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Autore: Asmodeus    30/07/2022    0 recensioni
|Steve/Eddie| Canon Divergent Post S4 V2| Eddie e Max sono vivi e in salute|
La scuola sta per finire, e Steve cerca di aiutare un Eddie decisamente insofferente all'etichetta a prepararsi per il ballo di fine anno. Complice la camicia di Steve e dei polsini che non vogliono allacciarsi, la Prom Night di Eddie prenderà una piega decisamente inaspettata.
[Dal testo]:«Sei sicuro che debba proprio vestirmi così?», gli domandò Eddie per l’ennesima volta, voltandosi a squadrarlo disgustato mentre finiva di allacciarsi i bottoni sul petto. «Sembro un pinguino con un palo nel culo – e non di quelli che piacciono a me».
«Eddie!» Steve roteò gli occhi mentre lo rimproverava per il linguaggio[...] «Senti, lo so che non vuoi andarci, ma… è il tuo anno questo, no?», Steve cercò nuovamente di convincerlo. «Non solo abbiamo salvato il mondo e sei riuscito a non farti ammazzare, ma finalmente ce l’hai fatta a finire la scuola! Dobbiamo festeggiare!»
«Forse era meglio crepare…» si lamentò l’altro di rimando...

~ Partecipa all'iniziativa "200 Summer Prompts" del gruppo FB "Non Solo Sherlock"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dustin Henderson, Eddie Munson, Nancy Wheeler, Steve Harrington
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morp Night

 

Eddie sembrava stesse ballando la samba all’interno della camicia che gli aveva prestato Steve – un po’ perché gli stava leggermente larga ai fianchi, ma soprattutto perché era completamente a disagio con quell’abito addosso.
«Non riesco a respirare!» continuava a lamentarsi con teatralità, infilando il dito nel colletto e fingendo di soffocare con smorfie buffe davanti allo specchio. Steve non era certo che l’altro sapesse che lui poteva vedere benissimo le linguacce che lanciava alla sua immagine riflessa, e alzò gli occhi al cielo di fronte a quell’ennesima pantomima messa in atto da Eddie Munson.
«Sei sicuro che debba proprio vestirmi così?», gli domandò Eddie per l’ennesima volta, voltandosi a squadrarlo disgustato mentre finiva di allacciarsi i bottoni sul petto. «Sembro un pinguino con un palo nel culo – e non di quelli che piacciono a me».
«Eddie!» Steve roteò gli occhi mentre lo rimproverava per il linguaggio, giusto per dargli un po’ di soddisfazione dopo tutto quel penare. Ad Eddie piaceva provocarlo, flirtando con lui nei momenti più disparati e buttando qua e là qualche parola sboccata giusto per tirar fuori il lato più materno e da bravo ragazzo di Steve.
«Che c’è? È la verità, mi piace!» fece spallucce l’altro, passando ai polsini e cercando di capire come andassero allacciati. «Al contrario di questa pantomima del ballo della scuola…»
Anche quello era un disco rotto, visto che ne avevano parlato più e più volte.
«Senti, Eddie, lo so che non vuoi andarci, ma… è il tuo anno questo, no?», Steve cercò nuovamente di convincerlo. «Non solo abbiamo salvato il mondo e sei riuscito a non farti ammazzare, ma finalmente ce l’hai fatta a finire la scuola! Dobbiamo festeggiare!»
«Forse era meglio crepare…» si lamentò l’altro di rimando, a quanto pare insensibile agli incoraggiamenti a causa del fastidio che provava in quella camicia. E non aveva ancora messo i pantaloni o la giacca…
«Quel buco pieno di stronzi del cazzo mi ha dato più guai che cose per cui festeggiare, Harrington, te lo ricordo», continuò Eddie. «Non c’è riuscito il Sottosopra, ma scommetto che in questi ultimi due mesi di scuola mi sono anche spuntati dei capelli bianchi per lo stress per quei test di merda…»
Steve doveva aver sentito quel discorso almeno un milione di volte, perché roteò nuovamente gli occhi e cercò di dirottare l’attenzione di Eddie sui poveri polsini innocenti.
«Devi fare piano, o li strapperai! Delicato, sono dei bottoni non…»
«Sono degli aggeggi infernali, e questa è una tortura, ecco cosa!» continuò Eddie, che nel frattempo però era riuscito ad allacciarsi completamente il polsino destro.
«Mi spieghi di nuovo perché devo indossare questa roba domani?», chiese voltandosi verso di lui, che continuava ad osservarlo seduto sul bordo del letto. Quando si era offerto di prestare a Eddie il proprio completo elegante, come ogni buon… amico? Amico speciale? Fidanzato? Qualunque-cosa-fossero-loro-due? – sinceramente non credeva di dover assistere a tutta quella tragicommedia.
«Perché la preside è fissata col dress-code, e tu in quanto uomo devi andare in giacca e cravatta…» gli spiegò per la millesima volta Steve. «O pensi davvero che ti lascerebbe entrare vestito con la giacca di jeans e le sneakers?»
«Che cos’ha la mia giacca che non va? È pure nuova, visto che l’altra ormai è come se fosse diventata tua…»
Eddie lanciò un’occhiata alla giacca di jeans smanicata che aveva prestato a Steve nel Sottosopra, e che da allora non era più ritornata nell’armadio della sua stanza. Ancora adesso, era infilata sullo schienale della sedia in camera di Steve, come se fosse a guardia della pila di vestiti accumulati davanti a lei. Steve aveva cominciato a indossarla spesso, fregandosene delle patch metallare che vi erano state cucite sopra nel corso degli anni – e nonostante gli rodesse aver perso la sua giacca, Eddie doveva ammettere che gli donava.
Steve scosse la testa: «Niente, ti sta bene, sì!» concesse, sapendo bene che era inutile tornare a spiegargli le cose.
«E allora perché questa regola del cazzo?»
«Fottitene del perché vuole che indossi un abito formale! Quella scuola è piena di regole del cazzo, ha senso cercare di capirne il perché?»
Steve si rese conto solo dopo aver parlato in maniera decisamente sboccata – cosa sempre più frequente da quando stava con Eddie.
«Insomma, Eddie, andrai al ballo per festeggiare il fatto che tu ne sia finalmente fuori! Tra poco ti diplomerai e niente più regole, niente più abiti formali: sarai libero!»
Eddie borbottò qualcosa in segno d’assenso, per poi tornare a lottare col polsino sinistro fino a vincere quella sfida con i bottoni.
«Avrei voluto festeggiare con te…» mormorò, mentre recuperava i pantaloni di Steve e se li infilava in maniera decisamente più fluida rispetto alla camicia.
«Eds, io…» cominciò Steve, vedendolo rabbuiato. «Verrei volentieri, lo sai. Ma c’è da andare in coppia e tu sei con Robin. E a parte che sono grande ormai per il ballo, la preside non mi vorrebbe comunque mai dentro con te. Siamo due maschi, non si può…»
Eddie si voltò di nuovo alzando un sopracciglio decisamente critico su quanto aveva appena detto.
«Innanzitutto, se sei grande per il ballo lo sono anch’io. Sono più vecchio di te, è solo un caso che sia ancora lì dentro…» lo corresse con un dito alzato, mentre l’altra mano tratteneva i pantaloni ancora slacciati sulla vita. «E comunque questa è un’altra regola del cazzo. Non è che se entro con un mio amico voglio per forza limonarmelo…» sottolineò ancora, calcando sulla parola amico per ribadire il fatto che non lo avrebbe comunque portato al ballo come suo fidanzato. «Poi, il fatto che io e te lo facciamo è un discorso a parte, ma alla preside non dovrebbe fregare un cazzo… A nessuno dovrebbe fregare un cazzo!»
Eddie aveva opinioni decisamente forti sull’argomento, e Steve non poteva che condividerle appieno. Non era pronto a rivelare al resto di Hawkins la loro relazione, anche perché lui stesso ancora non ci capiva niente e non riusciva a spiegarsi come potesse effettivamente essersi… innamorato? Era questa la parola giusta? Di Eddie Munson. Dopotutto continuavano a piacergli le ragazze, era solo Eddie che era un ragazzo speciale… Robin diceva che era semplicemente bisessuale, ma Steve continuava a capirci davvero poco di quelle cose.
Comunque, Steve sapeva che quelle regole erano desuete e inutili, e che stavano creando non pochi problemi sia a Eddie che a Robin, e probabilmente a chiunque come loro – i diversi. Robin avrebbe voluto andare al ballo solamente per vedere Vickie, per quanto avrebbe sofferto sicuramente, e solo grazie ad Eddie era riuscita a convincersi a partecipare come sua accompagnatrice. Insomma, lui aveva bisogno di un’amica vicino, che lo sostenesse in quella palla mortale di serata con musica del cazzo, e lei aveva bisogno di qualcuno che la supportasse in quell’amore impossibile e proibito. Avrebbero passato una serata pessima, e solo perché la società gli imponeva tutto quello, solo per uniformarsi…
Steve ascoltava le lamentele di Eddie senza profferire parola, dispiaciuto del suo umore così basso e della sua opposizione per quell’evento sociale. Un tempo, il vecchio Steve non avrebbe nemmeno immaginato che qualcuno osasse snobbare e addirittura si sentisse a disagio davanti a un evento mondano come quello.
Ma tanta acqua era passata sotto i ponti, e questo Steve comprendeva benissimo quanto quel sistema in cui vivevano fosse soffocante per chiunque fosse diverso dalla “banale normalità” di Hawkins. Eddie sosteneva che fosse il conformismo forzato il vero danno per i ragazzi, e Steve non poteva che concordare con lui. Lui stesso, un tempo parte di quell’élite, non ne faceva più parte per scelta – e da allora, aveva cominciato a vivere decisamente meglio di prima.
Eddie continuava a sbuffare, continuando sempre di più a contorcersi in quei vestiti che palesemente non facevano per lui – e meno male che avevano deciso di fare quella prova il giorno prima, e non il pomeriggio del ballo stesso come avrebbe voluto Eddie per portare il meno possibile “quella roba da pinguini” …
«Sono stanco, Steve… Voglio solo liberarmi di quel ballo e le sue regole del cazzo e…», borbottava ancora, e a Steve quasi scappò da ridere vedendo Eddie bloccarsi a bocca vuota, la faccia sconvolta una volta presa in mano anche la giacca elegante da indossare sulla camicia.
Sembrava l’Urlo di Munch, anzi era persino più plateale, teatrale ed esagerato, proprio in stile Munson.
Fu allora, davanti a quell’ennesima pantomima rivelatrice di quanto Eddie fosse realmente a disagio, che Steve decise che ne aveva abbastanza di tutto quello.
«Togliti la camicia», si arrese infine, pronto a spiegare ciò che aveva in mente al proprio ragazzo. Un attimo dopo, rendendosi conto che avrebbe potuto fraintendere, aggiunse: «E non fare quella faccia: non è quello che pensi!»
Il sorriso appena spuntato sul volto di Eddie si spense in un ennesimo broncio sbuffante, mentre il metallaro riprese a muoversi scomposto allargandogli la camicia. Non lo fece comunque ripetere due volte la frase, abbandonando la giacca e cominciare a spogliarsi, notò immediatamente Steve.
«Speravo volessi divertirti un po’…», brontolò Eddie, mentre con una mano cercava di slacciare i polsini della camicia senza troppo successo.
Steve si alzò dal letto, raggiungendo l’altro per dargli una mano prima che gli sformasse del tutto i vestiti, rovinandolo per sempre.
«Sta’ fermo! Ti aiuto io, o salteranno tutti i bottoni…» affermò, bloccando prima uno e poi l’altro braccio di Eddie e slacciando velocemente tutti i polsini. Gli liberò le braccia, e quando notò che l’altro non procedeva si fermò per alzare gli occhi verso Eddie, che lo osservava con uno scintillio famelico negli occhi e un sorriso ferino.
«Perché ti sei fermato?» domandò Eddie, la voce al tempo stesso civettuola e sensuale: «Ci sono ancora tanti altri bottoni da slacciare…»
Steve alzò un sopracciglio con sguardo giudicante, tirandogli piano uno scappellotto sulla testa visto che Eddie continuava a guardarlo in modo sensuale.
«Piantala, scemo! Sei capace di farlo anche da solo!» gli ricordò, trattenendo comunque un sorriso davanti allo sguardo sorpreso di Eddie.
«E comunque vedi di muoverti. Anche se volessimo, non abbiamo tempo per questo, adesso».
Eddie lo guardò con fare interrogativo, non riuscendo a decifrare uno Steve che passava dall’aiuto premuroso al rifiutare le sue avances sessuali all’essere il Bianconiglio per impegni di cui nemmeno sapeva nulla.
«Perché, che dobbiamo fare scusa? Non è la nostra serata a due questa?» brontolò cominciando a slacciarsi la camicia mettendo un broncio triste.
Steve ridacchiò davanti a quella scena, ma per tranquillizzare Eddie tornò ad avvicinarsi prendendogli le mani tra le sue e aiutandolo a slacciare gli ultimi bottoni.
«Certo che è la nostra serata a due», confermò, un sorriso vittorioso sul volto che casualmente coincise anche col momento in cui Eddie apriva la camicia sul petto, rivelando quel corpo che stava imparando a conoscere e che apprezzava sempre di più. «Ma prima, dobbiamo organizzare una cosa super importante per domani».
Eddie era ancora più confuso, e ogni velleità sensuale o di altro tipo era svanita nel nulla.
«Aspetta, in che senso? Che altro dobbiamo fare domani?»
Steve lo guardò dritto negli occhi con uno scintillio perfido e gli sussurrò piano, rivelando quel segreto che il suo cervello continuava ad organizzare anche ora mentre parlavano.
«Ti liberiamo da quel ballo e le sue regole del cazzo!»
 
*
 
Un tempo Steve odiava stare quasi sempre da solo in quell’enorme casa che i suoi genitori sembravano odiare, visto che non trascorrevano mai più di qualche giorno con lui prima di partire per qualche altro assurdo motivo di lavoro.
Ora, invece, non poteva che ringraziare la sua famiglia per essere sempre fuori dai piedi consentendogli di organizzare in meno di ventiquattrore un vero e proprio contro-ballo della scuola nel loro giardino con annessa piscina aperta a tutti.
Il suo obiettivo principale, ovvero permettere a Eddie e Robin di festeggiare la fine della scuola senza dover sottostare alle regole assurde della Hawkins High aveva avuto ben più che successo.
Alla fine, alla festa improvvisata organizzata nel suo giardino si erano presentate più persone del previsto: non solo gli invitati d’onore – Eddie, Robin e anche Nancy con Jonathan, che pure non gradivano l’idea di un ballo canonico dopo tutto quello che era successo in quei mesi – e ovviamente Dustin e i ragazzi (con persino Erica al seguito, che nonostante la giovane età godeva della mancanza di regole insite in quel contro-ballo straordinatio), ma anche gli amici di Eddie aveva scelto di seguirlo in quell’azzardo e presentarsi a casa Harrington pur di stare col loro amico.
Non doveva essere stato semplice per gli altri membri dell’Hellfire Club decidere di abbandonare una festa che li avrebbe comunque messi all’angolo, per trasferirsi armi e bagagli a casa di uno come Steve che, per anni, era stato parte di quella stessa élite scolastica che li aveva sempre ridicolizzati ed evitati. Eppure, Gareth, Jeff e Grant si erano fidati del loro amico che da un po’ di tempo aveva cominciato a frequentare gente come Steve, e a quanto aveva visto il padrone di casa, alla fine si erano trovati bene e si erano divertiti molto. Steve aveva potuto contare sull’aiuto di Dustin e dei ragazzi, che avevano passato la serata insieme ai ragazzi più grandi senza obbligare Eddie a dover fare da anfitrione in casa altrui, ma c’erano state comunque svariate occasioni in cui entrambi erano riusciti a stare con loro e Steve aveva finalmente conosciuto sul serio gli amici del suo ragazzo. Non aveva capito cosa e quanto sapessero di loro due: Eddie era il primo ad essere restio a condividere una cosa del genere con persone estranee alla cerchia del Sottosopra – che dopo aver visto il mondo vicino al collasso per ben quattro volte, non si stupiva certamente per due maschi che stavano insieme; eppure, tutti e tre si erano mostrati simpatici e ben disposti verso di lui, e probabilmente a fine serata avevano scoperto che il vecchio “King Steve” era molto e sepolto insieme ai suoi giorni alla Hawkins High.
Gareth, Jeff e Grant, però, non erano stati l’unica sorpresa della serata: Nancy doveva aver parlato della festa con i suoi amici del Weekly Streak, il giornale scolastico, perché un folto gruppetto di persone che Steve sapeva si interessassero di cronaca cittadina si era presentato alla sua festa poco dopo l’inizio ufficiale della serata. Probabilmente il loro intento principale doveva essere stato quello di scoprire come mai Harrington, un tempo idolo della scuola, avesse deciso di indire un contro-ballo scolastico la sera stessa di quello ufficiale, ma evidentemente i ragazzi si erano trovati bene in quel contesto più informale e avevano portato una ventata di novità al solito gruppetto solito frequentare quella casa.
E, sorpresa delle sorprese, alla fine si era presentata anche Vickie.
Era arrivata a casa sua circa a metà della serata, senza spiegare come mai si trovasse lì e soprattutto perché non fosse al ballo ufficiale col proprio fidanzato – ma a parte un iniziale smarrimento nel vedersela apparire nel proprio giardino dal nulla, Steve non aveva perso tempo nel dirottarla verso una Robin improvvisamente iperventilante e in pieno stream of consciousness. Da quello che aveva potuto notare, le due ragazze erano state insieme per tutta la sera, intervallando momenti in solitaria a strani terzetti con Eddie o a quelli che sembravano quasi momenti tra coppie insieme a Nancy e Jonathan.
Steve non poteva che essere più felice per quell’ultima sorpresa, ed era orgoglioso di quello che era riuscito a organizzare in così poco tempo.
Certo, forse quello non era un vero e proprio ballo scolastico, ma Steve era felice di star ora accogliendo un po’ tutti gli “strani” della Hawkins High che non si sarebbero trovati bene all’evento ufficiale – o che, come Dustin e gli altri più piccoli, era troppo giovane proprio per partecipare. Era una sorta di ammenda che stava facendo all’intera comunità dei “freak” che, nonostante il suo passato, lo aveva accolto quando lui aveva compreso quanto fosse stato scemo un tempo a pensare solo alla popolarità, scartando le persone meno “in” pur di non rovinare il proprio nome. Invece, era stato proprio in mezzo a loro che era riuscito a spogliarsi di quelle vesti troppo strette che non lo rendevano felice, e a trovare invece un senso nuovo nella sua vita.
 
La serata stava ormai scemando, quando Eddie lo raggiunse a bordo piscina mentre gli ultimi ospiti erano intenti nei saluti e ringraziamenti di rito con i pochi invitati rimasti. Nemmeno a dirsi, Dustin aveva deciso di sostituirsi a lui nel fare gli onori di casa per chi se ne andava, liberandolo da quell’incombenza e mostrandosi estremamente orgoglioso di poter ricoprire quel ruolo benché fosse tra i più giovani presenti. Era accompagnato, ovviamente, dal resto della truppa, nonché da una Nancy estremamente materna che supervisionava l’agire dei piccoli in attesa di poterli riportare a casa scarrozzandoli insieme a un Jonathan più tra le nuvole rispetto al solito. Robin e Vickie, invece, si erano volatilizzate da un po’, e Steve si stava chiedendo dove potessero essere finite nel momento in cui Eddie si sedette alla sua destra, fin troppo vicino e mettendo ammollo i piedi come stava facendo lui.
«È proprio brava con loro, eh?» buttò lì il moro con un cenno della testa verso di Nancy. «Capisco perché ti piaceva. Li ha tenuti d’occhio tutta la sera, come una mamma… o come te, babysitter Harrington».
Steve annuì sorridendo, ormai quasi orgoglioso di quel nomignolo e felice che anche Eddie avesse visto quanto fosse fantastica Nancy.
«Oserei dire eccezionale, sì!» concordò, alzando lo sguardo verso il cielo ormai punteggiato di stelle. «Ma quando stavamo insieme, non era così. È sempre stata una ragazza fantastica, ma… eravamo diversi, allora. Molto diversi».
Steve abbassò gli occhi voltandosi verso di Eddie, che lo osservava con la testa lievemente reclinata di lato, quasi fosse un cucciolo di cane che studia incuriosito una situazione nuova.
«È passata decisamente troppa acqua sotto i ponti. La Nance di oggi sarebbe la ragazza perfetta per me, la donna adatta per crescere insieme cinque o sei figli combinaguai, ma… non sono altro che sogni. Va benissimo così»
Steve cercò di decifrare la reazione di Eddie a quelle parole. Alla fine, il moro aveva scelto di presentarsi alla festa lievemente più tirato del solito, con una maglietta nera molto semplice e una giacca di pelle scura abbastanza elegante al di sopra di jeans neri come la notte e i suoi capelli. Erano strappati alle ginocchia, e Eddie li aveva tirati un po’ su per poter mettere a mollo i piedi dopo aver abbandonato le scarpe chissà dove. Steve era decisamente più elegante, con una camicia bianca e fresca su dei pantaloni blu scuro forse un po’ troppo per l’occasione informale, ma poteva vedere lo sguardo di Eddie trattenersi dallo scivolare giù, oltre la sottile barriera di tessuto bianco che copriva le pesanti cicatrici ottenute nel Sottosopra.
Eddie sembrava star soppesando cosa rispondere a quelle parole, mostrandosi indecifrabile in quel momento. Forse era rimasto colpito da quell’ammissione di Steve su un ipotetico, seppur impossibile, futuro famigliare insieme a Nancy, ma lui non vedeva alcun motivo di mentirgli su una cosa così importante.
«Beh… Effettivamente ci vuole la persona adatta per tener dietro a una torma di mini-Steve…», buttò lì infine, spostando lo sguardo da Steve alla superficie placida della piscina. Se anche era rimasto deluso o ferito dal discorso di Steve, Eddie sembrava non darlo a vedere in alcun modo.
Steve decise comunque di chiarire meglio la situazione, non volendo che fraintendesse. Potevano udire gli ultimi saluti di Dustin all’ingresso, ed era chiaro che ormai fossero rimaste solo persone “di famiglia” a casa sua. Per questo, a quel punto non dovevano temere più nulla.
«Esattamente. Ma devo essere molto fortunato», precisò meglio Steve: «Perché dopo Nancy ho trovato un’altra persona che credo sia in grado di compiere questa impresa».
Aveva preso la sinistra di Eddie tra la sua destra, e vide il moro spostare con curiosità lo sguardo tra le due mani ora intrecciate tra loro.
«Che… che intendi dire?» Eddie alzò un sopracciglio, mentre Steve si voltava con più decisione verso di lui per osservarlo meglio.
«Beh, sai com’è… Ci sai fare molto bene, con Dustin, Mike e quegli sgorbietti lì…» gli sorrise Steve, indicando con la testa l’ingresso da dove continuavano a provenire le voci dei ragazzetti. «Non pensavo ci fossero altri ragazzi ad Hawkins così bravi a fare da babysitter a quegli uragani di bambini!»
Eddie arrossì lievemente, colto alla sprovvista da quelle parole che rispecchiavano però la grande abilità con cui entrambi i ragazzi riuscivano a rapportarsi con Dustin, Mike, Lucas, Will, Undi e Erica.
Eddie cercò di ricomporsi nascondendosi dietro la sua solita teatralità da attore consumato, per nascondere l’imbarazzo: «Beh, ti ringrazio. Dev’essere il fascino del Dungeon Master che li attira, io…»
Steve adorava sentirlo parlare e vederlo in quegli atteggiamenti istrionici, ma in quel momento in cui erano finalmente soli decise di bruciare le tappe e zittire Eddie con un bacio improvviso, dritto sulle labbra ancora aperte del moro.
Eddie si ammutolì spalancando gli occhi per la sorpresa, mentre Steve approfondiva quel contatto con una pressione leggera, quasi una richiesta di aprirsi di più a lui. Il moro non si fece pregare a lungo, schiudendo le labbra e permettendo a Steve di baciarlo a dovere, dimentico del discorso che stavano facendo fino a poco prima.
«Sono davvero contento di averti nella mia vita», mormorò Steve direttamente contro le labbra di Eddie, non appena si staccarono per respirare. «Fare il babysitter di quei marmocchi da solo è decisamente faticoso, mi serve qualcuno come aiuto…»
Eddie rise di gusto alla mezza battuta dell’altro, ed entrambi tornarono a baciarsi con un sorriso ampio sulle labbra e il cuore molto più leggero.
«Vedrò cosa posso fare con questi mostriciattoli, allora…» acconsentì Eddie, allontanandosi leggermente dalle labbra di Steve solo per appoggiare le reciproche fronti l’una contro l’altra e potersi beare meglio degli occhi dell’altro.
Restarono immobili e in silenzio per un po’, sorridendosi a vicenda mentre i suoni della notte che avanzavano li circondavano di un’atmosfera di tranquillità e sogno, quasi zittendo le lontane voci dei loro amici che ancora occupavano la casa di Steve. Per lo meno, finché non sentirono Dustin gridare i loro nomi indignato, individuandolo dall’altra parte della piscina, giusto sull’uscio posteriore della casa di Steve.
«Seriamente?» li rimproverò il ragazzino, portando le mani ai fianchi in una posa di stizza. «Noi vi cerchiamo per salutarvi, e voi…»
Nancy sbucò da dietro la cofana di capelli del ragazzino, un sorriso tirato sul volto come per scusarsi dell’intromissione di Dustin in quel momento privato. La videro tirare un lieve colpetto alla spalla del ragazzetto, che protestò per l’interruzione, prima di sentirla giustificarsi per quanto appena accaduto.
«In effetti è decisamente molto tardi, è ora di mettere a nanna i bambini!» annunciò la ragazza, mentre Jonathan dietro di lei aveva raccolto la truppa di marmocchi e li stava guidando a salutare il padrone di casa prima di essere bloccato sulla soglia dal corpo di Nancy. Pareva che la ragazza non volesse arrecare ulteriore disturbo a Eddie e Steve, e i due cercarono di trattenere una risata mentre Nancy bloccava qualunque velleità autonomista di Dustin poggiando le proprie mani sulle spalle del più piccolo.
«Puoi salutarli anche da qui, sai? Non vedi, hanno i piedi in acqua, poi bagnerebbero tutto il pavimento dell’ingresso…»
Dustin sembrò protestare nuovamente, ma le dita di Nancy strinsero più forte le sue spalle e il ragazzino si limitò a grugnire un saluto veloce capendo in qualche modo l’antifona.
«E va bene, ce ne andiamo. Passate una buona notte, piccion…»
Nancy bloccò per l’ennesima volta Dustin, coprendo la sua voce con un «Grazie mille per la splendida festa, Steve! E complimenti per il diploma, Eddie!» prima di sventolare la mano e trascinare il ragazzino dentro Casa Harrington.
«Complimenti anche a te, Nance! Buonanotte ragazzi!» li salutò Eddie, utilizzando stranamente il soprannome che normalmente era permesso solo a Steve.
«Grazie a voi ragazzi! Spero vi siate divertiti!» seguì a ruota il padrone di casa, sventolando le mani genericamente verso il gruppo di ragazzi che abbandonava casa sua.
Udirono la porta esterna di casa sbattere piano, le voci che scemavano e lasciavano il posto alla pace tipica che aleggiava a casa di Steve.
«Per fortuna che li portano via loro, stasera…» ridacchiò Eddie, tornando a guardare Steve e rendendosi conto che, in tutto quel casino, le loro mani erano ancora intrecciate tra loro.
«Perché credi che continui a frequentarla, scusa?» scherzò Steve: «Ogni tanto dobbiamo avere un po’ di calma anche noi, no?»
Eddie rise di gusto, e poi fu lui a gettarsi addosso a Steve per baciarlo con passione.
«Grazie per questa splendida festa, Steve» gli sussurrò Eddie sulle labbra, sorridendo, prima di impossessarsi di nuovo delle sue labbra, della sua lingua e del suo fiato.
«E devi ancora vedere il post serata» annunciò sensuale Steve, tirandolo verso di sé mentre Eddie ridacchiava contento e la notte li accoglieva nel suo privato abbraccio protettivo.
 
 [4147 w.]

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Ciao a tutti e ben ritrovati da queste parti!

Questa OS nasce a seguito dell'iniziativa "200 Summer Prompts" del gruppo FB "Non solo Sherlock", che ho trovato perfetta per aiutarmi a scrivere nuove storie sugli Steddie (oltre alla long che ho in cantiere e in via di conclusione ^^"). La challenge consiste nell'estrarre a sorte quattro gruppi da tre prompt ciascuno, con cui scrivere altrettante storie entro l'estate.

Il mio piano di lavoro al momento è riuscire a scrivere dunque quattro OS su questi bei bambini adorati, gettando un po' di luce sull'estate 1986 ad Hawkins - post-Vecna e senza morti o tragedie varie, concentrandomi per quanto possibile sul fluff e tutte le belle cose che ci può regalare un'estate di vacanza e riposo!

All'inizio, i prompt della prima estrazione mi avevano ispirato una storia di tutt'altro genere e rating ("Togliti la camicia. E non fare quella faccia"; "F*ttitene"; "Sono stanco") - ma alla fine, ho scelto di non scendere immediatamente nel p0rno a rating rosso e, forse complice la mia assenza di voglia di studiare per gli esami, ho optato per celebrare la fine del liceo per il caro Eddie. E quale modo migliore per farlo, se non con un bel ballo della scuola - o meglio, con un bel "Morp Party"?

Per chi non sapesse cosa sia, i "Morp party" sono organizzati negli Stati Uniti in contrapposizione ai tradizionali balli della scuola di fine anno - le celebri "Prom Night". Questi eventi sono spesso organizzati dagli studenti in polemica con i regolamenti ufficiali della scuola, considerati troppo stringenti o discriminatori verso certe categorie di persone (comunità LGBTQ+, PeopleOfColour, etc). Ho pensato dunque che fosse la scelta migliore far organizzare a Steve un vero e proprio "controballo" per poter festeggiare come si deve la fine dei pericoli che attanagliano Hawkins, e permettere anche ad Eddie e ai suoi amici di essere in un ambiente safe e accogliente.

Spero che l'idea vi sia piaciuta, e che abbiate apprezzato questa storia e le sue vibes. Se vi va di farmi sapere che ne pensate con una recensione, ve ne sarò eternamente riconoscente!

Grazier per aver letto fino a qui, e ci vediamo presto! :)

   
 
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