Libri > Altro - Sovrannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: sakura_hikaru    23/07/2022    0 recensioni
[Green Creek - T.J. Klune]
Pensieri di Gordo su Mark.
Mark è appena ritornato a Green Creek, assieme al branco. Gordo vorrebbe rimanere impassibile, perché non prova più nulla.
Crede di avere una volontà d'acciaio, ma... non puoi dimenticare l'amore, e il dolore.
Di nuovo, fic nata come una cosa, ne è venuta fuori un'altra.
"Letters from the sky" di Civil Twilight (su Spotify è nella playlist dedicata a Ravensong) mi ha ispirato e continua a farlo su loro due. Mi spezza e mi culla.
Di nuovo su Gordo e Mark: amo questa coppia (sarà perché siamo coetanei?), e nella rabbia di Gordo, nel suo sentirsi abbandonato dal branco e dal suo amore, ho ritrovato molto di me e mi ha fatto soffrire e riflettere.
Genere: Angst, Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pensi che la volontà di un uomo forte sia integra e resistente come l'acciaio.
Che non vi sia fuoco abbastanza caldo da poterlo sciogliere.
Che non vi sia motivo alcuno per cui essa possa crollare, che rimanga rigida a tener dritta la schiena, anche contro il vento, contro la tempesta e i ricordi.
Credi che basti dire “basta”. “Non esiste”. “Non è più niente”.
Credi che basti quello per renderti severo, incrollabile e freddo, gelido. Come l'acciaio.
Credi che tutto questo serva a non farti pensare, a non far battere il tuo cuore più veloce del suo normale battito, ad essere affilato nelle parole e nei fatti.
A guardare quegli occhi, dopo tutti quegli anni, e a dire a te stesso che non senti niente.
Nulla.
Il vuoto totale.
Nel cuore una voragine. Solo spazio per sangue e magia. E indifferenza.
Ma quanto può essere resistente quella volontà quando la furia esce dalla tua bocca, il tremore delle tue mani che non sai cosa potrebbero fare.
(Sei solo preoccupato per Ox, perché i lupi sono un pericolo).
E lui ti guarda con quegli occhi così azzurri che, per un momento, temi di soffocare. E la volontà annega. E l'acciaio si fonde.
E la rabbia esplode.
Doveva essere freddo, Gordo, ma ribolle lava.
Lava di rabbia. Solo rabbia.
(La spina non sta mordendo il suo cuore, sono solo le rose che si schiudono sui suoi avambracci e i rami e le loro spine si allungano e si contorcono sulla pelle. Sembra che pungano, ma lui non sanguina. Non più).
I suoi occhi, così azzurri, si incupiscono e la bocca, così carica di anni e preoccupazioni, fa una smorfia.
E non c'è rabbia. Né odio.
Ma Gordo ne ha per entrambi.
La sua volontà è metallo liquido che gli artigli del corvo plasmano a loro piacimento.
Ecco il veleno della sua lingua, che schizza e ribolle ogni superficie che tocca (il suo cuore? I suoi occhi così maledettamente dolci, sotto tutta quella durezza? Il maledetto lupo che giace sotto quel petto troppo grande e caldo?).
Ecco le lame dei suoi occhi scuri che penetrano la terra, segnando confini invalicabili, tenendolo lontano, lontano, lontano.
Mark doveva restare lontano, per sempre. Dall'altra parte del paese. Per sempre.
Come gli aveva annunciato, un giorno.
Come aveva promesso che non sarebbe stato, non per sempre.
Come, invece, era stato.
Quattordici anni sono lunghi.
Sono una vita.
Possono essere un “per sempre”.
La volontà di Gordo sembra resistere, indenne, a qualsiasi attacco (alla sua amarezza, a quella malinconia, al richiamo, a quella dannata statuetta che lui non ha più...).
E quella notte, quando si sveglia di soprassalto nel proprio letto, con il cuore in gola, il sudore che lo incolla alle lenzuola e che si fa gelido in un secondo, la mano va al petto, a quel tatuaggio.
Al suo corvo, al suo lupo.
Ne disegna i contorni al buio, li conosce così bene. Li ha tracciati notte dopo notte per anni, in un gesto involontario, ma ormai naturale come respirare.
Lui e la sua volontà di acciaio.
Si è fatto tatuare il corvo e un cazzo di lupo. Assieme. Uniti. Per sempre.
La mano si stringe a pugno, sale al viso e va a coprire gli occhi.
È stanco, non sta piangendo.
È duro, inflessibile. È un cazzo di mago. Un cazzo di meccanico.
Un cazzo di Gordo.
È duro come l'acciaio.
Acciaio che si scioglie alla fiamma più bollente.
La fiamma, il suo cuore, è azzurro.
Assomiglia ai suoi occhi.
La sua volontà si squaglia a quel colore, a quel calore.
E, dio, fa male.
Male, male, male.
E non sa più se faccia più male la lontananza (lontano dagli occhi, lontano dal cuore...?) o il suo ritorno. Troppo, troppo vicino.
Non sta piangendo.
Non ha più lacrime, Gordo.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro - Sovrannaturale / Vai alla pagina dell'autore: sakura_hikaru