Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Spirit734    21/07/2022    3 recensioni
Il Torneo Tremaghi è sempre stato un evento eccezionale, alcuni dei nostri eroi dovranno destreggiarsi tra le sfide di magia per poter emergere, ma in questa storia l'evento non sarà come tutti se lo sarebbero aspettato: Una terribile tragedia sta colpendo le mura di Hogwarts, gli strani incubi di Anna non hanno fine e gli studenti si ritroveranno ad indagare su un male ben più grande.
[Hogwarts/AU - Crossover Disney/Dreamworks e altri film]
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 48: Gettare la maschera
 

Just do the next right thing | Anna disney, Frozen pictures, Anna frozen


 

La Seconda Prova era ormai conclusa e non lontani dalla folla, anche i membri del Ministero si stavano godendo con curiosità la scena.
Dorothea non la smetteva di applaudire con enfasi, stessa cosa anche George.
"Lo trovo giustissimo! L'altruismo va sempre ricompensato!" disse lei.
Anche Filippa annuì in sostegno "Sono d'accordo. Ma l'altruismo poteva costargli la vita in questa sfida."
Agenore, tra i quattro, sembrava quello più scontento: teneva le braccia incrociate e borbottava qualcosa a bassa voce "Pensavo che avremmo assistito alla sfida per intero. Perché Nord ha voluto impedirci la visuale?"
"Forse per lasciare un po' di privacy ai concorrenti!" rispose vivacemente Dorothea.
L'uomo strabuzzò gli occhi "Privacy? Il Torneo Tremaghi deve anche intrattenere gli spettatori! Non si è ..."
"Ohhh insomma. Basta bofonchiare!" si intromise George, indispettito "Nord è stato gentile ad invitarci, vedi di portare rispetto."
Quello scatto lasciò sorpresi tutti i presenti, riuscendo perfino a zittire Agenore che si ritrovò ad annuire in risposta. Era difficile infastidire uno come George Hautecourt, un uomo di per sé per lo più allegro e positivo, ma non tutti sapevano della sua lunga amicizia con Nicholas Nord e del grande rispetto che teneva per lui.
Lo avrebbe difeso sempre, in ogni occasione.
"Qualcuno ha visto Elinor?" chiese poi Filippa, guardandosi attorno.
Non si era più fatta viva dopo che si era allontanata con quei ragazzi, si chiedeva se le fosse capitato un imprevisto proprio con la figlia, dal momento che le sembrava di non aver visto nemmeno lei tra i Grifondoro.



I Campioni nel frattempo si stavano godendo tutti gli elogi meritati da parte dei loro compagni ed Elsa in particolare sembrava leggermente più sicura di sé. Certo, non si lanciava in manifestazioni di affetto come magari avrebbe fatto sua sorella, ma era evidente a chiunque del suo cambio di atteggiamento. Normalmente avrebbe evitato ogni sguardo, cercando di allontanarsi il più possibile, mostrava sempre quella timidezza tipica del suo carattere, tuttavia sembrava più propensa a rispondere ai compagni ed interagire quando le facevano una domanda.
Molti avrebbero potuto pensare si trattasse solo di semplice euforia dovuta alla vittoria, nessuno avrebbe potuto anche solo immaginare che in realtà, in quel labirinto Elsa aveva sfoderato un potere inimmaginabile, e ce l'aveva fatta.
A Pitch questo dettaglio non sfuggì e sorrise al pensiero che finalmente le cose sembravano muoversi per la strada giusta.
Uberta si fece largo tra gli studenti, teneva tra le mani un ventaglio che non smetteva di sventolare talmente era emozionata per la prova.
"Lo sapevo! Lo sapevo!" si sporse poi verso Sinbad che ancora stava parlando con Tadashi "Visto Sinbad?! Sapevo che la mia pupilla ti avrebbe dato del filo da torcere!" 
Si era messa ad urlare nel bel mezzo della folla, facendo scoppiare a ridere chi era vicino a lei, anche Elsa fece per trattenere una risata.
Sinbad la indicò, rispondendo nello stesso tono provocatorio della donna "Il boccino è ancora in gioco, Uberta. Il ragazzo qui la straccerà!" 
Tadashi si sentì preso alla sprovvista e forzò un sorrisetto impacciato, mentre suo fratello Hiro non faceva che tempestarlo di domande.
La preside fece per rispondere, ma la voce di Nord la interruppe "Uberta, non ti facevo così competitiva."
La donna si ricompose immediatamente, tornando col naso all'insù ed un'espressione totalmente impassibile "E' pura e semplice sportività, Nicholas!" poi si allontanò, facendo un breve cenno ad Elsa di seguirla.
Prima di andare però, sentì nuovamente la voce rassicurante del preside "Come stai davvero? Mi auguro che tu non abbia avuto troppi... Problemi."
Lei rispose con un sincero sorriso "No. O almeno... Non alla fine."
"Quindi allenamenti funzionano?"
"Si. Stanno funzionando. Non pensavo di poterlo dire ma..." abbassò nuovamente il capo per guardarsi le mani "Posso farcela. Posso controllarlo..." 
"Lieto di sentirtelo dir..."
"E fargli fare quello che voglio."
In quel momento, il sorriso dell'uomo si spense. 
Elsa si accorse di averlo interrotto ed alzò subito il capo verso di lui "M_mi scusi... Stava dicendo?"
Non poteva nascondere di aver avuto una strana sensazione al riguardo. Forse il tono usato in quel momento o quel piccolo luccichio nei suoi occhi, ma fu solo un istante, perché Elsa era tornata a guardarlo con un'espressione dispiaciuta sul volto, temendo di averlo infastidito.
Nord la guardò e riprese a sorridere, come se non fosse successo nulla.
"Niente di importante." si chinò, lanciando una veloce occhiata nella zona dove si erano raggruppati dei ragazzi di Beauxbatons "Uberta vuole sfoggiarti ancora un po'."
Lei rise, ma poco prima di salutarlo, vide sua sorella Anna a pochi metri e questa volta, non si ritirò. Iniziò a fare dei passi verso di lei, lungo la strada vide passarle vicino il professor Pitch, che si limitò a rivolgerle un debole sorriso. Sapeva che sarebbe stato strano per gli altri vederlo a congratularsi con la Campionessa di un'altra scuola, lui che non aveva nemmeno mai fatto il tifo per i suoi alunni. 
Pitch aveva raggiunto Nord subito dopo, facendo col capo un lieve cenno ad Elsa.
"Sta andando bene."
Nord annuì, sembrava aver apparentemente trovato la sicurezza di prima "Ero preoccupato, lo ammetto. Ma... Dice di aver controllato potere. Sembra felice."
Gli occhi di Pitch passarono da lui ad Elsa. Nonostante il tono, avvertiva un leggero timore nella sua voce "Sta assaporando il controllo per la prima volta. Come può non esserlo?"
Al contrario, il suo atteggiamento sembrava molto più tranquillo e questo fece rilassare notevolmente Nord, che riprese a fissare la giovane con più convinzione. 
"Spero di star facendo cosa giusta."
Pitch sorrise "Lo è."



"Ciao Anna."
Elsa era finalmente riuscita a raggiungerla, si trovava di fronte a lei, combattuta se avvicinarsi ancora un po', ma l'espressione della sorella le fece capire di non andare oltre.
Non era arrabbiata, era semplicemente vuota, come se ormai si sentisse stanca perfino di essere in collera.
Ma questa volta, lei non demorse e si diede quella piccola spinta di coraggio in più.
"Volevo solo... Ecco..."
"Congratulazioni. Per il primo posto" la interruppe.
Quelle parole la bloccarono. Anna aveva sorriso, anche se non era uno dei soliti che le rivolgeva, la fece sentire un po' meglio.
Poi la vide muovere un piede per andarsene e a quel punto si sporse ancora, arrivò quasi a prenderla per un braccio, ma all'ultimo lo ritirò.
Anna la guardava in silenzio.
Sentì di nuovo quella sensazione pesarle come un macigno sullo stomaco, ma sapeva che doveva parlarne, e sentiva che se avesse continuato a tergiversare, quel poco coraggio che le rimaneva sarebbe ben presto scemato.
"Io... Non avrei voluto arrivare a tanto." disse, fissandola negli occhi "Mi credi su questo... Vero?"
Il silenzio che ne scaturì sembrò durare ore. 
Vide poi Anna annuire e tirare fuori un debole sorriso.
"Si."
Non disse altro, ma per Elsa fu sufficiente per farla tornare a sperare.
"Vorrei solo che fossi stata sincera con me fin dall'inizio."
"Hai ragione." disse "Ma il mio pensiero è sempre stato il tuo bene."
"Non ti ho mai chiesto di farlo."
"Non ce n'è stato bisogno. Sono tua sorella. Devo proteggerti."
"E chi protegge te?"
Elsa esitò.
Non si aspettava una risposta del genere e di certo non sapeva come affrontarla.
Ma ad Anna non sembrava importare molto di quella risposta, voleva semplicemente capire.
"Ti andrebbe di parlare più tardi?" domandò speranzosa. Si stava torturando le mani, mentre Anna di fronte a lei stava facendo la stessa cosa ma con una sua treccia.
"...Ti prego."
Alla fine la vide annuire in risposta e questo la fece immensamente felice.
"Possiamo vederci dopo pranzo, al cerchio di pietre?"
Lei annuì ancora ed entrambe questa volta si sorrisero.
"DOV'E' LA MIA CAMPIONESSA?" sbraitò Uberta non lontana da loro "Servono le foto per il prossimo numero della Gazzetta!"
Elsa alzò gli occhi al cielo e, dopo aver congedato Anna con un saluto, raggiunse la preside ed altri compagni di Beauxbatons, con la mente ormai al pensiero di poter finalmente parlare con sua sorella in privato. Senza essere disturbate.
Mentre la guardava allontanarsi da lei, il sorriso di Anna scomparve, lasciando spazio a quella vocina in testa che le ricordava le parole di Kristoff.
"Non avvicinarti a lei per il momento. Non da sola."
Aveva ragione, ma in parte sentiva di voler conoscere di più, voleva capire da cos'era nato tutto questo. Si ricordava che Elsa era sempre stata portata con la magia, ma mai avrebbe immaginato un potere del genere.
Il pensiero che l'abbia tenuto nascosto tutti quegli anni, facendole cancellare pure la memoria a discapito di quello che era successo, coinvolgendo le sue tutrici a quella bugia...
Era preoccupata sì, ma dentro sentiva anche tanta rabbia.
Ogni volta che ci pensava, sentiva come una fitta allo stomaco e il ricordo di quella sera al ballo prendeva piede nella sua mente.

 

"DIMMELO!"

"I nostri genitori!"


Quell'attimo restava impresso nei suoi ricordi: la rabbia e la frustrazione nei suoi occhi, la vista di Jack inerme di fronte a lei.
Era arrabbiata, ma non riusciva ad odiarla, non completamente. 
Nonostante tutto, restava pur sempre sua sorella. Ma quei fatti, uniti all'orrendo sogno che faceva quasi ogni notte, ora avevano preso una consapevolezza ben diversa.
Sua sorella farebbe potuto farle davvero male? 
Poi ecco che sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla e trascinarla più indietro, in un primo momento immaginò che fosse Kristoff vista la presa, ma poi si ricordò che lui ed altri studenti si erano offerti di aiutare il rientro delle Creature Magiche dal labirinto subito dopo il termine della sfida.
E quando si voltò, vide davanti a lei un ragazzo con cui aveva scambiato si e no poche parole durante gli anni. Si chiamava: Ian Lightfoot.
"Ehm...Ciao" lo disse un po' titubante "Vuoi... Parlare con me?"
Non capiva perché l'aveva messa da parte in quel modo, come se avessero molta più confidenza del normale. Forse si era confuso con qualcun'altra. Ma poi, osservandolo meglio, notò alcune ciocche dei suoi capelli scuri farsi mano a mano di una tonalità sempre più vicina all'arancio.
"Anna, sono io" quando i suoi occhi si incrociarono con quelli verdi dei suoi, istintivamente capì.
"...Hans?"
Lui annuì e le fece cenno di allontanarsi ancora un po'.
"MA COS..."
"Shhh!" la fermò, avvicinandola a sé e solo allora  notò di come il suo sguardo continuasse a vagare da lei agli insegnanti ben più distanti, come se temesse di essere riconosciuto.
Anna d'altra parte, doveva ancora metabolizzare il perché si trovasse li, non immaginava un suo ritorno ad Hogwarts, non le aveva raccontato nulla nelle lettere anzi,  era sembrato piuttosto vago al riguardo.
"Cosa ci fai qui? E perché ti sei conciato in questo modo?" fu tutto quello che riuscì a dire, Hans la prese per le spalle e la condusse di qualche passo ancora più distante prima di rispondere.
"Dopo l'evento del ballo non sarei dovuto tornare..." si fermò, passandosi una mano sul viso, come per cercare di contenere la rabbia "La situazione mi è sfuggita di mano ed ora probabilmente il preside sa..."
Anna continuava a fissarlo senza dire una parola. In tutto quel tempo che aveva imparato a conoscerlo, era sicura di non averlo mai visto così agitato.
"Di... Di cosa stai parlando?"
Hans scattò "Svegliati Anna. Di me, di Elsa, chi altri!" ma subito dopo si fermò e, con un'inaspettata calma, assunse un tono di voce più tenue e controllato "Scusa, scusa. Sono solo agitato, non dovrei prendermela con te" si passò nuovamente una mano sul viso, che ormai sembrava star tornando alle sue fattezze normali.
"Se hai paura di farti scoprire, allora perché sei qui con QUESTO aspetto e... Un momento..." si fermò, ripensando per bene a quello che aveva appena detto "Perché non vuoi che Nord sappia che sei tornato?"
Hans non rispose o almeno, non fece in tempo, perché lei lo fece al suo posto "Per la faccenda di Elsa. Tu sapevi del suo potere fin dall'inizio e l'hai tenuto nascosto."
"Anche Nord lo sta facendo, o vuoi forse dirmi che tutti quegli studenti sono così tranquilli attorno ad una persona tanto pericolosa?" la schernì.
Fece un passo verso di lei ma questa volta la vide indietreggiare in risposta.
L'espressione di Hans si ammorbidì "Ascolta... Non te l'ho detto solo per proteggerti. Ho provato a mettere in guardia i tuoi amici, ma non mi hanno voluto ascoltare."
"Come pretendi che qualcuno ti possa credere se non racconti la verità?" disse, abbassando lo sguardo "Che ti sta succedendo? Tu...Tu non sei così."
Se non avesse avuto la conferma che fosse lui, non avrebbe mai immaginato che quello fosse Hans. C'era qualcosa di strano nel suo modo di comportarsi, qualcosa di ambiguo, intimidatorio...
Per la prima volta sentiva una terribile sensazione sulla bocca dello stomaco, una vocina nella sua testa che le diceva di stare in guardia.
E la cosa non le piacque per niente.
Come poteva aver fiducia in qualcuno che non voleva dirle la verità?
Si morse le labbra e, dopo un lungo momento, sputò fuori tutto i suoi dubbi "...Volevi fare del male ad Elsa?"
Hans smise di agitarsi e fece per posarle una mano sulla spalla, ma lei si scostò immediatamente.
Sorrise appena "Anna..."
"Dimmi la verità. Ti prego."
A quel punto tornò a fissarla, rispondendo al suo sguardo "Vieni con me e ti spiegherò tutto."
Anna strabuzzò gli occhi "Cosa? No io..." ma non appena Hans le fece cenno di abbassare il capo, vide la bacchetta puntarle il petto. 
"La mia non era una richiesta" le sussurrò.
La ragazza boccheggiò qualcosa ma furono parole al vento, perché in quell'istante capì che l'opinione di Merida era sempre stata corretta. Hans la stava minacciando, nel suo sguardo non c'era alcuna esitazione, il sorrisetto era sempre presente, quasi a volerla rassicurare che se fosse stata buona, non le avrebbe fatto veramente del male.
Ma in quel momento, di fronte alla verità dei fatti, Anna non sarebbe riuscita a credergli comunque. Si sentiva così stupida ed ingenua per essere caduta nelle sue grinfie.
E forse, questo venne letto un po' nel suo sguardo da Hans che le si avvicinò, accarezzandole delicatamente una guancia "Cara dolce Anna... Non guardarmi in questo modo. Non sono io il vero cattivo qui."



 

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ANGOLO AUTRICE:


Eccoci arrivati ad un momento importante! Stanno uscendo pian piano gli altarini, vi avverto che nei capitoli seguenti ci saranno un po' di sorprese, a cominciare da Hans.
Visto quello che succede nel canon, mi sembrava doverono dargli un ruolo del genere e mi piaceva mantenere l'effetto inganno per Anna.
So che alla fine non resta proprio una "sorpresa" per lui, visto che ha sempre tenuto questo atteggiamento molto ambiguo, e in effetti all'inizio avevo altri piani, ma renderlo totalmente buono mi sembrava assurdo.
Hans ha un bel potenziale secondo me, bisogna solo sfruttarlo a dovere.
Verrà approfondito maggiormente più avanti, il perché, il suo scopo. Insomma, spero di creare un bel personaggio.
Anche se inizialmente nel canon non mi era piaciuto (ma proprio per niente🤣) il suo capovolgimento "da interesse amoroso" a "cattivo", riflettendoci poi, col giusto spazio e migliorando le sue scene, credo che avrebbe potuto rendere tanto, ecco perché ho deciso di inserirlo in questa storia e dargli questo ruolo.
Accadranno cose nei capitoli seguenti.

Ian Lightfoot è uno dei protagonisti del film Pixar "Onward".

 
~A presto!~
  
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