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Autore: ineffable    29/07/2022    1 recensioni
Aziraphale e Crowley sono alle prese con qualcosa che indirettamente li porterà a confrontarsi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia a Leila91 per farmi perdonare dell'agnst dell'altra storia, spero ti piaccia, un abbraccio fortissimo <3


Una scatola di tenerezza



In una giornata particolarmente soleggiata un angelo e un demone stavano facendo ritorno a casa dopo essere stati nel parco, in mano tenevano uno scatola parecchio capiente che conteneva qualcosa che a detta dell'angelo poteva rompersi mentre per il suo compagno quelle cose non potevano rompersi al massimo danneggiarsi.
<< Crowley sta attento così li fai cadere. >>
<< Non li faccio cadere angelo, forse tu lo fai! >>
<< Come faccio, io nemmeno li sto tenendo e tienili dritti. >>
<< Senti perché non li tieni tu visto che sei tanto bravo >> sbuffò il demone spingendogli la scatola sulla pancia.
<< Ma sei impazzito? >> Aziraphale la prese con delicatezza e aprì piano il coperchio constatando con il sorriso che andava tutto bene.
<< Non si sono fatti niente >> brontolò Crowley.
<< Non si sono fatti niente vero? >> domandò ma non era certo preoccupato, il suo era un interesse che andava oltre la premura per qualcuno, era solo per conoscere i fatti.
<< No, sta tranquillo. >>
<< Sono tranquillo >> rispose piccato e Aziraphale alzò gli occhi al cielo.
Intanto all'interno della scatola cinque piccoli anatroccoli si stavano chiedendo che cosa stesse succedendo e chi erano quei due individui che li stavano sballottando da una parte all'altra, ma soprattutto dov'era finita la loro mamma, ricordavano che si era allontanata e non era più tornata, che li avesse dati in adozione a questi due?
<< Li porteremo a casa tua. >>
<< Perché non nella tua libreria? >> domandò mentre attraversavano la strada, una macchina che stava andando troppo veloce frenò di colpo e quasi non li mise sotto.
<< Ti dispiace!? Abbiamo dei bambini qui! >> sbraitò Crowley.
<< Sì, non dire così caro o penseranno che abbiamo davvero infilato dei bambini dentro una scatola. >>
<< Come angelo sarebbe possibile mi spieghi? >> domandò Crowley guardandolo perplesso, Aziraphale si limitò a scuotere la testa senza avere una reale risposta.
<< Ad ogni modo non possono stare nella libreria, è piena di volumi molto delicati potrebbero danneggiarli. >>
<< Tieni più ai tuoi libri che a loro? >>
Aziraphale si sentì accusato e particolarmente offeso da quelle parole.
<< No! Ma se mangiassero la carta potrebbero stare male, avanti Crowley hai un appartamento enorme e spazioso sarebbe perfetto per loro, e poi sarà solo per pochi giorni te lo prometto. >>
Il demone e la sua indole di ferro si piegarono come un bastoncino di gomma sotto lo sguardo supplichevole e il tono di voce morbido di Aziraphale.
<< E va bene, ma se rompono qualcosa li caccio fuori chiaro? >>
<< Sì caro >> sorrise l'angelo conscio di aver vinto un'altra partita.
<< Bene >> rispose secco Crowley convinto di aver vinto lui visto che aveva messo in chiaro le regole.
Una volta a casa Aziraphale posò la scatola a terra e l'aprì, cinque testoline gialle si sollevarono guardandosi intorno, che razza di posto era quello si chiedevano, e dov'erano il laghetto, il prato e i cespugli dove amavano nascondersi, forse si erano comportati male e la mamma li aveva mandati lì per punirli pensarono.
<< Ecco piccoli questa sarà casa vostra per un po' >>
<< Non esageriamo, qui voi sssiete solo ospiti e dovete stare alle mie regole. >>
<< Ci servirà uno stagno >> disse Aziraphale sollevandosi in piedi.
Crowley lo guardò come se avesse appena detto che la terra è in realtà una navicella spaziale guidata dagli alieni.
<< Ovvio un laghetto, cosa molto facile da tenere in un appartamento, e magari ci aggiungo anche qualche pesce e...- >>
<< Va bene ho capito Crowley, basta anche una piccola piscina dove farli nuotare. >>
Il demone schioccò le dita e comparì una bassa piscinetta di plastica con tanto di rampa per facilitare ai piccoli la salita e la discesa.
<< Così può andare? >> domandò alzando il sopracciglio.
<< Oh è perfetta caro >> squittì Aziraphale congiungendo le mani con tanto di occhi sbrillucicanti, il demone arrossì vistosamente e decise di andare dagli anatroccoli prima di evaporare sul suo pavimento.
<< Ce li butto dentro >> disse e i poveri pennuti lo guardarono terrorizzati.
<< Non puoi buttarli dentro Crowley ma come ti viene, si faranno male, ne parli come se fossero spazzatura >> e addio sbrilluccichio e sorriso da favola, Crowley si alzò sconfortato e lo raggiunse per buona pace degli anatroccoli.
<< Non intendevo buttare nel vero senso della parola, era più un accompagnare. >>
<< Io credo che ci andranno da soli quando saranno pronti, devono ambientarsi >> disse l'angelo guardando la scatola.
<< Comunque Crowley io ora devo andare, ho del lavoro da terminare...- >>
<< Mi vuoi lasciare solo con quei cosi! Non se ne parla Aziraphale. >>
C'erano alcuni momenti in cui Aziraphale dubitava che quello che aveva davanti fosse veramente un demone mandato sulla terra per fare cattiverie e tentare le persone, aveva iniziato a elaborare una teoria che in realtà fosse un angelo sotto copertura mandato all'inferno per spiare le mosse dell'opposizione.
<< Hai paura? >>
<< No! Che sciocchezze è solo che li abbiamo trovati insieme e dovremmo occuparcene insieme, e poi tu sei l'angelo dovrebbe essere compito tuo prenderti cura dei...dei...di quei cosi >> li indicò con un gesto della mano.
<< Domani lo farò io d'accordo? Ma adesso ho davvero de lavoro urgente e non posso stare qui, per favore solo per oggi >> di nuovo quello sguardo, il serpente che c'era in lui stava urlando un secco "no, sono affari tuoi se hai del lavoro arretrato, prenditi i pennuti e vattene" invece lui disse solo << va bene Aziraphale, ma solo per stasera. >>
<< Sapevo che potevo contare su di te >> sorrise l'angelo e prima di andare gli schioccò un bacio sulla guancia e poi corse via, il demone rimase per qualche minuto a fissare la porta scioccato e confuso da quello che era appena successo, che avesse avuto un'allucinazione, si domandò sollevando piano una mano e toccandosi la guancia, questa volta il serpente andò a rintanarsi in un angolo con la testa bassa capendo che da ora in avanti non ci sarebbero più state speranze.
Gli anatroccoli sembravano gradire molto la nuova piscina che era stata fatta apposta per loro, ci sguazzavano, nuotavano, altri si erano lasciati andare a un riposino, si poteva dire a una prima occhiata che fossero teneri ma ovviamente il demone era immune a tanta dolcezza, l'importante per lui era aver trovato qualcosa che li tenesse occupati, aveva anche fatto un nido con cuscini e coperte così nel caso a quegli affarini fosse venuto sonno non lo avrebbero disturbato.
Si lasciò cadere sul divano con in mano il telecomando, provò a fare zapping ma in tv non passavano niente di interessante, decise di guardare un talent show dove gli umani facevano delle gare, era divertente perché il più delle volte cadevano e scivolavano, dopo una buona mezz'ora i piccoli iniziarono a pigolare.
<< Shhh. >>
Loro però non smettevano.
<< Fate silenzio sto cercando di ascoltare. >>
Il pigolio però sembrava essere aumentato di volume.
<< Oh per lamor di... >> si alzò di scatto dal divano spegnendo la tv, una volta voltatosi verso di loro li vide tutti raggruppati con i beccucci aperti che pigolavano e starnazzavano senza un attimo di tregua, Crowley che non capiva il paperese non riusciva a identificare il problema, avevano l'acqua, un posto dove dormire di che altro potevano aver bisogno, stava quasi per minacciarli di chiudere il becco quando gli tornarono in mente le parole dell'angelo "mi raccomando Crowely trattali bene", abbassò la testa sconfitto poi la rialzò come se si fosse accesa una lampadina.
<< Ma certo Aziraphale! Lui saprà cosa fare. >>
Andò verso il telefono, compose il numero e si appoggiò con una gamba sopra il tavolo, i pennuti lo avevano seguito rimanendo in fila composti speranzosi che finalmente quell'individuo capisse che cosa stessero cercando di dirgli.
<< Shh fate silenzio >> disse loro e poi Aziraphale rispose.
<< Angelo meno male che ti ho trovato. >>
<< Che c'è è successo qualcosa? >>
<< Devi venire qui, loro hanno bisogno di te >> in realtà era lui che ne aveva bisogno, ma questa non era una novità.
<< Crowley non posso, spiegami che cosa succede. >>
<< Non stanno zitti un attimo, hanno sguazzato in acqua fino adesso e poi si sono messi a strillare nemmeno stessero prendendo fuoco, non riuscivo nemmeno a sentire la televisione per quanto baccano facevano. >>
Aziraphale rimase in silenzio qualche istante.
<< Mmm non è che hanno fame? >>
Il demone cascò letteralmente dal pero, in effetti non avevano mangiato nulla da quando erano arrivati a casa ed era chiaro che gli fosse venuto appetito.
<< Uhm...no io pensavo fossero già pieni >> mentì perché non voleva fare la figura dello stupido.
<< Provaci comunque, sono piccoli magari hanno bisogno di più cibo, ora devo proprio andare. >>
Crowley sentì uno strano rumore dall'altro capo del telefono e si insospettì.
<< Quanta fretta...di un po' c'è qualcuno lì con te? >>
Aziraphale alzò gli occhi al cielo, a volte quel demone era veramente ottuso.
<< Sì ovvio >> rispose sarcastico e se solitamente era lui a non capire il sarcasmo questa volta fu il turno di Crowley, ma in sua difesa c'è da dire che quando c'era di mezzo l'angelo i suoi neuroni faticavano ad ingranare e così preso da una gelosia furiosa buttò giù il telefono, diede da mangiare agli anatroccoli per poi metterli nella scatola e partire ad alta velocità verso la libreria di Aziraphale.
Una volta davanti schioccò le dita facendo aprire la porta e insieme ad essa saltò anche qualche coronaria del povero angelo che non si aspettava certo una visita a quell'ora, si tolse gli occhialini da lettura osservando quella figura spettinata e nervosa che gli stava davanti.
<< Cosa...- >>
<< Avanti dov'è!? >>
<< Dov'è cosa? >> domandò confuso Aziraphale.
<< Non cosa, chi, dov'è quello che era qui con te? Era questo quello che avevi di tanto importante da fare eh >> aprì la scatola mostrando ai cinque piccoli -anche loro molto confusi- la figura dell'angelo che se ne stava dritto in piedi ancora senza capirci niente-, << guardate questo è il traditore, vi ha lasciati soli per venire qui e spassarsela con chissà chi. >>
L'angelo sospirò sentendo l'imminente mal di testa pulsargli nelle tempie.
<< Prima di tutto io non ho abbandonato nessuno ma li ho lasciati con te e sono sicuro siano in buone mani, seconda cosa mio caro Crowley come puoi vedere qui non c'è nessuno. >>
Gli occhi gialli del demone scrutarono la stanza mentre i suoi sensi tentarono di percepire la presenza di qualcuno, non si sarebbe certo fatto infinocchiare da un angioletto, ma con sua grande sorpresa non percepì nessuno, forse se ne era appena andato si disse.
<< Lo hai detto tu stesso al telefono che eri in compagnia. >>
<< Crowley stavo scherzando! >>
Il demone sbatté più volte le palpebre sentendosi estremamente stupido e con la strana sensazione di aver fatto una figuraccia.
<< Ma...tu...- >>
<< E poi ti lamenti di me che non colgo le tue battute >> si lamentò offeso Aziraphale, gli anatroccoli pigolarono e quei versetti sembravano tanto simili a una risata, Crowley già parecchio umiliato non accettò di farsi prendere in giro anche da dei batuffoli fatti solo di piume.
<< Bé tu hai un tempismo pessimo per l'ironia lasciatelo dire >> borbottò guardando di lato.
<< Non sapevo fosse una scienza esatta, e comunque Crowley se anche ci fosse stato qualcuno non era certo un problema tuo >> in realtà non avrebbe voluto punzecchiarlo ulteriormente ma non poteva accettare che fosse piombato lì accusandolo di chi sa cosa senza nemmeno ammettere di aver avuto torto, e quella frase ovviamente toccò le corde più dolorose del demone.
<< Certo che sarebbe stato un problema mio visto che mi hai mollato a casa con questi cosini, se te la spassi tu mio caro angioletto posso farlo anche io. >>
<< Eravamo d'accordo che avremmo fatto a turno e poi io non me la sto spassando, sto lavorando. >>
<< Se è così tolgo il disturbo >> chiuse la scatola e si avviò verso la porta, ma poi si voltò verso di lui << domani hai intenzione di venire? >> lo disse con un tono più pacato come se avesse paura di sapere la risposta.
<< Certo che vengo, buona notte Crowley. >>
<< Notte angelo. >>
Una volta di nuovo a casa il demone si buttò sul divano a pancia in giù mentre i piccoli sazi e stanchi si accoccolarono sul nido che aveva preparato al suo fianco, ripensò a quella sera e in particolar modo al bacio sulla guancia che gli aveve dato Aziraphale prima di andare via, poi però era tornato ad essere freddo e lui non capiva dove aveva sbagliato, certo aveva preso un granchio con la faccenda della persona in libreria ma non era certo colpa sua se Aziraphale non sapeva fare le battute.
E poi lui stesso cosa avrebbe dovuto dire che tutte le volte che stavano insieme gli girava la testa, sì perché a volte l'angelo era espansivo verso di lui mentre altre sembrava aver fatto cento passi indietro.
<< Cosa devo fare per riuscire a capire quel benedetto angelo? >> sospirò guardando quei batuffolini gialli che sonnecchiavano beatamente << bah cosa sto a parlare con voi che siete in grado solo di mangiare e dormire >> sbuffò rigirandosi malamente sul divano e finalmente anche lui riuscì a prendere sonno.
Il giorno dopo Aziraphale si presentò puntuale pronto a prendersi cura di quei piccoli, ignorò quasi completamente Crowley fiondandosi immediatamente dagli anatroccoli che sguazzavano felici nella piscina, ovviamente il demone c'era rimasto molto male, quei cosi erano lì da nemmeno un giorno e già avevano preso il suo posto nel cuore dell'angelo e in più erano dei perfetti manipolatori, quando avevano visto Aziraphale si erano raggruppati tutti insieme come per salutarlo e lui era esploso dalla gioia.
<< Devo travestirmi da anatroccolo per avere un po' di attenzione? >> sbotto, l'angelo si girò verso di lui per capire cosa avesse da sbraitare e poi sorrise.
<< Bé caro non staresti affatto male >> e addio anche alla rabbia che fino a un secondo prima stava provando nei confronti di quel biondo principato.
<< Lasciamo stare >> borbottò Crowley << allora io adesso torno nel parco a vedere se è ricomparsa la loro madre, tu ...- >>
<< Io rimango qui sì. Ah Crowley ricorda che è quella con il becco arancione. >>
<< Sì sì angelo lo so >> disse facendo un gesto con la mano come per scacciare una mosca, stava per uscire ma poi tornò indietro << e non ficcanasare tra le mie cose. >>
Aziraphale si indignò a dir poco.
<< Io non ficcanaso, non sono certo un impiccione >> si difese incrociando le braccia.
<< Non si sa mai. >>
Quando il demone uscì di casa Aziraphale si rivolse ai piccoli pronto per giocare con loro, gli diede da mangiare, si divertì a guardarli nuotare e li prese anche in mano per una piccola dose di coccole, se il giorno prima i cinque fratellini erano diffidenti ora avevano capito che quei due non gli avrebbero fatto del male e che quest'uomo in particolare non avrebbe mai potuto fare qualcosa contro di loro, era così gentile e dai modi pacati, anche l'altro era bravo però secondo loro doveva darsi una calmata ed essere meno nervoso.
Come si sa per natura i cuccioli sono curiosi e loro non erano da meno, così quando il gentile signore si mise seduto sul divano a leggere loro ne approfittarono per farsi un giro dell'appartamento, Aziraphale dopo un certo puntò sentì che in casa c'era troppo silenzio, si voltò e con suo grande orrore vide che i piccoli erano spariti, si impanicò all'istante dimenticandosi del libro e iniziò a cercarli e chiamarli.
<< Piccoli? Dove siete finiti? Su venite qui ho del pane fresco per voi. >>
Iniziò a cercarli in tutte le stanze senza risultati e alla fine arrivò alla camera di Crowley, era strano essere lì dentro ma non ne capiva il motivo, forse perché per gli umani la camera era una cosa intima e personale che si condivideva solo con le persone a te più vicine, comunque loro due erano amici da seimila anni quindi in un certo senso erano intimi e in più era lì solo per cercare qualcosa di importante e non per ficcare il naso tra le sue cose, a quel punto armato di coraggio e autodeterminazione entrò nella stanza.
Si guardò intorno ammirandone lo stille forse troppo minimale per lui ma perfetto con la personalità del demone, i piccoli lì intorno non c'erano per cui provò sotto il letto e in effetti erano proprio al centro del pavimento che stavano giocando con qualcosa, Aziraphale tirò un respiro di sollievo e sorrise vendendo che stavano bene, il problema ora era riuscire a tirarli fuori.
<< Che ci fai sotto al mio letto? >>
La nuca dell'angelo ebbe un incontro poco piacevole con la sponda del letto a causa dello spavento che gli aveva fatto prendere il suo caro amico, aveva il vizio di spuntare nei momenti meno adeguati.
<< Ahu >> mugolò massaggiandosi il cranio mentre usciva fuori e con fatica si rimetteva in piedi, Crowley se ne stava lì in attesa con il sopracciglio alzato pronto ad ascoltare quale scusa il suo amico gli avrebbe propinato.
<< C-Crowley sei tornato presto...io stavo, non è come pensi...stavo solo cercando di recuperare gli anatroccoli >> tentò di spiegare balbettando, non capiva il perché si agitasse tanto in fondo era la verità.
<< Li hai persi di vista eh angelo? >> sogghignò << significa che sono molto più bravo di te come baby sitter. >>
Le guance del principato si tinsero di rosso acceso.
<< Non li ho persi sono solo sgattaiolati via mentre stavo leggendo, si erano addormentati e io ho pensato che una sana lettura non potesse fare alcun male, e poi me ne sono accorto subito. >>
Crowley si stava divertendo un mondo a vederlo così agitato che cercava di giustificare ciò che era appena successo, proprio non riusciva ad ammettere di essersi distratto.
<< Sì certo angelo >> lo disse con tono accondiscendente << ora tiriamoli fuori dai. >>
Non ci fu bisogno del loro intervento perché i piccoli uscirono di loro spontanea volontà tenendo qualcosa stretto nel becco, Aziraphale si chinò a raccoglierlo.
<< E questo cos'è? >>
Il demone impallidì quando vide quello che teneva stretto in mano, si precipitò a strapparglielo via e lo nascose dietro la schiena.
<< Niente! >>
<< C'è il mio nome lì sopra >> disse Aziraphale sicuro di ciò che aveva letto.
<< No ti ssstai sbagliando >> rispose iniziando a sudare.
<< Oh mio Dio e quello? >> strillò Aziraphale puntando il pavimento con un dito, Crowley fece l'errore di voltarsi a guardare e l'angelo colse l'occasione per prendergli il foglio dalle mani, sorrise soddisfatto constatando di aver letto bene.
<< Vedi te lo dicevo che era il mio nome, ma perché ci sono dei cuori? >>
Il demone avrebbe voluto sprofondare, dannato angelo subdolo che non era altro e lui potente demone come aveva fatto a finire fregato con i metodi che utilizzava lui stesso con le persone, e soprattutto che fine aveva fatto l'ingenuo angioletto che doveva tirare fuori dai guai ogni due per tre?
<< Non sono cuori, ti pare che io mi metto a disegnare stupidi cuori!? >>
<< E comunque quel foglio non è mio >> disse incrociando le braccia.
<< Ma se era sotto il tuo letto. >>
Crowley si voltò a guardarlo con la migliore faccia da poker che fosse in grado di fare.
<< Qualcuno ce l'avrà messo. >>
 Aziraphale non era molto convinto di quella spiegazione ma decise di non discutere oltre perché non c'era modo di convincere l'amico a parlare quando non voleva.
<< Va bene, se lo dici tu >> rispose.
<< E ridammelo, non lo sai che non si prendono le cose in casa d'altri!? >> lo rimproverò prendendogli il foglio dalle mani e sbattendolo dentro un cassetto.
<< Per quanto riguarda voi cinque siete molto nei guai signorini. >>
I piccoli corsero a ripararsi dietro la gamba di Aziraphale.
<< Avanti lasciali stare, non è colpa loro. >>
<< Così finirai per viziarli  >> disse mentre entrambi si dirigevano in sala con gli anatroccoli al seguito.
<< Non sono bambini mio caro. >>
<< E' la stessa cosa, il principio è uguale >> sbottò il demone che di creature viventi se ne intendeva, sapeva che l'unica via per farsi obbedire era quella del terrore ma non poteva certo pretendere che un angelo capisse il concetto per cui lasciò perdere sperando quelle creaturine non finissero per prendere il sopravvento.
<< Notizie della mamma? >> bisbigliò Aziraphale.
<< Perché parli a bassa voce? >>
<< Non voglio loro sentano >> si rivolse ai piccoli che ora stavano giocando allegramente, il cuore del demone si sciolse di fronte a tanta premura ma fece finta che così non fosse e riuscì persino a sbuffare.
<< Comunque nessuna traccia, ho cercato ovunque più volte ma niente. Angelo temo dovremmo accettare che sia successo il peggio e trovare una soluzione diversa. >>
Gli occhi di Aziraphale si riempirono di tristezza pensando a quella povera mamma anatra finita in chissà quali mani e quei poveri anatroccoli così piccoli già resi orfani, però se non c'era nemmeno il corpo della poverina magari non tutto era perduto e così tornò a brillare di vivace energia.
<< Crowley non possiamo arrenderci così, potrebbe essere solo ferita, proviamo a cercarla ancora un altro giorno e se non la troviamo penseremo diversamente. >>
<< Va bene ma non ti illudere troppo non voglio ci rimani male se non dovessimo trovarla... >> dall'espressione di Aziraphale capì di essere stato troppo dolce e così aggiunse << non mi va di sentirti piagnucolare. >>
Nel pomeriggio l'angelo rimase ancora con i piccoli perché Crowley si era ricordato di avere una cosa importante da fare, in realtà era tornato a cercare mamma anatra nella speranza di trovarla e fare una sorpresa ad Aziraphale e ai piccoli, dopo quella sera in libraria sentiva che le cose tra loro non erano del tutto a posto e così aveva pensato che quel gesto avrebbe contribuito a mettere una pietra sopra a tutta la faccenda, purtroppo però tornò a casa senza risultati e stanco morto.
<< Aziraphale ti va di rimanere qui a cena...a loro piacerebbe stare ancora con te >> domandò speranzoso.
<< Solo a loro? >> chiese furbescamente l'angelo e Crowley balbettò per qualche secondo prima di riuscire a rispondere.
<< N-No...cioè...anche a me. Voglio dire non c'è problema se resssti. >>
<< Allora accetto volentieri l'invito >> sorrise gonfiando le guance e il demone si sentì andare a fuoco.
Ordinarono del sushi e Aziraphale miracolò dalla sua riserva un'ottima bottiglia di vino, finita la cena Aziraphale si occupò di piatti e bicchieri portandoli in cucina poi quando tornò in sala vide qualcosa che gli fece sciogliere il cuore, Crowley addormentato sul divano con i piccoli anatroccoli che gli dormivano sulla pancia e uno persino accoccolato nell'incavo tra collo e faccia, il principato sorrise nel vedere quella scena così dolce e non se la sentì proprio di svegliare il demone che sembrava dormire così beatamente bene, vide che sul tavolino di vetro era appoggiato il telefono di Crowley e visto che una volta gli aveva insegnato a fare le foto decise di immortalare quel quadretto così tenero.
Fatta la foto si avvicinò e con un dito sfiorò delicatamente quei teneri batuffoli.
<< Buona notte piccoli. >>
E poi la sua mano titubò, sentiva il desiderio di sfiorare i capelli di Crowley ma la sua timidezza gli stava facendo scoppiare il cuore, la mano gli tremava e con titubanza sfiorò quel ciuffo ribelle per poi ritirare svelto la mano, era stato bello pensò, una sensazione davvero gradevole che si portò dietro durante tutta la notte.
La mattina dopo però il tempo decise per loro, pioveva molto forte ed era inutile andarla a cercare con quel tempaccio avrebbero fatto un buco nell'acqua nel vero senso della parola, Aziraphale che si sentiva così tanto triste e solo telefonò al suo più caro amico nella speranza che lo tirasse un po' su.
<< Ciao caro...come stanno i piccoli? >>
Crowley lanciò un'occhiata alle paperelle.
<< Bene sembra, se la spassano. >>
<< Già... >> rispose sospirando << e tu come stai? >>
<< I-Io? Bene angelo perché? >>
Aziraphale si accigliò.
<< Non posso chiedere al mio migliore amico come si sente? >>
In quel momento il demone ebbe la certezza che c'era qualcosa che non andava, tutte le volte che Aziraphale ammetteva la loro amicizia significava che era nervoso per un motivo e lui voleva scoprire quale così andò subito al sodo.
<< Angelo che hai? E non dire niente perché so che non è così. >>
<< Come lo sai? >>
<< Lascia perdere e dimmi cosa ti prende. >>
L'angelo sospirò rigirandosi la cornetta tra le dita.
<< E' solo che oggi abbiamo perso un giorno in cui potevamo cercare la mamma dei piccoli, più il tempo passa e meno speranze abbiamo ti trovarla. >>
<< Sssenti perché non vieni qui? Stai un po' con loro e magari possiamo guardarci un film, sempre se ti va di vedere un film non sei obbligato...- >>
<< Sì >> rispose Aziraphale, dall'altra parte del telefono ci fu un attimo di silenzio.
<< Sì cosa? >>
<< Sì mi va >> rise l'angelo per poi dire che lo avrebbe raggiunto subito, certo il demone non si aspettava una risposta così veloce e affermativa, Aziraphale aveva sempre trovato scuse quando lo invitava a casa sua, per convincerlo doveva iniziare a sondare il terreno almeno una settimana prima e invece quella volta -forse merito della presenza degli anatroccoli- aveva accettato senza battere ciglio.
Così l'angelo si presentò a casa di Crowley con un' ottima bottiglia di liquore e qualche leccornia speciale anche per i cinque fratellini che gli corsero incontro non appena lo videro, si chinò per salutarli e il demone non poté che sorridere vedendo quella scena.
<< Ti adorano >> disse sfoderando lo sguardo più dolce di cui fosse capace, peccato che Aziraphale non potesse vederlo altrimenti si sarebbe reso conto di molte cose, parecchie delle quali era meglio rimanessero seppellite lì dov'erano giusto per non creare casini o inevitabili discussioni o imbarazzi.
<< Oh sono certo che adorano anche te e se fossi in loro lo farei anche io, guarda cosa gli hai preparato >> disse sorridendo e guardandolo in un modo in cui mai prima lo aveva guardato facendolo sentire parecchio emotivo, più del solito.
<< Prendo i bicchieri? >> domandò l'angelo e Crowley si riscosse, rispose annuendo per poi ricadere nei suoi pensieri, seguì Aziraphale in cucina e si rese conto che erano stati insieme per più tempo in quei giorni che durante il tempo trascorso sulla terra, Aziraphale sembrava più sereno, mansueto come se il nervosismo che mostrava di solito avesse lasciato posto ad altro e il demone non voleva che finisse, era certo che una volta mandati a casa i piccoli le cose tra loro sarebbero tornate come sempre e lui sarebbe tornato ad avere zero possibilità di veder ricambiati i suoi sentimenti e così decise che quello era il momento giusto o non ce ne sarebbero stati altri, armato di coraggio e batticuore si avvicinò al suo ineffabile amico.
<< Angelo devo parlarti di una cosa. >>
<< Dimmi pure >> disse Aziraphale sorridendogli.
<< Forse è meglio se posi i bicchieri >> glieli prese dalle mani sfiorandole e li appoggiò sul ripiano sotto lo sguardo stranito dell'altro.
<< Quello che voglio dirti è che...ci ho pensato tanto e questi giorni in cui abbiamo passato tanto tempo insieme sono stati piacevoli...- >>
Aziraphale si esibì in un sorriso genuino.
<< Anche per me >> rispose.
<< D-Davvero? >>
<< Sì certo. >>
Crowley si grattò la nuca a disagio indeciso su come proseguire.
<< Ecco allora a tal proposito che ne dici se di tanto in tanto noi...lo rifacessimo? Perché vedi devo ammettere che mi mancherà passare il tempo con te e la ragione per cui mi mancherà è che sono i...- >>
Si sentì un pigolio che distrasse entrambi, Aziraphale si voltò in direzione di quel suono pronto ad andare a vedere cosa stesse succedendo.
<< No aspetta an...gelo >> ma ormai era troppo tardi, lui era già sparito in sala e Crowley era rimasto da solo con le sue parole strette lungo la gola.
<< Guarda questo poverino è rimasto incastrato sotto lo scaffale. >>
"Così impara a mettere il becco dove non dovrebbe e a interrompere i momenti importanti" pensò ma ebbe cura di non dirlo ad alta voce, non voleva certo scatenare l'ira dell'amico, schioccò le dita e il pulcino era presto libero, Aziraphale sorrise soddisfatto.
<< Allora cosa stavi per dirmi? >>
Però il momento era perso e Crowley non se la sentiva più di rivelare quei sentimenti che per secoli aveva tenuto silenti dentro di sé.
<< Niente...non era importante. >>
<< Oh...d'accordo. Guardiamo il film? >>
Ci rimase così male, si aspettava almeno che insistesse o che rispondesse a quello che gli aveva detto in cucina invece aveva cambiato argomento senza nemmeno degnarlo di un minimo di attenzione.
<< Sì guardiamo lo stupido film >> sbottò acido prendendo il telecomando.
<< Ma che hai? Sembri arrabbiato >> disse Aziraphale sedendosi vicino a lui.
<< Nulla...non vedo l'ora che questa storia finisca e che quelli se ne vadano >> si spostò nel lato del divano appoggiando la testa sul pugno chiuso, Aziraphale arricciò le sopracciglia.
<< Io pensavo ti piacessero. >>
<< Ti sbagli è a te che piacciano, a me non piace niente di questa situazione! >>
<< Ma se poco fa hai detto...- >>
<< Ah allora hai sentito che cosa ho detto, non sembrava affatto visto che te ne sei corso qui lasciandomi come un idiota >> si alzò dal divano lanciando il telecomando sul cuscino, anche Aziraphale si alzò in piedi confuso dalla piega che stava prendendo la serata.
<< Uno di loro era in pericolo dovevo...- >>
<< Era solo incastrato! Non sarebbe certo morto ad aspettare un secondo di più. >>
<< Come puoi parlare così, è crudele >> disse con voce bassa non riconoscendo la persona che gli era davanti, Crowley rise amaramente.
<< Sorpresa angelo io sono così se non te ne sei accorto. >>
<< No tu sei quello che ha accolto cinque anatroccoli in casa, che gli ha costruito una piscina e un nido con i cuscini, sei quello che si è preso cura di loro e quindi non mi bevo quello che ora vuoi farmi credere di essere. Solo che non capisco perché te la prendi tanto, ti ho anche chiesto di continuare a dirmi quello che stavi dicendo e tu non hai voluto. >>
Crowley scosse la testa stringendo la mascella.
<< Proprio non ci arrivi a capire il motivo...era una cosa importante. >>
<< E allora dimmela >> si avvicinò di un passo Aziraphale.
<< No. >>
<< Crowley. >>
<< Ho detto no! >>
L'angelo alzò gli occhi al cielo.
<< Sei proprio uno stupido testardo >> sbottò Aziraphale.
<< E tu sei così sciocco da non accorgerti di quello che hai sotto il naso. >>
<< E allora dimmelo una volta per tutte così almeno potrò darti ragione! >>
Il demone non ci vide più per la frustrazione e tutti quei sentimenti gli uscirono di botto in un colpo solo nel peggior modo possibile.
<< Quello che non vedi è che sono innamorato di te stupido, sciocco angelo! Da secoli ormai...e tu ti ostini a fingere di non vedere o forse davvero non te ne sei mai reso conto. >>
Aziraphale era spiazzato da quella rivelazione mentre Crowley aveva la voce che gli tremava, in realtà tutto il suo corpo era scosso da un fremito e ora che aveva buttato la bomba non poteva più fare un passo indietro e smentirla.
<< Ora risparmiami l'umiliazione e vattene >> disse sedendosi sul divano con la testa tra le mani.
<< Domani cercheremo la mamma dei piccoli e chiuderemo questa faccenda, così potrai tornartene a fare le cose che facevi prima >> disse senza avere il coraggio di guardare l'amico negli occhi, Aziraphale d'altro canto era rimasto così scioccato da non riuscire a muoversi, le gambe gli tremavano, aveva proprio bisogno di sedersi così prese posto vicino al demone.
<< Adesso puoi anche dimenticarti di tutto e fingere che non ti abbia detto niente >> disse Crowley.
<< Cosa? >> rispose di nuovo scioccato Aziraphale.
<< Lo so che ti ho sconvolto, per cui ti sto dicendo che non devi preoccuparti, sarebbe stato meglio non dirti niente ma ormai l'ho fatto quindi ignoralo e basta. >>
Non poteva credere alle sue orecchie, non gli aveva dato nemmeno il tempo di realizzare che già stava facendo marcia indietro, sentì lo stomaco rivoltarsi e una nausea pressante togliergli il fiato.
<< Io devo...andare a casa  >> disse solo alzandosi dal divano, Crowley prese quella frase come una risposta affermativa a quello che gli aveva detto e se ne pentì subito dandosi dell'idiota, le lacrime gli salirono agli occhi ma non ebbe la forza di ricacciarle indietro.
Il mattino dopo al parco non era partito all'insegna del buonumore, la tensione tra loro era palese anche se facevano finta che non ci fosse, si scambiarono qualche parola di circostanza ma era difficile fingere che quel discorso enorme che avrebbero dovuto affrontare non aleggiasse sulle loro teste, ma avevano una missione da compiere e prima di tutto dovevano pensare a quella.
Passò una buona mezz'ora piena di silenzio e nervosismo prima di scorgere qualcosa, e infatti vicino al cespuglio dove avevano trovato i piccoli c'era mamma anatra che evidentemente li stava cercando, il demone forse per la necessità che quella situazione si risolvesse o forse per l'adrenalina causata dalla soddisfazione di averla trovata commise l'errore di correrle incontro e lei ovviamente spaventata volò via.
<< No! No! Torna qui stupido pennuto abbiamo i tuoi piccoli >> sbraitò con disperazione, Aziraphale corse da lui tutto trafelato e con un cipiglio parecchio irritato.
<< Sciocco l'hai fatta volare via, proprio adesso che l'avevamo trovata. Ma dovevi proprio metterti a correre così? >> la rabbia dell'angelo non era tanto per ciò che era successo, perché ora che sapevano che stava bene era sicuro che sarebbe tornata al nido o comunque avrebbero potuto cercarla più avanti, il suo nervosismo era più per le parole che si era sentito rivolgere la sera prima.
<< Oh bé scusami se dopo giorni di ricerche avevamo finalmente trovato quello sciocco pennuto e non volevo che fuggisse! >>
<< Bel lavoro hai fatto, è fuggita comunque ed è solo colpa tua >> incrociò le braccia Aziraphale guardandolo infastidito.
<< Mia!? Perché non hai agito tu visto che sei tanto bravo, lasci sempre il lavoro sporco a me e tu te ne lavi le mani >> rispose astioso Crowley che proprio non aveva voglia di sentirsi accusato.
Aziraphale rise di scherno.
<< Quale lavoro sporco Crowley? Tu nemmeno lo faresti se non fosse per me, di un po' li avresti presi gli anatroccoli se fosti stato da solo? Oppure avresti dato un passaggio alla ragazza del libro? Avresti cercato il bambino? La risposta è no perché la cosa che sai fare meglio è fuggire quando le cose diventano difficili. >>
Era ovvio che l'angelo non si stesse riferendo a tutti quegli eventi ma a uno in particolare, solo che il demone era troppo ferito per rendersene conto per cui accusò il colpo e decise di giocare con le stesse armi usate dall'amico.
<< Io almeno non sarei scappato da solo, se non ricordo male ti ho chiesto di venire via con me e tu ti sei tirato indietro. >>
<< E ho fatto bene visto che sicuramente una volta arrivati chissà dove ti saresti pentito e mi avresti mandato via >> rispose Aziraphale stringendo i pugni, Crowley lo guardò negli occhi e li vide umidi e tristi, che ci fosse altro dietro quelle parole?
<< Ieri non sembrava così, mi hai confessato ciò che provi poi hai avuto il coraggio di rimangiarti tutto e dirmi di dimenticarmene >> il labbro gli tremò leggermente e il demone finalmente capì.
<< Io non mi sono rimangiato niente, ti ho detto quelle cose perché pensavo tu volessi così, che fosse meglio per te dimenticarti di tutto. >>
<< Tu non sai cosa è meglio per me Crowley, non lo puoi sapere. >>
Il demone si avvicinò di qualche passo certo di aver visto uno spiraglio per riuscire a scavalcare quella corazza che l'angelo si era costruito intorno a sé.
<< Hai ragione non lo so, perché tu non me lo dici, non ti confidi mai con me. Tutto quello che riesco a capire è che hai troppa paura di avvicinarti a me e ogni volta che sembra di aver fatto un passo avanti tu ti tiri indietro. Non ti sto accusando, dico solo che è difficile capire cosa provi o semplicemente cosa desideri, o cosa vuoi che faccia. Io ci ho provato in ogni modo...ma la paura era sempre quella di fare qualcosa di sbagliato che rovinasse la nostra amicizia, e tu a volte neghi anche quella. >>
<< Io non... >> abbassò la testa Aziraphale perché in effetti era vero che aveva difficoltà persino ad accettare che fossero amici, ma non perché non gli piacesse Crowley, gli piaceva eccome e ormai lo aveva capito da tempo però c'erano sempre stati problemi, prima le loro fazioni, l'Armageddon e poi il fatto che lui  non ha mai sospettato di essere ricambiato, aveva sempre pensato di essere solo una buona amicizia per il demone.
<< Hai ragione Crowley...io non ho mai capito quello che volevi dirmi, però non sono ancora pronto ad affrontare questo discorso e poi dobbiamo pensare a mamma anatra. Ti prego non pensare che per me non sia importante, lo è ma ci sono delle cose che devi sapere e questo non mi sembra il momento adatto. Però una cosa voglio dirtela, mi dispiace di averti fatto credere di non contare niente per me, tu sei importante, il più importante di tutti...ora scusa ma devo andare >> lo disse con gli occhi lucidi e la voce roca, incrinata da quel sentimento così forte, Crowley rimase lì, sospirò e abbassò la testa non sapendo più cosa pensare.
Erano già le dieci del mattino del giorno dopo quando un demone tutto trafelato piombò nella libreria di Aziraphale.
<< L'ho trovata! Angelo l'ho trovata! >> urlò indicando l'esterno, il suo amico rimase per un attimo perplesso poi capì e i suoi occhi si illuminarono di gioia.
<< Mamma anatra? >>
<< Sì! L'hanno trovata ieri due ragazzi, si è ferita ad una zampa atterrando e se ne stanno prendendo cura, possiamo portarle i piccoli una volta che sarà guarita. >>
<< Oh ma è fantastico Crowley! >> d'istinto lo abbracciò forte, poi quando se ne accorse si staccò piano arrossendo.
<< Scusa... >> disse.
Il demone sorrise e quegli ultimi giorni li passarono insieme ai piccoli fino al momento del ricongiungimento con la loro mamma, li portarono al parco una Domenica mattina, mamma anatra era lì che li attendeva inconsapevole che presto avrebbe rivisto i suoi piccoli, aprirono la scatola per salutarli.
<< Ciao piccoli pennuti rompi scatole. >>
<< Crowley! >> lo rimproverò.
<< Bé devi ammettere che un po' lo sono però è stato bello avervi tra i piedi, mi raccomando non fate troppo i bravi e ricordate gli insegnamenti di zio Crowley. >>
Aziraphale sollevò un sopracciglio ma poi rivolse l'attenzione ai piccoli, li accarezzò uno ad uno.
<< Piccolini è arrivato il momento di salutarci, siete stati degli angioletti e vi devo ringraziare >> sorrise deglutendo << mi mancherete così tanto >> piagnucolò, il demone li fece scendere e loro dopo averli guardati corsero felici a riabbracciare la loro mamma, le due entità guardarono quella scena strappa lacrime, Aziraphale iniziò a piagnucolare e Crowley che non poteva sopportare di vederlo piangere gli mise una mano sulla spalla.
<< Avanti angelo possiamo tornare a trovarli quando vogliamo. >>
<< Lo so ma non sarà la stessa cosa però e così bello vederli felici. >>
<< Sì è vero >> disse Crowley tirando su col naso, attirò l'attenzione di Aziraphale.
<< Caro stai piangendo? >>
<< Ma che sciocchezze dici, ti pare che mi metto a piangere per degli stupidi, adorabili pennuti no! >> disse voltando le spalle e prendendo la via del ritorno, Aziraphale ridacchiò intenerito e dopo aver rivolto un'ultima occhiata alla famigliola riunita gli si avvicinò.
<< Io credo proprio invece che tu ti sia commosso. >>
<< Non è affatto vero! >>
Continuarono così a lungo e la tensione provata il giorno prima sembrava essersi dissolta, però ovviamente c'era ancora un discorso da affrontare e l'angelo aveva trovato il modo perfetto per far capire al suo caro e testardo amico quanto significasse per lui, gli disse che doveva fare una cosa e che si sarebbero rivisti l'indomani così il demone tornò a casa, decise di fare un riposino e poi la sera si preparò un ottimo bicchiere di vino da gustare davanti alla televisione, quando tornò in sala vide che sul tavolo c'era un foglio, si avvicinò incuriosito e quando scoprì di cosa si trattava rischiò di mandare in frantumi il bicchiere ed evaporare istantaneamente.
Su quel foglio c'era lui che dormiva con gli anatroccoli su di lui, non sapeva che Aziraphale gli avesse fatto una foto e nemmeno che lo avesse visto in quelle imbarazzanti condizioni, arrossì così tanto da sentire la faccia andargli a fuoco, che razza di figura aveva fatto e chissà l'angelo che cosa aveva pensato, ma sul foglio c'era anche una scritta.
"Al più dolce e adorabile demone che conosca, con amore Aziraphale" e poi c'era un cuoricino. Crowley rimase per un'intera ora a fissare quella scritta ed analizzarla, c'era scritto amore ma poteva essere amore universale e c'era un cuore ma quello poteva essere uno scarabocchio venuto male, tutte le soluzioni che tentava sembravano non essere giuste e allora stufo decise di affrontare l'artefice di quella scritta, si diresse in libreria abbandonando il povero calice di vino che avrebbe passato la serata solo soletto.
Ovviamente entrò con la sua classica grazia demoniaca sbattendo il foglio sulla scrivania dove Aziraphale stava lavorano.
<< Che significa? E perché mi hai fatto una foto così imbarazzante senza il mio permessso? >>
L'angelo si alzò sorridendo.
<< Eravate troppo carini per non immortalarvi >> rispose accarezzando il foglio con un'espressione beata.
<< Mannaggia a me e a quando ti ho insegnato a fare fotografie >> brontolò.
Aziraphale ridacchiò divertito.
<< Non devi vergognarti di essere tenero a volte, a me piace questo tuo lato. >>
<< A proposito di piacere...mi spieghi questa frase. >>
<< Non è chiara? >> domandò Aziraphale con naturalezza.
<< No a dire il vero, vorrei tu fossi più preciso. >>
<< Mi sembra giusto >> prese un respiro prima di continuare << senti Crowley io ho sbagliato tutto con te, ti ho allontanato deliberatamente perché mi ero reso conto che quello che provavo per te stava diventato qualcosa di forte e pericoloso ed è sempre dietro a questo che mi sono rifugiato. Poi quando il pericolo è passato avevo così voglia di dirti tutto, di confessarti quello che da tempo provavo ma poi qualcosa mi ha bloccato, ho pensato che se non mi avessi ricambiato non saremmo potuti più essere amici e ti avrei perso, credimi per me perderti era l'opzione peggiore, piuttosto sarei rimasto altri secoli rimanendo in silenzio ma al tuo fianco. Quello che sto cercando di dirti e che mi riesce così difficile è che anche io ti amo...sono innamorato di te credo da quella volta in cui hai salvato i miei libri o forse da prima non lo so più... >> confessò sorridendo, si sentiva così in colpa di averlo fatto soffrire solo perché aveva avuto troppa paura di parlare.
Crowley non si aspettava certo una confessione del genere, l'angelo non sembrava certo di quell'idea i giorni prima e invece era saltato fuori che anche lui aveva sempre nascosto quei sentimenti, il suo cuore scoppiava dalla gioia ma non voleva che l'altro si umiliasse così.
<< Non prenderti tutta la colpa, anche io non sono stato troppo chiaro e ti chiedo scusa per averti detto di dimenticare tutto...ero solo arrabbiato e ferito.
Aziraphale sorrise dolcemente e si avvicinò stringendogli piano una mano.
<< Io perdono te se tu perdoni me >> disse e anche Crowley sorrise.
<< Mi sembra un accordo perfetto >> rispose.
<< E credi ci sia un modo per suggellarlo? >> domandò Aziraphale con espressione malandrina.
<< Credo di sì, se vuoi te lo mostro. >>
L'angelo annuì furbescamente e allora il demone gli sollevò il mento con due dita e si chinò per baciarlo, quando si staccarono l'angelo gli accarezzò il petto.
<< Ne sai una più del diavolo >> disse ed entrambi risero stringendosi l'uno all'altro ma poi a Crowley venne un terribile dubbio.
<< Aziraphale non è che hai fatto un'altra copia di quella foto e te la sei tenuta? >>
Prima lo guardò con espressione terribilmente indignata e poi sogghignò.
<< Ovvio che sì mio caro Crowley. >
<< COSA!? Dimmi subito dov'è così la distruggo! >>
<< Non te lo dirò mai >> disse incrociando le braccia.
<< Avanti Aziraphale sai anche tu che è illegale tenere la faccia di qualcuno senza il suo permesso. >>
<< Ma se la vedo sempre la tua faccia, è come se mi avessi dato l'autorizzazione. >>
<< Non scherzo, tira fuori quella foto >> sibilò.
<< Altrimenti? >> sollevò il sopracciglio angelico in attesa della risposta.
<< Altrimenti io...io...oh va al...da qualche parte razza di manipolatore che non sei altro! >> Aziraphale rise e si avvicinò a lui.
<< Forse te lo dico, ma devi essere molto, molto convincente >> gli sussurrò all'orecchio facendo vibrare tutta la colonna vertebrale di Crowley, ovviamente non glielo avrebbe mai rivelato ed entrambi lo sapevano ma fingere che non fosse così era molto più divertente e loro avevano intenzione di sfruttare il momento e divertirsi davvero tanto.



Fine







   
 
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