Nelle notti gelide,
in segreto
Gli è
sembrato di vedere un uomo
affascinante – gli hanno sempre detto che ha gusti
particolari, gli amici, lui
risponde che non capiscono nulla – nel negozio, dietro le
scatole di Caccabombe
e Frisbee zannuti che non ha ancora spacchettato dall'ultima consegna,
ed è
corso lì dietro a cercarlo.
Desiderava un
uomo a cui offrire
una Burrobirra – in tazzina da tè Mordinaso,
ovviamente! Grande classico –, si
trova invece davanti agli occhi un'orrida sorpresa.
Un topo! Non
finto, come i suoi
scherzi, ma un animaletto grigio e smunto che curiosa tra la sua
mercanzia.
Zonko impugna la bacchetta a mo' di scopa e, senza tanti complimenti,
defenestra l'intruso.
~
“Non
vuoi proprio dirmi il tuo
nome, eh? Eppure sento di averti già visto nel mio
negozio...”
L'anonimo
visitatore risponde con
un suono inarticolato che Zonko non può che prendere come
conferma che no, non
riceverà un nome neanche stavolta. Sogghigna; c'è
qualcosa di divertente
nell'anonimato, nel mistero dell'Animagus che da un paio di settimane
gli fa visita
nelle ore di chiusura.
“Ti
chiamerò Topino, allora”
dichiara, evocando un piatto di formaggio da offrire all'uomo.
Topino lo
osserva senza fare una
mossa per accettarlo. “Non è divertente”
dice.
“Secondo
me sì.”
“Tu
non fai testo; mi hai detto
di essere scoppiato a ridere a un funerale perché ti era
tornato in mente un
articolo del Cavillo.”
Zonko sorride al
ricordo.
Xenophilius ha sempre avuto un talento comico. “I funerali
sono così
deprimenti, Topino. Una risata aiuta sempre!”
Un’ombra
di malinconia passa sul
volto del suo ospite – che le risate siano un tasto dolente?
–, ma subito dopo
Topino finalmente accetta il formaggio, forse per nascondere il suo
turbamento.
“Non sempre si può ridere” commenta,
cupo, e il negoziante decide che gli farà
cambiare idea.
~
“Non
nominare mia madre! Tu...
non... non nominarla mai più!”
Topino ha la
faccia tutta gonfia,
arrossata, mentre urla indignato. Tutto perché Zonko gli ha
mostrato
l'ultimissimo modello di tazzina da tè Mordinaso, di una
tonalità rosa antico
decorata con dei topini sui bordi – un tocco originale
aggiunto al design
all'ultimo momento –, dicendogli che avrebbe potuto essere un
ottimo regalo per
sua madre.
La scenata non
lo impressiona,
comunque. I giovani Potter e Black erano tra i suoi migliori clienti,
un tempo.
“Perché no, Topino?” domanda,
riempiendosi un nuovo calice di Whisky
incendiario. “Forse perché non sa che sei vivo...
Peter?”
Topino appare
pietrificato sul
posto. Zonko si chiede se non ha oltrepassato una linea irrimediabile,
se
questa sarà la fine del rapporto incerto che ha costruito,
segreto dopo
segreto, nel tentativo di scaldare le notti gelate di Hogsmeade con la
compagnia del misterioso Animagus. A volte, nei rari momenti di
serietà, gli
viene in mente di chiedere perché – di chiedere la
verità sulla notte che ha
segnato la condanna di Sirius Black e la morte dei Potter.
Ma le notti sono
gelide e
solitarie, prive di risate, e il suo Topino è caldo. Zonko
butta giù il Whisky
e pensa che non è questa la sera in cui è pronto
a rinunciare a un conforto in
nome della verità.
Non è
mai stato un uomo
coraggioso.
~
“Devi
credermi, Zonko, eravamo in
pausa! Non avrei baciato Eleanor se non fossimo stati in pausa,
ovviamente,
insomma, anch’io ho degli standard...”
Zonko perde il
filo del discorso,
poco sensato in partenza, di Harold Dingle. Un giovanotto che si crede
più
furbo di quel che è, ma questo spesso basta a fregare gli
altri. Gli è
abbastanza simpatico, Dingle, ma ha scelto un brutto giorno per venirlo
a
trovare in negozio.
Un anno fa, la
sua relazione –
può chiamarla così? – con Topino
è arrivata all'inevitabile fine. Come un
Frisbee zannuto, che un momento appare stabile e l'istante dopo ha
distrutto
tutto e tu neanche te ne sei accorto, così Topino
– Peter – è sparito
da
una notte all'altra, trascinato via dal peso dei suoi peccati. Quando
ha
sentito tutta la storia (le voci da Hogwarts corrono veloci, anche se
nessuno
ha creduto all’innocenza di Black professata da Potter),
Zonko si è sentito
gelare; ma neanche l’orrore di quel tradimento gli ha
impedito di sentire,
irrazionalmente, la mancanza dell’improbabile conforto di un
corpo caldo
accanto al suo nelle notti seguite all’incidente che
è quasi costato la vita al
giovane Potter e ai suoi amici.
Lui e Peter non
si sono detti
addio, non ne hanno avuto l’occasione; non si sono lasciati,
non a parole.
Semplicemente, una notte si sono incontrati come tutte quelle prima, e
quella
dopo non più.
‘In
pausa’, ha detto Dingle. È
questo che sono, lui e Topino? In attesa di rincontrarsi, di...
No, no, che
pensieri sciocchi.
“Almeno
ti sei divertito a
baciarla?” domanda infine al giovane, per distrarsi. Lo
studente non sembra
aver notato niente, e riprende concitato il suo sfogo.
~
La guerra gli ha
portato via
tutto: il suo emporio, la voglia di ridere e, prima ancora di
ricominciare...
un amante.
Zonko non vive
più a Hogsmeade,
non osa tornarci; troppi ricordi, la maggior parte amari. Forse non
dovrebbe
essere così, tutti gli anni spesi a fornire scherzi agli
studenti di Hogwarts
dovrebbero valere qualcosa di più, ma non è
ciò che sente. Si è trasferito in
un piccolo paesino sulla costa scozzese, abitato quasi interamente da
maghi –
meno stravaganti delle poche coppie di Babbani presenti – e
si trascina giorno
dopo giorno con i risparmi di una vita.
Esce in pigiama
a buttare la
spazzatura, una sera, e si ferma a metà vialetto incapace di
credere ai suoi
occhi.
“Topino?”
Peter non lo
guarda negli occhi,
ma non corre via. “Non posso farmi vedere” mormora.
Rendendosi conto
a stento di ciò
che sta facendo, Zonko retrocede e lo invita in casa. Sigilla la porta
appena
sono dentro. “Credevo fossi morto.”
“Lo
credono tutti” afferma Peter,
il suo Topino tornato dall’aldilà, e Zonko si
chiede se non sia un fantasma.
Non sembra perlaceo, ma in fondo è una notte buia, senza
luna. Il suo Lumos fa
ben poco. “Sono sopravvissuto e, come sempre, sono scappato.
Non mi rimane più
niente, Willy...”
Zonko gli poggia
una mano sulla
spalla e sospira di sollievo quando incontra resistenza al suo tocco,
una massa
solida e decisamente non spettrale.
Che cosa
dovrebbe fare? Allertare
il Ministero, gli Auror, consegnare il criminale che gli si
è presentato
davanti?
Forse dovrebbe.
Zonko non
è mai stato bravo a
rispettare le regole indette dagli altri.
Il Signore
Oscuro è stato
sconfitto una volta per tutte, sia lui sia Peter hanno perso tutto...
ma si
sono ritrovati. Sembra incredibile.
“Resta
con me, Topino.”
È una
proposta e una promessa, e
quando l'uomo si lascia andare tra le sue braccia non gli serve sentire
un “sì”.
NdA
Vi starete
chiedendo che cosa
avete appena letto. Tranquillə, io
tuttora mi chiedo che cosa ho scritto!
Questa ship
è nata nell’ambito di
una serata “crack, anzi crackissima”, dove con
altre autrici abbiamo estratto
10 personaggi in modo del tutto casuale dal Lexicon di HP e ognuna di
noi ne ha
scelti due da combinare per la serata. Sono poi seguiti 5 turni di 12
minuti l’uno.
I prompt della
serata sono stati,
in ordine:
-
Defenestrazione
-
It's
not
funny / I thought it was / You don't count, you started laughing in the
middle
of a funeral because you started thinking of a meme you saw on [insert
whatever]
-
Non nominare mia
madre, mai più
-
And
that’s
why, no matter what mommy says, we really were on a break
-
Sono uscito a
buttare la spazzatura in pigiama
perché credevo di non incontrare nessuno e ho incontrato
proprio te
Harold Dingle e
Eleanor (Branstone),
che vengono menzionati nella quarta drabble, sono due degli altri
personaggi
estratti; se volete leggerne in ship, potrete farlo sul profilo di VigilanzaCostante.
Harold Dingle è uno studente di Hogwarts che cerca di
vendere cacca secca di
Doxy spacciandola per artigli di drago, merce prontamente sequestrata
da
Hermione. Eleanor è una ragazza che nel quarto libro viene
Smistata in
Tassorosso e crede alle menzogne del Profeta su Harry.
Le altre tre
coppie uscite dalla
serata sono: Nobby
Leach/Irma Black
, Violetta Bulstrode/Irma Black,
Violetta Bulstrode/Crosta.
[Per la precisione a uscire come personaggio non è stato
Peter ma, appunto, “Crosta”!]
“Willy”
è una libertà che mi sono
presa, di Zonko non sappiamo il nome (o almeno, io interpreto Zonko
come
cognome) e volevo che Peter avesse un modo più intimo di
chiamarlo, alla fine.
Tra alti e
bassi, commedia e
angst, alla fine ho concesso persino un lieto fine salvando la vita di
Peter. È
stata una serata davvero delirante, prima o poi dovrò
ripetere l’esperienza. :')
Se avete letto
fin qui: grazie! Spero
che questo minidelirio vi sia piaciuto ^__^
Alla prossima,
Mari