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Autore: Diana924    26/06/2022    0 recensioni
Il piano era semplice, facile da eseguire e immediato, prevedibile avrebbe detto qualcuno.
1519, per salvare suo fratello Sergio dal rogo Andrés de Fonollosa non ha che un'alternativa: usare un incantesimo per tornare indietro nel tempo di cinque giorni, prendere Sergio e fuggire appena in tempo. Peccato che a causa di un errore, o forse no, i due si ritrovino cinquecento anni nel futuro. Lo scopo ora è correggere l'errore, tornare nel passato e non formare legami col nuovo millennio, più facile a dirsi che a farsi.
Siempre Bruja!AU
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Berlino, Il professore, Palermo, Raquel Murillo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: Diana924
Fandom: La Casa de Papel
Titolo: Maldito sea aquel día
Personaggi:  Andrés de Fonollosa| Berlin, Sergio Marquina |el Professor, Martìn Berrote| Palermo, Raquel Murrillo| Lisboa, Nairobi| Agata Jimenez, Helsinki| Mirko Dragic, Tokyio| Silene Olivera, Denver| Daniel Ramos, Estocolmo| Monica Gatzambide, Alicia Sierra
Rating: NC15
Note: AU!Siempre Bruja, het, slash, AU!Modern, magic, time travel, period typical stuff, religious guilt (!!!)
Note2: Siempre Bruja è una serie tv di NETFLIX Colombia dalla trama piuttosto facile: poco prima di essere bruciata sul rogo con l'accusa di stregoneria, ma in realtà per aver amato un bianco, Carmen Eguiluz lancia un incantesimo temporale. Lo scopo sarebbe tornare indietro di tre giorni e riuscire a fuggire con il suo amato ma sbaglia e finisce 300 anni nel futuro, nella moderna Cartagena. Il resto è piuttosto prevedibile ma ben narrato
Note3: il titolo deriva da "Esa Hembra es mala" di Gloria Trevì, la canzone tra l'altro è anche la opening della celeberrima telenovelas messicana "Teresa"
Note4: la seconda parte è già finita e postata su AO3, a suo tempo la posterò anche qui




 

Che Sergio lo avrebbe preso a pugni per quello che aveva fatto era una possibilità che Andrés de Fonollosa non aveva trascurato.

E infatti era avvenuto, e capiva benissimo il motivo di quel pugno. Gli altri pensassero pure che lui aveva sbagliato ma una cosa era sicura: lui non sbagliava mai e lo avrebbe dimostrato a quel pubblico entro pochi minuti. Silene e il suo… partner erano intervenuti anche se aveva la sensazione che la cartomante avesse adorato quel momento e il ragazzino aveva proposto di tornare a Madrid per decidere il da farsi.

Se non fosse stato per lo spreco di energie avrebbe potuto servirsi della magia ma per fortuna Silene Olivera sapeva il fatto suo. Si portò le mani alla testa e sorrise, ora era tutto perfetto. Finalmente sapeva cosa lo avesse distratto quando aveva lanciato l’incantesimo per la prima volta, ora bisognava solo spiegarlo anche se non aveva idea di che parole usare, per lui la magia era sempre stata istintiva, aveva studiato gli incantesimi nei testi di sua madre ma si era trattato di memorizzare le varie formule, quando si era trattato di lanciare incantesimi si era sempre affidato all’istinto.

Silene aveva subito chiamato gli altri che si erano precipitati, quel maledetto aggeggio infernale su cui viaggiava Daniel aveva fatto un rumore tremendo quando l’altro era arrivato portandosi dietro la moglie.

<< Non è stato uno sbaglio, vero? >> sentì dire, forse Silene era più intelligente del previsto, aveva sbagliato a sottovalutarla… a onor del vero nel suo secolo nessuna donna aveva mai messo in dubbio le sue doti, in nessun campo.

<< Io non sbaglio mai >> rispose lui, il compagno di Agata e il serbo dovettero trattenere Sergio che sembrava intenzionato a colpirlo una seconda volta, lo diceva lui che azzuffarsi con i figli della servitù avrebbe temprato suo fratello, disgraziatamente non aveva avuto lo stesso risultato con Rafael.

<< Come puoi dirlo? Dove sono finiti Raquel e Martìn? Io posso capire una volta ma due volte… hai sbagliato per due volte l’incantesimo e continui a sostenere di aver agito correttamente >> lo affrontò Sergio, mai suo fratello gli aveva parlato in quella maniera ma era disposto a perdonarlo, era ancora scosso dall’accaduto.

<< Perché io non ho sbagliato. Poco prima di scagliare l’incantesimo ho ricevuto questo messaggio, il solo fatto che qualcuno conoscesse il mio numero mi ha insospettito ma poi ho letto il mittente e… è stato tutto chiaro >> rispose lui prima di prendere il telefono e passarlo a suo fratello.

<< “Manda Martìn e Raquel al giorno dell’esecuzione di Sergio, sapranno cosa fare. Poi vai a riprenderli” e allora? Cosa vuol dire esattamente? >> lo interrogò Sergio prima di guardarlo come se fosse impazzito, quella mancanza di fiducia lo feriva profondamente.

<< Leggi il mittente hermanito >> lo provocò lui, quello si che era sorprendente.

<< “AdF” e… sei stato tu! O meglio… sarai tu, o sei stato tu… quella è la firma che si trova su i tuoi dipinti e… cosa hai fatto? >> domandò Sergio mentre gli altri cominciavano a realizzare.

<< Ha creato un loop temporale, è geniale! Un autentico loop temporale >> esclamò il giovane Anibal, che ragazzino intelligente pensò lui anche se non aveva capito una parola ma l’entusiasmo dell’altro era palpabile.

<< Cosa avrebbe fatto? >> domandò Monica, se solo avessero saputo…

<< Mi serve un foglio per potervelo spiegare bene >> le rispose il ragazzino, le nuove generazioni erano davvero recettive. << Allora: x e y, ossia voi due, siete finiti qui, nel nostro tempo, in seguito a qualcosa che ha deviato l’incantesimo. Quando si è trattato di tornare nel loro tempo però x ha ricevuto un messaggio da … x al quadrato, chiamiamolo così, e ha deciso di mandare k e z nel passato. E k e z sono quel qualcosa che ha deviato l’incantesimo di x. Questo vuol dire che siamo finiti in un loop temporale ossia qualcosa destinato a ripetersi ancora e ancora: x e y finiranno nel nostro tempo perché z e k faranno una qualche azione di disturbo, ma non avrebbero potuto farla se x e y non fossero finiti nel nostro tempo. E se x al quadrato a mandato quel messaggio al sé stesso del passato, il suo passato, vuol dire che in futuro si risolverà tutto ma per perché questo accada doveva mandare il messaggio, insomma… siamo finiti in una specie di ruota per criceti che continua a muoversi >> continuò il ragazzino emozionato.

<< Sembra una cosa da film di fantascienza, sicuro che sia così? >> gli domandò la gitana.

<< La fantascienza dei viaggi nel tempo poggia le sue basi sulla scienza più autentica: teoria delle stringhe, buchi neri, Einstein, fisica al suo livello più puro >> spiegò Anibal sempre più emozionato.

<< Quindi tutta questa è teoria... che funziona grazie alla magia? >> domandò Sergio, finalmente stava cominciando a capire.

<< O forse la magia è solo una forma diversa di scienza, non possiamo ancora dirlo >> lo corresse il serbo e quello lui non poteva accettarlo. La magia era la magia e la scienza era la scienza, due entità diverse e lui aveva appena dimostrato di essere uno degli stregoni più potenti del millennio grazie ai suoi poteri.

<< E ora cosa facciamo? >> domandò Daniel, loro perdessero il loro tempo, lui sapeva esattamente cosa avrebbe fatto.

<< Voi fate quello che volete, io so già cosa devo fare >> rispose, come aveva potuto permettere a un simile crogiuolo di pezzenti di considerarlo uno di loro? Lui che aveva nelle vene il sangue più puro di Spagna pari a quella variegata umanità, che pensiero rivoltante.

<< E sarebbe? >> gli domandò suo fratello, dal tono intuì che suo fratello aveva indovinato i suoi propositi e che la domanda era puramente retorica.

<< Rimettermi in forze e poi andare a prenderli >> rispose. Tornerò a prenderti amore mio pensò, quello non lo avrebbe detto ad alta voce di fronte a quei pezzenti ma Martìn era suo e cinque secoli non potevano certo dividerli, non quando lui aveva la magia dalla sua.

 

Toledo 1519:

 

Rafael de Fonollosa era stato comprensivo.

A dire la verità non era stato lui ad interrogarli bensì Tatiana e nessuno era sembrato sorpreso da quello, la sfiducia che Andrés nutriva nei confronti del suo unico figlio doveva aver contagiato metà Toledo aveva pensato Martìn Berrote.

La donna era sicuramente molto intelligente, l’aria da brava statuina era solo una posa, o quantomeno apparenza, ed era sicuro che non avesse creduto ad una sola parola di quello che lui e l’ispectora avevano riferito. Non avevano avuto abbastanza tempo per concertare una versione comune così uno aveva cominciato e l’altro gli era andato dietro, lui aveva contato almeno tre errori da parte sua e due da parte della Murrillo, e Tatiana ne aveva sicuramente notati altri.

<< E conoscete l’argomento della corrispondenza tra il vostro defunto fratello e mio cognato? >> domandò Tatiana, capiva perfettamente perché Andrés l’avesse sposata, bella, determinata e stupida solo all’apparenza.

<< Francamente lo ignoro ma voleva assolutamente che mia moglie incontrasse Marquina ed essendo morto ho deciso di accompagnarla io >> spiegò lui.

<< Signor Marquina per voi; avrete sicuramente delle lettere, quando è venuto a mancare vostro fratello? >>

<< Un anno fa, sono vedova da un anno >> intervenne Raquel che stava cominciando a perdere la pazienza.

<< Un anno… e perché nessuno di voi due indossa il lutto? >> si intromise Rafael. Ecco cosa aveva sbagliato! Come aveva fatto a non pensarci? A quei tempi il lutto era una cosa seria, c’erano persone che vestivano a nero per tutta la vita per un parente di settimo grado che nemmeno conoscevano, sua nonna aveva indossato il lutto per tutta la vita pur essendo rimasta vedova ad appena quarant’anni, gli altri trentacinque li aveva passati in nero, non ricordava di averla mai vista indossare altri colori. E quello era avvenuto nella Buenos Aires degli anni ottanta, figuriamoci in Spagna nel sedicesimo secolo, e loro due avevano detto di venire dall’Italia… dove in alcune zone ancora si dava importanza a certe cose, ricordava quando era andato a Palermo dopo la laurea in cerca delle proprie radici.

Erano finiti, dovevano solo inventarsi qualcosa ma cosa… Cazzo!!!

<< Mio marito non meritava che indossassimo il lutto, vecchi rancori di famiglia >> dichiarò Raquel, poteva funzionare anche se aveva dei dubbi. Rafael sembrò trovare la risposta di suo gusto perché disse qualcosa in francese a cui Tatiana rispose nella stessa lingua, lui le lingue straniere non le capiva, inglese e italiano erano il massimo che era riuscito a capire in quarant’anni di vita e gli andava bene così.

<< Comprendo. Per il momento vi ospiterò e quando tornerà mio marito parleremo della faccenda, sicuri che l’incantesimo abbia funzionato? >> domandò Tatiana, su quello erano stati onesti fin dal principio.

<< Assolutamente, sono a Siviglia, anzi a quest’ora la nave per L’Avana sarà già salpata >> rispose lui fingendo di controllare l’orologio, l’occhiata meravigliata di Tatiana e Rafael gli fece capire che aveva commesso l’ennesimo sbaglio.

<< Come dite voi, fatemi parlare con la servitù e vi troveremo una stanza disponibile. Madre mia, dobbiamo discutere su cosa raccontare al fiammingo quando vorrà delle spiegazioni >> dichiarò Rafael prima di alzarsi, non che fosse una persona mediocre o altro, solo… con un padre come Andrés era palese che Rafael sarebbe dovuto essere straordinario e invece il ragazzo era desolatamente ordinario si ritrovò a pensare.

Tatiana si limitò ad un sorriso enigmatico prima di dargli il braccio e i due uscirono dalla stanza lasciandolo infine soli, Raquel per qualche strano motivo che non si era scomodato a chiederle non li aveva mai persi di vista, come se si aspettasse un passo falso da entrambi.

Si appoggiò meglio sulla sedia, com’era possibile che fosse tutto così scomodo pensò? Palazzo Fonollosa aveva un suo fascino, il toccò di Andrés era evidente in ogni anfratto, dagli arazzi che ricoprivano le pareti ai soprammobili, tutti oggetti di gran classe e di un certo pregio, sicuramente molto meglio dell’arredamento stile liberty pensò anche se non era un intenditore.

<< E ora? Cosa facciamo? >> gli chiese Raquel.

<< Aspettiamo, non possiamo fare altro, dovremo abituarci a questo secolo sperando che vengano a prenderci quanto prima >> replicò lui.

<< Ci sarà pure qualcosa che possiamo fare nell’attesa che il tuo fidanzato venga a prenderci >> dichiarò Raquel cercando di non ridacchiare.

<< Sarà anche il mio fidanzato ma prima ancora è il marito di Tatiana, noi due dobbiamo imparare a mimetizzarci in questo secolo: se penso che la gente crede che la terra sia al centro dell’universo e ignori il metodo scientifico mi sento male >> le fece notare, sarebbero state delle settimane molto lunghe quelle.

<< Dobbiamo farcela, non resteremo qui per sempre >> disse Raquel, anche quello era vero.

<< Speriamo >> rispose lui prima di appoggiarsi all’unica parete senza arazzi, quella situazione stava mettendo a dura prova i suoi nervi ed era tutto così assurdo. L’ispectora non disse nient’altro e curioso guardò fuori dalla finestra: sarebbero state delle lunghe settimane quelle. Quel secolo ignorava tutto quello che per lui era scontato… non avevano nemmeno scoperto la sua città d’origine, non ancora almeno, e come dimenticare che quel secolo sembrava amare i barbecue? Barbecue di ebrei, di musulmani, di eretici, di omosessuali, ogni scusa era buona per accendere un fuoco espiatorio lì. Ne era stato testimone lui stesso quella mattina e ora… ora doveva solo sperare che nessuno facesse troppe domande, non aveva mai nascosto il suo orientamento sessuale e non sapeva come vivere nell’armadio, non quando aveva letteralmente buttato giù la porta a tredici anni.

Andrés sarebbe arrivato, se non per lui almeno per vedere Tatiana. In effetti… era sicuro che Andrés avrebbe scelto sua moglie ma che prima se lo sarebbe scopato, forse avrebbero passato una o due notti insieme e poi li avrebbe rimandati nel loro secolo mentre lui e Sergio avrebbero ripreso i loro posti, non doveva illudersi troppo eppure… non aveva mai provato sentimenti simili per nessuno si disse Martìn prima di chiudere gli occhi. Ti sto aspettando amore mio, vienimi a prendere pensò, troppo romantico forse ma incredibilmente adatto.

   
 
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