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Autore: Ghost Writer TNCS    06/08/2022    2 recensioni
Da sempre le persone hanno vissuto sotto il controllo degli dei. La teocrazia del Clero è sempre stata l’unica forma di governo possibile, l’unica concepibile, eppure qualcosa sta cambiando. Nel continente meridionale, alcuni eretici hanno cominciato a ribellarsi agli dei e a cercare la verità nascosta tra le incongruenze della dottrina.
Nel frattempo, nel continente settentrionale qualcun altro sta pianificando la sua mossa. Qualcuno mosso dalla vendetta, ma anche dalla volontà di costruire un mondo migliore. Un mondo dove le persone sono libere di costruire il proprio destino, senza bisogno di affidarsi ai capricci degli dei.
E chi meglio di lui per guidare i popoli verso un futuro di prosperità e progresso? Chi meglio di Havard, figlio di Hel, e nuovo dio della morte?
Questo racconto è il seguito di AoE - 1 - Eresia e riprende alcuni eventi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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19. Il nuovo mondo

L’inquisitore di Mbaba Mwana Waresa era contrariato. Una guardia lo aveva svegliato prima dell’alba e lo aveva informato che i ribelli stavano attaccando la città. Seppur infastidito, l’orco si era alzato e aveva indossato la sua ricercata uniforme decorata con i colori dell’arcobaleno.

I piani alti del Clero avevano stabilito che questi ribelli erano più pericolosi dagli altri, e di conseguenza avevano inviato inquisitori in tutte le città. Ovviamente questa contromisura era stata abilmente camuffata agli occhi del popolo, così da far credere ai fedeli che niente e nessuno poteva anche solo impensierire il Clero o tantomeno gli dei onnipotenti.

L’inquisitore entrò nella stalla riservata ai draghidi, non lontana dall’edificio in cui aveva dormito, e si avvicinò a uno dei due animali presenti. Il rettile, un giovane drago striato, lo riconobbe subito e si abbassò per farlo salire.

«Vediamo di fare in fretta, amico mio: non ho ancora fatto colazione.»

Il drago esplose un fragoroso ruggito e si diede lo slancio con le zampe muscolose per spiccare il volo. Appena furono abbastanza in alto, l’inquisitore si guardò intorno e subito individuò la breccia nelle mura, così come la moltitudine di invasori che correvano per le strade. Al centro della città c’era un altro draghide, un imponente drago corazzato. E qualcuno lo stava cavalcando.

L’orco sorrise malignamente. «Ecco il mio trofeo.»

Diede un colpo con i talloni e il suo drago scattò in avanti. Solo dopo qualche secondo l’inquisitore si accorse che da un altro tetto stava decollando un altro draghide più piccolo: una viverna.

L’orco tirò le redini per far fermare la sua cavalcatura. «Da quando ce ne sono due?» Fece un verso di stizza. «Chissenefrega, avrò più teste da offrire agli dei. Avanti, cominciamo dal più piccolo!»

Il guerriero di Mbaba Mwana Waresa sapeva che il possente drago corazzato ci avrebbe messo un po’ per spiccare il volo e unirsi alla battaglia, quindi il suo piano era di sbarazzarsi della viverna e poi di eliminare anche l’altro, così da avere per sé tutto l’onore della vittoria.

«Brucialo!»

Il drago striato spalancò le fauci e scatenò un getto di fiamme contro Tenko e la sua viverna. La demone si piegò di lato, aiutando la sua cavalcatura a virare per schivare l’attacco e portarsi a distanza di sicurezza.

La giovane lanciò uno sguardo a Havard, il cui drago corazzato stava avendo qualche difficoltà a prendere la rincorsa per spiccare il volo a causa degli edifici.

«Avanti, noi siamo più veloci!» affermò Tenko. «Non facciamoci prendere!»

La viverna emise un verso che pareva d’assenso e continuò a volare a distanza di sicurezza dal drago striato.

La demone osservò l’inquisitore, cercando di capire che tipo di poteri avesse. Se avesse saputo di cosa era capace, sarebbe stato molto più facile elaborare una strategia, in ogni caso non doveva avere fretta: lei e Havard erano in vantaggio numerico rispetto al loro nemico, doveva solo aspettare che il corazzato spiccasse il volo.

Sentì dei rumori provenire dalla stalla dei draghi. Si voltò e subito ordinò una picchiata. La viverna piegò le ali e virò verso il basso, giusto in tempo per schivare una palla di fuoco. Tenko la fece zigzagare un paio di volte e l’animale sgusciò tra altre due sfere incandescenti. La viverna si raddrizzò e la demone lanciò un fulmine dalla bacchetta celata, costringendo il suo aggressore a virare.

C’era un altro inquisitore, questa volta su un drago cornuto. E l’orco in questione era in grado di lanciare palle di fuoco. Il nuovo arrivato gridò qualcosa al suo collega, forse per rimproverarlo della sua avventatezza, ma Tenko era troppo lontana per capire bene.

«Occupiamoci del drago cornuto.» Le parole di Havard risuonarono nella mente della giovane con assoluta chiarezza grazie a un incantesimo di telepatia.

Il drago corazzato dell’orco pallido era finalmente decollato, quindi ora potevano affrontare in coppia i due inquisitori.

La demone recepì l’ordine e fece scattare la sua viverna. L’animale serpeggiò tra le palle di fuoco dell’inquisitore e sputò un getto di veleno contro il muso del drago cornuto. Il rettile, colpito in pieno, lanciò un ruggito di dolore e cominciò a dimenarsi, cercando di togliere il veleno dagli occhi.

Havard lanciò un incantesimo di ghiaccio per allontanare l’altro inquisitore e ordinò al suo drago corazzato di caricare. L’inquisitore sul rettile cornuto sparò alcune palle di fuoco, ma l’orco pallido le neutralizzò con una barriera. Il drago corazzato investì il suo simile cornuto e il rettile colpito ruggì ancora di dolore. L’animale precipitò vorticosamente e si schiantò su alcune case di legno, pietra e fango.

«Coprimi!»

Senza aggiungere altro, Havard fece scendere in picchiata il suo drago corazzato.

Tenko capì che l’altro inquisitore stava andando in soccorso del suo collega, così lei fece scattare la sua viverna. Il rettile sputò ancora veleno, ma questa volta il nemico riuscì a schivare e rispose con un getto di fuoco.

Uno schianto improvviso echeggiò nella città. Tenko si voltò di scatto e vide il drago corazzato a terra, proprio dove era precipitato l’altro inquisitore. Del servo degli dei, nessuna traccia.

Uno scossone ricordò alla demone che la battaglia non era finita. Ci sarebbe voluto un po’ prima che il drago corazzato riprendesse il volo, quindi doveva vedersela di nuovo da sola con l’inquisitore rimasto.

La sua viverna schivò agilmente un’altra fiammata e virò dietro a un edificio per avere un minimo di copertura.

Appena il drago striato entrò nel suo campo visivo, Tenko scagliò un fulmine dalla bacchetta celata. Il grosso rettile incassò il colpo, ma se la cavò con un attimo di tentennamento.

Un ruggito fragoroso segnalò l’arrivo del drago corazzato di Havard, pronto a togliere di mezzo anche il secondo nemico.

L’inquisitore di Mbaba Mwana Waresa capì di essere in difficoltà, ma non intendeva fuggire. Fece scendere di quota il suo drago striato ed evocò il controllo della terra della sua dea. Sollevò pietre e fango dalle case sotto di lui e li scagliò contro i ribelli come proiettili.

La viverna di Tenko, che per fortuna era abbastanza lontana, riuscì per un soffio a schivarli, Havard invece evocò un altro scudo magico per proteggersi. Lanciò un incantesimo di ghiaccio e poi uno di putrefazione sulla linea di volo del nemico. La seconda magia andò a segnò e il drago striato ruggì di dolore.

Il rettile, colpito a una spalla, cominciò a volare in maniera incerta e Tenko ne approfittò per accecarlo col veleno della sua viverna. Il drago striato precipitò quasi subito, travolgendo un paio di case.

Havard lanciò il suo drago corazzato contro l’inquisitore, ma questi rispose evocando una barriera di terra che bloccò l’impatto del possente rettile.

Tenko, ancora in cielo, vide Havard che scendeva dalla sua cavalcatura e poggiava una mano a terra. La demone si avvicinò e vide l’orco pallido che sollevava lentamente la mano, come se stesse afferrando qualcosa di invisibile.

Il figlio di Hel strappò l’anima dell’inquisitore e immediatamente la magia del religioso svanì. Sebbene gli scontri infuriavano ancora nel resto della città, in quella zona calò improvvisamente il silenzio: tutti gli sguardi erano su Havard.

La demone controllò rapidamente la situazione, e una volta appurato che non c’era un immediato pericolo, si decise a far atterrare la sua viverna.

«Abbiamo vinto?» esalò, incerta.

«Avremo vinto quando la città sarà mia» rispose schietto Havard, che già stava risalendo in groppa al suo drago corazzato. Le lanciò uno sguardo dall’alto. «Ma se ti riferisci agli inquisitori, allora sì: abbiamo vinto.»

Tenko, quasi incredula, sorrise: avevano ucciso due inquisitori! Avevano sconfitto due dei guerrieri più forti del Clero!

Avrebbe potuto assaporare quella vittoria per il resto della giornata, ma il figlio di Hel la riportò alla realtà: «La battaglia non è finita, ci sono altre guardie da eliminare.»

La demone si sentì un po’ ferita da quel rimprovero – soprattutto perché sapeva di meritarlo – ma non obiettò e fece decollare la sua viverna.

Lo stesso Havard avanzò sul drago corazzato verso il centro di Darnaka, dove si stavano ancora consumando gli ultimi scontri.

La piazza era piena di macerie e cadaveri, e subito il figlio di Hel individuò i suoi nemici: un manipolo di guardie e civili che stavano cercando di proteggere i templi ancora in piedi.

Vedendo arrivare il loro capo, i guerrieri di Havard si scansarono per lasciar passare lui e la sua possente cavalcatura.

«Gli inquisitori sono morti, la battaglia è finita» sentenziò il pallido. «Gli dei hanno perso, ma voi avete ancora una scelta. Avete combattuto con coraggio, e sono pronto a riconoscere il vostro valore. Unitevi a me: insieme possiamo costruire un mondo migliore per tutti.»

I difensori non risposero subito. L’uccisione dei capi religiosi e militari li aveva lasciati senza una guida, proprio come pianificato da Havard.

Finalmente una voce si levò dalla folla: «Se ci arrendiamo, ci prometti che non distruggerai questi templi?»

«Questi templi, come tutti gli altri in città, verranno distrutti. Il tempo degli dei è finito, e non tornerà mai più.»

La freddezza e la determinazione di Havard fecero tentennare i suoi nemici, ma solo finché qualcuno non trovò il coraggio di obiettare: «Non ti lasceremo distruggere questi templi!»

Poco dopo qualcuno lo appoggiò: «Gli dei sono dalla nostra parte!»

«Come possiamo vivere senza gli dei?!»

Havard diede un ordine mentale al suo drago e l’animale batté le zampe anteriori sul terreno. Il suolo venne scosso da un tremito fragoroso e la folla si zittì.

«Uccideteli tutti. E poi distruggete i templi.»

Tenko, che con la sua viverna aveva raggiunto un tetto limitrofo, osservò in silenzio le truppe del figlio di Hel che massacravano senza pietà chiunque si parasse loro davanti. Qualcuno provò a fuggire, ma i soldati del pallido li inseguirono fin dentro le case, spargendo morte e terrore ovunque andassero.

La demone continuava a pensare che eliminare i seguaci degli dei fosse la cosa giusta. Havard aveva dato loro la possibilità di essere liberi, di non sottostare più a delle regole imposte dall’alto con il solo obiettivo di soggiogarli: quegli sciocchi avevano scelto gli dei, e quindi il pallido aveva fatto bene a ordinare di ucciderli.

Tenko serrò la presa sulle briglie della sua viverna. Lo fece con rabbia, una rabbia che non avrebbe voluto provare. Che aveva sperato di non provare.

Era inutile starsene lì a guardare, doveva rimettersi al lavoro. Le regole di Havard erano semplici: chi non collaborava, non mangiava. E nel mondo che il pallido stava creando non c’era spazio per chi non rispettava le sue regole.


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Ho dedicato questo capitolo principalmente allo scontro aereo di Havard e Tenko contro gli inquisitori, ma la decisione presa dal figlio di Hel nel finale ha almeno in parte affievolito l’entusiasmo della demone.

Anche in questo caso vi lascio liberi di riflettere se Havard abbia fatto bene o male, e nei prossimi capitoli avrò modo di approfondire il punto di vista di Tenko.

E ora un piccolo annuncio: questo è il 101° capitolo della nuova cronologia (Eresia, La frontiera perduta, La progenie infernale), e quindi volevo cogliere l’occasione per ringraziare la mia beta Hesper e anche tutti voi che continuate a leggere i miei racconti ^.^

E con questo direi che per ora è tutto.

A presto ;D


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