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Autore: oops_logout    09/07/2022    1 recensioni
Yuri va in prigione per parlare con Volkov solo per smentire le affermazioni di Sergej.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Boris, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Numero parole: 1142

Cosa serve per...

 

Inizio 

Yuri si era incaponito con la sua idea, per allenare e fare quel che faceva Volkov non occorreva alcuna competenza particolare se non saper fare, e che l’unica cosa di cui aveva davvero bisogno non era studiare, ma qualcuno abbastanza ricco da finanziare la sua idea, ma nonostante la sua granitica ostinazione Sergej perseverava nel cercare di fargli capire che la sua idea era del tutto sbagliata. «Per l’ennesima volta Yuri, gli scienziati erano laureati, e gli allenatori più che qualificati, anche Volkov lo era», Yuri chiuse gli occhi e girò la faccia per non guardarlo, stringendo ancor di più le braccia, se avesse potuto erigere un muro per non vedere e sentire Sergej che gli dava contro lo avrebbe fatto. «Anche gli allenatori che ci seguono adesso sono qualificati per farlo. Non basta essere il capitano di una squadra, tra l’altro juniores, per diventare automaticamente allenatore», Yuri calcò il muso continuando a porre gelida distanza dall’amico. «Se non mi credi, chiedilo agli allenatori»
«Loro non erano capitani, né atleti di rilievo, è ovvio che hanno dovuto studiare»
«Non è così Yuri, anche se fossero stati atleti o capitani, avrebbero dovuto studiare per forza per fare quello che fanno» Sergej digrignava i denti dal nervosismo, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi o almeno urlargli contro, ma cominciare a litigare con Yuri sarebbe stato assolutamente controproducente e del tutto a suo svantaggio. Fisicamente lo avrebbe potuto abbattere con un nonnulla, ma emotivamente Yuri sapeva essere veramente un mostro cominciando una lunghissima guerra fredda attuando comportamenti ostili e fastidiosi, cattivo e al limite dell’infantile, assolutamente insopportabile. «Fai una cosa, vai in carcere e chiedilo personalmente a loro, chiedilo personalmente a Volkov. Vedrai che ho ragione io» sogghignò sotto i baffi, non ce lo vedeva proprio Yuri ad andare in carcere a chiedere delucidazioni a Volkov o agli scienziati che con lui e altri ragazzi avevano fatto i loro comodi.
 
Con sua grande sorpresa, circa una decina di giorni dopo, Yuri andò assieme a Boris in carcere a far visita a Volkov.
 
«Io però non entro» erano davanti al carcere, una struttura cupa con alte mura, cancelli e filo spinato, pullulava di guardie con accanto grossi cani.
«Boris, a che sei venuto a fare se non entri?»
«Mi hai costretto tu a venire. Non potevi farlo da solo?»
«Certo che potevo» il tono di voce sicuro ed il passo deciso erano in contrasto con lo sguardo inquieto, Yuri infatti non si sentiva affatto a proprio agio, lo stesso valeva per Boris che come l’altro cercava di nascondere l’apprensione per quel posto.
«E allora perché trascinarmi qui?»
«Perché… devi sentire anche tu cosa dice, così potrai confermare davanti a Sergej che io ho ragione» palese bugia, Yuri si era trascinato dietro Boris perché non aveva intenzione di entrare in quel posto e incontrare Volkov da solo, ma più che Volkov era la prigione a metterlo a disagio, sapeva benissimo che non era un posto dove andare a fare un’allegra scampagnata.  
Seguivano due guardie, i cancelli si aprivano e si chiudevano con secco rumore metallico preceduti ogni volta da un forte segnale acustico che puntualmente faceva sobbalzare entrambi i ragazzi. Le guardie li accompagnarono in una stanza rimanendo all’esterno per sorvegliare la situazione. Volkov fu molto lieto nel vederli e spaventosamente accogliente e caloroso nel salutarli.
«Che piacevole sorpresa! Cari ragazzi, cari. Cos’è che vi porta qui? Da un povero vecchio in questo squallido e lugubre posto. Non è un luogo adatto a due giovani come voi, accadono cose orribili qui dentro..»
«Zitto un po’» ordino Yuri irritato dalle chiacchiere.
«Sempre così ostile Ivanov, una vera e propria serpe velenosa» brontolò Volkov. Non si aspettava di certo che Yuri fosse contento di rivederlo, ma almeno una risposta con un tono meno cruento non era pretender troppo secondo lui. «Cos’è che ti porta qui? Di certo non sei venuto a trovarmi perché senti la mia mancanza»
«Per me puoi anche morire in questo preciso istante» sibilò astioso, Volkov parve molto offeso da tale cattiveria, «comunque, Sergej dice che gli scienziati erano tutti laureati, gli allenatori qualificati e anche tu hai studiato per fare quel che facevi. Io invece credo che non è vero e che eravate tutti una banda di pazzi invasati con la fortuna di aver avuto un idiota che vi finanziava» si fissarono per qualche istante e ad un certo punto Volkov cominciò a ridere a crepapelle tanto da non riuscire più a respirare, aveva le lacrime agli occhi per tutte quelle risate. Quel comportamento irritò fortemente Yuri a cui venne un tic nervoso all’occhio e graffiava il tavolo con le unghie, Boris era preoccupato che l’amico potesse fare qualche pazzia e rimanere internato anche lui in quel brutto posto. Volkov si calmò poco a poco, spezzando le sue risate con profondi respiri.
«Certo che abbiamo studiato ragazzino. Cosa credi, che per fare quel che facevamo basta avere soldi e tanta fantasia? Io modestamente ho ben quattro lauree. Ma che ne sai tu, mocciosetto raccattato in strada» le ultime parole furono dette con tono derisorio.
«E dove avete studiato? All’università del male? Da nessuna parte insegnano a fare quel che facevate»
«All’università del male. Sei ignorante ma hai fantasia ragazzino» beffardo Volkov, Yuri adirato, Boris si era avvicinato alla porta pronto a farsi tirar fuori nel caso in cui fosse accaduto qualcosa. «Certo, occorreva anche una certa sadica fantasia per fare quel che facevamo, ma non basta la fantasia, bisogna avere solide basi per rendere realizzabile l’impossibile. Ricorda la magnificenza del nostro operato, eravamo gli unici in tutto il mondo a creare potenti bestie in laboratorio, nemmeno gli americani c’erano arrivati prima di noi. E poi guarda dove sei arrivato, e questo grazie a me, alla mia inventiva, conoscenza, intuito, grazie ad un team di formidabili scienziati colti e capaci. Avevamo creato le bestie perfette, i blayder perfetti» la sua anima ardeva nel dire tutte quelle cose, «ma poi tutti voi, massa di ignoranti, avete rovinato tutto, anche tu Yuri hai rovinato tutto. Per idiozie come la moralità, il rispetto, l’etica, l’amicizia. Tutte baggianate che ostacolano la grandezza. Ma dimmi un po’, sei venuto fin qui solo per chiedermi questo?»
«Si»
«Oh.. bene… se vuoi ti dico come fare per riprendere il grandioso progetto, tu hai talento.. sei giovane, puoi imparare un sacco di cose..»
«No, non mi interessa. Andiamo Boris» Si alzò dalla sedia e assieme a Boris furono scortati dalle guardie fuori dal carcere lasciando lì Volkov con un senso di vuoto. Tornarono a casa, Boris non disse una sola parola per tutto il tempo, Yuri era nervoso, aveva torto e Sergej ragione. Quando rientrarono il grosso amico li attendeva con aria compiaciuta seduto sul divano davanti la televisione, Boris sgattaiolò lontano per non venir coinvolto.
«Allora» cominciò gongolante Sergej «Ho ragione io?»
«Taci»
«Ho ragione io» aprì una lattina di gazzosa e bevve soddisfatto.

Fine 


I personaggi del manga/anime Beyblade di Takao Aoki sono stati utilizzati in questa fanfic.
   
 
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