vissuto, sarebbe successo. Questo era quello che Saitama avrebbe detto per qualche tempo, salvo poi rendersi conto che non sarebbe cambiato nulla, che se una cosa doveva succedere, succedeva e basta. Genos gli avrebbe spiegato per molto tempo che la sua era stata non solo una genuina curiosità, ma un gesto gettato da una sensazione imprecisa, ma forte. Con il senno di poi, tutto avrebbe avuto più senso, i pezzi del puzzle sarebbero tornati al loro posto. Ma quel martedì di febbraio, le quattro e sei minuti e quindici secondi del pomeriggio, né l'uno nell'altro potevano immaginare (né avrebbero avuto motivo di farlo), un bel niente.
Godendo di un po' di tempo libero, niente mostri, niente Associazione eroi, niente catastrofi, Saitama era andato a fare la spesa, perché il richiamo dei saldi era irresistibile per lui. Genos allora era andato per fargli compagnia, voleva proprio provare a cucinare qualcosa di nuovo per il suo maestro. Fu mentre tornarono a casa, avevano preso un'altra strada, non quella che percorrevano sempre. Senza un motivo preciso, ed era stato in quella strada che avevano incontrato Maga Tamago.
Maga Tamago non doveva avere più di vent'anni, ma aveva un modo di parlare e muoversi che le conferivano un'aura saggia, quasi mistica. Tutta vestita di nero, con i capelli ancora più neri e un elegante mantello, ricordava una strega uscita da qualche libro per bambini, più che una maga. Maga Tamago aveva la sua piccola bancarella e la sua occupazione principale era leggere il futuro alla gente con i tarocchi. E, ovviamente, aveva voluto leggere i tarocchi anche a quei due casuali passanti.
«Maga Tamago vi leggerà il futuro. Venite a scoprire cosa il destino vi riserva. Parlo con voi, tizio pelato e tizio cibernetico.»
Maga Tamago sorrise, aveva delle piume colorate tra i capelli, orecchini e bracciali vistosi, c'era qualcosa di gitano nel suo stile e al contempo gotico.
«No, grazie» rispose Saitama, accelerando il passato. Non aveva particolare simpatia per gli impostori che volevano fare soldi facili, ma fin quando non gli arrecavano disturbo, non si faceva troppi problemi. Genos invece, chissà per quale motivo, era stato spinto a fermarsi.
«Aspetta, maestro. Sembra divertente.»
«Mah. Non direi» rispose Saitama poco convinto. In seguito, si sarebbe battuto una mano sulla fronte dicendosi che avrebbe fatto bene a rigare dritto, a non dare retta a quelle sciocchezze. Ma Genos si era fermato alla sua bancarella e lui si era fermato a sua volta.
«Vedo dello scetticismo in te, tizio pelato» disse Maga Tamago, prendendo un mazzo di carte. A Saitama partì un tic nervoso all'occhio e borbottò a Genos questa tizia non mi piace affatto.
A Genos invece piaceva. La trovava teatrale.
Maga Tamago lanciò loro una lunga occhiata, poi prese una delle carte.
«Vediamo cosa dicono i tarocchi. Ecco, L'appeso. Questa carta indica il sacrificio. Vuol dire che nel vostro futuro ci saranno situazioni difficili da affrontare con lucidità.»
Saitama non fu impressionato. Chiaro, erano eroi di professione, le situazioni difficili si sarebbero presentati a priori. Genos però sembrava volerne sapere di più.
«La fortuna» continuò Maga Tamago. «Ma è al rovescio. Di solito ha un significato positivo, ma quand'è al contrario simboleggia un destino avverso, per l'appunto.»
Saitama iniziò a provare disagio. Perché quell'impostora prediceva solo sventure?
«E poi?» chiese Genos, che pareva serio e indifferente.
«Gli amanti» Maga Tamago sorrise. «Non c'è bisogno che ve lo spieghi, giusto? Ci sarà l'amore nel vostro futuro. Vi innamorerete.»
Saitama arrossì. Per l'appunto, prediceva solo sventure. Genos non riuscì a mantenere un'espressione indifferente. Lanciò uno sguardo a Saitama.
«Il diavolo. Questa è la carta più negativa. Simboleggia il pericolo.»
Saitama afferrò Genos per un braccio.
«Questa tizia mi ha messo ansia. Ha predetto solo cose negative!»
«A-aspetta, maestro... c'è dell'altro?» domandò Genos. Si era quasi sentito in dovere di fare quella domanda.
«La morte.»
«Ecco, appunto!» esclamò Saitama.
«I tarocchi parlano chiaro. Vi aspetta un futuro difficile, fatto di avversità, sacrificio e pericoli. Ma anche un futuro d'amore, di amore vero. Inoltre» Maga Tamago indicò con un dito la carta. «Questa carta può avere un significato negativo, vero. Ma anche positivo. Questo riguarda in particolare te» disse indicando Genos. «Vivrai un evento traumatico che porterà a una nuova nascita.»
Adesso Genos appariva confuso. Dare troppo credito ad una cartomante non aveva senso, ma Maga Tamago aveva un modo di parlare che gli rendeva difficile pensare che stesse mentendo.
«E dovrei pagare per sentirmi dire che avrò una vita difficile?» chiese Saitama. «Ma a questo ci arrivavo da solo!»
Maga Tamago accavallò le gambe, unendo le mani e poggiandovi il viso.
«Non mi dovete nulla. Offre la casa.»
Genos sembrava aver perso la capacità di parlare. Non sapeva se a stupirlo fossero state le previsioni catastrofiche del suo futuro o il modo in cui lo guardava, in cui parlava. Il futuro pronunciato dalle sue labbra suonava reale.
Saitama alla fine era riuscito a trascinare a casa Genos. Non era stato molto felice di quello spiacevole incontro e anche dopo un paio d'ore non riusciva a non pensarci.
«Incredibile, quella tipa Maga Tamogo ci ha predetto un futuro orribile» borbottò Saitama, mentre leggeva distrattamente un manga. «Nono sono superstizioso, ma mi ha messo i brividi.»
«Vero, ma ci ha predetto anche una vita piena d'amore» disse Genos uscendo dalla cucina. Saitama aveva appena finito di mangiare con appetito e, lamentele a parte, non sembrava particolarmente colpito dalle predizioni di Maga Tamago. Lui invece non faceva che rimuginarci. L'amore, pensava. L'amore l'aveva già, ma era qualcosa a senso unico e che avrebbe sempre tenuto per sé. E poiché dubitava che Saitama un giorno si svegliasse a capisse di provare dei sentimenti per lui, quella donna si era sbagliata. O magari Saitama avrebbe amato qualcun altro, e questo sarebbe anche peggio. Inoltre, a lui sarebbe toccato un evento traumatico. Questo non avrebbe dovuto spaventarlo, era abituato. Il senso di inquietudine, però, non lo abbandonava.
«Secondo me era solo un'impostora in cerca di soldi. Anche se in effetti non ci ha fatto pagare. Boh. Non lo so» Saitama si distese sul futon, il manga ora era aperto sulla sua faccia. «Certo sarebbe un bel problema se le sue parole si rivelassero esatte. Insomma, mi piacciono le cose semplici, vorrei evitare casini inutili.»
«Certo, maestro. Non preoccuparti, di sicuro quella donna mentiva» Genos disse ciò solo per rassicurarlo. Perché le parole di Maga Tamago gli erano rimaste incollate addosso assieme alla sensazione di volerne sapere di più. Saitama l'indomani non ci avrebbe più pensato, ma lui invece avrebbe continuato a rimuginarci. Per questo aveva deciso, il giorno dopo, di tornare da quella donna. Di chiederle di dirgli di più. Voleva sapere di più. Che ne sarebbe stato dell'amore che provava, quali prove, momenti difficili e dolorosi avrebbe dovuto – avrebbero dovuto – affrontare. Forse era solo suggestionato e si era aggrappato a quelle parole vuote per qualche strano motivo. Ma Genos da Maga Tamago ci tornò comunque. Ma quando tornò, lì nel punto dove avrebbe dovuto trovare la sua bancarella, Maga Tamago non c'era.
Sembrava sparita. Quasi non ci fosse mai stata.

 


Wabi-sabi: parole intraducibile giapponese. Accettare l'imperfezione e la transitorietà della vita.

 
 

 

   
 
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