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Autore: nikita82roma    22/07/2022    6 recensioni
Una visione alternativa del primo anniversario di matrimonio.
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Auguri.”
Si era affacciato alla porta del suo ufficio timidamente. Gli aveva detto che non lo voleva più vedere lì, ma quel giorno non poteva non andare.
Beckett lo guardò senza rispondere. Prese dalle sue mani la rosa rossa che le stava porgendo e nel farlo le loro dita si sfiorarono prima che Rick accarezzasse il dorso della sua mano.
“Sai che giorno è oggi?” Le chiese con una punta di quel risentimento che faticava sempre più a tenere a bada.
“Certo che lo so, Rick!” Le parole di lui la ferirono. Poteva mai dimenticarlo?
“Beh, magari non te lo ricordavi… O non volevi ricordarlo” Disse Castle scoraggiato.
“Credi veramente che potrei non ricordarmi che oggi è oggi o che non voglio? Sono giorni che sto pensando ad oggi.” E aveva omesso di dire che pensarci faceva male. Annusò la rosa e poi l’appoggiò sulla sua scrivania. Vicino alla loro foto.
“Non lo so, Beckett. Non so più a cosa credere…”
“Ti va un caffè?” Gli propose prendendolo in contropiede.
Lo vide andare verso la sala relax ma gli prese la mano e lo condusse verso gli ascensori.
“Non qui.”

Andarono nella caffetteria preferita di Beckett vicino al distretto e fu lei a prendere due caffè da asporto. Gli aveva chiesto di aspettarlo fuori e contrariamente a quanto lei pensasse, accettò di buon grado di farlo.
Il freddo di novembre cominciava a farsi sentire, ma lei gli propose di fare due passi, così camminarono apparentemente senza meta e in silenzio per qualche isolato, fino a raggiungere il loro parco e le loro altalene. Non c’era bisogno che si dicessero nulla. Presero posto ognuno dove sapevano che si sarebbero dovuti sedere. Non c’era nessuno a quell’ora della mattina, solo qualche jogger che passava correndo immerso nella musica delle proprie cuffie.
“Avevi il sorriso più dolce del mondo e sembravi un bambino impaziente e spaventato e io non riuscivo a smettere di sorridere guardandoti mentre camminavo verso di te. Facendo quei passi ho realmente capito quanto lo volessi, più di quanto non avessi mai capito di volerlo.” Gli disse Kate dondolandosi appena guardando dritto davanti a sè, tenendo il caffè tra le mani.
“Ma non lo vuoi più”. Le parole di Castle erano macigni.
“Non è così, Rick.”
“E com’è?”
“È difficile. Ma non devi pensare che… Io ti amo, e ti amerò sempre, qualunque cosa accada. Questo non lo dimenticare mai.”
“Cosa deve accadere Kate? Accadrà quello che tu vuoi far accadere!”
Rimasero ancora un po’ in silenzio. Non era facile per Beckett rispondere alle sue domande. Avrebbe dovuto dirgli troppo e non poteva. E non voleva.
“Ti ricordi dopo la cerimonia, quando Martha, Alexis e mio padre se ne sono andati e siamo rimasti soli?”
“Come potrei non ricordarlo…” sorrise scuotendo la testa.
“Non quello che stai pensando! Prima!” Sorrise anche lei per un attimo, pensando al loro dopo movimentato, festeggiando da soli il loro matrimonio “Sono rimasta a guardare fuori, dalla vetrata, il punto dove ci eravamo sposati, mentre tu eri andato a prendere lo champagne.  Ho capito che avevamo solo perso mesi e mesi ad organizzare tutto per scegliere l’abito, la location, la data giusta… ma non aveva importanza. Non contava nulla. Era perfetto così. Eri tu l’unica cosa che contava quel giorno, era diventare tua moglie e che tu diventassi mio marito. E tutte le preoccupazioni che avevo avuto mesi prima per la location distrutta e l’abito rovinato non contavano niente, perché contavi solo tu. E tu c’eri.”
“Io ci sarei sempre, se tu lo volessi.”
“Ogni sera, quando sono sola guardo fuori dalla finestra, penso a quel momento. Penso a te. Ti penso talmente tanto che in alcuni momenti credo che tu possa arrivare dietro di me e abbracciarmi, come hai fatto quella sera.”
“Se sapessi dove sei, lo farei.”
“Lo so. Per questo non te l’ho detto.”
Beckett si alzò dall’altalena, Castle accennò a farlo anche lui ma lei gli fece cenno di aspettare. Prese anche la sua tazza di caffè ormai finita ed andò al cestino vicino a buttarle. Approfittò di quegli istanti di solitudine per asciugarsi le lacrime e respirare profondamente. Lo guardava mentre camminava verso di lui e sentiva il suo sguardo addosso. Era il loro primo anniversario di matrimonio e l’unica cosa che sapeva era che non sarebbe dovuto essere così.
“Quando ti ho detto che era per sempre, io ci credevo veramente, Kate. Non dovresti essere sola, senza il calore del mio abbraccio.” Le disse alzandosi appena fu abbastanza vicina e ora erano in piedi uno davanti all’altra.
“Io credo ancora oggi in tutto quello che ti ho detto. Il tuo abbraccio… il tuo sorriso” gli accarezzò le labbra con le dita “sono la cosa a cui mi aggrappo ogni volta che penso di non farcela.”
“Però mi hai escluso dalla tua vita.”
“È complicato.”
“No, Kate, non deve esserlo. Tu vuoi che lo sia.”
“Pensi che per me sia facile? Che io voglio tutto questo?” Scosse la testa guardando in basso.
“E chi lo vuole allora Kate? Io no di certo!”
“Essere tua moglie, essere amata da te, è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Tu sei la cosa più importante della mia vita e per tenerti al sicuro sarei pronta a rinunciare a tutto quello che ho di più bello.”
“Morirei per te Kate.” Le disse prendendole la mano.
“Lo so. Proprio per questo, Castle…”
“In qualsiasi guaio ti sei messa, ne possiamo uscire insieme. Non posso guardarti affogare nelle tue ossessioni.”
“Non voglio trascinarti a fondo con me.”
“Sono già a fondo.”
“Non posso permettere che un’altra persona che amo muoia.”
“Non vivrei se ti accadesse qualcosa. Preferisco rischiare ogni cosa al tuo fianco che vivere al sicuro lontano da te. Non dirmi che aveva ragione Bracken, per favore…”
Kate si allontanò di qualche passo dandogli le spalle. Lo sentì arrivare poco dopo, quando l’abbracciò. Beckett si appoggiò con la schiena al suo corpo.
“Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto. Ogni giorno è più difficile. Ho paura che ti accada qualcosa se faccio un errore, ma starti lontana è sempre più difficile e fa sempre più male.”
“Non devi farlo.”
“È l’unico motivo per cui sei vivo. Perché sono stata abbastanza credibile da convincerli che non stavamo più insieme”.
“Potevi dirmelo. Potevamo fare finta insieme. Sarebbe stato diverso.”
“Ho avuto paura. Pensavo che ce l’avrei fatta più velocemente e invece sono al punto di partenza e sto perdendo. Sto perdendo tutto, sto perdendo anche te.”
“Questo non accadrà se non lo vuoi.”
“Non lo voglio.” Gli disse voltandosi, ora erano a pochi centimetri di distanza, gli occhi fissi su quelli dell’altro.
“Cosa vuoi, Kate?”
“Te. Come sempre.” Gli disse prima di baciarlo lì, in quel parco. Aveva appena messo un bersaglio sulla schiena di suo marito, buttato mesi di lavoro e sacrifici, e messo entrambi in pericolo. Ma non poteva più resistere.
Sentì il cellulare squillare in tasca e lo sentì anche Castle. Lui si allontanò dalle sue labbra per permetterle di rispondere. Le spostò una ciocca di capelli dal volto. Avrebbe visto solo in seguito che era Vikram.
Non rispose e lo baciò ancora. Avrebbe combattuto ancora, ma insieme a lui, come avrebbe dovuto essere.
“Sempre.” Gli disse lui tra un bacio e l’altro e se avesse dovuto andare all’inferno per lei, ne sarebbe comunque valsa la pena.

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Presto ci saranno novità su Abyss. O meglio ci sarà un Abyss 2.0

   
 
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