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Autore: heliodor    02/07/2022    0 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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“Dannazione” esclamò Yuldra esasperata. “Non stai dicendo sul serio, guaritore. Dimmi che è così.”
Ros scosse la testa affranto. “Vorrei che fosse più semplice, ma non c’è altro modo.”
“Non posso presentarmi a Kumal e gli altri dicendo una cosa del genere. Mi farebbe mettere a morte senza processo. O finirei a Krikor.”
“Sarebbe così terribile?”
“Sai cos’è almeno?”
Ros scosse la testa. “Ne ho sentito parlare. Qualche volta. È un posto?”
“Krikor sono gli inferi” disse la strega. “Un posto pieno di cannibali, selvaggi e scorticatori. E mostri. Di ogni genere.”
“Sembra un brutto posto. Hai parlato con qualcuno che c’è stato?”
“Nessuno torna da Krikor, né vivo né morto” rispose Yuldra. Trasse un profondo sospiro. “Vado a parlarne con Kumal, ma non ti assicuro niente. Potrei tornare annunciandoti che siamo tutti e due morti, ma è più probabile che mandi dei soldati a ucciderti.”
“Correrò il rischio.”
La strega lo fissò in silenzio e poi rise. Quando si fu calmata disse: “Quanto sei coraggioso” disse ironica. “Specie per uno che nemmeno si rende conto delle richieste che fa.” Girò sui tacchi e si allontanò.
Ros la osservò sparire dietro la curva di un condotto e rimase in attesa. Nel frattempo, ripassò parte della chiacchierata che aveva avuto con Valya.
Non è la vera Valya, si disse. Sono io che l’ho creata. È l’immagine che io ho di lei. In pratica ho parlato con me stesso.
Quel pensiero lo turbava e si era chiesto se per Shi’Larra valesse la stessa cosa.
Quando la rivedrò, si disse, le chiederò se è così. Se la rivedrò.
L’erudito di nome Hallen le aveva insegnato quella tecnica di meditazione. Lui diceva di averla appresa dagli abitanti di Chazar quando era stato in visita sulle isole orientali.
“Hallen mi disse che la meditazione dei chazariti è un segreto che si tramandano di generazione in generazione” le aveva detto Shi’Larra quando lui le aveva chiesto delle informazioni. “Lui l’aveva appresa da uno dei loro sacerdoti dopo che l’aveva corrotto. Mi raccontava che a Chazar si può comprare di tutto, tranne la verità. Secondo te cosa voleva dire?”
Ros non ne aveva idea, ma aveva tentato lo stesso di darle una risposta. “Forse intendeva dire che non ci si può fidare di nessuno, per quanto possa sembrare sincero.”
Shi’Larra si era accigliata e poi aveva annuito. “Mi piace la tua risposta.”
Ricordava di aver usato quelle stesse parole nel suo incontro con Valya nel posto sicuro.
“A me sembra una frase detta tanto per dire” aveva risposto la ragazza.
Ros si era sorpreso ad annuire. “Forse è così. Peccato non poter parlare con quell’erudito. Secondo Shi’Larra era riuscito a scoprire cose interessanti sui suoi sogni. Di sicuro aveva capito come funzionassero meglio di quanto abbia fatto io.”
“Shi’Larra” aveva detto Valya facendo una smorfia.
“Cos’è che non ti piace di lei?”
“Chi ti dice che non mi piaccia?”
“Hai fatto un’espressione strana.”
“Sei tu che hai fatto quella espressione, Ros.”
Lui aveva scosso la testa. “Secondo te io penso che tu, voglio dire Valya, non riesca a sopportare Shi’Larra?”
Lei aveva annuito.
“Perché? Valya non ha mai parlato male di Shi’Larra.”
“Non ne avrà parlato, ma tu devi aver colto qualche segnale” aveva detto Valya.
“Quali segnali?”
Lei aveva sorriso di rimando.
“Dannazione” aveva esclamato Ros. “Meglio se mi concentro su Yuldra. Devo trovare le parole giuste per dirle dei simboli.”
“Troverai le parole” aveva detto Valya.
“Come fai a dirlo? Conosci il futuro?”
Lei aveva scosso la testa. “Mi hai detto tu di dirlo.”
Un rumore di passi affrettati che si avvicinavano lo strappò dai suoi ricordi.
Eccoli, si disse. Stanno venendo i soldati per uccidermi?
Quando vide apparire Yuldra e Kumal si rilassò un poco.
“Guaritore” disse lo stregone. “Prima di farvi giustiziare volevo sentire dalla tua bocca le parole che Yuldra mi ha riferito.”
Ros deglutì a vuoto.
Kumal si piazzò di fronte a lui. “Sto aspettando.”
“So come aprire la porta” disse Ros cercando le parole giuste.
“Continua.”
“Useremo degli incantesimi.”
“Che noi non sappiamo lanciare” disse lo stregone.
“Ma che possediamo.”
Kumal serrò la mascella. “Quelli non sono incantesimi. È stregoneria proibita.”
Ros guardò Yuldra in cerca d’aiuto ma la strega si strinse nelle spalle. Tornò a rivolgersi a Kumal. “Dovremo usare gli incantesimi sigillati per abbattere la porta.”
Kumal sospirò. “Anche solo dire queste parole potrebbe costarti la vita. Lo sai, vero? Yuldra dice di avertelo spiegato.”
Ros annuì incerto. “So che è vietato usare gli incantesimi sigillati, ma abbiamo solo quelli per abbattere la porta. Ci servono almeno cento sfere infuocate per sbriciolare la roccia che la imprigiona.”
Lo stregone guardò altrove. “Prosegui.”
“Ho tradotto i simboli incisi sulle terrecotte” disse Ros.
C’era riuscito con l’aiuto di Valya. Non di quella vera, ma di quella che aveva incontrato nel suo posto sicuro. Decise però di non dirlo a Kumal.
“Chi ha sigillato quegli incantesimi ha usato i simboli per marchiarli” spiegò Yuldra. “Secondo Ros ci sono abbastanza sfere infuocate sigillate da abbattere la porta.”
“Forse anche di più” disse.
“Useremo solo quelle necessarie” disse Kumal a denti stretti. “Se le useremo. Ancora non ho preso una decisione.”
Yuldra sembrò rilassarsi. “Il tuo è un sì o un no?”
Lo stregone scosse la testa. “Tutto ciò è irregolare. Se anche riuscissimo ad abbattere la porta e fuggire, potrebbero accusarci in seguito di aver usato gli incantesimi sigillati.”
“Penso che dovremo correre il rischio” disse la strega.
Kumal annuì grave.
“Se non li usiamo moriremo tutti” disse Ros.
Lo stregone lo fissò con astio. “Forse per te non ha importanza alcuna, ma ci sono delle regole. Leggi severe che noi mantelli siamo chiamati a rispettare. Una di queste ci vieta di usare incantesimi sigillati.”
“Lo farete per sopravvivere.”
“Sopravvivere non è tutto” disse Kumal. “E anche se avremo successo, una volta tornati a Lormist dovremo rendere conto di ciò che abbiamo fatto.”
“Ci penseremo quando saremo fuori di qui” disse Yuldra. “Ora dobbiamo trovare un modo di portare gli incantesimi sigillati alla porta e usarli.”
“So io come fare” disse Ros. “Mi serve il vostro aiuto.”
Yuldra guardò Kumal e lui fece un cenno di assenso con la testa. “Andiamo” disse a Ros.
Mentre si allontanavano ebbe la spiacevole sensazione che lo stregone potesse colpirlo con un dardo magico.
“Mi dispiace” disse mentre raggiungevano la sala della porta.
“Di cosa, Chernin?”
“Per non aver trovato una soluzione migliore al problema. Sono io che vi ho convinti a scendere qui sotto, promettendovi la salvezza e adesso…” scosse la testa affranto.
“Ora non ha senso sentirsi dispiaciuti” disse Yuldra. “E Kumal forse esagera con i suoi timori. Se torneremo a Lormist ci accoglieranno come eroi e nessuno ci accuserà di alcunché se useremo quegli incantesimi per fuggire da questa dannata trappola.”
Mentre parlavano fecero il loro ingresso nella sala. In quel momento si trovavano almeno cinquecento soldati ammassati, ma sembrava che ci fosse spazio per almeno altri mille.
Togliendo i cinquecento che erano voluti restare di sopra, almeno in mille non sarebbero potuti entrare lì dentro.
“Prima di cominciare” disse Ros raccogliendo i pensieri. “Ci sono due cose che dobbiamo fare.”
“Ti ascolto” disse Yuldra.
“Formiamo due squadre diverse. Una si occuperò di selezionare gli incantesimi sigillati che ci servono e l’altra dovrà scavare nella pietra attorno alla porta.”
“Non abbiamo gli attrezzi adatti.”
Ros era pronto a quella obiezione. Ne aveva discusso persino con Valya mentre era nel posto sicuro. “Basteranno le lance e le spade per scalfire la roccia in superficie. Bisognerà ricavare delle nicchie abbastanza grandi da poter accogliere una terracotta.” Indicò la porta. “Le piazzeremo tutte intorno.”
Yuldra annuì. “Comincio a capire. Che altro suggerisci di fare?”
“Dovremo spostare tutti i soldati in questa sala in una di quelle adiacenti.”
“Non c’è abbastanza posto.”
“Useremo il livello superiore a questo. Lì di spazio ce n’è abbastanza. L’importante è trovarsi lontano dall’esplosione quando avverrà.”
Yuldra annuì di nuovo. “È tutto?”
Ros si umettò le labbra. “No. Ho ancora una richiesta.”
“Ti ascolto.”
“Vi dirò come e dove piazzare le terrecotte” disse. “E vi spiegherò come fare per attivarle in modo da ottenere un’esplosione che frantumi la roccia attorno alla porta. Se siamo fortunati, dovrebbe crollare da sola. Se non lo siamo, dovremo organizzare una squadra per spostarla.”
“Mi sembra giusto. Qual è la tua richiesta?”
“Io non sarò qui.”
“Non possiamo farlo senza di te, Chernin.”
“Ma dovrete” rispose perentorio.
Yuldra si accigliò. “Tu dove sarai?”
“Vado a prendere Valya.”
La strega scosse la testa. “Nemmeno sai se è viva o morta. Quelli che sono scesi per ultimi dicono che non è tornato nessuno dal passo.”
“In ogni caso, io devo fare un tentativo.”
“Morirai.”
“È probabile” rispose.
“Chernin” fece Yuldra. “Ci saresti più utile qui. Qualcosa potrebbe andare male.”
“Ne sapete più di me di incantesimi sigillati” ribatté. “Una volta ottenuta l’esplosione, non vi sarei più di alcuna utilità.”
“Kumal non ti lascerà mai andare via.”
“Lo so. È per questo che mi servirà il tuo aiuto per andarmene indisturbato.”
“Mi stai chiedendo di tradire” disse lei indignata. “Non lo farò mai.”
“Se mi aiuterai, io tenterò di salvare anche Zane. So che siete amici e che tieni a lui, anche se cerchi di non mostrarlo.”
Yuldra lo fissò con disprezzo. “Agli inferi, Chernin. Chi credi di essere per parlarmi in questo modo?”
Ros ricambiò il suo sguardo con espressione serena. “Mi aiuterai o no?”

 
  
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