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Autore: ineffable    23/07/2022    1 recensioni
A Crowley viene ordinato di salire in superfice per spiare quella nuova struttura angelica che sicuramente nasconde qualcosa di interessante, ma quando arriva al suo cospetto gli occhi del demone ricadono su una figura che non risucirà a dimenticare facilmente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Dio, Hastur
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello hello


Crowley si sentiva solo laggiù negli inferi, tutti quei demoni che dovevano essere composti della sua stessa natura non lo rappresentavano, si sentiva diverso, escluso, non era come loro e lo sapeva bene e probabilmente anche loro lo sapevano per questo motivo lo tenevano a distanza, lo guardavano con sospetto, nessuno gli rivolgeva mai la parola se non fosse estremamente necessario e lui nemmeno ci teneva a diventare loro amico e non voleva instaurare alcun tipo di legame.
Certo forse si comportavano così perché erano demoni e per natura non si fidavano di nessuno, non andavano in cerca di amicizie ma lui sentiva che quel grande gruppo di creature infernali formavano un entità unita da cui lui si sentiva escluso e si escludeva a sua volta, per questo passava i giorni rannicchiato nel suo angolino, quello più nascosto dell'inferno, illuminato solo da una piccola fiammella di fuoco che lui stesso aveva creato a detta sua per poter accorgersi in tempo se arrivava qualcuno, ma in realtà quella lucina rappresentava una misera immagine dell'immensa luce che aveva lasciato quando era caduto.
A pensarci bene si era sempre sentito diverso anche in paradiso ma almeno lì aveva Dio con cui scambiare quattro chiacchiere quando era mortalmente annoiato, o quando sentiva che aveva bisogno di conforto, certo le loro conversazioni erano composte per di più dalle sue domande ma Lei non sembrava troppo infastidita, la maggior parte delle volte si limitava a non rispondere oppure gli diceva che solo l'attesa avrebbe rivelato le risposte che cercava.
Adesso invece non aveva nemmeno più Lei e certo non aveva alcuna intenzione di andare a conversare amabilmente con quello che se ne stava al centro dell'inferno e che aveva dato vita a tutta quell'oscurità, solo il pensiero gli faceva venire i brividi, per cui con il tempo il demone Crowley aveva cominciato a bisbigliare a quella piccola fonte di luce chiamata fuoco come se stesse parlando con Dio, probabilmente non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce e nemmeno a se stesso, stava ben attento che nessuno lo scoprisse o chissà che fine gli avrebbero fatto fare.
Spesso intratteneva discorsi senza un filo logico, rare volte si lasciava andare a qualche lacrima che poi lasciava asciugare avvicinando la fiamma al suo volto, era sempre riuscito a farlo senza bruciarsi bastava aspettare che quella minuscola riga d'acqua evaporasse e il gioco era fatto, le sue prime lacrime erano comparse non appena era atterrato nelle viscere più basse della terra, aveva strisciato nell'angolo più nascosto ed aveva pianto per una settimana intera ma nessuno era venuto a prendersi cura di lui, niente carezze sui capelli, baci sulla fronte, sorrisi amichevoli, così gli angeli si prendevano cura l'uno dell'altro ma lì, tra quella puzza di zolfo, c'erano solo caduti che non erano minimamente interessati a smancerie del genere.
Gli era capitato solo una volta di assistere a un crollo emotivo, giunti all'inferno ad ogni demone veniva mostrato il suo nuovo volto e uno di essi non aveva retto ed era caduto in ginocchio straziando le orecchie di tutti con un urlo disperato, di quella creatura non se ne era saputo più nulla.
Per questo quando a Crowley venne mostrato il suo nuovo sé si era limitato a mordersi forte la gengiva, la prima cosa che vide fu l'immagine di un serpente nero e rosso, poi pian piano l'immagine era mutata mostrando lunghi capelli rossi, occhi completamente gialli tagliati in mezzo da una pupilla da rettile, ma la cosa che gli aveva fatto più male era stato vedere le sue ali, una volta candide e belle, tramutate in piume grigie come fuliggine bruciata, aveva strinto forte i pugni ma era rimasto impassibile accompagnato da un coro di applausi da quelli che solo per quel giorno lo avevano considerato un nuovo fratello.
Aveva voltato le spalle a quell'immagine che mai più avrebbe voluto vedere e si era ritirato nel suo posto segreto, quel giorno aveva capito che non poteva commettere l'errore di mostrarsi debole di fronte a loro, doveva fingere di amare la sua nuova natura, il suo corpo demoniaco e la sua nuova missione, per i demoni la punizione era stata la caduta che loro ovviamente non consideravano tale, anzi ne erano felici, lui aveva iniziato a pensare che avesse fatto qualcosa di più grave, probabilmente aveva fatto arrabbiare Dio più di tutti gli altri, e la sua punizione non era la caduta, ma il non sentirsi adatto nemmeno all'inferno.
Mentre tutti La maledivano pensando a un modo per distruggerLa definitivamente insieme a tutto il paradiso, lui passava le giornate a pregarLa, supplicando a volte di perdonarlo anche se sapeva che per lui non ci sarebbe mai stato perdono, pregava di non abbandonarlo, di fornirgli una via, un aiuto o almeno un motivo per andare avanti, desiderava ardentemente un briciolo di felicità visto che a tutti gli altri demoni era stata concessa, loro sembravano così entusiasti delle loro nuove vesti, e lui che ne odiava ogni singolo neo non aveva diritto a un barlume di gioia che lo facesse sentire vivo e meno sbagliato?
"Io non volevo cadere, tu lo sai che non volevo" proprio mentre pensava queste parole dei passi si avvicinavano svelti al luogo in cui era nascosto, alzò gli occhi al cielo sperando nessuno lo notasse, non aveva voglia di parlare con nessuno e fino a quel momento era riuscito nell'impresa, non ci teneva proprio a sentire la sua nuova voce, sicuramente sarebbe stata orribile come tutto il resto del suo corpo.
<< Crowley! >>
Sentendosi chiamato un brivido di terrore risalì lungo tutto il suo corpo, tirò su il petto di scatto e spense alla svelta la fiammella, aveva il desiderio di rimanere nascosto perché temeva fortemente avessero scoperto quello che faceva e fossero venuti a prenderlo per punirlo, forse si disse, se rimaneva in assoluto silenzio l'avrebbe passata liscia.
<< Dove diamine ti sei cacciato idiota! >>
In quell'istante capì che non poteva sfuggire al suo destino così si armò di coraggio uscendo dal suo nascondiglio, le gambe non abituate a muoversi traballarono facendolo barcollare e le pesanti ali rischiarono di farlo cadere, dovette impegnarsi per infondere al suo corpo l'equilibrio che gli serviva per tenersi in piedi, una volta riuscito andò verso la piscina di fuoco a pochi metri da lui e lì si trovò davanti gli occhi neri di Hastur.
<< Finalmente. Cosa fai ti diverti a nasconderti? >>
Stava per aprire bocca ma il demone con quella disgustosa rana in testa non gliene diede modo.
<< Devi andare di sopra, sono richiesti i tuoi servizi. >>
Quello che sarebbe diventato il serpente dell'Eden travisò completamente la frase, infatti i suoi occhi si spalancarono e nel petto un debole sussulto gli fece sentire uno strano dolore, aprì di nuovo la bocca ma le parole faticavano ad uscire, tante le domande che si affollavano, che cosa avrebbe dovuto fare? Perché? Avrebbe dovuto parlare con Lei o con qualche angelo?
Tante domande molte delle quali prive di senso si dibattevano per uscire per prime, ma solo ad una venne data voce.
<< Perché io? >> per sua fortuna riuscì a non balbettare, si stupì nel sentire la sua voce, non era poi molto diversa da quella che aveva quando era ancora un angelo, solo più tagliente e impastata ma questo perché da molto non veniva utilizzata, si commosse sentendola dopo così tanto tempo ma saggiamente tenne le lacrime a freno, anche se gli occhi avevano iniziato a pizzicargli.
<< A dire il vero non lo so, me lo chiedo anche io ma Beelzebù ha scelto te quindi congratulazioni. >>
Alle orecchie di Crowley quelli non sembravano sinceri complimenti, ma cosa poteva aspettarsi da un demone? Sorrise ricordandosi che in paradiso tutti si complimentavano con chi raggiungeva un nuovo traguardo, o inventava qualcosa di nuovo per quanto semplice fosse.
<< Che hai da sorridere >> domandò Hastur che già era sospettoso.
<< Niente, sono felice >> mentì mostrando una parte di quella dentatura affilata.
<< Felice? >> chiese di nuovo il demone-rana disgustato da quella parola.
<< Oscuramente contento di compiere qualche...atto malvagio. Tu non lo saresti? >> rigirò la domanda furbamente.
Hastur che era rimasto spiazzato convenne che effettivamente quel demone dai capelli rossi come il fuoco non aveva tutti i torti, e iniziò ad odiarlo per questo, perché in qualche modo si sentiva raggirato ma non poteva provarlo, si limitò ad annuire facendo una smorfia poco convinta.
<< Quindi cosa devo fare? >>
<< Oh sì, devi salire in superficie e tenere d'occhio le mura che sono da poco state costruite, tienile d'occhio, scopri i punti deboli e tienili ben a mente, presto dovrai agire all'interno >> spiegò osservando con quelle pupille nere come il petrolio ogni micro movimento del volto di quella creatura infernale come lui, ma di cui non si fidava.
<< Hanno costruito delle mura? >> era sorpreso anche se sapeva che Dio aveva un nuovo progetto del quale ovviamente avrebbe parlato una volta ultimato, non aveva fatto in tempo a vederlo ma ora ne aveva l'occasione, cosa nascondevano quelle mura si chiedeva, e di nuovo svariate domande nascevano nella sua testa già troppo piena di eventi a cui non aveva potuto dare risposta.
<< Piantala di fare domande e vai. Non abbiamo tempo da perdere, devi dirci tutto capito? Tutto quello che potrebbe esserci utile. >>
Crowley obbedì lasciandosi alle spalle quella creatura disgustosa di Hastur che lo osservava allontanarsi, aveva ancora le ali belle come quelle di un angelo solo che erano nere, le ali di tutti loro erano bruciate tranne quelle di quel demone così strano, una ragione in più per non fidarsi di lui.
Il giovane demone serpente non aveva mai visitato l'inferno, non aveva idea di dove dovesse andare, di come si uscisse, a dire il vero credeva non si potesse proprio lasciare quel posto e la notizia che si sbagliava lo aveva lasciato piacevolmente soddisfatto, più andava avanti più aveva la sensazione che i corridoi si stessero riempiendo di creature che si trascinavano chissà dove, lui in confronto a loro appariva fiero e sicuro di sé, camminava con la schiena dritta e le possenti ali che li conferivano forza e maestosità.
Quel giorno Crowley aveva imparato che con le menzogne laggiù avrebbe avuto vita facile, aveva compreso che a quei demoni interessava sentirsi dire solo ciò che gli stava bene se poi quelle cose erano bugie sembrava che nemmeno ci facessero caso, non perdevano tempo a controllare e quello sarebbe stato un gran bel vantaggio per lui in futuro.
Non si sentiva più terrorizzato da chiunque ora che aveva in mano le chiavi della sua salvezza, si sentiva in grado di poter sopravvivere nonostante il dolore che ancora provava, certo non gli piaceva prendere ordini da loro ma era un male necessario e così armato di una piccola scintilla di coraggio trovò da solo il modo in cui uscire, salire in alto, respirare la brezza che per lungo tempo gli era stata negata.
Una grossa buca si aprì nella sabbia del deserto permettendo alla testa di un enorme serpente nero di emergere, aveva deciso che quella forma era la più indicata per non dare nell'occhio, la luce del sole era forte ma fortunatamente i suoi occhi erano già protetti per cui non gli recava alcun fastidio, l'aria era estremamente arida e calda, il cielo era chiaro, di un azzurro che aveva quasi dimenticato, quasi si commosse nel rivedere dopo tanto tempo l'esterno, strisciò a lungo sulla sabbia rovente lasciando una scia inconfondibile, dopo parecchi metri finalmente l'ombra di un qualcosa comparve davanti ai suoi occhi.
Davanti a sé aveva le mura di cui gli avevano parlato, alte e rigide, all'apparenza inespugnabili ma lui sapeva che qualsiasi cosa ha un punto debole, persino le creature eteree e perfette che Lei aveva creato si erano rivelati, in parte, un fallimento per cui doveva solo trovare la falla che avrebbe reso quelle ampie rocce un misero mucchietto di sassi.
Sibilò cercando di percepire ogni piccola molecola che potesse fornirgli indizi riguardo quel luogo, la lingua dei serpenti è molto sviluppata essendo un vero e proprio organo di senso, lui però non era una normale serpe ma un demone che poteva prenderne le sembianze per cui quella peculiare capacità di quell'organo era maggiormente incrementata, infatti oltre alle basilari informazioni percepì anche qualcosa che un serpente qualunque non avrebbe mai potuto sentire.
Quello che si posò sulle estremità della sua lingua biforcuta era qualcosa di insolito, di buono, un sapore dolce e candido, delicato come una nuvola e profumato come un prato pieno di fiori, era acqua fresca illuminata dai raggi solari, la lingua del grosso serpente uscì e rientrò più volte assaporando quella nuova e gradevole informazione senza tutta via capire di cosa si trattasse.
Decise di avvicinarsi cautamente ancora un po' sperando di poter scoprire di più quando qualcosa attirò la sua attenzione, in alto sulle mura si trovava un puntino bianco che mano a mano si avvicinava scoprì essere un angelo, se ne stava lì dritto e rigido a scrutare l'orizzonte pronto a far fronte ad ogni minaccia, le maestose ali bianche, splendide, stavano chiuse dietro la schiena e la veste anch'essa del medesimo colore sventolava mossa dal vento, brillava di quel colore candido che tanto incarnava la luce dell'alto dei cieli.
Crowley tirò su la testa cercando di mettere a fuoco al meglio quella figura e quando i suoi occhi gialli si posarono su quel morbido brillarono, la pupilla si dilatò in uno spasmo involontario e la patina che li ricopriva si abbassò e alzò più volte come se servisse a rendere vera quella creatura, era l'angelo più bello che avesse mai visto, i capelli chiari sembravano essere stati fatti proprio con una parte di luce del sole tanto risplendevano, gli occhi turchini sicuramente erano pezzi di cielo incastonati in essi, la pelle chiara, liscia e quella rotondità che gli forniva un aspetto così tenero e delicato.
Nella mano reggeva una spada di fuoco, ebbe un brivido tra le squame immaginando quanto potesse essere potente una creatura all'apparenza così innocua quando si arrabbiava, prese nota mentalmente di evitare qualsiasi scontro con quel bellissimo angelo, improvvisamente provò il desiderio di saperne il nome, di avvicinarsi e udirne la voce che sicuramente era musicale e soave, tutto di quell'essere celeste lo attraeva.
Era lui che emanava quel dolce sapore che la sua lingua continuava a saggiare, possibile la sua aurea fosse così potente da poter essere percepita a chilometri di distanza? Chi era quell'angelo a guardia delle mura e cosa aveva di tanto speciale da attrarlo in quel modo? Tutto, si rispose.
A cosa faceva la guardia non gli importava quasi più, i suoi occhi erano inebriati da quell'immagine divina e il suo piccolo cuore da rettile batteva all'impazzata causandogli fitte dolorose nella zona in cui si trovava, quelle sensazioni erano così nuove e strane ed erano simili a qualcosa che aveva provato in passato quando era ancora un angelo, l'amore lo conosceva bene ma era un sentimento diviso in egual misura che provava incondizionatamente, ne era avvolto lui stesso, era la sostanza di cui Dio era fatto ma quello che provava ora non era così, era forte e travolgente ed era diretto esclusivamente a quell'angelo dai riccioli dorati.
Quando lo vide fare una mossa del capo strisciò via improvvisamente impaurito dall'essere visto, non aveva paura di ciò che avrebbe potuto fargli ma più dell'espressione che avrebbe potuto vedere sul suo volto, sarebbe stato disgustato? Inorridito? Tante erano le possibili ipotesi e tutte sgradevoli, lui non era affatto pronto per reggerne nessuna.
In teoria non avrebbe dovuto importargli cosa pensava quella creatura celeste di lui, ed effettivamente non gli interessava poi molto dell'opinione che gli altri angeli o demoni avessero, ma quella di quel particolare angelo contava, non sapeva il motivo ma era così, aveva fatto sicuramente qualcosa al suo cuore perché da quando lo aveva visto non faceva che dolergli e gli bussava con colpi forti nella cassa toracica anche quando riprendeva la sua forma originaria.
Per giorni si era recato alla base delle mura solo per vederlo, lo osservava per ore e ore stando attento che non si accorgesse di lui, chissà forse lo aveva già fatto ma senza considerarlo un potenziale pericolo, ovviamente portava all'inferno informazioni che potessero essere ritenute utili ma non sufficienti a qualsiasi scopo avessero, non gli importava minimamente di loro, quello che voleva ere bearsi giornalmente di quella splendida luce, quella creatura così bella da cui a fatica staccava gli occhi per tornare a fare rapporto in quella che non avrebbe mai considerato casa.
Non aveva parlato di lui con loro, temeva che gli si leggesse in faccia il desiderio che provava nei confronti di quell'angelo, e in un certo senso voleva tenerlo al sicuro per cui i suoi racconti erano basati principalmente sui modi secondari per entrare nel giardino, nessuno gli aveva mai chiesto se ci fossero delle guardie ma non erano stupidi, sicuramente già lo immaginavano, in cuor suo sperava che qualunque fosse stato il loro piano sarebbero entrati seguendo le indicazioni senza fare del male a nessuno, nel caso contrario lui sapeva già contro chi si sarebbe schierato.
Per sua fortuna le acque sembravano calme, poteva continuare ad uscire indisturbato con la scusa di monitorare la situazione, una notte al ritorno della sua solita ronda mentre era rintanato nel suo angolino il demone Crowley si rese presto conto che quelli che aveva iniziato a provare per quella creatura celeste erano sentimenti positivi, aveva dimenticato l'ultima volta che aveva sentito qualcosa di buono nel suo cuore pensando persino di non averlo più.
Quell'angelo aveva riacceso una luce in lui che dopo la caduta si era spenta, in quel momento capì che era ancora in grado di sentire e provare cose buone, la sua parte angelica probabilmente non era mai morta e questo lo fece sentire ancora più sporco e ingrato, come poteva lui essere viscido e strisciante presentarsi da un essere che incarnava la purezza divina, solo perché aveva scoperto di non essere del tutto senza un'anima non significava che era degno di lui.
Si coprì con le sue ali sentendosi sempre più inadatto, il petto aveva continuato a fargli male, sentiva qualcosa di gonfio al suo interno, presto un paio di gocce salate scivolarono dai suoi occhi, erano tiepide a differenza delle prime che aveva pianto, quelle erano fredde proprio come si sentiva lui dopo essere stato cacciato dal paradiso, freddo e vuoto.
Il giorno successivo decise di fare il suo solito giro, quello sarebbe stato l'ultimo aveva deciso, avrebbe provato a parlare con lui dopodiché sarebbe sparito per sempre ma quello doveva farlo o era sicuro sarebbe impazzito, doveva conoscere e guardare da vicino almeno per una volta quella splendida creatura angelica, era un desiderio che andava oltre ogni cosa, che non lo faceva riposare o pensare lucidamente, era determinato a farlo anche se avrebbe significato essere guardato con ripugnanza, ma quella volta successe qualcosa che lo bloccò facendogli cambiare idea.
L'angelo era impegnato in una conversazione con un altro suo simile, parlavano e si sorridevano, quanta luce irradiavano i loro corpi insieme, erano uno spettacolo e il biondo tuttavia celava un'insicurezza dietro quel magnifico e bianco sorriso, guardava l'altro angelo un po' più alto di lui con rispetto ma non aveva paura, nel suo sguardo c'era amore puro e comprensione, tutto quello che non avrebbe potuto esserci se avesse avuto davanti un nero serpente.
Un'emozione forte accese il petto squamoso di Crowley che mentre osservava quei due provava una rabbia folle e cieca, sibilò più volte sentendo nelle fauci il sapore del veleno, strisciò via infilandosi sottoterra ed emergendo dall'altra parte delle mura dentro al giardino, l'erba era soffice e fresca a differenza della sabbia bollente del deserto, ma lui non faceva più caso a niente, il suo sguardo era annebbiato e strisciò fino a quando non finì davanti al primo ruscello.
Davanti all'acqua che scorreva mutò le sue sembianze trovandosi di fronte rispecchiato nell'acqua limpida il suo riflesso, occhi gialli, capelli rossi e ali dannatamente nere, sporche, strinse i denti mentre combatteva con le sue stesse lacrime che spingevano per uscire, tuffò la mano in acqua afferrando una manciata di argilla bianca, l'avvicinò all'estremità dell'ala cominciando a spargerla sopra con rabbia e frustrazione perché sapeva non sarebbe cambiato niente, sotto quel fango bianco che presto sarebbe sparito, le sue ali sarebbero rimaste sempre color della cenere sporca.
Tuffava le mani, afferrava l'argilla e imbiancava le ali sempre con più stizza e nervosismo, le piume più basse pesavano ed erano appiccicose rendendo sicuramente difficile il volo, avrebbe dovuto farsi un bel bagno per togliere tutta quella roba e certo non poteva presentarsi all'inferno ridotto in quel modo.
<< Che stai facendo? >>
Una voce dietro di lui lo fece sussultare facendogli cadere di mano quella manciata di argilla già pronta per il suo lavoro, con un tonfo finì in acqua e gli schizzi bagnarono le vesti scure di cui era coperto, si girò con stizza pronto a sibilare contro chiunque avesse osato disturbarlo nella sua azione folle e disperata.
<< Non sono affari tu...- >>
La voce gli morì in gola quando incontrò il padrone di quella voce, avrebbe dovuto riconoscerlo ma come avrebbe potuto? Troppo impegnato a commiserarsi e prendersela con se stesso per percepire qualunque cosa vicino a lui, vedeva nero in quel momento e si sentì un vero idiota ad essere stato scoperto proprio da lui, quell'angelo bellissimo con cui aveva voglia di parlare, ma non sarebbe dovuto andare così il loro incontro, non voleva lo vedesse in quelle condizioni pietose, i suoi occhi gialli tremarono un poco, le pupille strette dalla rabbia si dilatarono appena di fronte a quella creatura soave.
<< Lo sono visto che si suppone io sia il guardiano di questo posto >> nella sua voce non c'era alcun cenno di rimprovero, piegò la testa guardando curioso quelle ali scure che colavano poltiglia bianca dalle punte.
<< Che hanno le tue ali? >>
Crowley deglutì estremamente spiazzato da quell'angelo che non sembrava minimamente spaventato di trovarsi davanti un pericoloso demone, sul suo volto non c'era traccia di disgusto o preoccupazione, le sue sopracciglia chiare erano leggermente corrugate fornendo al viso un'espressione interrogativa, questo il demone proprio non se lo aspettava, era preparato al disgusto, alle grida di orrore e ad essere cacciato, ma lui sembrava solo interessato alla sua attività, un altro avrebbe sicuramente dato l'allarme ma l'angelo -come gli piaceva definirlo- non sembrava affatto in allerta.
<< Sei forse ferito? >> domandò provando ad avvicinarsi, i sensi del serpente qual era si attivarono all'istante facendolo indietreggiare di scatto, ma inciampò su se stesso finendo in acqua, sarebbe stato un peccato imprecare? Probabilmente sì, si trattenne dal farlo mordendosi il labbro inferiore, abbassò la testa vergognandosi di sé, certo che ne stava combinando una dopo l'altra e proprio in presenza dell'unico con cui desiderava fare bella figura.
<< Sto bene >> rispose apprezzando che la sua voce avesse deciso di collaborare, di nuovo non lo vide avvicinarsi, si accorse di lui dal braccio che penzolava davanti al suo viso, davvero voleva lo afferrasse per aiutarlo a rialzarsi?
<< Non voglio farti del male >> tentò di rassicurarlo l'angelo.
La sua bocca sottile si tirò in un sorriso, ma chi era costui, un angelo che rassicura un demone delle sue intenzioni pacifiche, come se ce ne fosse bisogno, lui era una perfetta creatura di Dio come avrebbe potuto nuocere a qualcuno? Il suo cuore demoniaco ebbe un sussulto ma questa volta non sentì alcun dolore, solo un pizzichio agli occhi dove si formarono le prime goccioline che ovviamente non avrebbe lasciato libere di uscire.
<< Ma io potrei >> gli rispose curioso di sapere la sua reazione, ma l'angelo lo stupì di nuovo, uno sguardo serio e furbo colorò il suo viso.
<< E come, trascinandomi in acqua con te? >>
Le pupille da rettile si espansero di nuovo quando la sua mente elaborò quella risposta, non poteva essere, non poteva esistere una creatura così unica, un essere di luce non avrebbe mai risposto con tanta malizia e furbizia ma riuscendo a mantenere quella purezza tipica delle creature celesti, a quel punto Crowley afferrò la mano candida non stupendosi affatto della morbidezza di cui era fatta, sembrava una nuvola e forse era proprio di ciò che era composto quell'essere magico.
<< Mi cacceresti se lo facessi? >> perché provava così tanto piacere a provocarlo?
<< Sono sicuro non ce ne sarà bisogno >> rispose tirandolo su, era più forte di quello che sembrava, dietro quella morbida pacatezza, quel carattere gentile e buono si nascondeva una potente forza che il demone si augurò di non vedere mai, anche perché non avrebbe in alcun modo preso parte ad una battaglia contro di lui.
Le sue ali cineree ora in parte zuppe avevano perso quella farinosa argilla bianca che poco prima vi aveva applicato sopra, era scivolata via con l'acqua facendone rimanere solo una piccolissima traccia polverosa, erano tornate ad essere completamente scure e lui le nascose il più possibile dietro la schiena sentendosi uno stupido, come poteva nascondere qualcosa di così grande ed evidente.
<< Tu non mi conosci >> rispose all'affermazione di prima.
<< Nemmeno tu se è per questo, Aziraphale >> allungò nuovamente la mano presentandosi.
Oh era certo avesse un nome che incarnasse la sua purezza, sembrava gli fosse stato cucito addosso alla nascita talmente era perfetto per lui, soave, musicale ma anche incisivo proprio come il proprietario, gli piaceva e in fondo non doveva esserne sorpreso, non c'era cosa appartenente a quell'angelo che non fosse per lui gioia per gli occhi, musica per le orecchie, fragranza per il suo olfatto così estremamente sensibile, allungò la mano a sua volta benedicendo nessuno in particolare per aver avuto l'opportunità di toccare di nuovo quella pelle.
<< Crowley >> mormorò aspettando una reazione dell'altro che di nuovo non avvenne, anzi sorrise, di nuovo quel sorriso così bello e genuino.
<< Allora Crowley puoi dirmi adesso cosa facevi alle tue ali? >>
Forse poteva davvero dirglielo, il suo interesse sembrava sincero e non gli dava l'idea di uno che perdesse tempo con qualcosa che non gli interessava, era certo che se non lo avesse voluto tra i piedi lo avrebbe già sbattuto fuori dal giardino senza troppi giri di parole, no lui voleva davvero saperlo e anche se i demoni non si confidano con nessuno beh lì era al riparo dai loro occhi taglienti e accusatori per cui una piccola confidenza poteva permettersela.
<< Non ci arrivi da solo? >>
<< Sinceramente? No. >>
Il demone sospirò sentendo un peso al petto, avrebbe preferito sentire la verità dalle labbra dell'altro piuttosto che doverla spiegare lui, faceva male ed era umiliante ma cosa poteva saperne un angelo di come ci si sente a vivere nell'oscurità pensando che il giorno in cui sei caduto sarebbe stato meglio ti venissero strappate le ali, piuttosto che rimanere con la macchia per tutta la tua vita.
<< Non mi piacciono e non sono belle da vedere. >>
<< Te ne vergogni? >> domandò Aziraphale arricciando le sopracciglia, domandandosi il motivo di tutto quell'imbarazzo quando per lui quelle ali erano così particolari e belle, il demone si limitò ad abbassare il viso distogliendo lo sguardo da lui senza rispondere.
<< Non devi, sono bellissime e devo dirti che a me personalmente piacciono molto >> erano parole sincere le sue ma nelle orecchie di Crowley suonavano come un falso conforto di cui non aveva bisogno, non voleva la sua pena, poteva benissimo dirgli che erano brutte e farla finita.
<< Piantala non ho affatto bisogno della tua compassione >> quella frase gli uscì come se avesse sputato veleno.
<< Se fosse vero ciò che dici mi sarei limitato a non aprir bocca piuttosto che riempirti di menzogne, ciò che ti ho detto è solo quello che penso e io non mento mai, soprattutto sulle cose che mi piacciono >> un luccichio nei suoi occhi attirò quelli del demone, che ancora però faticava a comprendere ed accettare le sue parole.
<< Sono le ali di un demone. >>
<< E allora? Questo le rende meno belle? >>
Rimase spiazzato da quella sincerità così schietta ma nonostante quel complimento lo lusingasse ancora non riusciva a vedere in loro quello che vedeva lui, erano l'emblema del suo fallimento, costretto a portarsele dietro avendole sempre sotto gli occhi, almeno le sue pupille gialle poteva evitare di guardarle ma le ali erano sempre lì a ricordargli chi non era più.
<< Non lo saranno mai quanto le tue, sono un monito della mia punizione, rappresentano tutto ciò che ero e che non potrò più essere. Per questo le odio così tanto e vorrei non averle, gli altri non le hanno perché io sì? >> si accorse che probabilmente si stava rendendo conto agli occhi dell'angelo nei quali però leggeva solo comprensione, nessuna pena, nessun biasimo, nessun giudizio, come aveva potuto sbagliare così tanto su di lui, lo aveva completamente travolto con il suo carattere così particolare e diverso da tutti gli angeli che aveva conosciuto.
<< Solo Dio conosce le risposte Crowley ma quello che posso dirti è che siamo noi a decidere chi vogliamo essere, questo va oltre la nostra natura, ho sempre pensato che io non devo fare cose buone perché sono un angelo ma perché a me piace farle, devi fare solo ciò che guida il tuo cuore. >>
<< Stai cercando di convincermi a essere buono? >> lo disse con una lieve smorfia, non poteva sopportare che quello sconosciuto cercasse di cambiarlo.
<< No, sto solo dicendo che se segui te stesso avrai sempre la giusta risposta >> sorrise dolcemente.
<< Un altro angelo ti avrebbe sicuramente mandato via o fatto del male solo perché sei un demone, io no e non lo so se è la cosa giusta ma è quello che mi ha suggerito la mia anima di fare quando ti ho visto. Se fossi stato io a venire giù da te cosa credi sarebbe successo? Probabilmente molti demoni ne avrebbero approfittato e tu invece, cosa avresti fatto? >>
Crowley deglutì rumorosamente, lo sguardo pieno di una nuova consapevolezza e la risposta a quella domanda che già vagava nella testa, non gli avrebbe fatto alcun male e non solo perché era lui ma perché non aveva voglia di ferire nessuno, e questo cosa diceva di lui? Che era un rammollito, un perdente oppure che era diverso dai suoi simili all'inferno, forse quella parte che sarebbe stata bandita da tutti i demoni lo distingueva positivamente e sempre solo forse, poteva cominciare a provare meno ribrezzo di se stesso.
<< I-io devo...meglio che vada sì >> si allontanò senza nemmeno guardarlo scuotendo le sue grandi ali, ma non poteva certo volare o qualcuno avrebbe potuto scoprirlo così prese le sembianze di serpente e strisciò da dove era venuto riuscendo a non pensare a tutte quelle parole gentili che Aziraphale gli aveva riversato addosso senza nemmeno conoscerlo, di nuovo si chiese se lo avesse fatto per via della sua natura buona, ma lui stesso gli aveva assicurato di no dicendogli che aveva solo seguito il suo cuore e Crowley per chissà quale motivo sentiva che poteva credergli.
Una volta dentro quel buco odorante di zolfo si affrettò a raggiungere il suo luogo sicuro passando e spingendo quei disgustosi corpi che vagavano senza una meta strisciandoglisi addosso, si sentiva sporco e già quell'aria rarefatta e chiusa cominciava a farlo sentire claustrofobico, era appena arrivato e moriva dalla voglia di andarsene, raggiungere il giardino e parlare con quell'angelo, Aziraphale, ora aveva un nome da associare al suo volto.
Non che si sentisse a casa lassù e infatti cominciava a chiedersi se ci fosse o se sarebbe mai esistito un posto adatto a lui, un luogo di mezzo dove potevi fare ed essere ciò che sentivi, dove non esisteva buono o cattivo, lui non si sentiva né nell'uno né nell'altro modo e questa cosa lo stava facendo impazzire perché all'inferno si aspettavano che fosse malvagio mentre se fosse stato ancora un angelo tutti si sarebbero aspettati fosse sempre gentile.
L'unica sensazione di casa l'aveva avuta stando in compagnia di Aziraphale, anche se per pochi istanti aveva finalmente sentito dentro di sé di poter far parte di qualcosa come se quell'angelo non fosse poi così tanto diverso da lui e potesse davvero capirlo, probabilmente il discorso che gli aveva fatto aveva un fondo di verità ma come poteva scegliere chi essere in un luogo dove si aspettano da te solo terrore e distruzione?
Forse anche quel bellissimo angelo non si sentiva totalmente a casa e magari un giorno avrebbero potuto trovare un luogo solo per loro dove fuggire, ma cosa andava a pensare certo che si sentiva a casa, il paradiso era il posto perfetto per lui così gentile e premuroso dove altro potrebbe stare? E poi che folle idea gli era venuta in mente, come poteva pensare che avrebbe deciso di lasciare il regno dei cieli per scappare con un demone, solo perché non aveva provato ribrezzo guardandolo non significava che era pronto a mollare tutto e seguirlo chissà dove, scosse la testa deridendo se stesso e aumentò il passo ma venne fermato da qualcuno.
<< Crowley. >>
Hastur. Il demone dai capelli rossi si fermò di scatto alzando di poco la testa verso l'alto con lo sguardo di chi ne ha già abbastanza, ma proprio adesso doveva arrivare? Si girò cercando di rimanere impassibile.
<< Hastur che...piacere. >>
<< Che ti sei messo addosso? >> domandò l'altro osservando quella veste scura.
<< Oh questa? >> fece una piccola smorfia come se non fosse nulla di importante << ero semplicemente stanco di inzozzarmi tutte le volte e così ho rimediato. >>
Quegli occhi neri lo scrutarono indagando se stesse dicendo la verità.
<< Ma ai demoni piace essere sporchi. >>
<< Non a tutti... >> le iridi gialle si velarono di furbizia, mostrò un sorriso ampio come un rettile che è pronto ad acchiappare la preda << sssai dovressste provarli anche voi, non sssono affatto male e in più aiutano a passsare inosservati >> sorrise ancora osservando il volto dell'altro che studiava ciò che gli aveva appena detto.
<< Inosservati dici? >> rispose tenendosi il mento con due dita.
<< Certo, pensssaci bene quali demoni vanno in giro vestiti mh? Pensa all'effetto sorpresa che potremmo avere >> un sorriso pieno di astuzia gli colorò il viso.
<< In effetti potresti non avere tutti i torti, ne parlerò con Lord Beelzebù >> il tono non era del tutto convinto ma Crowley era certo ci sarebbe caduto, i demoni spesso erano più ingenui di quanto si fosse portati a pensare, lui lo sapeva perché era uno di loro ma aveva qualcosa in più, qualcosa che gli altri non avevano e così lasciando Hastur ai suoi pensieri si allontanò ancheggiando e sorridendo ampiamente, gliela aveva fatta e in più non aveva dovuto sorbirsi qualunque cosa volesse dirgli.
Il giorno dopo era di nuovo nel giardino, vide Aziraphale che osservava un albero di rosse mele succose, si avvicinò a lui strisciando per poi prendere le sue alate sembianze.
<< Ti è venuta voglia di uno spuntino? >> domandò con la sua solita voce tagliente ed ironica, l'angelo dopo un lieve sussulto si voltò e sorrise vedendo chi c'era dietro di lui, probabilmente non avrebbe dovuto essere così felice di aver fatto la conoscenza di un demone e sempre probabilmente la sua assidua presenza nell'Eden avrebbe dovuto quantomeno insospettirlo, ma dopo averlo incontrato il giorno prima si era chiesto quanta cattiveria potrebbe davvero esserci in qualcuno che rifiutava le sue stesse ali e a dire il vero in lui sin da subito aveva percepito qualcosa di buono per questo gli era venuto naturale fidarsi.
<< Oh no, Dio mi ha affidato il compito di sorvegliarlo, ha detto che presto sarà molto importante. >>
<< Non credevo che al grande capo piacessero le mele, che dovrà farci? >> nonostante fosse stata una delle cause della sua caduta non poteva farci niente, fare domande gli veniva naturale, era sempre stato curioso e desiderava sapere il perché di ogni cosa, amava sviscerare i particolari e non sopportava il vuoto e le lacune che lasciavano i suoi dubbi.
<< Non ne ho proprio idea >> rispose Aziraphale toccando uno di quei frutti delicatamente.
<< Possibile che non sei nemmeno un po' curioso? >>
Il principato sospirò pazientemente.
<< Quando sarà il momento tutto ci verrà mostrato. >>
<< E se non succederà mai? >> lo incalzò Crowley spalancando gli occhi gialli.
<< In quel caso significa che le cose dovevano andare così, non dobbiamo conoscere il significato di ogni gesto dell'onnipotente. >>
<< Quindi mi stai dicendo che se non succedesse niente con quest'albero a te andrebbe bene così?  >>
<< Certo >> sorrise in maniera serafica, era molto sicuro di ciò che diceva, era nato grazie all'amore di Dio e mai avrebbe messo in discussione qualcosa concepito da Lei, seguiva le Sue istruzioni scrupolosamente senza mai domandarsi che cosa stesse facendo davvero, a cosa stesse lavorando, aveva una fiducia cieca nei piani divini e quella devozione traspariva in ogni suo gesto, in ogni parola o sguardo.
Crowley poteva vederla quella luce che brillava in quegli occhi celesti, lui era sicuro di non averla mai avuta, non che non amasse Dio ma la sua curiosità e voglia di conoscere lo avevano spinto a chiedere di più anche quando gli veniva detto che avrebbe avuto le sue risposte più avanti, a lui quello non era mai bastato, voleva sapere nello stesso momento in cui gli veniva un dubbio, ma in paradiso le regole erano diverse e lui lo avrebbe imparato a sue spese.
Si era sempre chiesto perché fosse sbagliato porre domande, cosa c'era di ingiusto nel voler sapere qualcosa, nella curiosità genuina che nasceva ogni qual volta sentiva parlare di un nuovo progetto o semplicemente scopriva qualcosa che non aveva mai visto, non aveva mai dato voce a questo suo dubbio ma mentre camminava accanto a quell'angelo così devoto lo esternò con così tanta facilità da lasciar stupito persino lui stesso.
<< Cosa c'è di sbagliato nel porre domande? Perché Dio si arrabbia se lo...voglio dire se gli angeli lo fanno? >>
Aziraphale si fermò di colpo girandosi verso di lui, il dubbio attraversò per un istante il suo volto creando una piccola ruga tra le sopracciglia ma presto la pelle si distese, un sorriso caldo gli illuminò le guance e quel cambio repentino di emozioni fece girare la testa al demone.
<< Lei non si arrabbia per le domande mio caro Crowley. >>
<< Ah no? A me è parso il contrario >> disse con un velo di amarezza.
<< E' la mancanza di fiducia a ferirla, noi angeli dovremmo avere una fede incondizionata in ciò che ci viene detto e svolgere i nostri compiti senza chiederci che fine avranno, e poi non mi pare che voi siate caduti per le troppe domande ma perché vi siete ribellati. >>
Un ringhio basso graffiò la sua gola risalendo fino ad uscire come un sibilo spaventoso, le pupille si restrinsero fino a diventare due sottili linee nere, strinse i pugni così forte da sentire dolore alle dita e con uno scatto del busto raggiunse il viso dell'angelo, lo guardava con rabbia come se fosse lui la causa di quel malessere.
<< Io non mi sono ribellato! Mi sono lasciato semplicemente trascinare. >>
Il principato non si era mosso di un solo passo, guardava quel viso dai lineamenti ora contorti per colpa di un'emozione che lui ancora non conosceva e non pensava nemmeno di poter trovare, aveva sempre pensato o meglio gli avevano raccontato che i demoni andavano fieri della loro scelta, parlavano della cacciata dal paradiso con fierezza come se fosse il loro fiore all'occhiello, e lui ci aveva creduto in fondo se l'inferno era stato creato quelli che lo abitavano dovevano pur esserne contenti, altrimenti che senso avrebbe avuto ribellarsi.
Aveva preso per buona quell'informazione senza mai metterla in discussione ma ora che aveva davanti quel demone così diverso da come li aveva sempre immaginati, Crowley che nonostante abitasse gli inferi aveva appena sbraitato cercando di difendere la reputazione dell'angelo che era stato, e Aziraphale ci credeva alle sue parole, aveva reagito con troppo sentimento per essere una bugia, e adesso gli dispiaceva di aver generalizzato dando per scontato che anche quello che aveva davanti era un demone fiero di esserlo.
<< Mi dispiace non volevo insinuare...- >>
<< Lascia perdere >> sottolineò la frase con un gesto della mano << è ovvio che la pensi così non mi aspettavo nulla di diverso. >>
<< Non credevo possibile che potesse esistere qualcuno come te, non sembri nemmeno un demone a dire il vero. >>
<< Sssenti ma tu ne hai mai visto uno? >>
Aziraphale scosse la testa.
<< No ma me li hanno descritti e credo che gli altri non si comporterebbero come stai facendo tu. >>
Crowley si grattò la nuca facendo muovere quei bellissimi boccoli cremisi.
<< Io non mi sto comportando in alcun modo. >>
<< Appunto >> disse Aziraphale continuando a camminare, Crowley proprio non riusciva a capire e certo zitto non poteva starci, tornare a casa con tutti quei dubbi era fuori discussione così decise di mettere a parte l'angelo sperando di ricevere qualche spiegazione in più.
<< Dico solo che non staresti qui a parlare con me, saresti impegnato a fare qualcosa di subdolo. >>
Il demone storse il naso e raggiunse Aziraphale che si stava allontanando su una collina fiorita.
<< Che ne sai magari lo sto facendo. >>
Aziraphale si voltò verso di lui.
<< Lo stai facendo? >>
<< No >> rispose Crowley scuotendo la testa << ma questo non significa che non lo farò mai. >>
<< Va bene è comunque il tuo lavoro, non puoi certo disobbedire. >>
<< Perché per l'amor del paradiso sei così tranquillo? >> sbottò piazzandosi di colpo davanti a lui rischiando di farlo finire contro di sé.
<< Qual è il tuo problema, se dico che ti comporti da demone ti innervosisci, se dico il contrario anche. A me sembri diverso tutto qui, forse mi sbaglierò ma in quel caso pazienza. >>
Crowley che lo guardava allibito già da un po' decise di averne abbastanza, quell'angelo era davvero troppo criptico e non sapere lo disturbava molto soprattutto se erano cose che riguardavano Aziraphale, così preso dal nervosismo si alzò in volo sotto lo sguardo curioso dell'altro.
<< Mi hai stufato me ne vado e non rimetterò più piede qui. >>
Aziraphale sorride guardandolo allontanarsi.
<< Ci vediamo domani? >> domandò l'angelo.
<< Sì >> rispose Crowley planando verso il basso in modo da poter atterrare, trasformarsi in serpente e scivolare via da quel bel giardino e dal suo custode.
I giorni che passavano insieme iniziavano ad aumentare e con il tempo che passava scoprivano di trovarsi molto bene in compagnia dell'altro, ridevano, a volte scherzavano e soprattutto avevano iniziato a conoscersi meglio come ad esempio quel giorno in cui erano seduti su una roccia con i piedi immersi in un laghetto, il sole splendeva ma non faceva molto caldo, in quel posto il clima era sempre perfetto.
<< Ci sei solo tu qui? >> chiese Crowley curioso di sapere come mai non aveva visto altri angeli in giro, non che gli dispiacesse però era nella sua natura essere curioso << voglio dire ti ho visto in compagnia di un angelo solo una volta. >>
Aziraphale si girò verso di lui muovendo i piedi dentro quella bella distesa di acqua fresca e azzurra.
<< Non sono da solo ma gli altri fanno la guardia nella parte opposta alla mia, in più a loro non è concesso accedere al giardino a meno che non ci sia un pericolo imminente, solo io sono autorizzato a farlo perché sono il guardiano anche dell'interno. >>
Sul volto del demone si aprì un sorrisetto stupito.
<< Quindi sei una specie di capo. >>
<< Oh no no, nulla del genere >> lo corresse Aziraphale agitando le mani.
<< Non mi piace definirmi così, io non sono adatto a dare ordini o prendere decisioni anche per gli altri, mi piace lasciare la libertà di agire. >>
<< Sei solo modesto >> lo canzonò Crowley facendolo arrossire anche se lui era rimasto molto sorpreso da quel discorso, certo doveva aspettarselo da uno come Aziraphale anche se si conoscevano da poco stava cominciando ad inquadrarlo ed era così buono e gentile che faticava a vederlo al comando.
<< No nel modo più assoluto, ho anche rifiutato il ruolo di arcangelo tanto tempo fa. >>
<< TU COSA!? >> sbraitò Crowley non riuscendo a credere alle proprie orecchie, questa poi non l'aveva mai sentita nessuno sarebbe stato così folle da fare una cosa del genere, non sapeva nemmeno si potesse rifiutare quel ruolo a dire il vero ma quell'angelo era stato talmente audace e sicuro di sé da conoscere i propri limiti e rifiutare quello che era a tutti gli effetti un dono.
Aziraphale arrossì nuovamente spostando il viso dall'altra parte, proprio non capiva perché aveva tirato fuori quella storia, era così personale che in pochi la sapevano persino in paradiso e lui cosa aveva fatto? L'aveva raccontata a un semi sconosciuto che per di più era della fazione opposta, ma cosa gli prendeva continuava a chiedersi.
<< Shh abbassa la voce, non faceva per me, non so nemmeno perché te l'ho detto. >>
<< Io penso che saresti stato forte sai, sei in gamba Aziraphale forse non ci credi abbastanza, hai la straordinaria capacità di lasciare che le cose accadano senza giudicare gli eventi o i compiti che abbiamo, sei un bravo angelo. >>
L'angelo che non era abituato a sentirsi rivolgere tutti quei complimenti ci mise un po' a riordinare nella sua mente le parole da dire, erano come in disordine e sentiva la bocca estremamente secca, in più uno strano calore gli scaldava il petto, quella era una nuova sensazione per lui a cui doveva abituarsi.
<< Lo dici tanto per dire >> borbottò senza il coraggio di alzare lo sguardo.
<< Non è vero, io non mento mai! >> disse Crowley agitandosi, Aziraphale lo guardò sollevando le sopracciglia non troppo certo della veridicità di quella frase, << e va bene a volte mento ma in questo caso sono serio. >>
Le labbra candide dell'altro curvarono in uno splendido sorriso ricco di gratitudine.
<< Allora grazie >> disse e dopo questo scambio di frasi un profondo silenzio calò su di loro, avevano la strana sensazione di aver condiviso qualcosa che andava oltre il girarsi intorno a vicenda e rimanere in compagnia reciproca, stavano sicuramente passando il limite e ad ogni incontro rischiavano sempre di più ma quel momento di condivisione dove erano solo due creature che aprivano il loro cuore era troppo importante per entrambi anche se ancora non lo sapevano.
<< E tu cosa ci fai qui? >> fu Aziraphale a rompere il silenzio con quella domanda.
<< I miei mi hanno mandato a tenere d'occhio la situazione, sai cose tipo prendere informazioni, punti deboli e tutto il resto ma non mi hanno detto esattamente a che servirà. >>
<< Capisco >> disse l'angelo annuendo.
<< La verità è che ho accettato solo per combattere la noia, lasciare quel buco fetido e uscire finalmente, quando sono caduto non credevo nemmeno si potesse lasciare quel posto e invece eccomi qui >> disse sorridendo, ma era un sorriso spento con lo sguardo perso nel vuoto, Aziraphale vedendolo così si dispiacque moltissimo, doveva essere stato terribile pensava e voleva trovare qualcosa per tirargli su il morale quando un'idea gli balenò in testa.
<< Mi aspetteresti qui un momento? >>
Crowley si limitò ad annuire osservando quella meravigliosa creatura spiccare il volo in tutta la sua bellezza e maestosità, se era così fantastico in quelle condizione come sarebbe stato se avesse accettato quel ruolo, quanta energia avrebbe sprigionato si domandava mentre lo attendeva senza staccare gli occhi dal cielo, fortunatamente per la sua curiosità non ci mise molto a tornare.
<< Vieni come, ti porto a vedere una cosa >> disse.
<< Ma...hai detto che le mura sono sorvegliate, mi vedranno. >>
<< Per oggi no >> disse Aziraphale spiccando il volo e facendo l'occhiolino gesto che arrivò come una freccia nel petto di Crowley.
Mentre sorvolavano quel luogo incantato il demone si chiedeva che cosa mai volesse mostrargli ma poi il suo pensiero si spostò altrove, quel posto sembrava piccolo ma in realtà come per miracolo conteneva un mucchio di cose molte delle quali non aveva fatto in tempo a conoscere.
<< Ecco ci siamo >> gridò Aziraphale planando verso il basso, Crowley lo osservò per un istante poi lo seguì, si fermarono su una distesa di sabbia bianca e lui si accorse che non era come quella del deserto, era più morbida e tiepida tanto che gli venne voglia di affondarci i piedi dentro, poi i suoi occhi si puntarono su quell'acqua che sembrava tanto immensa e ondeggiava facendo un melodioso suono con il suo scroscio, il suo naso però captò qualcosa.
<< Che cos'è questo odore? >>
<< E' la salsedine proviene dal mare >> gli spiegò Aziraphale con un sorriso.
<< Oh ma è fantastico! >> urlò correndo verso di esso e tuffandocisi, in un attimo era tutto bagnato ma non gli importava, Aziraphale vedendolo così agitato tentò di avvertirlo della particolarità di quell'acqua ma il demone era troppo preso dai suoi schiamazzi per ascoltarlo e così dopo l'ennesimo tuffo dove fece l'errore di aprire la bocca e così ritornò fuori gridando e sputacchiando come un pazzo.
<< Che schifo! >> disse tirando fuori la lingua e  tentando di pulirsela con le mani, gesto vano ovviamente, << perché quest'acqua fa così schifo? >> domandò girandosi verso Aziraphale, << tu lo sapevi e non mi hai avvisato >> lo accusò puntandogli un dito contro credendo che l'angelo lo avesse fatto apposta per fargli uno scherzo.
<< In realtà ho tentato di farlo, comunque Crowley quest'acqua è così perché c'è il sale dentro, non è come le altre qui puoi rimanere a galla molto meglio se hai notato. >>
Il demone sbuffo incrociando le braccia.
<< Sale? Perché mai l'onnipotente ha dovuto fare una cosa del genere, voglio dire è crudele...Ah! Forse ho capito >> disse facendo un sorrisetto guardando Aziraphale << era arrabbiata con qualcuno e ha fatto questo per vendicarsi. >>
Aziraphale sospirò scuotendo la testa.
<< Punto primo >> cominciò alzando l'indice << Dio non si vendica e seconda cosa non sappiamo perché è così, credo sia solo una sua caratteristica non ci deve essere per forza una spiegazione per tutto. >>
<< Sì ma...- >> iniziò Crowley pronto a ribattere quando qualcosa di viscido gli sfiorò il piede cosa che lo fece saltare, si chinò per prendere qualsiasi cosa fosse, era verde e viscida, si avvicinò all'angelo sventolandogliela sotto il naso.
<< E questo che angelo sarebbe? >>
<< Quella è un alga...e non chiedermi a che serve perché non lo so, forse a sfamare i pesci. >>
<< Ci sono i pesci!? >> strillò di nuovo Crowley nemmeno gli avessero detto che l'inferno era tutto uno scherzo e lui non era costretto a rimanerci.
<< Sì >> rispose pacatamente Aziraphale.
<< E sopravvivono con tutto questo sale? >>
<< Suppongo di sì >> rispose di nuovo gentilmente, trovava divertente tutta quell'esuberanza e in realtà non si aspettava proprio quella reazione quando aveva pensato di portarlo lì ma gli faceva davvero piacere che fosse così contento, d'un tratto un'espressione malandrina illuminò il viso del demone.
<< Angelo quanto sei pudico? >>
Aziraphale che proprio non aveva capito il senso di quella domanda lo guardò come se avesse cominciato a parlare una lingua a lui sconosciuta ma prima che potesse dire qualcosa la veste di Crowley era sparita e lui si era tuffato in acqua invitandolo ad entrare, ora non che l'angelo trovasse qualcosa di sbagliato nello stare senza vestiti però aveva sempre preferito quando i vestiti c'erano soprattutto davanti alla presenza di qualcun altro, lui era un tipo riservato come poteva quel demone pensare che...
La frase non finì mai perché uno schizzo d'acqua era appena piombato sopra la sua faccia bagnandolo tutto accompagnato da una sonora risata.
<< Crowley >> lo riproverò stringendo i pugni mentre le goccioline gli scivolavano dai capelli appiccicati al viso.
<< Avanti lasciati andare! >> gli urlò.
<< Io sono un essere pacifico e >> un altro schizzo d'acqua e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, la veste di Aziraphale sparì e lui si tuffò per raggiungere quella creature che forse aveva proprio voglia di affogare, iniziarono una gara di schizzi con urla e risate, facevano talmente tanta confusione che anche gli animali che passavano di lì si chiedevano che cosa stesse succedendo in quel luogo solitamente tanto silenzioso, gli uccellini si posavano sui rami e piegavano le testine per avere una visuale migliore, gli scoiattoli si arrampicavano in alto, cervi e lepri drizzavano le orecchie per capire se quei suoni erano da considerarsi una minaccia, solo i pesci stavano alla larga da quei due ma solo perché con tutti quei guazzabugli potevano rischiare di finirci in mezzo e farsi male.
Quando tutti gli animali capirono che quei due non rappresentavano un pericolo se non per se stessi si allontanarono tranquillamente continuando le loro faccende, Crowley e Aziraphale non si erano mai divertiti tanto come in quel momento, avevano persino scordato i loro ruoli mentre erano presi in quella divertente lotta, poi il demone andò sott'acqua e decise di rimanerci giusto il tempo di far innervosire un po' il suo nuovo amico.
<< Crowley? >>
<< Avanti non è più divertente. >>
Ma il demone non lo ascoltava.
<< Guarda che ti vedo non credere di essere nascosto. >>
<< E va bene se non vuoi venire tu >> iniziò chinandosi sulle ginocchia per poter allungare le braccia e afferrare quel briccone, aveva il viso quasi vicino a quello specchio trasparente, Crowley riemerse proprio in quel momento posando le sue labbra su quelle dell'altro, i due si scambiarono il primo bacio di tutta l'esistenza e a Dio che li stava osservando sorridente venne un'idea meravigliosa, quello sarebbe stato il gesto attraverso il quale le creature che aveva intenzione di creare avrebbero espresso il loro vero amore.
Era perfetto si disse e andava bene per tutti, era sicura che i suoi nuovi figli avrebbero trovato tanti modi diversi per esprimerlo perché l'amore è una cosa talmente grande e possiede tante piccole sfaccettature, già poteva vederli i genitori che posavano un bacio delicato sulla fronte dei loro figli, due amanti che con esso sanciscono la loro unione, fratelli e amici che si schioccano sulle guance paffute un sonoro bacio pieno d'affetto, eh sì qui due esseri sovrannaturali le avevano fornito proprio una bella ispirazione e Lei sapeva che erano speciali, lo sapeva dal giorno in cui li aveva messi al mondo.
Aziraphale e Crowley si guardarono un istante e poi si sorrisero, all'angelo era piaciuto quel breve contatto era qualcosa che non aveva mai provato prima e nemmeno il demone sapeva si potesse fare, era un cosa nuova e gli era piaciuta ed era anche pronto a rifarla se anche per Aziraphale fosse stato così e dalla sua espressione sembrava davvero lo fosse.
Si sedettero sopra un grande scoglio liscio per asciugarsi, il sole era alto e caldo, non ci sarebbe voluto molto anche se per loro il tempo non era un problema, sentivano che non erano ancora pronti a lasciarsi per quel giorno ma erano del tutto inconsapevoli che anche l'altro provava la stessa cosa.
<< Senti angelo la cosa che è successa prima è nuova vero? >>
<< Penso proprio di sì, non ho mai visto nessuno farlo prima di noi >> rispose Aziraphale stringendo le ginocchia al petto, si era rimesso la veste perché andava bene divertirsi ma lui aveva pur sempre un ruolo da rispettare e anche Crowley lo aveva fatto forse solo per spirito di fratellanza che per altro.
<< Quindi si può dire che l'abbiamo intentata noi >> disse il demone cercando l'approvazione negli occhi turchini dell'altro.
Ci pensò su e dopo aver sollevato entrambe le chiare sopracciglia decise che aveva proprio ragione.
<< Bé in effetti sì. >>
<< Abbiamo inventato qualcosa alla faccia di tutti loro! >> disse entusiasta Crowley ma il suo sorriso si spense davanti all'espressione di Aziraphale.
<< Cosa che nessuno deve sapere se non vogliamo finire nei guai, altrimenti scoprirebbero che passiamo del tempo insieme e sarà la fine. >>
<< Oh...sì hai ragione. Ma Aziraphale...noi possiamo davvero dare vita a qualcosa? Un angelo e un demone che creano qualcosa...pensi possa essere pericoloso quello che abbiamo fatto. >>
L'angelo sospirò scuotendo appena la testa, purtroppo ne sapeva tanto quanto lui e solo il tempo avrebbe dato loro le risposte.
<< Crowley io non pensavo nemmeno di poterci parlare con te senza finire inghiottito dalle fiamme, non so quello che potrebbe succedere ma se la facciamo rimanere una cosa solo nostra forse non farà alcun male. >>
<< Hai ragione angelo, sarà il nostro piccolo segreto >> disse il demone riacquisendo il sorriso.
Sì sarebbe stata una cosa solo loro...loro e di tutta l'umanità.
Passarono ancora molti giorni insieme ma ad un tratto qualcosa cambiò e Crowley lo scoprì nel modo peggiore.
<< Non puoi più entrare qui >> disse Aziraphale fermandolo sulle soglia delle mura.
<< Perché? >>
<< Non siamo più da soli >> gli  rispose indicando due esseri che si aggiravano nel giardino.
<< Chi sono quelli? >> domandò esterrefatto Crowley, non sembravano angeli.
<< Sono esseri umani, una nuova creazione dell'onnipotente, abiteranno il giardino da ora in avanti. >>
<< Per quanto tempo? >> chiese proprio non riuscendo a capire quella strana mania di dare vita a nuove creature, in verità quello che lo disturbava era che per colpa di quei due lui non poteva più frequentare Aziraphale come prima e forse non si sarebbero mai più potuti rivedere.
<< Non lo so ma probabilmente per sempre >> rispose l'angelo.
<< Come per sempre!? Questo significa che...non puoi fare qualcosa? >>
Aziraphale lo guardò esasperato.
<< Che cosa posso fare secondo te mandarli via? >>
<< Credi che farebbero la spia? Sanno fare qualcosa di speciale? >>
<< Non farebbero la spia e non hanno poteri speciali...- >>
<< E allora a che servono? >>
<< Non lo so Crowley vuoi piantarla con tutte queste domande! Credi che io sappia tutto ma ne so quanto te e ancora non te lo sei messo in testa, per questo sei caduto non sai stare al tuo posto >> Aziraphale che non era solito perdere la pazienza si rese conto di ciò che aveva detto solo dopo averlo fatto ma era già troppo tardi, l'espressione di Crowley mutò all'istante, nei suoi occhi passò una tristezza che non aveva mai visto prima anzi solo il primo giorno in cui si erano incontrati ma poi era sparita.
<< Oh no mi dispiace io non volevo dire...- >>
<< Lascia perdere, risparmiati la tua compassione >> detto questo volò via planando verso il basso, Aziraphale preso dal panico diede un'occhiata agli umani e poi a Crowley, doveva seguirlo ma per farlo avrebbe dovuto lasciare scoperto il suo posto, ci pensò solo un istante e poi si fiondò giù anche lui.
<< Fermati ti prego. >>
<< Lasciami in pace, tu sei come tutti loro >> disse voltandosi e guardandolo con rabbia << io credevo di aver trovato un...non ha importanza >> strinse i pugni abbassando lo sguardo.
<< Non tornerò più qui a meno che non me lo ordinino, ma tranquillo in quel caso ti lascerò comunque stare. >>
<< Crowley io non le pensavo davvero quelle cose. >>
<< Ah no? Se le hai dette significa che un po' ci credi, tu non mi hai mai dato la tua fiducia totale...- >>
<< E tu sì invece? >> domandò Aziraphale alzando il tono di voce.
<< Io sì e lo dimostra il fatto che sono sempre tornato, tu mi hai mandato via adesso che hai trovato qualcosa di meglio da fare! >>
L'angelo lo guardò ferito.
<< Quello che dici non ha senso, non passo il tempo con loro ma non posso fare niente per cambiare le cose, sapevamo entrambi che quel giardino serviva a qualcosa ed era solo questione di tempo prima che accadesse ma tu mi hai investito con tutte quelle domande caricandomi di un potere di cui non dispongo. >>
<< Tranquillo non lo farò più >> disse prima di trasformarsi in serpente e strisciare via.
<< Crowley >> lo chiamò ma ormai era troppo lontano.
Aziraphale rimase costantemente in pena perché Crowley aveva mantenuto la sua promessa e non si era fatto più vedere, gli mancava la sua compagnia e soprattutto gli dispiaceva di essere stato così brusco con lui che non lo meritava proprio, tuttavia nonostante il suo dispiacere il tempo passava ugualmente ed era quasi giunto il momento che tutti i demoni aspettavano.
"Va la su e combina qualche guaio" gli avevano detto e lui per la prima volta era stato felice di obbedire, voleva farla pagare a quei due che gli avevano portato via il suo luogo felice nulla di troppo impegnativo giusto dargli una lezioncina, Crowley non poteva certo sapere che anche dalla più piccola azione possono scaturire grosse conseguenze, doveva solo aspettare qualche altro giorno e poi si sarebbe divertito.
Intanto in paradiso due degli arcangeli si stavano divertendo davvero molto a osservare gli umani da una grande nuvola che forniva loro le immagini, commentavano le loro azioni e ogni nuova scoperta quando videro qualcosa di davvero strano.
<< Ghiu >> fece una smorfia disgustata Gabriele << e questo? Perché gli umani inventano sempre cose così disgustose >> disse mentre osservavano Adamo ed Eva mentre si scambiavano un tenero bacio.
<< Hai ragione sono strane creature, vediamo un po' come è nato. >>
<< Davvero ti interessa Michele? >>
<< Sì, come arcangeli dobbiamo sapere il più possibile sulle invenzioni umane >> rispose pacata ma incisiva.
<< E va bene >> Gabriele schioccò le dita e non potevano immaginare quale scena si sarebbe rappresentata ai loro occhi.
<< Ma quello è...ingrandisci l'immagine >> disse svelta Michele.
<< Non può essere, c'è sicuramente una spiegazione >> rispose Gabriele guardando incredulo quelle immagini.
<< E' Aziraphale, è proprio lui ed è con un demone. Ci ha traditi, dobbiamo prenderlo. >>
E così l'angelo venne portato al cospetto di quella grande nuvola e certo era abbastanza spaventato e confuso, non sapeva che cosa aspettarsi forse aveva fatto qualcosa di sbagliato o erano lì per dargli un richiamo oppure c'era qualcosa di nuovo a cui doveva essere messo a parte, era nervoso e lo sarebbe diventato ancora di più una volta che i suoi capi avrebbero parlato.
<< Puoi spiegarci >> disse Gabriele indicando la nuvola con aria severa, Aziraphale la guardò ma proprio non ci vedeva nulla di strano quando con uno schiocco di dita da parte di Michele l'immagine sua e di Crowley di quel giorno al mare apparve lasciandolo di sasso, sbiancò sul volto all'istante, li avevano scoperti.
<< Ecco...la verità è che >> deglutì rumorosamente, guardò entrambi i suoi superiori ma nei loro sguardi non trovò il conforto che sperava, erano interessati solo a sapere quale fosse la spiegazione se mai ce ne fosse stata una di credibile, prese un profondo respiro, non poteva mettere nei guai Crowley così decise di parlare a suo favore, era sicuro che la voce si sarebbe sparsa all'inferno e così non gli avrebbero fatto niente, almeno a lui.
<< Sono stato io a farlo, era così... >> tremò << affascinante >> disse con la voce che quasi non si udiva.
<< Quindi spiegami raggio di sole tu hai beccato un demone che sguazzava nel mare del giardino creato appositamente da Dio per gli esseri umani e invece di cacciarlo...- >>
<< L'ho baciato sì. >>
<< Non mi interrompere sai, ti avevamo messo all'occhio sui poteri di cui sono dotati, anche senza fare nulla loro sono in grado di attrarti e tu sei un angelo, anzi un principato propriamente addestrato per non cadere in questo genere di trucchetti. >>
<< Dopo che cosa è successo? >> domandò Michele.
Aziraphale nuovamente spostò lo sguardo fra loro due indeciso su cosa dire, forse avevano visto il filmato fino alla fine o forse no ma decise di continuare con la bugia tanto peggio di così non poteva certo andare.
<< Se ne è andato. >>
<< Vorrei ben vedere! >> esclamò Gabriele.
<< Aspetta...meglio controllare >> disse Michele, Aziraphale la guardò spaventato ma mantenne la calma, quando l'arcangelo fece ripartire le immagini non c'era più nulla dopo il bacio, si vedeva solo il demone che si alzava in volo e nemmeno le immagini prima erano presenti.
<< Sembra che ciò che hai detto sia vero Aziraphale ma sei comunque nei guai, un angelo come si deve non si lascia affascinare così facilmente da un demone. >>
<< Ora cosa mi farete? >> domandò ansioso di sapere la risposta e conoscere il suo destino.
<< Ci penseremo ma tu dovrai essere tenuto sotto stretta sorveglianza. >>
All'inferno la voce che un angelo era finito nei guai per colpa di un demone non tardò ad arrivare, molti si chiedevano chi fosse questo grande eroe che aveva compiuto l'impresa mentre altri già sapevano chi fosse, la voce arrivò anche a Crowley che però prima di poter elaborare la cosa venne raggiunto da Hastur.
<< Allora Crowley a quanto pare hai ottenuto un grande successo, come mai non ce ne hai parlato? >>
<< I-Io a dire il vero... >>
<< Non fare il modesto >> disse Hastur stringendolo con un braccio << Beelzebù vuole farti i complimenti di persona e presto lo diremo anche al nostro signore. >>
Il demone dagli occhi scuri lo condusse dal principe dell'inferno senza lasciargli il tempo di dire una parola, anche se non è che avesse molto da dire si stava solo chiedendo come era potuto succedere che trapelasse una notizia del genere per di più completamente falsa.
<< Demone Crowley sono meravigliata dal tuo operato, cose come questa vanno fatte sapere a tutti. >>
<< Nah...non mi piace vantarmi >> rispose Crowley anche se in realtà a lui piaceva vantarsi ma non di cose che non aveva fatto, anzi non di cose che riguardavano Aziraphale perché ormai era chiaro che l'angelo finito nei guai fosse lui.
<< Ai demoni piace vantarsi >> disse Ligur.
<< Sssì ma...sentite io non sapevo che ogni cosa che facciamo andasse urlata ai quattro venti, è successo e basta e forse non nel modo più professionale per questo io...- >>
<< I modi non ci importano Crowley, l'importante sono le azioni >> disse Hastur.
<< Da ora in avanti Crowley voglio tu faccia rapporto su tutto quello che succede, va bene prendere iniziativa ma se non lo dici sembra quasi tu voglia nasconderlo e non ne avresti motivo. >>
<< Sì...no, cioè va bene ho capito, ora posso andare? >>
<< Va pure e preparati per il tuo grande giorno >> lo congedò così Beelzebù.
Il demone non perse tempo si fiondò fuori e in un attimo arrivò all'esterno di quelle grandi mura, doveva assolutamente capire che cosa fosse successo e se davvero Aziraphale fosse coinvolto, scavò una buca all'interno del giardino e si mosse facendo molta attenzione a non essere visto, saggiò l'aria con la lingua ma dell'odore dell'angelo neanche l'ombra quindi non era lì probabilmente lo avevano portato in paradiso, poi ad un tratto sentì alcune voci, si nascose all'interno di un cespuglio e guardava da un foro verso il cielo, atterrarono due arcangeli e quando si spostarono vide che tra loro stava Aziraphale, i suoi occhi si illuminarono.
Gli altri due si allontanarono lasciando l'angelo da solo così il demone poté approfittarne per attirare la sua attenzione, quando si avvicinò al cespuglio vide una grossa testa di serpente sbucare fuori, indietreggiò di qualche passo ma poi lo riconobbe.
<< Crowley... >>
<< Che sta succedendo Aziraphale? >>
<< Non posso spiegarti ora >> disse guardandosi nervosamente intorno.
<< Sssì che puoi >> sibilò muovendo al di fuori della fessura la linguetta biforcuta.
<< Ci hanno scoperti e io ho dovuto trovare un modo per lasciare te fuori dai guai! >>
<< Perché lo avresti fatto? Io...- >> si sentirono le voci degli arcangeli, Aziraphale si voltò e spinse il muso di Crowley all'interno del cespuglio con un piede, sentì i superiori parlare di portare via Aziraphale e una volta raggiunto il paradiso lui non potrà più trovarlo così decise di compiere qualcosa di folle e sconsiderato, si rimpicciolì fino a diventare minuscolo e strisciaò sopra il piede dell'angelo salendo fino alla spalla dove rimase nascosto sotto la stoffa della veste, Aziraphale sentì un solletichio lungo tutto il corpo che lo fece rabbrividire.

<< Tutto bene Aziraphale? >> domandò Gabriele.
<< Sì sì, qualcosa deve avermi fatto il solletico. >>
<< Andiamo allora qui è tutto in ordine e il tuo sostituto è stato aggiornato. >>
Spiccarono il volo fino a raggiungere il paradiso dove l'angelo venne portato in una stanza, gli venne detto che rimarrà lì fino al termine della riunione che terranno gli arcangeli e con essa si deciderà la sua sorte e l'eventuale punizione, Aziraphale si sedette con uno sbuffo, Crowley si lasciò scivolare finendo sul pavimento dove acquisì le sue naturali sembianze.
<< Tu!? >> squittì il povero angelo preso chiaramente alla sprovvista.
<< Shh! Vuoi farmi scoprire? Sono qui per sapere che cosa è successo esattamente. >>
<< Se ti scoprono saranno guai, dopo tutto quello che ho fatto per tenerti fuori >> lo rimproverò Aziraphale sgranando gli occhi, era davvero un testardo quel demone.
<< Allora sbrigati a parlare! >>
L'angelo alzò gli occhi al cielo e poi il suo sguardo si incupì.
<< Quando hanno scoperto di noi due sono venuti a prendermi per una spiegazione, io gli ho detto che è stata colpa mia, che ho agito io per primo perché sono rimasto affascinato da te mentre tu dopo che è successo tutto te ne sei solamente andato. >>
<< Ma è una balla colossale! >> sbraitò Crowley a bassa voce.
<< Lo so ma era l'unico modo per tenerti fuori. >>
<< Bé ci sei riuscito, all'inferno mi hanno riempito di complimenti. >>
<< Bene sono felice per te >> ironizzò Aziraphale spostando il volto di lato.
<< Nessuno ti ha chiesto di farlo angelo. >>
<< Non pensavo di farti un torto salvandoti la pelle. >>
Crowley scosse la testa facendo agitare quella bellissima chioma fulva.
<< Dopo quello che mi hai detto? >>
<< Santo cielo demone testardo ti ho chiesto già scusa per quello, e se proprio vuoi saperlo l'ho fatto anche per farti entrare in quella tua zucca dura che davvero non pensavo le cose che ti ho detto e non le penso tutt'ora! >>
<< Non dovevi farlo! Adesso che sei nei guai come pensi di cavartela? >>
<< E tu come te la saresti cavata se fossi stato al mio posto, probabilmente ti avrebbero già ucciso. >>
Crowley si alzò di scatto mettendosi a camminare avanti e indietro, il suo cuore non aveva fatto in tempo a scaldarsi per il gesto di Aziraphale nei suoi confronti che era diventato caldo ma per la rabbia.
<< Non credo proprio perché io a differenza tua non sarei stato così stupido da farmi beccare! >>
Dopo quelle parole anche la pazienza dell'angelo cominciava a vacillare, si alzò anche lui avvicinandosi al demone.
<< Non riesci proprio a provare un briciolo di gratitudine vero? >>
<< Oh è per questo che lo hai fatto per sentirti dire garzie >> Crowley si chinò con il busto piegando un braccio verso il suo stomaco e l'altro aperto oltre la sua spalla, << ti ringrazio essere misericordioso. >>
<< Basta Crowley! >>
<< Lo dico io basta angelo >> disse avvicinandosi ulteriormente a lui, erano così vicini che le loro vesti si sfioravano, potevano percepire il calore del corpo dell'altro, Aziraphale aveva alzato lo sguardo mentre Crowley lo aveva abbassato su di lui, negli occhi celesti era nascosta la paura che aveva provato quando stava rischiando di perderlo mentre in quelli gialli la rabbia di star per perdere un amico che si era sacrificato per lui ma nessuno dei due riusciva a esprimere questi sentimenti ad alta voce.
Si sentirono dei voci e poi dei passi provenire dal corridoio.
<< Devi andartene >> disse Aziraphale.
<< No >> rispose Crowley scuotendo piano la testa.
<< Questo non è un gioco. >>
Tuttavia il demone rimase al suo posto, Aziraphale lo guardava preoccupato ma anche terrorizzato.
<< Ti prego vattene >> lo supplicò spingendolo ma fu tutto inutile, l'angelo indietreggiò finendo seduto e quando scoprirono il demone diedero l'allarme, subito i due vennero portati nella stanza principale dove erano presenti anche gli altri arcangeli.
<< Bene bene, siamo tutti curiosi di sapere che cosa sta succedendo, immagino ci sia molto di più di ciò che sappiamo, Aziraphale vuoi iniziare tu o facciamo partire la tua vecchia conoscenza >> disse Gabriele sfoderando uno dei suoi sorrisi tirati.
<< Inizio io, se siete angeli intelligenti dovreste aver già capito che lui non c'entra niente, sono io il cattivo, io devo essere punito. >>
Gabriele chiuse le mani tra loro.
<< Se è così che cosa ci facevi qui e come hai fatto ad entrare? >>
<< Con un trucco è semplice. >>
<< Saresti stato anche credibile se Aziraphale non avesse tentato di fare lo stesso con te >> disse Uriel guardandolo serio e con il desiderio di vendetta.
<< Dobbiamo punirlo, al demone ci penseranno i suoi colleghi >> disse Michele.
<< Miei cari colleghi supporto tutto ciò che avete detto ma non credete anche voi che quello che sta cercando di fare questo demone sia encomiabile? >> a parlare era stato Gabriele che si ritrovò gli occhi di tutti che lo guardavano confusi, si avvicinò a Crowley che lo guardava con disprezzo.
<< Ma guardatelo sta cercando di difendere un angelo, i demoni solitamente non lo fanno quindi mi è venuta una bella idea, potremmo risparmiare la vita ad Aziraphale e spedirlo all'inferno mentre lui potrebbe rimanere qui con noi. >
<< Volevate uccidermi? >> domandò sorpreso Aziraphale che non si aspettava che gli angeli sarebbero arrivati a tanto.
<< Volete farlo cadere, ma non avete sentito una parola di ciò che ho detto!? >>
<< Nessuno cadrà qui oggi, quello che propongo è un semplice scambio. >>
<< Non se ne parla >> rispose Crowley disgustato all'idea di pensare ad Aziraphale immerso in una piscina di zolfo e fuoco.
<< Allora temo dovrà morire e a te succederà probabilmente lo stesso. >>
Il tono con cui Gabriele aveva pronunciato quelle parole fece raggelare le vene dei due che venivano considerati traditori, sembrava non provasse pena o rimorso per quello che voleva fare, un comportamento simile se lo sarebbero aspettati maggiormente da quelli dell'inferno.
<< Gabriele posso avere una parola con te prima di decidere? >>
<< Ma certo andiamo. >>
I due si allontanarono a parlare in privato sotto lo sguardo di tutti, Crowley era agitato, sentiva che c'era qualcosa di strano e pregava che non succedesse niente ad Aziraphale, quando Gabriele tornò era da solo, il demone si allarmò subito credendo gli avesse fatto del male.
<< Dov'è Aziraphale!? Che cosa gli hai fatto? >>
<< Calmati demone >> disse Gabriele alzando i palmi verso l'alto << il tuo caro amichetto ha preso la saggia decisione di fare come gli è stato suggerito. >>
<< Che vuoi dire? >>
<< Scenderà all'inferno al posto tuo e tu rimarrai qui. >>
Crowley sgranò gli occhi terrorizzato.
<< Cosa!? Ma io non ho accettato, lui non può farlo! >> si voltò per uscire a cercarlo ma venne bloccato dalla voce dell'arcangelo.
<< Se osi mettere piede laggiù lo uccideranno, detto questo decidi tu, ora andiamo cari colleghi abbiamo ben altro da fare che ascoltare le lamentele di questo demone. >>
Non stava succedendo davvero, Aziraphale non poteva aver fatto di testa sua e scelto la punizione peggiore che potesse capitargli, avrebbero potuto trovare un modo per scampare alla morte, era incredibile, si trovava nel luogo che aveva rimpianto ma non era comunque felice e il povero angelo laggiù all'inferno era terrorizzato, tutti lo guardavano male, con sospetto, lo spintonavano, lo insultavano e poi faceva caldo troppo caldo ed era buio, Crowley aveva ragione e ora poteva davvero capire come si sentiva imprigionato lì dentro, solo qualche demone si dimostrò fintamente interessato a lui ma aveva la sensazione che presto avrebbero anche loro rivelato il disprezzo che provavano.
Adamo ed Eva assaggiarono la mela ma a tentarli non era stato Crowley, la spada di fuoco la trovarono in un angolo nascosta e la presero portando con sé un'arma per difendersi, il mondo iniziò ad avanzare verso la sua fine e l'umanità cominciò a progredire ma erano solo all'inizio, tante le cose che sarebbero successe nel vasto tempo che avevano davanti.
Più passavo i giorni meno idee gli venivano era ad un punto morto, non trovava il modo di uscirne senza essere costretti a diventare due fuggitivi per tutta la vita quando un bel giorno sentendo parlare della razza umana gli venne un'idea, volò in fretta dagli arcangeli irrompendo alla loro riunione.
<< Fatelo diventare umano. >>
<< Cosa? Ma di che parli? >>
<< Che modi sono questi? >>
Tutti i presenti si lamentarono dell'irruenza di quel demone che avevano accettato vivesse tra loro anche se non faceva poi molto per rendersi utile, ma che interrompesse anche le loro riunioni era inaccettabile.
<< Pensateci cosa c'è di peggio per un immortale? Diventare mortale, vivere una vita che sai che prima o poi finirà senza poter fare uso dei tuoi poteri, vi assicuro che per me sarebbe peggio vivere come un umano piuttosto che rimanere qui. >>
<< E' abbastanza ovvio chi vorrebbe vivere all'inferno? Qui per te è una pacchia, ma presto le cose cambieranno dovrai iniziare a darti da fare. >>
<< Sempre meglio che stare sulla terra, almeno so di avere una via d'uscita ma da mortale quale potrei avere? Anche per Aziraphale è sicuramente lo stesso, è imprigionato lì ma volendo potrebbe sempre andarsene, escogitare un modo per scappare da tutti. >>
Gli arcangeli si guardarono tra loro ponderando quelle parole che non erano poi del tutto sbagliate.
<< E tu perché ci stai raccontando queste cose, pensavo foste amici. >>
Crowley alzò e abbassò le spalle.
<< Sono pur sempre un demone e noi non abbiamo amici. >>
Non era una decisione da prendere alla leggera anche perché quel diavolo poteva aver architettato tutto per riuscire a fargliela sotto al naso, per cui ne parlarono a lungo, molto molto a lungo tanto da far diventare Crowley veramente impaziente, discussero persino con quelli del piano di sotto che rimasero sorpresi dal comportamento del loro ex dipendente, se quello che aveva detto si fosse rivelato vero allora si era comportato proprio da demone, così visto che malgrado il duro lavoro con cui costringevano l'angelo a darsi da fare sembrava quasi tranquillo presero la decisione comunque di riammettere Crowley all'inferno e Aziraphale sarebbe stato spedito sulla terra.
Nessuno dei due ebbe il tempo di pensare o decidere qualcosa in merito, accadde tutto così in fretta senza perdite di tempo, quando volevano gli angeli e i demoni sapevano essere davvero efficienti e così quello che doveva essere il serpente tentatore dell'Eden ritornò negli inferi sotto la totale indifferenza di tutti mentre l'essenza angelica di Aziraphale grazie a un potente miracolo congiunto di tutti gli arcangeli venne spedita sulla terra e la sua anima venne assegnata a un piccolo bambino che doveva ancora nascere.
I mesi passarono e presto le urla di quel neonato si sentivano acute in tutta la stanza d'ospedale, piangeva come se fosse consapevole che gli fosse stato fatto un torto o come se qualcuno avesse preso una decisione al posto suo, la dottoressa e gli altri operatori ridacchiavano stupiti non avevano mai sentito un bambino con una voce così forte già da appena nato, le sue urla si calmarono una volta messo tra le braccia dei suoi genitori che lo guardavano con amore e felicità.
Il bambino che venne chiamato Raphael non sapeva di essere speciale mentre dormiva nella culletta insieme agli altri bambini all'interno del nido dell'ospedale, ma lo avrebbe scoperto presto, infatti una figura dalle grandi ali nere, i capelli lunghi arricciati in boccoli rossi e gli occhi gialli si avvicinò a lui guardandolo dormire.
<< Ti ho trovato angelo >> disse mentre con una mano accarezzava la sua delicata testolina.
Nessuno poteva vedere il demone che seguiva l'infermiera mentre portava Raphael nella stanza dove stava la sua mamma per prendere la sua meritata poppata e tante coccole, il piccolo piangeva lungo il tragitto, gridava la sua indignazione sentendo il suo povero pancino vuoto che brontolava, Crowley gli si avvicinò.
<< Che caratterino >> disse ridacchiando e il bebè smise di piangere voltando la testina nella sua direzione, il demone sventolò le dita in segno di saluto e il piccolo fece una tenera smorfietta.
Era giunto il momento per Raphael di lasciare l'ospedale e andare a casa con la sua famiglia, giorno dopo giorno cresceva, diventava sempre più forte e la sua natura si plasmava, stava crescendo con tutte le gioie e i fastidi dell'essere umano, c'erano le cose belle come le coccole e i giochi e quelle brutte, il suo corpo lo infastidiva con dolori improvvisi mentre altre volte cadeva o inciampava e si faceva male, dura la vita di un mortale ma anche in quei momenti grigi c'erano sempre braccia pronte a tirarlo su e consolarlo, e poi c'era Crowley.
Il demone non lo perdeva mai di vista, gli stava accanto proteggendolo dai pericoli, gli raccontava storie e la sua preferita era quella di un angelo e un demone che erano diventati amici, una volta cresciuto dopo la fiaba che gli raccontavano i suoi genitori prima di dormire aspettava sempre quell'ultimo racconto, il piccolo Raphael non sapeva che quell'angelo era proprio lui occorreva tempo per ricordare chi fosse davvero, nessuno sapeva come funzionavano queste cose nemmeno gli arcangeli che era la prima volta che compivano quel genere di miracolo, si erano solo limitati a levarselo dai piedi e punirlo.
Raphael stava diventando proprio un bel bambino, aveva capelli soffici e di un biondo chiarissimo, gli occhi del colore delle pietre turchine, la pelle candida ed era immensamente buono, certo anche lui a volte si impuntava, era insicuro, faceva i capricci ma la sua natura non lo tradiva mai, dava da mangiare agli uccellini, salvava ogni genere di animale che trovava insetti inclusi, ed era sempre gentile con tutti.
Un giorno quando era diventato abbastanza grandicello per capire e poteva esporre a voce tutti i suoi dubbi e le sue domande decise che era giunto il momento di chiedere coraggiosamente quella che gli tamburellava in testa già da un po'.
<< Tu sei il mio angelo custode? >> domandò a Crowley che quasi cadde dalla sedia.
<< Io? Ti sembro forse un angelo? >> rispose con la sua solita piccantezza.
<< Mmm in effetti no ma allora cosa...- >>
<< Puoi considerarmi come il tuo demone custode >> disse facendogli un sorriso.
<< Demone...allora hai mangiato il mio angelo custode! >> urlò infilandosi sotto le coperte, Crowley alzò gli occhi al cielo e si avvicinò a lui, tolse la coperta e incontrò quegli occhioni azzurri che lo scrutavano curiosi e un po' spaventati.
<< Punto primo i demoni non mangiano gli angeli, è disgustoso sai e seconda cosa ti ho mai fatto del male o paura in qualche modo? >>
Il bambino scosse la testa e si mise a sedere sul materasso.
<< Io lo sapevo che eri buono però in tv dicono...- >>
<< Lascia perdere la tv angioletto dicono tante stupidaggini. >>
<< E i libri...e le persone...- >>
<< E' molto più complicato di così, è vero i demoni sono cattivi ma...- >>
<< Tu non lo sei però >> disse Raphael e il cuore di Crowley si sciolse, sospirò guardando verso il basso poi di nuovo lui.
<< Ci sono così tante cose che non sai piccolo. >>
Raphael si mise a giocare con le sue piume come quando era piccino.
<< Perché non me le racconti? >>
<< Un po' alla volta ok? Ora dormi che è tardi. >>
Il bambino obbedì infilandosi di nuovo sotto le coperte, allungò le manine verso l'alto e il demone capì che cosa voleva, si avvicinò per dargli un abbraccio ma quando stava per staccarsi quella delicata vocina lo fermò.
<< Crowley. >>
<< Mh? >>
<< Ti voglio tanto bene >> disse girandosi d'un fianco e abbracciando la sua paperella di peluches.
Il demone rimase bloccato con gli occhi che diventarono umidi, gli accarezzò i capelli.
<< Anche io angioletto. >>
Qualche anno dopo era giunto il momento di una bella gita avventurosa organizzata dalla scuola, andarono in un bosco per studiare tutti gli esseri viventi che lo abitavano, la giornata era ideale per una bella passeggiata e tutti i bambini erano entusiasti, saltellavano e si rincorrevano, mentre erano rannicchiati a osservare dei funghi Raphael vide una bella farfalla e la inseguì finendo poi per perdersi.
Fortunatamente Crowley comparve al momento giusto facendogli passare la paura di essere da solo in mezzo a così tanti alberi e piante da non riuscire a vedere l'uscita, si incamminarono tenendosi per mano e dopo poco il demone cominciò a perdere la pazienza.
<< E' tutto uguale qui, dannate stupide foglie >> disse mentre se la prendeva con una pianta che cresceva rigogliosa.
<< Ti sei perso anche tu Crowley? >> domandò il piccolo.
<< Io non mi sono perssso, figurati. >>
<< Hai paura? >> di nuovo una domanda da parte del bambino che questa volta lo fece irrigidire.
<< Io non ho mai paura, sono un demone, una creatura potente e sovrannaturale, posso trasformarmi in un..- >>
<< Serpente lo so ma non significa che non puoi avere paura, non ti capita mai? >>
Crowley ci pensò su ed effettivamente c'erano stati dei momenti nella sua vita in cui aveva avuto paura, quando aveva rischiato di perdere Aziraphale per esempio, quando era caduto e persino in quel momento ne aveva una solo che dirla significava esprimere i suoi sentimenti e per lui era difficile, non era una cosa che solitamente faceva.
<< No mai >> mentì perché non poteva certo dirgli che la sua paura più grande era perderlo.
<< Io invece ho paura che una volta cresciuto tu te ne andrai >> disse il piccolo, Crowley si voltò a guardarlo e il suo cuore si spezzò vedendo quegli occhi colmi di lacrime, si chinò e gli strinse piano le spalle.
<< Non succederà mai angioletto, te l'ho detto io starò sempre con te anche quando sarai grande. >>
<< Promesso? >>
<< Ma certo. >>
Raphael alzò il mignolino per sancire in modo definitivo quella promessa.
<< Ah dai questo è stupido e lo sai anche tu. >>
Il piccolo però non aveva intenzione di mollare così Crowley strinse con il suo mignolo quello più piccolo facendo sbocciare un meraviglioso sorriso su quel faccino prima tanto triste, finalmente poi riuscirono a trovare il resto della classe con le maestre che già si erano attivate per cercarlo, tornò a casa soddisfatto di ciò che aveva raccolto e lo mostrò con fierezza ai suoi genitori che lo riempirono di abbracci e complimenti.
<< Perché hai scelto proprio me? >> domandò un giorno Raphael al demone.
<< Sei un bambino speciale angioletto te l'ho detto. >>
Sul volto del bambino si disegnò un'espressione furba.
<< E visto che sono speciale e che domani è il mio compleanno mi porti a volare con te? >>
<< Scordatelo, non se ne parla, se vuoi volare comprati un elicottero o una mongolfiera >> rispose il demone che se ne stava sdraiato sul lettino, il bambino si alzò dal pavimento avvicinandosi a lui, gli saltò sulla pancia e iniziò a fargli gli occhioni dolci.
<< Ti prego, ti prego, ti prego. >>
<< Ho detto no, ma sei sordo? >>
<< Ti preeeeeegoo. >>
Crowley ringhiò incapace di resistere alle richieste di quel piccolo e adorabile umano.
<< E va bene, va bene! Basta che la smetti, e sarà solo per una volta chiaro? >>
<< Sì! >> strillò Raphael stringendolo forte.
E così un altro bellissimo ricordo si aggiunse nella mente del bambino, ormai stavano diventando tantissimi e lui si divertiva a disegnarli, i genitori la prima volta che videro un disegno chiaro che rappresentava Crowley pensarono che era strano che Raphael avesse disegnato una figura così scura ma era sempre immersa in un sacco di colori, lui gli diceva che se l'era inventato e avevano pensato si trattasse di un amico immaginario.
Quando cominciò ad andare alle medie Raphael venne preso di mira da alcuni ragazzini che gli facevano i dispetti, Crowley non poteva restare a guardare mentre quei mocciosi se la prendevano con il suo protetto così una volta mentre era sulla via di casa e come al solito venne raggiunto dai bulletti che lo circondarono dal cespuglio uscì un enorme serpente che li costrinse a correre via spaventati, Raphael si voltò e sorrise.
<< Crowley! >> esclamò accarezzandogli la testa.
<< Andiamo a casa ometto >> sibilò riprendendo le sue sembianze.
Andava già alle superiori quando avvenne un cambiamento che proprio non si aspettava, quel pomeriggio era tornato a casa più tardi del solito, entrò in camera sua per posare lo zaino ma lo lasciò cadere con un urlo.
<< Che c'è!? >> sbraitò Crowley che non si aspettava certo quell'accoglienza.
<< Cosa hai fatto ai capelli? E ai tuoi vestiti? >>
<< Mi sono rimodernato un po', non ti piace? >> domandò sulla difensiva.
<< No, cioè sì è solo che è strano, ero abituato a vederti con i capelli lunghi e...- >>
<< E ora ti abituerai a vedermi così. >>
<< Certo ma non arrabbiarti. >>
<< Non sono arrabbiato! >> rispose acido Crowley che si aspettava almeno, non sapeva nemmeno lui che cosa davvero si aspettava di ricevere ma non certo un urlo, aveva deciso di rimodernare il suo look per adattarlo all'epoca in cui viveva, aveva portato quegli abiti antichi troppo a lungo e anche se gli altri umani non potevano vederlo a lui non importava.
<< Lo sembri >> lo stuzzicò Raphael.
<< Mettiti a fare i compiti che è meglio >> gli disse il demone.
<< Ma tu non dovresti dirmi di fare il contrario, tipo va a mangiare caramelle o in sala giochi. >>
Crowley lo guardò per un istante studiando la sua espressione.
<< Tu vorresti che fossi così? >>
<< A me va bene come sei >> rispose Raphael prendendo i libri dallo zaino, visto che era si spalle non poté vedere il sorriso che si allargò sulle labbra del demone che era felice di aver costruito un rapporto ugualmente bello anche se ancora non ricordava nulla e forse non lo avrebbe mai fatto.
Una sera Crowley sentì piangere all'esterno della casa, uscì fuori trovando Raphael seduto sull'ultimo gradino che si stringeva le ginocchia e piangeva come una fontana, si sedette di fianco a lui non sapendo se fosse giusto parlare o meno e soprattutto non sapeva che cosa dire.
<< Hai intenzione di allagare il giardino? >> decise che puntare sull'ironia fosse una buona decisione, quando era piccolo funzionava sempre.
<< Che cosa? >> domandò il ragazzo pulendosi il naso con il dorso della mano.
<< Perché stai piangendo? >> chiese Crowley.
<< Lascia stare... >> rispose Raphael.
<< Avanti sono tuo amico e sai che non potrei davvero dirlo a nessuno. >>
<< E va bene >> iniziò sospirando << prima ho provato a baciare il ragazzo che mi piace ma lui mi ha rifiutato, ha detto che gli piace un altro. >>
Crowley rimase in silenzio maledicendo il momento in cui aveva deciso di fare domande, poteva starsene zitto e farsi gli affari suoi e invece no così ora si trovava dentro una situazione che non sapeva proprio come gestire, non era mica Cupido lui o un angelo dell'amore, o qualsiasi altra cosa  riguardasse problemi di cuore.
<< Che idiota >> brontolò riferendosi all'altro ragazzo.
<< Senti Raphael non dovresti perdere tempo con queste sciocchezze...- >>
<< Per te saranno sciocchezze! >> urlò alzandosi e correndo in casa, si tuffò sul suo letto ricominciando a piangere con la consapevolezza che nemmeno quello che aveva da sempre considerato il suo migliore amico lo capiva.
Il demone sbuffò consapevole di aver combinato un casino, poteva infischiarsene ma non aveva cuore di lasciarlo da solo a piangere così rientrò anche lui guadagnandosi una cuscinata in pieno viso.
<< Vieni con me >> disse Crowley tirandolo per il braccio.
<< Non voglio! >> si divincolò Raphael.
<< Non fare storie e vieni ragazzino >> lo tirò di nuovo e questa volta Raphael lo seguì chiedendosi dove volesse portarlo, camminarono a lungo fino a un ristorante dove una coppia stava litigando con l'aiuto di un miracolino demoniaco ovviamente, mentre in un altro tavolo c'era un'altra coppia che si scambiava tenere occhiate.
<< Lo vedi il mondo è pieno di gente che litiga o che si ama senza problemi, non sei il solo a cui capitano queste cose, troverai anche tu la persona giusta un giorno se proprio ci tieni ma se adesso te ne stai a struggerti per un idiota qualunque che non ti ha voluto allora potresti non conoscere mai l'altra faccia della medaglia capisci? >>
Raphael guardava quelle persone con ancora il segno di qualche lacrima sul viso, certo il suo demone forse era stato un po' brusco ma non aveva tutti i torti forse con il tempo le cose sarebbero migliorate anche per lui e avrebbe potuto essere felice anche con un'altra persona, guardò Crowley annuendo piano e lui ringraziò mentalmente qualcuno per avercela fatta.
I successivi anni passarono tra alti e bassi e ormai Raphael era diventato un uomo adulto, aveva una libreria tutta sua e conviveva con il suo compagno da qualche anno, per qualche strano motivo a Crowley non faceva piacere vedere quei due insieme per questo se ne stava quasi sempre alla larga comparendo solo quando l'altro non c'era.
<< Dico solo che questa persona non è quella giusta per te. >>
<< Crowley per favore viviamo insieme ormai da tempo e poi tu cosa ne sai, non sei nemmeno umano. >>
<< Ma ho vissuto tra voi per tanto tempo quindi so quello che dico. >>
Raphael uscì dalla sua camera dirigendosi in cucina a passo spedito, doveva preparare da mangiare e sistemare un po' il salone prima ma il tutto risultava difficile a causa della costante presenza del demone che quella sera aveva deciso di tormentarlo come non aveva fatto mai in tutti i suoi anni di vita.
<< Ascolta tu mi sei stato vicino da quando sono piccolo e ti ringrazio ma non puoi intrometterti così nella mia vita. >>
Aprì il frigo iniziando a tirare fuori gli ingredienti che gli servivano.
<< Aziraphale non sposarlo >> disse Crowley deglutendo a fatica, Raphael si bloccò voltandosi piano verso di lui.
<< Come mi hai chiamato? >>
<< Io...mi sono solo sbagliato >> scosse la testa senza avere il coraggio di guardarlo, gli era stato vicino lungo tutta la sua esistenza, lo aveva visto crescere e diventare un adulto responsabile ma il suo cuore non si era mai scordato di chi fosse davvero, dell'angelo che aveva visto sulle mura quel giorno, delle loro passeggiate, il bagno al mare, il bacio e quei sentimenti c'erano sempre stati solo che li aveva seppelliti perché Aziraphale non esisteva più o meglio esisteva ma doveva percorrere la sua vita e quando aveva raggiunto l'età adulta e il suo viso, il suo corpo somigliava anzi era praticamente identico alla sua forma angelica i sentimenti sopiti erano risbocciati fuori e lui non aveva potuto fare niente per impedirglielo.
<< Sai Crowley ho sempre avuto la sensazione che ci fosse qualcosa che non mi hai mai raccontato, qualcosa che mi nascondi e che io avrei tutto il diritto di sapere. >>
<< Nulla angelo...davvero >> disse guardandolo negli occhi che erano adombrati dalla tristezza.
<< E allora perché stai facendo di tutto per convincermi a non sposarmi, cos'è un tentativo egoistico di tenerti sempre legato a te o...- >>
<< Noi due potremmo... >> iniziò Crowley.
<< Cosa? Cosa potremmo fare? Tu sei una creatura ultraterrena io un umano, non c'è niente che io te possiamo fare e ora se non ti dispiace devo preparami >> chiuse lo sportello del frigo e corse in camera sedendosi sul letto, iniziò a fare respiri profondi tentando di calmarsi, anche lui da parecchio tempo aveva iniziato a sentirsi attratto da quel demone non solo in modo fisico ma in una maniera più profonda quasi trascendentale, ma aveva allontanato quei sentimenti perché sapeva che non c'era nulla che potessero fare per cambiare la loro situazione, una volta calmato tornò in cucina.
<< Crowley io ho intenzione di sposarmi e vorrei che non affrontassimo mai più questo discorso >> lo disse trattenendo il magone che rischiava di spezzargli la voce, il demone annuì.
<< D'accordo angelo >> rispose lanciandogli un'ultima occhiata ferita prima di allontanarsi.
Durante il matrimonio i loro occhi si incontrarono più di una volta, Crowley ovviamente ci era andato, aveva promesso che sarebbe stato per sempre accanto al suo angelo e non aveva intenzione di tradire quella parola, voleva essere lì nel caso si fosse ricordato di tutto o se per miracolo fosse tornato ad essere lui, al ricevimento Raphael si diresse lungo il giardino da solo per fare una passeggiata, trovò Crowley seduto su una grande vasca di pietra con i piedi nudi immersi nell'acqua, fece anche lui la stessa cosa senza dire una parola.
<< Il demone e l'angelo della tua storia lo facevano spesso >> disse Raphael per rompere il ghiaccio.
<< Già...si divertivano molto quei due, mi chiedevi sempre se erano innamorati, mi tormentavi in continuazione >> fece una risatina colma di malinconia.
<< Perché tu non mi rispondevi mai, lo erano? >> domandò Raphael curioso di sapere se finalmente avrebbe potuto avere quella risposta.
<< Non ti rispondevo perché aspettavo me lo dicessi tu. >>
<< Per me sì, erano innamorati >> disse sorridendo l'uomo, anche Crowley sorrise ma era un sorriso amaro, Raphael mosse il piede andando a sfiorare quello di Crowley, rimasero lì a sfiorarsi delicatamente senza più aggiungere una parola, non servivano, si erano già detti tutto semplicemente con quel gesto che li aveva uniti in qualcosa che aveva un nome ma non un futuro, però dietro quel semplice tocco c'era la promessa che non si sarebbero mai lasciati, che sarebbero rimasti per sempre insieme fino alla fine e così fu.
La cosa più dura di vivere accanto ad un umano quando sei immortale è vederlo invecchiare, il marito di Raphael era morto anni prima e ora su quel letto c'era lui che era anziano e malato, aveva avuto una bellissima vita che però stava per giungere al termine, Crowley non era mai stato così spaventato prima d'ora, aveva paura dell'ignoto non della morte in sé perché l'anima che abitava quel corpo non era una delle tante ma era quella di un angelo, del suo angelo ma non sapeva che cosa sarebbe successo una volta che avrebbe lasciato l'involucro fisico, poteva essere cambiata, poteva non ricordarsi di lui, poteva persino sparire visto che quell'incarnazione era frutto di un miracolo.
Troppe variabili sconosciute, incognite a cui non riusciva a dare una risposta, un nome o altro e gli faceva dannatamente paura, guardava il corpo di quell'anziano respirare lentamente e pregava che quel respiro non fosse l'ultimo, aveva gli occhi lucidi, il cuore in gola e le mani non smettevano di tremargli, ad un tratto Raphael aprì gli occhi e voltò lo sguardo verso di lui.
<< Mio caro Crowley... >>
<< Raphael >> maledisse la sua stessa voce che era uscita spezzata come se fosse lui a stare per morire, l'anziano allungò una mano verso di lui che Crowley prese subito stupendosi di quanto fosse magra e sottile.
<< Che cosa ti prende mio caro? >> domandò con un tono reso ruvido dalle ore di silenzio in cui dormiva.
<< I-io...niente è che...ho paura >> confessò con le labbra che gli tremavano, alcune lacrime lasciarono i suoi occhi.
<< Ma tu mi avevi detto che non avevi mai paura, sono un possente essere sovrannaturale, mi posso trasformare in un enorme serpente >> gli fece il verso provando a farlo ridere un po' come faceva lui quando era bambino, ma Crowley riuscì solo a fare un lieve e tirato sorriso.
<< Forse un tempo ero così, adesso non lo sono più, tu sei lì e io non posso fare niente...- >>
<< Crowley la morte è una cosa naturale, tu meglio di tutti dovresti saperlo. >>
<< Ma non la tua Raphael >> pianse chinando la testa e appoggiandosi sul materasso, Raphael gli accarezzò i capelli sottili passandoci in mezzo le dita, era assurdo che dovesse essere lui a tirarlo su di morale, a consolarlo ma il suo cuore non riusciva a smettere di piangere.
<< Se tu non fossi esistito la mia vita non sarebbe stata la stessa, ho avuto un amico sin dai primi giorni di vita, mi facevi ridere, mi raccontavi storie, giocavi con me e soprattutto mi hai sempre protetto. Sono stato una persona così felice e tu hai vissuto tutto quanto, io ti devo tutto e lo so che c'è qualcosa che ti ha sempre tormentato ma nonostante questo non me lo hai mai fatto pesare, ma ora ti prego lascia che faccia io una cosa per te >> provò a muoversi, Crowley alzò il viso tentando di farlo rimanere sdraiato ma lui volle alzarsi, spinse piano sul petto del demone invitandolo a sedersi, rimase appoggiato con le mani su quelle spalle giovani e forti, lo guardò dritto in quegli occhi tanto gialli e luminosi e si chinò posandogli un bacio sulla fronte, una lacrima cadde dai suoi occhi.
<< Grazie Crowley >> sussurrò a pochi centimetri dalla sua pelle.
<< No...non farlo >> pregò il demone prendendogli le mani tra le sue.
<< Se non ci vedremo mai più...- >>
<< Oh Crowley se non ci vedremo mai più tu devi sapere che mi hai reso prima il bambino e poi l'uomo più felice del mondo, non so cosa succederà ma tu devi andare avanti e non essere triste, non essere triste mio caro una parte di me vivrà sempre con te >> si rimise seduto sul letto e poi sdraiato aiutato dal demone che lo abbracciò.
<< Ora devi dormire >> gli disse Crowley con la voce rotta, Raphael staccò le braccia dal suo collo ma poi lo fermò.
<< Crowley. >>
<< Dimmi. >>
<< Ti voglio tanto bene >> e detto questo le sue braccia scivolarono via del tutto cadendo sul materasso.
<< Anche io angelo, anche io non sai quanto >> pianse appoggiandosi con la testa sul suo petto e abbracciando quel corpo ora mai senza vita, si addormentò con i residui di lacrime che gli rigavano le guance quella notte non sognò niente rimase sopito in quel limbo senza trovare il coraggio di svegliarsi, fu una luce che gli centrò in pieno il viso a costringerlo ad aprire gli occhi.
<< Dannato sole >> brontolò con voce roca.
<< Dovrei prenderlo come un complimento? >>
Crowley per un attimo pensò di essere totalmente impazzito, non era possibile che sentisse una voce dietro di lui, una voce che somigliava tanto a quella di qualcuno che aveva perso, effettivamente una luce c'era ma non proveniva dalla finestra così decise di voltarsi e quasi non gli venne un colpo, saltò giù dal letto con uno scatto.
<< Aziraphale! >>
L'angelo annuì sorridendo, e come brillava quel sorriso.
<< Ma come, cosa...io non capisco >> si voltò a guardare il corpo sul letto e poi l'angelo che aveva davanti, era lui in tutto e per tutto con la sua veste bianca, le ali grandi e candide e quell'aura così luminosa che lo avvolgeva facendolo sembrare un'enorme e meravigliosa stella.
<< So quello che hai fatto per me Crowley. >>
<< Sì ma non avevo certezze di cosa sarebbe successo poi >> disse il demone sentendosi colpevole.
<< Oh mio caro Crowley >> si avvicinò << tu mi hai salvato, sarei sicuramente morto per davvero all'inferno, hai fatto l'unica cosa che ti sembrava giusto fare e ha funzionato. >>
<< Se non avesse funzionato invece? >> domandò con quel lieve panico che lo attanagliava.
<< Mi avresti comunque regalato una seconda opportunità, quello che ti ho detto quando ero un umano è vero, ho vissuto una bellissima vita e tutto grazie a te, mi sei stato accanto, non mi hai abbandonato e questo non era scontato, avresti potuto rimanere all'inferno e fare il demone quando invece mi sei rimasto vicino ogni giorno, e a volte probabilmente ti sarai anche annoiato o io forse ti ho fatto soffrire. >>
<< Non me ne importa niente angelo, sei qui >> corse ad abbracciarlo e finalmente poté risentire l'essenza e il profumo di quella cratura che aveva amato sin dal primo giorno, Aziraphale ricambiò l'abbraccio accoccolandosi a lui senza paura o timore ed era così bello lasciarsi andare.
<< Da umano non ho avuto il coraggio di farlo ma avrei tanto voluto dirti una cosa. >>
<< Cosa? >>
<< Sono innamorato di te >> confessò mentre la sua essenza vibrava e anche quella di Crowley si illuminò all'istante.
<< Quindi ciò significa che anche quando eri umano tu... >>
Aziraphale annuì sorridendo dolcemente.
<< Lasciami solo occupare di una cosa poi ti spiego tutto >> disse avvicinandosi all'uomo che era stato, mosse una mano tenendola sollevata lungo il corpo che si riempì di luce e poi svanì in una miriade di puntini luccicanti.
<< Che cosa hai fatto? >> domandò il demone.
<< Gli ho dato una nuova possibilità trasformandolo in anima, ora può scegliere liberamente che cosa vuole fare. >>
Il demone sorrise avvicinandosi a lui.
<< Sempre il solito angioletto >> ridacchiò ma era felice e sperava davvero che quella nuova anima avrebbe deciso di cogliere l'opportunità.
<< Ma adesso come facciamo con i nostri capi? >> chiese Crowley.
<< Non c'è nessun problema, c'è un regolamento per questo genere di miracoli e io avendo fatto l'esperienza più difficile per una creatura ultraterrena posso scegliere liberamente cosa fare e con chi voglio passare il mio tempo e tu sei automaticamente intoccabile. >>
<< I-Io? >>
Aziraphale rise.
<< Con chi altro dovrei voler vivere l'eternità? >>
Risero entrambi e tenendosi per mano volarono verso il cielo, il giardino non esisteva più ma loro trovarono un altro posto in cui vivere la loro esistenza e ogni volta che cadeva l'anniversario Crowley portava un fiore in quel luogo dove anche se solo spiritualmente era seppellito il corpo di quello che era stato Aziraphale domandandosi se quell'anima aveva alla fine deciso di scendere sulla terra, poi si voltava verso il suo bellissimo angelo ricordandosi di quel giorno in cui lo aveva visto sulle mura, lo prendeva per mano e insieme passeggiavano verso la loro piccola e accogliente casa, quel giorno un bambino corse a riprendere la sua palla che era caduta nel loro giardino.
<< Come ti chiami piccolo? >> domandò Aziraphale.
<< Rafael >> rispose il piccolo << sono qui in vacanza con i miei genitori. >>
<< Oh piacere di conoscerti >> disse Aziraphale, Crowley fece un cenno con la testa poi entrambi si guardarono scambiandosi un sorriso complice, la vita a volte era proprio strana e incomprensibile, faceva dei giri immensi e sembrava così grande e spaventosa ma trovava sempre il modo di far combaciare tutto e far incontrare le anime che erano destinate a conoscersi.
Crowley e Aziraphale si scambiarono un dolce bacio prima di rientrare in casa e sedersi sul loro divano ammirando il quadro che Crowley si era fatto dipingere, rappresentava delle mura con un angelo guardiano e più sotto c'era un serpente, quello era l'inizio mentre la fine era ancora tutta da decidere.



Fine



Ps: Grazie a tutti per essere arrivati fin qui, spero che la storia vi sia piaciuta, il titolo è preso dalla canzone "Hello Hello" di Elton John.








   
 
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