Capitolo decimo e ultimo
Passerà pure questa fine del
mondo
E vedrai allora sarà tutto l'opposto
Di ciò che ti hanno detto
E se per caso ti perdessi nella confusione
Tra chi scappa, grida, piange o si sente perso
Stringi forte tra le mani questa convinzione
Si può essere vincenti nel tempo più avverso
Possa ogni mio graffio
preservarti dal male
Tutto ciò che conosco darti da imparare
Possa ogni mia sfida farti sempre vincente…
(“Tutto l’oro del mondo” – Noemi)
Theon rientrò nel salone dei banchetti di
Grande Inverno tenendo Ramsay stretto a sé, con un braccio attorno alla sua
vita. Tyrion, nel frattempo, era anche lui ritornato al suo posto e annuì tra
sé con un sorrisetto: alla fine l’idiota
viziato aveva dimostrato di essere meno imbecille e egocentrico di quanto
lui pensasse, tanto meglio così!
Sansa si voltò stupita verso i due giovani,
non tanto per quella stretta (visto che ormai anche le pietre del castello
sapevano che Theon e Ramsay se la intendevano…), quanto perché in realtà non si
era nemmeno accorta del fatto che il giovane Bolton fosse uscito dalla sala e,
pertanto, non aveva capito dove si fosse diretto Theon dopo una manciata di
minuti.
Ora era tutto molto più chiaro.
“Lady Sansa” esordì Theon, portandosi di
nuovo davanti alla giovane e tirandosi dietro un Ramsay che, una volta tanto,
non sembrava contento di essere al centro dell’attenzione, “ti ho già espresso
quanto sia grato e commosso per la tua bontà e generosità, per avermi perdonato
e accolto nella tua famiglia. Però… ecco, desidererei tanto che Ramsay potesse
sedere accanto a me a questo tavolo d’onore, questo renderebbe piena la mia
gioia di questa sera. Lui mi ha salvato la vita, ha affrontato il Re della
Notte per difendermi e, senza di lui, né io né Bran saremmo qui adesso.”
Sansa annuì, ma non sembrava molto convinta.
“Ramsay Bolton ha molte cose da farsi
perdonare e non mi sembra che abbia mai chiesto la mia indulgenza né quella
della mia famiglia” replicò. “Ho accettato di ospitarlo a Grande Inverno
nonostante un anno fa lui lo avesse occupato con la forza, ma solo perché, in
previsione della battaglia contro gli Estranei, avevo bisogno di ogni uomo
disponibile. È il motivo per cui abbiamo al nostro fianco anche gli stessi
Lannister e i loro uomini… ma non comprendo perché dovrei ammettere Ramsay alla
tavola d’onore.”
Beh, diciamo che Sansa non era poi così
selettiva nei confronti di chi sedeva a quel tavolo, visto che vi si trovavano
anche Daenerys che lei non sopportava, Tyrion in quanto Primo Cavaliere di
Daenerys, e addirittura quel subdolo di Lord Varys. Un Ramsay in più o in meno
non avrebbe fatto poi gran differenza, però quello era un momento in cui lei
poteva permettersi di tirarsela un
po’ e di far capire a tutti i presenti che, nonostante ci fosse anche la
biondina dei Draghi, alla fine la Lady di Grande Inverno era lei e lei sola.
“Perché senza di lui io sarei morto” rispose
semplicemente Theon, stringendo a sé il giovane Bolton. “Perché lui era
disposto a morire insieme a me, se necessario, e ha distratto il Re della Notte
quanto bastava per permettere ad Arya di eliminarlo. Io, Bran, tutti noi in
realtà dobbiamo la nostra vita a Ramsay.”
“Ah, sì, ma io a dire il vero volevo solo
proteggere Theon, non me ne fregava un accidenti di Bran e di tutta Grande
Inverno e…” iniziò a spiegarsi Ramsay, ovviamente senza aver prima collegato il
suo unico neurone ballerino ma ritenendo che fosse meglio essere sinceri fino
in fondo. Theon, però, gli rifilò una gomitata nelle costole per zittirlo e
riprese il suo discorso.
“Come
dicevo, Ramsay non è un eroe e non vuole neanche esserlo, ma ha compiuto un
gesto nobile e generoso per salvarmi e grazie a lui il Re della Notte e i suoi
mostri sono stati sconfitti: merita un posto alla tavola d’onore tanto quanto
me. Del resto, mi sembrava di aver capito che gli Stark non intendessero
procedere contro le famiglie Bolton e Frey per punirle del loro tradimento…”
Sansa trattenne una risatina che in quel
momento non era appropriata e si ricompose subito, di nuovo Lady di Ghiaccio.
“Non abbiamo voluto occuparci della punizione
dei Bolton e dei Frey perché in questo momento non abbiamo energie da sprecare
con loro” disse. “E, del resto, ritengo che la loro punizione sia già quella
più indicata: sono costretti a vivere alle Torri Gemelle, a spiarsi l’un
l’altro, senza potersi fidare di nessuno, guardandosi continuamente alle
spalle. Ormai, volenti o nolenti, sono una sola famiglia e devono fare fronte
comune contro chi, come gli Stark, potrebbe volerli attaccare, ma allo stesso
tempo non possono contare gli uni sugli altri. Penso che sia la punizione
migliore per loro, vivranno una vita d’inferno e, se un domani dovessero
cercare di fuggire o cose del genere, l’esercito del Nord sarebbe loro
addosso.”
Eh sì, Sansa Stark era diventata davvero
diabolica!
“Questo è giusto” convenne Theon, “ma per
quanto riguarda Ramsay, allora?”
Sansa sorrise con condiscendenza.
“Come desideri, Theon. Ramsay ti ha salvato
la vita e pertanto si è guadagnato il diritto di sederti accanto al tavolo
d’onore” concluse.
Soddisfatto, Theon condusse Ramsay al tavolo
e lo fece sedere accanto a sé, sorridendo felice, mentre Ramsay non aveva
capito un cavolo di quanto era appena accaduto e si guardava attorno con aria
più stravolta del solito.
“Allora è vero che voi due fate cose!” disse Rickon, trionfante,
rivolto verso Theon. “Bran non mi vuole raccontare tutto quello che vede, ma
sono sicuro che sappia tutto quello che succede nella vostra camera da letto!”
Bran è un guardone, avrebbe
voluto rispondere Theon, ma per quella sera era già abbastanza. Rivolse a
Rickon un sorriso di circostanza e la cosa finì lì, mentre il banchetto
riprendeva e i brindisi e i festeggiamenti si sprecavano.
Quando il banchetto ebbe fine e la maggior
parte degli ospiti aveva lasciato il salone per andare altrove a fare cose, appunto, oppure a continuare
a ubriacarsi come se non ci fosse un domani, anche Theon decise che era
arrivata l’ora di ritirarsi. Si presentò di nuovo davanti a Sansa, ancora una
volta portandosi dietro un Ramsay che non era così entusiasta, si inchinò al
suo cospetto e la ringraziò con calore per averlo accettato come parte della
famiglia e per aver permesso anche a Ramsay di sedersi al tavolo d’onore con
loro.
Poi disse un’altra cosa.
“Anche Ramsay voleva ringraziarti per averlo
perdonato, è pentito di ciò che ha fatto e vuole mostrarti personalmente la sua
gratitudine per essere stata così magnanima con lui” riprese, afferrando il
giovane Bolton per un braccio e spingendolo in avanti con una gomitata non così
amichevole direttamente nel rene. “Vero,
Ramsay? Non essere timido, Lady Sansa sarà felice di accogliere le tue
parole.”
Era un momento catartico per Theon: in tutti quei mesi, ovviamente, si era reso
sempre più conto del fatto che ormai era lui a gestire Ramsay, ad averlo in suo
potere, a soggiogarlo e vincerlo anche con il sesso e le coccole… ma questa era
la dimostrazione più lampante, davanti a tutti ma principalmente per se stesso.
Questo avrebbe urlato al mondo che era Theon Greyjoy, ormai, a comandare tra i
due, alla faccia di Forte Terrore e delle sue segrete!
Ramsay era basito. Naturalmente non aveva
capito un accidenti del fatto che Theon volesse mostrare la sua forza e il suo
controllo e pensava solo che a lui di Sansa, degli Stark e di Grande Inverno
non sarebbe potuto fregare, strafregare e strafottere di meno… comunque non
sarebbe stata la prima volta in vita sua che fingeva e, per fare contento
Theon, poteva anche permettersi di dire due stronzate a caso e andare tutti a
letto contenti e sereni! Così si piazzò davanti alla Lady, le rivolse un bel
sorriso (avete mai notato che quando Ramsay sorride gli vengono le fossette? Io sì!) e si preparò un
discorsetto dei suoi.
“Lady Sansa, per me è stato un onore sedermi
al tavolo degli Stark” disse, e sembrava pure convinto! “Mi dispiace molto per
quello che mio padre ha fatto alla
vostra nobile famiglia e me ne vergogno, mi dispiace anche per aver accettato
di usurpare il posto che solo voi meritate come Lord del Nord e… sono commosso
per il fatto che, nonostante tutto, mi avete accettato. E sono anche ammirato
per il tipo di punizione che avete deciso di impartire a mio padre e ai Frey…
sinceramente nemmeno io sarei riuscito a escogitare di meglio! Sarete una
splendida Lady per Grande Inverno e il Nord è fortunato ad avervi.”
Per qualche istante rimasero tutti a bocca
aperta. In effetti Ramsay, quando voleva, era in grado di collegare il neurone
e tirar fuori un discorso che sembrava quasi quello di una persona normale, l’aveva
già fatto a Grande Inverno con i Lord alfieri degli Stark e ora lo faceva con
Sansa.
Però era sempre meglio non sfidare troppo la
fortuna. Theon, soddisfatto, si prese Ramsay sottobraccio e con un ultimo
inchino diede la buonanotte a Sansa e agli Stark, affrettandosi poi a
portarselo via prima che, magari, sparasse qualche boiata e rovinasse tutto!
Mentre si avviavano verso la loro stanza,
attraversando i corridoi della fortezza, Ramsay notò con la coda dell’occhio
Jaime Lannister che entrava furtivamente nella camera di Brienne. Visto che,
notoriamente, il giovane Bolton non si faceva mai i fatti suoi, si affrettò ad
afferrare il braccio di Theon per mostrargli la scena.
“Tu l’avresti mai immaginato? Quel Lannister
che si scopa la sorella adesso ha cambiato gusti, si interessa a quella tizia
che non si sa bene se sia una donna o un uomo” disse a bassa voce, con il
consueto tatto e nel modo meno politically
correct possibile!
A dirla tutta anche Theon era rimasto
piuttosto sorpreso, ma sinceramente lui era l’ultimo che potesse commentare i
gusti altrui! Per tutta la vita era stato un donnaiolo, fin troppo
superficiale, aveva considerato le ragazze soltanto come oggetti da spupazzare
a piacimento e poi buttare via… e adesso si ritrovava ad avere una relazione seria (vabbè, si fa per dire!)
con un ragazzo, e neanche con un ragazzo qualsiasi, ma con Ramsay Bolton, che, anche volendo sorvolare su ciò che aveva fatto
a lui personalmente, era un tipo imbarazzante, fin troppo schietto, mezzo
psicopatico e con un solo neurone che vagava indisturbato nell’abisso siderale
che era la sua mente. No, Theon non poteva assolutamente sindacare sull’attrazione
per qualcuno.
“Beh, meglio così per tutti. Magari sarà la
volta che Jaime Lannister si allontanerà da quella serpe della sorella e che
deciderà di combattere al fianco degli Stark e dei Targaryen, come fa Tyrion”
commentò, tirando via Ramsay prima che decidesse, magari, di andare a chiedere
chiarimenti a Jaime stesso sul fatto che facesse
cose con Brienne.
Tuttavia, mentre lo conduceva verso la loro
camera, Ramsay non poté trattenere una risatina.
“Certo che stanotte ne avrà di cose da spiare
quel guardone di Bran!” mormorò,
divertito.
Theon concordò, sperando in effetti che il
giovane Stark fosse talmente impegnato a godersi la novità di Jaime e Brienne
da non sintonizzarsi su ciò che
sarebbe accaduto nella loro stanza!
Ma non era finita. Girando l’angolo, i due si
imbatterono in Gendry, che al contrario di ciò che ci si sarebbe potuti
aspettare aveva proprio un’aria da funerale.
“Gendry Baratheon, vero?” lo apostrofò subito
Ramsay, felicissimo di poter andare a rompere le palle a qualcuno. “Io sono
Ramsay Bolton. Insomma, siamo proprio due
bastardi fortunati, noi, eh?”
E rise della sua stessa battuta che non
faceva ridere proprio nessun altro. Anzi, Gendry sembrava ancora più depresso.
“Beh, che c’è, non sei contento? Sei stato
riconosciuto unico Baratheon ancora in vita e nominato Lord di Capo Tempesta”
riprese Ramsay, che proprio non si rendeva conto di quando era il momento di
tacere.
“Non mi serve a niente essere Lord di Capo
Tempesta se non posso avere quello che ho sempre desiderato” replicò il
ragazzo, scuotendo il capo tristemente. “Ora che ho anch’io un titolo nobiliare
ho pensato che avrei potuto finalmente chiedere ad Arya di sposarmi, ma lei…
lei ha rifiutato dicendo che non vuole essere una Lady, che non fa per lei e
che mi troverò senza problemi una fanciulla più adatta come sposa. Ma io non
voglio un’altra, io amo lei, la amo fin da quando era una ragazzina cenciosa e…”
“Tu hai chiesto ad Arya di sposarti e lei ha
rifiutato?” si stupì Theon. Anche stavolta non era tanto stupito dal fatto che
qualcuno potesse essersi innamorato di Arya (anche se lui l’aveva sempre
considerata, detto senza tanti complimenti, un cesso), quanto dal coraggio dimostrato da Gendry nell’averla chiesta
in sposa. Non era poco che ne fosse uscito vivo, magari allora aveva qualche
speranza!
“Insomma, ma sei proprio un coglione!” reagì
Ramsay, sbuffando. “Perché queste cose le dici davanti a noi invece che a lei?”
Gendry lo fissò come se non capisse, ma a
dirla tutta Ramsay aveva detto l’unica cosa sensata di tutta la serata…
“Sì, ma che sei, scemo? Lei ha detto che devi
trovarti un’altra se vuoi una Lady, no? E tu dille che non la vuoi, una Lady!”
ribadì il giovane Bolton, come se spiegasse cose ovvie a un cretino integrale. “Dille
che vuoi solo lei e che non t’importa di Capo Tempesta, che ci metterai qualcun
altro e che ti basta che stiate insieme. È così difficile?”
Gendry parve illuminarsi: no, effettivamente
non era difficile, però lì per lì non ci aveva pensato e aveva avuto bisogno
che Ramsay Bolton lo facesse
ragionare (il che la dice lunga anche sull’effettiva intelligenza di Gendry…).
Era vero, Arya non aveva detto che non lo amava e infatti l’aveva anche
baciato. Aveva solo risposto che lei non sarebbe mai stata la Lady di un
castello… e lui, fesso, se n’era andato con la coda tra le gambe. Doveva
tornare subito a cercarla e dirle che l’amava e che l’avrebbe seguita ovunque,
che voleva solo stare con lei e che Capo Tempesta se la prendessero pure gli
Estranei o chi per loro, visto che gli Estranei non c’erano più!
In fretta, ringraziò Ramsay per il prezioso consiglio e corse a cercare
Arya.
Theon rimase perplesso a guardare il suo
compagno che, ancora una volta, aveva dimostrato un acume insospettabile.
“Ma… tu non la conosci quasi, Arya. Come hai
fatto a capire cosa avrebbe dovuto dirle Gendry?” gli domandò.
“Non è ovvio? Ho pensato a cosa avrei detto
io” rispose Ramsay, semplicemente. “A me non importa più niente di Forte
Terrore o di Grande Inverno o di qualsiasi altro posto e non voglio più essere
Lord di niente, tutto quello che voglio è stare con te, e ho immaginato che anche
per Gendry fosse la stessa cosa.”
Quelle parole così spontanee e allo stesso
tempo preziosissime emozionarono e commossero Theon fino in fondo al cuore e
anche più in basso. Passò il braccio attorno alla vita di Ramsay e si diresse
con lui verso la loro camera, stavolta con molta più urgenza e sperando di non incontrare
più nessuno. Ramsay gli aveva appena detto, a modo suo, che lo amava, che per
lui era tutto ciò che aveva al mondo, e Theon non si era mai sentito così
desiderato e accolto. L’affetto seppur morboso e ossessivo di Ramsay era
comunque un sentimento profondo e vero e lui… lui cominciava davvero a pensare
di essere tanto folle da ricambiarlo!
Ah, quella notte Bran Il Guardone ne avrebbe avute di cose da spiare!
Quando furono finalmente nella loro camera,
Theon lo strinse tra le braccia e lo baciò appassionatamente e profondamente,
travolgendolo come un fiume in piena, spingendolo sul letto e mettendosi sopra
di lui. Lo spogliò e si liberò delle proprie vesti, continuando a baciarlo e a
stringerlo, fino a seppellirsi in lui completamente fondendosi con il suo
corpo. Ramsay, stordito dalle emozioni di quell’indimenticabile giornata e
stravolto per gli abbracci appassionati di Theon, non capì bene cosa stesse
accadendo e poté solo accogliere con spontaneità e naturalezza il giovane
Greyjoy, mentre sentiva che gli tremavano le gambe e i polsi. Era del tutto
sopraffatto da Theon e si lasciò andare in sua balìa, desiderando solo che
quell’abbraccio appassionato non finisse mai.
Alla fine Ramsay era sfinito e disfatto ma
Theon non aveva ancora finito con lui: dopo tutto quello che era successo
quella sera dovevano anche parlare e
lui avrebbe dovuto spiegargli i suoi progetti per l’immediato futuro.
Lo strinse a sé con tenerezza e gli accarezzò
dolcemente i capelli scarmigliati.
“Ramsay, ti chiedo perdono per averti messo
da parte questa sera” disse. “È vero che poi ho cercato di rimediare, ma è
stato comunque imperdonabile da parte mia lasciarmi affascinare dagli Stark e
ferirti lasciandoti solo. Tyrion aveva tutte le ragioni ad essere arrabbiato
con me e anche tu. Al contrario, tu mi hai fatto capire cosa conta veramente
quando… quando si ama qualcuno.”
Theon non aveva dimenticato ciò che Ramsay
aveva consigliato a Gendry!
“E io voglio stare con te, voglio averti con
me per sempre, però sento anche di doverti spiegare che, anche questa volta,
non torneremo subito a Pyke, sebbene te lo avessi promesso” riprese poi,
abbracciando e accarezzando il compagno. “Ho il dovere di combattere al fianco
degli Stark in quest’ultima guerra per il Trono di Spade, specialmente ora che
mi hanno accettato come uno di loro. Però… ecco, alla fine di tutto vorrei anche
ritrovarmi di nuovo con te, poter davvero tornare alle Isole di Ferro e vivere
insieme come ti avevo promesso. Gli Stark sono la mia famiglia, ma lo è anche
Yara e tu sei… tu sei il ragazzo che amo. Puoi fare quest’ultima cosa per me e
combattere al mio fianco?”
Era la prima volta che Theon gli diceva che lo amava e che gli chiedeva il suo
parere. Ramsay era stravolto e felice, il neurone impazzito quasi si fondeva
per l’emozione!
“A me basta stare con te, non voglio altro,
come ho detto a Gendry” ammise a voce bassissima. “Combatterò al tuo fianco,
non per gli Stark ma per te… anche perché sennò tu ti faresti ammazzare, come
hai rischiato con il Re della Notte. Non ce la puoi proprio fare senza di me!”
“No,
infatti, non posso” scherzò Theon. Sorrise felice e baciò di nuovo Ramsay, un
bacio profondo, intimo, infinito ma anche incredibilmente dolce e tenero. E,
dopo quel bacio, lo avvolse nel suo abbraccio per addormentarsi insieme a lui, due solitudini che finalmente si erano
trovate per completarsi. La guerra per il Trono di Spade sarebbe presto
ripresa, ma a loro importava solo viverla insieme… e chissà quanti casini
sarebbero riusciti a combinare!
Ma questo lo scoprirà
chi avrà voglia di proseguire questo folle viaggio con me e con i nostri due
improbabilissimi protagonisti…
FINE