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Autore: Batckas    30/06/2022    0 recensioni
Leon Kennedy viene inviato a salvare la figlia del presidente degli Stati Uniti con il supporto di una squadra altamente addestrata da lui in persona. Inoltre, l'Aviazione e la Marina statunitense sono pronte ad intervenire in qualsiasi momento.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Krauser, Leon Scott Kennedy, Luis Sera, Mercante, Osmund Saddler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PARTE 1
 
L’auto dove si trova Leon è seguita a breve distanza da due SUV neri corazzati. La squadra che lo accompagna è stata personalmente scelta e allenata da lui.
Il team è composto dal capitano Matt Baker: quarantadue anni, militare di carriera, sposato con due figli. Prima di entrare a far parte della squadra di Kennedy, ha combattuto per vent’anni nei Marines. È un duro figlio di puttana, porta sempre a termine il lavoro. È chiamato “Il Vecchio” dai suoi subordinati.
Il tenente Sarah Palmer ha trentacinque anni, celibe, ha lavorato fianco a fianco con il capitano Baker per molto tempo, lo conosce, è la madrina di uno dei suoi figli. È una donna intelligente e caparbia, i suoi superiori sono spaventati dalle sue capacità.
Il sergente Gregor Tavish, trent’anni, sposato senza figli, ma con due cani. Prima di essere scelto da Kennedy, il sergente Tavish era membro della SWAT di Los Angeles. A Raccoon City ha perso la sorella. Non ama ragionare sulle cose, l’unico che può dargli ordini è il capitano. Non gli importa la sfida che ha davanti, vuole solo un bersaglio e caricare a muso duro.
Il sergente Sam Whitney, trentadue anni, ex agente dei servizi segreti americani, ha conosciuto Leon Kennedy sul campo e gli ha fatto da mentore. Freddo, introverso e spietato, non si conoscono dettagli sulla sua vita privata.
Il sergente Thomas Sullivan, venticinque anni, è fidanzato, ha scalato rapidamente i ranghi grazie alle sue abilità, è stato insignito della Medaglia al Valore in una cerimonia segreta. Prima di essere scelto da Kennedy era un Navy Seal.
Il sergente Monika Connor, ventidue anni, la più giovane della squadra, vive ancora con i genitori. Nonostante la giovane età, è stata scelta da Kennedy per la sua intelligenza e praticità, è un ingegnere formidabile e parla cinque lingue.
 
In alto nel cielo un AC-130 è pronto a dare supporto alla squadra di Terra. A poche miglia dalla costa spagnola la USS Saratoga è pronta a schierare una compagnia di Marines e l’intera potenza dell’aviazione americana per garantire la salvezza della figlia del presidente. Leon Kennedy ha il comando della missione e l’autorizzazione ad usare ogni mezzo.
Collegamento con il quartier generale e i reparti di intelligenze è Hunnigan.
 
I poliziotti spagnoli lasciano Leon nelle vicinanze di una casa.
Il capitano Baker, alla guida di uno dei mezzi, ferma il veicolo e resta in posizione.
Leon dice: “Restate qui, vado a controllare più avanti, vi avviso se scopro qualcosa.”
L’ex agente di polizia si avventura verso una casa abbandonata, all’interno c’è un uomo, Leon non riesce a liberarsi dalla pessima sensazione che gli si insinua sotto la pelle. Fa vedere la foto di Ashley all’uomo, ma quello scuote terribilmente le spalle e lo manda a quel paese in spagnolo. Leon fa per andarsene, ma prima che possa fare un passo, il tipo lo attacca con l’accetta. Leon intima all’ostile di fermarsi, ma quello avanza lentamente. Leon ricorda quegli occhi da Raccoon City, ma c’è qualcosa di diverso, consapevole e orrendo. Leon fa fuoco due volte al petto e una alla fronte abbattendo il bersaglio.
 
La squadra ode gli spari e si precipita verso Leon. All’esterno della casa ci sono tre uomini. Il capitano Baker e il tenente Palmer intimano la resa, ma quelli avanzano impugnando strumenti agricoli.
“Che cosa facciamo, Vecchio?”, domanda il sergente Tavish.
La squadra cerca ancora di far arrendere i tipi, ma sembrano sordi alle loro richieste.
Uno di quelli lancia un coltello al sergente Whitney, il capitano Baker ordina di aprire il fuoco. La squadra abbatte i bersagli. Nel frattempo, Leon è uscito dalla casa e si ricongiunge coi suoi uomini.
“Qual è la situazione?”, domanda Baker.
“Non sono zombi, qualcosa di peggio. Dobbiamo considerare ostile chiunque impugni uno strumento e non risponda ai nostri ordini, chiaro?”
“Ricevuto, sparare per uccidere, squadra, non sono più umani.”, ordina il capitano Baker.
Leon fa rapporto a d Hunnigan.
“Squadra 1, qui Ricognitore 7, passo.”
“Vai avanti, Ricognitore, passo.”
“Davanti a voi vedo un villaggio. Sembra che i locali abbiano appiccato un fuoco e ucciso i poliziotti spagnoli, passo.”
“Merda, ricevuto ricognitore, tienici aggiornati, passo e chiudo.”, Leon interrompe la comunicazione.
La squadra e l’agente si avviano verso il villaggio. Leon è davanti.
Gli abitati del villaggio sono sordi alle loro parole. I civili attaccano la squadra, la quale si ripara in uno degli edifici e respinge gli ostili finché nell’aria non rintocca il suono di una campana e gli zombi, blaterando il nome “Saddler”, si allontanano dalla zona.
Leon si guarda attorno, confuso.
“Dove sono andati tutti? Al bingo?”
“Vecchio, questa storia non mi piace per niente.”, dice Sullivan.
“Si muovono come zombi, ma sembrano avere ordini ben precisi.”, ragiona Palmer.
“Confermo. Maneggiano strumenti, aprono le porte, hanno tentato anche di accerchiarci, il loro cervello è in grado di compiere azioni basilari.”, continua Baker.
“Come dobbiamo comportarci?”, chiede Connors.
“Sono da considerarsi ostili tutti. Non sappiamo quale virus li abbia contaminati.”, spiega Leon.
“Ricevuto.”, confermano in coro.
“Cosa ne pensi?”, chiede Sullivan e Tavish.
“Ci siamo ficcati in un bel casino, se questa gente tiene in ostaggio la figlia del presidente non voglio neanche immaginare cosa le possano fare.”, riflette Tavish fumando nervosamente una sigaretta.
“La porteremo in salvo.”, lo rassicura Sullivan.
“Sindrome dell’eroe.”, lo prende in giro Tavish.
 
Leon e la squadra iniziano ad investigare il villaggio con l’aiuto del drone. I bersagli sono rapidamente individuati ed eliminati. Gli abitanti del villaggio hanno armi rudimentali, la squadra non li lascia avvicinare a meno di un metro, coprono ogni settore, Leon guida il gruppo. Essendosi allenati insieme conoscono perfettamente come muoversi e come coprirsi le spalle a vicenda.
Gli abitanti del villaggio tentano di schiacciare la squadra con un masso, i sette la evitano correndo come forsennati, superano una piccola galleria, si ritrovano in una radura, eliminano gli ostili presenti, fanno irruzione in una casa, Leon si accorge che c’è un mobile che blocca un ingresso nascosto, lo sposta con l’aiuto di Baker.
La squadra punta le armi contro un armadio. Il sergente Sullivan chiede il permesso di aprire il fuoco, il capitano Baker lo nega, Leon apre le ante.
Dall’interno ne casca un uomo dai capelli lunghi e gli abiti eccentrici. È imbavagliato e legato, Leon lo libera.
“Non siete come loro.”, dice lo sconosciuto. Poi subito dopo aggiunge: “Ho una domanda molto importante, avete da fumare?”
“Ho una gomma.”, risponde Leon sottovoce.
Il sergente Tavish offre una sigaretta allo sconosciuto.
Il tenente Palmer inizia ad interrogarlo.
In quel momento fanno irruzione due abitanti del villaggio e un uomo alto più di due metri con la testa pelata, un cappotto nero lungo e un occhio rosso. Lo sconosciuto lo chiama “il capoccia”, Sullivan alza il fucile contro l’uomo, ma quello gli afferra la testa tra le mani e gliela spappola, il resto della squadra apre il fuoco contro di lui, ma uno dopo l’altro il capoccia li abbatte tutti senza ucciderli.
Leon sente la voce di un uomo e ha un incubo: qualcosa gli viene iniettato nel collo. Si sveglia di soprassalto. È legato spalla a spalla con lo sconosciuto. Il capitano Baker è legato spalla a spalla con il tenente Palmer, il sergente Tavish è ridotto male, è stato picchiato ed è riverso in una pozza di sangue. Il cadavere con la testa ridotta ad un ammasso grottesco di Sullivan è stato gettato lì con loro, Connors e il sergente Whitney sono imbavagliati e ammanettati ad una mensola sul muro.
“Cazzo, Sullivan!”, grida Whitney.
“Le nostre armi non gli hanno fatto niente, porca puttana.”, lamenta Connors.
“Mantenete la calma. Straniero, chi sei?”, domanda Baker allo sconosciuto.
“Luis Serra, piacere di conoscervi. Voi immagino siete americani.”
Leon si agita e gli mostra una foto di Ashley.
“Hai mai visto questa ragazza?”, domanda a Luis.
“No, è la tua pupa?”
“Forse.”
“O forse è la figlia del presidente.”
Luis conferma di aver sentito parlare che la figlia del Presidente è tenuta in una chiesa, racconta di essere un poliziotto di Madrid, che ha lasciato, però, l’uniforme e ora si trova a vagare in quel posto. Quando Leon gli dice che anche lui era un poliziotto, solo per un giorno durante la catastrofe di Raccoon City, Luis gli confessa di aver visto dei campioni del virus nei laboratori della setta. Sono interrotti da un uomo con un’enorme ascia che cerca di decapitare Leon, l’uomo fa sì che la lama spezzi le manette che lo tengono legato e, poi, uccide il boia facendolo sbattere contro un muro e spezzandogli l’osso del collo. Luis scappa, Leon libera il resto della squadra.
Si prendono qualche minuto per piangere Sullivan. Connors è quella più scossa.
 
“Un eroe di guerra… morto… in questo modo.”, Tavish ha i pugni stretti.
“Non… trovo le piastrine.”, Connors fruga freneticamente il cadavere.
“Eccole.”, Palmer le trova al posto suo e gliele consegna. Le due donne si guardano a lungo negli occhi. “Stai bene?”, domanda il tenente.
“Starò bene.”, risponde la ragazza con coraggio.
 
“Vecchio, c’è un tizio alla finestra.”, comunica Tavish.
Da una piccola finestrella vedono un uomo incappucciato.
Prima di imprigionarli hanno tolto loro le armi, hanno solo le pistole.
“Non ci ha attaccato, vediamo cosa vuole.”, dice Palmer.
Leon contatta la Hunnigan e la informa sui recenti sviluppi. Il drone ricognitore conferma di avere una posizione per la possibile chiesa che stanno cercando, li può guidare in quella direzione.
La squadra esce dal casolare, incontrano l’uomo incappucciato, dice che è un mercante che ha armi e munizioni. Non ci vuole molto prima che il capitano Baker ordini al sergente Whitney e al caporale Connors di immobilizzarlo. Lo ammanettano, il tenente Palmer inizia l’interrogatorio: se quell’uomo ha armi e munizioni, loro devono averle.
Leon decide di separarsi: il capitano Baker e Whitney continuano con lui alla ricerca della chiesa mentre Palmer, Connors e Tavish scoprono dove quel mercante tiene la merce. Si terranno in contatto tramite la radio.
Il capitano accetta la proposta.
Leon, Baker e Whitney devono superare delle passerelle e ricomporre un medaglione spezzato per poter superare delle porte. Gli ostili sono ovunque, i tre conservano le munizioni sparando solo quando necessario. Scoprono di poter superare i nemici senza doverli combattere, la lentezza causata dall’infezione permette ai soldati di aggirarli agilmente. Quando non possono evitarli, li abbattono con colpi precisi. Dopo aver superato le passerelle accedono ad una distilleria abbandonata che brulica di ostili. Da lì passano attraverso una fogna ed emergono nelle vicinanze di una casa.
Si avvicinano guardinghi, entrano, c’è un piccolo enigma da risolvere prima di poter accedere alla struttura, a differenza delle case del villaggio, quella sembra più moderna e curata. Leon trova una chiave con uno strano simbolo. Si odono delle voci provenire da una seconda stanza più in profondità. Leon si avvicina per indagare, ritorna l’uomo con il cappotto nero, afferra Leon e il capitano Baker per il collo, Whitney viene atterrato da un calcio dello stesso. L’uomo sta per soffocarli, poi vede qualcosa negli occhi di Leon e lo lascia andare.
“Hai il nostro stesso sangue, ma se non ti piegherai alla volontà di lord Saddler, sarai ucciso.”, dopo quelle parole si allontana lasciando la presa.
“Di che cazzo parlava?”, domanda Baker.
Leon non ha una risposta, contatta Hunnigan, le riferisce ciò che è successo, poi la donna gli rivela nuove informazioni: “In zona opera una setta chiamata Los Illuminados, sono loro che state affrontando da quando siete arrivati. La Prima Divisione dei Marines è in arrivo, il governo spagnolo ci ha dato l’autorizzazione per un’operazione su vasca scala. Secondo le autorità locali gli Los Illuminados esistono da tempi remoti e fanno capo alla famiglia Salazar, nobili di epoca cinquecentesca. Nonostante delle teorie strampalate, non sono mai stati una minaccia per la popolazione locale, anche se hanno costruito quasi un’enclave in terra spagnola, condividendo poco con la corona nei tempi antichi e con il governo oggi.”
Il capitano Baker si assicura che il sergente Tavish stia bene, l’uomo si rialza dolorante.
“Quello stronzo picchia forte, quel poveretto di Sullivan non ha avuto speranze. Lo voglio morto, Vecchio.”
“E lo avrai, ma ora pensiamo a salvare la figlia del Presidente, questo villaggio poi marcirà sotto il fuoco dell’aviazione.”
“Dobbiamo andare fino in fondo. Restate concentrati.”, richiama la loro attenzione Leon.
Abbandonano la casa e continuano ad avanzare. Uno degli ostili è armato di una motosega, Leon evita per poco di avere la testa staccata dal resto del corpo, il capitano Baker per un pelo non viene tranciato a metà. Tavish spara tre colpi precisi alla testa del nemico senza che quello sembri subire alcun danno. Leon gli dà un calcio in pieno viso costringendolo ad allontanarsi. Mentre Baker si occupa dei nemici vicini, Tavish e Leon concentrano il fuoco contro il tizio con la motosega e dopo un intero caricatore riescono ad abbatterlo.
“Sempre più pazzi.”, commenta Tavish.
Eliminano gli altri nemici e tornano nella piazza centrale del villaggio, questa volta gli abitanti sono tornati e vogliono ucciderli, sono costretti a combatterli, quando finiscono le munizioni sono costretti ad affrontarli all’arma bianca. Prima di procedere verso la chiesa perlustrano i diversi edifici e trovano delle munizioni per le loro pistole. Una volta che il villaggio è sicuro e saccheggiato si dirigono ad una porta sigillata da cui in precedenza non sono potuti passare, Leon prova la chiave che ha trovato nella casa dove è stato attaccato dal capoccia, quella si inserisce perfettamente nella serratura. I tre scovano un passaggio sotterraneo e lo imboccano. Scendono in profondità, riemergono in un cimitero, sulla collina vedono una chiesa.
“Lì è dove dovrebbe essere la figlia del presidente.”, dice Tavish.
Il ricognitore li informa che hanno ostili in avvicinamento. I tre si difendono, poi avanzano. Cercano riparo nella chiesa, ma è chiusa, proseguono per una strada laterale su di un ponte in legno traballante su un precipizio. Gli abitanti del villaggio sono anche lì. I tre non si fanno fermare.
Arrivano ad un bivio.
Il tenente Palmer li informa che hanno trovato le scorte del mercante e che si trovano in una grotta da cui è possibile accedere con un’imbarcazione. I tre prendono una deviazione, scendono delle scale e si ricongiungono con la squadra.
“Il tizio aveva preso le nostre armi.”, riferisce Palmer.
Il mercante è ammanettato.
“Crediamo che sia infetto come gli altri, ma a quanto pare lui ha deciso di restare fedele alla sua professione.”, commenta Connors ridendo nervosamente.
La squadra si rifornisce e si arma.
“Ora mi sento meno nudo.”, commenta Whitney.
“Abbiamo trovato la chiesa in cui dovrebbe trovarsi la figlia del Presidente, ma non c’è modo di entrare. Abbiamo trovato dei documenti in cui si fa riferimento ad una specie di chiave e di un mostro che la difende, fate attenzione, occhi aperti.”, comunica Baker.
Leon nota che Connors si è legata le piastrine di Sullivan al polso.
 
“Come state, gente?”, domanda Tavish approfittando del momento di pausa.
“La situazione è più movimentata di quello che avevamo ipotizzato.”, risponde Palmer.
“Sei sempre così seria?”, la sfotte Tavish.
“Forse non ti sei accorto che abbiamo perso Sullivan.”
Tavish va su tutte le furie.
“Era come un fratello per me, come osi anche solo pensare che la sua morte non mi pesi sul cuore?”
“Calmatevi tutti, comportatevi come i professionisti che siete.”, interrompe Baker.
“Scusa.”, dice Palmer.
“È una situazione del cazzo.”
“Confermo.”
Leon dà un attimo ai suoi.
“Continuiamo.”, dice, poi, alla squadra.
 
I sette superano una palude, arrivano sulla riva di un lago, c’è un’imbarcazione che non può sostenere tutti.
“Dobbiamo dare un’occhiata.”, dice Baker.
“Tavish, con me, voi copriteci dalla riva.”, ordina Leon.
I due salgono sulla barca e la mettono in moto. Mentre sono in mezzo al lago un mostro marino dalle dimensioni gigantesche attacca la loro imbarcazione. Tavish perde l’equilibro e sprofonda in acqua, Leon ha il tempo di mettersi in salvo.
Il capitano Baker dalla riva richiede supporto aereo.
“Ci stavamo annoiando qui sopra, indicateci il bersaglio.”, risponde il cannoniere dell’AC-130.
Tavish cerca di nuotare verso la barca, Leon gli tende la mano, ma il mostro afferra il sergente.
“Mi lasci andare, capo, ci penso io.”, sono le ultime parole di Tavish che pronuncia sputando sangue, si lascia inghiottire dal mostro che l’attimo dopo si avventa su Leon, in quel momento, però, le granate innescate dal sergente esplodono provocando un’eruzione scarlatta dalla bocca del mostro. Il gigante marino si ritira ferito, l’AC-130 inizia il bombardamento facendo sobbalzare la barca, Leon si tiene in equilibro fino a quando il cadavere maciullato del mostro marino non viene a galla.
“Merda, Gregor!”, grida Connors.
“Fanculo!”, Whitney distoglie lo sguardo.
Baker si massaggia le tempie.
Palmer non ha parole, fissa il punto in cui Tavish si è fatto esplodere.
Leon torna a riva dalla squadra.
Senza che nessuno dica niente Whitney prende il posto di Tavish, i due arrivano ad una cabina dalla parte opposta del lago. Leon inizia ad avere delle visioni e delle convulsioni, sviene. Whitney comunica al resto della squadra ciò che è successo. Baker, Palmer e Connors decidono di tornare alla caverna dove hanno lasciato il mercante. Lì c’è una barca che usano per raggiungere Whitney e Leon, nel tragitto trovano un muro che fanno saltare, alle spalle individuano un medaglione che secondo il capitano è la chiave per la chiesa. Eliminano gli ostili presenti sempre in numero maggiore e raggiungono il capanno dove si trovano Leon e Whitney.
“Non so che è successo, stava bene, poi ad un tratto ha avuto un attacco ed è svenuto.”, spiega Whitney.
“Dagli un’occhiata, Connors.”
“Sono ingegnere, non medico.”, risponde la ragazza.
Il medico era Sullivan.
Nonostante tutto Connors esamina Leon.
“C’è qualcosa, vedete le sue vene, è come se…”
“È stato infettato.”, taglia corto Palmer.
“E noi? Quando ci hanno presi prigionieri!”, Whitney sta per andare nel panico.
“Contegno, sergente, noi stiamo bene, altrimenti avremmo avuto lo stesso attacco. Forse a questo si riferiva quel tipo quando ha detto di Leon che aveva lo stesso sangue. Dobbiamo scoprire se c’è un modo per curarlo.”
“Ma qual era il loro piano?”, si domanda Palmer. “Infettare Leon… per averlo come schiavo, ma a quale scopo? Temo che anche la figlia del presidente sia infetta.”
“Da cosa lo deduci?”, domanda Baker.
“Leon salva la figlia del Presidente, i due tornano in America, ma sono burattini nelle mani di chiunque ci sia dietro a questa setta degli Los Illuminados.”
“Il vero obiettivo è il presidente?”, incalza Whitney.
“È possibile. Un presidente nelle mani di un folle, un burattino che esaudisce ogni suo ordine.”
“Sarebbe il caos.”, commenta Whitney.
“Ma allora perché difendere così strenuamente la ragazza? Se il vero obiettivo è far tornare i due in America…”, chiede Connors.
“Non lo so. Per mantenere il sipario? Questo non saprei dirlo. Una volta che scopriamo chi è dietro questa setta magari glielo possiamo chiedere.”
La squadra attende il risveglio di Leon. Fuori ha iniziato a piovere. Palmer gli riferisce le riflessioni che hanno fatto, Leon non risponde. Informa Hunnigan che sta bene. Riprendono la missione e decidono di tornare alla chiesa.
 
Sul tragitto si trovano in un’arena, le porte si chiudono alle loro spalle, non hanno via d’uscita. Un cancello si apre, ne emergono alcuni abitanti del villaggio che portano in catene un gigante alto diversi metri che si libera dal giogo e li uccide tutti.
“Supporto aereo, ora!”, urla Baker alla radio.
Il gigante attacca la squadra, sono costretti a fuggire, le armi da fuoco sembrano avere effetto contro il mostro. L’AC-130 riferisce di aver agganciato il bersaglio, ma molto vicino alla posizione della squadra.
“Pericolo ravvicinato! Tutti al riparo!”, ordina Baker.
Il gigante non può niente contro le bombe da 15mm che sgancia l’AC-130. Dalla schiena del mostro fuoriesce un parassita enorme, sventrato da una mitragliata del velivolo.
Pezzi di carne volano e piove sangue.
“Porca troia!”, Whitney riprende fiato.
“Non ho mai visto niente del genere.”, commenta Palmer.
“Le armi biologiche stanno diventando sempre più pericolose. Fermiamo questa setta.”, dice Leon.
Tornano alla chiesa, superano un enigma per aprire le porte e, finalmente, trovano la figlia del presidente, Ashley, terrorizzata.
 
PARTE 2
 
La ragazza è spaventata, si allontana da Leon e gli altri. Connors si avvicina, si toglie l’elmetto.
“Ciao, mi chiamo Monika, ti hanno fatto del male?”, domanda con tono gentile.
Ashley fa di “no” col capo.
“Vuoi venire con noi? Ti portiamo da tuo padre.”
Ashley dopo un po’ si convince, Leon la tranquillizza, tornano nella chiesa, vengono faccia a faccia con il capo di quella setta, lord Saddler che spiega loro di aver infettato Ashley e Leon, che non possono fuggire e che è tutto inutile., in quel momento due cultisti incappucciati entrano e puntano delle balestre contro la squadra e la ragazza. Il gruppo si mette in salvo saltando da una finestra. Il cimitero della chiesa è invaso dagli abitanti del villaggio.
“Sono parecchi, Vecchio.”, dice Whitney.
“Connors, non togliere gli occhi da Ashley, Leon e io copriamo davanti; Whitney, Palmer i lati, formazione a diamante, procediamo spediti e veloci. L’AC-130 sarà nuovamente operativo tra un’oretta.”
Posizionati attorno ad Ashley, la squadra avanza attraverso il cimitero.
“Nemico, cento metri, dritto davanti a noi.”
“Bersaglio a terra.”
“Ricarico, copritemi.”
“Whitney, due ostili in avvicinamento da est, sono tuoi.”
“Fatti secchi.”
“Leon, ore dodici.”
“Bersaglio abbattuto.”
“Muoversi, rapidi.”
“Copertura!”
“Connors, attenzione!”
“Nemici eliminati, procediamo. Ashley sta bene.”
Sono inseguiti da un secondo gigante ed evitano di combatterlo, alla fine si ritrovano con Luis Serra in una casupola dove vengono attaccati da orde di nemici che respingono.
Luis dice che ha da fare e si allontana da loro. Baker dice a tutti di riposarsi.
“Non prendertela con quel Serra.”, dice Connors ad Ashley.
“È un maleducato.”
“Sì. Nasconde qualcosa secondo me, non so mi sembra triste, non trovi?”
“Un po’… forse. Non capisco perché non viene con noi.”
“Forse ha una missione da completare che non ha voluto condividere con noi.”
“Possiamo restare qui la notte?”
“Temo di no, Ashley, siamo più al sicuro se continuiamo a muoverci.”
“Va bene.”
 
Giungono ad una porta che sembra potersi aprire soltanto con l’iride di qualcuno. Decidono di proseguire e cercare altri indizi, vanno ad una fattoria, Ashley e Connors restano fuori, Leon e gli altri entrano.
Dentro vengono attaccati dal capoccia. Lo combattono e sembrano avere la meglio, ma quello si trasforma, con la sua nuova mutazione perfora il cranio di Whitney messosi sulla sua traiettoria per proteggere gli altri. Leon, Baker e Palmer riescono ad ucciderlo.
“No, no!”, Baker si piega sul sergente.
Il fienile è in fiamme, non possono portare Whitney fuori da lì, Palmer prende le sue piastrine e salta da un’apertura causata da un’esplosione. Connors vede che Whitney manca all’appello. Ha un crollo emotivo, si toglie l’elmetto e piange. Ashley l’abbraccia. Connors si ricompone.
Leon ha preso dal capoccia il suo occhio artificiale. Scoprono che quello serviva per superare il cancello chiuso.
Giungono ad un castello.
“Le cose non fanno che peggiorare.”, commenta Baker.
“Dovremmo aspettare i Marines.”, sostiene Palmer.
“Non possiamo, alle nostre spalle abbiamo migliaia di cultisti incazzati.”, dice Leon. “Avanziamo.”, l’agente, però, nasconde il dolore che prova per la morte del mentore.
“Era un brav’uomo.”, dice Baker a Leon.
“Il migliore tra tutti noi. È morto per proteggermi.”, continua Leon.
“Portiamo a termine questa missione per i nostri fratelli caduti.”
“Assolutamente sì.”
 
Sulle mura del castello vengono attaccati da catapulte e cultisti. Con un cannone fanno saltare il cancello principale e si intrufolano all’interno. Il castello è un labirinto, ma grazie all’intelligenza di Leon e Palmer la squadra riesce a navigarlo abbastanza agevolmente mentre difendono Ashley dai cultisti.
Raggiungono una sala del trono, sentono una risata e poi fanno la conoscenza di Salazar, l’ultimo erede, padrone del castello. Lui e Leon si scambiano qualche parola, Salazar minaccia il gruppo, ma alla fine li lascia soli. Grazie all’intervento di Connors, Ashley è in grado di evitare le diverse trappole seminate nel castello. La squadra difende la ragazza. Attraversano le prigioni dove affrontano una B.O.W dalle sembianze di un insetto alto quanto una persona e superano numerose imboscate da parte dei cultisti con relativa facilità. In diversi luoghi trovano le scorte del mercante che aveva lasciato in giro dalle quali possono rifornirsi di munizioni e mantenere funzionali le loro armi.
Giungono su un balcone che dà ad un giardino. Leon si scontra con una donna sconosciuta che poi riconosce essere Ada Wong. Ada sembra avere Leon in pugno, ma la situazione peggiora per la donna quando Palmer interviene e con l’aiuto di Leon è in grado di bloccarla. Ada, però, lascia cadere una granata accecante e fugge.
Scendono nel giardino dove sono attaccati da cani infettati dal virus, li uccidono e recuperano parti di una scultura che devono ricomporre per poter procedere ulteriormente nel castello.
I diversi enigmi disseminati per il castello non sono all’altezza dell’intelletto di Leon e Palmer.
Si incontrano nuovamente con Luis, ma quest’ultimo viene ucciso da Saddler. La squadra scopre che Luis era uno degli scienziati che ha contribuito alla diffusione del virus presso gli abitanti del villaggio, ma che morso dai sensi di colpa ha deciso di schierarsi contro i suoi vecchi datori di lavoro e fermare il loro piano malvagio, purtroppo senza riuscirci.
La squadra ricompone la scultura ed è in grado di inoltrarsi nel castello finché non giungono ad una funivia che ne collega diverse sezioni. Vengono attaccati da armature animate da un parassita, ma riescono a sconfiggerle. Giungono alla base di un enorme bozzolo, da cui emergono B.O.W. volanti, una di quelle afferra Ashley, ma viene uccisa da Connors. Ashley è al sicuro. Usano degli esplosivi per distruggere l’enorme nido.
 
Ashley e Connors finiscono prigioniere di Saddler. Una trappola si apre sotto ai piedi di Leon, Baker e Palmer. Leon e Baker sono in grado di lanciare i loro rampini e salvarsi. Baker afferra Palmer, il cui rampino è rotto. La corda, però, non può sostenere il peso di entrambi. Palmer decide di sacrificarsi per il suo capitano e vecchio amico, si lascia cadere ed è impalata.
 
Baker si inginocchia davanti al cadavere della compagna.
“Cazzo… Leon… cazzo…”, dice rotto dal pianto.
I due si concedono qualche minuto, ma l’urgenza di salvare Ashley e Connors è impellente.”
“So che la priorità è la figlia del presidente, ma voglio salvare Monika.”, dice Baker. Leon è d’accordo.
I due procedono per le segrete del castello dove sono attaccati da una delle guardie del corpo di Salazar, una creatura dal nome di Verdugo. Evitano gli attacchi con agilità e uccidono il mostro con l’aiuto di alcune bombole d’azoto.
Baker e Leon arrivano alle miniere dove sono attaccati da due giganti. Coordinandosi riescono a far cadere i mostri nella fornace sotto di loro. Proseguono attraversando delle caverne e uccidendo delle B.O.W volanti. Raggiungono delle rovine nel sottosuolo. Attraversano dei binari in un carro minerario. Raggiungono una sala con un’enorme statua di Salazar che si mette in moto e cerca di calpestarli. Corrono come dei forsennati e riescono a salvarsi. Incontrano nuovamente Salazar e lo inseguono salendo per una torre.
Il nobile si trasforma in un mostro gigante, sta per trafiggere Leon, ma Baker sposta il suo comandante all’ultimo minuto facendogli da scudo con il corpo.
“Mi dispiace, capo.”, dice Baker che, sebbene gravemente ferito, continua a combattere finché, dopo la morte di Salazar, non collassa al suolo, privo di forze.
Leon gli si avvicina, lo fa tenere in piedi, lo incoraggia ad avanzare, ma Baker si libera della sua presa.
“Sai bene che non posso farcela, capo, porta in salvo Monika e Ashley. È stato un onore combattere al tuo fianco.”
“L’onore è stato mio.”
Baker spira tra le braccia di Leon.
 
Leon continua la ricerca delle due donne e Ada Wong lo aiuta a raggiungere un’isola pesantemente difesa. In quel momento, però, l’AC-130, tornato in azione, è finalmente in grado nuovamente di coprire l’agente segreto. Lo informa che ha supporto aereo e di terra. L’isola menzionata da Ada Wong viene raggiunta dai mezzi da sbarco dei Marines. L’assalto ha inizio. I militari infettati dalla setta non hanno armi da fuoco, eccetto qualche minigun, e sono facile preda della Prima Divisione USMC. Leon si ricongiunge con il sergente maggiore Hopkins.
“Siamo ai suoi ordini, signore.”, dice a Leon.
“Perfetto, seguitemi.”
Le B.O.W sull’isola e all’interno della struttura abbandonata, infestata da cultisti e mostri, possono poco contro lo strapotere dei Marines. I Regenerador vengono fatti a pezzi dalle squadre di mitragliatori pesanti, consumano i loro nastri di munizioni contro i mostri riducendoli a brandelli e spappolando i parassiti al loro interno senza permettere loro di rigenerarsi.
Leon salva Ashley e Monika. Non possono tornare dalla via dalla quale sono venuti perché i Marines sono impegnati in aspri combattimenti e non è sicuro; pertanto, devono avanzare e inoltrarsi nella struttura di ricerca. Trovano un escavatore e lo usano per farsi strada. La difesa compatta dei trenta Marines che sono con Leon non permette a nessun ostile di avvicinarsi.
Incontrano di nuovo Saddler che prende in ostaggio Ashley assumendo il controllo del suo corpo. È troppo pericoloso far fuoco contro Saddler, Leon ordina ai Marines di ritirarsi. Poi insegue la ragazza e il capo della setta. I Marines tornano al suo fianco.
Leon si scontra con il suo vecchio camerata, Krauser. Quest’ultimo uccide otto Marines prima che Leon riesca a fermarlo. I due combattono all’arma bianca. Leon ordina a tutti di stare indietro mente lui si occupa del nemico, sta per essere ucciso, ma i Marines e Ada Wong lo salvano. Krauser si ritira.
Ada li lascia, Leon e i Marines procedono.
La difesa laser del laboratorio uccide tre Marines. Leon, quindi, decide di avanzare da solo, disattiva i laser e permette agli altri di ricongiungersi con lui. Monika segue i Marines.
Si ritrovano in un sistema di caverne e trovano anche delle piattaforme sospese, lì sono attaccati da una B.O.W, U-3, che uccide dieci Marines prima che Leon e i sopravvissuti siano in grado di fermarla.
Riemergono in superficie e sono nei pressi di un sito archeologico dove Krauser li attacca nuovamente uccidendo due Marines. Leon è in grado di fermarlo definitivamente.
Continuano nella loro avanzata, giungono ad un complesso industriale, il loro incedere è protetto dal supporto aereo. Alcuni velivoli sono abbattuti dai cultisti, ma i piloti riescono comunque a fare piazza pulita degli ostili per i Marines, Monika e Leon.
 
Riescono a salvare Ashley da Saddler, il capo della setta uccide un Marine, poi viene fermato da Ada che permette a Leon e ai suoi di mettersi al riparo. Ashley e Leon subiscono una procedura sperimentale con la quale sono in grado di uccidere il parassita dentro di loro. Monika ruba le schematiche della macchina sperimentale.
I Marines sopravvissuti e Leon affrontano Saddler che si trasforma nella sua forma finale. Leon è stufo di tutta quella storia. Contatta via radio tutte le forze alleate nella zona e segnala il suo bersaglio.
Le navi della Marina, l’AC-130 e due elicotteri d’assalto devastano Saddler. L’isola sta per esplodere, come annunciato da Ada a Leon. Le squadre vengono evacuate dai piloti.
Leon, Ashley e Monika vedono l’isola venire distrutta. Tirano un sospiro di sollievo.
Ashley abbraccia prima Monika, poi Leon.
L’uomo la guarda con espressione grave.
“Abbiamo perso ottimi soldati e fantastici amici. Gli devi la tua vita, Ashley, vivi degnamente per onorare la loro memoria.”
 







 














 
 
 
 
   
 
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