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Autore: NPC_Stories    27/07/2022    2 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1298 DR: Nerdsplaining


Inizio estate, città di Silverymoon

"Non credere che possa perdonarti così facilmente, Imadain Terrence Duskwatcher" sibilò la ragazza a denti stretti, fulminando con lo sguardo il giovane uomo seduto davanti a lei, dall'altra parte del tavolino di quel café alla moda.
Il ragazzo si portò un dito alle labbra. "Sssh! Ti supplico, non chiamarmi per nome."
"Ah! Lo so, sono terrificante quando lo faccio" si vantò lei. "Ma te lo meriti, non pensi?"
"Voglio solo dire… sono qui in incognito, Erika, non pronunciare il mio nome ad alta voce. Appartiene a un professore universitario, e il mio cognome mi potrebbe mettere nei guai."
"Oh, no, sarebbe terribile" lo motteggiò lei, guardandosi le unghie "sarebbe imperdonabile se qualcuno rivelasse un tuo segreto mettendoti nei guai! Sai, come un infame ha fatto con me, rivelando alle autorità cittadine che sono una vampira" lei gli lanciò un'altra occhiata velenosa.
"Be'… sai perché l'ho fatto. Era l'unico modo per prendere le distanze e…"
"Ma mi hai voluta vedere per scusarti o per insistere sulle tue posizioni? Fammi capire."
"Per scusarmi" concesse lui. "Non ritratto i motivi per cui l'ho fatto, ma mi rendo conto che sono andato troppo oltre."
"Troppo oltre." Ripeté lei lentamente. Sollevò la tazza di tisana calda che aveva davanti, mimando un brindisi, e poi la sorseggiò. La cameriera l'aveva guardata con curiosità quando aveva ordinato una bevanda calda in quella mattinata torrida, ma Erika non amava le bevande fredde. Quasi non sentiva i sapori - tranne che del sangue, ovviamente - ma non sopportava la sensazione di freddo sulla lingua. "Ho un maledetto cane da guardia che mi segue tutto il tempo, è insopportabile. Tu dici troppo oltre, io dico che sei stato un bastardo fatto e finito!" Inconsciamente indicò con la mano un uomo che sostava ad un tavolino dietro di loro. Era un prete di Deneir, e nemmeno troppo in incognito.
"Sì, come ti pare" anche Imadain afferrò il bicchiere che gli avevano portato, un superalcolico così cattivo e così forte che di solito non veniva mai ordinato da nessuno prima di mezzanotte. Lo scolò tutto d'un fiato. "Ma mi manchi, quattordici anni di separazione forse hanno schiarito la mente ad entrambi, non pensi? Al di là delle mie scuse e delle tue rimostranze, lo sappiamo che la verità è una e inevitabile: abbiamo solo l'un l'altra."
"Eppure sei tu che hai cercato me, non il contrario" Erika fece scattare la lingua. "Io ero quella ossessionata, parole tue, ero quella eccessivamente gelosa e possessiva, eppure in questi anni non ti ho mai cercato."
"Perché sei orgogliosa come una nobile e testarda come un mulo" bofonchiò lui. "Ma io spero… confido che entrambi abbiamo capito i nostri sbagli." Lo disse facendo un gesto con la mano verso di lei, come se volesse lasciarle spazio e allo stesso tempo invitarla a parlare.
Seguì un lungo momento di silenzio.
"Tu stai… aspettando che io mi scusi?"
"Penso che aiuterebbe a ricominciare col piede giusto, se entrambi riconoscessimo i nostri errori" confermò lui.
"Ma vaffanculo, Terry. Di cuore, vaffanculo."
"Erika…"
"Mi scuserò quando tu mi avrai dimostrato in modo indubitabile che sei dispiaciuto di avermi consegnata alle autorità! Perché la mia esistenza è diventata una forma di prigionia da allora e il fatto… il fatto che tu non lo riconosca mi fa andare in bestia."
"Lo riconosco. E mi dispiace."
"Parole! È comodo spendere solo parole."
"D'accordo, allora, dimmi cosa vuoi che faccia! Dimmi cosa devo fare perché tu ti convinca oltre ogni ragionevole dubbio che mi rincresce per quello che ho fatto."
Erika sorrise. In pieno sole i suoi poteri di vampira erano assopiti e i suoi canini erano semplici denti da umana, ma il suo ghignò riuscì comunque a mandargli un brivido lungo la spina dorsale.
"Sono felice che tu mi dia carta bianca, perché domani inizia un ciclo di conferenze sull'archeologia… e sono aperte al pubblico."
Imadain Terrence Duskwatcher, incantatore plurisecolare, cronomante, molte volte professore all'università di Silverymoon sotto diverse identità fasulle, e soprattutto viaggiatore temporale, impallidì al di sotto della sua tiepida abbronzatura.
"No" sussurrò con voce spezzata. "No, ti prego."
"Oh, sì."
"Erika…"
"Mi ami ancora, Terrence?"
"Non è così semp…"
"È così semplice. Mi ami e mi rivuoi indietro, oppure no?"
"Erika, la tua crudeltà è senza misura."
"Sciocchezze! Voglio solo farmi una cultura, lady Alustriel ha proibito che io studi magia ma non muoverà obiezioni verso argomenti di cultura generale. A chi potrà mai nuocere, che io apra la mia mente alle delizie della conoscenza su… gli usi alimentari del basso Netheril? C'è una conferenza su questo il primo giorno."
"Ti supplico…" la voce uscì quasi come un pigolio.
"O sullo sviluppo della metallurgia presso gli antichi regni nanici, com'è che si chiamava quel popolo, ce l'ho sulla punta della lingua"
"Va bene, insomma, se è solo… solo per un giorno…"
"Sono tre giorni di conferenze, biscottino mio, dieci ore al giorno. E sai cosa, intendo proprio frequentarle tutte."
"Ma a te non interessa questa roba" provò ad obiettare lui.
"Solo per vedere la tua faccia" concluse lei. "E mi aspetto di vederti sereno e sorridente. Niente proteste. Niente borbottii come una vecchia pentola di fagioli sul fatto che questo o quest'altro non è storicamente accurato."
"Erika, l'archeologia non è una scienza esatta, per ogni cosa che indovinano ce ne sono dieci che vengono interpretate a ca…"
"Sì" lei allargò il suo sorriso. "Sì. E tu le ascolterai. E non potrai correggere nessuno, perché altrimenti ci si chiederebbe come fai a saperlo."
"Sento già la mia anima che si contorce di dolore" mormorò lui, ed Erika sapeva che non era un'esagerazione. Terrence aveva a cuore cose come la trasmissione della conoscenza in modo corretto, l'accuratezza, la verità. Era forse un po' eccessivo? Sì, soprattutto per il suo stesso bene, ma dopotutto era un vecchio. Non lo dimostrava, ma lo era.
"Prometto che se piangerai sangue asciugherò le tue lacrime" scherzò lei. Ma neanche troppo.
"E dopo di questo, cosa? Mi porti anche a parlare con un crocchio di vecchietti di campagna per farmi spiegare come le loro stupide superstizioni siano magia? Perchè è questo il livello culturale di cui stiamo parlando, ne sei consapevole?"
Lei si fece una risata. La prima vera risata da quattordici anni.
"Non essere scortese verso i tuoi colleghi professori. La branca di archeologia ha bisogno di fondi, mi aspetto il pieno ed entusiasta supporto da parte del professor Imadain Duskwatcher. Dopotutto non ti fai passare per un amante delle tradizioni popolari?"
"Sì, tradizioni popolari recenti, di cui ci sono testimonianze scritte, c'è un abisso di differenza fra un archeologo e uno storico! La differenza è che uno storico può passare informazioni comprovate e un archeologo può solo formulare teorie. Che spesso sono fantasiose!"
"Non vedo l'ora di vederti friggere ascoltando fregnacce con un bel sorriso stampato in faccia" lo punzecchiò lei, girando il cucchiaino nella tisana fino a sciogliere completamente il miele.
"Non puoi pretendere che ci venga in veste di professore però, ci verrò con un aspetto giovanile, così penseranno tutti che sia uno studente" obiettò.
"No no. Ci verrai come professore. E sorriderai, e applaudirai, e terrai chiusa la bocca. Altrimenti io terrò chiuso qualcos'altro, forse per altri quattordici anni."
Terrence gemette. Era una richiesta terribile e senza margine di contrattazione. Ma alla fine annuì, perché la amava e perché gli era mancato il suo essere una stronzetta melodrammatica.



**********
Note: il titolo di oggi non è un trope ma un neologismo spiegato qui. Terrence vorrebbe tanto poter fare nerdsplaining, essere il tipo che dice "well, actually…", ma non può farlo e questo lo dilania dentro.
Il motivo per cui si stanno riappacificando è narrato nella storia Secret.
   
 
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