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Autore: MissAdler    03/07/2022    12 recensioni
****Storia vincitrice della categoria "miglior film drammatico" per gli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum "Ferisce la penna".****
Piccolo passo introspettivo sui pensieri di Darth Vader dopo lo scontro con Obi-Wan nel sesto episodio della serie su Disney+.
OCCORRE AVERLA VISTA.
#BROTP ma anche #OTP. A seconda dell'interpretazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Obi-Wan!”


Pronunci quel nome e la tua voce sembra venire da lontano, metallica, graffiata, sporcata da una sfumatura insolita.
Quel timbro così puerile, così disperato e patetico, che la maschera riusciva ad annullare completamente, e che ora non può più celare, così come non riesce a celare il tuo viso sfigurato, lucido e raggrinzito.
Con quel volto di metallo spaccato in due continui a fissarlo mentre si allontana, il suo mantello marrone che si gonfia a ogni passo, le sue spalle di nuovo ampie, forti e sicure.


Gridi di nuovo il suo nome ma il tuo vecchio maestro non si volta, né tanto meno rallenta quella marcia ostinata.
La Forza attorno a lui trema appena, la sua volontà vacilla impercettibilmente, ma il suo corpo non lo tradisce.
È forte come un tempo, o forse come non è mai stato prima. Forte di qualcosa che non comprendi, di un coraggio e di una determinazione che appartengono a qualcosa che non conosci, a un bene superiore in cui non ha mai smesso di credere.
Improvvisamente capisci di essere debole. E non solo perché lui ti ha sconfitto per l’ennesima volta, ma soprattutto perché avverti la disperazione farsi strada dentro di te, nel tuo petto martellante, nel respiro che non è più tuo, ma frutto di un meccanismo che ti preme sulla bocca dello stomaco e che ora scintilla e sfarfalla per i colpi ricevuti.
Tutta la tua aspettativa di vita in quella scatoletta luminosa, tutto il tuo potere in quell’odio che ora non riesci più a racimolare, per quanto provi a richiamarlo a te. Così come provi a chiamare lui.
Un grido di rabbia, che tra le sillabe e i respiri strozzati nasconde qualcos’altro, qualcosa che non avresti mai creduto di poter provare. Non più.


Il dubbio.


E ti chiedi se in qualche modo Obi-Wan ti sarebbe bastato. Se dopo aver visto morire tua madre, dopo aver perso Padmé, il figlio che portava in grembo e di cui non vedrai mai il colore degli occhi, il rosso delle guance, il modo in cui sareste stati uguali anche solo per metà, il modo in cui ti avrebbe ricordato lei…
Ti chiedi se dopo tutto questo, dopo aver ucciso la tua umanità fino all’ultimo frammento di carne viva e pulsante, avresti potuto trovare qualcosa a cui aggrapparti, un motivo per continuare a vivere, un anestetico per il tuo dolore.
Ti domandi se restando accanto a lui… se fidandoti… se affidandoti… se quel vostro legame così profondo, complicato, sofferente, incomprensibile e vagamente atipico ti sarebbe bastato. Se con lui accanto ti saresti salvato.
Forse avresti salvato una parte della tua anima, l’anima di quell’Anakin Skywalker che senza pietà avevi ucciso, scuoiato e dilaniato, fino a riempire con rabbia e oscurità l’involucro vuoto e mostruoso della sua pelle ustionata, la parvenza di un Jedi che non esisteva più.
Non è stato lui a uccidere Anakin.
Lui non ne sarebbe mai stato capace.
Il compassionevole, saggio e perfetto Obi-Wan.
Un maestro.
Un amico.
Un fratello.


Gridi il suo nome un’ultima volta, giuri a te stesso di non farlo una quarta.
Preferiresti ucciderti. O meglio ancora, farti uccidere da lui. Da quelle mani che un tempo, quando eri solo un bambino, ti aiutavano a rialzarti, ti sfioravano gentili, correggevano con pazienza la posizione delle tue spalle, la presa delle tue dita sull’impugnatura della spada.
Preferiresti che ora, quella stessa spada, la affondasse nel tuo petto, piuttosto che vederlo andare via.
E non te lo spieghi, dannazione! Perché tu lo odi, tu lo detesti, tu l’hai maledetto con tutte le tue forze. Lui e quel patetico senso di colpa, quel peso che si è trascinato sulle spalle così a lungo.


Inspiri a fatica e l’ossigeno ti sembra sempre troppo poco.
Obi-Wan è ormai un puntino quasi invisibile nell’oscurità della notte.
Non ti sarebbe mai bastato, dici a te stesso. E chissà come, te ne convinci.
Non dubiterai proprio ora. Non ci sarebbe comunque alcun modo di tornare indietro, ti sei spinto troppo oltre.
Recuperi ossigeno, odio e rancore, recuperi la tua spada e decidi di dimenticare, di non pensare più a lui, a chi sei stato, a chi saresti potuto essere, a cosa sarebbe successo se.
I “se” non sono concetto da Sith. I Sith vivono di certezze e assoluti.
Racimoli tutta quelle precarie certezze, ma il tuo ultimo frammento di cuore lo lasci lì a terra, pensando che in tutti quegli anni non ti eri nemmeno accorto di averlo ancora addosso, impigliato in qualche brandello di pelle lacera e sbiadita.


Obi-Wan non è più lì.
Lo rivedrai, ne sei certo. Ma quando accadrà sarai abbastanza forte e risoluto da non vacillare nemmeno per un istante. E allora finalmente lo ucciderai. Senza rimorso, senza pietà.
Senza lasciargli il tempo di pronunciare il tuo vero nome, senza lasciare a te stesso il tempo di domandarti se nonostante tutto, nonostante il fuoco, l’oblio e l’oscurità, quell’uomo ti sarebbe bastato.






ANGOLINO DELL'AUTRICE
Salve gente! Perdonate l'assenza, ma la real life mi ha assorbita completamente.
Ho guardato la serie su Obi-Wan e non ho saputo resistere al mio antico amore per Ewan McGregor e per il suo stupendo personaggio. La scena da cui è tratta questa storia poi è in assoluto la mia preferita della serie. 
Spero davvero che questa piccola cosina vi sia piaciuta. Se vorrete lasciarmi un parere mi farà davvero piacere!
Buona domenica!
Aislinn

 




 
   
 
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